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[fanfiction] Un fiume di soulmate!AU [contest fiume]

Ultimo Aggiornamento: 08/11/2020 21:19
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Post: 5.640
Giudice*****
29/08/2019 10:12
 
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carissima, ho aspettato fino alle 1 poi sono crollata..
grazie di tutto. c'è stato qualche momento in cui l'ho temuto che dovessi lasciare il contest, ti devo dire la verità.
ma sbagliavo, e sei stata fantastica. grazie di aver usato i tuoi giorni di ferie e di tutto il lavoro fatto
passando alla valutazione è fantastica, ovviamente! sono contentissima della tua interpretazione e anche d'accordo sulle segnalazioni sulla punteggiatura. una parte è il mio rapporto con le virgole (di eccessivo amore, oppure temo che siano troppe e le taglio in eccesso) una è stata la volontà di consegnare delle storie con un taglio netto di parole, anche se non richiesto, (adoro darmi difficoltà tecniche) e quindi la "sistemazione" di tante frasi per il conteggio parole. dovevo stare più attenta..
per la battuta sulla mamma di Levi hai capito benissimo!
per il soulmate. devo dire che come ormai sai non è il mio genere, l'ho scritto per te e ne sono felice, ma ci tenevo che non fosse "classico", ma comprendo il tuo appunto. non è la mia specialità. grazie perchè senza questo contest non avrei mai sorpassato la pira di cominciare a scrivere su AOT
ovviamente vorrei come non mai le valutazioni come le recensioni i più bramate possibile ^_______________^
baci,
Setsy
[Modificato da Setsy 29/08/2019 10:13]
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Post: 1.576
Giudice*****
29/08/2019 11:29
 
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Re:
rhys89, 29/08/2019 03.35:

Tu sei il mio destino di Elettra.C (eleCorti)


Valutazione storia 1
Sogno


Titolo:
Titolo semplice ma esemplificativo, riassume in un’unica parola il cuore pulsante della storia che, oltretutto, è quasi completamente ambientata proprio nel sogno di Merlino.



Caratterizzazione dei personaggi:
Questa storia è incentrata quasi esclusivamente sulla descrizione della “strana stanza” e di ciò che fa Merlino, lasciando la sua caratterizzazione molto in secondo piano per dare spazio alle sue sensazioni.

Questo non vuol dire però che di lui non si sappia nulla, ovviamente. Lo vediamo in quel sogno ricorrente immerso nelle fiamme, ma Merlino – nonostante debba ovviamente esserne terrorizzato – non si lascia sopraffare dalla paura. No, lui si fa spazio con le mani tra le fiamme e si brucia per questo, ma tuttavia non si perde d’animo.
Mi piace molto che tu abbia sottolineato questa sua caparbietà, perché è uno dei suoi tratti distintivi che più vengono messi in risalto nel canon.

Tuttavia anche lui, alla fine, dopo tanto combattere sta per cedere allo sconforto… almeno fino a che non sente una voce.
Non ha idea di chi sia, ovviamente, ma già il pensiero che ci sia qualcun altro là dentro basta a ridargli la forza che stava perdendo.

In fondo, – come nella vita – Merlino aveva soltanto bisogno di sapere di non essere solo, in quell’incubo di fuoco.



Stile e trama:
Lo stile di questa storia è semplice e lineare, ricco di frasi brevi e costituite prevalentemente da proposizioni singole o coordinate per asindeto.

Nella prima parte della storia questo stile è incalzante e aiuta a catapultare il lettore nella stanza infuocata insieme a Merlino, coinvolgendolo emotivamente e rendendo bene l’idea del battito accelerato del cuore che comporta un respiro secco e spezzato.

Tuttavia, a lungo andare la monotonia del ritmo fa sì che questa sintassi schematica perda mordente: la lettura da incalzante diventa frammentata e viene così intaccata la fluidità del racconto.


Viene dato un grande spazio, giustamente, alla descrizione di questa stanza in cui Merlino sogna di trovarsi. È importante, questo, perché la vera protagonista della flash è proprio la stanza infuocata, e come tale è essenziale che il lettore riesca a visualizzarla con l’occhio della mente in ogni suo particolare.


Una piccola precisazione su una frase che non torna: “Sembrano vogliano inghiottirti”.
Messa così la frase è scorretta, puoi modificarla in “sembrano volerti inghiottire” oppure in “sembra che vogliano inghiottirti”.


A dirla tutta, ho visto anche io la puntata (o meglio, le puntate) di Once Upon A Time a cui ti sei ispirata; forse avrei preferito una scelta più originale, comunque devo dire che non mi dispiace, anche se sarebbe stato meglio se ti fossi premurata di specificare nelle note la fonte d’ispirazione.
(Immagino tuttavia sia stata solo una dimenticanza, dal momento che nella risposta a una recensione lo chiarisci tranquillamente.)
Magari mi sarebbe piaciuto che la personalizzassi un po’ di più, però, perché la scena che presenti in questa storia mi è sembrata estremamente simile ad alcune che vediamo in OUAT e questa sovrapposizione di immagini mi ha impedito di godermi appieno la storia.


Detto questo, ho molto apprezzato la scelta di cominciare la storia “in medias res”, immergendo subito il lettore tra queste fiamme, perché credo che un’introduzione più graduale non sarebbe riuscita a rendere appieno l’idea di ansia e disperazione che quel luogo porta con sé.


Molto bello anche il primo quasi contatto con “l’altro”: Merlino sta quasi per cedere allo sconforto, ma ecco che all’improvviso sente una voce che lo rianima, e giustamente Merlino si affanna a cercare un modo per poter raggiungere chiunque sia il suo “compagno di sventure”.

Mi fermo solo un secondo per un’altra piccola correzione: “vorresti risponderli” --> “vorresti rispondergli”.


Tornando a noi, quelle fiamme troppo alte che gli impediscono di vedere chi c’è dall’altra parte hanno un retrogusto di quel “destino” che viene citato anche nel titolo della raccolta, e questa cosa mi piace molto.

Come pure è destino, a quanto pare, che Merlino non riesca neppure a rispondere a quella voce, perché una forza più grande di lui lo strappa a quel sogno proprio nel momento in cui, invece, avrebbe voluto rimanere.



Gradimento personale:
Di questa storia ho apprezzato soprattutto il modo in cui sei riuscita a rendere le emozioni e le paure di Merlino, catapultato in quella stanza immersa nelle fiamme, tanto concretamente che sembra proprio di essere lì con lui.





Valutazione storia 2
Scoperta


Titolo:
Questo titolo apparentemente semplice cela in realtà quello che è il punto focale della drabble, anche e soprattutto perché tutta la vicenda ruota attorno alla scoperta dell’identità del soulmate di Merlino.



Caratterizzazione dei personaggi:
In questa seconda storia abbiamo un Merlino decisamente più consapevole di ciò che sta accadendo, e pertanto più deciso che mai a scoprire l’identità della persona che condivide con lui quell’incubo – che poi lo è ancora? – di fiamme.

Interessante la sua reazione nello scoprire l’identità del suo soulmate: probabilmente è sorpreso di vedere proprio Artù, ma tale sorpresa – se c’è – viene surclassata dal sollievo. E come dargli torto? Insomma, finalmente riesce a risolvere quel mistero che non gli dava pace e a scoprire chi è il misterioso ragazzo che ha invaso ogni suo pensiero… è ovvio che in un frangente del genere l’entusiasmo lo porti a gettarsi a capofitto in questa nuova scoperta, lasciando da parte ogni possibile dubbio.

Ho inoltre apprezzato, per contrasto, lo stupore che si legge tra le righe nell’espressione di Artù: Merlino è sempre stato un personaggio impulsivo anche nel canon, molto più incline di Artù ad abbandonarsi ai propri sentimenti, quindi trovo coerente questa sorpresa di Artù.

In effetti non possiamo sapere con certezza se lui avrebbe risposto a Merlino con lo stesso entusiasmo oppure no perché il sogno si interrompe subito subito dopo, ma onestamente credo che sarebbe stato decisamente più restio a lasciarsi andare.

Dopotutto, anche se non siamo a Camelot, Artù resta sempre un Asino Reale.



Stile e trama:
Lo stile di questa drabble ricorda molto quello della prima storia e probabilmente è voluto, dato che ci ritroviamo nella stessa ambientazione. Tuttavia, qui il contesto è molto più “tranquillo” della storia precedente: Merlino non ha più nessuna paura ed anzi è felice di trovarsi di nuovo nella stanza in fiamme perché vuole scoprire l’identità di quel misterioso ragazzo… quindi questi periodi secchi e ansiosi mal si accordano all’atmosfera speranzosa che invece si respira nei pensieri di Merlino nella prima parte.

Di contro, trovo questo ritmo indicato nella seconda parte della storia: Merlino ha visto Artù ed è impaziente di parlargli… ma il Destino – ancora lui! – si mette nuovamente in mezzo e lo strappa dal sogno prima di quanto avesse voluto.
In questo caso, l’andamento secco della sintassi è perfettamente coerente con quanto sta succedendo, e aiuta il lettore a immedesimarsi in ciò che prova Merlino in quei momenti di euforia mista a panico.

La trama è completamente incentrata sulla scoperta dell’identità del soulmate, e mi piace come – nonostante la brevità della storia – ti sia presa il giusto tempo per introdurla, sottolineando come quel “ragazzo misterioso” fosse rimasto tanto impresso a Merlino tanto da non riuscire a smettere di pensare a lui.

Il punto di vista è quello di Merlino e trovo indicato che la sua scoperta abbia un ruolo fondamentale, però mi piace che tu abbia accennato in fondo – quasi come un colpo di scena finale – anche al fatto che lo stesso Artù ha riconosciuto Merlino… lasciando però il lettore con il dubbio di quale potrà mai essere la sua reazione, in proposito.



Gradimento personale:
Sicuramente, l’entusiasmo genuino e quasi infantile di Merlino per la scoperta del suo soulmate è qualcosa che mi ha toccato nel profondo, e perdurando – più o meno in superficie – per tutta la storia mi ha fatto sorridere dall’inizio alla fine.





Valutazione storia 3
Trionfo dell’amore


Titolo:
Un titolo molto dolce e romantico; forse non è tra i più originali, ma è sicuramente perfetto per la storia che hai scritto e rende subito chiaro al lettore quale sarà il tema portante del racconto.



Caratterizzazione dei personaggi:
Nonostante la varietà di situazioni presentate, la caratterizzazione di Merlino si suddivide principalmente in due versioni ben distinte: presente e flash-back.
Due versioni che però non si escludono a vicenda, bada bene, ma sono complementari l’un l’altra… le due facce di una stessa medaglia, se mi passi la citazione.

Nel presente troviamo un ragazzo sereno, felice e profondamente innamorato. Ormai i suoi guai e le sue preoccupazioni sono finiti, e Merlino si concede di godersi la vita e la relazione con l’uomo che ama senza pensieri, senza stare a chiedersi cosa accadrà domani o quali problemi dovranno affrontare ma godendosi l’attimo, qui e subito.
Doveroso, direi, dopo tutto quello che ha passato per arrivare a questa tanto agognata felicità…

Nei numerosi flash-back, invece, abbiamo un Merlino decisamente più simile al canon della serie: è curioso e intraprendente, testardo e talmente preso dalla sua missione personale – in questo caso quella di parlare con Artù – da passare sopra a tutte le paure che aveva avuto fino a quel momento.

Trovo appropriato che Merlino abbia ragionato a lungo sul modo giusto per poter parlare con Artù, perché arrendersi ad un’attesa passiva degli eventi non sarebbe stato affatto da lui.

Mi piace anche l’accenno a questa sua ritrosia sul rivelare a Gaius i propri sogni: il parallelismo sulla paura che ha nella serie di rendere noti i propri poteri magici è evidente – anche se ovviamente non è la stessa cosa – e mi è sembrata una cosa molto naturale, soprattutto perché i suoi timori sono fondati.
Insomma, se – come sembra – nessun altro ha mai avuto simili esperienze, o almeno nessuno di cui Merlin ha sentito almeno parlare, è ovvio che pensi di essere preso per pazzo.


Il dialogo tra Artù e Merlino, nel sogno, mi piace molto e li ho trovati entrambi naturali e verosimili: inizialmente sembrano come un po’ titubanti, – comprensibile, dato che “nella realtà” non si conoscono – ma quel velo di tensione sparisce quasi subito.
Mi piace come, dopo quella specie di presentazione iniziale, passino subito a parlare del luogo in cui si trovano… e da lì al loro incontro.

Forse avrei preferito una qualche dichiarazione meno diretta e più esitante da parte di Artù, perché sappiamo bene che non è precisamente un fine oratore quando si tratta di mettere a nudo i propri sentimenti… tuttavia poi mi sono detta che in fin dei conti siamo in un mondo onirico e – quasi – irreale, quindi ci può stare che anche Artù abbia abbassato totalmente le sue difese.
E poi è davvero tenerissimo il modo più o meno contorto che hanno entrambi di dichiararsi felici l’uno della presenza dell’altro!

In particolare, ho apprezzato come hai sottolineato che Merlino da una parte è felice di aver ritrovato Artù, dall’altra però ha paura che lo consideri “strano” per voler rientrare in quello che potrebbe tranquillamente essere definito incubo – in fin dei conti è pur sempre una stanza avvolta dalle fiamme – solo per poter rivedere qualcuno che di fatto neppure conosce.

Artù lo consola subito, ed è perfetto perché rivediamo proprio il suo animo cavalleresco… anche se non mi convince molto il discorso sul Destino che fa subito dopo: è un qualcosa che, nonostante il luogo in cui si trovano, mi appare un po’ forzata considerando il carattere schivo del personaggio e la sua ritrosia – nel canon – a credere a tutto ciò che non può verificare personalmente.
Ho però apprezzato che almeno esiti prima di confidare a Merlino questo suo ragionamento, quasi non ci credesse davvero fino in fondo, e anche che sia inizialmente scettico sulla teoria di Merlino del “vuole che ci conosciamo nella vita reale”.
Solo inizialmente, però, perché poco dopo si dichiara d’accordo… e mi piace il fatto di non sapere se sia stato perché effettivamente se ne è convinto o perché aveva semplicemente voglia di conoscere meglio Merlino e ha approfittato della “scusa” che lui stesso gli ha fornito su un piatto d’argento.

Merlino invece è assolutamente fedele a sé stesso, e la sua prontezza di spirito gli permette di cogliere la palla al balzo per riuscire a proporre ad Artù di conoscersi nella vita “vera”, portando a termine la personalissima missione che si era auto-affidato la notte precedente.


Nel secondo flash-back Artù corre da Merlino per dirgli la bella novità, e li trovo entrambi naturali e verosimili. Inizialmente “l’abbraccio roteante” – molto scenografico, senza dubbio – mi era parso un po’ eccessivo perché da come è messa la storia sembra che siano ancora soltanto amici, e due amici – due amici maschi, in particolare – è difficile che si lascino andare ad effusioni così eclatanti. Tuttavia col progredire della lettura mi sono resa conto che in effetti a questo punto erano già nel limbo tra “non più solo amici” e “qualcosa di più”, e questo mi ha fatto rivalutare la scena che a posteriori risulta plausibile.

La dichiarazione di Artù è veloce e senza fronzoli, esattamente come mi sarei aspettata da lui. Forse è solo un’idea mia, ma sembra come se, dopo averci rimuginato sopra per tanto e tanto tempo ed essere infine arrivato alla tanto sofferta illuminazione, avesse buttato fuori quelle poche parole in fretta non per mancanza di sentimento bensì quasi per il timore di perdere il coraggio di dirle.
In fondo – nonostante i sogni, il Destino e quant’altro – il suo rapporto con Merlino non era mai stato definito da nessuna delle due parti, quindi è naturale che sotto sotto avesse anche un pizzico di paura.

Paura che Merlino fa svanire subito rispondendo con fervore – dopo lo shock iniziale – a quella dichiarazione, e qui mi ha fatto sorridere l’accenno alla sua proverbiale “diarrea verbale” che lo porterebbe a parlare e parlare e parlare ancora… se non fosse che Artù ha finalmente trovato un modo efficace per zittirlo.


E poi facciamo un passettino indietro e vediamo quello che invece è stato il loro primissimo incontro nel mondo reale.
Iniziamo col dire che i due ragazzuoli mi sono sembrati ben caratterizzati e naturali, con quel breve dialogo di apertura, e mi piace anche che Artù sia andato effettivamente a cercare Merlino perché credo sia un atteggiamento che ben si allinea con il suo personaggio. (Certo, non che abbia fatto poi questa gran fatica dal momento che anche lui studia nella stessa università, ma apprezziamo comunque il pensiero.)

Però… però poi arrivano le Dolenti Note: Gwen.
Ora, io lo capisco che la tentazione di demonizzare la compagna ufficiale di uno dei protagonisti della nostra OTP sia forte, davvero. Capisco anche che un personaggio in particolare possa generare antipatia a pelle senza un vero e proprio motivo, perché io per prima ne odio moltissimi di personaggi, dico sul serio.

Tutto questo però non giustifica lo snaturamento del personaggio in una storia… che invece è proprio quello che tu hai fatto con Gwen.
Antipatica o simpatica che sia, lei nella serie ci viene presentata come una ragazza gentile, paziente, altruista, testarda e anche piuttosto orgogliosa, ed è questa la caratterizzazione che avresti dovuto mantenere nella tua storia.
Qui, invece, ho trovato una ragazza dispotica, vagamente isterica e molto egoista, senza contare la totale mancanza di dignità nel suo supplicare Artù di non lasciarla per… nessun motivo apparente, in realtà, dato che è evidente che non lo ami più.
Sì, ho notato che hai specificato tramite Artù che “il loro rapporto si era ormai guastato e litigavano per ogni minima cosa” ed è una precisazione che ho apprezzato, ma purtroppo non basta a giustificare un cambiamento del genere nella caratterizzazione di un personaggio.

Forse però la cosa che mi è piaciuta di meno in assoluto è quando ho letto che Gwen – dopo che Artù aveva detto di volerla lasciare, ma poi è tornato sui suoi passi – “andava in giro a raccontare che si sarebbero sposati presto, e che tutti erano invitati al loro matrimonio”.
Anche qui c’è una parvenza di giustificazione (i loro genitori avrebbero voluto che si sposassero), ma è troppo scarna per reggere il peso di quello che sembra l’atteggiamento di una bambina capricciosa e viziata.

Mi dispiace essere così dura, ma quello di “negativizzare” allo stremo la figura femminile (ma anche maschile talvolta) che “ostacola” l’OTP è un errore che riscontro in molte fanfiction e che ogni volta mi fa storcere il naso perché credo fermamente che faccia perdere diversi punti anche alle storie ben scritte.

Capisco che avendo scelto come coppia Artù/Merlino era ovvio che lei dovesse levarsi di torno e che magari volessi dare ad Artù una scusa plausibile per lasciarla senza passare da “quello cattivo”… ma secondo il mio modestissimo parere sarebbe stato meglio dire semplicemente che non si amavano più e che Artù si era accorto invece di amare Merlino, quindi – dopo un periodo in cui esitava perché magari non voleva ferirla – si è risolto a fare la cosa giusta e l’ha lasciata per lui. Tutto qui.


Tornando a parlare di cose positive, mi è piaciuto molto – nell’ultimo flash-back – come hai raccontato lo sviluppo del rapporto di Artù e Merlino: Artù finalmente trova in Merlino qualcuno di fidato con cui potersi sfogare di tutta l’esasperazione che gli provoca la situazione con Gwen, e Merlino dal canto suo gli rimane sempre accanto, ascoltandolo, consolandolo e facendolo anche ridere.
Mi ha ricordato molto da vicino il rapporto affiatato che hanno nella serie originale, questa amicizia un-po’-più-che-fraterna che però ancora non si può chiamare in un altro modo, e l’ho davvero, davvero adorato.



Stile e trama:
Prima di cominciare, voglio farti un piccolo appunto dal momento che ho riscontrato più volte lo stesso errore nella storia: quando un discorso diretto è seguito da una frase indiretta che però non è una reggente con “verba dicendi et declarandi” (dire, rispondere, esclamare ecc.), allora il discorso diretto deve sempre finire con un segno di punteggiatura forte o semi-forte (punto fermo, punto esclamativo/interrogativo o puntini di sospensione) e la frase successiva deve cominciare con la maiuscola.
Es.
- “Artù!” gridò, guardandosi intorno. --> corretto.
- “Artù!” gli corse incontro. --> sbagliato.

E già che ci sono ecco altri due piccoli errori/refusi che ho riscontrato:
- Merlino, di qualcosa! --> Merlino, di’ qualcosa!
- Sopratutto di lui […] --> Soprattutto di lui [...]

La sintassi di questa storia è semplice e lineare, prevalentemente costituita da proposizioni semplici o coordinate soprattutto per asindeto. Come nelle altre storie, talvolta questo comporta un ritmo un po’ frammentato nella lettura, ma tuttavia la cosa positiva è che il testo risulta di immediata comprensione dall’inizio alla fine, senza che il lettore perda mai il filo del discorso.

Credo che questo sia un fattore molto importante, considerata la costruzione alternata di presente e flash-back.
E, parlando di flash-back, sono un escamotage che apprezzo sempre moltissimo in una storia perché credo che riescano a movimentare il ritmo narrativo evitando la “monotonia”; inoltre, mi è piaciuta molto la tua scelta di quel piccolo time-skip dopo il secondo flash-back (quindi dopo che si Artù e Merlino si sono parlati per la prima volta), che ha aggiunto un ulteriore piccolo cambiamento al ritmo della narrazione tenendo ben desta l’attenzione del lettore.

Di contro, però, c’è da dire che ad una prima lettura – senza altro avviso se non gli asterischi di separazione del paragrafo – il lettore è portato a pensare che questo flash-back sia il diretto seguito del precedente, e che quindi Artù e Merlino si siano appena conosciuti. Ora, se da un lato come ti dicevo è una cosa carina scoprire che invece c’è stato un piccolo time-skip perché così facendo si è movimentata la narrazione, dall’altro questa cosa rischia di confondere la comprensione della storia.
Mi riferisco in particolare al fatto che né in questo flash-back né nella breve parte al presente che lo introduce viene fatto nessun cenno all’evoluzione del rapporto che c’è stato tra Artù e Merlino, motivo per cui quel loro abbraccio così pieno di entusiasmo – per quanto tenerissimo – risulta inizialmente un po’ fuori contesto e poco verosimile.


Passando invece alla trama vera e propria, ho riscontrato due piccole contraddizioni:
- Nella scorsa storia avevi detto che Uther è un collega di Gaius, qui invece viene fuori che è il suo direttore.
- Merlino, nel secondo flash-back, dice di aver desiderato per tutto il giorno di poter tornare in quella stanza e che “era la prima volta che lo faceva, dato che temeva quel posto”. Tuttavia, anche nella scorsa storia avevi scritto “stavolta non sei impaurito”, riferendoti al fatto che Merlino era ansioso di tornare nella stanza in fiamme per poter finalmente scoprire l’identità del ragazzo misterioso.

C’è poi il discorso sulla riflessione che fa Merlino, sul se e come chiedere a Gaius di Artù.
In mezzo a tutti i suoi dubbi più o meno leciti – ma il misto di ora tarda ed esaltazione per la scoperta dell’identità del ragazzo misterioso possono aver facilmente influenzato la lucidità di Merlino – c’è la preoccupazione che Gaius avrebbe potuto chiedergli come mai conosceva Artù… e questo non ha molto senso, dal momento che Merlino nella scorsa storia ha lasciato chiaramente intendere di conoscere Artù – una conoscenza superficiale, certo – proprio in quanto figlio del collega/direttore di Gaius, il che presuppone che Gaius stesso lo sappia già che i due si conoscono almeno di vista.
Vero è che in quel momento Merlino è tutto preso dal sogno e magari riesce a pensare solo a quello, però questa spiegazione non mi convince del tutto.


A parte questo, la trama è chiara e lineare, e – nei flash-back – prosegue a raccontare al lettore tutta la storia di Artù e Merlino, arrivando alla fine a riunire tutti i tasselli del puzzle per farli combaciare con l’immagine della coppia felice ed innamorata che troviamo nelle parti al presente.

Mi è piaciuta la tua scelta di raccontare l’evoluzione del loro rapporto basandoti su quegli incontri nel sogno: è come se soltanto là dentro Merlino e Artù fossero liberi di essere chi sono davvero, e ho adorato il fatto che quella stessa stanza che inizialmente era vista con timore alla fine diventi al contrario un luogo di pace e serenità. L’ho trovato da un lato ironico e dall’altro perfettamente consono all’evoluzione della storia, perché sembra voler essere una metafora di come, insieme, nulla possa più spaventarli.

Ho apprezzato anche che ti sia soffermata, con i flash-back, sui vari step del loro rapporto: pur partendo da un momento in cui i due stavano già insieme – come da richiesta del contest – hai raccontato anche di come sono arrivati ad essere una coppia, partendo dal momento subito successivo alla scoperta dell’identità della scorsa drabble, passando per un periodo di amicizia che si evolve in un “qualcosa di più” per finire da ultimo a quella bellissima scena della dichiarazione.


Un piccolo appunto tecnico: nella parte al presente subito dopo gli asterischi hai scritto che Merlino “era già arrivato a casa di Artù, si erano mangiati la pizza e stavano vedendo il film” (tra l’altro mi ha fatto sorridere proprio la scelta di “Excalibur”… decisamente azzeccata!), ma poi – subito dopo il flash-back – ti ripeti dicendo che “si erano ritrovati a casa sua per guardare un film. La classica serata romantica tra pizza e tv.”… sarebbe meglio cancellare una delle due ed evitare così la ripetizione.


Prima di concludere, vorrei parlare un po’ del discorso del soulmate: più volte nella storia hai ripetuto il termine “anima gemella”, ma sembra essere utilizzato più nel suo significato “quotidiano” (quello di un partner particolarmente affine) più che in quello proprio del soulmate!AU.

Questa “ambiguità”, chiamiamola così, per me scaturisce soprattutto dal fatto che Merlino per primo non è consapevole né del perché di quella “stanza in fiamme” né tantomeno del vero motivo per cui ci ha trovato tra tutti proprio Artù e soltanto lui: crede che si tratti di un qualcosa di predestinato e voluto “dall’alto”, questo sì, ma non c’è una vera e propria risposta alle sue domande e ben presto smette anche di porsele.

In realtà però quest’ultima cosa non mi dispiace: sì, da un punto di vista “tecnico” non mi convince perché avrei preferito che il discorso del soulmate!AU venisse più approfondito (magari citando altri esempi di persone che avevano fatto sogni simili, o anche solo leggende che ne parlavano), tuttavia questa tua scelta narrativa rende evidente che Merlino è immediatamente attirato da Artù come da una calamita, e dopo un primo sgomento iniziale ormai non è più interessato al perché di questo loro incontro, vuole solo godersi la sua compagnia… possibilmente per il resto della sua vita.



Gradimento personale:
Anche se mi ripeto, la cosa che più di tutte mi è piaciuta è la suddivisione in paragrafi alternati tra presente e flash-back, perché credo che partire “di botto” con Merlino che va dal suo ragazzo e scoprire pian piano come è arrivato a mettersi con Artù abbia reso la lettura di questa storia molto più coinvolgente che se fosse stata raccontata tramite una narrazione lineare.





Valutazione storia 4
Consapevolezza


Titolo:
Torna un titolo mono-parola, e di nuovo quella singola parola è il nucleo fondamentale della storia: la consapevolezza di Artù riecheggia in tutta la flash, ed è ciò che gli consente di andare avanti per la sua strada ben fermo nelle sue convinzioni.



Caratterizzazione dei personaggi:
In questa quarta e ultima storia troviamo infine il punto di vista di Artù, e lo esploriamo ben bene grazie ad una profonda introspezione del personaggio e dei suoi pensieri.

Trovo la sua caratterizzazione davvero ben delineata, a partire dai primi dubbi sul perché si ritrovi a pensare sempre a Merlino. Dopotutto, come dice lui stesso, si conoscono da poco tempo… anche se in maniera non proprio ortodossa.

Artù si rende ben presto conto che Merlino lo comprende fin nel profondo, forse più di quanto si conosca lui stesso, e non esita ad ammettere che Merlino è l’unico che riesca a dargli conforto quando lo stress del mondo esterno – dato soprattutto da Ginevra – diventa troppo da sopportare da solo.

Ma perché lui e non gli altri tuoi amici?
Anche questa è una domanda più che legittima, che si lega a doppio filo alla considerazione fatta prima: Merlino è un amico, e per di più un amico che conosce da meno tempo di altri, presumibilmente… quindi perché proprio lui?
La risposta, di nuovo arriva in fretta. Tanto in fretta che, in casi normali, potrebbe sembrare superficiale, invece in questo contesto – con il Legame con Merlino nato nei sogni ne voluto dal Destino – direi che è appropriata.

Non capisco però l’accenno a quel “non vuoi ammetterlo a te stesso”, perché da quanto ho letto – come ti dicevo – Artù non si fa nessun tipo di problema a considerare questo suo rapporto con Merlino come speciale, e “qualcosa di più” di una semplice amicizia.

Forse quella frase sottintendeva che Artù non era stato attratto da altri ragazzi, prima di Merlino? Non so, in questo caso magari sarebbe servita un po’ più di spiegazione per delineare meglio il concetto.


Sulla caratterizzazione di Ginevra non mi dilungo, perché ne ho parlato in abbondanza nella valutazione della scorsa storia e qui mi ripeterei.
Tuttavia, partendo dal presupposto che questo personaggio non è quello della serie, devo dire che hai mantenuto la caratterizzazione datale nella terza storia e quindi ho apprezzato questa coerenza narrativa.

Vedere Artù combattuto a proposito della sua relazione con Ginevra mi è piaciuto perché ha richiamato anche quanto accade nel canon – ovviamente con le dovute differenziazioni del caso.
Anche qui, infatti, c’è la presenza ingombrante di Uther che preme affinché Artù convoli a nozze con Ginevra in quanto “buon partito”. Ho apprezzato questa cosa, benché soltanto accennata, perché l’Artù che conosciamo è sempre stato in qualche modo “succube” di suo padre, soprattutto per quel suo desiderio innato di renderlo orgoglioso che lo porta a non contraddirlo – quasi – mai.

La riflessione sul fatto che con Ginevra avrebbe avuto una vita agiata è un po’ meno conforme all’Artù principe, ma ben si accorda ad un ragazzo dei giorni nostri che – volente o nolente – deve fare i conti anche con un discorso economico… e con i pregiudizi della gente.


Nella parte finale, mi ha un po’ stonato il rimarcare che Artù non ha nessun pentimento quando Ginevra – dopo essere stata lasciata – scoppia a piangere. È vero che la loro relazione per come l’hai descritta era decisamente difficile e che lei ha usato questo “trucchetto” svariate volte per farlo tornare sui suoi passi, ma così sembra quasi che Artù sia completamente indifferente al dolore che potrebbe averle causato, e questo non è da lui. Avrei preferito anche solo un accenno al fatto che, nonostante fosse dispiaciuto per quelle lacrime che per una volta potrebbero essere vere, rimane ben saldo nella sua decisione.

Perché questa sua risoluzione, invece, mi sembra assolutamente perfetta e ho adorato come – una volta presa la sua decisione – Artù non si tiri indietro di fronte a nulla: ha finalmente capito cosa vuole il suo cuore, ed è ben deciso a lottare per ottenere la vera felicità.




Stile e trama:
Lo stile di questa storia è estremamente introspettivo, un unico lungo flusso di coscienza che analizza i pensieri, le paure e le emozioni di Artù in un momento di grande confusione per le contraddizioni che sente dentro tra cuore e mente.

Nonostante questo, tuttavia, la lettura non risulta mai pesante, e anche se talvolta la sintassi ricca di frasi brevi e spesso secche rende la narrazione leggermente frammentata, la comprensione del testo è sempre cristallina e il lettore non ha nessun problema a seguire per filo e per segno tutti i ragionamenti di Artù.

Attraverso i pensieri diretti di Artù il lettore è partecipe in prima persona dei suoi dubbi iniziali, e segue passo dopo passo ogni piccola domanda e risposta che lo porta sempre più vicino alla verità.

Perché se il lettore, a questo punto, già sa come sono andate le cose, lui è in piena crisi e deve farsi carico di tutto il suo coraggio per riuscire a discernere cosa realmente vuole il suo cuore… e capire se vale la pena andare contro tutto e tutti per ascoltarlo, a prescindere da cosa possa dire la ragione – o suo padre.

Scelta di cui noi siamo ben consapevoli, dato il richiamo finale alla dichiarazione che abbiamo già letto nella scorsa storia, e che quindi possiamo accogliere con quel sorrisetto saputo di chi la sapeva lunga. Dopotutto, sapere più cose dei personaggi stessi è uno dei privilegi del lettore.

Infine, ho molto apprezzato la tua scelta di parlare in questa storia, tra tutto, proprio di questo particolare momento… che in realtà è più che altro una sintesi di tutto quanto è successo ad Artù da quando ha conosciuto Merlino. Mi è piaciuto perché, nel resto della raccolta, abbiamo visto e sentito tutto attraverso gli occhi di Merlino e quindi conosciamo bene la sua versione dei fatti, ma con questa storia hai soddisfatto la curiosità del lettore del capire il percorso che ha spinto Artù ad aprire finalmente gli occhi, lasciare Ginevra e andare dalla sua anima gemella.
Verso quel lieto fine che neppure osava sognare, ma che proprio un sogno è riuscito a regalargli.



Gradimento personale:
Mi piacciono moltissimo le storie introspettive, e non ho potuto non apprezzare questa flash proprio per la cura con cui hai analizzato i pensieri e le emozioni di Artù, portando il lettore a conoscerlo meglio e ad affezionarsi a lui ancora di più.






Valutazione generale della raccolta
Tu sei il mio destino


Titolo raccolta:
Questo titolo mi è molto piaciuto perché nella sua apparente semplicità nasconde un concetto complesso e imprevedibile: il “destino” è qualcosa che è sempre presente nella serie, e che riveste un’importanza fondamentale attraverso le “due facce di una stessa medaglia”.
Ho molto apprezzato sia il riferimento al canon che il preludio a un “destino” che si presenta ben diverso, ma al contempo ugualmente inevitabile.



Sviluppo del soulmate!AU
In questa raccolta il Destino e il conseguente rapporto che si sviluppa tra Merlino e Artù e il filo conduttore che lega tutte le storie, e questo mi è piaciuto moltissimo.

Invece non mi è piaciuto che soltanto Artù e Merlino siano legati da questo particolare rapporto: come specificato anche sia nel bando che nelle FAQ, la regola del soulmate!AU scelto avrebbe dovuto essere valida per tutti.

Non era obbligatorio parlare approfonditamente di altre coppie di soulmate, ma avrei preferito almeno qualche accenno in proposito, anche soltanto a delle leggende che parlavano del concetto di anime gemelle.
Avresti potuto dire che nessuno ci credeva perché non c’era nessuna documentazione accertata che provasse tali legami o qualcosa del genere, e anche modificare leggermente la regola generale per meglio adattarla al contesto.
Avresti anche potuto far fare delle ricerche a Merlino, o farlo ipotizzare che probabilmente non ci sono documentazioni perché è qualcosa di talmente personale che nessuno vuole parlarne… le strade erano molte e varie, bastava davvero poco per completare il quadro generale.

In questa raccolta, invece, è palese che non solo nessun altro si sia mai confrontato con sogni come quelli di Artù e Merlino, ma addirittura nessuno pare averne mai sentito parlare perché, se così fosse stato, almeno una “voce di corridoio” sarebbe arrivata alle orecchie di Artù e Merlino.
Il che, a conti fatti, rende il loro rapporto un’eccezione e non la regola come avrebbe dovuto essere.

Di contro, ho molto apprezzato la grande importanza data alla Stanza Rossa all’interno della raccolta; il suo è un ruolo a dir poco cruciale e legato a doppio filo a tutti i principali sviluppi del rapporto tra Artù e Merlino: è qui che si vedono per la prima volta, è qui che iniziano a conoscersi, è qui che si scambiano confidenze entrando sempre più in sintonia… ed è qui che, alla fine, scoprono di essersi innamorati l’uno dell’altro.

In particolare, ma questo l’ho già accennato, mi è piaciuta l’evoluzione dei sogni e della stanza stessa: all’inizio sono veri e propri incubi di fuoco, ma non appena le anime di Artù e Merlino riescono in qualche modo a collegarsi allora le cose iniziano a cambiare, e la Stanza Rossa cessa di essere una prigione di fiamme per diventare invece il loro rifugio personale.








Ciao cara, allora... questa è sicuramente la valutazione più dettagliata e minuziosa che io abbia mai ricevuto. Ti ringrazio per tutto, veramente. Sono contenta che la mia raccolta ti sia piaciuta.
Volevo soffermarmi su due cose in particolare: la prima è la stanza rossa, sì ho preso ispirazione da once upon a time e, hai ragione, mi sono dimenticata di specificarlo nelle note. Mi capita, a volte, soprattutto se do per scontato che i miei lettori capiscano la fonte da cui ho preso l'ispirazione.
La seconda cosa su cui volevo soffermarmi è la caratterizzazione di Gwen. Anche a me non piace snaturare i personaggi, anche se si tratta di personaggi che mi stanno antipatici, come in questo caso, ma essendo la storia un au mi sono sentita più "libera" di modificar il carattere di Gwen.
è troppo chiedere la valutazione come recensione?
29/08/2019 14:31
 
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Re:
Valutazione


Ciao Rhys!
Grazie mille per le valutazioni! ** Capisco perché ti sei presa tutto questo tempo per scriverle e non mi dispiace nemmeno un po’ di aver aspettato.
Le tue valutazioni sono veramente approfondite, hai sviscerato la storia da cima a fondo, analizzando praticamente ogni scena! Non mi aspettavo un giudizio così dettagliato.

Innanzitutto, ti ringrazio per avermi fatto notare i typo. Mi dispiace per quei “bÈ”… li avevo notati poco dopo aver consegnato: sono stata un’idiota con il comando “trova e sostituisci”… =__=°
Sono contenta che la ff ti sia piaciuta! *^* Ne approfitto per rispondere ad alcuni punti:
2° storia: A proposito del soulmate di Tetsuo, hai ragione quando dici “non è un dato “certo” ma solo la speculazione di Mitsui e Tetsuo”. Nella raccolta, infatti, si parlerà di nuovo del suo soulmate (cap 11) e si scoprirà cosa è successo e che è una donna. XD Tetsuo non aveva idea di che sesso fosse, quindi il termine “poliziotto” è stato usato per indicare la professione non il genere, e non puoi essere sicuro al 100% del sesso di una persona dal nome (“Free!” insegna XD). Nemmeno a me piaceva l’idea che fosse un maschio, era già stato tutto prestabilito. E sono veramente contenta che tu sia d’accordo con me! XD
3° storia: Ho usato le virgolette in “tranquillizzò” appunto perché Mitsui passa da una preoccupazione all’altra, alla rivelazione di Hanamichi. Il wordcount ha inciso in maniera micidiale qui, me ne rendo conto. :( Volevo già provvedere a sistemarlo dopo le due settimane a conclusione dal contest.
4° storia: - Altro punto dove il limite di parole ha colpito parecchio è stato appunto sui pensieri di Mito nella prima parte. :( Hai ragione a dire che avrebbe meritato qualche riga in più, sono d’accordissimo!
- Mi dispiace che quella frase di Rukawa non ti sia piaciuta “addosso” a lui, ma era proprio una cosa voluta e costruita fin dall’inizio e nessuno me lo aveva fatto notare in negativo (anzi, divertiva appunto perché poi i suoi pensieri spiegavano tutto – e capisco che per un’amante della prima persona pura non sia stata una scelta efficace, ma sapevo cosa stavo facendo e non ho nessun rimpianto per la mia scelta: l’importante è che la scena sia comunque riuscita a strapparti un sorriso, perché è per quello che è stata creata! ^^).
- Per il fatto che il nome di Mito sia comparso sul volto di Mitsui, ma l’altro non se ne sia accorto subito, è sia perché i capelli nascondevano parte del viso di Mitsui e quindi non c’è stato un contatto uniforme con la guancia (le scritte non erano vistose), ma soprattutto perché dopo aver colpito da una parte, uno è tendenzialmente portato a cercare un altro punto scoperto. Questa è una scena molto veloce e, nella furia del momento, Mito aveva sì visto qualcosa, ma non ci aveva fatto caso perché non era una cosa alla quale avrebbe mai pensato, né gliene importava al momento. Al contrario, nella scena dopo c’è un momento più statico, in cui Mitsui può notare il proprio nome su Mito (anche perché, inconsciamente, era una cosa che ricercava sempre e quindi era più portato a vederla subito e capire quanto fosse importante). Poiché è venuto il dubbio a te, potrebbe venire anche ad altri, quindi aggiungerò qualche parola in merito. Ti ringrazio!

Ricevere il tuo giudizio mi ha fatto davvero piacere, e gradirei tantissimo che lo mettessi come recensione alla storia, quando tornerai dalla vacanza. ^^
Ancora, grazie per non averci abbandonate e, soprattutto, per aver indetto questo contest. Tu non sai l’enorme regalo che mi hai fatto, davvero. Era da anni e anni che volevo scrivere una long Mitsui/Mito, e solo grazie all’idea della soulmate!AU ho trovato la giusta ispirazione per questo desiderio che avevo nel cuore (pur conoscendo le soulmate!AU non le avevo mai prese in considerazione per loro).
Grazie veramente per tutto!
29/08/2019 18:07
 
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Le tue valutazioni sono sempre un piacere da leggere, dico davvero. Sono sempre dettagliate, e accurate, e sembri sempre comprendere quello che metto nelle storie, quindi grazie e complimenti.
Non ho nulla da dire, se non che i trattini di lunghezze variabili dipendono dalla correzione automatica di word. La prossima volta mi prenderò un po' di tempo per metterli tutti uguali.

Il titolo di "Pointed up at the stars" voleva essere un riferimento alla fuga di Hulk, con il quinjet puntato verso il cielo e poi nello spazio profondo. Ed essendo Bruce l'anima gemella di Thor, possiamo immaginare che lui sia rimasto in un qualche modo 'puntato in quella direzione'.
In un senso più ampio, è legato alla scoperta delle anime gemelle, persone rivolte l'una verso l'altra, reciprocamente punto di riferimento e cosa preziosa da custodire (una stella, insomma).
Ma sì, avrei dovuto farlo notare meglio probabilmente.

Una piccola chicca (che probabilmente non si è notata): tutti i titoli delle storie di Bruce vengono dal ritornello di What about us (mantenendo lo stesso schema e metrica), mentre il titolo della storia dal pov di Thor è l'unico preso dalle strofe.

Per quanto riguarda l'ambientazione ho un solo dettaglio da precisare, ovvero che nella mia testa, su Asgard, le anime gemelle sono considerate davvero sacre (volontà delle Norne, divinità del destino, o un semplice essere parte di Yggdrasil, non so).
Da cui la reazione di Thor all'insinuazione di Tony (sarebbe contro tutti i suoi valori mettersi tra due anime gemelle), e anche il rispetto prestato da Loki all'intera questione. Ma non l'ho specificato bene, quindi come al solito death of the author e via.

Ti ringrazio ancora per la valutazione, è davvero dettagliata e ben fatta. E anche ben scritta, è stato come leggere una storia a sé (posso chiederla come recensione?). Per quella finale e il banner attenderemo tranquillamente, ora goditi le vacanze.
Ci sentiamo!

Alsha
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Post: 731
Giudice*****
02/09/2019 11:36
 
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Re:
rhys89, 29/08/2019 03.52:

I miei primi giorni di Claire roxy (Claireroxy)


Valutazione storia 1
Il primo giorno alla U.A


Titolo:
Titolo semplice e di immediata comprensione, chiarisce subito su cosa sarà incentrata questa drabble.



Caratterizzazione dei personaggi:
Todoroki si palesa perfettamente fedele a se stesso fin dalla primissima frase, quando – al contrario di tutti gli altri studenti ammessi in questa scuola prestigiosa – non alza neppure lo sguardo per fissare la sua insegna.

Il suo sembra apparentemente un atteggiamento di superiorità, ma sotto la superficie vediamo bene che non è così, tutt’altro: c’è solo quel velo di apatia che lo ha accompagnato per moltissimo tempo e che gli impedisce di gioire sinceramente per quello che, ai suoi occhi, non è che un’altra tappa del percorso che suo padre ha tracciato per lui.

Invece che alzare lo sguardo al cielo, verso l’insegna, Todoroki lo abbassa sul proprio braccio, tirandosi su la manica appositamente per guardare il proprio numero. Onestamente, non riesco a interpretare chiaramente questo gesto: all’apparenza sembra qualcosa fuori contesto, eppure allo stesso tempo il collegamento con Endeavor è evidente.

Non so, mi sembra un po’ forzato perché non si capisce bene come mai proprio in quel momento – in mezzo alla calca degli studenti smaniosi di entrare – Todoroki si sia preso del tempo per rimuginare sul numero sul suo braccio. In definitiva, però, credo che vada bene anche così: non tutto quello che facciamo è perfettamente incasellato con il resto, capita molto spesso di compiere azioni apparentemente fuori luogo che però hanno seguito tutto un percorso interno di collegamenti per arrivare a vedere la luce.

Ho trovato molto azzeccato che Endeavor gli abbia detto di non dare importanza al numero, – e quindi all’anima gemella – soprattutto perché dalla sua storia sappiamo come lui non abbia cercato qualcosa di banale come l’amore per scegliere la propria moglie, ma solo una donna con un potere forte da combinare col suo per generare un figlio ancora più forte.

Interessante invece che abbia aggiunto che le coppie non anime gemelle “non per questo fallivano”, come a voler dare a Todoroki un contentino e spronarlo con le buone a lasciar perdere perché tanto quella storia delle anime gemelle non aveva importanza.

La madre, ovviamente, ha confermato questa sua affermazione – sappiamo come è succube di suo marito – e probabilmente è per quello che Todoroki ci ha creduto.
Per un po’.

Questa precisazione fa capire chiaramente come il semplice fatto di essere lontano dalla presenza intossicante di suo padre lasci Todoroki libero di pensare con la propria testa, sia per quanto riguarda le anime gemelle che per tutto il resto.

Si rende conto che non sarà facile né immediato, ma per la prima volta è davvero convinto di riuscire a liberarsi dalle sue catene… basta solo fare le cose con calma.

“Un passo alla volta.”



Stile e trama:
Lo stile di questa drabble è fluido e molto pulito, con una sintassi semplice che rende immediata la comprensione di ogni singola frase.

Mi è piaciuta l’alternanza di periodi brevi ad altri più complessi, perché questa variabilità di lunghezza crea un bel ritmo di lettura.

Tuttavia, l’esclusivo utilizzo della coordinazione per asindeto o con la congiunzione “e” (eccezion fatta per un unico “ma” a inizio frase) rendono la sintassi forse un po’ monotona e in alcuni punti le frasi sembrano leggermente slegate l’una dall’altra dando una leggera sensazione di frammentazione.

La storia è comunque molto piacevole da leggere, e nonostante la forte componente introspettiva non risulta affatto pesante.

Per quanto riguarda la trama in sé, ho apprezzato l’aver messo insieme un fatto noto del canon (il primo giorno alla U.A.) con un’aggiunta completamente nuova (la presenza dei soulmate), soprattutto perché credo che questo connubio abbia aiutato moltissimo ad accettare questa modifica con assoluta naturalezza.

L’elemento “soulmate” è molto importante, ma la sua presenza non è assoluta e si interseca ad altri temi fondamentali quali il rapporto di Todoroki con i genitori: in poche parole, si percepisce chiaramente sia il profondo affetto che lo lega alla madre sia il timore che invece ha per suo padre.



Gradimento personale:
La parte che sicuramente mi piace di più è la scena finale, con Todoroki che abbassa la manica coprendo di nuovo il numero sul braccio: un gesto apparentemente semplice che però racchiude tutta la risolutezza che Todoroki è riuscito a racimolare negli anni, e la sua ferma intenzione di allontanarsi dall’ombra opprimente di Endeavor.





Valutazione storia 2
Il primo giorno della rivelazione


Titolo:
Titolo interessante ma che appare forse un po’ forzato: quel “primo” sembra di troppo, e secondo me sarebbe meglio eliminarlo (anche se mi rendo conto che in questo modo si andrebbe a perdere il filo conduttore con le altre storie della raccolta).
In ogni caso è ben collegato alla storia, e anticipa quello che sarà l’avvenimento principale della stessa.



Caratterizzazione dei personaggi:
A inizio storia, in rapida successione, abbiamo come un riepilogo delle impressioni che Todoroki ha avuto di Momo; in queste righe, ho ritrovato esattamente quello che si intuisce anche dal canon. Mi è piaciuto in particolare l’aver sottolineato come Todoroki già la conoscesse per fama – dopotutto sono entrambi studenti raccomandati – e ne riconoscesse il valore, senza tuttavia darle eccessiva importanza: il Todoroki dei primi tempi alla U.A. è un personaggio molto individualista e quindi trovo normale che non avesse prestato tanta attenzione a una sua compagna in particolare.

Questo porta anche a giustificare il suo non essersi accorto della corrispondenza tra i loro numeri nonostante quello di lei fosse in bella vista: un po’ per quella sua tendenza ad essere costantemente concentrato solo su se stesso e un po’ forse perché in fondo le parole di suo padre l’avevano condizionato a credere che l’anima gemella fosse una cosa superflua, è secondo me verosimile che non si sia mai dato la pena di leggere tutte le cifre che compongono il numero di Momo.

E, tuttavia, quando – per caso o per destino – si trova a vedere veramente quei numeri, ne rimane come ipnotizzato e continua a leggere nonostante la situazione decisamente incasinata. È come se, nonostante cercasse di non dar peso a questa faccenda del soulmate, il suo cuore comunque ci sperasse così tanto che non appena ha avuto un accenno di possibilità di trovarlo non ha potuto fare a meno di inseguirlo fino in fondo.

Trovo realistico anche che, dopo, l’abbia lasciata andare senza parlarle della sua scoperta: lui per primo probabilmente doveva ancora digerire questa notizia che potrebbe potenzialmente sconvolgergli la vita, quindi non è così strano che si nasconda dietro scuse quali “magari ho letto male” per ritardare il momento del confronto.
Dopotutto è solo un ragazzo, non possiamo pretendere che affronti di petto qualunque cosa senza la minima esitazione.


Le sue riflessioni al centro commerciale, quando si dice che “lei doveva sapere”, lasciano intendere che non è la prima volta che Todoroki indugia su pensieri del genere: probabilmente, superata la fase di shock/negazione, ha iniziato subito a chiedersi se e come mettere a parte anche Momo della sua scoperta.

Questa sua insicurezza è apparentemente in contrasto con il personaggio che conosciamo, eppure la trovo molto verosimile data la delicatezza della situazione e, soprattutto, la sua totale inesperienza con le relazioni romantiche – e le relazioni in generale.

Mi è piaciuto particolarmente che, dopo aver deciso di parlare con Momo, sottolinea nei suoi pensieri che sarà lei a scegliere cosa fare: nonostante il simbolo sul suo braccio lo leghi a lei, Todoroki non dà per scontato che si appartengono né crede che basti questa rivelazione per cominciare in automatico una storia con Momo.
È un pensiero molto maturo, secondo me, perché in un mondo dove esistono i soulmate non troverei affatto strano se gli adolescenti guardassero alla propria anima gemella come a una persona che in qualche modo “appartiene” loro di diritto… ma Todoroki è sempre stato molto più riflessivo dei ragazzi della sua età.

Ma poi, quando tutti i suoi buoni propositi sono andati in fumo all’arrivo della classe e Todoroki si siede in un angolino a pensare e ripensare a come poter fare per parlare con Momo, è proprio lei a raggiungerlo. Anche questa cosa mi è piaciuta molto, perché Momo non è una ragazza che per indole rimane succube degli avvenimenti, tutt’altro: cerca sempre di avere il controllo della situazione, e questo significa anche affrontare senza indugio – o almeno, senza nessun indugio apparente – quello che secondo lei sarà un discorso spinoso.

Infatti, ovviamente ignara dei turbamenti di Todoroki derivati dalla scoperta del loro legame, lei ha visto il suo allontanamento e la sua freddezza ma non è riuscita a darsi altra spiegazione al di fuori del “ti ho fatto un torto e non me ne sono accorta”.
Questa spiegazione riflette anche quell’insicurezza che abbiamo visto durante l’esercitazione, quella paura – dietro il coraggio e la voglia di mettersi alla prova – di essere un peso per la sua squadra, e l’ho trovata molto coerente col suo personaggio.

Dal canto suo, Todoroki rimane completamente interdetto da questa sua domanda. Anche questo è un atteggiamento molto naturale, secondo me, perché con tutti i pensieri che aveva per la testa è quasi ovvio che abbia cambiato atteggiamento nei confronti di colei che era al centro di tutte le sue riflessioni, e ci sta benissimo che l’abbia fatto senza neppure rendersene conto.

La sorpresa tuttavia non gli fa perdere di vista quello che era il suo obiettivo principale e che finora non era riuscito a portare a termine: nonostante Momo stessa gli avesse dato la possibilità di rimandare ancora, infatti, lui la ferma e le chiede con risolutezza di ascoltarlo.

Va da sé che, per questa rivelazione così importante, utilizza lo stesso tatto di un elefante in una cristalleria. Sul serio, Shoto caro, un minimo di preambolo potevi anche mettercelo!
Scherzi a parte, nonostante la schiettezza quasi lapidaria mi è piaciuto come alla fine Todoroki sia riuscito ad entrare in quell’argomento che ormai era diventato quasi un ossessione, per lui. È un po’ come se avesse voluto seguire la filosofia del “via il dente, via il dolore” mischiata ad una paura inconscia di non riuscire forse a concludere questo discorso se l’avesse preso più “alla larga”.

E arriviamo quindi a parlare della reazione di Momo. Devo dire che l’ho trovata più contenuta di quanto mi sarei aspettata, ma comunque plausibile: dal momento che Todoroki non le ha neanche accennato quale sarebbe stato l’argomento della loro conversazione trovo naturale che non abbia collegato subito quei numeri a quelli che porta sul braccio senza per questo pensare che per lei non fosse una cosa importante. Tuttavia mi è piaciuto che impieghi veramente pochi secondi per collegare i pezzi e arrivare alla giusta conclusione, perché è una ragazza brillante e dalla spiccata intelligenza e sarebbe stato strano il contrario.

Mi fa sorridere come Todoroki, una volta gettata la bomba, ritorni padrone di se stesso. Lo vediamo infatti pacato e quasi pragmatico apprestarsi ad evitare eventuali fraintendimenti, chiarendo che comunque il fatto di essere soulmate non li obbliga a nulla e in generale tutto quello che aveva maturato in giorni e giorni di continuo rimuginare… e invece, alla fine, Momo non aveva bisogno di nessuna spiegazione.

L’abbraccio delicato in cui lo avvolge è davvero tenero e spontaneo, e nonostante Todoroki non sia evidentemente abituato a questi gesti di affetto mi piace che – dopo un primo momento di tensione – si sia sciolto tanto da stringerla a sua volta: è un gesto apparentemente semplice ma che racchiude tutta l’intensità del crollo di quel muro invisibile che aveva eretto intorno a sé per evitare di soffrire.

Le due battute finali, le uniche parole che si rivolgono in quel momento così intenso, sono davvero perfette: si può toccare con mano l’emozione che emanano, e sembra quasi di percepire quel nodo che chiude loro la gola e impedisce di aggiungere altro.

Non che ce ne sia bisogno, in effetti, perché adesso che si sono finalmente trovati – trovati davvero – le parole non sono poi così importanti: sono lì, sono insieme.

Tutto il resto può aspettare.



Stile e trama:
Prima di iniziare, ti segnalo alcuni errori che ho riscontrato nella storia:
- Si era anche trovato, come dire, compiaciuto quando gli avevano accoppiati contro Aizawa […] --> Si tratta di un complemento oggetto plurale (Todoroki e Yaoyorozu), quindi ci vuole la particella pronominale terza persona plurale: “li”.
- Come affrontare, un tale discorso? --> Tra predicato e complemento oggetto non va mai messa la virgola.
- […] Todoroki si vergognò di stesso. --> In caso di particella pronominale riflessiva l’accento (che comunque in questo caso è opinabile essendoci il termine “stesso” che già da solo permette di differenziarsi dalla congiunzione “se”) deve essere aperto: “sé”. È un errore che si ripete altre volte nella storia.
- Poteva anche esserci suo padre, per quel che lo importava. --> Complemento di termine, ci vuole “gli” oppure “a lui”.

Ho trovato anche qualche refuso e alcune ripetizioni che infastidiscono un po’ la lettura, interrompendo la fluidità della narrazione. Ti faccio un paio di esempi di quest’ultime:
- Doveva avere un’ottima vista se l’aveva visto in quel corridoio laterale.
- Fino a poco fa era certo che avrebbe condotto una vita da eroe solitario, e non era certo di poter cambiare mentalità così all’improvviso.


Nonostante la forte componente introspettiva, questa storia non risulta niente affatto pesante da leggere e rimane invece sempre limpida e di immediata comprensione, grazie soprattutto al prevalente utilizzo di proposizioni semplici o coordinate per asindeto.

Di contro, questa strategia – e un utilizzo talvolta eccessivo delle virgole – ha creato in alcuni punti una leggera frammentazione della storia con conseguente interruzione della fluidità della lettura. Tuttavia, l’alternanza di periodi di diversa lunghezza hanno contribuito ad attenuare questa sensazione e migliorato il ritmo rendendolo costante e ben cadenzato.


La storia inizia con Todoroki che si ritrova a fare come un riepilogo mentale di quelle che erano state le sue impressioni su Momo a fronte di un qualcosa di nuovo che possiamo forse immaginare, ma non sappiamo con precisione.

Mi è piaciuta questa introduzione perché chiarisce senza forzature uno dei possibili dubbi del lettore sul perché mai Todoroki non si fosse accorto prima della corrispondenza del suo numero con quello di Momo, dato che – come fai notare anche tu – visto quanto è ridotto il suo costume sarebbe quasi impossibile non vederlo. L’ho trovata una spiegazione semplice e verosimile, perché in un mondo dove tutti nascono con un proprio numero sulla pelle questo diventa parte integrante della realtà quotidiana e non è affatto strano che non susciti interesse, portando le persone a percepirne la presenza senza però mettersi a leggerlo tutto (anche perché questo particolare numero è composto da moltissime cifre).


La sfida contro Aizawa è stato probabilmente il primo vero momento di vicinanza che questi due personaggi hanno avuto nel canon, e mi è piaciuto ritrovarla in questa storia arricchita da una lettura tutta nuova in cui elementi già noti si fondono con altri totalmente nuovi con assoluta naturalezza.

In particolare ho trovato un’ottima scelta quella di sottolineare come Todoroki, nonostante si fosse – finalmente – accorto del numero di Momo, continua comunque a rimanere concentrato sulla sfida contro Aizawa: è pur sempre un ottimo studente e quello che sta affrontando è uno dei compiti più difficili che gli siano stati affidati, quindi sarebbe stato strano se si fosse lasciato distrarre da questa scoperta.


Il piccolo time-skip dà modo al lettore di capire senza sforzo che Todoroki ha impiegato molto tempo per accettare l’idea di aver trovato la sua anima gemella in primis, e poi per racimolare il coraggio necessario a decidere di parlarne con lei.

In questo caso sarebbe andata bene una location qualunque, ma la scelta di ambientare questo secondo paragrafo durante un momento realmente presente nel manga ha contribuito a diminuire le distanze tra canon e fanfiction, aumentando di conseguenza il realismo e l’immedesimazione nella storia.

Molto carina, in questo paragrafo, la frase “Il suo cuore aumentò il ritmo, ma Todoroki non era certo per cosa”: mi dà come l’idea dell’impaccio tipico di un adolescente alle prime armi con le faccende di cuore, in bilico tra l’emozione dell’aspettativa per l’incontro con la propria cotta e la paura che qualcosa possa andare storto. Oltretutto, in questo caso c’è il fattore soulmate che amplifica ancora di più le cose.

Il dialogo tra Momo e Todoroki l’ho trovato ben strutturato e realistico sia per quanto riguarda la parte sintattico/lessicale che per i contenuti, e mi è piaciuto che le battute di botta e risposta siano intervallate da frasi indirette che spiegano particolari necessari a capirle al meglio – ad esempio con i pensieri di Todoroki o l’intonazione e la postura di Momo.

Mi è piaciuto che Momo, pur avendo capito che Todoroki le nascondeva qualcosa, non abbia insistito ma abbia invece fatto un passo indietro, rendendosi nel contempo disponibile al dialogo.

Invece, non mi ha entusiasmato il paragone “ferma e gentile come una brava padrona di casa”: non mi è sembrato adatto al contesto, dal momento che parliamo di due ragazzini, e non mi convince neppure come paragone in sé perché se penso a una figura femminile “ferma e gentile” non mi viene in mente per prima cosa “una brava padrona di casa” ma ad esempio un’insegnante o una madre (se vogliamo restare in ambito domestico).
Ad ogni modo quest’ultimo è ovviamente un parere meramente soggettivo, e va preso come tale.

Anche nel passaggio successivo c’è un particolare che mi stona un po’: da come è messa la frase sembra che Todoroki esiti ad affrontare quel discorso perché rivelando a Momo che loro due sono soulmate sarebbe automaticamente cambiato tutto, mentre invece in altri passaggi si capisce che per lui la coincidenza dei numeri è solo un punto di partenza, da cui può scaturire una relazione oppure no a seconda delle decisioni delle due parti in causa.

La scena della fatidica dichiarazione – o quel che è – invece l’ho trovata davvero molto carina e coinvolgente: arriva in modo secco e inaspettato, dopo un unico sospiro di Todoroki, e questo è assolutamente perfetto per rendere al meglio la situazione perché così facendo il lettore riesce meglio ad immedesimarsi – sia pur soltanto in parte – nello stupore che deve aver provato Momo nel sentirsi dire una cosa del genere senza neppure uno straccio di preavviso.

Vorrei dire due parole anche sulla scelta del numero in sé: trovo molto particolare l’idea di utilizzare un numero a così tante cifre, e mi è davvero piaciuta la spiegazione che viene data a tal proposito. È qualcosa che non avevo mai letto, e l’ho trovata allo stesso tempo originale e ben costruita; inoltre, cosa che di certo non guasta, viene ben inserita nella trama aggiungendo quella difficoltà di lettura che porta alcuni disguidi al protagonista e che aiuta il soulmate!AU ad amalgamarsi ancora meglio con l’universo canonico in cui la storia è ambientata.

L’abbraccio in cui Momo stringe Todoroki è davvero tenero e fa sorridere il lettore, che – come Todoroki stesso – era un po’ sulle spine per la reazione di lei. Inoltre, ho apprezzato moltissimo l’utilizzo del nome proprio in questo specifico frangente: in Giappone l’utilizzo del nome proprio senza suffissi è qualcosa di molto intimo, riservato soltanto ai familiari e a pochi altri, e conoscendo questo particolare la scena risulta ancora più intensa e pregna di significato.

Vediamo in lontananza un ultimo barlume del fantasma di Endeavor cercare di intrufolarsi di nuovi nei pensieri di Todoroki, ma adesso è come se avesse finalmente trovato il modo di sfuggire alla sua ombra: non c’è odio né voglia di ribellione, adesso semplicemente a Todoroki non importerebbe se ci fosse suo padre perché ha trovato qualcosa – o meglio, qualcuno – che lo fa sentire in pace.

Che lo fa sentire libero.



Gradimento personale:
Sarà banale, ma la scena che mi è piaciuta di più in assoluto è quella dell’abbraccio finale. Non posso farci niente, è davvero troppo dolce e ogni volta che la leggo mi fa sorridere per la tenerezza… davvero tanto, tanto carina.





Valutazione storia 3
Il primo giorno di condivisione


Titolo:
Questo titolo è molto accattivante per il messaggio sottinteso che si legge tra le righe: si capisce che è il primo di presumibilmente molti giorni di condivisione, e questo incuriosisce il lettore e lo spinge a volerne sapere di più su cosa e, soprattutto, con chi avviene questa condivisione.



Caratterizzazione dei personaggi:
Nella prima scena, troviamo Todoroki alle prese con un dilemma così normale che, paradossalmente, sulle prime appare quasi un po’ strano dato che siamo abituati a vederlo confrontarsi con tematiche più impegnative – che siano battaglie fisiche contro nemici o mentali contro il volere di suo padre.

Nonostante questo, ho trovato molto naturale il suo atteggiamento nei confronti di questa nuova situazione: quando Momo gli dice di non volere cioccolatini per il White Day, lui di primo acchito si sente sollevato; è giusto che sia così, secondo me, perché dopotutto la sua ragazza gli ha appena risparmiato una “seccatura” non indifferente senza farglielo minimamente pesare.

Mi piace però che, dopo un primo momento in cui accarezza l’idea di fare come richiesto e lasciar correre, Todoroki ci ripensi. Il fatto che si sia ritrovato quasi a invidiare quei ragazzi che compravano della cioccolata mette in risalto quella parte più sensibile di Todoroki che di rado ci è dato modo di vedere: non avendo mai avuto una relazione – né in generale qualcuno a cui regalare qualcosa – non è affatto strano che nutra il desiderio di compiere questo gesto di affetto che tanto a lungo gli è stato precluso.

Fa tenerezza vedere come cerchi di giustificarsi con se stesso dicendosi che “può essere il regalo per un’altra festa”, solo per poter comprare un regalo alla sua ragazza!


Mentre sta per andare alla cassa a pagare il suo acquisto, poi, sente la voce di Momo. Anche nel suo caso ho trovato un atteggiamento realistico e adatto al personaggio: scopriamo infatti che ha detto a Shoto di non farle il regalo per il White Day soprattutto perché non voleva in nessun modo “obbligarlo” a fare qualcosa per lei, perché invece per quanto la riguarda lei un regalino vuole farglielo lo stesso. Alla faccia del fatto che San Valentino è già passato!

E anche Todoroki a quel punto lo capisce, e sia pur con modi un po’ bruschi – vabbè poverino, ci deve ancora lavorare – si premura di inserirsi nella conversazione per toglierla d’impiccio.

Non ho capito se aveva deciso fin da subito di prendere due sacchetti di cioccolatini – uno per sé e uno per Momo – oppure se l’illuminazione gli è arrivata dopo averla vista lì, ad ogni modo è stata un’idea davvero carina: un gesto in apparenza molto semplice, che però rivela quanto ci tenga a lei e a non farla mai sentire a disagio, e infatti non mi stupisce che Momo ne sia rimasta tanto colpita!

Soprattutto perché probabilmente, dato che l’aveva dispensato da quell’incarico, era certa di non ricevere nessun regalo per il White Day… e invece Todoroki l’ha sorpresa di nuovo.


E alla fine, scopriamo che pur di stare un altro po’ insieme a mangiare i loro cioccolatini sono arrivati in ritardo a lezione, costretti ad entrare alla seconda ora. Potrebbe sembrare una cosa da nulla, ma per due degli studenti migliori del corso – e soprattutto estremamente ligi al dovere – è un fattore che sottolinea ancora di più quanto quel loro rapporto ancora agli inizi sia già molto importante per entrambi.



Stile e trama:
Prima di cominciare, ti segnalo alcuni errori riscontrati nella storia:
- […] finalmente d'accordo con sè stesso […] --> L’accento è sbagliato, quello giusto è “sé”.
- "Gli abbiamo finiti, mi spiace." --> “Gli” è un articolo, in questo caso è necessario l’utilizzo della particella pronominale plurale “li”.

Inoltre volevo farti un piccolo appunto tecnico sui dialoghi:
- "Beh," si disse, "Potrei sempre portarmi avanti. […] --> dal momento che la seconda parte di dialogo comincia per maiuscola, la frase indiretta che lo precede deve concludersi con un punto fermo. Altrimenti, lasciando la frase a concludersi con la virgola, la seconda parte del discorso diretto deve cominciare con una minuscola.

In questa storia è stato dato grande spazio alla trama, che viene presentata con cura sia nelle azioni che nelle descrizioni fisiche di ciò che il protagonista vede e visita.

Lo stile, di conseguenza, viene movimentato già dallo spostamento “fisico” di Todoroki, ed è per questo che la presenza di periodi anche più lunghi non rallenta la lettura ma, al contrario, concede una piacevole pausa prima di riprendere il cammino.

Anche in questo caso abbiamo una gran prevalenza di coordinate, soprattutto per asindeto, ma in questo caso non ho avuto alcuna sensazione di frammentazione – se non giusto in un paio di punti, ma così lieve che può facilmente essere ignorata – e la lettura procede spedita dall’inizio alla fine.


La trama in sé è molto semplice, e calza alla perfezione con la storia di due adolescenti: il White Day – così come San Valentino – sono feste che a quell’età vengono ritenute molto importanti, quindi mi è piaciuta la scelta di concentrarsi su questo argomento.

Soprattutto perché apprezzo sempre moltissimo l’introduzione nelle storie di peculiarità tipiche del luogo in cui esse sono ambientate: esattamente come è stato per l’importanza data al nome proprio, – della scorsa storia – così qui troviamo una tradizione che è prettamente giapponese.

L’idea degli cioccolatini menta e peperoncino l’ho trovata davvero originale, – e oltretutto plausibile – con quel “brivido del calore” che ovviamente richiama subito il doppio potere di Todoroki e che strappa un sorriso divertito.

Piccolo appunto quasi estraneo al contesto: prima di leggere questa flash non avevo idea che ci fossero delle regole anche per la tipologia di cioccolato da regalare, sapevo soltanto che a San Valentino le ragazze regalano il cioccolato ai ragazzi e i ragazzi ricambiano un mese dopo nel White Day.
E niente, tutto qui. Solo che mi fa sempre piacere notare da questi piccoli particolari la cura che è stata usata per scrivere una storia, quindi ci tenevo a dirtelo.

Tornando a Todoroki, mi fa ridere un sacco immaginarlo intento ad avvicinarsi silenziosamente, sgattaiolando tra gli scaffali, solo per poter spiare Momo e capire cosa stia facendo!

Così come mi diverte pensare alla sua espressione sconcertata quando crede che Momo stia per piangere dopo aver ricevuto il suo regalo: il poverino è traumatizzato perché non ha la minima idea di come consolarla… ma per fortuna Momo era solo commossa e tanto, tanto felice.


Il finale è fluffoso senza essere stucchevole e perfettamente inserito nel contesto. Mi è piaciuto in particolare il riferimento alla ramanzina di Aizawa – che probabilmente sarebbe stato più appropriato definire “minaccia di morte prematura in caso si fosse ripetuta una cosa del genere”, ma dettagli – e alle battutine dei compagni di classe: sono particolari che a mio parere aggiungono una notevole nota di realismo ad una storia già di per sé molto ben costruita.

E, soprattutto, è dolcissima la frase finale, in cui Todoroki ammette – almeno con se stesso – che quell’unica ora passata soli soletti con Momo, semplicemente a mangiare cioccolatini, vale ogni singola cosa che sarà costretto a sopportare.



Gradimento personale:
Mi spiace essere ripetitiva, ma anche in questo caso è il finale la parte che mi è piaciuta di più. Anche se in effetti non so se preferisco la scena che si legge tra le righe, di Todoroki e Momo che condividono gli cioccolatini e il loro “brivido del calore”, o quella dei compagni di classe che prendono amichevolmente in giro Todoroki per colpa di quel ritardo fuori programma.





Valutazione storia 4
L’inizio dei miei primi giorni con te


Titolo:
Un titolo dolce e dall’animo romantico, perfetto per raccontare l’inizio – ma non solo – di questa storia d’amore.



Caratterizzazione dei personaggi:
A inizio storia troviamo questa piccola Momo alle prese con dei libri sulle anime gemelle. Sappiamo che lei ha sempre studiato molto, sia per potenziare il proprio Quirk che per semplice curiosità, quindi trovo quanto mai azzeccato che si sia informata il più possibile anche su una questione importante come quella del soulmate.

Molto verosimile anche il fatto che, all’epoca, desse per scontato che tutto ciò che trovava nei libri fosse vero: era solo una bambina che amava imparare cose nuove, e dal momento che tutto ciò che desiderava sapere era nascosto nei libri è naturale che non li mettesse in discussione.

Mi è piaciuta molto la descrizione delle sue sensazioni durante i primi incontri con Todoroki, quando ancora non sapeva che fosse la sua anima gemella ma era comunque attratta da lui in un modo indefinibile. In più, trovo molto verosimile che, non notando nessun “segnale” da parte di Todoroki, si fosse convinta di essere vittima di una cotta non ricambiata e avesse cercato di ignorarla, sperando che passasse: è la risposta più logica, – non essendo a conoscenza della corrispondenza dei loro numeri – e Momo, come Todoroki, cerca sempre la risposta più logica.

Tanto più che Todoroki prima di vedere il numero di Momo, non le aveva mai prestato particolare attenzione, e dopo quasi la ignorava deliberatamente per cercare di riflettere sul da farsi… quindi era naturale pensare che non fosse interessato.

Quando però Momo glielo dice, lui si sente in colpa. Non per il suo ritardo nell’accorgersi di lei, ovviamente, ma per averle taciuto una verità che – adesso lo sa – per lei era davvero molto importante. Lo trovo realistico, soprattutto perché lui per primo nutriva dei dubbi sulla scelta di rimandare il momento di condividere la sua scoperta con Momo, e quindi quelle sue parole avevano in qualche modo toccato un nervo scoperto.

Per questo mi piace che alla fine decida di “confessare” il proprio peccato, aspettandosi probabilmente una discussione o almeno qualche recriminazione da parte di Momo… che invece si mette quasi a ridere per il sollievo!

L’ho trovata una reazione genuina e naturale, vista la tensione che si era accumulata in quella scena, – complice anche la faccia da funerale di Todoroki, probabilmente – ma ho apprezzato che subito dopo si sforzi di tornare seria e consolare il suo ragazzo: anche se per lei è una cosa da nulla capisce che invece Todoroki si sente davvero in colpa, quindi continuando a mantenere un tono troppo leggero avrebbe dato l’impressione di prenderlo in giro, e Momo è troppo sensibile – e innamorata – per fargli un torto del genere.

Senza contare che il modo in cui lo fa è assolutamente perfetto per il suo personaggio: questo lungo monologo frettoloso in cui tutto ciò che ha imparato negli anni le si affaccia alle labbra senza freno, esattamente come succede quando le persone parlano di un argomento che sta loro particolarmente a cuore e quindi si infervorano senza accorgersene.

E, infine, quel “grazie” appena sussurrato che le rivolge Todoroki racchiude tutta l’emozione che deve aver provato nel sentirsi sottrarre quel peso dal cuore: Momo è riuscita non solo a perdonarlo, ma ad aiutarlo a perdonare se stesso per qualcosa di cui ancora si tormentava, e anche se ancora con le parole non è molto a suo agio ha trovato comunque il modo di comunicarle quanto sia stato importante, per lui, ciò che gli ha detto.



Stile e trama:
Prima di iniziare, ti segnalo un errore e un refuso che ho trovato nella storia:
- […] ringraziò i tanti impegni che gli avevano costretti a incontrarsi a quell'ora, per lo spettacolo. --> In questo caso è necessaria la particella pronominale “li”. Nelle storie della raccolta ho notato spesso questa confusione sull’utilizzo di “gli” e “li/lo”, quindi ti consiglio di farci più attenzione.
- E forse era proprio quello che lo amava. --> “E forse era proprio per quello che lo amava.”

Nello spazio relativamente breve di questa storia, troviamo un’alternanza di più stili differenti: inizia con qualche paragrafo quasi enciclopedico, – perfetto per adattarsi al racconto delle ricerche di Momo – prosegue con un po’ di pura introspezione e si conclude con la parte più corposa, dedicata al dialogo con Todoroki.

Ciascuno di questi stili si amalgama con l’altro alla perfezione, e insieme all’alternarsi di periodi brevi e più complessi dà alla lettura un bel ritmo incalzante che mantiene ben desta l’attenzione dall’inizio alla fine.

Mi è piaciuto molto che tu abbia iniziato raccontando di questa piccola Momo alle prese con un concetto molto più grande di lei: è la prima – e unica – storia che leggiamo dal suo esclusivo punto di vista, e questo excursus sul suo passato aiuta moltissimo a conoscerla meglio.

Inoltre ho apprezzato il modo che hai trovato per dare alcune informazioni in più al lettore a proposito del “fattore soulmate”, inserendole nel contesto senza nessuna forzatura.

C’è però una cosa che non mi convince del tutto, a proposito del passaggio “Ma ora sapeva di essersi sbagliata. E le sue teorie, per la prima volta nella sua vita, erano estremamente irragionevoli.”
L’ho trovato un po’ slegato dal contesto, e ho avuto quasi la sensazione di essermi persa un pezzo della storia in cui viene spiegato perché mai c’è questa netta affermazione e cos’è, di preciso, che ha fatto capire a Momo il proprio errore.

È vero che alla fine viene come ripreso questo discorso, arrivando alla conclusione che adesso è convinta che i numeri siano comparsi con la forza dei sentimenti, ma questo lo si capisce soltanto “col senno di poi”, mentre durante la lettura c’è una spiacevole sensazione di spaesamento.


L’entrata in scena di Todoroki l’ho trovata molto ben costruita, e il passaggio da questo primo excursus sull’infanzia di Momo al presente è veloce ma abbastanza graduale – grazie al piccolo pezzo di introspezione in cui parli dei sentimenti di Momo i primi tempi che aveva conosciuto Todoroki – da non dare nessun tipo di fastidio.

Quest’ultima parte è ricca di discorsi diretti, essendo in pratica un unico lungo dialogo, e sono tutti realistici e conformi sia al contesto che all’età dei due personaggi.

Mi è piaciuto soprattutto che, nei discorsi di Todoroki, si percepisca quell’alone di serietà quasi altezzosa che lo accompagna sempre, – anche dopo che si è “sciolto” e riesce a interagire meglio con i suoi compagni – senza per questo dare alle sue frasi un tono eccessivamente austero: è esattamente come sembra, un ragazzino un po’ impacciato che ancora fa fatica ad esprimere i propri sentimenti… ma che ci sta provando davvero. Per lei.

Il modo in cui scoppino entrambi a ridere – Todoroki sulla scia di Momo – dopo quella confessione tanto sofferta ha fatto sorridere anche me, ed è stato un modo molto piacevole di dare una svolta a quell’atmosfera che stava diventando forse un po’ troppo cupa.

Nel successivo monologo di Momo, Todoroki viene a sapere – si suppone per la prima volta – quanto davvero lei creda nel destino, e quanta importanza dia al loro legame.
E ovviamente non sappiamo cosa ha pensato, in quel momento, ma adoro quel suo sguardo fisso su di lei che potrebbe voler dire tutto e niente; che è semplicemente il simbolo di una profonda emozione nascosta nell’animo, la cui causa scatenante va ricercata non tanto nella storia quanto nella sensibilità del lettore che la legge.

Piccola noticina fuori contesto in risposta alle tue note: il nome corretto di Todoroki è “Shōto”, ma dal momento che il carattere “ō” qui in Italia non viene utilizzato viene spesso sostituito dal dittongo “ou”, che ha un suono simile.


Concludiamo la storia con un’ultima introspezione di Momo, lasciata sola con i propri pensieri, che si riallaccia all’inizio creando quasi una struttura circolare.

Momo è conosciuta per la sua concretezza e la sua logica, sia per quanto riguarda gli studi che la peculiarità del suo Quirk, ma sappiamo anche che è una ragazza davvero molto sensibile e mi è piaciuto leggere di più, in questo contesto, a proposito del suo animo romantico.

E, in effetti, la sua spiegazione a proposito della nascita dei numeri sulla pelle potrebbe essere davvero quella giusta. Dopotutto, sta scritto proprio nella parola “soulmate” che chi condivide gli stessi numeri è destinato anche, in qualche modo, a condividere la stessa anima…



Gradimento personale:
Nonostante mi piacciano ovviamente tutte le scene fluffose, in questa storia ho particolarmente apprezzato l’inizio, perché è stato molto interessante scoprire qualche informazione in più su questa tua versione di soulmate!AU.






Valutazione generale della raccolta


Titolo raccolta:
L’idea di questo titolo è davvero molto carina, e mi è piaciuto il modo semplice ma efficace con cui collega le storie l’una all’altra.

È infatti immediatamente chiaro che nella raccolta si andrà a parlare di tanti diversi “primi giorni”, e i titoli dei singoli capitoli in quest’ottica diventano ottimi indizi per capire quale tipo di giornata andranno ad analizzare.



Sviluppo del soulmate!AU
Il soulmate!AU è inserito alla perfezione nel contesto, e riesce a ritagliarsi il proprio spazio senza andare minimamente ad intaccare quello che è il mondo canonico di BNHA.

Il concetto di soulmate e la regola con cui si riconoscono è presente in tutta la raccolta, anche se dopo che Momo e Todoroki si sono finalmente messi insieme il numero in sé è passato in secondo piano e invece ha trovato maggiore spazio la descrizione del loro rapporto.

Vengono dette davvero moltissime cose sulle anime gemelle e sul modo in cui si riconoscono, e mi è piaciuto sottolineare ad esempio che ne sono stati scritti anche dei libri sui quali è possibile accedere a informazioni quali statistiche di ritrovamento o altro.

Viene anche introdotto in punta di piedi il discorso che non tutti sono così fortunati da trovare la propria anima gemella, quindi possono esserci tranquillamente matrimoni tra non-soulmate… e alcuni – come quello dei genitori di Shoto – purtroppo si rivelano una pessima scelta.

Ultimo ma non ultimo, ho adorato sia l’accenno al possibile collegamento numeri/Quirk – poi smentito, ma tant’è – sia lo specificare il motivo per cui i nostri protagonisti si ritrovano un numero composto da così tante cifre.








Ciao rhys! Scusa innanzitutto il ritardo nella risposta, avevo provato a rimanere sveglia ma alle undici già crollavo, quindi ho rimandato. E poi ho riletto la tua bellissima valutazione, ne sono rimasta molto colpita, l'ho riletta, l'ho riletta ancora... insomma, l'attesa è stata più che ripagata!
Dato che è la prima volta che partecipavo a un tuo contest, non immaginavo che ti mettessi ad analizzare ogni singolo paragrafo, evidenziandone i punti di forza (per chiarezza, quando dici "stile frammentario" intendi che le frasi sono poco connesse l'una con l'altra, giusto?), di debolezza e quanto ti è piaciuto di più. E, beh, tenterò di rispondere ai tuoi dubbi al mio meglio, quindi aspettati un papiro!

Storia 1
Per la prima, diciamo che, più che immerso nella calca, mi sono immaginato Todoroki come Izuku al suo primo giorno, quindi da solo, con l'abilità di riflettere in tranquillità.
Per la questione del braccio... beh, un lieve collegamento era Endeavor=anime gemelle, con quanto hai analizzato dopo, ma più di tutto volevo introdurre la questione e mi sono "attaccata" al primo filo disponibile.
Mi piace che tu abbia notato il "contentino" di Endeavor: di certo non sarà mai il padre dell'anno, e ha imposto davvero troppo a Todoroki, ma quelle storie in cui lo trasformano in un mostro totale mi fanno storcere il naso. Non è fra le persone moralmente migliori di My Hero Academia ma è comunque un eroe, non fa certe azioni solo per torturare le persone.
Ma sto perdendo il punto della situazione. In ogni caso, avevo visto questo come il punto di partenza per Todoroki, e sono felice che sia arrivato anche a te.

Storia 2
Ok, visto che questa è quella in cui si concentrano più errori ne approfitto per scusarmi: forse contagiata da come uso i pronomi nel parlato, ho fatto poca attenzione a come venivano usati qui. Grazie mille per avermelo fatto notare (come le ripetizioni e gli errori di distrazioni... ahhh, perché non saltano MAI fuori alle riletture?), ci starò più attenta le prossime volte.
Parlando della storia vera e propria... sono felice che tu non abbia trovato la mia spiegazione all'inizio forzata. Mi piaceva inserire il momento del riconoscimento in una situazione importante per loro, e avevo paura che "la scusa" fosse troppo traballante, ma almeno così non è stato. E felice anche che tu abbia trovato appropriate le reazioni di Todoroki (tranne che per "quel discorso", come lo hai chiamato te, che per me era un "Todoroki spera avvenga qualcosa di più, ma vuole comunque lasciare il suo spazio a Momo", che in effetti non era stato ben trasmesso e forse avrei dovuto approfondire), qua è stato il momento in cui più ho temuto per la sua caratterizzazione!
Con Momo, per fortuna, è tutto più semplice. A parte il "padrona di casa" (in effetti un insegnante sarebbe andata meglio. O forse una tata, ma non so quanto siano comuni là), che mi è scivolato dopo aver passato troppo tempo su TV Tropes, lei è stata liscia, anche se forse troppo contenuta (e cosa dici, Rhys? Ci sono altri modi oltre al "sgancio la bomba ora" per confessarsi/rivelare qualcosa d'importante? XD), e ha praticamente "guidato" la scena dell'abbraccio. Che confermo, fa sorridere anche a me quando la leggo, è incredibile!
Per il titolo.., boh, a me non suona forzato. In realtà quello che m'appare più forzato è il quarto (avrei voluto modificarlo in "I miei primi giorni con te", ma ormai avevo consegnato...), ma mi fido del tuo istinto. Anche se non saprei come cambiarlo!

Storia 3
Piccolo appunto: dopo il cioccolato arancia e zenzero (che sì, ho visto effettivamente) non mi stupisco più di nulla!
E nulla, sui dialoghi posso sbatterci la testa quanto voglio, ma li sbaglio sempre. Sarà parte dell'ordine naturale.
Comunque, coi due sacchetti hai visto giusto con "Ne prende due quando vede Momo". A quanto pare, lascio per assunto troppi dettagli (come il fatto che mangino i cioccolatini, per come lo vedevo io erano semplificemente arrivati in ritardo per le spese. O, nell'ultima storia, ho immaginato che solo Momo ridesse, mentre Todoroki è stato un po' preso di sorpresa e non sapeva cosa fare), che non cambiano il corso della storia stesso ma che possono in effetti creare ambiguità. È un vantaggio? Qualcosa su cui lavorare? È davvero così importante? Non mi aspetto una risposta, tranquilla, sono solo questioni che faccio a me stessa.
Per ritornare in carreggiata, felice che tu abbia apprezzato anche questa storia. A quanto pare, so far scorrere il fluff, e questo è un vantaggio!

Storia 4
Premetto una cosa: pure per me la parte iniziale di spiegazione è la mia preferita. Sarà che alcuni atteggiamenti che ho dato a Momo li ho avuti anche io da piccola, o sarà che sono soddisfatta di questo world building (anche se ho dovuto un pochino sacrificare Momo. Mi dispiace, Momo). Per come l'ho immaginata io, la raccolta parlava di questi due ragazzi che si trovavano nel mondo- e beh, il mondo rimane un po' scialo se non lo descrivi bene!
E forse l'incontro finale fra i due non sarà il modo migliore per chiudere la raccolta, ma per come l'ho visto si riaggancia alla prima storia. Todoroki ha raggiunto una nuova linea di partenza, da cui si può solo migliorare.

E insomma, questo lungo papiro era per ringraziarti del lavoro fatto, dare il mio punto di vista su un paio di cose, e chiederti la valutazione come recensione. Ti chiedo solo un favore in più- la valutazione generale la pubblicherai assieme a quella del quarto capitolo, giusto? In tal caso, posso avere l'ultima solo quando la recensione generale sarà completata? Preferisco avere tutto insieme, come ti avevo già detto- se per te non è un problema, ovviamente!

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06/09/2019 18:28
 
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Re:
Setsy, 29/08/2019 10.12:

carissima, ho aspettato fino alle 1 poi sono crollata..
grazie di tutto. c'è stato qualche momento in cui l'ho temuto che dovessi lasciare il contest, ti devo dire la verità.
ma sbagliavo, e sei stata fantastica. grazie di aver usato i tuoi giorni di ferie e di tutto il lavoro fatto
passando alla valutazione è fantastica, ovviamente! sono contentissima della tua interpretazione e anche d'accordo sulle segnalazioni sulla punteggiatura. una parte è il mio rapporto con le virgole (di eccessivo amore, oppure temo che siano troppe e le taglio in eccesso) una è stata la volontà di consegnare delle storie con un taglio netto di parole, anche se non richiesto, (adoro darmi difficoltà tecniche) e quindi la "sistemazione" di tante frasi per il conteggio parole. dovevo stare più attenta..
per la battuta sulla mamma di Levi hai capito benissimo!
per il soulmate. devo dire che come ormai sai non è il mio genere, l'ho scritto per te e ne sono felice, ma ci tenevo che non fosse "classico", ma comprendo il tuo appunto. non è la mia specialità. grazie perchè senza questo contest non avrei mai sorpassato la pira di cominciare a scrivere su AOT
ovviamente vorrei come non mai le valutazioni come le recensioni i più bramate possibile ^_______________^
baci,
Setsy



Grazie per aver risposto! ^_^
Sì, capisco che tu sia crollata nell'attesa dei risultati... in effetti neppure io pensavo di fare così tardi, ma non avevo messo in conto tutto il tempo necessario a rileggerli e inserire l'HTML ^^"

Sono felicissima che la valutazione ti sia piaciuta, e capisco benissimo che in una storia con parole limitate (e limitate ancora di più dalla tua scelta coraggiosa di aggiungere ulteriori difficoltà tecniche) a volte non è possibile utilizzare il metodo che vorremmo per esprimere i concetti, e la sintassi un pochetto ne risente. Succede a tutti, fa parte dei "dolori" delle storie brevi xD

Capisco anche cosa intendi quando dici di aver voluto puntare su un soulmate che non fosse "classico", e ti ringrazio per esserti messa in gioco con una tipologia di storia che "non è nelle tue corde"... e con cui, alla fine, hai fatto davvero un ottimo lavoro! [SM=g27988]

Appena finito di rispondere qui in discussione rileggerò le valutazioni di chi me le ha richieste e le inserirò come recensione alle varie storie della raccolta.
Poi, una volta pubblicato il commento finale insieme al vostro banner, lo aggiungerò alla fine della recensione alla quarta storia (sotto alla "Valutazione generale della raccolta") [SM=g27989]


Grazie di nuovo per aver risposto e per aver partecipato a questo folle contest ^^

A presto!
rhys89
[Modificato da rhys89 06/09/2019 18:29]

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Re: Re:
Elettra.C, 29/08/2019 11.29:


Ciao cara, allora... questa è sicuramente la valutazione più dettagliata e minuziosa che io abbia mai ricevuto. Ti ringrazio per tutto, veramente. Sono contenta che la mia raccolta ti sia piaciuta.
Volevo soffermarmi su due cose in particolare: la prima è la stanza rossa, sì ho preso ispirazione da once upon a time e, hai ragione, mi sono dimenticata di specificarlo nelle note. Mi capita, a volte, soprattutto se do per scontato che i miei lettori capiscano la fonte da cui ho preso l'ispirazione.
La seconda cosa su cui volevo soffermarmi è la caratterizzazione di Gwen. Anche a me non piace snaturare i personaggi, anche se si tratta di personaggi che mi stanno antipatici, come in questo caso, ma essendo la storia un au mi sono sentita più "libera" di modificar il carattere di Gwen.
è troppo chiedere la valutazione come recensione?



Grazie per aver risposto! ^_^

Sono felice che tu abbia apprezzato la valutazione... e sì, in effetti io ho capito subito a cosa era ispirata la stanza rossa ed è chiaro che il tuo fosse un "errore in buona fede" perché ho notato che hai risposto ad una recensione specificando tranquillamente la fonte d'ispirazione ^^

Per quanto riguarda Gwen, ti ringrazio della precisazione: ora ho capito il tuo punto di vista e il fatto che tu abbia apportato tali modifiche alla sua personalità in virtù dell'AU.
Tuttavia, secondo me, la caratterizzazione di un personaggio deve rimanere sempre costante a prescindere dal mondo in cui viene inserito. Può ovviamente subire delle variazioni in risposta al diverso contesto, ma devono essere non troppo eccessive e ben giustificate all'interno della storia (ad esempio in risposta a qualche evento traumatico che è presente nella storia e non nel canon).

Appena finito di rispondere qui in discussione rileggerò le valutazioni di chi me le ha richieste e le inserirò come recensione alle varie storie della raccolta.
Poi, una volta pubblicato il commento finale insieme al vostro banner, lo aggiungerò alla fine della recensione alla quarta storia (sotto alla "Valutazione generale della raccolta") [SM=g27989]


Grazie di nuovo per aver risposto e per aver partecipato a questo folle contest ^^

A presto!
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06/09/2019 18:49
 
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Re:
Alsha, 29/08/2019 18.07:

Le tue valutazioni sono sempre un piacere da leggere, dico davvero. Sono sempre dettagliate, e accurate, e sembri sempre comprendere quello che metto nelle storie, quindi grazie e complimenti.
Non ho nulla da dire, se non che i trattini di lunghezze variabili dipendono dalla correzione automatica di word. La prossima volta mi prenderò un po' di tempo per metterli tutti uguali.

Il titolo di "Pointed up at the stars" voleva essere un riferimento alla fuga di Hulk, con il quinjet puntato verso il cielo e poi nello spazio profondo. Ed essendo Bruce l'anima gemella di Thor, possiamo immaginare che lui sia rimasto in un qualche modo 'puntato in quella direzione'.
In un senso più ampio, è legato alla scoperta delle anime gemelle, persone rivolte l'una verso l'altra, reciprocamente punto di riferimento e cosa preziosa da custodire (una stella, insomma).
Ma sì, avrei dovuto farlo notare meglio probabilmente.

Una piccola chicca (che probabilmente non si è notata): tutti i titoli delle storie di Bruce vengono dal ritornello di What about us (mantenendo lo stesso schema e metrica), mentre il titolo della storia dal pov di Thor è l'unico preso dalle strofe.

Per quanto riguarda l'ambientazione ho un solo dettaglio da precisare, ovvero che nella mia testa, su Asgard, le anime gemelle sono considerate davvero sacre (volontà delle Norne, divinità del destino, o un semplice essere parte di Yggdrasil, non so).
Da cui la reazione di Thor all'insinuazione di Tony (sarebbe contro tutti i suoi valori mettersi tra due anime gemelle), e anche il rispetto prestato da Loki all'intera questione. Ma non l'ho specificato bene, quindi come al solito death of the author e via.

Ti ringrazio ancora per la valutazione, è davvero dettagliata e ben fatta. E anche ben scritta, è stato come leggere una storia a sé (posso chiederla come recensione?). Per quella finale e il banner attenderemo tranquillamente, ora goditi le vacanze.
Ci sentiamo!

Alsha



Grazie per aver risposto! ^_^

Mi fa davvero piacere che le valutazioni ti siano piaciute, ho fatto del mio meglio per riuscire ad analizzare le vostre storie con la massima cura... e se sono riuscita davvero a comprendere bene le tue storie non posso che esserne felice ^^

I trattini avevo immaginato che dipendesse dal correttore automatico di word perché lo fa anche a me (il trattino a inizio frase lo lascia corto perché lo legge come inizio di un elenco puntato, quello a metà/fine frase lo corregge automaticamente con quello più lungo), te l'ho fatto notare per darti modo di correggerlo.

Per quanto riguarda il titolo "Pointed up at the stars"... ammetto che qui ho completamente toppato, e mi dispiace: non avevo minimamente pensato che potesse riferirsi alla fuga di Hulk nello spazio, mentre invece c'era anche un esplicito riferimento proprio sul finale (quando Bruce è partito e Tony porta i risultati a Thor dicendogli che è sicuro che avrebbe fatto di tutto per ritrovarlo); in quest'ottica, inoltre, il collegamento è ben presente e il titolo assume tutto un altro valore.
Mi piace anche il significato più ampio riferito alla scoperta delle anime gemelle, ma questo forse era troppo nascosto per poterlo trovare... o almeno lo era per me ^^"

In effetti avevo visto che i titoli delle prime tre storie erano ripresi da frasi molto vicine tra loro, al contrario della terza, ma non avevo fatto il collegamento con il cambio di protagonista e POV. Davvero una chicca interessante ^_-

Appena finito di rispondere qui in discussione rileggerò le valutazioni di chi me le ha richieste e le inserirò come recensione alle varie storie della raccolta.
Poi, una volta pubblicato il commento finale insieme al vostro banner, lo aggiungerò alla fine della recensione alla quarta storia (sotto alla "Valutazione generale della raccolta") [SM=g27989]


Grazie di nuovo per aver risposto e per aver partecipato a questo folle contest ^^

A presto!
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06/09/2019 19:18
 
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Re: Re:
Claire roxy, 02/09/2019 11.36:


Ciao rhys! Scusa innanzitutto il ritardo nella risposta, avevo provato a rimanere sveglia ma alle undici già crollavo, quindi ho rimandato. E poi ho riletto la tua bellissima valutazione, ne sono rimasta molto colpita, l'ho riletta, l'ho riletta ancora... insomma, l'attesa è stata più che ripagata!
Dato che è la prima volta che partecipavo a un tuo contest, non immaginavo che ti mettessi ad analizzare ogni singolo paragrafo, evidenziandone i punti di forza (per chiarezza, quando dici "stile frammentario" intendi che le frasi sono poco connesse l'una con l'altra, giusto?), di debolezza e quanto ti è piaciuto di più. E, beh, tenterò di rispondere ai tuoi dubbi al mio meglio, quindi aspettati un papiro!

Storia 1
Per la prima, diciamo che, più che immerso nella calca, mi sono immaginato Todoroki come Izuku al suo primo giorno, quindi da solo, con l'abilità di riflettere in tranquillità.
Per la questione del braccio... beh, un lieve collegamento era Endeavor=anime gemelle, con quanto hai analizzato dopo, ma più di tutto volevo introdurre la questione e mi sono "attaccata" al primo filo disponibile.
Mi piace che tu abbia notato il "contentino" di Endeavor: di certo non sarà mai il padre dell'anno, e ha imposto davvero troppo a Todoroki, ma quelle storie in cui lo trasformano in un mostro totale mi fanno storcere il naso. Non è fra le persone moralmente migliori di My Hero Academia ma è comunque un eroe, non fa certe azioni solo per torturare le persone.
Ma sto perdendo il punto della situazione. In ogni caso, avevo visto questo come il punto di partenza per Todoroki, e sono felice che sia arrivato anche a te.

Storia 2
Ok, visto che questa è quella in cui si concentrano più errori ne approfitto per scusarmi: forse contagiata da come uso i pronomi nel parlato, ho fatto poca attenzione a come venivano usati qui. Grazie mille per avermelo fatto notare (come le ripetizioni e gli errori di distrazioni... ahhh, perché non saltano MAI fuori alle riletture?), ci starò più attenta le prossime volte.
Parlando della storia vera e propria... sono felice che tu non abbia trovato la mia spiegazione all'inizio forzata. Mi piaceva inserire il momento del riconoscimento in una situazione importante per loro, e avevo paura che "la scusa" fosse troppo traballante, ma almeno così non è stato. E felice anche che tu abbia trovato appropriate le reazioni di Todoroki (tranne che per "quel discorso", come lo hai chiamato te, che per me era un "Todoroki spera avvenga qualcosa di più, ma vuole comunque lasciare il suo spazio a Momo", che in effetti non era stato ben trasmesso e forse avrei dovuto approfondire), qua è stato il momento in cui più ho temuto per la sua caratterizzazione!
Con Momo, per fortuna, è tutto più semplice. A parte il "padrona di casa" (in effetti un insegnante sarebbe andata meglio. O forse una tata, ma non so quanto siano comuni là), che mi è scivolato dopo aver passato troppo tempo su TV Tropes, lei è stata liscia, anche se forse troppo contenuta (e cosa dici, Rhys? Ci sono altri modi oltre al "sgancio la bomba ora" per confessarsi/rivelare qualcosa d'importante? XD), e ha praticamente "guidato" la scena dell'abbraccio. Che confermo, fa sorridere anche a me quando la leggo, è incredibile!
Per il titolo.., boh, a me non suona forzato. In realtà quello che m'appare più forzato è il quarto (avrei voluto modificarlo in "I miei primi giorni con te", ma ormai avevo consegnato...), ma mi fido del tuo istinto. Anche se non saprei come cambiarlo!

Storia 3
Piccolo appunto: dopo il cioccolato arancia e zenzero (che sì, ho visto effettivamente) non mi stupisco più di nulla!
E nulla, sui dialoghi posso sbatterci la testa quanto voglio, ma li sbaglio sempre. Sarà parte dell'ordine naturale.
Comunque, coi due sacchetti hai visto giusto con "Ne prende due quando vede Momo". A quanto pare, lascio per assunto troppi dettagli (come il fatto che mangino i cioccolatini, per come lo vedevo io erano semplificemente arrivati in ritardo per le spese. O, nell'ultima storia, ho immaginato che solo Momo ridesse, mentre Todoroki è stato un po' preso di sorpresa e non sapeva cosa fare), che non cambiano il corso della storia stesso ma che possono in effetti creare ambiguità. È un vantaggio? Qualcosa su cui lavorare? È davvero così importante? Non mi aspetto una risposta, tranquilla, sono solo questioni che faccio a me stessa.
Per ritornare in carreggiata, felice che tu abbia apprezzato anche questa storia. A quanto pare, so far scorrere il fluff, e questo è un vantaggio!

Storia 4
Premetto una cosa: pure per me la parte iniziale di spiegazione è la mia preferita. Sarà che alcuni atteggiamenti che ho dato a Momo li ho avuti anche io da piccola, o sarà che sono soddisfatta di questo world building (anche se ho dovuto un pochino sacrificare Momo. Mi dispiace, Momo). Per come l'ho immaginata io, la raccolta parlava di questi due ragazzi che si trovavano nel mondo- e beh, il mondo rimane un po' scialo se non lo descrivi bene!
E forse l'incontro finale fra i due non sarà il modo migliore per chiudere la raccolta, ma per come l'ho visto si riaggancia alla prima storia. Todoroki ha raggiunto una nuova linea di partenza, da cui si può solo migliorare.

E insomma, questo lungo papiro era per ringraziarti del lavoro fatto, dare il mio punto di vista su un paio di cose, e chiederti la valutazione come recensione. Ti chiedo solo un favore in più- la valutazione generale la pubblicherai assieme a quella del quarto capitolo, giusto? In tal caso, posso avere l'ultima solo quando la recensione generale sarà completata? Preferisco avere tutto insieme, come ti avevo già detto- se per te non è un problema, ovviamente!




Grazie per aver risposto! ^_^

Figurati, non esiste "ritardo" in una risposta, sono sempre e comunque ben accette... e poi si tratta solo di pochi giorni, io direi che vi ho fatto aspettare decisamente di più ^^"

Sono felice che le valutazioni ti siano piaciute, ho fatto del mio meglio per cercare di analizzarle fin nei particolari.

Risponderò anche io punto per punto, così da rendere la cosa più ordinata ^_-


Storia 1
Mi trovi perfettamente d'accordo sulla questione di Endeavor: nonostante non sia "il padre dell'anno" (definizione quanto mai azzeccata xD) è comunque un eroe, e al di là dei numerosi difetti - legati principalmente al rapporto con suo figlio - ha comunque delle buone qualità che non devono essere dimenticate.


Storia 2
Gli errori di distrazione non saltano mai fuori nelle riletture... sembrano nascondersi tra le righe solo per farti dispetto, i maledetti! xD
Scherzi a parte, solitamente dipende dalla frequenza stessa delle riletture: se leggi e rileggi di continuo la stessa storia, il tuo cervello correggerà in automatico il piccolo errore di distrazione presente nella pagina e tu procederai con la lettura senza neppure vederlo. Per questo è consigliabile lasciar "decantare" la storia per qualche giorno, prima di darle la rilettura finale... o almeno, con me questo metodo funziona, quindi te lo consiglio vivamente ^_-

Probabilmente ci sono un sacco di modi per esprimere il rivelare qualcosa di importante oltre al "sgancio la bomba"... ma sinceramente al momento non me ne viene in mente neppure uno ^^"

Per quanto riguarda il titolo, io ti ho detto solo il mio parere personale, e non è certo una scienza esatta: se a te piace così non devi cambiarlo per forza, può tranquillamente rimanere così. Dopotutto tutti abbiamo gusti e pensieri diversi, e i tuoi - in quanto autrice - hanno sicuramente più rilevanza in questo contesto :P


Storia 3
Ok, ho riletto la storia e continuo a pensare che Momo e Todoroki abbiano fatto tardi per mangiare insieme i loro cioccolatini... credo che tutto dipenda dall'ultima frase, in cui Todoroki si dice che si sarebbe sorbito altre mille ramanzine e commenti/battutine dei compagni per poter condividere ancora degli cioccolatini con la sua anima gemella.
Onestamente non credo sia un male... anche perché credo di aver abbondantemente sottolineato quanto mi sia piaciuta quella scena.


Storia 4
Anche io credo fermamente che, quando si aggiunge qualcosa di diverso dal canon come il soulmate!AU, sia importantissimo contestualizzarlo a dovere per renderlo il più naturale possibile. E infatti è anche per questo che ho apprezzato tutte le spiegazioni date sia in questa storia che nelle precedenti.
E sappi che, anche se hai dovuto un po' "sacrificare" Momo, l'hai comunque caratterizzata molto bene e hai saputo renderle giustizia. E darle un bel lieto fine, che non guasta mai ^_-


Appena finito di rispondere qui in discussione rileggerò le valutazioni di chi me le ha richieste e le inserirò come recensione alle varie storie della raccolta.
La recensione all'ultima storia, invece, aspetterò a lasciartela per inserirla direttamente insieme al commento finale [SM=g27989]


Grazie di nuovo per aver risposto e per aver partecipato a questo folle contest ^^

A presto!
rhys89

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08/09/2019 14:25
 
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Salve di nuovo! ^^

Ho inserito la valutazione come recensione a chi l'aveva richiesta, insieme alla valutazione generale della raccolta inserita nella quarta storia.

Vi ricordo che, sempre nella quarta storia, aggiungerò il commento generale sulla raccolta non appena sarà stato pubblicato qui in discussione ^_-

Ricordo anche che le valutazioni saranno inserite come recensioni alle rispettive storie solo in caso di esplicita richiesta.

Io controllerò sempre se ci sono eventuali aggiornamenti qui in discussione, ma se non rispondo entro 2/3 giorni al massimo mandatemi pure un mp perché c'è la possibilità che non abbia notato la vostra risposta ^^"

E niente, vi ringrazio ancora e ancora per tutto quanto e vi saluto.

A presto!
rhys89

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Re: Re:
XShade-Shinra, 29/08/2019 14.31:

Valutazione


Ciao Rhys!
Grazie mille per le valutazioni! ** Capisco perché ti sei presa tutto questo tempo per scriverle e non mi dispiace nemmeno un po’ di aver aspettato.
Le tue valutazioni sono veramente approfondite, hai sviscerato la storia da cima a fondo, analizzando praticamente ogni scena! Non mi aspettavo un giudizio così dettagliato.

Innanzitutto, ti ringrazio per avermi fatto notare i typo. Mi dispiace per quei “bÈ”… li avevo notati poco dopo aver consegnato: sono stata un’idiota con il comando “trova e sostituisci”… =__=°
Sono contenta che la ff ti sia piaciuta! *^* Ne approfitto per rispondere ad alcuni punti:
2° storia: A proposito del soulmate di Tetsuo, hai ragione quando dici “non è un dato “certo” ma solo la speculazione di Mitsui e Tetsuo”. Nella raccolta, infatti, si parlerà di nuovo del suo soulmate (cap 11) e si scoprirà cosa è successo e che è una donna. XD Tetsuo non aveva idea di che sesso fosse, quindi il termine “poliziotto” è stato usato per indicare la professione non il genere, e non puoi essere sicuro al 100% del sesso di una persona dal nome (“Free!” insegna XD). Nemmeno a me piaceva l’idea che fosse un maschio, era già stato tutto prestabilito. E sono veramente contenta che tu sia d’accordo con me! XD
3° storia: Ho usato le virgolette in “tranquillizzò” appunto perché Mitsui passa da una preoccupazione all’altra, alla rivelazione di Hanamichi. Il wordcount ha inciso in maniera micidiale qui, me ne rendo conto. :( Volevo già provvedere a sistemarlo dopo le due settimane a conclusione dal contest.
4° storia: - Altro punto dove il limite di parole ha colpito parecchio è stato appunto sui pensieri di Mito nella prima parte. :( Hai ragione a dire che avrebbe meritato qualche riga in più, sono d’accordissimo!
- Mi dispiace che quella frase di Rukawa non ti sia piaciuta “addosso” a lui, ma era proprio una cosa voluta e costruita fin dall’inizio e nessuno me lo aveva fatto notare in negativo (anzi, divertiva appunto perché poi i suoi pensieri spiegavano tutto – e capisco che per un’amante della prima persona pura non sia stata una scelta efficace, ma sapevo cosa stavo facendo e non ho nessun rimpianto per la mia scelta: l’importante è che la scena sia comunque riuscita a strapparti un sorriso, perché è per quello che è stata creata! ^^).
- Per il fatto che il nome di Mito sia comparso sul volto di Mitsui, ma l’altro non se ne sia accorto subito, è sia perché i capelli nascondevano parte del viso di Mitsui e quindi non c’è stato un contatto uniforme con la guancia (le scritte non erano vistose), ma soprattutto perché dopo aver colpito da una parte, uno è tendenzialmente portato a cercare un altro punto scoperto. Questa è una scena molto veloce e, nella furia del momento, Mito aveva sì visto qualcosa, ma non ci aveva fatto caso perché non era una cosa alla quale avrebbe mai pensato, né gliene importava al momento. Al contrario, nella scena dopo c’è un momento più statico, in cui Mitsui può notare il proprio nome su Mito (anche perché, inconsciamente, era una cosa che ricercava sempre e quindi era più portato a vederla subito e capire quanto fosse importante). Poiché è venuto il dubbio a te, potrebbe venire anche ad altri, quindi aggiungerò qualche parola in merito. Ti ringrazio!

Ricevere il tuo giudizio mi ha fatto davvero piacere, e gradirei tantissimo che lo mettessi come recensione alla storia, quando tornerai dalla vacanza. ^^
Ancora, grazie per non averci abbandonate e, soprattutto, per aver indetto questo contest. Tu non sai l’enorme regalo che mi hai fatto, davvero. Era da anni e anni che volevo scrivere una long Mitsui/Mito, e solo grazie all’idea della soulmate!AU ho trovato la giusta ispirazione per questo desiderio che avevo nel cuore (pur conoscendo le soulmate!AU non le avevo mai prese in considerazione per loro).
Grazie veramente per tutto!



Grazie per aver risposto! ^_^

E ti chiedo umilmente scusa per non averti risposto prima, ma per qualche motivo che non mi spiego mi ero persa il tuo messaggio! ç-ç

Comunque sia, eccoci qui. Sono felice che le valutazioni ti siano piaciute, e soprattutto che tu pensi siano valse l'attesa... onestamente era una delle mie maggiori paure, quella di deludervi dopo tutto il tempo che vi avevo fatto aspettare.

Riguardo al soulmate di Tetsuo, devo porgerti insieme scuse e complimenti: ero talmente immersa nel POV soggettivo di Mitsui che non ho nemmeno preso in considerazione l'ipotesi che lui e Tetsuo si fossero sbagliati, dando per scontato che il soulmate di Tetsuo fosse un uomo perché lui stesso ne era convinto.
Detto questo, mi fa piacere che la pensiamo allo stesso modo, e sicuramente appena troverò il tempo leggerò il resto della raccolta per scoprirne qualcosa di più [SM=g27988]

Il limite di parole mi rendo conto che è stato un grosso problema per voi e lo sarebbe stato anche per me a parti inverse... ma non me la sono sentita di concedervi più libertà in questo senso perché già sapevo che sarebbe stato un lavoro gigantesco, e con storie più lunghe avrei probabilmente finito ad anno nuovo ^^"

Grazie anche per la spiegazione sulla scena della rissa e sul perché Mito non si è accorto prima che il proprio nome rimaneva impresso su Mitsui: adesso ho capito il tuo punto di vista, e direi che con queste precisazioni la scena diventa più plausibile.

Vorrei aggiungere che non leggevo storie su Slam Dunk da una vita, e mi ha fatto davvero un sacco piacere questa tua raccolta... è stato un bellissimo tuffo nei ricordi, oltre che una piacevole lettura. Senza contare che finalmente ho letto una soulmate!AU su una delle coppie più ignorate del web che io invece ovviamente adoro xD


Appena finito di rispondere rileggerò le tue valutazioni per ricontrollarle e le inserirò come recensione alle varie storie della raccolta.
Poi, una volta pubblicato il commento finale insieme al banner, lo aggiungerò alla fine della recensione alla quarta storia (sotto alla "Valutazione generale della raccolta") [SM=g27989]


Grazie di nuovo per aver risposto e per aver partecipato a questo folle contest ^^

A presto!
rhys89
[Modificato da rhys89 08/09/2019 17:40]

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09/09/2019 21:32
 
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Ciao rhys **
Allora, contato il fatto che sono via per scavi archeologici e non posso collegarmi spesso, mi scuso per il mio silenzio fino a ora ^^'
Dato il poco tempo, rimando a un momento più libero una risposta dettagliata e meritevole di tutta l'attenzione che hai rivolto alla storia, quindi per ora ti ringrazio davvero tanto per ogni parola: gli elogi, le considerazioni, i pensieri, le osservazioni.
Grazie davvero, mi hai fatto commuovere, specie visto quanto ho sentito questa storia. Ora, la valutazione mi piacerebbe davvero tanto come recensione, quindi ti prego di lasciarmela **
Per ora non riesco a risponderti di più, ma sappi che ogni frase è molto importante per me **
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09/09/2019 23:06
 
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Re:
rhys89, 29/08/2019 03.46:

Contagio - Nella profondità della tua anima di Rota23 (Rota)


Valutazione storia 1
Livello Uno: nascita, esistenza


Titolo:
Questo titolo, sia con il “livello uno” che con “nascita” rende perfettamente l’idea di un principio, del fatto che questa sia la prima storia di una raccolta e che qui si gettino le basi per tutto ciò che verrà dopo.



Caratterizzazione dei personaggi:
Il Makoto di questa drabble è soltanto un bambino, quindi la sua caratterizzazione è stata giustamente adattata di conseguenza nonostante si vedano comunque alcune delle peculiarità del ragazzo che conosciamo.

Ad esempio, l’ho notato nel suo stare tranquillo mentre è “stretto con fin troppo amore” tra le braccia di quella che immagino sia la madre senza minimamente dar cenno di un qualche fastidio, come invece fanno spesso i bambini quando i genitori li “strapazzano” un po’ troppo.

E, a tal proposito, quel “fin troppo amore” è perfetto anche per tratteggiare la madre, rendendo immediatamente chiaro – grazie anche all’esclamazione con cui si apre la drabble – che si tratta di una donna espansiva e molto affettuosa.

Del padre invece non si sa nulla a parte la sua immensa ammirazione per gli eroi della televisione… ed è proprio questa la cosa importante, quella su cui si focalizza tutta la storia.

Infatti vediamo come Makoto, dapprima disinteressato, non appena vede la reazione del padre prende la decisione di diventare, da grande, un eroe proprio come quelli della tv. E, sì, c’è di mezzo anche il discorso del suo potere che viene appena accennato, ma più che altro ho notato una fortissima empatia unita al desiderio comune a tutti i bimbi di ricevere l’approvazione dei genitori, il che lo rende un personaggio ben caratterizzato e molto realistico.



Stile e trama:
Lo stile di questa drabble è introspettivo ma mai pesante, leggero e fluido grazie all’alternanza di periodi brevi e lunghi, costituiti perlopiù da coordinate per asindeto che consentono sempre un’immediata comprensione.

Anche i dialoghi, pochi e ben curati sia dal punto stilistico che per la verosimiglianza con chi li pronuncia, sono inseriti in modo da dare un bel ritmo alla storia: in apertura, al centro e in chiusura.

Sempre per quanto riguarda i dialoghi, mi è piaciuto che siano tutte frasi brevi – i tipici commenti che si potrebbero fare guardando la TV – e che siano tutte pronunciate da persone diverse: la storia si apre con un’esclamazione della madre che dà il via alla trama, al centro troviamo il commento del padre che è la diretta conseguenza di un’importante svolta che si conclude nell’ultimissima riga con la decisione di Makoto.

Mi è piaciuto anche come hai presentato la presenza dei supereroi in questo soulmate!AU senza essere didascalica ma attraverso una scenetta di vita quotidiana, lasciando al lettore il compito di tirare le fila del discorso e riunire i vari indizi – come quello dell’eroe e del suo mate che si salutano – per capire come è stato strutturato questo “nuovo” mondo.

Infine, anche il potere di Makoto è stato inserito molto bene, secondo me, con quel piccolissimo accenno sul finale. Trattandosi Makoto di un bambino è verosimile pensare che i suoi poteri fossero ancora molto acerbi, quindi trovo adeguato che anche all’interno della storia abbiano avuto solo uno spazio marginale – ma senza comunque esserne esclusi.



Gradimento personale:
Mi è molto piaciuta la scenetta rappresentata, ma in particolar modo di questa storia ho apprezzato la struttura dei tre discorsi diretti e il ritmo che danno alla lettura.




Valutazione storia 2
Livello Due: primo legame


Titolo:
Titolo semplice ma esemplificativo, rende chiaro fin da subito quello che sarà il cuore pulsante della storia, il fulcro attorno a cui ruota tutta la trama.



Caratterizzazione dei personaggi:
Questa storia predilige lo sviluppo della trama a quello dei personaggi, ma il protagonista è comunque ben delineato.

È un adolescente, Makoto, in questa storia, quindi verosimilmente lo vediamo ad una festa – una a cui partecipano tutte le scuole del distretto – insieme ai suoi amici.

Mi è piaciuto l’accenno ad Haruka, che solo tra tutti sembra essersi accorto che Makoto ha qualcosa che non va: non dice nulla, – non ne ha il tempo – ma dopotutto Haruka non ha mai avuto bisogno di parole per essere estremamente espressivo.

Forse fin troppo, in effetti, perché guardando la sua espressione preoccupata Makoto si preoccupa di riflesso ancora di più – vuoi per il suo potere, vuoi per il loro legame – e corre via in cerca di un po’ di tranquillità.

È un po’ strano vedere Makoto, sempre così pacato, agitarsi tanto, ma è proprio questo a rendere ancora più lampante l’eccezionalità della situazione e quindi l’ho trovata una reazione decisamente coerente.

Ho anche apprezzato il piccolo accenno sottinteso alla sua innata premura, perché nonostante tutto il casino che sente nella testa una parte di lui si sofferma a pensare che probabilmente sta trasmettendo agli altri la sua paura, dal momento che molti si fanno in disparte per lasciarlo passare. Può sembrare banale e magari sono solo io che leggo troppo tra le righe, ma quando una persona è terrorizzata come Makoto dice di essere tende ad agire per istinto, e il suo istinto lo porta a pensare anche agli altri e non solo a se stesso – poco, certo, ma comunque ci pensa. Non è da tutti.

La paura che prova è qualcosa di così presente da potersi quasi toccare con mano, e secondo me è più che giustificata: Makoto è solo un ragazzo, dopotutto, e sentirsi questa cosa strana addosso di punto in bianco, come se il suo corpo non rispondesse più ai suoi comandi, manderebbe in crisi anche molti adulti.

Ultimo ma non ultimo, abbiamo un minuscolo accenno a Sousuke, anche lui perfettamente in linea con il suo personaggio del canon.

Come Makoto, anche Sousuke è evidentemente agitato e impaurito, ma nonostante questo rimane abbastanza lucido da capire che la situazione rischia di sfuggirgli di mano, e prima di rischiare di far del male a quel ragazzo che ancora non conosce sfoga il proprio potere sulla terra.



Stile e trama:
Prima di cominciare ti segnalo un piccolo refuso: […] dopo la solita tazza di late quella mattina […] --> Latte.

Lo stile di questa flash è completamente privo di dialoghi, – o anche solo pensieri diretti – ma in compenso alterna alla marcata introspezione una trama molto dinamica e ricca di azioni.

La sintassi è pulita e ben curata, tuttavia l’utilizzo prevalente della coordinazione per asindeto, – e in generale l’abbondanza delle virgole – che nella prima parte ben si adatta a quella piccola introduzione, nella seconda (dalla fuga di Makoto in poi) ha comportato un rallentamento del ritmo della lettura che stona nella sua contrapposizione all’accelerare invece del ritmo narrativo.


Riguardo alla trama, mi è piaciuta l’introduzione generale sul soulmate!AU e sul discorso dei poteri nell’adolescenza che – dopo una breve panoramica – restringe il campo su Makoto per concentrare l’attenzione su di lui.

Ho trovato le informazioni così inserite ben equilibrate con il resto del racconto, che spiegano al lettore qualcosa in più sull’AU scelto ma non come informazioni fini a se stesse bensì con il preciso scopo di arrivare a far comprendere lo stato d’animo attuale del protagonista.

Anche l’accenno ai soppressori, messo lì tra le righe come un qualcosa di naturale ed assodato, a parer mio aiuta a consolidare l’immedesimazione del lettore in questo nuovo contesto.


Lo scenario del festival è molto sfruttato nelle storie ambientate in Giappone dati i suoi molteplici possibili utilizzi, ma mi è piaciuto che qui si parli di un festival particolare che riunisce tutte le scuole del distretto.

Mi è piaciuto perché oltre ad essere verosimile è funzionale alla trama in più modi: più scuole vuol dire più persone, – davvero tante, tante persone – e una folla del genere può creare disagi sia per Contagio, con tutti quei sentimenti diversi e accalcati l’uno sull’altro, sia per il suo essere semplicemente “folla” e quindi opprimente. E poi, ovviamente, è un pretesto semplice ma efficace per far trovare i due soulmate nello stesso posto.


La “fuga” di Makoto è davvero ben strutturata, e il lettore è partecipe in prima persona della sua paura e della sua confusione ed è portato – come lui – a chiedersi cosa mai stia capitando.

E poi, finalmente, avviene il primo incontro. Anche questo l’ho molto apprezzato per il realismo che riesce ad esprimere nella sua semplicità: Makoto sente qualcosa di diverso e alza gli occhi, ma non appena vede Sousuke registra semplicemente un ragazzo sconosciuto con la divisa di un’altra scuola.

È solo in seconda battuta che entra in scena Contagio, che gli permette di capire chi sia davvero la persona che ha appena incontrato, e probabilmente anche l’altro ha riconosciuto lui… o almeno così si potrebbe ipotizzare dalla sua reazione non appena ha incrociato gli occhi di Makoto. Non si può ovviamente saperlo con certezza per via del narratore soggettivo, ma è una cosa che mi piace perché così anche il lettore, esattamente come Makoto, rimane col dubbio di aver interpretato bene oppure no determinati segnali.

Invece non mi convince particolarmente lo specificare che il potere di Sousuke è “Gettito”, proprio perché per via del narratore soggettivo trovo strano che Makoto sappia già per istinto quale sia la natura di quel potere.

Ho ipotizzato che i vari poteri in questo mondo fossero limitati e tutti ne fossero a conoscenza, oppure che qualcuno gli avesse rivelato quale sarebbe stato il potere del suo mate che si sarebbe adattato perfettamente al suo “Contagio”… ma dal momento che non abbiamo nessun indizio a riguardo rimane qualcosa di nebuloso, e personalmente avrei preferito lasciare inalterata tutta la descrizione della scena eliminando però il termine specifico “Gettito”.

Tornando a noi, tutto questo primo incontro avviene in una manciata di secondi a dir poco cruciali, e ho trovato le reazioni istintive dei due ragazzi davvero ben delineate e realistiche. Anche Sousuke, i cui pensieri ci sono preclusi, è estremamente espressivo e attraverso gli occhi di Makoto possiamo quasi toccare con mano quanto questo incontro lo abbia sconvolto fisicamente e mentalmente.



Gradimento personale:
Forse la cosa che più ho apprezzato in questa storia è stata il finale, molto suggestivo con questa singola crepa che si apre sul terreno al tocco delle dita di Sousuke.




Valutazione storia 3
Livello Tre: espansione o vibrazione


Titolo:
Titolo molto criptico nella sua apparente semplicità, incuriosisce il lettore e lo spinge a leggere la storia per scoprire con precisione a che cosa si riferisca.



Caratterizzazione dei personaggi:
La storia si apre con un Makoto imbarazzato per essersi appisolato al tavolo, – e ci sta, anche se doveva essere davvero stremato per cedere al sonno – ma mi piace soprattutto la reazione-non-reazione di Haruka: come dici tu, Haruka è il suo migliore amico e non ha bisogno di un potere speciale per comprendere i suoi sentimenti e farsene carico, e dal momento che Makoto è evidentemente depresso per qualcosa Haruka lo capisce senza bisogno di parole.

Anche nella scenetta immediatamente successiva Haruka viene ben rappresentato, e Rin con lui: Rin che sbuffa e si lamenta con toni abbastanza accesi da essere sentiti dalla stanza affianco, e Haru che risponde con una frecciatina quasi mormorata come suo solito.

Tuttavia, grazie allo sguardo preoccupato di Makoto, deduciamo che nonostante si tratti di un bisticcio di poco conto è solo l’ultimo di una lunga serie.

Makoto rimane solo e triste seduto al tavolo, ed è naturale che cerchi qualche distrazione dai propri pensieri… e quale migliore distrazione di un servizio su una coppia di eroi?

Scopriamo quindi che l’ammirazione di Makoto per gli eroi non è diminuita con l’età, e scopriamo anche indirettamente che invece Sousuke sembra non condividere questa sua passione.

Quando Rin entra in scena lo fa col suo solito modo un po’ teatrale, con gesti seccati ed espressione corrucciata, e ovviamente Makoto – anche senza il proprio potere – capisce subito il suo stato d’animo e reagisce di conseguenza, cercando di consolarlo con un sorriso.

Mi piace che non abbia intavolato una qualche discussione, sia perché – come abbiamo avuto modo di leggere tra le righe – non è certo la prima volta che lui e Haru discutono e quindi sarebbe stato solo un ripetere cose già dette, sia perché trovo molto più verosimile questa sua solidarietà silenziosa… e anche perché probabilmente Rin – col suo bel caratterino – lo avrebbe mandato al diavolo se gli avesse chiesto di parlare dei propri sentimenti.


Quando va a cercare Sousuke, lo trova seduto sul muretto a fissare il vuoto. È evidente che anche lui ha qualcosa che lo turba, e per questo non condivido l’enfasi che Makoto mette nel dirgli della torta: quel punto esclamativo mi fa immaginare il suo tono di un allegria forzata che stona non poco sia con l’atmosfera generale che con la caratterizzazione di Makoto; avrei trovato più naturale un tono pacato, una semplice informazione detta magari con un sorriso che nasconde un invito implicito a seguirlo di nuovo in casa.

Invece mi piace come, alla non reazione di Sousuke, Makoto tenta un’altra volta senza però finire neppure la frase: è una situazione frustrante, quella, e anche con tutta la volontà di Makoto di far finta che vada tutto bene è verosimile che si arrenda all’evidenza, evitando di concludere una frase cui avrebbe risposto soltanto il silenzio.

Come pure è naturale che si sforzi di non prestare attenzione alla litigata che inizia dentro casa, cercando per quanto possibile di non invadere la privacy dei suoi amici sia per rispetto sia perché – con o senza l’attivazione di Contagio – sta male per loro.

Quando cerca conforto da Sousuke, forse per reale bisogno o forse per cercare di instaurare un qualche dialogo visto il muro che il suo fidanzato sembra aver eretto, lui risponde freddamente che “non sono affari nostri”.

È brusco e sembra quasi insensibile, ma credo che corrisponda a ciò che effettivamente direbbe Sousuke in una situazione del genere. Non perché non gli importi, ovvio, ma perché è un tipo estremamente razionale e inoltre conosce Rin come le sue tasche, quindi sa bene che una qualsiasi intrusione da parte sua o di Makoto potrebbe solo far danno senza risolvere realmente nulla.

Anche Makoto lo capisce, ovviamente, ma nonostante questo non può fare a meno di star male per i problemi di Rin e Haruka… e anche per l’atmosfera pesante che c’è tra lui e Sousuke.

Sousuke che continua a rimanere in silenzio anche ad un nuovo fiacco tentativo di Makoto di riportarlo in casa, ma poi è lui stesso a parlare per primo. Lo trovo un atteggiamento forse irritante ma tutto sommato realistico, perché quel qualcosa che c’è nell’aria è evidentemente molto serio e ci sta che avesse bisogno dei suoi tempi per cominciare ad aprirsi.

Per questo, mi piace anche la sua – diciamo – “frase di apertura”, quella considerazione completamente fuori contesto sulla notte che segue un filo di pensieri che è soltanto suo. La sta prendendo larga, evidentemente, e va bene così.

La seconda frase invece (“Che non ci fosse un domani da rincorrere.”), che dovrebbe essere più esplicativa per far capire anche a Makoto cosa intendesse, non mi convince: la trovo troppo artificiosa in un discorso diretto, e ancor meno verosimile che sia pronunciata da un adolescente (o comunque da un ragazzo di circa vent’anni).

La discussione prosegue, gli animi si accendono e finalmente scopriamo il motivo – o almeno uno dei motivi – del malumore di Sousuke.

Mi ha piacevolmente sorpreso l’accusa di Sousuke a Makoto: tra i due ci si aspetterebbe che fosse Makoto quello più espansivo e sincero riguardo alle sue paure e ai suoi sentimenti… e invece veniamo a scoprire che è stato proprio lui a mettere su una maschera, a controllare il proprio potere perfino con il proprio mate per paura di lasciarsi andare completamente.

In questa discussione, sia i dialoghi che le varie reazioni dei personaggi sono molto naturali e realistici, e seppur in un contesto così diverso da quello a cui siamo abituati Makoto e Sousuke sono rimasti perfettamente fedeli a loro stessi.

Nel rendersi pienamente conto del turbamento e della frustrazione di Sousuke, Makoto si sente terribilmente in colpa: in fondo sa bene che ha ragione, e anche se non aveva mai avuto intenzione di ferirlo capisce che il suo atteggiamento non è stato affatto corretto nei confronti del suo mate.

E forse, ma solo forse, magari stava aspettando proprio questo: che Sousuke tirasse fuori per primo l’argomento e chiedesse una qualche spiegazione, da parte sua, così da “costringerlo” a raccogliere tutto il suo coraggio per fare quello che doveva essere fatto.

Della parte finale non c’è molto da dire se non che sono perfetti: due ragazzi innamorati, un po’ spaventati ma desiderosi di abbattere ogni barriera tra loro per arrivare a sentirsi davvero, fino in fondo.

È un’intimità più potente di quella fisica, che li tocca dritti al cuore e all’anima e che li ripaga dei loro sforzi dando loro una serenità e una sicurezza di sé come coppia mai provate prima: i problemi non sono finiti, lo sanno entrambi, ma questo è il primo passo per riuscire a risolverli tutti. Insieme.



Stile e trama:
Lo stile di questa storia è estremamente introspettivo, con pochi dialoghi ben mirati intervallati da lunghi flussi di coscienza che contribuiscono a rendere ancora più vivida l’atmosfera pesante che si respira.

La lettura, tuttavia, rimane sempre scorrevole grazie ad una sintassi varia e molto curata che alterna periodi di diversa lunghezza e diversa costituzione – periodi secchi, coordinate per asindeto, per congiunzione o subordinate varie.


La trama si dipana lentamente, scorrendo pigra tra una riga e l’altra dei pensieri di Makoto e lasciando il lettore sulle spine fin quasi alla fine, quando finalmente i nodi vengono al pettine e si chiariscono i vari perché sorti spontanei durante la storia – o almeno gran parte di essi.

È una tecnica che trovo molto interessante, questa, ma devo dire che personalmente ho fatto non poca fatica a seguire il filo del discorso ad una prima lettura: c’erano davvero troppe domande senza risposta, e tutti quei discorsi lasciati in sospeso – con quel non detto che viene dato per scontato ma scontato non è – alla lunga mi sono risultati più frustranti che intriganti.

Solo ad una prima lettura, comunque, perché già alla seconda – con la dovuta consapevolezza delle circostanze – ho potuto cogliere molte delle sfumature nascoste nel sottotesto, che mi hanno fatto apprezzare la storia molto di più.


Ma, in effetti, forse sarebbe meglio andare con ordine… quindi ripartiamo dall’inizio.


Il sipario si apre su Makoto che si risveglia da un pisolino fuori programma, e mi è piaciuto come si abbia quasi la sensazione di svegliarsi insieme a lui, aprendo gli occhi su un posto che inizialmente non si riesce a distinguere e prendendo coscienza pian piano di dove si è.

Si capisce fin da subito che c’è qualcosa che non va, anche se non si sa di preciso cosa, e nonostante l’ambientazione familiare e la presenza di Haruka l’atmosfera che percepiamo attraverso Makoto è come offuscata da una cappa di pesantezza.

Pesantezza che viene acuita dalla discussione di Haru e Rin, dall’assenza di Sousuke e in generale dal fatto che Makoto si ritrova da solo nella stanza con l’unica compagnia dei resti della cena e del borbottio della TV.

Nelle sue riflessioni si capisce che c’è stata una festicciola, – intima, ma comunque una festa – e a questo proposito ho un dubbio che non sono riuscita a chiarire anche dopo diverse riletture: ma di preciso cosa stavano festeggiando? Avevo ipotizzato che fosse per festeggiare la partenza imminente, ma dato che nessuno sembra realmente felice di questo nuovo viaggio non sono sicura di aver capito bene.

Scopriamo poi che alla TV stanno dando un programma sugli eroi, e questo mi è piaciuto: non solo serve alla trama per dare il “la” alle riflessioni di Makoto, ma aggiunge anche un tocco di realismo al mondo che hai costruito.

Mi è piaciuto anche il modo in cui si susseguono i pensieri di Makoto mentre in televisione scorrono le immagini degli eroi: non c’è un vero e proprio filo conduttore, sembra più che altro un flusso di coscienza in cui la mente salta da una riflessione all’altra senza preavviso o quasi. Stilisticamente parlando, lo ammetto, appesantisce un po’ la lettura, ma l’ho molto apprezzato comunque perché rende perfettamente l’idea di ciò che deve essere passato per la testa di Makoto mentre guardava quel programma.

Inoltre mi è piaciuto il collegamento sottinteso alla prima drabble, quando per la prima volta Makoto – sempre guardando un programma sui supereroi – decide cosa vorrà fare da grande.

L’arrivo di Rin lo distoglie dai suoi pensieri, un artificio semplice ma efficace per riprendere il filo della trama. Tanto più che anche in quanto a tempistiche ci siamo, perché è realistico che Makoto sia rimasto perso in se stesso abbastanza a lungo da permettere a Rin di finire di lavare stoviglie/discutere con Haruka.


Ho notato che in questa storia hai dato molta importanza all’ambiente, aggiungendo all’interno del racconto numerosi dettagli che contribuiscono a dipingere un quadro ben preciso nella mente del lettore.

Tuttavia, se ad esempio il piccolo excursus su ciò che avevano mangiato a cena è stato leggero e ben amalgamato al contesto, – con il successivo accenno alla torta che poi verrà ripreso in più di un’occasione – la descrizione che apre il paragrafo in cui Makoto esce a cercare Sousuke l’ho trovata un po’ forzata: oltre a non aggiungere nulla né alla trama né all’introspezione dei personaggi, è un periodo piuttosto lungo che rallenta notevolmente il ritmo della lettura.

Personalmente, avrei apprezzato maggiormente un periodo più breve con solo le informazioni più importanti, o in alternativa più periodi di diversa lunghezza che avrebbero mantenuto dinamico l’andamento della narrazione.

Anche Sousuke, come Makoto, sembra essere preoccupato per qualcosa di cui non siamo a conoscenza; anzi, più che preoccupato sembra quasi arrabbiato, come se lui e Makoto avessero litigato prima dell’inizio della storia. Il che in effetti spiegherebbe sia perché – quando Makoto si è appisolato – l’ha lasciato da solo e se ne è uscito a fissare il vuoto, sia perché adesso gli risponda a monosillabi o quasi.

Anche qui, però, sono solo ipotesi: non abbiamo indizi concreti che ci possano svelare questo mistero, anche perché Makoto si limita a prendere atto del suo comportamento scontroso senza nessun accenno a quella che potrebbe essere la causa, come se neppure lui lo sapesse con certezza… e questo non mi convince. Insomma, se il mio ragazzo si comportasse in modo così scontroso senza una ragione apparente quantomeno gli chiederei una spiegazione, e se invece Makoto già lo sa… perché non lo fa capire anche al lettore?
Questo è uno di quei punti di cui ti parlavo, in cui il mistero smette di essere affascinante e diventa frustrante perché questo mio dubbio è destinato a rimanere senza risposta.


Dall’interno della casa si cominciano a sentire delle urla, e se da un lato è strano immaginarsi Haruka che urla sappiamo bene che anche lui ne è capace, quando particolarmente stressato o arrabbiato. Inoltre sappiamo tramite Makoto che lui e Rin sono ai ferri corti, e quindi è verosimile che – di nuovo soli – abbiano ripreso a discutere, stavolta senza freni inibitori.

Non so se è questo il caso oppure no, ma capita spesso che le persone si trattengano se ci sono ospiti per poi cominciare ad urlare quando sono nell’altra stanza o appena fuori dalla porta… come se le urla non potessero oltrepassare le pareti. È sciocco, razionalmente parlando, ma a livello inconscio sembra avere un senso e mi piace pensare che sia stato così anche per Haruka e Rin.

E poi, finalmente, arriviamo a scoprire il motivo di tutti questi litigi… o almeno in parte: l’accademia per Proto Eroi che Rin – per amore di Haruka – ha deciso di frequentare.

Qui, però, ho un altro dubbio che vorrei chiarire: dalla storia mi sembra di aver capito che Rin partirà da solo per questa accademia… quindi sta lasciando Haruka per renderlo “libero” e permettergli di trovare il suo Mate? È per questo che litigano? Oppure ho capito male io e in realtà ci vanno entrambi e discutono perché Rin non avrebbe voluto e lo fa solo per accontentare il suo ragazzo?

Ad ogni modo, scopriamo anche che Rin e Haruka non sono soulmate, ma “soltanto” una coppia. Ho apprezzato moltissimo questo particolare perché mette in scena un’eventualità che potrebbe benissimo verificarsi all’interno di questo AU: dopotutto il mondo è a dir poco immenso, e nonostante tutti abbiano un’anima gemella non è affatto scontato che tutti siano abbastanza fortunati da riuscire ad incontrarla.

Per questo mi piace anche l’accenno – oltre all’accademia per Proto Eroi – a queste fantomatiche agenzie che dovrebbero aiutare le persone a trovare il proprio mate: è esattamente il genere di attività che potrebbe prendere piede in un mondo dove si è consapevoli di avere la propria metà da qualche parte ma non si sa dove, e credo che aggiunga una notevole dose di realismo.

(Come il dubbio di Makoto su quanto effettivamente possano essere efficaci.)


Una curiosità: la frase che pronuncia Makoto (“anche gli eroi hanno dei limiti”) è una citazione reale – magari di qualche altro anime/manga – o appartiene solo a questo AU?
In ogni caso mi è piaciuta moltissimo, perché data la passione di Makoto per gli eroi e tutta l’attenzione che dedica da sempre a sapere ogni cosa possibile su di loro trovo molto azzeccato che arrivi anche a citarli, facendo proprie le loro parole per esprimere al meglio un pensiero.

Col proseguire della lettura, tra silenzi e mezze risposte secche, aumenta in Makoto e nel lettore di riflesso quest’inquietudine sconosciuta, un senso di oppressione che si fa sempre più soffocante e di cui si ignora la causa – seppur ancora per poco.

Poi la discussione degenera, i toni si scaldano e – come spesso succede – volano parole dure che in casi normali non sarebbero state neppure pensate. A questo proposito, trovo molto realistica l’accusa di Makoto sull’insensibilità di Sousuke (quel “ti piace sentire il tuo migliore amico urlare così”), perché non ha un vero fondamento logico ma è solo un qualcosa che Makoto usa come arma in risposta alle parole di Sousuke. Vuole ferirlo così come è stato ferito, e non è giusto, certo che no, ma è normale… è umano. Ed è perfetto così com’è.

Quando infine raggiungono il vero punto della questione, è come se nella mente del lettore si accendesse un faro in mezzo alla nebbia che l’aveva avvolto fino a quel momento: Sousuke è arrabbiato e frustrato perché il suo mate gli nasconde qualcosa. Non un segreto, quello no, ma qualcosa di più importante… il suo cuore.

Questa cosa mi è piaciuta moltissimo, come ti ho già accennato, ma adesso vorrei soffermarmi un momento sul fattore che dà il via a questa consapevolezza.

Infatti, Sousuke arriva a formulare questa “accusa” – chiamiamola così – dopo aver detto “Vorrei che tu non fossi costretto a fare qualcosa che non vuoi”.
Forse – probabilmente – sono io che ho capito male, ma sembra che quel “qualcosa” si riferisca alla loro partenza e quindi alla loro iscrizione all’accademia, e di conseguenza si evince che in realtà Makoto non ci vorrebbe andare… il che è piuttosto strano, data la sua immensa ammirazione per gli eroi e il suo sogno di bambino di diventare egli stesso un eroe “come quelli della TV”.

In tutto questo, un’importanza enorme ce l’hanno i poteri di entrambi: Contagio e Gettito hanno moltissimo spazio in questa scena sia per le loro reazioni immediate che per le loro conseguenze, e lo trovo estremamente appropriato. Dopotutto, se Sousuke e Makoto sono soulmate, lo devono proprio ai loro poteri, quindi sarebbe assurdo lasciarli da parte in un momento così cruciale.

Mi è piaciuto moltissimo come sei riuscita a descrivere la loro interazione, il fatto che reagiscano l’uno all’altro istintivamente, senza possibilità di frenarsi, perché dà proprio l’idea dell’ineluttabilità del Fato. Qualcosa di imprescindibile, deciso “a monte” da qualcosa o qualcuno più potente di loro e a cui nessuno può dire di no.

Dopo l’ultima stoccata di Sousuke – “Le tue sono solo parole, Makoto. Sei ancora così nonostante tutto.” – Makoto resta in silenzio e si ritrova a riflettere seriamente su di sé, e su di loro. Lo trovo molto realistico, data l’importanza del momento e la profondità di quanto sta per accadere, ma forse questa pausa dura un po’ troppo: Makoto passa in rassegna prima i problemi legati all’aver scoperto il proprio mate durante l’adolescenza, poi l’età ideale per trovarne uno, poi fa un cenno all’educazione ricevuta sul Legame e infine arriva al discorso che due mate registrati sono quasi obbligati a diventare eroi e, da lì, si ricongiunge al presente e alla partenza imminente.
Sono tutte informazioni che ho apprezzato molto sia perché interessanti sia perché aggiungono molte sfumature e parecchi punti di realismo a questo universo. Tuttavia, avrei preferito leggerle in un altro contesto e non come intermezzo all’interno di una discussione, perché – come ti dicevo – così ho avuto la sensazione che la pausa di Makoto sia durata davvero troppo a lungo, perdendo verosimiglianza.
Anche se, di contro, ho apprezzato la sorpresa di Sousuke che lascia intuire quanto quella pausa sia stata effettivamente più lunga del normale.


Subito dopo abbiamo una scena molto bella e suggestiva che mi ha davvero emozionato per la sua intensità… ma che è raccontata dal POV di Sousuke. E questo mi ha dato un po’ fastidio perché il narratore dell’intera storia è soggettivo ed ha Makoto come punto di riferimento, quindi questa improvvisa intrusione nei pensieri di Sousuke stona non poco col resto della narrazione.
Sarebbe stato diverso con un narratore onnisciente o con uno soggettivo che però racconta alternativamente più punti di vista differenti, ma avendo solo quest’unica eccezione funzionale alla trama non riesco a giustificarla.

Magari, dal momento che questa scena è davvero emozionante e sarebbe un peccato eliminarla, avrei preferito che fosse stata inserita con un qualche espediente grazie al quale Makoto – ad esempio tramite la connessione stabilita con Contagio – ha potuto leggere direttamente le emozioni di Sousuke: così facendo il lettore ne viene comunque a conoscenza, ma il mezzo di comunicazione resta sempre Makoto e quindi non ci sono contrasti con il narratore soggettivo.

Ho notato un piccolo errore di concordanza/distrazione, quindi te lo riporto qui così da poterlo correggere: Soffici, come le carezze che le mani rese ruvide da Gettito di Sousuke diede al suo viso, e come i capelli di Makoto su cui appoggiò la propria fronte. --> Per come è messa la frase, sono “le mani (di Sousuke)” il soggetto sia di “dare” che di “appoggiare”, non Sousuke stesso (come logicamente dovrebbe essere).

Anche qui il punto di vista è quello di Sousuke, per poi tornare bruscamente ad essere quello di Makoto nella frase successiva.

In ogni caso, POV a parte, ho apprezzato davvero moltissimo questa parte finale: Makoto e Sousuke si avvicinano e arrivano a comprendersi ad un livello mai sperimentato prima, e tutta questa intima emozione traspare tra le righe avvolgendo anche il lettore, rendendolo partecipe di un’atmosfera sempre ovattata e forse pesante, ma di una pesantezza buona. Calda e confortevole, come quella di un piumone sotto cui rintanarsi quando viene il freddo dell’inverno.

Mi sarebbe piaciuto che il motivo della ritrosia di Makoto alla partenza fosse stato reso noto anche al lettore, ma tutto sommato va bene anche così.

In fondo è una cosa estremamente personale, ed è giusto che rimanga tra loro e loro soltanto.



Gradimento personale:
Sicuramente la parte che ho preferito è quella del chiarimento, diciamo così, tra Sousuke e Makoto: quando Makoto abbassa tutte le sue difese e, finalmente, consente al proprio mate di poterlo sentire davvero, fin dentro l’anima.
So che l’ho già detto, ma è una scena che mi ha emozionato davvero moltissimo e mi ha fatto percepire chiaramente tutta l’intensità del legame che lega Sousuke e Makoto.




Valutazione storia 4
Livello Quattro, Cinque: eroe


Titolo:
Quest’ultimo titolo è anche quello più altisonante della raccolta, e quest’unica parola così importante e significativa dipinge nell’immaginario del lettore l’idea di un traguardo ormai raggiunto.



Caratterizzazione dei personaggi:
La storia si apre con un Sousuke tutto serio e concentrato che si prepara per questa prova ancora senza nome, e ricorda molto da vicino il suo atteggiamento pre-gara nel canon – quindi direi che è perfetto.

Soprattutto, però, mi piace che una volta terminati i preparativi il suo sguardo cerchi istintivamente lui, Makoto. Mi piace perché nonostante la sua “faccia da duro” anche Sousuke ha paure e insicurezze come tutti, e trovo molto bello e naturale che cerchi inconsciamente il supporto morale del proprio mate per farsi forza.

La serietà e la concentrazione che tanto lo contraddistinguono tornano a farla da padrone per tutta la durata della prova, durante la quale vediamo Sousuke impegnarsi al massimo delle sue possibilità sia per se stesso che per il suo compagno… forse perfino oltre le sue possibilità, perché alla fine ne rimane talmente debilitato da svenire o quasi; ma anche questo è perfettamente coerente con il Sousuke che ben conosciamo.

Anche Makoto resta fedele a se stesso, con quel sorriso che gli rivolge all’entrata nel campo e quando si precipita ad abbracciarlo non appena si rende conto che è finita, che ce l’hanno fatta davvero. Insieme.


E poi entra in scena Goro Sasabe. Ammetto che non ricordo molto di lui, ma ad ogni modo ho apprezzato tutta l’esuberanza e l’entusiasmo – a tratti anche eccessivi – che dimostra verso Makoto e Sousuke… e soprattutto verso la loro carriera futura.
Mi è anche piaciuto il ruolo che gli hai assegnato perché rispecchia per molti versi quello che ricopre nel canon, e credo che anche questo ti abbia aiutato a restare fedele alla sua caratterizzazione originale.

Molto appropriate anche le reazioni opposte di Sousuke e Makoto durante il suo monologo, con Sousuke che borbotta contrariato – in fondo lo sappiamo che è un tipo un po’ burbero – e Makoto che invece gli dà corda e tiene a freno il proprio compagno per evitare discussioni.

(E lanciandogli una frecciatina su ciò che realmente è importante dell’essere eroi, che non guasta mai.)

Nella riflessione successiva veniamo a scoprire che anche Sousuke, come Makoto, crede fermamente nell’importanza della professione dell’eroe… solo che, a differenza sua, è un tipo più “concreto”, se vogliamo. Ritorna infatti la sua insofferenza per tutta la questione delle interviste e dei pettegolezzi e di tutte le informazioni “inutili” – e spesso anche private – che circolano sugli eroi.

Makoto, come già sappiamo, invece è convinto che anche quella parte lì – interviste, apparizioni pubbliche e quant’altro – siano parte integrante della professione; anche questo lo sapevamo già avendo avuto modo di conoscere il suo pensiero per via diretta con le storie dal suo POV, e mi è piaciuto ritrovarlo anche qui attraverso gli occhi di Sousuke.

L’insinuazione di Goro sulle possibili nefaste conseguenze di Contagio distoglie Sousuke dai suoi pensieri, e giustamente: sa bene – come veniamo a scoprire poco dopo – che Makoto è terrorizzato dal suo stesso potere e dal danno che potrebbe arrecare con il più piccolo sbaglio, e sentirsi spiattellare questa verità in faccia così brutalmente a tradimento l’ha turbato non poco anche e soprattutto per la reazione di Makoto.

Lui, però, dopo una piccola esitazione iniziale continua a sorridere: mantiene salda la maschera dietro cui si nasconde da fin troppo tempo, impedendo al mondo di conoscerlo davvero – quella stessa maschera che indossava anche con Sousuke, e che è stata motivo di discussione nella scorsa storia.

Rimasti soli, si concedono di restare per un po’ semplicemente in silenzio: ormai tra loro non sono necessarie le parole, ed è bello pensare che siano talmente in sintonia da non sentire il bisogno di dire qualcosa a tutti i costi.

Riprendono a parlare solo dopo alcuni minuti, in tutta tranquillità, e come ci si aspetterebbe commentano ciò che ha detto loro Sasabe.
Makoto, probabilmente per ammorbidire Sousuke, cerca di guardare soltanto il lato positivo… ma a Sousuke quella sua ultima postilla proprio non è piaciuta.

Ho davvero adorato come ribadisca il concetto, perché si vede chiaramente come quella frase che in realtà ha colpito un punto debole di Makoto ha fatto forse più male a Sousuke: è sintomo concreto di quanto sia stretto il loro rapporto.

E, sì, magari Sousuke sarà un po’ troppo protettivo, a volte, ma in fin dei conti è il suo modo di esprimere il profondo amore che prova per il suo compagno, quindi – anche se è comprensibile che a lui dia fastidio, talvolta – è giusto che Makoto non calchi troppo la mano nel rimproverarlo.

Quei cinque minuti che passano insieme, da soli, sono di una tenerezza infinita: entrambi liberi finalmente non solo da occhi indiscreti che li osservano ma anche dallo stress per la prova ormai superata, si lasciano andare l’uno tra le braccia dell’altro.

Per cinque minuti si concedono di essere soltanto due ragazzi innamorati, senza preoccupazioni… o quasi.

Perché dopotutto il loro carattere non gli permette di staccare mai del tutto la spina, non vista la strada che intendono percorrere. Per questo trovo realistico che anche in questa piccola parentesi di intima tranquillità Makoto si senta attraversare dall’antica paura per il proprio potere, una paura mai quietata e di cui Sousuke è ben consapevole.

Con una paura del genere è verosimile che Makoto – nonostante fin da bambino non abbia desiderato altro – nutra ancora dei dubbi sulla professione di eroe, e trovo davvero molto dolce che Sousuke si dichiari disposto a rinunciare a tutto per lui, per la sua serenità. Sì, può sembrare una frase fatta – della serie “io morirei per te” – ma in quel “Sì, possiamo” ribadito con tanta serietà si legge chiaramente che non è così, e che Sousuke sarebbe davvero pronto a mandare tutti al diavolo – Sasabe in primis – e tornarsene con Makoto a vivere una vita da cittadino comune.

E anche Makoto lo capisce, perché si affretta subito a rassicurarlo: dopotutto quello di fare l’eroe è anche il suo sogno, e non intende rinunciarci né far rinunciare Sousuke.
Anche se è geniale la postilla del “Preferisco inseguire qualche ordinario e banalissimo ladruncolo di quartiere”… come a dire: sì, ok fare l’eroe, ma con moderazione.
È una precisazione tra il serio e il faceto che ha fatto sorridere anche me, e che trovo perfettamente coerente con la caratterizzazione di Makoto – che ancora una volta fa di tutto per distendere gli animi e sdrammatizzare.

E poi le parole perdono pian piano importanza, e Sousuke e Makoto si stringono in un abbraccio che li unisce nel fisico e nell’anima: i confini ormai sono così labili che si avvertono a malapena, e ciò che ne rimane è un unico essere con due cuori che battono all’unisono.

Perché anche se ormai sono eroi, prima di tutto rimangono esseri umani: forti all’esterno ma anche estremamente fragili, che cercano il supporto dell’altra metà per continuare a crederci e ad andare avanti… sicuri che qualunque cosa accada l’altro ci sarà sempre.

Dopotutto è una promessa.



Stile e trama:
Prima di cominciare, ti segnalo due errori che ho trovato nella storia:
- Si illumina il suo volto, ancora di più – come se una scarica di Gettito lo abbia investito appieno. --> Avesse (congiuntivo imperfetto, non presente).
- E come questa paura, questa sua insicurezza e questa sua ritrosia potesse combinarsi con la professione di eroe […] --> Potessero (il soggetto è plurale, ovvero “questa paura, questa sua insicurezza e questa sua ritrosia”).

Lo stile di questa storia è estremamente fluido e lineare, con un ritmo che varia al variare dei periodi e della loro tipologia – lunghi e brevi, descrittivi e introspettivi, dialoghi e pensieri – e mantiene sempre desta l’attenzione del lettore, riuscendo a coinvolgerlo dalla prima all’ultima riga.


La storia si apre con Sousuke seduto a prepararsi per qualcosa di cui ancora non siamo a conoscenza. In questa parte, mi è piaciuto come ti sei soffermata sui preparativi, sottolineando particolari solo apparentemente irrilevanti che invece contribuiscono ad accrescere la curiosità del lettore.

Mi è piaciuto anche l’accenno alle braccia meccaniche: è qualcosa di così rapido e sottile che si percepisce a stento, ma tanto basta a instillare il germoglio di un dubbio che verrà risolto solo più avanti.

Alla – apparente – calma serafica di Sousuke, si contrappone quindi una sorta di agitazione positiva che penetra sottopelle col proseguire della descrizione, un senso di attesa palpabile che una volta scoperto il primo mistero si collega direttamente al successivo e lascia ancora col fiato sospeso a chiedersi come andrà a finire.

Ho trovato l’intera scena della prova davvero molto coinvolgente e suggestiva, descrittiva quanto basta da farla vedere al lettore ma senza mai essere statica e – cosa che ho apprezzato moltissimo – con l’inserimento costante dei pensieri e delle emozioni di Sousuke tra le righe.
In questo contesto, anche le informazioni più “didascaliche” che vengono fornite (come ad esempio il funzionamento dei poteri di Makoto e Sousuke) non stonano minimamente, anzi: sono brevi ed incisive, e agevolano la comprensione del lettore senza però rallentare la lettura né disperdere il pathos creatosi.

L’inserimento di dettagli concreti e pragmatici – come i sensori di controllo e le sbarre di contenimento dietro cui rimane Makoto – aggiungono realismo alla descrizione, ma la cosa che più ho apprezzato è la rappresentazione del rapporto tra Sousuke e Makoto: è chiaro più che mai come entrambi siano complementari, indispensabili l’uno per l’altro, e l’unione dei loro poteri e delle loro menti è il vero punto di forza di questo paragrafo.


Nel paragrafo successivo troviamo Goro Sasabe che si congratula con Makoto e Sousuke “con quell’orgoglio tipico dell’allenatore puntiglioso che vede i propri pupilli raggiungere finalmente l’apice della fama e della professionalità”. Beh, direi che come similitudine è più che azzeccata, e ho apprezzato la strizzatina d’occhio al lettore con il riferimento al canon.

Mi è piaciuto molto anche lo smodato utilizzo dei punti esclamativi, che concludono ogni sua frase per sottolineare ancora meglio tutta l’enfasi e l’entusiasmo che mette in quelle parole. È eccessivo? Sì, un po’. Ma è anche perfettamente compatibile col personaggio, e inoltre aiuta non poco il lettore a immedesimarsi nell’irritazione di Sousuke – che cresce di secondo in secondo.

Ho apprezzato il modo in cui interagiscono i tre, con Goro che è eccitato come un bambino la mattina di Natale, Sousuke che probabilmente lo prenderebbe volentieri a pugni (o almeno gli darebbe un piccolo assaggio di Gettito) e Makoto che, come sempre, si mette in mezzo e cerca di fare da mediatore così che la situazione non degeneri.

Più di tutto, però, mi ha colpito la riflessione che traspare neppure tanto velatamente sulla concezione di “eroe”: da un lato ci sono quelli per cui “eroe” è sinonimo di “vip”, e che credono che l’unica cosa importante sia diventare i migliori per essere i più famosi e – di conseguenza – ricchi sfondati; dall’altro, ci sono i – chiamiamoli così – puristi come Sousuke, che ritiene l’eroe qualcuno il cui dovere è quello di essere al servizio della comunità – possibilmente restando nell’ombra e mantenendo la vita privata… privata, ecco.
E poi c’è Makoto. Lui e quelli che la pensano come lui, in questo quadro sono un po’ come “la via di mezzo”: coloro che credono fermamente nei valori gloriosi degli eroi, ma apprezzano anche la fama e la notorietà – e quindi accettano tutto ciò che ne consegue, interviste e gossip compresi.

L’accenno ad Haruka è stato una chicca davvero carina, e in più non è difficile immaginarselo come “la star del momento”, con quel suo talento innato – che nel canon aveva nel nuoto – che gli permette di brillare al di sopra di tutti gli altri e “surclassare” persino chi – come Makoto e Sousuke – ha trovato il proprio mate decisamente prima di lui.
Quella postilla sul suo mate “con gli occhiali e la risata rumorosa” chiude un po’ la sua sottotrama: si capisce che alla fine lui e Rin si sono lasciati e che ognuno ha proseguito per la propria strada, Haruka diventando un eroe e Rin… beh, Rin rimane un mistero, ma incrocio le dita e spero che anche lui abbia trovato il suo mate – o almeno la felicità.


Non mi è ben chiaro invece il discorso successivo, quello che fa Makoto a proposito del suo potere dicendo che non potrebbe usare Contagio con qualcuno di diverso da Sousuke perché sarebbe contro la legge. Però anche prima, con Goro, Sousuke sostiene che ha usato “una punta di Contagio” per richiamare la sua attenzione dopo la postilla acida di Sousuke (quando in buona sostanza lo accusa di sfruttarli per far carriera).

In generale, mi sembrerebbe poco verosimile che il proprio potere debba essere limitato a prescindere all’utilizzo sul proprio mate, da un lato perché sarebbe un lavoro immenso da monitorare per chi si occupa di mantenere l’ordine e far rispettare la legge, dall’altro perché sicuramente esistono molte persone che non hanno mai incontrato il proprio mate o che magari l’hanno perso, e mi sembrerebbe assurdo che la società non permetta loro di utilizzare in nessun modo il proprio potere.

Quindi magari Makoto si riferiva solo al Livello Cinque? Questo – secondo me – avrebbe molto più senso: è il massimo livello raggiungibile, e in quest’ottica è quasi doveroso limitare questo potere a chi è in grado di sopportarlo e proteggere le altre persone dai probabili danni che avrebbe su di loro.


Una volta uscito di scena Goro, finalmente ci si può rilassare. Di nuovo, tornano le descrizioni dell’ambiente, e mi ha fatto sorridere la precisazione del numero degli armadietti di Makoto e Sousuke. Non so perché, ma è un dettaglio apparentemente superfluo che invece ci sta proprio bene, aiuta a entrare in quella stanza insieme ai ragazzi e a immergersi ancora di più nella storia.
Inoltre, forse sono io che leggo troppo tra le righe – anche quello che in realtà non c’è scritto – ma l’aver utilizzato numeri a tre cifre mi è sembrato un modo indiretto per far capire al lettore quanto grande sia l’accademia e, di conseguenza, quante centinaia di studenti la frequentino. È così o sono io che mi faccio troppi viaggi mentali?

Sousuke rompe il silenzio con i suoi ingranaggi, vero, ma è Makoto il primo a parlare… e all’improvviso la storia passa a raccontare il suo POV.
È un pezzo molto breve, vero, ma – come ti ho detto anche nell’altra storia – se il narratore è soggettivo e il POV è di Sousuke è un errore cambiarlo così all’improvviso con quello di Makoto, tornare all’origine poche righe dopo e poi cambiare di nuovo per un po’ per ritornare in via definitiva a quello di Sousuke.
Sinceramente, credo che in questo modo si generi più che altro un po’ di confusione, perché ad una prima lettura non ci si rende conto che il soggetto sottinteso è stato momentaneamente cambiato e quindi alcuni passaggi non risultano chiari.

La scena successiva è così dolce che scioglie il cuore, e ho amato davvero tantissimo come tu sia riuscita ad amalgamare l’intimità fisica e mentale con quella data dai rispettivi poteri: Sousuke e Makoto sono uniti in ogni modo in cui due persone possano esserlo, praticamente in simbiosi, e il lettore avverte distintamente questo loro rapporto di reciproca appartenenza nonostante – di fatto – si stiano semplicemente scambiando un abbraccio e qualche bacio.

Mi è piaciuta anche la frase di Sousuke sul potere di fermare il tempo perché è un chiaro rimando alla scorsa storia (soprattutto con quel “davvero” che sembra riprendere un discorso lasciato in sospeso), quando era stata utilizzata sempre da lui ma in un contesto ben diverso.
Tuttavia sono ancora indecisa sulla sua “naturalezza”, diciamo: la scena a cui si riferisce è avvenuta ben tre anni prima e non ne stavano facendo il minimo cenno, quindi è un po’ forzato pensare che Sousuke l’abbia tirata fuori dal cilindro proprio al momento opportuno per questa strizzata d’occhio al lettore. D’altro canto, ho anche pensato che magari questo discorso sul potere di fermare il tempo fosse cominciato nella scena che abbiamo letto nella terza storia, ma magari non si fosse esaurito lì per saltare invece fuori di tanto in tanto come una specie di gioco tra Sousuke e Makoto.
In quest’ottica, avrebbe molto più senso.

Un particolare che mi ha incuriosito – e immagino che l’intento fosse proprio quello – è l’accenno di Makoto a quella fantomatica emergenza dell’anno precedente. Non dice altro, troncando di netto il pensiero perché evidentemente troppo doloroso, ma tanto basta per far scattare la molla: il collegamento con le braccia meccaniche di Sousuke è stato immediato.
E, sì, mi sarebbe piaciuto avere più dettagli su quella storia, – chi stavano combattendo? Erano soli o in gruppo? Come ha fatto Sousuke a ferirsi? – ma devo ammettere che la tua è stata un’ottima scelta dal punto di vista stilistico, scegliendo di lasciar trapelare solo quel tanto che basta per far intuire gli avvenimenti senza inserire ad esempio un flash-back esaustivo che avrebbe inevitabilmente interrotto l’atmosfera ovattata di quei cinque minuti di pace prima del turno di lavoro.

A proposito dei cinque minuti, mi ha fatto sorridere il modo con cui viene sottolineato che anche quella di ritagliarsi questo piccolo spicchio di intimità a prescindere dal luogo in cui si trovino è diventata prassi, per loro. Un modo per darsi la carica necessaria a fare del proprio meglio e – soprattutto – a sopportare tutto ciò che il destino vorrà porre loro di fronte, perché insieme possono fare qualunque cosa… o almeno possono provarci.

Dopotutto, ormai sono degli eroi.



Gradimento personale:
Nonostante la parte finale zuccherosa mi sia piaciuta moltissimo, ho apprezzato ancora di più il primo paragrafo: finora conoscevamo i poteri di Makoto e Sousuke prevalentemente per via teorica – soprattutto Gettito, mentre di Contagio avevamo visto anche qualcosa in più – ma la descrizione della prova li mostra concretamente in azione al massimo delle loro possibilità; e, in un superhero!AU, la comprensione di questi poteri è a dir poco fondamentale.






Valutazione generale della raccolta


Titolo raccolta:
Mi è davvero piaciuto questo titolo dal sapore altisonante, perché pur non rivelando quasi nulla di primo acchito è abbastanza intrigante da stuzzicare la curiosità del lettore.

Invece, una volta conclusa la raccolta, lo si apprezza ancora di più per il collegamento a doppio filo che ha con la stessa: innanzitutto perché Contagio, il potere di Makoto, è messo in risalto nel titolo come nelle storie; secondo, perché la parte “nella profondità della tua anima” rivela ad un occhio attento un sottotesto davvero interessante, che fa esplicito riferimento alla possibilità di Makoto di condividere attraverso il proprio potere la sua stessa anima con Sousuke.



Sviluppo del soulmate!AU
In questa raccolta il soulmate!AU è stato gestito alla perfezione, sia per la naturalezza con cui è stato inserito che per l’importanza che è stato dato alle anime gemelle in generale e alla regola dei poteri in particolare.

La scelta di una superhero!AU è stata davvero azzeccata per poterlo sfruttare appieno, devo dire, ed è subito chiaro senza bisogno di spiegazioni che tutti sono consapevoli non soltanto della presenza dei poteri, ma anche del fatto che ciascuno ha – da qualche parte del mondo – il proprio “mate”.

Ultimo ma non ultimo, ho davvero adorato tutti i numerosissimi particolari che hai inserito non solo riguardo ai poteri di Makoto e Sousuke, ma anche ai poteri in generale e al modo in cui la società si è organizzata per riuscire a gestirli.

E poi c’è l’accenno a coppie formate da non-mate, la scarsa possibilità di carriera per una coppia di mate registrata, le scuole per eroi, le agenzie per trovare il proprio mate… insomma, ci sono tanti, tantissimi dettagli che rendono il mondo che hai costruito talmente realistico da essere vivo e pulsante.









Ehilà!
Scusami tantissimo del ritardo, ho avuto diverse cose da fare e davvero non sono riuscita a trovarmi abbastanza tempo per rispondere per bene! Ma ora eccomi qui!
Innanzitutto ti ringrazio dell'immenso lavoro svolto, sinceramente con il cuore (L) poi vedrò di dire qualcosa a proposito di ogni giudizio uu/


Prima storia
B E H sono contenta ovviamente (L) in generale sono contenta di tutto quello che hai detto, ma che tu sia riuscita a cogliere determinate sfumature - e a vederne di alcune che non sapevo di aver messo (…) - mi ha fatto molto piacere qwq ho cercato di inserire in questa drabble quello che poi sarà appunto tutto il resto, non potendo introdurre il motivo degli eroi in altro modo l'ho fatto così, con poche parole, e al contempo ho cercato di introdurre anche l'altro motivo principale della storia, ovvero il potere di Makoto! Mi è risultato un po' complesso fare il tutto ma sono soddisfatta di esserci riuscita xD e sono super contenta che i pochi dialoghi risultino efficaci!


Seconda storia
Guarda, ti dirò, mi sono scervellata DA MORIRE per trovare un'ambientazione che potesse essere vagamente efficacie per descrivere questa scena xD quindi ho pensato che una cosa tipica da giapponese/anime giapponese, queste meravigliose feste dello sport di tutto il distretto e oltre potesse essere qualcosa di vagamente verosimile per poter ambientare il tutto 8D per questo motivo ho descritto con più attenzione! cioè, almeno, mi sembrava di doverlo fare per fare capire meglio il contesto!
Sono ovviamente contenta che ti sia risultato credibile Makoto (L) ammetto che con i personaggi di Free non ho moltissima dimestichezza, a differenza di molte altre creature ho scritto di loro molto poco, e molto tempo addietro, quindi è stata anche una scommessa tra me e me, quindi sono felice che ti sembri ben reso!
Ammetto poi anche di non aver pensato che nominare "Gettito" per nome proprio avrebbe allontanato il pov da Makoto, mi sembrava una cosa ad effetto carina da mettere e quindi non ci ho pensato 8D tutta la scena di Sousuke è gestita per essere spettacolare, almeno un minimo, in effetti xD


Terza storia
AH! Questa parte!
Innanzitutto partiamo della cosa che stona (…) così che dopo possa parlare di tutto il resto xD
… credo di essermi semplicemente lasciata trasportare dall'entusiasmo quando ho scritto la scena dove Sousuke "subisce" Contagio 8D tanto da non essermi resa conto di aver cambiato POV! Mi sono lasciata trasportare dal momento e anche qui, ho pensato più "all'effetto scenico" che alla cosa in sé xD poiché era un momento decisamente importante ed era mia intenzione renderlo, appunto stupefacente! Ho tralasciato la parte tecnica per questo xD
La tecnica de "creiamo tensione col non detto per poi fare rivelazioni straordinarie alla fine", piace moltissimo anche a me! E si vede immagino xD pensavo in realtà di aver esplicitato tutto meglio, specialmente anche nel seguito, non era mia intenzione rendere frustrati i miei lettori 8D
Quello che Sousuke imputa a Makoto è appunto una paura di Contagio, e questo ha motivo nel fatto che, portando Contagio a un livello superiore, praticamente diventa un modo per manovrare anche la volontà della gente, non solo i sentimenti. Ed essendo Makoto /Makoto/, appunto, ho trovato verosimile che potesse esserne intimamente intimorito, specialmente se doveva rendere compartecipe Sousuke di una cosa del genere! Solo per questo è molto ritroso con il proprio potere! Pensavo di averlo spiegato meglio, ecco xD
E sì, anche per me l'esistenza di coppie che non sono soulmate è più che naturale in una AU del genere! In questo caso sono Rin e Haruka, ma erano solo un pretesto per narrare tutto ciò che sta dietro il SoulMate e il legame e l'universo che si è creato attorno a questo concetto! Rin e Haruka si amano ma non sono Mate, per questo motivo Rin vuole partire per una strada diversa e "lasciare" Haruka!
E sì abbondo di descrizioni, è sempre per un gusto personale perdonami xD
La frase che hai sottolineato l'ho intentata io (L) mi sembrava abbastanza d'effetto, specialmente detta da Makoto, per sottolineare una frustrazione loro latente e dopo anche palese, perché sì essere eroi sì essere mate sì tutto, ma come esseri umani hanno dei grandi limiti - loro per primi, come dimostrano


Quarta storia
Questa è la mia preferita! Ovviamente xD perché per quanto mi riguarda è la storia "completa", del compimento della loro storia d'amore, per questo ho deciso di descriverli come una vera e propria coppia, a differenza quasi di tutte le altre che hanno preceduto.
La prima scena mi serviva anche in questo caso come "setting", per aprire un poco sul discorso degli eroi e del loro contesto. E anche per spiegare, come suggerisce il titolo stesso, un altro dei significati di essere SoulMate eroi. Ovvero, il livello Cinque del Mate, che è il livello maggiore in assoluto.
Qui si chiarisce anche il perché della paura di Makoto e della sua ritrosia a determinate cose, come anticipato nella terza storia - e sì, è esattamente quello che hai supposto: solo tra Mate si può usare il livello Cinque, perché solo due Mate potrebbero, in teoria, sopportare il Livello Cinque dell'altro, altrimenti sarebbe un abuso, e da qui nascono appunto gli "Antieroi". Makoto riesce a governare la volontà altrui solo perché Sousuke la perde nel momento del Livello Cinque, e quindi le due cose si completano, ma nel momento in cui Makoto dovesse usare questa cosa su qualcun altro, sarebbe illegale, perché andrebbe a intaccare un'integrità che non gli appartiene. Detto così probabilmente è più chiaro di quello che ho scritto nella storia xD
E sì, mi sono lasciata prendere un'altra volta 8D ma la scena era così dolce e carina e soft che insomma, sono giustificata dai (…)
MI E' PIACIUTO UN CASINO METTERE TUTTI GLI SPUNTI SULLA SOCIETA' DEGLI EROI è una AU che mi ha dato un sacco di soddisfazioni da questo punto di vista, l'ho pianificata per diverso tempo e le ho dato una struttura il più salda possibile. Anche il cenno alla "grande battaglia cittadina", il disastro con gli antieroi, ovviamente fa parte di tutta l'impalcatura xD e anche il numero degli armadietti, YESSSSSSSSSSSSSSSSSS - l'accademia /deve/ essere grande e potente, è proprio un'istituzione.
Poi ecco non ho voluto neanche insistere troppo, in questa sede, su tutte le implicazioni sociali, morali e quantaltro dell'essere mate ed eroi o non finivo più xD ho scritto altre storie ed era (è ???) in mio programma anche di ampliare il tutto con altre coppie, quindi ci sarà tempo, presumo (…)

In generale. Sono contenta che la cosa dei titoli ti sia piaciuta (L) anche quella ovviamente è molto studiata 8D sono anche "classificazioni" più o meno "canoniche" riferite proprio ai vari livelli di legame - in particolare, "Vibrazione" sarebbe quando due Mate finalmente si "riconoscono" a livello psicologico e mentale, per quello che quel capitolo è chiamato in questo modo, non solo per il potere di Makoto!
E ribadisco essere molto soddisfatta di aver reso bene questa AU il più completa possibile (L)
Ti ringrazio inoltre di avermi fatto notare tutti i refusi! Appena possibile rimetto tutto a posto 8D

Ti ringrazio ancora tantissimo di tutto il lavoro svolto, davvero! E gradirei un sacco il tuo giudizio come recensione alle mie storielle (L)
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11/09/2019 18:15
 
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Ciao!
Mi dispiace rispondere così tardi, voglio dirti solo un paio di cose.
Intanto, grazie mille! Questa è in assoluto la valutazione più precisa che io abbia mai visto, hai fatto un lavoro mastodontico con la precisione di un chirurgo, in cui ogni singola cosa viene analizzata con cura.
Ci terrei tanto ad avere la tua valutazione come recensione!
Sono felice che ti sia piaciuta la mia storia, non appena ho visto il tuo bando mi è subito venuta quest'idea (tra le mille altre), ma il motivo per cui ho scelto proprio loro è che avrei potuto analizzare un personaggio stupendo come Aizawa. Sapere che l'hai trovato coerente mi rende molto soddisfatta, ho lavorato molto su questa raccolta e anche sull'applicazione della variante soulmate.
Ho trovato incredibilmente romantica la versione in cui si vede solo il colore dei reciproci occhi finchè non ci si incontra e non ho resistito alla tentazione di utilizzarla!
Perciò, grazie ancora per aver creato un contest così meraviglioso, l'ho amato dall'inizio alla fine!
Grazie ancora per le tue bellissime parole e per aver apprezzato le mie...
a presto spero!
Fiore di Cenere
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13/09/2019 18:20
 
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Re:
Laodamia94, 09/09/2019 21.32:

Ciao rhys **
Allora, contato il fatto che sono via per scavi archeologici e non posso collegarmi spesso, mi scuso per il mio silenzio fino a ora ^^'
Dato il poco tempo, rimando a un momento più libero una risposta dettagliata e meritevole di tutta l'attenzione che hai rivolto alla storia, quindi per ora ti ringrazio davvero tanto per ogni parola: gli elogi, le considerazioni, i pensieri, le osservazioni.
Grazie davvero, mi hai fatto commuovere, specie visto quanto ho sentito questa storia. Ora, la valutazione mi piacerebbe davvero tanto come recensione, quindi ti prego di lasciarmela **
Per ora non riesco a risponderti di più, ma sappi che ogni frase è molto importante per me **



Grazie per aver risposto! ^_^

Soprattutto dato che il tempo che hai da dedicare al web credo sia davvero molto poco, quindi vale ancora di più ^_-

Sono felice che la valutazione ti sia piaciuta, se vorrai ne parleremo più dettagliatamente quando avrai tempo (ah, questo tempo tiranno!).

Appena finito di rispondere rileggerò le valutazioni per ricontrollarle e le inserirò come recensione alle varie storie della raccolta.
Poi, una volta pubblicato il commento finale insieme al banner, lo aggiungerò alla fine della recensione alla quarta storia (sotto alla "Valutazione generale della raccolta") [SM=g27989]


Grazie di nuovo per aver risposto e per aver partecipato a questo folle contest ^^

A presto!
rhys89

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13/09/2019 18:49
 
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Re: Re:
Rota23, 09/09/2019 23.06:


Ehilà!
Scusami tantissimo del ritardo, ho avuto diverse cose da fare e davvero non sono riuscita a trovarmi abbastanza tempo per rispondere per bene! Ma ora eccomi qui!
Innanzitutto ti ringrazio dell'immenso lavoro svolto, sinceramente con il cuore (L) poi vedrò di dire qualcosa a proposito di ogni giudizio uu/


Prima storia
B E H sono contenta ovviamente (L) in generale sono contenta di tutto quello che hai detto, ma che tu sia riuscita a cogliere determinate sfumature - e a vederne di alcune che non sapevo di aver messo (…) - mi ha fatto molto piacere qwq ho cercato di inserire in questa drabble quello che poi sarà appunto tutto il resto, non potendo introdurre il motivo degli eroi in altro modo l'ho fatto così, con poche parole, e al contempo ho cercato di introdurre anche l'altro motivo principale della storia, ovvero il potere di Makoto! Mi è risultato un po' complesso fare il tutto ma sono soddisfatta di esserci riuscita xD e sono super contenta che i pochi dialoghi risultino efficaci!


Seconda storia
Guarda, ti dirò, mi sono scervellata DA MORIRE per trovare un'ambientazione che potesse essere vagamente efficacie per descrivere questa scena xD quindi ho pensato che una cosa tipica da giapponese/anime giapponese, queste meravigliose feste dello sport di tutto il distretto e oltre potesse essere qualcosa di vagamente verosimile per poter ambientare il tutto 8D per questo motivo ho descritto con più attenzione! cioè, almeno, mi sembrava di doverlo fare per fare capire meglio il contesto!
Sono ovviamente contenta che ti sia risultato credibile Makoto (L) ammetto che con i personaggi di Free non ho moltissima dimestichezza, a differenza di molte altre creature ho scritto di loro molto poco, e molto tempo addietro, quindi è stata anche una scommessa tra me e me, quindi sono felice che ti sembri ben reso!
Ammetto poi anche di non aver pensato che nominare "Gettito" per nome proprio avrebbe allontanato il pov da Makoto, mi sembrava una cosa ad effetto carina da mettere e quindi non ci ho pensato 8D tutta la scena di Sousuke è gestita per essere spettacolare, almeno un minimo, in effetti xD


Terza storia
AH! Questa parte!
Innanzitutto partiamo della cosa che stona (…) così che dopo possa parlare di tutto il resto xD
… credo di essermi semplicemente lasciata trasportare dall'entusiasmo quando ho scritto la scena dove Sousuke "subisce" Contagio 8D tanto da non essermi resa conto di aver cambiato POV! Mi sono lasciata trasportare dal momento e anche qui, ho pensato più "all'effetto scenico" che alla cosa in sé xD poiché era un momento decisamente importante ed era mia intenzione renderlo, appunto stupefacente! Ho tralasciato la parte tecnica per questo xD
La tecnica de "creiamo tensione col non detto per poi fare rivelazioni straordinarie alla fine", piace moltissimo anche a me! E si vede immagino xD pensavo in realtà di aver esplicitato tutto meglio, specialmente anche nel seguito, non era mia intenzione rendere frustrati i miei lettori 8D
Quello che Sousuke imputa a Makoto è appunto una paura di Contagio, e questo ha motivo nel fatto che, portando Contagio a un livello superiore, praticamente diventa un modo per manovrare anche la volontà della gente, non solo i sentimenti. Ed essendo Makoto /Makoto/, appunto, ho trovato verosimile che potesse esserne intimamente intimorito, specialmente se doveva rendere compartecipe Sousuke di una cosa del genere! Solo per questo è molto ritroso con il proprio potere! Pensavo di averlo spiegato meglio, ecco xD
E sì, anche per me l'esistenza di coppie che non sono soulmate è più che naturale in una AU del genere! In questo caso sono Rin e Haruka, ma erano solo un pretesto per narrare tutto ciò che sta dietro il SoulMate e il legame e l'universo che si è creato attorno a questo concetto! Rin e Haruka si amano ma non sono Mate, per questo motivo Rin vuole partire per una strada diversa e "lasciare" Haruka!
E sì abbondo di descrizioni, è sempre per un gusto personale perdonami xD
La frase che hai sottolineato l'ho intentata io (L) mi sembrava abbastanza d'effetto, specialmente detta da Makoto, per sottolineare una frustrazione loro latente e dopo anche palese, perché sì essere eroi sì essere mate sì tutto, ma come esseri umani hanno dei grandi limiti - loro per primi, come dimostrano


Quarta storia
Questa è la mia preferita! Ovviamente xD perché per quanto mi riguarda è la storia "completa", del compimento della loro storia d'amore, per questo ho deciso di descriverli come una vera e propria coppia, a differenza quasi di tutte le altre che hanno preceduto.
La prima scena mi serviva anche in questo caso come "setting", per aprire un poco sul discorso degli eroi e del loro contesto. E anche per spiegare, come suggerisce il titolo stesso, un altro dei significati di essere SoulMate eroi. Ovvero, il livello Cinque del Mate, che è il livello maggiore in assoluto.
Qui si chiarisce anche il perché della paura di Makoto e della sua ritrosia a determinate cose, come anticipato nella terza storia - e sì, è esattamente quello che hai supposto: solo tra Mate si può usare il livello Cinque, perché solo due Mate potrebbero, in teoria, sopportare il Livello Cinque dell'altro, altrimenti sarebbe un abuso, e da qui nascono appunto gli "Antieroi". Makoto riesce a governare la volontà altrui solo perché Sousuke la perde nel momento del Livello Cinque, e quindi le due cose si completano, ma nel momento in cui Makoto dovesse usare questa cosa su qualcun altro, sarebbe illegale, perché andrebbe a intaccare un'integrità che non gli appartiene. Detto così probabilmente è più chiaro di quello che ho scritto nella storia xD
E sì, mi sono lasciata prendere un'altra volta 8D ma la scena era così dolce e carina e soft che insomma, sono giustificata dai (…)
MI E' PIACIUTO UN CASINO METTERE TUTTI GLI SPUNTI SULLA SOCIETA' DEGLI EROI è una AU che mi ha dato un sacco di soddisfazioni da questo punto di vista, l'ho pianificata per diverso tempo e le ho dato una struttura il più salda possibile. Anche il cenno alla "grande battaglia cittadina", il disastro con gli antieroi, ovviamente fa parte di tutta l'impalcatura xD e anche il numero degli armadietti, YESSSSSSSSSSSSSSSSSS - l'accademia /deve/ essere grande e potente, è proprio un'istituzione.
Poi ecco non ho voluto neanche insistere troppo, in questa sede, su tutte le implicazioni sociali, morali e quantaltro dell'essere mate ed eroi o non finivo più xD ho scritto altre storie ed era (è ???) in mio programma anche di ampliare il tutto con altre coppie, quindi ci sarà tempo, presumo (…)

In generale. Sono contenta che la cosa dei titoli ti sia piaciuta (L) anche quella ovviamente è molto studiata 8D sono anche "classificazioni" più o meno "canoniche" riferite proprio ai vari livelli di legame - in particolare, "Vibrazione" sarebbe quando due Mate finalmente si "riconoscono" a livello psicologico e mentale, per quello che quel capitolo è chiamato in questo modo, non solo per il potere di Makoto!
E ribadisco essere molto soddisfatta di aver reso bene questa AU il più completa possibile (L)
Ti ringrazio inoltre di avermi fatto notare tutti i refusi! Appena possibile rimetto tutto a posto 8D

Ti ringrazio ancora tantissimo di tutto il lavoro svolto, davvero! E gradirei un sacco il tuo giudizio come recensione alle mie storielle (L)



Grazie per aver risposto! ^_^

Figurati, purtroppo sono la prima a capire che il tempo non basta mai per fare tutto quello che vorremmo fare <.<

Sono felice che le valutazioni ti siano piaciute, ho cercato di analizzarle con più cura possibile... e onestamente sarei curiosa di sapere quali sono le sfumature che ho visto e che tu non sapevi di aver messo (cit.) xD

Nominare Gettito alla fine della seconda storia è molto d'impatto, quello sì, ma in una valutazione obiettiva come quella di un contest bisogna guardare anche alle sbavature tecniche.

Stesso discorso per i cambi di POV: in molti casi quasi non si avvertono e il risultato è armonico e piacevole (anche se in alcuni punti inizialmente ammetto che mi ero confusa e non capivo chi dicesse/facesse/pensasse cosa ^^"

Io invece ho un rapporto difficile con le descrizioni "fisiche", nel senso che nelle mie storie non compaiono praticamente mai o comunque a malapena accennate ^^"
Comunque sia le apprezzo nelle storie che leggo, specie se - come le tue - sono molto curate (anche se a volte diventano un po' prepotenti e "rubano" lo spazio alla trama :P).

Grazie per avermi chiarito alcuni dei dubbi come la questione del divieto di utilizzo del potere (limitato al Livello Cinque) e la decisione di Rin di lasciare Haru... magari non sembra, ma mi sono scervellata parecchio per cercare di capire al meglio quello che intendevi, ed era frustrante non riuscirci nonostante il fumo che usciva dalle orecchie xD

E complimenti per la citazione inventata: è davvero d'effetto e ci sta benissimo nel contesto... inoltre risulta tanto plausibile che, appunto, non sapevo se era realmente una citazione o farina del tuo sacco!

Hai strutturato un universo davvero notevole, con tantissimi dettagli, e sono felice che tu voglia ambientarci anche altre storie perché sarebbe un peccato non sfruttare tutto l'enorme lavoro che sicuramente c'è dietro. Probabilmente tra un po' verrò a dare un'occhiata al tuo profilo per leggere queste altre storie ^_-


Appena finito di rispondere rileggerò le valutazioni per ricontrollarle e le inserirò come recensione alle varie storie della raccolta.
Poi, una volta pubblicato il commento finale insieme al banner, lo aggiungerò alla fine della recensione alla quarta storia (sotto alla "Valutazione generale della raccolta") [SM=g27989]


Grazie di nuovo per aver risposto e per aver partecipato a questo folle contest ^^

A presto!
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13/09/2019 18:52
 
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Re:
Fiore di Cenere, 11/09/2019 18.15:

Ciao!
Mi dispiace rispondere così tardi, voglio dirti solo un paio di cose.
Intanto, grazie mille! Questa è in assoluto la valutazione più precisa che io abbia mai visto, hai fatto un lavoro mastodontico con la precisione di un chirurgo, in cui ogni singola cosa viene analizzata con cura.
Ci terrei tanto ad avere la tua valutazione come recensione!
Sono felice che ti sia piaciuta la mia storia, non appena ho visto il tuo bando mi è subito venuta quest'idea (tra le mille altre), ma il motivo per cui ho scelto proprio loro è che avrei potuto analizzare un personaggio stupendo come Aizawa. Sapere che l'hai trovato coerente mi rende molto soddisfatta, ho lavorato molto su questa raccolta e anche sull'applicazione della variante soulmate.
Ho trovato incredibilmente romantica la versione in cui si vede solo il colore dei reciproci occhi finchè non ci si incontra e non ho resistito alla tentazione di utilizzarla!
Perciò, grazie ancora per aver creato un contest così meraviglioso, l'ho amato dall'inizio alla fine!
Grazie ancora per le tue bellissime parole e per aver apprezzato le mie...
a presto spero!
Fiore di Cenere



Grazie per aver risposto! ^_^

Sono felice che le valutazioni ti siano piaciute, ho fatto del mio meglio per analizzare le storie con la massima cura.

Aizawa è il mio personaggio preferito in assoluto di BNHA e per questo ho apprezzato ancora di più la cura che hai dato alla sua caratterizzazione ^_-

A me è l'idea di soulmate!AU in generale che ispira romanticismo a palate, ma sono d'accordo col dire che la versione che hai scelto te è forse una delle più poetiche.


Appena finito di rispondere rileggerò le valutazioni per ricontrollarle e le inserirò come recensione alle varie storie della raccolta.
Poi, una volta pubblicato il commento finale insieme al banner, lo aggiungerò alla fine della recensione alla quarta storia (sotto alla "Valutazione generale della raccolta") [SM=g27989]


Grazie di nuovo per aver risposto e per aver partecipato a questo folle contest ^^

A presto!
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[Modificato da rhys89 13/09/2019 18:54]

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01/07/2020 15:47
 
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cara! che bello vederti passare, ogni tanto...e poi su questo contest senza fine, ahahahahah! stai firmando le cambiali, in pratica
Mancano le tue idee, non sparire, ti aspettiamo!
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12/07/2020 07:17
 
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Re:
Setsy, 01/07/2020 15:47:

cara! che bello vederti passare, ogni tanto...e poi su questo contest senza fine, ahahahahah! stai firmando le cambiali, in pratica
Mancano le tue idee, non sparire, ti aspettiamo!



Awww! *w*
Perdonami se non ti ho risposto prima, ma non avevo visto il messaggio... comunque grazie, ma non credo che tornerò nel mondo dei contest - almeno per un bel po' - perché la real life non mi lascia tregua <.<

Ho fatto capolino per indire una challenge, però, se ti interessa ^_-

PS "firmare le cambiali" rende troppo bene l'idea!! xD

A presto!
rhys89

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12/07/2020 07:48
 
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Sì, sono tornata ^^
Ciao a tutti/e! ^^

So che sembrava il contrario, ma non mi ero dimenticata dei vostri banner premio... e alla fine sono riuscita a finirli!
(Meglio tardi che mai ^^")

Li ho messi tutti in una cartella condivisa su Dropbox (si possono vedere senza registrazione) per comodità, comunque qui di seguito vi metto sia il link alla cartella che il link al banner della vostra storia.

Oh, dimenticavo di dirvi che sono tutti 500x300 (quindi della dimensione massima accettata da EFP e un po' più piccoli di quella massima accettata sul forum), e possono essere inseriti direttamente sia sul sito che sul forum senza essere modificati ^_-

Link cartella con tutti i banner --> QUI

1) Banner Der Hölle Rache, di Setsy --> QUI

2) Banner Tu sei il mio destino, di Elettra.C --> QUI

3) Banner Anche I Mostri Possono Amare, di Laodamia94 --> QUI

4) Banner Your Traces on my Skin, di XShade-Shinra --> QUI

5) Banner Brave enough to, di Fiore di Cenere --> QUI

6) Banner Contagio - Nella profondità della tua anima, di Rota23 --> QUI

7) Banner È lui, di Sophie_moore --> QUI

8) Banner I miei primi giorni, di Claire roxy --> QUI

9) Banner Sorriso che non riesco a capire, di Hotaru_key22 --> QUI

10) Banner Problems that need to be solved, di Alsha --> QUI


Ok, i banner ci sono. Non sono certo professionali, ma ho fatto del mio meglio per cercare le immagini più carine e/o appropriate e gli sfondi e i font che meglio si adattassero alle vostre raccolte... quindi spero tanto che vi piacciano [SM=g27998]


Per quanto riguarda il commento finale alla raccolta a cui avevo accennato, ancora non l'ho scritto. Non che non voglia farlo, ma dal momento che per scrivere ciascun commento devo rileggermi tutta la raccolta e tutta la mia valutazione, aspetto di sapere se ancora siete interessati.

Quindi, se volete anche il mio commento finale alla vostra raccolta, scrivetemelo qui in discussione. Ci metterò un po', ormai lo sapete, ma arriverà [SM=g27988]


E... niente, direi che è tutto. Spero di risentirvi e/o di rivedervi a spasso per il forum (anche se non indico più contest bazzico abbastanza la sezione delle challenge, al momento).

A presto!
rhys89

La mia pagina EFP
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Tratto da "Cara Mathilda" di Susanna Tamaro

12/07/2020 12:35
 
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Re: Sì, sono tornata ^^
rhys89, 12/07/2020 07:48:

Ciao a tutti/e! ^^

So che sembrava il contrario, ma non mi ero dimenticata dei vostri banner premio... e alla fine sono riuscita a finirli!
(Meglio tardi che mai ^^")

Li ho messi tutti in una cartella condivisa su Dropbox (si possono vedere senza registrazione) per comodità, comunque qui di seguito vi metto sia il link alla cartella che il link al banner della vostra storia.

Oh, dimenticavo di dirvi che sono tutti 500x300 (quindi della dimensione massima accettata da EFP e un po' più piccoli di quella massima accettata sul forum), e possono essere inseriti direttamente sia sul sito che sul forum senza essere modificati ^_-

Link cartella con tutti i banner --> QUI

1) Banner Der Hölle Rache, di Setsy --> QUI

2) Banner Tu sei il mio destino, di Elettra.C --> QUI

3) Banner Anche I Mostri Possono Amare, di Laodamia94 --> QUI

4) Banner Your Traces on my Skin, di XShade-Shinra --> QUI

5) Banner Brave enough to, di Fiore di Cenere --> QUI

6) Banner Contagio - Nella profondità della tua anima, di Rota23 --> QUI

7) Banner È lui, di Sophie_moore --> QUI

8) Banner I miei primi giorni, di Claire roxy --> QUI

9) Banner Sorriso che non riesco a capire, di Hotaru_key22 --> QUI

10) Banner Problems that need to be solved, di Alsha --> QUI


Ok, i banner ci sono. Non sono certo professionali, ma ho fatto del mio meglio per cercare le immagini più carine e/o appropriate e gli sfondi e i font che meglio si adattassero alle vostre raccolte... quindi spero tanto che vi piacciano [SM=g27998]


Per quanto riguarda il commento finale alla raccolta a cui avevo accennato, ancora non l'ho scritto. Non che non voglia farlo, ma dal momento che per scrivere ciascun commento devo rileggermi tutta la raccolta e tutta la mia valutazione, aspetto di sapere se ancora siete interessati.

Quindi, se volete anche il mio commento finale alla vostra raccolta, scrivetemelo qui in discussione. Ci metterò un po', ormai lo sapete, ma arriverà [SM=g27988]


E... niente, direi che è tutto. Spero di risentirvi e/o di rivedervi a spasso per il forum (anche se non indico più contest bazzico abbastanza la sezione delle challenge, al momento).

A presto!
rhys89

Ciao, grazie mille! Per quanto mi riguarda il banner è perfetto per la storia e mi piace tantissimo 😍
A me piacerebbe ricevere il tuo commento 😘
Hotaru ^^
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12/07/2020 17:43
 
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Re: Re: Sì, sono tornata ^^
Hotaru_Key22, 12/07/2020 12:35:

Ciao, grazie mille! Per quanto mi riguarda il banner è perfetto per la storia e mi piace tantissimo 😍
A me piacerebbe ricevere il tuo commento 😘
Hotaru ^^



Ciao ^^
Sono felice che il banner ti sia piaciuto... e ti metto subito in lista per il commento finale 😉

A presto!
rhys89

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12/07/2020 18:14
 
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Il banner è fantastico, le immagini sono perfette!
Aspetto volentieri il commento finale, non ti preoccupare per il tempo che ci vorrà
Alla prossima!
Alsha
12/07/2020 18:24
 
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Re: Sì, sono tornata ^^
rhys89, 12/07/2020 07:48:

Ciao a tutti/e! ^^

So che sembrava il contrario, ma non mi ero dimenticata dei vostri banner premio... e alla fine sono riuscita a finirli!
(Meglio tardi che mai ^^")

Li ho messi tutti in una cartella condivisa su Dropbox (si possono vedere senza registrazione) per comodità, comunque qui di seguito vi metto sia il link alla cartella che il link al banner della vostra storia.

Oh, dimenticavo di dirvi che sono tutti 500x300 (quindi della dimensione massima accettata da EFP e un po' più piccoli di quella massima accettata sul forum), e possono essere inseriti direttamente sia sul sito che sul forum senza essere modificati ^_-

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1) Banner Der Hölle Rache, di Setsy --> QUI

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3) Banner Anche I Mostri Possono Amare, di Laodamia94 --> QUI

4) Banner Your Traces on my Skin, di XShade-Shinra --> QUI

5) Banner Brave enough to, di Fiore di Cenere --> QUI

6) Banner Contagio - Nella profondità della tua anima, di Rota23 --> QUI

7) Banner È lui, di Sophie_moore --> QUI

8) Banner I miei primi giorni, di Claire roxy --> QUI

9) Banner Sorriso che non riesco a capire, di Hotaru_key22 --> QUI

10) Banner Problems that need to be solved, di Alsha --> QUI


Ok, i banner ci sono. Non sono certo professionali, ma ho fatto del mio meglio per cercare le immagini più carine e/o appropriate e gli sfondi e i font che meglio si adattassero alle vostre raccolte... quindi spero tanto che vi piacciano [SM=g27998]


Per quanto riguarda il commento finale alla raccolta a cui avevo accennato, ancora non l'ho scritto. Non che non voglia farlo, ma dal momento che per scrivere ciascun commento devo rileggermi tutta la raccolta e tutta la mia valutazione, aspetto di sapere se ancora siete interessati.

Quindi, se volete anche il mio commento finale alla vostra raccolta, scrivetemelo qui in discussione. Ci metterò un po', ormai lo sapete, ma arriverà [SM=g27988]


E... niente, direi che è tutto. Spero di risentirvi e/o di rivedervi a spasso per il forum (anche se non indico più contest bazzico abbastanza la sezione delle challenge, al momento).

A presto!
rhys89


Rhys! Grazie mille per il banner! *^* Mi è piaciuto un sacco!
Non preoccuparti per il commento finale sulla mia storia: il tuo giudizio mi è sembrato già completo così com'è. ^^
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Post: 317
12/07/2020 19:21
 
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EVVIVA, BEN TORNATA!
Assolutamente sì, il commento alla raccolta lo gradirei eccome! Non ti preoccupare assolutamente di quanto tempo ci vorrà, non è importante! 😁

Il banner mi piace un sacco ❤ grazie ❤

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Post: 5.640
Giudice*****
12/07/2020 20:16
 
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grazie del banner, sono COSI' loro 😁😍
io desidero ardentemente il commento finale quando puoi!
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Post: 3.422
Giudice**
13/07/2020 16:24
 
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Ciao! Bentornata 💗
Il banner mi piace un sacco, devo dire ywy è molto molto bello!
Piacerebbe anche a me avere il commento finale alla mia storia, pls 💝💓💕💖
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Post: 3.284
Giudice*****
13/07/2020 18:11
 
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Re:
Alsha, 12/07/2020 18:14:

Il banner è fantastico, le immagini sono perfette!
Aspetto volentieri il commento finale, non ti preoccupare per il tempo che ci vorrà
Alla prossima!
Alsha



Sono felice che il banner ti piaccia ^^
Ti metto in lista per il commento finale 😎

A presto!
rhys89

La mia pagina EFP
La mia pagina giudice

Tratto da "Cara Mathilda" di Susanna Tamaro

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Post: 3.284
Giudice*****
13/07/2020 18:14
 
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Re: Re: Sì, sono tornata ^^
XShade-Shinra, 12/07/2020 18:24:


Rhys! Grazie mille per il banner! *^* Mi è piaciuto un sacco!
Non preoccuparti per il commento finale sulla mia storia: il tuo giudizio mi è sembrato già completo così com'è. ^^



Ottimo, sono felice che il banner ti piaccia ^^
Perfetto, allora ci rivedremo a zonzo per il forum (e sulla tua zombie!AU appena avrò un momento libero) 😁

A presto!
rhys89

La mia pagina EFP
La mia pagina giudice

Tratto da "Cara Mathilda" di Susanna Tamaro

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Post: 3.284
Giudice*****
13/07/2020 18:15
 
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Re:
Sophie_moore, 12/07/2020 19:21:

EVVIVA, BEN TORNATA!
Assolutamente sì, il commento alla raccolta lo gradirei eccome! Non ti preoccupare assolutamente di quanto tempo ci vorrà, non è importante! 😁

Il banner mi piace un sacco ❤ grazie ❤



Grazie <3
Sono felice che il banner ti piaccia... e ti metto subito in lista per il commento finale ^_-

A presto!
rhys89

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La mia pagina giudice

Tratto da "Cara Mathilda" di Susanna Tamaro

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