Scusami Lidia, mi sono infilata nel tuo post così, senza far troppa attenzione a quello che avevi scritto. Ora che l'ho letto meglio (prima dovevo liberarmi da tutta quella morte che ho visto stanotte in sogno), volevo darti un abbraccio.
Sai, mi hai fatto ripensare a una storia infelice di una mia amichetta d'infanzia,di cui parlo a volte. Lei era più giovane di me, quindi diciamo una ragazza degli anni '80, generazione molto diversa dalla tua, però...Molto bella e piacente troppo presto, quando ancora le sue coetanee giocavano alla Barbie, troppo fragile e facile preda di uomini fatti, strutturati e poco sensibili, comunque (anche qui, gli uomini non me ne vogliano...ma questa è la storia di Marina). Troppo 'sola' in famiglia, troppo sola con quel suo corpo grande e paure bambine, col suo senso di schifo, con quei peli in eccesso che sembravano il segno del suo 'peccato'...Poi può accadere che nello sforzo di non pensare, di non vederti come ti vedi (non come sei), in assenza di una mano salda, una guida vera, accetti l'abbraccio accogliente di chi sta come te o peggio di te. Quindi arriva la droga...ma lei, lei, non aspetta di vedersi precipitare ancora più in basso, e un giorno, a 17 anni, si lascia volare giù da una rupe dandosi fuoco...Quante volte ho pensato, se quell'attimo di lucida follia o lucida lucidità fosse passato magari per un intoppo, magari per un non so cosa, se...se...magari la vita poi avrebbe ripreso il suo corso, con difficoltà, ma l'avrebbe ripreso e magari sarebbe 'Marina alla marina' che ci racconta di come stava male in quel suo corpo esigente, di come si straziava di dolore nel non poter dire...e io, e noi...ma dove accidenti eravamo?
ruby