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[fanfiction] Sotto la maschera!

Ultimo Aggiornamento: 07/06/2017 11:47
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Giudice*****
21/03/2017 20:04
 
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Prima classificata

Quando il bambino era bambino – esiste realmente il male e persone che sono veramente cattive?

di Setsy/meiousetsuna






Grammatica: 8.2/10

Rivide se stesso ragazzo, avanzare tra le barricate di sacchi → -0.2 (la virgola non può essere messa tra soggetto e predicato.)
Umano, pieno di passione, di rabbia per essere costretto a dimostrare di valere qualcosa a prezzo forse della sua vita – senza dubbio del suo onore, visto che non voleva diventare un assassino - e quello gli bruciava più di tutto, era il suo punto debole. → -0.2 (non c'è correlazione tra la principale e la coordinata. "e quello gli bruciava…" si riferisce all'onore? Perché se è così, anche questa seconda parte va messa tra i trattini.)
cosa che senza poter spiegare come e perché, si trovò a fare, guidato solo dall’istinto. → 0.1 (il "che" ha funzione di congiunzione, quindi non puoi separarlo dalla subordinata che regge, introdotta da "si trovò a fare". Quindi, va aggiunta la virgola dopo di esso, per isolare la parentetica.)
I capelli nerissimi e folti, uniti ad iridi → -0.1 (la d eufonica va tolta)
alla sue stesse orecchie → -0.1 ("alle…")
Solo un miserabile può prendersela con un avversario → -0.1 (c'è uno spazio doppio tra "un" e "avversario")
ma aveva fatta una richiesta → -0.1 ("aveva fatto")
Non c’era bisogno che terminasse la frase, numerosi lividi nerastri e blu coprivano la parte di gambe visibile dall’orlo dei pantaloni a metà polpaccio, segno che molti altri dovevano essere nascosti e una guancia leggermente gonfia testimoniava il manrovescio finale che doveva essere seguito a quella punizione. → -0.1 (va chiuso l'inciso, aggiungendo una virgola dopo "nascosti")
gli da solo un numero tanto non dureranno molto → -0.1 (dà)
Da quando non mangi? → -0.1 (quanto)
Uno è per Dieci; dì la verità, ne avresti mangiato almeno mezzo del tuo? → -0.2 (il punto e virgola crea un collegamento, seppur effimero con la frase iniziale, cosa che però non ha senso in questo caso. Quindi io metterei il punto fermo. Inoltre dì è la forma contratta di giorno; la forma contratta di "dire" è " di' ".)
La bottiglina di latte, intiepidita dove era stata stretta dalla piccola mano passò → -0.1 (aggiungi una virgola per chiudere l'inciso.)
Damon provò una assurda → -0.1 (un'assurda)
“Vedi, Enzo – il vampiro era combattuto, ma la voce dell’istinto schiacciò facilmente quella della ragione – vorrei spiegarti. Tutti hanno una natura, che non dipende da loro; Dieci è un buonissimo cane, ma se vede un topo tra quei rottami, lo inseguirà per cacciarlo. Anche una parte delle persone è fatta così. L’altra invece… può cambiare”. → -0.2
Nell'ultimo appunto riportato qui sopra, tu metti il discorso – presumo – del narratore tra trattini, ma comunque rimane tra virgolette, il che dà l'impressione che Damon lo dica veramente, invece è una battuta composta. Quindi vanno chiuse le virgolette, isolata la narrazione e riaperte per continuare il dialogo.
"Vedi, Enzo" il vampiro era combattuto, ma la voce dell'istinto schiacciò facilmente quella della ragione, "vorrei spiegarti[…]"


Stile: 9.5/10

- Per fortuna la compassione non ne voleva sapere di cercare di oltrepassare le sue spesse, invisibili barriere e la sua natura predatoria l’aveva scartata come zavorra inutile.
Altrimenti la vista di quel bambino che singhiozzava seduto sul marciapiede di fronte ad un deposito di rottami e i guaiti di dolore di un cagnolino tremante nascosto dietro le gambe scarne del suo padroncino lo avrebbero spinto ad avvicinarsi per dirgli due parole; cosa che senza poter spiegare come e perché, si trovò a fare, guidato solo dall’istinto.

Il narratore esterno ti permette di creare dei parallelismi tra i due personaggi e le loro movenze, dando al lettore una visione esterna e simultanea delle loro azioni, come quando entrambi si lasciano sfuggire un sorriso; mentre la focalizzazione interna sui pensieri di Damon dona al testo un'ironia particolare, sarcastica e insolente, come è la mente del nostro caro vampiro.
Mi piace, poi, anche l'ironia di cui è intrisa la narrazione: persino la voce del narratore, come nel pezzo riportato qua sopra, è stuzzichevole e sarcastica; dici una cosa per affermare in un certo senso, quasi recondito, il significato opposto. Questo ha arricchito la lettura, permettendo di creare un legame con la figura di Damon che pare prendersi in giro e minacciare probabili testimoni della sua "generosità" allo stesso tempo.
I dialoghi sono semplicemente perfetti: nelle parole di Enzo c'è la stanchezza e la disperazione per la sua condizione e quella dell'amato cane, l'amarezza infantile di un bambino che, per forze maggiori, è costretto a crescere in fretta; nella "voce" di Damon c'è la dura comprensione di chi certi soprusi li conosce e li ha provati sulla sua pelle, l'ironia di una vita complessa e in parte odiata, e la finta fiacchezza che nasconde un animo buono e interessato, per quanto cerchi di nasconderlo. Le sue domande sono brevi, mirate, quasi come se fosse la sua anima a imporgli di porgerle; mentre le sue risposte sono concise e accorate, di chi con finto distacco si prende cura degli altri, volendo però comunque mantenere quell'aria da duro e insensibile.
Il lessico è semplice, mantiene la narrazione fluida e lineare, quieta, ma si adatta perfettamente alla natura "antica" di Damon con cerchi vocaboli ricercati e particolari, che immergono nell'atmosfera non solo dell'epoca in cui si muovono i protagonisti, ma anche in quella in cui viaggia a tratti la mente di Damon.
La punteggiatura è buona: la lettura scorre fluida e senza singhiozzi o incomprensioni; le pause danno il giusto ritmo e mantengono l'espressività placida e tranquilla, con frasi lunghe anche se a volte mal scandite, che accompagnano le riflessioni del protagonista. A mio avviso, sfrutti troppo la "d" eufonica, a volte inserendola in modo grammaticalmente scorretto; a livello stilistico, non sono fan del suo uso smodato.


Originalità e trama: 10/10

Hai, per quanto mi riguarda, colpito il bersaglio esattamente al centro e lo hai fatto con un colpo doppio a ripetizione ravvicinata, se non simultanea.
Hai risposto pienamente a ciò che chiedeva il bando, mostrandomi il lato sensibile che Damon cerca sempre di nascondere – hai rimarcato persino tale concetto in modo da mantenere l'IC perfetto, ma questa è una storia che racconterò dopo – la sua sensibilità profonda verso gli altri, il suo odio verso la sua natura di Vampiro (e dire che egli si gode la vita, e per questo a volte è peggio del suo fratellino squartatore), la sua ribellione verso una guerra che lo voleva costringere a uccidere (ottimi gli accenni al suo passato da umano). Inoltre mi hai regalato un "what if" sensazionale, che ti ha permesso di centrare l'obiettivo due volte. Enzo da bambino, quando la sua sagacia e la sua controllata follia si spezzavano come un'immagine impossibile e distorta sul riflesso di un infante maltrattato, gentile, amorevole, che si sarebbe sacrificato per il suo amato cagnolino. Ottimo lavoro!
La trama è stata una scoperta, ricca di sentimento, squarci oltre le maschere che indossano, catapultandoci in un passato alternativo, dove vediamo il primo incontro tra Enzo e Damon. Immagino che il "what if?" si riferisse a cosa sarebbe successo se Damon avesse incontrato Enzo quando era un bambino. La risposta che hai dato a questa domanda è molto complessa e profonda. Damon combatte con la sua solita ironia tra la voglia di vendicare il bambino e la voglia di fregarsene, per scegliere infine la strada moderata (una volta nella sua vita, almeno), sfamandolo e riflettendo sulla sua natura; si vede che stava passando uno dei suoi momenti melanconici.
Prima di tutto ho amato l'atmosfera deprimente e solitaria che avvolge i protagonisti, magari con una tonalità giallognola, al tramonto, giornata afosa, tipica di quegli scenari del sud. Mi è piaciuto il modo in cui hai affrontato il rapporto tra Damon e Enzo, dove il primo lotta con i suoi istinti di facciata per far emergere la parte sensibile e partecipe dei dolori, mentre il secondo ci regala un'anima ancora pura in cui le battute e il comportamento sono atti di una natura complessa e profonda, già matura, come richiede il suo ruolo di bambino maltrattato dell'Atlanta di quei tempi. Per una volta, la mancanza di azione non mi è dispiaciuta, anzi: hai riempito quattro pagine di chiacchiere tra amici dove ciò che risaltano sono le loro personalità a tutto tondo, creando tra l'altro ottimi squarci premonitori sul futuro, come il seguente:

- ‘Non importa se la prossima volta non sarai così buono con me. Forse sarai diverso. Comunque, nessuno mantiene la promessa fatta ad un bambino’.

Mi è parso un ottimo richiamo con ciò che accade alla fondazione Agustine negli anni cinquanta e una buona introspezione dell'amarezza genuina e innocente che versa nell'animo del bambino.


Titolo e impaginazione: 4/5

Manca il testo giustificato → -0.5
Il titolo è parecchio – ma parecchio – lungo, per quelli che sono i miei gusti. Se da un lato, la sua semplicità e lunghezza sono affini al tipo di stile e trama, dall'altro è mancata quella sintesi che io prediligo e che, in una forma più concisa, avrebbe enfatizzato la profondità del testo, attirando di più l'attenzione. I titoli lunghi sono complicati e il più delle volte hanno i toni smorzati, si dilungano troppo, mentre in realtà dovrebbero attirare con cattiveria e suggestione il lettore alla lettura. In ogni caso, però, la domanda – funge un po' da sottotitolo, immagino – racchiude bene quello che è l'obiettivo della trama, mentre la prima parte – quando il bambino era un bambino – immerge subito nell'atmosfera creata dal tuo "what if?".

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

- “Raccontamelo, forse posso aiutarti. E smetti di piangere, un uomo non si comporta così”.

Frasi come questa hanno reso in grande stile la personalità sfaccettata di Damon. Egli è sia angelo accorto che l'uomo cresciuto in un'epoca dove le lacrime non erano concesse neanche ai bambini e la maschera che si mostrava in pubblico era tutto. Hai dato spessore e profondità alla sua natura, non solo vampiresca ma anche quella umana e ottocentesca. Ti sei concentrata su un aspetto nascosto del suo carattere, come richiedeva il bando, ma lo hai fatto restando nell'IC del personaggio, mantenendo la sua autoironia e l'amarezza sarcastica con cui riflette sulla vita e ciò che gli sta attorno. Anche il fatto che pensa per un attimo di uccidere il padre del bambino mette in rilievo i suoi istinti da uomo d'azione, che sceglie sempre la strada più diretta e massacrante, a dispetto di tutto e tutti. Al contrario, però, nella tua storia si obbliga a non farlo poiché la sua scelta, comunque, non porterebbe alcun vantaggio. Forse, ancora una volta, avrei voluto che mantenessi più l'ironia nella voce, la sua sofferenza nel mostrarsi sensibile (Damon soffre e mastica le parole, aggrottando la fronte, quando deve mostrarsi buono e sensibile verso gli altri), ma comunque l'IC andava bene.
Enzo è un caso a parte. Nel telefilm – per quello che ne so, poiché il suo personaggio so che si evolve più avanti e io devo ancora recuperare – si mostra come una persona dedita all'amicizia e a prendersi cura di ciò che gli sta a cuore, mentre non si fa scrupoli a distruggere il resto – in questo è molto affine a Damon; è un uomo che sa vendicarsi e possiede il pessimismo/realismo di chi ha sofferto per troppo tempo(correggimi se sbaglio). Proprio quest'ultimo aspetto lo hai mantenuto nei suoi dialoghi pronunciati a testa bassa, con rassegnazione, lo hai evidenziato nel suo rapporto con il cane e lo hai riflesso anche nel suo modo di rapportarsi a Damon, proprio con l'ultima frase in cui, nonostante non abbia speranza verso la bontà degli uomini, comunque mostra apprezzamento e una forte empatia verso l'uomo che lo ha aiutato. Hai mantenuto anche la sua capacità di sacrificarsi, cosa che in parte rivediamo anche nei flashback di quando entrambi i vampiri sono prigionieri della Agustine. Quindi, nulla da eccepire.


Gradimento personale: 4.5/5

Tu lo sai, vero? Io adoro il Damon str… ah, lo sai, sì!
La mia è una fissazione, lo so, ma non ci posso fare niente. Tuttavia, la tua one-shot è stata una ventata di novità che mi è piaciuta molto, come puoi vedere dal punteggio alto anche in questa voce. Ho adorato il sarcasmo e l'ironia di tutta la vicenda. Damon sembra essere destinato a occuparsi dei "fratelli" più piccoli; inoltre mi è piaciuta l'idea di far apparire il lato più umano, quello che il suo rammarico, che non lo abbandona mai, tende a sopprimere e nascondere.
Il racconto, poi, si è fatto leggere con facilità, e mi ha fatto passare un paio di minuti con il sorriso tra le labbra, anche se non è lo stile che più prediligo. Per finire, hai esaudito alla perfezione la mia richiesta, dandomi un lato di questi due protagonisti che va oltre la solita maschera che indossano di fronte agli altri personaggi. Bravissima!


Citazione: 7/7

Ho avuto un po' di indecisione nel darti questo punteggio e nel riconoscerti la scelta a "x". Avevamo parlato delle fasi di Damon e di come faccia continuamente salti da essere l'eroe di turno a non volerne sapere persino delle persone che ama. Possiamo dedurre, sia da quello che sappiamo della loro storia (la mia conoscenza è un po' parziale) e dall'inizio che hai dato alla storia, che Damon è decisamente in quest'ultima fase, ovvero quando non vuole saperne degli attacchi maniaci e incontrollati del fratello e se ne va a zonzo, quasi senza una meta. Perciò, la scelta a "x" ci sta tutta.
Per il resto, non posso che dirti che la citazione calza a pennello, non solo perché Damon ritrova parte della sua umanità, anche se quasi con atteggiamento scocciato, ma perché Enzo vede in lui l'eroe, colui che gli presta aiuto e si prende cura anche del suo cane, aiutandolo sia sul momento che per il futuro, donandogli i soldi per il mantenimento del cucciolo. Quindi, ottimo lavoro!


Punteggio: 53.2/50+7

[Modificato da Nirvana_04 22/03/2017 12:42]

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