Quoto quanto è stato detto appena sopra questo post, lo trovo profondamente sensato e vero.
Invece, al signore dell'email, scrivo quanto ho notato leggendo vari testi dei cd. ''Maestri spirituali''.
Prendiamo quelli più antichi - giusto per fare qualche nome: Gesù, Buddha, Socrate, Epicuro, Pitagora, Zoroastro, ecc. o chi per loro ha salvato pezzi della loro verità dall'oblio del tempo.
Tutti costoro, dicevo, non avevano molte conoscenze matematico-scientifiche o socio-psico-antropologiche di alcune dinamiche della realtà (fisica e sociale) che abbiamo oggi, ma ovviavano a tale ''mancanza'' comunque con acute osservazioni e metafore che rispettavano la cultura e la società dei tempi in cui vissero (oltre che alla loro particolare personalità). Ciò non di meno, chi - oggi - rilegge le loro parole non potrà che ritrovare conferme e vedere nessi con la propria conoscenza e consapevolezza e le loro metafore, immagini ed esempi.
La cosa è ancora più evidente con altre persone vissute in tempi più recenti, ma scomparsi - prendiamo Osho - che condividono spesso conoscenze e cultura ancora molto simile a quelle in cui viviamo noi (aiutati anche dal fatto che la globalizzazione, pure culturale, ha di fatto reso universali - seppur non in modo omogeneo ovunque - determinati tratti e concetti culturali di origine occidentale). Osho, ad es., dice che l'HIV si trasmette attraverso la saliva (in uno dei tanti discorsi), cosa che è stata ampiamente smentita dall'ambito sperimentale. Questa non è l'unica conoscenza erronea che pronuncia, se ne possono trovare altre, volendo.
Quindi? E' tutto da buttare ciò che dice Osho? (Anche tenendo conto che parlava in base a chi aveva di fronte, ad es. per demolire ciò in cui quello era identificato.)
No, semplicemente io credo, per tutto ciò che riguardava la conoscenza, egli sapeva quanto il suo tempo (anni Settanta e Ottanta del XX sec.) poteva dargli. Ma, appunto, ciò risultava essere vero per il sapere mentale.
Qualsiasi cosa, delle sue parole, che riguardi la sfera spirituale, chiamiamola così, risuona ancora come fosse detta da lui a voce, davanti a noi, durante la lettura.
La verità della Scienza è provvisoria e sempre migliorabile, quella che riguarda le profondità dell'Uomo non lo è. La prima si procura studiando (e in ambito di ricerca, usando il metodo scientifico
*), la seconda osservando. La prima imparando, la seconda intuendo. O almeno, questo in linea di massima, perché anch'io ritengo ci sia un nesso fra le due cose che tende a ''riequilibrare'' il processo, come fatto notare da il.vulcaniano.
Un saluto a tutti! :)
*Tenendo conto che comunque, come ampiamente accettato, l'osservatore interpreta e modifica l'osservato secondo le proprie credenze, idee, aspettative ecc. Nelle scienze umane (sociologia, antropologia, storia ecc.) è risultato evidentissimo già a metà Novecento (l'applicazione di modelli naturali alla società umana ha portato alla teorizzazione delle differenze razziali, del darwinismo sociale, dell'eugenetica e altre discipline con cui si sono giustificate le peggio cose), per le scienze matematiche, fisiche e naturali poco dopo e con qualche resistenza in più.
[Modificato da Entes 10/05/2014 14:54]
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