“ Chi cerca cio’ che non deve, trova cio’ che non vuole!”         
un riflesso di vita da leggere con il cuore
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il dervi (...)

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2024 16:03
09/02/2024 19:00
 
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In fondo al pozzo dei secoli appen socchiusi gli occhi... lo spirito d'una specie di derviscio errante, all'incirca credo un ottocento anni fa, riusciva ora un poco ad aiutarmi nel senso: riconoscendo esservi in me una piccola parte di lui, un piccolo vulcano spento, si dette spontaneamente da fare per ri-attivarlo. Sarebbe stato molto difficile per me ridotto ad extra-solitario, magari perfino divino ormai, un po' ancora deriso dalle agonizzanti umane sorti: un ciarpame che inutilmente abbaglia si sussegue e ci incalza con infeconde battaglie. "Prova - mi consigliò il der. - a non essere sempre così semi-serio, o narcisista poco serio, prova invece ad afferrare una verace nuvoletta anche se avesse rumore di temporal ferraglia, dato che pure in mezzo all'àsola d'un ago della bilancia terrena, penzola corrucciato il tuo cuore-isolato, un po' come il cuore d'una piccolissima isola impietosamente 'pietrificata' e sperduta nel Pacifico.", "Sì, ma 'io' volevo solo scrivere un'opera semiseria appen burlesca...", "Non puoi, non ti è concesso: chi sta vivendo da tanto tempo un dramma poi diventano 2 o più drammi, come dicono i tedeschi infiorettàti che si piangono un po' addosso per i mali perennemente in corso (scherzo).", "Stanotte? dormirai , o spirito 'der', sopra di me nel lettuccio a castello, magari avvolto da bambagia-nuvolaglia." - Intanto canticchiavo Com'è triste Venezia, specie oggi, caro Aznavour. - Mi disse il der: "Dovresti smetterla di vergognarti d'essere nato (così come appari a tanti), smettila poi di vergognarti di scrivere, se no scappo via da te". In realtà era già stato probabilmente il simpatico derviscio-psicoterapeuta assai "ante-litteram" che aveva aiutato ed assistito un noto poeta-scienziato orientale di tanti secoli addietro. Ma il tempo riesce a volte a compiere delle spettacolari rivoluzioni cosmiche andando avanti-indietro da vertigini così remote da risultare quasi impensabili, impenetrabili pel genere umano, il quale si barcamena generalmente tra ignoranze quasi estreme, pressapochismo, e desiderio di finzione ossia x fingere che qualcosa di importante e un po' diverso non debba esistere, per 'poter' così delegare anche a "tali compiti" le autorità "competenti" ah-ah, di volta in volta...
[Modificato da albert314 16/02/2024 10:14]
10/02/2024 16:38
 
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Gli chiedo alcune cose da sdraiato, magari per me fondamentali, mentre mi sembra perfino che il 'corpus amoris' si stia alzando un pochino nel dormiveglia, non sto affatto sudando, sento invece che sta affiorando dal subconscio l'elaborazione filtrata dalla genesi-inconscia emozionale anche proprio 'cianquilla': "Cosa deve fare un morto? nel senso che appartiene ai poeti ormai da tempo estinti!", mi sento un idiota anche perché, specialmente un derviscio roteante ossia danzante, non sa bene cosa rispondere, altrimenti dovrebbe umiliarmi nel senso che mi chiederebbe di 'dover' cambiare registro di 'vita'. - (Ora tra l'altro sul web sono costretto a salvare un po' per volta il contenuto di ciò che vo' scribendo... poco fa m'è saltato via...Non ho paure strane, ma l'impressione che certi spiriti ossia entità invisibili malignette si interpongono, fanno scherzi del cavolo come se fosse sempre un carnasciàle (=carnevale), non vorrebbero che...mi aprissi senza tante rémore... Sembrano un po' invidiosetti quei famigerati 'spiriti-giuda' anche perché forse sanno che sono un'intellettuale autentico che oltretutto non si nasconde... Orwell e Sofocle lo sapevano meglio di tutti - che nascendo o ri-nascendo siamo stati fregati. Ma in pratica mi costringerebbero, gli spiriti giuda, a fare troppo spesso 'auto-da-fè', d'altronde son sicuro che questo avviene anche a tanti altri sul pianeta sempre più ammorbato... D'altronde mi sento già costretto a cancellare spesso quel che scribo... tra l'altro van di moda i cosiddetti complottismi e non si leggono più invece i libri ingenui d'una volta pei bambini, come quelli di quel fiorentin Cattani, tipo la sua ingenua "La congiura delle galline"). In compenso esulto 'una tantum' ad un coro di arcangeli nell'assemblea celeste, albìfera.
[Modificato da albert314 16/02/2024 10:37]
12/02/2024 10:44
 
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Poiché ho i nervi a pezzi e sto facendo un'autogeno psichico, ossia: non sto incubando la morte dormendo, il 'grave' è che la sogno da sveglio costantemente mentre sto in piedi e traffico di qua e di là, oppure da seduto... mi spacco certe volte le unghie appena ricresciute, storcendole sempre un po' con le dita, e ripeto continuamente al der. roteante: "Com'è triste Venezia! specie oggidì," oppure: "Ma com'è triste per una donna avere una vagina 'ancora' adatta a sfornare dei figli, pochi o tanti come automi...", poi: "Com'è triste avere ancora tanti vizi connaturati, fatti magari passare per virtù...", "Anch'io faccio quel che posso, ovvero qualche volta l'imposs. mentre un viola assai sfumato mi pervade, poi una docile viola (da gamba) di legno pregiato, che di notte non ha quindi neppur bisogno di diventare un altro fiore". "Nel Libro della voragine", mi rispose sia pur criptico, il dervi: "Parlerò come uno storico vicino a Senofonte, bevendo però alla Fonte d'un Clitumno internazionale: un alchimista non potrà mai smettere di sperimentare - - - Ma poiché ciò che conta sta quasi tutto nella mente, non fa nulla, oh Alberto o come ti chiami ('Fea-nàr-diiL'?) - Se possenti veleni hanno già distrutto la tua vita, come accadde al Faust... per te però NON può rispondere solo il silenzio", "Infatti, come pensava Dylan Thomas, "vado avanti quanto è lungo il sempre.", "E' verosimile assomigliare a certi cani che si muovono come dei leoncini imbragati? E' per altro interessante che l'altro, il cileno affermi: i poeti cercano di imitare le mosche (infatti materialmente hanno spesso bisogno di 'appoggiarsi' a qualcuno, e magari provano ad arrampicarsi su torri di Babele)"; proseguo un po' così, alla brutto dio, tanto se vedo che è in meditazione non so mi ascolta: "Non è certo per una birretta odierna che mi sento la mente un po' fumata, si tratta dei veleni d'un passato remoto: i residui di quei veleni cmq son caduti 'dentro' i nostri teschi singolarmente, e rimangono perciò anche negli interstizi delle ossa ecc.; invece per i veleni attuali, sia ben chiaro, siamo tutti coinvolti - quindi già anni fa la mia zia zitella, che era un po' severa o burbera ripeteva: mal comune mezzo gaudio".
[Modificato da albert314 16/02/2024 11:15]
12/02/2024 17:59
 
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Stranamente per me, il dervi roteante aveva un grande dono 'umano': quello di ascoltare a lungo un suo eventuale interlocutore, anche un po' alieno come il sottoscritto, senza però giudicarlo. Lo sentivo in pratica come una specie di mio psichiatra, un monaco con cui confidarti senza che per altro si sentisse in obbligo di offrirti qualche saggia risposta, come poteva magari avvenire di 'routine' in un servizio più o meno quotidiano a pagamento; invece in questo caso per fortuna mi aprivo 'libera-mente' (parole belle) senza doverlo pagare (forse qualche regalino sotto forma di qualche cibo, un po' di bevande ecc., se lui le voleva accettare, anche perché mi trovo sempre al verde, con striature sempiterne violacee). Ora gli dicevo, non sono nessuno, non posso più appartenere a nessuna delle mie scelte, o convinzioni del passato, e non vado da nessuna parte: sono l'Assenza. - Lui zitto, riflessivo nel modo giusto, e devo ammettere che mi piaceva anche una sua figliola che nel viso gli rassomigliava, mi aveva portato a conoscerla qualche mese addietro, era cresciuta più che altro con la madre, nelle zone intorno a Pompei, perché il dervi era diventato sempre più itinerante e distaccato da o' munno'; insomma la figliola sembrava una specie di 'sciantosa' il che significa in napoletano 'cantante' dal 'francese' per l'appunto, professione istintiva un po' da dilettanti, confluita poi per tradizione nei vari teatri di varietà ecc.: la ragazzina sembrava proprio appartenere alla 'mossa', e quindi anche al movimento rotatorio e ritmato dell'anca, ereditato in parte dallo spirito paterno, (vedi un noto dipinto di 'sciantosa' di Edouard Manet, poi se hai la pazienza che è dei forti, guàrdati almen spezzoni del film con Anna Magnani e Ranieri, quindi la Ninì Tirabusciò con la Vitti, dal francese 'tire-bouchon' che sarebbe il cavatappi - in pratica confluita nella tal canzon napoletana di Gambardella&Califano, datata 1911).
[Modificato da albert314 16/02/2024 11:33]
12/02/2024 19:02
 
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Anch'egli, il derv, citava qualche volta Nietzsche, si trovava per es. d'accordo col filosofo credo sàssone che amava tanto la vera cultura ossia quella francese, infatti Nietzsche la sapeva lunga anche sui matrimoni, da cui era rimasto fortunosamente esente, i quali così sovente risultano infelici anche se c'è tanta passione, specie iniziale, poi però cadono in abissi di tristezze e piccole o grandi vendette, per il semplice fatto che di solito, nei matrimoni, non v'è traccia tra i due coniugi di alcuna leale e sincera AMICIZIA. - Dalla psiche del Profondo relativamente all'inconscio collettivo, escono o si staccano le spine come da una croce immensa le cui estremità appaiono zeppe di fiamme - mentre cadono abissi di lacrime dal thomasiano "petrolio del pianto", il che tutto puzza aspramente nello zolfo shakespeariano ovvero beffa del Destino. Per Shake. infatti "la Natura, questo monarca che regna sulle rovine". Gli ho spiegato, al dervi, ero come un attore un po' comico nell'esistenza quotidiana, preso dentro da tanti venti e venticelli d'imperscrutabili elementi alchèmici, impacciato come un tipo grottesco, un po' pigro e passivo, al quale il destino appunto fa fare un po' quel che vuole (il fato, intendo, che ti lascia molto spesso senza fiato e rimani lì inerte senza quasi più voce, anche per tutto ciò che succede d'attorno.) Per questi motivi mi capitava di restare a guardare verso l'alto imbambolato a mezz'aria, ottenebrato...mi sentivo un po' come la sorella gemella della protagonista nel film di Luc Besson (2010) "Adele e l'enigma del faraone": (tale gemella era caduta all'indietro in un campo da tennis, ma appena prima di lei è caduto per terra lo spillone che aveva nei capelli, il quale "le si conficca nella nuca fino alla fronte mandandola in coma" per un lungo lasso di tempo - finché grazie alle peripazìe di Adele, che riesce a smuovere degli antichi defunti egizi, la gemella viene finalmente guarita dal medico personale di un faraone.)
[Modificato da albert314 16/02/2024 14:39]
14/02/2024 15:03
 
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Il dervi stava sospeso silenziosissimo, come un guerriero di Quasi luce perpetua, immobile come un Buddha che si rilassava dall'immobilismo-fisico solo danzando ritmicamente di tanto in tanto per la purificazione, cercando di non creare vortici nell'arintanto mi sentivo in una seduta psicanalitica 'immortale' che, se non 'serviva' a lui, a me sarebbe forse risultata assai utile: chissà poi, se accadrà qualcosa di positivo quaggiù, indipendentemente dai governi del mondo, nonostante tutto quel che dall'Alto ci buttano giù. - Intanto, in quel 'dove' e 'mentre' non venivo più neppure giudicato una specie di 'debosciato' o 'spiantato' tartarughesco, non però mai abbastanza drakulesco o vizioso - in pratiche che poi qualche decennio più tardi sarebbero approdate alle mode dei coming-out ecc.(motivo per cui non potevo certo piacer tanto a registi 'sartoriali' come lo Zeffir (o fin troppo 'squisitamente' colti come Poli o Chéreau), col mio essere tutto sommato bel 'maschiotto latino' per bene; motivo per cui lui, lo Zeffi non voleva leggere le mie poesie, disse che le avrebbe trovate "vecchiotte" e scritte con mano secondo lui 'cattiva' da personaggio 'maudit' alla Rimbaud però 'corretto' da Angiolo Silvio Novaro!). Cmq forse voleva un po' 'scuotermi', dato che agivo nel quotidiano come uno spaventato più dalla vita che dalla morte: camminavo sulle uova, in fondo già allora ero lentissimo, senza aspettarmi granché, ovvero nessuna giustizia divina né tantomeno umana; tra l'altro non avevo come Zeffi il mito per Savonarola, la penso semmai come il savio Strinati: se non fosse stato arso vivo (il Savonarola) oppure prima impiccato e poi arso, insomma se non fosse stato fatto fuori, indipendentemente dal fetido potere dei Borgia, il popolo furibondo avrebbe preso d'assalto i palazzi del fiorentin governo e attaccato pesantemente i timorosi governatori.
[Modificato da albert314 16/02/2024 14:54]
16/02/2024 16:03
 
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D'altra parte una delle poche persone che in quei lontani anni era riuscita a 'capirmi', a 'sviscerarmi' un poco - era la madre giornalista di Natalia, quella tossica amica poi suicida a San P. dal Mùccioli, in realtà costei non s'era mai veramente messa in testa di 'disintossicarsi' ovvero 'riabilitarsi'? soprattutto psichicam. rispetto a droghe pesanti e sensi di colpa ricevuti, certamente mai incassati senza dire enbé?e semmai rigettati in faccia ai mittenti (non solo genitori) come un boomerang ecc.; poi sua nonna con cui conviveva a MI, era venuta da me a chiedermi di non frequentarla come s'io fossi una specie di demonio, invece di andare a prendersela con certi infìdi spacciatori che frequentavano la loro casa non appena quella nonna usciva o era assente. (Basti penzare quella volta che passai a trovarla in Vincenzo Monti col classico studentello di Brera che in effetti voleva fare un po' il figo: mentre costui stava parlandomi di arte 'contemporanea' in cucina, gli cadde addosso dall'alto una siringa appena appoggiata e 'dimenticata' sopra un'armadietto dalla ragazza che s'era fatta poco prima...) - Fatto sta che sua madre invece, molto colpita quando mi conobbe, disse che le sembravo il figlio (suicida) di Thomas Mann. - Cmq dopo il suicidio della figlia, anche questa madre si sarebbe suicidata (coi gas di scarico dell'auto in un garage sull'Appia Antica). Quando ero andato a trovarla a Roma assieme ad un ragazzone casuale ovvero occasionale come l'Arba sardo, un tipo molto scuro e assai pelosetto, quella mamma dalla sensibilità particolare mi disse: "Una volta è venuto qui Pasolini...", "E cosa le ha detto?", "Ha trovato bello il posto, e interessante com'è stata costruita questa casa". (In ogni caso ho preferito non raccontarle la storia delle fatidiche lucette bibliche che avevo notato sulla nuca di Pasolini nel '72, in quella strada milanese in fondo a via Mascheroni - dove il regista-poeta stava camminando 'scortato' anche dal cugino Nico; ero appena uscito anch'io da quell'Istituto tenuto dai preti, dopo la proiezione della sua "Orestiade africana"). Mentre stavo meditando e riflettendo su tali per me indelebili ricordi, il dervi mi stava viceversa rassicurando che il suo essere 'Pir' ovviamente non c'entra affatto con il tecnologico "Passive InfraRed" - che in ita. significa 'infrarosso passivo' ovvero un sensore pare molto usato "ai nostri tempi". Immagino altresì che un tale grado di "Pir" ossia coefficiente interiore - quale 'scissione' quasi in odor di antimateria - gli sia particolarmente utile x distaccarsi il più possibile dalle mondane passioni (credo ne parli a modo suo anche Battiato in una nota canzone); 'io' intanto non credo che ci arriverò mai, ma illudiamoci di sentirci ancora un po' 'liberi' prima d'essere' liberati da carne e materia in genere tipiche di questo stadio, per ora ahimè nonostante tutto siamo così giunti soltanto fino alla terza dimensione - - -
addio, mio caro intimo dervi, alla prossima dunque. - - - Intanto un altro antico maestro (Seneca) ha detto che le preoccupazioni lievi parlano ma quelle gravi tacciono: perciò...
[Modificato da albert314 17/02/2024 10:08]
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