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01/10/2017 17:17 | |
hey_youngblood, 28/09/2017 16.56:
AriaBlack, 12/09/2017 23.54:
Seconda classificata
hey_youngblood con Quello che rimane
Giudizio di Marina Grammatica e Stile 9,5/10
Non ho quasi nulla da dire, in questa categoria, per il semplice fatto che non ho quasi notato errori (o se, per caso, ci fosse stata una virgola leggermente fuori posto, oltre a quelle che segnalerò, ero così presa dalla lettura da non essermene neanche accorta, quindi potrai ben capire quanto poco abbiano influito), ma ci tengo comunque a segnarti le uniche cose che ho visto fuori posto:
• “Niente avrebbe mai potuto far cambiare idea ad Alaska se si era ficcata in testa di dover uscire dal campus”
Qui avrei aggiunto una virgola dopo il “se”, avrebbe agevolato di molto la lettura della frase.
• “(...) sarebbe stato meglio per tutti se non vedevamo il corpo di sua figlia”
Qui c'è un verbo fuori posto. La versione corretta della frase è “sarebbe stato meglio per tutti se non avessimo visto il corpo di sua figlia”.
Per il resto il tuo stile mi è piaciuto davvero molto: c'erano le descrizioni giuste al momento giusto, l'introspezione era messa quando serviva e mai troppo pesante, il modo di scrivere era incredibilmente piacevole e il lessico adatto, non troppo semplice né eccessimante forbito, quindi, da questo punto di vista, chapeau.
Caratterizzazione 10/10
Ammetto che questo punto è un mio grande punto dolente, per il semplice fatto che, non avendo mai avuto l'occasione di leggere il libro in questione, ho potuto valutare i personaggi unicamente dal modo in cui li hai descritti, e non tanto per l'IC in sé per sé.
Tuttavia devo ammettere che, per quanto riguarda le descrizioni dei personaggi, ho trovato tutto impeccabile.
All'inizio devo ammettere che avevo storto un po' il naso all'idea di avere tre punti di vista diversi, uno per ogni capitolo, ma devo anche ammettere che i due protagonisti della vicenda (e la stessa Alaska) sono stati analizzati in maniera così piacevole che non ho avuto assolutamente niente da ridire. Mi è piaciuto il modo in cui sono stati descritti, il modo in cui ognuno pensi di essere più affezionato dell'altro ad Alaska, e anche il modo in cui hanno una visione diversa di quest'ultima, che rende la ragazza in questione un personaggio molto più sfaccettato ed interessante; mi fa molto piacere, dunque, che tu abbia deciso di sottolineare anche quest'aspetto. Ho anche apprezzato molto le riflessioni di Ciccio sulle possibili cause della morte di Alaska, su come voglia categoricamente escludere il suicidio per tentare di pensare di essere stato importante per Alaska e di come si aggrappi disperatamente all'idea che lei sia viva, in netta contrapposizione con i pensieri di Chip che invece è fermamente convinto della sua morte.
Inoltre, trovo che il modo in cui tu abbia parlato dei personaggi permetta anche ad un lettore completamente inesperto - come la sottoscritta, per l'appunto - di immergersi a pieno nella lettura e di comprendere il contesto dei personaggi, e per questo ho deciso di darti un punteggio pieno.
Rimpianto (o rimorso) 10/10
Onestamente, trovo che essere riuscita a gestire in un tale modo sia un rimpianto che un rimorso sia stato un gran lavoro, quindi complimenti già solo per questo. Mi è piaciuto come hai spiegato i sensi di colpa di due persone che avrebbero potuto fermare una terza persona da loro amata da ciò che l'avrebbe condotta alla morte, senza riuscire a farlo, oltre al momento in cui, nel primo capitolo, Ciccio sembra quasi “deresponsabilizzarsi”, all'inizio, spiegando che Alaska non si sarebbe mai tolta un'idea dalla testa - e poi il modo in cui Chip, nella seconda parte della storia, lo riprenda mentalmente proprio per questo; è molto bello anche lo sforzo mentale di Ciccio nel cercare di convincersi che Alaska non sia morta e di attaccarsi alla vana speranza che lei sia ancora in vita. Si riesce a percepire chiaramente che avrebbe desiderato molto più tempo con la ragazza, tanto da non diventare più lucido nel pensare: quindi, devo dire che hai fatto proprio un ottimo lavoro.
Gradimento Personale 9,5/10
Come ho già ampiamente detto nella parte della caratterizzazione, questa storia mi ha decisamente lasciata soddisfatta - e posso affermare senza problemi che sia la prima storia di un fandom a me sconosciuto che mi faccia provare una sensazione del genere, quindi congratulazioni.
Ho apprezzato molto le riflessioni dei personaggi, i riferimenti a delle frasi del libro, e tutte le descrizioni sul carattere di Alaska, anche assieme alle ipotesi sulla sua morte e trovo anche le piccole descrizioni fisiche (come, ad esempio, il rosso dei suoi capelli inserito nel primo capitolo), fossero un po' come una “coccola”, una cosa che mi è molto piaciuto leggere. Inoltre, dalla prima all'ultima riga si viene trascinati nella storia un po' come un ciclone, per l'appunto - per fare un riferimento alle ultime righe della storia - e non c'è niente che io ami di più di essere molto presa da una storia. E parlando proprio delle ultime righe, ho adorato il modo in cui Chip spiega a Ciccio le ragioni per le quali loro non sono morti, paragonando lui e il compagno alle macerie di Alaska, perché l'ho trovata una similitudine deliziosa e coerente.
Forse l'unica parte che non mi ha convinta più di tanto è la discussione tra Ciccio e Chip sulla morte di Alaska, all'inizio del primo capitolo, perché mi pare che quel momento accada con incredibile rapidità, tanto che ho dovuto rileggerlo un paio di volte per capirlo bene; tuttavia, penso sia solo una mia opinione e quindi ho deciso di non penalizzarti troppo, anche perché il resto della storia era decisamente impeccabile.
Titolo e impaginazione 4/5
Che dire, l'impaginazione mi è piaciuta. E mi è piaciuta davvero tanto.
Ho adorato il font, che rientra a pieno titolo nella categoria dei miei preferiti, la grandezza del testo, lo spazio tra parole e frasi e la scelta di porre le definizioni in alto a sinistra, che ho trovato una cosa molto elegante. Ho apprezzato anche la scelta di mettere tutte le citazioni in corsivo e il numero del capitolo al centro, appena sopra il titolo, ben evidenziato - se proprio devo trovare una pecca, nel primo capitolo, ad un certo punto, hanno iniziato ad esserci troppi asterischi dopo le citazioni e la cosa mi stonava un po', ma d'altronde mi è andata benissimo anche così.
Per quanto riguarda il titolo, invece, devo ammettere che non mi è piaciuto molto: ho apprezzato il modo in cui si riferisce ai protagonisti come “quello che rimane” di Alaska, per l'appunto, come viene poi sottolineato nel finale (cosa per cui, lo ammetto, io ho un debole), ma, non so neanche definire per quale motivo, non mi ha colpita in maniera particolare, e se avessi trovato la storia in una lista in mezzo a tante altre forse non mi sarei soffermata.
Giudizio di Aria Grammatica e stile: 9,5/10
“ed il tarlo si ormai insinuato nella mente di Chip”: hai balzato una parola e ti sei persa l’“era” di “si era ormai insinuato nella mente di Chip”.
“Ciccio incrocio le gambette ossute”: errore di battitura, è incrociò.
“perché non riusciva a comprendere Chip potesse considerare” “Tutto ciò aveva sperato, in quegli ultimi giorni, era svanito nel nulla”: qui, secondo me, manca un “che” dopo “comprendere” e, nella seconda frase, dopo “ciò”; nel primo caso, la coordinata non ha lo stesso soggetto della principale, per cui è necessario inserire una congiunzione che le colleghi, mentre nel secondo mi suona proprio brutto leggere la proposizione senza quel “che”.
Ho catalogato tutti quelli che ti ho segnato come errori di distrazione, perché fondamentalmente non mi è sembrato di rilevare la presenza di problemi più gravi di qualche semplice parola mancante, per cui non il tutto non ha praticamente influito per niente sulla valutazione.
Il tuo stile ha qualcosa di incantevole: gli occhi si attaccano al foglio di Word, incapaci di staccarsi, desiderosi di proseguire nella lettura. È una cosa molto rara, non mi era mai successo nulla del genere: mi ha ricordato in parte il modo di scrivere dello stesso John Green, oltre che di un’altra scrittrice statunitense che adoro, vale a dire Ava Dellaira. Il tuo stile, esattamente come quello dei due autori che ho citato sopra, è stato in grado di catapultarmi fin da subito nella realtà dei giovani protagonisti, oltre che di farmi percepire l’“odore” e il “sapore” di America che tanto adoro. Bada bene, per me dirti che il tuo stile assomiglia a quello di altri autori non è un fatto negativo – per molti lo è, perché non denota la peculiarità di stile riconducibile ad uno ed un solo scrittore – bensì un complimento enorme, visto quanto adori in generale questo modo di scrivere. Sul serio, leggendo la fanfiction ho pensato di star fruendo per un momento di un estratto di un libro cartaceo realmente esistente, il che per me è assolutamente sensazionale! La storia era scritta con uno stile magistrale, praticamente senza errori, i personaggi ottimamente descritti; ti sei calata nel mondo di Green così bene che, a tratti, potevo quasi credere che questi fossero dei momenti mancanti direttamente tratti da qualche estratto non edito del libro. Sono rimasta così piacevolmente colpita che non so bene cos’altro dire se non “complimenti”, davvero.
Caratterizzazione: 10/10
Anche qui c’è poco da dire, la caratterizzazione è praticamente perfetta. I personaggi vengono descritti con le parole giuste, i gesti che riconosci essere quelli che appartengono loro, i discorsi che t’immagineresti di vedergli fare anche nell’opera originale da cui sono stati tratti. Trovo che scrivere su dei personaggi di un libro sia estremamente difficile, perché la mente del lettore – o perlomeno la mia – fa dei continui paragoni con ciò che ho trovato leggendo “l’originale”, se così vogliamo chiamarlo. Ecco, nelle opere di Green ho sempre riscontrato una veridicità disarmante, che mi ha fatto comprendere senza ombra di dubbio che i personaggi che ci raccontava sarebbero potuti benissimo esistere anche nella realtà, perché hanno mille sfaccettature. Non sono l’eroe senza macchia e senza paura, sono esseri umani, esattamente come noi, dotati di bellezze ma anche di bruttezze, forze e debolezze – ed è esattamente ciò che li rende così vivi, almeno secondo me. Trattando delle personalità tanto complesse è facile cadere nel baratro e generalizzare tutto, invece tu non l’hai fatto, per niente. I tuoi personaggi sono vivi, tridimensionali, li senti respirare e li vedi muoversi man mano che gli occhi corrono lungo il foglio di Word. Sicuramente lo stile “Greeniano” ha contribuito a quest’effetto, va detto però che è assolutamente una cosa lodabile e non vedo come potrei penalizzarti per questo. Miles ossessionato dalla ricerca della verità, dal desiderio che Alaska possa essere ancora viva, così come Chip che, invece, è molto più realista e sa che per il bene di Miles deve mettere a tacere quell’idea prima che il suo amico possa logorarsi ancor di più, perché è questo che avrebbe voluto anche Alaska. Dall’altro lato c’è proprio lei, Alaska, la protagonista silenziosa ma indiscutibile, che osserva la scena con il suo sorriso triste, prima che i suoi riccioli rossi possano dondolare un’ultima volta prima di sparire. La veridicità di ogni singolo personaggio è indiscutibile, sono felice di aver letto una storia tanto accurata.
Rimpianto (o rimorso): 10/10
Credimi se ti dico che mi hai fatto un piacere immenso, iscrivendoti a questo contest. Conoscere “Cercando Alaska” è stato davvero un toccasana, per me: è vero, sicuramente ci sono degli scrittori migliori di lui, tuttavia adoro il modo in cui riesce a raccontare in modo assolutamente veritiero e dettagliato la vita degli adolescenti americani. E, ti dirò di più, in parte t’invidio anche questa tua capacità di descrivere le vicende con uno stile che ricorda molto il suo, perché rende il tutto più vero, più fattibile. Che Miles non riesca ad accettare la morte di Alaska lo trovo plausibile al 100%, così come il suo incaponirsi testardo nella ricerca della verità. Mi è piaciuto inoltre vedere la debolezza sia di Chip che di Miles, il primo nel momento in cui si rimprovera di non aver salvato Alaska non andando con lei, quella notte, l’altro quando si lascia andare ad un pianto disperato e liberatorio, vedendo tutte le sue certezze crollare, rendendosi finalmente conto che la ragazza che amava e che forse amerà per sempre, purtroppo, non c’è più.
Che dire, rimpianti e rimorsi si percepiscono in tutta la storia, sono trattati egregiamente – la loro presenza non è solo scritta nero su bianco, no, s’intuisce, è una consapevolezza che s’insinua viscida nell’animo di chi legge, esattamente come piace a me – e resi in maniera estremamente veritiera. Avrei potuto darti di più ma il punteggio in decimi non lo consentiva, giusto per darti un’idea della situazione.
Gradimento personale: 10/10
Credo che si sia già largamente intuito dal resto della valutazione, ma ho ovviamente adorato questa storia. Il lessico è perfetto, lo stile incantevole, i personaggi possiedono una loro profondità psicologica ed emotiva che rasenta la perfezione – non impressionarti, sono un po’ maniaca per queste cose, per cui potrai ben immaginare quanto mi renda piena di gioia vedere i personaggi di un’opera letteraria non sminuiti dal testo di una fanfiction, ma, al contrario, elogiati – e la grammatica va pressoché alla grande. Le tematiche che hai affrontato sono rese in maniera realistica e appagante, per cui è ovvio che questa storia mi sia immensamente piaciuta. Ancora complimenti, davvero.
Titolo e impaginazione: 3,50/5
Tutto sommato, direi che con l’impaginazione di siamo. Semplice ed elegante, né troppo grande e né troppo piccolo, che non sminuisce il contenuto della storia, ma che, invece, lo esalta. Gradevoli anche le definizioni che hai inserito all’inizio di ciascun capitolo e le frasi riportate direttamente dal libro, sarò ripetitiva ma le ho trovate eleganti e d’effetto.
Per quanto riguarda il titolo, invece, temo di dover ammettere che sia forse l’unico punto debole di tutta la storia. “Quello che rimane” sa di visto e rivisto, oltre ad essere un po’ troppo semplice, almeno a mio avviso. Mi piace che si ricolleghi direttamente al finale della storia, oltre che sicuramente riassume bene il contenuto della storia – quello che rimane dopo la morte di Alaska – tuttavia credo che sminuisca un po’ la storia stessa e che, purtroppo, avresti potuto trovare qualcosa di migliore.
Ringrazio infinitamente le Giudici per l'occasione e i consigli che mi avete dato. Per le recensioni premio mi farebbe piacere che optaste per la mia long Victuuri "Nephilim: qui est caelum", altrimenti a voi la scelta tra le storie presenti sul mio profilo.
Un bacio,
Carlotta
Buongiorno!
Ti chiedo scusa per il ritardo con cui tale risposta arriva; in ogni caso, siamo noi a ringraziare te per la fantastica storia che ci hai presentato <3
Per quanto riguarda le recensioni premio la storia che hai proposto va benissimo, e le recensioni ti arriveranno su quella :3
Un saluto,
Mari <3
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