efp news 2021
EFP | Il tuo Account | Ultime Storie | Storie scelte del sito | Storie scelte del Forum | Siti Consigliati - Top Manga

EFP News
Contattate l'amministrazione - Contest - Regolamento Contest - Staff
Harry Potter - Anime e Manga - Originali - Film, Telefilm, Videogiochi - Multifandom
 

Citazioni in cerca d’autore (Oscar edition)!

Ultimo Aggiornamento: 04/11/2019 11:24
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 2.618
Giudice*****
24/04/2019 02:27
 
Quota

Prima classificata Ad occhi chiusi di Mary Black con 44.5/45

Grammatica: 10/10
Perfetta!


Stile e lessico: 9.5/10
In genere il tuo
stile è pieno, emotivo, alle volte l’ho definito “espressionistico” riferendomi alle sue tinte forti e di grande impatto. Questa volta, invece, l’ho trovato affilato, più tendente all’atticismo che all’asianesimo – giusto per azzardare qualche definizione! –, una dimensione a te più estranea, ma in cui sei riuscita a esprimerti benissimo. Senza rinunciare a una complessità sintattica in cui era a dir poco semplice incespicare, hai strutturato l’intero testo con uno stile senza fronzoli, diretto, che persino nel ricorrere alle metafore non rinuncia alla chiarezza espressiva: racconti la storia di due peccatori senza concedere pietà né a loro né ai lettori.
I paragrafi in cui si articola il testo non si differenziano solo in base all’allineamento a destra o a sinistra, ma soprattutto in base al punto di vista della narrazione, che tra l’altro è sempre interno: la focalizzazione è su Sirius nei paragrafi a sinistra e su Lily nei paragrafi a destra; la scelta di variare punto di vista ha conferito al testo una dinamicità sul piano del significato, perché risultano conoscibili i sentimenti e i pensieri di entrambi i protagonisti. Questa è stata di certo una scelta azzardata, il rischio di creare confusione era reale, ma tu sei riuscita a gestirla benissimo, segnalando anche visivamente – con l’escamotage dell’allineamento del testo – il passaggio da una focalizzazione all’altra. A riguardo, ma solo per amore di simmetria, ti consiglierei di modificare l’espressione “Lei sospira il suo nome, e Sirius la costringe a voltarsi di scatto” in modo tale che anche questa inizi col nome del personaggio-punto di vista del paragrafo (come avviene in tutte le altre occasioni). Ad ogni modo, questa piccola mancanza non penalizza in alcun modo la comprensione del paragrafo.
Sempre in riferimento al punto di vista, la scelta di narrare in terza persona e al presente è stata felice, perché ha reso il passaggio da una focalizzazione all’altra fluido. Inoltre, il tempo presente è particolarmente indicato per un racconto come il tuo incentrato sulla frenesia di un momento, dà un ritmo in ascesa, in cui l’aspettativa aumenta di parola in parola. Passando al ritmo del racconto, l’ho trovato particolare: da un lato non rinunci a periodi complessi – che rallentano il ritmo –, dall’altro hai scelto di utilizzare quasi solo la virgola, che tra le pause è la meno forte; l’altro segno di interpunzione più presente è la lineetta, che introduce gli incisi pregni di significato. Nell’insieme, la sensazione è quella di avere dinanzi un testo di più di cinquecento parole, che però avanza svelto, come se la narrazione dovesse consumarsi in breve al pari dell’amplesso vissuto dai protagonisti.

• “Lily profuma di casa – è una consapevolezza che lo annienta, ma Sirius non è mai stato capace di scappare dalla verità, e ogni volta che James la tocca lui ride, ride con una ferocia tale che quasi non si riconosce”: questo è un chiaro esempio di quanto affermato a proposito di sintassi e ritmo. L’espressione in corsivo è complessa dal punto di vista sintattico, e rinuncia consapevolmente a pause più lunghe come il punto e virgola (a precedere “e ogni volta”) per consentire al periodo di scorrere rapido, senza intoppi. Non è semplice riuscire a gestire periodi simili. Questo è anche un esempio di utilizzo del corsivo, cui ricorri ogni volta che hai bisogno di sottolineare il “sentire” dei protagonisti; un utilizzo coerente lungo l’intero testo e in grado di porre in evidenza le sfumature della trama.


Anche i dialoghi sono bene inseriti nel tessuto narrativo: non sono scossoni, ma sono le naturali appendici del discorso indiretto. Lodevole la conclusione, nonché a sua volta azzardata: concludi la storia con una battuta di discorso diretto che avrebbe potuto dare l’impressione di incompiutezza, invece – complice l’importanza di quel «“Ne sei sicuro?”» nel contesto della trama – la sensazione comunicata è l’esatto contrario, vale a dire compiutezza, inesorabilità, fine per dei protagonisti senza possibilità di redenzione.
Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 9.5/10 è legato a un’unica espressione:

• “Lily lo guarda, dopo. // Non sa nemmeno come sia potuto accadere, non a lei, non a loro. Ricorda il giorno peggiore della sua vita, quando Sirius ha iniziato ad osservarla nello stesso modo – il terrore e l’atroce sollievo, il suo cuore ch’esplodeva di gioia mentre marciva”: a mio avviso, il significato della frase in grassetto resta un po’ oscuro, perché non è desumibile in maniera inequivocabile dal contesto cosa debba intendersi per “osservarla nello stesso modo”; è da intendersi come “nello stesso modo in cui la guarda ora” o “nello stesso modo in cui lei, che lo desiderava, lo guardava”? È probabile che nessuna di queste due ipotesi sia corretta, sarai tu a dirmelo! Credo sia un passaggio importante, perché si riferisce a quando è iniziato tutto, e trovo sia un peccato che il suo significato non sia immediato (è probabile che in questo punto il limite di cinquecento parole abbia avuto un piccolo peso).

Arrivando al lessico, come sempre fai uso di un registro medio-alto, seppure questa volta – ricollegandomi al discorso fatto all’inizio sullo stile – abbia prediletto un vocabolario più quotidiano e meno ricercato, puntando sull’immediatezza lessicale. In questo ho rintracciato una grande coerenza tra struttura stilistica e lessicale del racconto. Non mancano comunque momenti più espressivi, bene amalgamati nell’insieme (è il caso ad esempio di “felicità randagia” o “marciva”). La metafora del tramonto ad occhi chiusi, ripetuta in due occasioni, è inserita bene e, come già dicevo, abbastanza cristallina da non tradire l’impostazione più basica del testo.

Concludendo, quindi, non posso che farti i complimenti. A mio parere hai utilizzato uno stile e un lessico in parte diverso dal tuo solito, e sei riuscita a gestirlo benissimo. Per tale ragione, il punteggio non può che essere alto: 9.5/10.


Titolo: 5/5

Ad occhi chiusi è un titolo su cui ho riflettuto parecchio. In apparenza, mi sembrava incapace di racchiudere l’emotività del tuo racconto, ma poi ho convenuto che l’amarezza suggerita dall’espressione “ad occhi chiusi” è proprio la sensazione più pressante che aleggia tra le tue righe. È un titolo incapace di comunicare positività, che suggerisce una situazione di buio e di alienazione – un presagio di negatività. E questo insieme è esattamente ciò che ritroviamo nella tua storia: l’amarezza di una resa, di un peccato troppo grande per essere guardato, di un tramonto che non dà sollievo. La metafora degli occhi chiusi – che rappresenta il marcio del rapporto tra i due protagonisti – è ripresa anche all’interno testo, collegata a un tramonto che può essere ammirato solo a occhi chiusi, ossia che non può essere visto, probabilmente perché la bellezza della luce brucia le anime di peccatori penitenti ma recidivi. Trovo quindi che sia un titolo in grado di anticipare l’atmosfera del racconto, intrigante e coerente al contenuto della storia. Volendo evitare un titolo dai toni “espressionistici” (confido tu capisca cosa intendo), la scelta non poteva che ricadere su un’espressione in apparenza muta, ma in grado di schiudere un mondo fatto di amarezze. 5/5!

Utilizzo del prompt: 10/10
Hai scelto uno dei prompt più amari tra quelli proposti: “Non dobbiamo per forza lottare, possiamo anche arrenderci e vivere da vinti”. Ho gradito il suo inserimento a inizio storia, assume le sembianze di un monito teso ad avvertire i lettori che la tua non è affatto una storia di buoni sentimenti. All’interno del testo vero e proprio, il prompt non compare testualmente, ma il suo significato è il chiaro pilastro portante della trama e della caratterizzazione dei personaggi (inoltre, non mancano riprese di alcune espressioni del prompt). La relazione stessa che intercorre tra Lily e Sirius – e di cui narri un unico momento – è la conseguenza di quell’essersi arresi, del “vivere da vinti”, perché ad un certo punto delle loro vite non hanno avuto più la forza di lottare. Nonostante le poche parole a disposizione, complice il tipo di trama, sei riuscita anche a mostrare le conseguenze di una scelta del genere: tormento, senso di colpa, occhi chiusi. Non c’è pietà per i due arresi del tuo racconto, non concedi loro neanche l’idea di consolazione: «“Abbiamo smesso di lottare, Sirius. Ci siamo arresi.” // “Non abbiamo perso, però.” // “Ne sei sicuro?”», una conclusione amarissima, definitiva, che non lascia adito a fraintendimenti; quella di Lily è una domanda retorica ed entrambi ne sono consapevoli. Trovo che tu sia stata bravissima in questo parametro, il concetto espresso dal prompt è l’unico filo conduttore del racconto, al punto tale che il concetto astratto supera persino – quanto a impatto emotivo – il tradimento in sé. 10/10.

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10
Questa è una storia amara, sporca, brutta. Non c’è un brandello di felicità, un istante di sollievo, persino il tramonto è sfocato da palpebre serrare e iridi troppo sensibili. Di conseguenza, anche i tuoi personaggi sono amari, sporchi, brutti, personaggi che chiamano a loro giudizi, che fanno a pezzi la morale – due traditori.
C’è
Lily, protagonista assieme a Sirius, che marcisce a causa dei propri desideri, privata di quell’alone di lucente perfezione che la saga le ha addossato. Ciò nonostante, non ho trovato la sua caratterizzazione incoerente, anzi: il fatto che lei non riesca a godere delle attenzioni di Sirius – della passione ricambiata – e che accusi lui e se stessa di essere spregevoli e di essersi arresi a una sconfitta che è soprattutto morale evoca la Lily cartacea, di cui sappiamo poco e quel poco la ritrae come un personaggio di sani principi – eppure è lei che, offesa, mette fine a un’amicizia durata anni, ed è sempre lei che da un anno all’altro si innamora perdutamente di colui che detestava. No, Lily Evans non è mai stata perfetta, quindi non fatico a immaginarla preda di un sentimento sbagliato e schiava dei sensi di colpa. Hai messo in scena un istinto irresistibile che approfitta di un momento di debolezza – la guerra, la paura, l’adrenalina – per insinuarsi nel quotidiano di chi di lì in avanti riuscirà a vivere solo ad occhi chiusi, perché il tramonto acceca e i brividi puoi sentirli solo sotto pelle. Narri un unico momento tra i due, ma è estremamente caratterizzante. La tua Lily non è innamorata di Sirius, ma ne è attratta come la falena dalla fiamma, e a un certo punto della sua vita – quando ha scorto il desiderio pulsante anche in lui – non ha saputo resistere. Di lì in avanti, Lily appare schiava di una routine che la costringe a non aprirgli la porta, a non andargli incontro, a cacciarlo quando è tutto finito, perché il desiderio sporca più del tradimento consumato. Trovo che la tua Lily abbia una caratterizzazione solida, convincente e decisamente realistica.

E poi c’è
Sirius, il più amaro, sporco, brutto tra i due. Una stella che anziché brillare annerisce tutto. Lui è ferocemente IC, perché vive di istinto, sragiona, impazzisce al pensiero di aver tradito James – al punto tale che non riesce a guardare né se stesso né lei, che si illude di non aver perso arrendendosi («“Non abbiamo perso, però.”»), che ride feroce quando James sfiora Lily e gli ricorda di essere una pessima persona. Caratterizzare Sirius in una Sirius/Lily è sempre complicato, perché da un lato c’è il “Sirius non tradirebbe mai James”, mentre dall’altro c’è il “Sirius non ragiona, agisce”, e l’equilibrio allora non può che essere nel mezzo che tu sei riuscita a ricreare: Sirius in bilico su un dirupo, schiavo delle sue stesse emozioni e passioni, schiavo delle ombre che lo perseguitano e lo portano sempre a fare un passo nella direzione sbagliata. Il fatto che anche lui, al pari di Lily, viva malissimo questa sorta di relazione è coerente all’equilibrio di cui ti parlavo e riesce a ritrarre Sirius nel momento in cui cede alla sua più grande debolezza: l’istinto. Anche Sirius, dunque, al pari di Lily risulta essere un personaggio realistico, credibile e dotato di una solida caratterizzazione.
Dubito che qualche lettore a fine storia abbia potuto amare i tuoi personaggi, perché sono incredibilmente “negativi”: detestano loro stessi e invitano gli spettatori non paganti a fare altrettanto. Due caratterizzazioni a mio avviso riuscitissime, “spregiudicate” e coerenti al tipo di storia. 10/10!

Totale: 44.5/45


Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 03:41. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com