La prima bandiera della pace
Aldo Capitini, ispiratore della cultura della nonviolenza.
Aldo Capitini è nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il più grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia.
Aldo Capitini ripeteva con forza che non si può accettare la violenza nel mondo per il solo fatto che c'è sempre stata.
"La prima bandiera della pace coi colori dell'arcobaleno l'ho cucita io. Con pezze che c'erano in casa e altre che corremmo a comprare, alla vigilia della Perugia Assisi. La prima Perugia-Assisi, quella del 24 settembre 1961. Francesca Siciliani allora aveva 12 anni, ma come è nato l'iride che oggi più di un milione di italiani tiene appeso alla finestra se lo ricorda benissimo. Quel giorno era a Perugia per la Sagra musicale umbra fondata da suo padre, il maestro Siciliani. Mentre lui lavorava, lei passeggiava e chiacchierava col suo padrino, aldo Capitini."
"Eravamo nella sua casa in fondo a via dei Filosofi quando si cominciò a discutere di una bandiera per la marcia. Ero la più piccola del gruppo e toccò a me cucirla insieme a due ragazze più grandi". L'idea di farla con le strisce dell'arcobaleno? "Volevamo un simbolo per la pace, ma per aldo tutte le altre bandiere significavano già qualcosa. Quella contro la guerra secondo lui doveva avere tutti i colori dell'internazionale dei popoli, tutti i colori del mondo. Non c'era la scritta pace, ma per il resto era proprio come le bandiere di oggi".
Quel che accade il giorno dopo è storia. O, meglio, letteratura. "Le bandiere hanno il colore dell'arcobaleno, ma il richiamo alla natura ha un significato: l'arcobaleno questa volta lo vogliamo prima della tempesta, non dopo", scrisse quel giorno Gianni Rodari, uno dei 30mila pacifisti in marcia, con un esplicito riferimento al versetto della Genesi in cui Dio suggella la sua alleanza con gli uomini dopo il diluvio universale.
"Arrivati ad Assisi, aldo mi regalò la bandiera cui lungo la marcia si erano uniti migliaia di vessilli rossi perché il comunismo era molto forte. Non era contento", ricorda Francesca, "la pace nel mondo per lui non era schierabile".
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