Ciao! Innanzitutto ti ringrazio per il tempo dedicato a questo contest e alla lettura delle storie. Sei stata molto rapida nella pubblicazione dei risultati, ma in diversi punti direi frettolosa: avevi un mese a disposizione, secondo me potevi prendere più giorni per rileggerle e approfondirle, e credo di non parlare solo per me.
Riguardo alla mia storia, non intendo commentare la posizione in classifica, è assolutamente lecita se è la storia che ti ha convinta meno, ma da partecipante mi aspetto di comprendere meglio il punto di vista del giudice che mi valuta.
Mi spiego meglio: parlando del titolo dici che non ti ha convinta ma è coerente con la storia e mi togli un punto: ripeto, i punteggi sei libera di metterli secondo il tuo punto di vista, ma devi motivarli. Perché il mio titolo non ti ha convinta? Suona male, è scorretto, cosa? Mi aspetto di capirlo da una valutazione in cui mi viene fatto notare.
Rispetto allo stile mi scrivi che non capisci la scelta grafica di isolare il punto di vista di Draco. È un espediente stilistico che ho scelto per distinguerlo: la storia è dal punto di vista di Astoria (focalizzazione interna), siamo nella sua testa, conosciamo i suoi pensieri che Draco invece non conosce, perciò le frasi relative a come si sente Draco non possono essere dal suo punto di vista, lei non è nella sua testa. Mi citi la prima persona, ma la focalizzazione interna non deve essere per forza in prima persona, posso essere nella testa di un solo personaggio anche parlandone in terza persona. Voleva essere una storia “a due voci”, posto che quella prevalente è quella di Astoria, e perciò graficamente dovevano essere distinte, altrimenti il punto di vista sarebbe risultato fastidiosamente ballerino. Anzi, per distinguerlo ancora di più, ho scelto di ripetere il nome di Draco all’inizio di ognuna delle frasi in corsivo, nonostante generalmente io odi le ripetizioni e abbia un orecchio abbastanza allenato a coglierle, a meno che non siano funzionali alla narrazione.
Riguardo l’originalità sono consapevole di essermi iscritta a un contest in cui era valutata con un punteggio molto alto, più dello stile e del genere angst, e che il modo di vedere l’originalità è spesso personale. So di aver scritto di un momento canon, ma non ritengo che la costruzione di una storia debba basarsi solo su cose mai lette, sia perché esistono così tante ff su Harry Potter che è praticamente impossibile sia perché ognuno ha la propria esperienza di letture precedenti. Una storia può essere gradevole e ben costruita, con elementi che la rendono credibile e viva, a prescindere dal momento che si racconta. Il matrimonio tra Ron e Hermione è assolutamente canon, per esempio, ma se mi piacesse la coppia potrei comunque trovare molto interessante una ff in cui è descritto, con tutti elementi che dal canon non conosciamo, perché è sì citato, ma non raccontato nei libri. Io non ho scritto che Astoria muore, il che si sa dai libri, ho scritto come muore e qualche parola di analisi di questo come me la sarei aspettata.
Ti ringrazio per aver citato come cosa che ti è piaciuta la pozione che la fa addormentare, ma non voleva essere niente di mistico o fiabesco, voleva letteralmente essere una pozione con questo effetto, un narcotico insomma, se hai presente le cure palliative Babbane. Non le ho dato un nome preciso solo perché Astoria non è un Medimago ed è nella confusione delle fasi terminali della malattia, quindi ci poteva stare che non sapesse precisamente il nome di questa pozione.
Il gradimento personale è il parametro più soggettivo di tutti, per carità, ma motivare i punti tolti con lo stile (ho risposto prima) e con la scelta di usare il tempo presente che usualmente non gradisci non mi pare sufficiente. L’uso del presente è una scelta narrativa valida come un’altra e in questa storia l’ho preferito (anche se la maggior parte delle volte scrivo al passato remoto) perché volevo dare l’idea di continuità, è la descrizione di tutta la malattia di Astoria, non di un singolo momento isolato nel tempo. Quando lei piange o beve la pozione o ascolta Draco che racconta delle sue giornate o passa il tempo con i parenti, non sono singoli momenti, è quello che fa per tutto il tempo della malattia e il presente mi sembrava più adeguato.
Peraltro in queste valutazioni non riporti anche i punti di forza di una storia oltre ai punti deboli, anche quando i punteggi sono alti. Rispetto allo stile per esempio, tralasciando il tuo appunto rispetto al punto di vista di Draco, ho avuto 4/5, che non è affatto un punteggio malvagio, ma mi dici se ti è piaciuto, se l’hai trovato efficace alla narrazione, elegante, qualcosa? O devo immaginarlo e dedurlo solo dai numeri? A me sinceramente sono sembrate solo delle recensioni un po’ più polemiche, non valutazioni da contest, dalle quali uno si aspetta delle considerazioni utili per ragionare su una storia scritta e migliorare sempre.
Non entro nel merito dei giudizi degli altri partecipanti per non intromettermi, perché non ho neanche letto proprio tutte le storie, questo è il mio punto di vista sul mio.
Ti ringrazio comunque per il tuo parere e per il tempo che hai dedicato al contest.