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XIV. ARTE

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2003 15:03
26/09/2003 15:03
 
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Questa carta Ë il complemento e la realizzazione di Atu VI, Gemelli. Appartiene al Sagittario,
líopposto dei Gemelli nello Zodiaco, e perciÚ, ´secondo un altro modoª, unita a quella. Il Sagittario
significa líArciere; e la carta Ë (nella sua forma pi? semplice e pi? primitiva) una raffigurazione di
Diana, la Cacciatrice. Diana Ë principalmente una delle dee lunari, anche se i Romani líhanno pi?
precisamente degradata dalla Greca ´vergine Artemideª, che Ë anche la Grande Madre della Fertilit‡,
Diana degli Efesini, dalle Multimammelle (Una forma di Iside - vedi Atu II e III.) La connessione tra
la Luna e la Cacciatrice Ë mostrata dalla forma dellíarco, e il significato occulto del Sagittario Ë la
freccia che colpisce líarcobaleno; gli ultimi tre sentieri dellíAlbero della Vita formano la parola Qesheth,
un arcobaleno, e il Sagittario tiene la freccia che colpisce líarcobaleno perchÈ il suo sentiero porta
dalla Luna di Yesod al Sole di Tiphareth. (Questa spiegazione Ë altamente tecnica; ma Ë necessaria
perchÈ la carta rappresenta una importante formula scientifica, che non puÚ essere espressa in un
linguaggio adeguato alla comprensione comune.)
Questa carta rappresenta la Consumazione del Matrimonio Reale che ha luogo in Atu VI. I
personaggi bianco e nero sono ora uniti in una singola figura androgina. Persino le Api e i Serpenti
nei loro vestiti hanno stretto uníallenza. Il Leone Rosso Ë diventato bianco, ed Ë aumentato in volume
e in importanza, mentre líAquila Bianca, espandendosi in modo simile, Ë diventata rossa. Ha cambiato
il suo sangue rosso per la sua bianca glutine. (… impossibile spiegare questi termini a qualsiasi persona
ma solo a studenti avanzati nellíalchimia.)
Líequilibrio e lo scambio sono portati a termine completamente nella stessa figura; la donna
bianca ha ora una testa nera; il re nero una bianca. Lei indossa la corona dorata con una striscia
díargento, lui, una corona díargento con un fregio dorato; ma la testa bianca alla destra Ë estesa in
azione da un braccio bianco sulla sinistra che tiene la coppa del glutine bianco, mentre la testa nera
sulla sinistra ha il braccio nero sulla destra che tiene la lancia che Ë divenuta una torcia e fa uscire il
suo sangue infiammato. Il fuoco distrugge líacqua; líacqua estingue il fuoco.
Il vestito della figura Ë verde, simbolizzando la crescita vegetale; vi Ë uníallegoria alchemica. Nel
simbolismo dei padri della scienza, tutti gli oggetti ´realiª erano considerati come morti; la difficolt‡
di trasmutare metalli era che i metalli, come si trovano in natura, erano in natura di escrementi,
perchÈ non crescevano. Il primo problema dellíalchimia fu di innalzare il minerale a una vita vegetale;
gli adepti pensavano che il giusto metodo per fare ciÚ fosse quello di imitare il processo della natura.
La distillazione, per esempio, non era una operazione da eseguirsi scaldando qualcosa in una storta
sopra una fiamma; doveva avere luogo naturalmente, persino se erano richiesti mesi per completare
líOpera. (Mesi, in quel periodo della civilt‡, erano a disposizione delle menti indagatrici.)
Un grande quantit‡ di quello che ora la gente considera ignoranza, essendo loro stessi ignoranti
di quello che gli uomini del tempo antico pensavano, sorge da questo malinteso. Al fondo della
carta, per esempio, si vedono il Fuoco e líAcqua mescolati insieme armoniosamente. Ma questo Ë
solo un simbolo grezzo dellíidea spirituale, che Ë la soddisfazione del desiderio dellíelemento
incompleto di un tipo di soddisfare la sua formula attraverso líassimilazione del suo eguale e opposto.
Questo stato della grande Opera consiste quindi nel mescolamento degli elementi contraddittori
in un calderone. Qui esso Ë rappresentato come dorato o solare, perchÈ il Sole Ë il Padre di tutta la
Vita, e (in particolare) presiede alla distillazione. La fertilit‡ della Terra Ë mantenuta dalla pioggia e
dal sole; la pioggia si forma in un processo lento e gentile, ed Ë resa efficace dalla co-operazione con
líAria, che Ë essa stessa alchemicamente il risultato del Matrimonio del Fuoco e dellíAcqua. CosÏ
inoltre la formula della vita continuata Ë morte, o putrefazione. Qui essa Ë simbolizzata dal caput
mortuum del calderone, un corvo seduto sopra un teschio. In termini agricoli, questa Ë la terra
incolta.
Vi Ë una particolare interpretazione di questa carta che puÚ essere compresa solamente dagli
Iniziati del Nono Grado dellíO.T.O.; perchÈ essa contiene una formula magica di tale importanza
da rendere impossibile comunicarla apertamente.
Dal calderone spunta, come risultato dellíoperazione eseguita in merito, una sorgente di luce
che diventa due arcobaleni; essi formano il capo della figura androgina. Nel centro, una freccia si
scaglia in alto. Questa Ë conessa con il simbolismo generale spiegato precedentemente, la
spiritualizzazione del risultato della Grande Opera.
Líarcobaleno Ë inoltre simbolico di un altro stadio nel processo alchemico. Ad un certo periodo,
come risultato della putrefazione, viene osservato un fenomeno di luci multicolori (´La veste di
molti coloriª che si dice sia stata indossata da Giuseppe e Ges?, nelle antiche leggende, si riferisce a
questo. Vedi inoltre Atu O, il Variopinto Uomo Verde, Sognatore-Redentore).
Per riassumere, la totalit‡ di questa carta rappresenta il contenuto nascosto dellíUovo descritto
nellíAtu VI. … la stessa formula, ma in uno stadio pi? avanzato. La dualit‡ originaria Ë stata
completamente compensata; ma dopo la nascita vi Ë la crescita; dopo la crescita, la pubert‡; e dopo
la pubert‡, la purificazione.
In questa carta, inoltre, Ë adombrato lo stadio finale della Grande Opera. Dietro la figura, i suoi
margini tinti dallíarcobaleno, che Ë nato ora dagli arcobaleni gemelli che formano la cappa della
figura, vi Ë uníaureola che porta un iscrizione VISITA INTERIORA TERRAE RECTIFICANDO
INVENIES OCCULTUM LAPIDEM. ´Visita le parti interiori della terra; attraverso la rettificazione
tu troverai la pietra nascostaª. Le sue iniziali compongono la parola V.I.T.R.I.O.L., il Solvente
Universale, che sar‡ discusso in seguito. (Il suo valore Ë 726=6 per 115=33x22.)
La ´pietra nascostaª Ë chiamata anche la Medicina Universale. Essa Ë alcune volte descritta
come una pietra, alcune volte come una polvere, altre volte come una tintura. Essa divide di nuovo
in due forme, líoro e líargento, il rosso e il bianco; ma la sua essenza Ë sempre la stessa, e la sua
natura non puÚ essere compresa se non attraverso líesperienza. Questo a causa del fatto che gli
alchimisti trattavano con sostanze ai confini della ´materiaª ed esse sono molto difficili da comprendere.
Il soggetto-materia della chimica e della fisica nei tempi moderni Ë quello che loro avrebbero chiamato
lo studio di cose morte; perchÈ la differenza reale tra le cose viventi e quelle morte Ë, in prima
istanza, il loro comportamento.
Le iniziali del motto alchemico dato sopra formano la parola Vitriol. Questo non ha niente a che
vedere con i solfati sia dellíidrogeno, del ferro e del rame, come potrebbe essere supposto dallíuso
moderno. Essa rappresenta una combinazione equilibrata dei tre principi alchemici, lo Zolfo, il
Mercurio e il Sale. Questi nomi non hanno alcuna relazione con le sostanze cosÏ nominate dal volgo;
esse sono state gi‡ descritte nellíAtu I, III, e IV.
Il consiglio di ´visitare líinterno della terraª Ë una ricapitolazione (su un piano pi? alto) della
prima formula dellíOpera che Ë stata il tema costante di questi saggi. La parola importante nella
ingiunzione Ë la parola centrale RECTIFICANDO; essa implica la giusta discesa della nuova sostanza
vivente nel sentiero della Vera Volont‡. La pietra dei Filosofi, la Medicina Universale, deve essere
un talismano di uso in qualsiasi evento, un veicolo completamente elastico e completamente rigido
della Vera Volont‡ degli alchimisti. Essa deve fertilizzare e porta alla Vita manifestata líUovo Orfico.
La Freccia, sia in questa carta che nellíAtu VI, Ë di importanza suprema. La Freccia, Ë infatti, il
pi? semplice e il pi? puro glifo di Mercurio, essendo il simbolo della Volont‡ diretta. … giusto
enfatizzare questo fatto attraverso una citazione dal Quarto Aethyr, LIT, ne La Visione e la Voce.
(Vedi Appendice.)

Sono come il vento, se provi ad afferrarmi ti ritroverai tra le mani il nulla.... o ti perderai nelle nebbie oscure della mia follia

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