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Scopo pratico della medicina naturale

Ultimo Aggiornamento: 17/03/2005 21:15
11/03/2005 10:57
 
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linus
[Non Registrato]
Naturopatia: ti esti?

Quando parliamo di medicina naturale non parliamo di un metodo di cura alternativo. Parliamo di un modo di vivere che protegge la nostra salute ed aiuta il ristabilimento fisiologico nel momento in cui il nostro corpo viene aggredito da vari agenti ezio-pato-genetici.

Il fine della medicina naturale e' la protezione della piena integrita' delle nostre difese naturali. In questo si differenzia dalla medicina istituzionale che si rivolge invece agli stati patologici, secondo il principio che " il contrario e' curativo".

Gli obbiettivi sono percio' integranti e paralleli:
Quando la madicina naturale non e' in grado di porre il corpo e la mente nella posizione ideale per contrastare una aggressione, subentra la medicina allopatica o ortodossa.

Va da se' che la medicina naturale si indirizza a persone sane, che non vogliono ammalarsi, e quindi desiderano prevenire stati di malattia o farli decorrere nel modo meno traumatico possibile.

A questo proposito si deve chiarire che il corpo possiede le capacita' necessarie per far fronte ad ogni insulto patologico, e che le malattie sono nella maggior parte dei casi, autolimitanti.[seguono un decorso fisio-patologico naturale e si risolvono da sole].

La medicina naturale, attraverso una serie di metodiche di varia natura, ha lo scopo di irrobustire e attivare le difese naturali, non di combattere la malattia, perche' questo e' compito dell'organismo e delle sue difese.

Chi si avvicina a qualunque delle pratiche di medicina naturale deve aver chiaro questo principio.
E' quindi sbagliato l'approccio terapeutico alla malattia.

La medicina naturale non aggredisce la malattia, ma rafforza l'organismo.

Questo spiega anche perche' chi si aspetta rilevanti effetti dalle pratiche di medicina naturale, considerandole alternative alle cure mediche che invece aggrediscono la malattia, restera' deluso, in quanto gli effetti sono tipicamente individuali e legati alla costituzione del soggetto [terreno costituzionale].

In conclusione:

La medicina naturale non cura la malattia ma si prende cura del soggetto malato.

Lo scopo e' ravvivare le difese fisiologiche dell'organismo, che una volta ristrutturate [quando possibile], produrranno da sole una nuona crisi o serie di crisi acute o sub-acute che invertiranno il processo che aveva permesso l'instaurarsi della malattia.

Ecco perche' durante una serie di trattamenti di medicina naturale spesso si hanno riacutizzazione dei sintomi sopiti e la riattivaziuone di disturbi passati, anche violenta, che spaventano sia il soggetto curato, sia l'operatore impreparato, che deve saper gestire questo processo, comprenderlo e accompagnarlo.

Ho scritto quanto sopra perche' mi accorgo che nessuno a parlato dei principi su cui si basa la medicina naturale, che spesso viene scambiata per un metodo alternativo alla medicina istituzionale.
Questo e' l'errore piu' importante che si puo' commettere.

Chi desidera aggiungere o togliere si faccia avanti.



11/03/2005 11:29
 
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Dookie
[Non Registrato]
Ottimo intervento.
Nulla da togliere o aggiungere.
Semmai da ampliare, ma i dettami fondamentali li hai già espressi a meraviglia.

In fondo, il concetto di medicina naturale che hai espresso trova ampia conferma nei principi dell'omeopatia classica, che nn cura la malattia, ma il soggetto, senza preoccuparsi di quale sia la patologia in atto, ma stimolando comunque il processo di autoguarigione(diversa dall'omeopatia medica che si propone di curare stati patologici ben definiti).

In molti altri peasi anche dell'UE infatti l'omeopata nn sempre è un medico, ed è qui che deve essere definito il limite fra medicina convenzionale e quella nn convenzionale.

I rimedi utilizzati, di ogni genere (fitoterapici, omeopatici, omotossicologici, etc.) dipendono poi anche proprio dall'approccio che viene utilizzato verso il soggetto.
Galeno affermava che "venenum dose facit", perchè qualunque sostanza, a dosaggi diversi può comportarsi da farmaco vero e proprio (veleno = farmaco), sia da tossico, sia da riequilibratore.

Quindi, se i dosaggi ponderali ottengono effetti manifesti e ben visibili, a dosaggi sub-ponderali possono comportarsi sia da stimolatori delle capacità di autoguarigione, sia da supporti per le normali funzioni fisiologiche, compreso il rafforzamento e/o il ristabilimento dell'equilibrio psico-fisico della persona.

Io credo che sia questo il terreno su cui si deve muovere l'infermiere nell'esercizio completo della sua professione.
E' indiscutibile (e giusto) che la diagnosi e la terapia siano attività di esclusiva pertinenza medica.
Però, là dove si attribuisce all'infermiere le competenze per la promozione della salute, la prevenzione e l'educazione, occorre che gli infermieri siano edotti su questi aspetti che sono parte integrante della loro professione, senza bisogno di giocare al piccolo medico naturale, o al naturopata (perchè di quest'ultimo ne sappiamo 1000 volte tanto).

E' solo questione di avere la mentalità giusta per un approccio corretto.

Ciauzz
[SM=g27790]
11/03/2005 21:24
 
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angelo
[Non Registrato]
"""Però, là dove si attribuisce all'infermiere le competenze per la promozione della salute, la prevenzione e l'educazione, occorre che gli infermieri siano edotti su questi aspetti che sono parte integrante della loro professione, senza bisogno di giocare al piccolo medico naturale, o al naturopata (perchè di quest'ultimo ne sappiamo 1000 volte tanto""""

non sono d'accordo: il naturopata ha (sulla carta, vedi leggi regionAli), lo stesso compito dell'infermiere (promuovere, etccccc....), ma di fatto (e lo sappiamo bene!), l'infermiere in reparto è costretto a fare ben altro!non ha tempo di occuparsi del paziente, e se lo fa, viene (spesso) cazziato.
sapere molto di anatomia, di fisiologia e di patologia non basta, e tutti sappiamo che una volta entrati in un reparto, spesso ci passa lì il tempo che ci separa dalla pensione, e ilcervello si "adatta", dimenticando molto di quello che esula dalla diagnosi e dalla cura specifica del reparto in questione.
molte scuole di naturopatia sono ben fatte, danno basi solide sulle quali, chi vuole, può costruire. la differenza (grossa) è che alla scuola infermieri chi non si applicava, o c'entrava con la professione come i cavoli a merenda veniva cacciato, nelle scuole di naturopatia no, perchè portano soldi.
e gli ip laureati? ragionando come fate voi anche noi perdiamo punti davanti a loro, visto che fanno un corso universitario!
l'ip potrebbe essere un buon naturapata, ma il naturopata non può fare l'ip, soprattutto perchè non è questo il suo scopo, e non gli verrà mai chiesto di fare un prelievo o posizionare un catetere. e la forma mentis dell'infermiere, dove la mettiamo?
essere un (buon)naturopata vuol dire avere una mente aperta, e (purtoppo) non tutti gli infermieri vogliono vedere oltre il loro naso (o meglio,oltre quello del loro medico....!!!)
12/03/2005 10:22
 
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linus
[Non Registrato]
la madicina naturale rientra nell'educazione sanitaria?
...ed e' per il motivo che hai descritto che la preparazione di questi operatori sara' inserita nel ramo del commercio e non in quello sanitario.

Sara' bene o sara male?

Il nuovo Infermiere dottore non e' adatto ad assumersi anche questo ruolo?

Come puo' un ragazzo di vent'anni, con 480 ore di scuola, suggerire come vivere ad un anziano che potrebbe essere suo padre o suo nonno?

Sono solo domande........
12/03/2005 13:11
 
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angelo
[Non Registrato]
""""Come puo' un ragazzo di vent'anni, con 480 ore di scuola, suggerire come vivere ad un anziano che potrebbe essere suo padre o suo nonno?
"""""

be', linus, sono d'accorddo su questo punto. devo però dire che la maturità degli infermieri(ere) con cui ho lavorato, era spesso solo anagrafica.
non me la sento di fare un discorso di orgoglio di categoria, anche se spesso ho difeso il mio essere infermiere.
credo che chi scrive in questo forum sia comunque un eccezione, purtroppo la maggior parte degli appartenenti alla categoria,non solo si sono assuefatti ad un ruolo di subalterni, ma sovente hanno eretto meccanismi di difesa tali da impedire ogni sorta di empatia; questo dipende anche dalla giovane età che avevano gli infermieri diplomati, spesso reclutati sulla soglia di un'adolescenza vissuta in corsie, a contatto con dolore e sofferenza. se non altro, per i neo laureati, si può parlare di un minimo (e sottolineo minimo) di esperienza di vita in più.
mi viene da pensare agli educatori, che hanno periodici incontri di discussione dei casi sotto la supervisione di uno psicologo: noi infermieri siamo lasciati a noi stessi, a elaborare difese che a volte diventano controproducenti per la nostra professione.
15/03/2005 19:41
 
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Post: 129
Registrato il: 26/11/2004
Utente Junior
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Ragazzi, avete fatto una serie di interventi uno più illuminato dell'altro[SM=g27790]

Non saprei proprio cosa aggiungere a parte questa considerazione:
E' verissimo che gli infermieri sono spesso fossilizzati in un ruolo di subalterni esecutori enon voglio vedere oltre a questo oppure sono "costretti" dalla routine del reparto a rinuciare a qualsiasi professionalità. Questi, secondo me, sono i mali più grande della categoria...
Mi sono accorta con sgomento, frequentando in questi ultimi 15 giorni il reparto di ostetricia dell'ospedale della mia città, che le ostetriche hanno un ruolo ben preciso ed autorevole nell'organico mentre gli infermieri malgrado esperienza e professionalità (alcuni li conosco personalmente da anni e so benissimo quanto valgono e quanto sono all'avanguardia in alcuni campi come la promozione dell'allattamento al seno,ecc. una, in particolare è assunta come infermiera di sala parto ma ha anche il diploma da ostetrica e grande esperienza) vengono trattati come galoppini...
16/03/2005 21:26
 
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Pauk
[Non Registrato]
Non sono d'accordo nel considerare le cure naturali una integrazione della medicina ufficiale.A parte la chirurgia, praticata tra l'altro gia dagli egizi e dai cinesi 5000 anni fa,la medicina moderna non ha fatto altro che produrre tecniche diagnostiche invasive o intossicanti, medicinali di sintesi chimica di cui non si conosce l'effetto sull'uomo( a parte quello immediato di repressione del sintomo)sulla lunga distanza(100-200 anni).Pensate se la ricerca invece che essere mirata al "soldo" mirava al benessere dell'uomo,proprio per tutte le cose che scrive Linus sulla capacità di autoguarigione, sulla malattia etc. etc.,probabilmente oggi ci si ammalerebbe di meno.
Credo invece che sia un modo alternativo sia di prevenzione che di cura.
17/03/2005 21:15
 
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nerone
[Non Registrato]
si, ma, pero'......
...purtroppo la medicina naturale non arriva al pacemeker, alle protesi, ai trapianti,all'insulina e agli altri sostituti di sintesi, agli antibiotici [che qualche volta servono], agli interventi chirurgici,e qualche altra sciocchezzuola che sembra funzioni.

La medicina naturale, insieme all'equilibrio, insegna anche l'umilta'.
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