e non mi volterò indietro.

Ricordo ancora..
una strada..
la mia scuola..
Ed il sogno dell'astronauta.

rivedo ancora,
la luce dalle persiane attraversare il soffitto.
risento ancora..
le voci di casa.

guerdavo il domani
senza farne parola,
stringevo le mani..
fermavo la gola.

Cercando tra il tempo
gli spazi di un bimbo.
perduto in un campo
di fiori nel limbo.

Crescendo osservai
il mio essere nuovo.
la scia che lasciai
che ogni tanto ritrovo.

Domande nel nulla
sentite gridare
sul sonno da culla..
e non mi voglio voltare.

Sali! Come flusso d'acqua
dall'assetata mente
attratta.
Come marea, copri
gusci vuoti
di ansie e ferite.
Come suono
d'archi,il tuo vento,
in un immensa valle.
Bagna! Senza scegliere,
erba fresca e foglie d'autunno.
Crea silenzio! Come
il pittore,
che osserva...riascolta
il quadro
appena finito.
E come una madre,
canta al figlio
una ninnna nanna...
di coraggio e carezze.

Hiram.

E' notevole e ammirevole questa fin'ora tua celata vena poetica!