È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
  Pubblicazione di scrittori dilettanti È vietato copiare senza l'autorizzazione dell'autore. redazionedifiori@hotmail.com    

 

Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

DA "CENTONA" DI NINO MARTOGLIO-TRADUZIONI DAL SICULO

Ultimo Aggiornamento: 13/02/2005 19:57
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 217
Post: 182
Registrato il: 06/07/2003
Sesso: Maschile
13/02/2005 19:57
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota



Nino Martoglio, nacque a Belpasso in provincia di Catania nel 1870. Fu giornalista, poeta e commediografo. Fu anche animatore teatrale, infatti, lanciò molti attori fra i quali Angelo Musco. Egli esordì nel giornalismo pubblicando a Catania il settimanale umoristico "D’Artagnan", interamente ideato e scritto da lui. L’iniziativa ebbe un gran successo, soprattutto perché il Martoglio v’inserì le sue poesie dialettali, che gli portarono gli elogi di Carducci e la popolarità nella città di Catania. Nel 1901 decise di dedicarsi al teatro. Infatti, nell’aprile del 1903 debuttò con una compagnia formata e diretta da lui al Teatro Manzoni di Milano. Le opere di Nino Martoglio raggiunsero ben presto una gran notorietà. Il suo nome è legato soprattutto a due opere composte per Angelo Musco: "San Giuvanni decullatu" del 1908, e "L’aria del continente" del 1910. Collaborò poi con Luigi Pirandello componendo "A vilanza" del 1917 e "Cappiddazzu paga tutto" del 1917. Meno conosciuta, ma altrettanto valida fu anche la sua attività cinematografica. Il Martoglio, infatti, si dedicò alla regia nel 1913, anno in cui diresse "Sperduti nel buio", un film muto ricordato nella storia del cinema italiano per la sua originalità e per la sua intensità espressiva. Nel pieno della sua attività lo colse improvvisamente la morte nel 1921, quando disgraziatamente precipitò in una tromba d’ascensore nell’ospedale catanese dove era ricoverato il figlio.

CARITA’

La carità,signura giniusa,
è ’na virtù ch’è un pocu curiusa
c’è cu’ la fa pri un diri ca ricusa
-e chista è vera carità pilusa-;

c’è cu la fa di cori,a manu chiusa,
ed è la carità chiù ginirusa;
c’è, poi,cu’ fa la carità pumpusa
e cui,pri non nni fari,fingi scusa.

M’a vui passati pri caritatusa.
ora,si non v’offenni la me’ Musa,
vi fazzu ’na dimanna maliziusa :
dda risatedda vostra graziusa,
doppu ’dda me’prijera piatusa,
fu carità di cori,o fu pilusa ?

TRADUZIONE

La carità,simpatica signora,
è una virtù un po’ curiosa
c’è chi la fa per non dir che la ricusa,
-è questa è vera carità pelosa-

c’è chi la fa col cuore,a mano chiusa,
ed è la carità più generosa;
C’è poi chi fa la carità pomposa
E chi,per non farla,avanza scuse.

Ma Voi Signora siete caritatevole.
Ora,se non vi offende la mia Musa
Vi faccio una domanda maliziosa :
quella graziosa vostra risatina,
dopo quella mia preghiera pietosa,
fu carità di cuore o fu pelosa ?

LA ’ATTA E LA FIMMINA

Ju sugnu la ’atta
chi allicca e po’ ratta
chi ridi e ti ’ncugna
e poi azzicca l’ugna.
Tu si’ lu surcittu,
scantusu ed affrittu.

Pri spassu,pri poco,
ti fazzu lu jocu;
ma quannu su’ stanca
po’ stennu la vranca,
t’afferru,,t’aggrangiu,
ti sfardu, ti mangiu !

Ju sugnu la ’atta
chi allicca e po’ ratta,
chi ridi e ti ’ncugna
e poi azzicca l’ugna.

La fimmina sugnu,
chi amuri ti dugnu,
la donna,chi duna
di spini la cruna.
Tu si l’omu amanti,
sinceru e custanti.

Ti stennu li trizzi,
ti fazzu carizzi...;
ma fatti li cunti
po’ sciunnu li punti,
ti chiudu li porti,
ti dugnu la morti.

La fimmina sugnu
chi amuri ti dugnu,
la donna chi duna
di spini la cruna.


TRADUZIONE-LA GATTA E LA FEMMINA-

Io sono la gatta
che lecca e poi gratta
che ride e si struscia
e poi gli artigli corrusca.
Tu sei il mio sorcetto
timoroso pisciasotto.


Per spasso e per poco
ti meno nel gioco;
ma quando son stanca
poi stendo la zampa,
t’afferro,t’abbranco,
ti sfibro,ti mangio !

Io sono la gatta
che lecca e poi gratta,
che ride e si struscia
e poi gli artigli corrusca.


Io sono la femmina
che amore ti da
La donna che la corona
di spine ti dona.
Tu sei l’uomo amante
sincero,costante.

Ti stendo le trecce
ti faccio carezze......
Ma al tirar delle somme
non rinnego me stessa
Ti chiudo le porte
e ti do la mia morte.

Io sono la femmina
che amore ti da
la donna che la corona
di spine ti dona
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:29. Versione: Stampabile | Mobile | Regolamento | Privacy
FreeForumZone [v.6.1] - Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com