6
SETTE AIUTANTI PER GLI APOSTOLI Atti 6
Il numero dei discepoli di Gesù aumentava di continuo, e i dodici apostoli non riuscivano più a svolgere il loro compito verso tutti. Allora convocarono un'assemblea e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo di annunciare la parola di Dio, per occuparci del cibo. Fratelli, scegliete tra voi sette uomini pieni di fede e saggi. Essi saranno i nostri aiutanti». La proposta piacque a tutti, e sette uomini, tra cui Stefano e Filippo, divennero aiutanti degli apostoli nella distribuzione del cibo.
7
STEFANO, IL PRIMO MARTIRE Atti 6-7
Stefano, uno dei sette aiutanti degli apostoli, era pieno di fede e di amore per il Signore Gesù, e discuteva molto abilmente con gli Ebrei per dimostrare loro che Gesù era il Messia inviato da Dio. Poiché non riuscivano a controbattere le sue affermazioni, alcuni Ebrei cominciarono ad accusarlo falsamente. Dicevano che Stefano aveva bestemmiato contro Mosè, la legge di Dio e il tempio. E ripeterono queste false accuse, finché Stefano fu arrestato e processato davanti al sommo sacerdote. Egli chiese a Stefano se le accuse mosse contro di lui erano vere. Stefano fece allora un lungo discorso: ricordò che spesso gli uomini d'Israele avevano agito male verso Dio; non avevano ascoltato i profeti e neppure Mosè; avevano ricevuto da Dio la sua legge, ma spesso non l'avevano rispettata. Stefano disse poi che Dio aveva deciso di farsi conoscere apertamente dagli uomini, e per questo aveva mandato suo Figlio, Gesù. Come in passato gli Ebrei avevano ucciso i profeti inviati da Dio, così ora avevano ucciso Gesù. Le parole di Stefano fecero infuriare il sommo sacerdote, e tutto il tribunale riunito con lui. Ma Stefano proseguì e disse: «Ecco, io vedo nei cieli, e vedo Gesù che sta alla destra di Dio Padre». Questo significava proclamare che anche Gesù è Dio. Il tribunale allora si scandalizzò e condannò Stefano ad essere lapidato, cioè ucciso a colpi di pietra. Subito lo trascinarono fuori città, e presero a tirargli addosso le pietre. Stefano pregava; ricordando poi quello che Gesù aveva detto sulla croce, anch'egli disse: «Signore Gesù, accogli la mia vita». Poi, sentendosi ormai vicino a morire, cadendo in ginocchio aggiunse: «Signore, perdonali per quello che stanno facendo».
8
SAULO CONTRO I CRISTIANI Atti 6-7
Stefano fu il primo martire cristiano, il primo cioè di tutti coloro che diedero la vita per amore di Gesù. Quelli che lo avevano ucciso a colpi di pietre avevano affidato in custodia i loro mantelli a un giovane di nome Saulo. Quel giorno ci fu a Gerusalemme una persecuzione contro i Cristiani. Anche Saulo entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in prigione. Molti fuggivano in altre città. E là si mettevano a parlare di Gesù: così la sua conoscenza si diffondeva per il paese.
9
FILIPPO E IL MAGO SIMONE Atti 8
Filippo, uno dei sette aiutanti degli apostoli, si recò in una città della Samaria, e là si mise ad annunciare il Signore, accompagnando la parola con molti miracoli. Così numerosi abitanti della città credettero nel Signore Gesù e si fecero battezzare. Tra loro c'era un uomo di nome Simone, il quale era famoso come mago e da tempo incantava molti con le sue magie. Anzi, Simone stava sempre con Filippo, e vedendo i grandi miracoli e prodigi che avvenivano, stava attento a tutto ciò che egli faceva.
10
PIETRO E IL MAGO SIMONE Atti 8
Gli apostoli Pietro e Giovanni si recarono in Samaria a visitare coloro che avevano accolto la parola di Dio. Essi pregavano perché i Samaritani ricevessero lo Spirito Santo: essi infatti erano solo stati battezzati nel nome del Signore Gesù. Poi stendevano le mani su di loro, ed essi ricevevano lo Spirito Santo. Quando vide che lo Spirito Santo veniva dato con l'imposizione delle mani, il mago Simone andò dagli apostoli, offrì loro del denaro e disse: «Date anche a me questo potere, e fate in modo che quelli su cui io poserò le mani ricevano lo Spirito Santo!» Ma Pietro, indignato, rispose: «Vattene tu e il tuo denaro! Tu hai pensato che il dono di Dio si possa comperare con i soldi: smettila di credere che sia così, e prega il Signore che ti perdoni le tue cattive intenzioni! Mi accorgo infatti che sei pieno di male e prigioniero della cattiveria!» Certo Pietro ricordava che Gesù, parlando dei doni di Dio, aveva comandato agli apostoli: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date!» Al rimprovero di Pietro Simone si pentì e disse: «Pregate voi il Signore per me, perché mi perdoni».
11
IL MINISTRO DELLA REGINA DI ETIOPIA Atti 8
Un angelo del Signore si presentò a Filippo e gli disse: «Alzati e va' verso sud, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza». Filippo andò, e mentre camminava fu raggiunto da un carro da viaggio, su cui un uomo stava leggendo. Era un etiope, sovrintendente ai tesori di Candace regina d'Etiopia. Egli era un credente in Dio, e stava tornando da Gerusalemme dove si era recato a pregare nel tempio. Lungo la strada il ministro leggeva il libro del profeta Isaia, e quando Filippo si unì a lui stava leggendo il brano che dice: «Come una pecora egli fu condotto al macello, e come un agnello muto egli non si lamentò... » Il ministro chiese a Filippo: «Dimmi, ti prego, di chi sta parlando il profeta?» Filippo gli spiegò che con quelle parole Isaia annunciava la morte del Messia, innocente e mite come un agnello, e gli parlò di Gesù. Gli parlò tanto bene, che giunti ad una fonte, il ministro disse a Filippo: «Ecco: qui c'è acqua. Che cosa impedisce che io sia battezzato?» Il ministro fece fermare il carro, tutti e due scesero nell'acqua, e Filippo lo battezzò.
12
SAULO SULLA VIA DI DAMASCO Atti 9
Saulo era deciso a eliminare i discepoli di Gesù. Per questo chiese ai capi del popolo il permesso di recarsi a Damasco ad arrestare i Cristiani che si trovavano in quella città. Ebbe il permesso, e anche una scorta di guardie. Era in cammino, e stava avvicinandosi a Damasco, quando all'improvviso una luce dal cielo lo avvolse. Egli cadde a terra e udì una voce che diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» «Chi sei tu?» rispose Saulo. E la voce riprese: «Io sono Gesù, che tu perseguiti».
13
SAULO E ANANIA Atti 9
Là, sulla via di Damasco, Gesù si era rivelato a Saulo, il persecutore dei Cristiani. Gesù gli disse anche: «Alzati e entra in città: qualcuno ti dirà ciò che devi fare». Saulo si alzò da terra e si accorse di essere rimasto cieco. Le guardie che lo accompagnavano lo presero per mano e lo condussero in città. A Damasco abitava un cristiano di nome Anania. Il Signore in visione gli parlò così: «Va' sulla strada chiamata Diritta, e cerca un uomo di Tarso che si chiama Saulo. In questo momento egli sta pregando, e in visione ti ha visto arrivare a mettergli le mani sugli occhi perché recuperi la vista». Anania rispose: «Signore, so tutto il male che egli ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme». Ma il Signore disse: «Va' e mettigli le mani sugli occhi. Egli è per me uno strumento che ho scelto per farmi conoscere da tutti i popoli». Anania andò, gli stese le mani sugli occhi e gli disse: «Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore». E Saulo riacquistò la vista e fu subito battezzato. E per mostrare a tutti che egli era un altro uomo, Saulo cambiò il proprio nome in quello di Paolo.
14
PAOLO CALATO DENTRO UNA CESTA Atti 9-13
Saulo aveva ricevuto il battesimo e era diventato Paolo, un uomo nuovo che credeva in Gesù. Subito prese ad annunciare la sua fede nelle sinagoghe di Damasco. Gli Ebrei si meravigliavano e dicevano: «Non è lui quello che a Gerusalemme incarcerava i Cristiani? Com'è che ora è diventato cristiano?» Alcuni Ebrei non sopportarono la sua predicazione e decisero di metterlo a morte. Ma Paolo venne a conoscenza dei loro piani: e di notte si fece calare dentro una cesta giù dalle mura di Damasco.
15
PIETRO GUARISCE UN PARALITICO Atti 9
La Chiesa attraversava un momento di tranquillità, e cresceva continuamente, facendosi forte con l'aiuto dello Spirito Santo. Pietro, il capo della Chiesa, decise di andare a far visita alle diverse comunità cristiane. Giunto nella città di Lidda, trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva paralitico su un lettuccio. Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce. Alzati, e rifatti il letto». Subito il paralitico si alzò. Lo videro gli abitanti di Lidda, e si convertirono al Signore Gesù.
16
PIETRO RISUSCITA TABITA’ Atti 9
Pietro si trovava in visita alla comunità di Lidda, quando nella vicina città di Giaffa si ammalò e morì una donna cristiana. Si chiamava Tabità, nome che significa "gazzella", ed era benvoluta da tutti perché faceva molte opere buone ed elemosine ai poveri. I credenti erano molto addolorati per la morte di Tabità, e saputo che l'apostolo Pietro si trovava a Lidda lo mandarono a chiamare per mezzo di due uomini, che gli dissero: «Vieni subito con noi». Pietro andò, e appena giunto lo condussero nella stanza dove avevano deposto il corpo della donna. Erano presenti alcune vedove, le quali piangendo mostrarono a Pietro i vestiti che Tabità confezionava per loro quando era in vita. Pietro allora fece uscire tutti dalla stanza. Si inginocchiò a pregare, e poi, rivolto al corpo, disse: «Tabità, alzati!» La donna aprì gli occhi, vide l'apostolo e si mise a sedere. Egli la prese per mano e la fece alzare, poi la presentò alle vedove e agli altri credenti. Il fatto della risurrezione di Tabità fu risaputo in tutta Giaffa, e molti per questo credettero nel Signore Gesù, facendosi Cristiani.