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Un E-Mail.

Ultimo Aggiornamento: 17/06/2014 17:39
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09/05/2014 19:25

Ho ricevuto questa e-mail, come al solito rispondo qui, ma sarebbe meglio postare le domande sul forum, a beneficio di tutti i lettori:

Carissimo Jabans,
innanzi tutto, voglio ringraziarla per le sue spiegazioni veramente interessanti, mi chiamo * * ed ho 60 anni.
Ho una domanda, a cui, spero, lei voglia rispondere:
Come succede che una persona che diventa consapevole, possa acquistare tanta conoscenza sulla realtà e sui fatti della vita e della morte?
Mi pare che lei abbia sempre sostenuto che conoscenza e consapevolezza non siano la stessa cosa, o sbaglio?
La ringrazio per l'eventuale risposta.

* *

La risposta è complessa, ed oggi, il tempo a mia disposizione è poco, risponderò appena possibile.

Jab
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10/05/2014 11:11

Gesù disse: "Io sono la Via, la Verità e la Vita"

Possiamo 'tradurre' questa frase con termini più comprensivi, cioè in: "Sono la Vita Consapevole di se, sono l'unica Verità, l'unica Realtà che c'è, Sono l'unica Via, l'unica Legge che ci sia"

Con la Consapevolezza non si 'raggiunge' uno stato più alto del comune sapere, della comune Conoscenza mentale, cioè quella che si può ottenere con lo studio in qualsiasi scuola o università.

Si ritorna, con la Consapevolezza, ad essere il 'Centro', la 'Fonte', da cui tutto nasce, si ha la Conoscenza dell'Alto Fattore che tutto ha mosso, per poter avere la Coscienza di questa Conoscenza.

Tutti coloro che sono Consapevoli: Conoscono la Causa Prima da cui tutto discende, tutti diranno le stesse cose, ma con parole, concetti e metafore date dalla loro cultura, lingua, e tradizione, a cui appartengono. Malgrado questo, le loro esposizioni saranno perfettamente e immediatamente comprensibili da ogni altro uomo Consapevole, non così per tutti gli altri, ancora legati ad una visione condizionata da una coscienza mentale, per quanto alta possa essere.

Non c'è modo di poter trasmettere la Consapevolezza, si può solo accennare, usando un linguaggio poetico e stimolante, o usando metafore, sembra, spesso, che si faccia i misteriosi (e lo stimolo del mistero viene anche adoperato come stimolo alla ricerca), ma è proprio impossibile trasmettere l'Essere.

Quindi: chi è Consapevole Conosce la Causa (che è semplicissima), 'tutto il resto' è una conseguenza.

Jab



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10/05/2014 12:30

forse questa lettura può dare un aiuto:
sebirblu.blogspot.it/2014/05/p-ubaldi-rivela-i-magnifici-segr...

Jab ha scritto bene, ed io aggiungo a margine, che il motivo per cui

Con la Consapevolezza non si 'raggiunge' uno stato più alto del comune sapere, della comune Conoscenza mentale, cioè quella che si può ottenere con lo studio in qualsiasi scuola o università.

è dato dal fatto che è inutile avere consapevolezza e non avere modo di capirla!
Non possono esistere grandi salti di conoscenza o di consapevolezza, ma essi vanno di pari passo... un colpo al cerchio ed uno alla botte!
Di questa poca differenza tra i due concetti, ce ne accorgiamo sempre dopo. Voglio dire, che il fatto di avere molta conoscenza e poca consapevolezza, sarà la molla per far manifestare quest'ultima in modo da equilibrare le due cose; e viceversa!
Ho conosciuto persone con molta consapevolezza, ma poca conoscenza, e mi sono accorto della loro difficolta di trasmettere quello che avevano intuito.
Mentre mi sono accorto come la sola conoscenza diventa solo un arido ed inutile sproloquiare!
La consapevolezza da energia alla conoscenza... e questa diventa viva!
la conoscenza da energia alla consapevolezza... e questa può finalmente manifestarsi
un saluto al nostro amico!
[Modificato da il vulcaniano. 10/05/2014 13:17]

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10/05/2014 13:20

Sono sicuro (per averne fatto esperienza), che la consapevolezza si può manifestare in ogni uomo, indipendentemente dal grado di Coscienza e di conoscenze che uno possa avere.

Accade quando ogni processo o sapere mentale viene abbandonato, perché ha a che fare con l'Essere, cioè: con colui che 'usa' la mente (qualsiasi l'uso che ne fa).

La conoscenza, il sapere, aiuta, ma fino ad un certo punto, oltre può divenire un'intralcio. Più si sa, a volte, più si diventa.... 'artificiali', per così dire, la Consapevolezza, per quanto rara, è lo stato naturale dell'Essere, per questo motivo si parla di 'abbandono' del giudizio e dei desideri, di un 'arrendersi'.
E lo stato naturale dell'Essere è intrinseca conoscenza.

Non è come scolpire una statua, ma come trarla, già scolpita, dalla terra, è sempre stata lì, bisognava solo disseppellirla.

Jab

P.S. Caro Vulcaniano, mi sa che, questa discussione la facciamo solo io e te. [SM=g7562]

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10/05/2014 13:32


Sono sicuro (per averne fatto esperienza), che la consapevolezza si può manifestare in ogni uomo, indipendentemente dal grado di Coscienza e di conoscenze che uno possa avere.


Si, è così ma dicevo che appunto questo "fenomeno", spinge ad approfondire con la conoscenza. Non se ne può fare a meno!!!!

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10/05/2014 13:53

Sì,si, avevo inteso [SM=g7566]

Ma ora, dopo aver cercato la parola giusta, cioè: 'artificiale', mi si sono aperte altre possibilità descrittive.

Essere tristi o felici (leggi esaltati) è artificiale, per esempio, ma è naturale 'stare sempre una bellezza!' [SM=g7566]

Ciao
Jab
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10/05/2014 14:45

Quoto quanto è stato detto appena sopra questo post, lo trovo profondamente sensato e vero.

Invece, al signore dell'email, scrivo quanto ho notato leggendo vari testi dei cd. ''Maestri spirituali''.

Prendiamo quelli più antichi - giusto per fare qualche nome: Gesù, Buddha, Socrate, Epicuro, Pitagora, Zoroastro, ecc. o chi per loro ha salvato pezzi della loro verità dall'oblio del tempo.
Tutti costoro, dicevo, non avevano molte conoscenze matematico-scientifiche o socio-psico-antropologiche di alcune dinamiche della realtà (fisica e sociale) che abbiamo oggi, ma ovviavano a tale ''mancanza'' comunque con acute osservazioni e metafore che rispettavano la cultura e la società dei tempi in cui vissero (oltre che alla loro particolare personalità). Ciò non di meno, chi - oggi - rilegge le loro parole non potrà che ritrovare conferme e vedere nessi con la propria conoscenza e consapevolezza e le loro metafore, immagini ed esempi.

La cosa è ancora più evidente con altre persone vissute in tempi più recenti, ma scomparsi - prendiamo Osho - che condividono spesso conoscenze e cultura ancora molto simile a quelle in cui viviamo noi (aiutati anche dal fatto che la globalizzazione, pure culturale, ha di fatto reso universali - seppur non in modo omogeneo ovunque - determinati tratti e concetti culturali di origine occidentale). Osho, ad es., dice che l'HIV si trasmette attraverso la saliva (in uno dei tanti discorsi), cosa che è stata ampiamente smentita dall'ambito sperimentale. Questa non è l'unica conoscenza erronea che pronuncia, se ne possono trovare altre, volendo.
Quindi? E' tutto da buttare ciò che dice Osho? (Anche tenendo conto che parlava in base a chi aveva di fronte, ad es. per demolire ciò in cui quello era identificato.)
No, semplicemente io credo, per tutto ciò che riguardava la conoscenza, egli sapeva quanto il suo tempo (anni Settanta e Ottanta del XX sec.) poteva dargli. Ma, appunto, ciò risultava essere vero per il sapere mentale.
Qualsiasi cosa, delle sue parole, che riguardi la sfera spirituale, chiamiamola così, risuona ancora come fosse detta da lui a voce, davanti a noi, durante la lettura.

La verità della Scienza è provvisoria e sempre migliorabile, quella che riguarda le profondità dell'Uomo non lo è. La prima si procura studiando (e in ambito di ricerca, usando il metodo scientifico*), la seconda osservando. La prima imparando, la seconda intuendo. O almeno, questo in linea di massima, perché anch'io ritengo ci sia un nesso fra le due cose che tende a ''riequilibrare'' il processo, come fatto notare da il.vulcaniano.

Un saluto a tutti! :)

*Tenendo conto che comunque, come ampiamente accettato, l'osservatore interpreta e modifica l'osservato secondo le proprie credenze, idee, aspettative ecc. Nelle scienze umane (sociologia, antropologia, storia ecc.) è risultato evidentissimo già a metà Novecento (l'applicazione di modelli naturali alla società umana ha portato alla teorizzazione delle differenze razziali, del darwinismo sociale, dell'eugenetica e altre discipline con cui si sono giustificate le peggio cose), per le scienze matematiche, fisiche e naturali poco dopo e con qualche resistenza in più.
[Modificato da Entes 10/05/2014 14:54]
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17/06/2014 17:39

Si può aggiungere ancora qualcosa a quanto scritto da Entes.

Chi è consapevole deve pur farsi intendere da chi non lo è.
La consapevolezza, in verità, non è né religione, né scienza, né, tanto meno, filosofia.
Non ha nulla a che fare con la comune coscienza mentale, patrimonio di ogni uomo, anzi, a volte, la traduzione in concetti mentali può essere fuorviante.... addirittura banale. Ma che altro si può fare?
Così si usano termini, e concetti presi da scienza, religione e filosofia (anche se molto ristretti in confronto alla consapevolezza), ma sono solo una 'mappa' per orientare chi ascolta, per 'convincerli a darsi da fare', così Osho viene erroneamente confuso con un religioso, Krishnamurti per un filosofo, Jung per uno scienziato, Terzani per uno scrittore...ecc.
Ma costoro hanno smesso di identificarsi con queste cose, con questi 'settori mentali', sono degli Anam, anche se vi parlano in questi modi.
Poi 'furbescamente' si sono indirizzati ad un certo uditorio che gli era più congeniale.

Ciao
Jab

P.S. Osho era indiano, e gli indiani ritengono i baci molto disdicevoli e poco igienici, quando ancora non si sapeva come si trasmetteva l'HIV, deve aver letto qualcosa... e non gli sarà sembrato vero di essere 'giustificato' in tal senso... [SM=g7574]
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