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Uscita odierna 2014

Ultimo Aggiornamento: 22/10/2014 07:12
02/02/2014 17:21
Post: 3.213
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Uscita in mtb su asfalto [SM=g27996] perché è l'unica bici attualmente a mia disposizione.
Scelgo di restare in valle approfittando di una piccola pausa della pioggia (sperando che resista almeno un paio d'ore) e perché è improponibile percorrere sentieri o salire in alto.
Scelgo qualche strada poco trafficata, poi vado a studiarmi un tratto sterrato due frazioni di Sedico e Belluno che ho adocchiato sulle carte e che si dimostra paesaggisticamente interessante, seppure immerso nella nebbia, con una prima parte a tornati su carrareccia, poi una parte su prato (un po' fangoso, ma tutto sommato meglio di quanto pensassi) che termina in un borgo abbastanza caratteristico.
Questo tratto mi permette di inrociare 5 caprioli e 2 cavalli.
Proseguo per Belluno e poi in direzione di Ponte nelle Alpi, ma comincia a piovere (il tempo ha tenuto giusto due ore [SM=g27987] ), per cui cambio programma, giro la bici e mi dirigo verso casa.
38,59 km, un'ora e 54' di pedalata, gambe molto male come condizione, ma, d'altronde, non è che in questo primo mese dell'anno abbia fatto poi molto.
[Modificato da MirkoBL 02/02/2014 17:22]

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Ciao Moro...

9/10/1963 - “Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi.” (D. Buzzati)
07/02/2014 16:35
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Giovedì 6 Febbraio 2014 - Ca' di Lader e Dorsale Lissolo - Montevecchia
Approfitto della bella giornata e della mattina libera per il primo giro in bici della stagione. [SM=g27995]
Non prendo la BdC da Ottobre e quindi opto per un giro tranquillo.
È anche la prima volta che uso il mio GPS sulla BdC e la sera prima traccio l’itinerario sul GPS, ottimo strumento anche per fare strade misconosciute.
L’idea è di andare a vedere due emergenze paesaggistiche della nostra Brianza: la Ca’ di Lader (casa dei ladri) a Lambrugo, un piccolo canyon parzialmente artificiale (insomma le nostre Gorges du Verdon o le Gole del Bletterbach della Brianza [SM=g27988]) e l’Oasi di Baggero, sempre vicino a Lambrugo, due laghi artificiali resti una vecchia cava. Ma a causa delle recenti piogge l’Oasi è chiusa per frane.
Quindi decido di associare alla Ca’ di Lader la salita da Bevera a Sirtori e proseguire per la dorsale di Montevecchia.
Parto da casa alle 8:20. Trovo una breve coda prima dell’innesto della Valassina a Lissone, quindi prendo la pista ciclabile della Valassina fino al suo termine: il Carrefour di Giussano. La gamba non gira ancora, ma ci sta.
Da Giussano imbocco la provinciale verso Erba e c’è ancora traffico. “chi me lo ha fatto fare?”.
il tracciato del GPS che ho fatto ieri mi fa girare e attraversare Inverigo e Lambrugo: così faccio un po' di stradine poco trafficate. I saliscendi tra Inverigo e Lambrugo sono anche bellini e panoramici sulle Prealpi: “che giornata!”.
appena passata la ferrovia di Lambrugo svolto a dx per una strada un po’ panoramica a fianco della ferrovia che diventa subito sterrata: sono alla ricerca della Ca’ di Lader. Non c’è gente cui chiedere, guardo la relazione su un libro, giro un pochino quasi sempre bici a mano e finalmente trovo la mitica forra. Beh, la forra è sicuramente bella. È un po’ particolare che siamo a 5 m dalla ferrovia, ma sembra un posto isolato.
Scatto un po’ di foto, passeggio nella gola e mangio mandarini e barrettine. Poi riparto.
Proseguo in zona Costamasnaga tra i dolci saliscendi panoramici e mentre penso se quella montagna là sia il Monte Due Mani o che cosa sento che la ruota dietro è un po' sgonfia. “mi sa che ho bucato!”. [SM=g27992] Saranno stati i rametti della zona Ca’ dei Lader, probabilmente...
sono le 11 e mi fermo: "tanto faccio in un attimo, penso!".
ci metto più di 10' solo a togliere la camera d'aria dal copertone, perché il copertone è bello duro. Poi tra pompare e sostituire, alle 11:30 riparto. Va beh, mi è capitato di metterci molto di più.
Proseguo verso Bevera per saliscendi.
Un automobilista impaziente rompe un pochino con il clacson nel sottopassaggio della superstrada: pensa che io possa andare a 30 km/h in salita? [SM=g27993]
Ad un bel punto panoramico sulle nostre Prealpi a Barzago devo fermarmi perché c'è pure il cartello panoramico che indica le cime delle Prealpi: si vede pure il Pizzo dei Tre Signori. Cmq me ne mancano 4 ... Il mitico Monte Melma non è però indicato (è nascosto dal Barro) ... [SM=g27992]
Il tracciato GPS mi porta ancora su un breve tratto sterrato, che faccio quasi tutto a piedi perché è nella melma.
Raggiungo Bevera, passo la provinciale Oggiono-Monticello e salgo per una stretta strada a tornanti, quindi, dopo una deviazione, becco la strada principale verso Sirtori. Penso sia la mitica Bevera che non avevo mai fatto.
Attraverso il paese e proseguo per Lissolo.
come da programma percorro la dorsale per Montevecchia: è la prima volta che percorro questa vecchia strada con la Bici da Corsa e al primo tratto cementato per lo scolo dell’acqua rischio di disarcionarmi...
poi sto più attento: cmq è abbastanza semplice e sicuramente bella.
Sosto alla consueta panca sulla dorsale dove mangio l'ultima barretta e l'ultimo mandarino. Riparto alle 13.
Dopo un altro strappo si scende: giù sempre dritto per Montevecchia alta, bassa, Usmate e Villasanta. A Villasanta svolto a dx e attraverso parte del Parco di Monza. Alla Villa Reale prendo la Bustese. sento il ginocchio dx un po' cotto per la postura.
Passata Nova Milanese, a meno di due km da casa, ho ancora la gomma un po' sgonfia. la gonfio un pochino, ma non cambia nulla: mi sa che ho bucato ancora!
fa niente! tanto a casa devo pure riparare due camere d'aria della MTB! [SM=g27988]
va beh, l'ultimo pezzo lo faccio così e giungo a casa alle 14:30.
La nostra Brianza (lungo le strade non trafficate) riserva ancora sorprese!
bella gita e che tempo! [SM=g27985]
Ho percorso 75,9 km in 4h24’06’’ (6h05’02’’ comprese le soste) alla media di 17 km/h (dati del GPS: non ho montato il sensore di velocità).
Velocità max 47 km/h. dislivello+ 842 m (ma ‘sti aggeggi esagerano un po’ con il dislivello).
[Modificato da pudra 07/02/2014 16:38]
07/02/2014 17:19
Post: 3.221
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Controlla l'interno del copertone, potrebbe esserci qualcosa di incastrato che fora la camera d'aria.
[Modificato da MirkoBL 07/02/2014 17:20]

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Ciao Moro...

9/10/1963 - “Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi.” (D. Buzzati)
07/02/2014 17:39
Post: 259
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Re:
MirkoBL, 07/02/2014 17:19:

Controlla l'interno del copertone, potrebbe esserci qualcosa di incastrato che fora la camera d'aria.





grazie. provo. dovrei controllare sia della BdC che della MTB, dato che ho bucato sempre quella dietro... [SM=g27988]
08/02/2014 17:09
Post: 183
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"non sento la catena"
Nonostante la pioggia riesco a tenere una buona costanza nelle uscite, cerco gradualità nel' incrementare i chilometri e alterno salite brevi ma pendenti ad altre più lunghe e pedalabili non disdegnando qualche uscita bella piatta un pò per recuperare un pò per abituarmi all'assetto della bici nuova. Oggi vi sono dei buoni presupposti: buona dormita, gamba riposata, peso un filo sopra lo standard (come deve essere in questo periodo), breve finestra asciutta e un giro già definito nelle sue linee principali.
Già nel tratto pianeggiante le sensazioni sono buone e l'Appennino si avvicina rapidamente, prima saltella poco impegnativa ma assai carina da Celleri verso Tavasca per scendere poi in Val Chero. Spunta anche un pallido sole ma le nubi da sud hanno già incappucciato le cime innevate delle montagne. La gamba è sontuosa e quindi opto per la variante dura del Parco Provinciale: Antognano, Costa di Rustigazzo e poi un tratto sopra il 15% giusto per abbassare la cresta.
Scendo in Val d'Arda da una stradina tanto ripida quanto disastrata che si immette sulla provinciale proprio dove l'Arda inizia a formare il lago di Mignano. Pochi metri poi giro a sinistra per la tostissima salita del Castelletto: inizio impegnativo al 9% per poi spianare leggermente prima del tratto finale lungo e duro. Contravvengo all'ordine che mi ero imposto di non guardare alcun tempo sino a marzo ma oggi sono proprio pimpante ed in effetti 22' per circa 380 mt di dislivello mi soddisfano appieno.
A Luneto giro a sinistra entrando in provincia di Parma. La strada di crinale offre paesaggi fantastici sulla val Ceno e sui monti Dosso e Barigazzo ammantati di neve. Forti folate di un vento caldo da sud mi fanno sbandare e mi fanno capire che conviene volgere la ruota verso casa. Scendo a Pellegrino Parmense e aggredisco la salita dei 1000 Pini sulle ali dell'entusiasmo. Il Garmin segna 90 km ma continuo a non sentire la catena, discesa e poi di nuovo in salita verso Grotta. Qui mi faccio prendere la mano e anziché scendere verso Salsomaggiore tengo la sinistra e torno verso le montagne. In 5minuti il cielo diventa nero e inizia a rovesciarmi addosso una pioggia pesante del tutto inattesa. Spero che verso la pianura smetta ed allora spingo a tutta costeggiando uno Stirone mai così gonfio d'acqua. Salendo verso Vigoleno cessa di piovere e posso prendere fiato, discesa in valle Ongina e poi risalita a Bacedasco per scendere a Castell'Arquato. Ho ancora una discreta baldanza e allora su verso il paese alto con un tratto in pavé e poi un paio di strappi che di solito mi intossicano la gamba ma oggi li spiano. Puntando verso casa riesco anche ad inserire un tratto di 3 km di sterrato per evitare la trafficata provinciale.
Chiudo i 156 km in 6h20' ai 24.7 km/h di media sotto l'immancabile pioggia, non proprio fresco e riposato ma con ampio margine.
Il dislivello del Garmin dice 3.200 ma secondo me è troppo generoso.
Saluti
08/02/2014 20:18
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Re: "non sento la catena"
oldscat, 08/02/2014 17:09:

Nonostante la pioggia riesco a tenere una buona costanza nelle uscite, cerco gradualità nel' incrementare i chilometri e alterno salite brevi ma pendenti ad altre più lunghe e pedalabili non disdegnando qualche uscita bella piatta un pò per recuperare un pò per abituarmi all'assetto della bici nuova. Oggi vi sono dei buoni presupposti: buona dormita, gamba riposata, peso un filo sopra lo standard (come deve essere in questo periodo), breve finestra asciutta e un giro già definito nelle sue linee principali.
Già nel tratto pianeggiante le sensazioni sono buone e l'Appennino si avvicina rapidamente, prima saltella poco impegnativa ma assai carina da Celleri verso Tavasca per scendere poi in Val Chero. Spunta anche un pallido sole ma le nubi da sud hanno già incappucciato le cime innevate delle montagne. La gamba è sontuosa e quindi opto per la variante dura del Parco Provinciale: Antognano, Costa di Rustigazzo e poi un tratto sopra il 15% giusto per abbassare la cresta.
Scendo in Val d'Arda da una stradina tanto ripida quanto disastrata che si immette sulla provinciale proprio dove l'Arda inizia a formare il lago di Mignano. Pochi metri poi giro a sinistra per la tostissima salita del Castelletto: inizio impegnativo al 9% per poi spianare leggermente prima del tratto finale lungo e duro. Contravvengo all'ordine che mi ero imposto di non guardare alcun tempo sino a marzo ma oggi sono proprio pimpante ed in effetti 22' per circa 380 mt di dislivello mi soddisfano appieno.
A Luneto giro a sinistra entrando in provincia di Parma. La strada di crinale offre paesaggi fantastici sulla val Ceno e sui monti Dosso e Barigazzo ammantati di neve. Forti folate di un vento caldo da sud mi fanno sbandare e mi fanno capire che conviene volgere la ruota verso casa. Scendo a Pellegrino Parmense e aggredisco la salita dei 1000 Pini sulle ali dell'entusiasmo. Il Garmin segna 90 km ma continuo a non sentire la catena, discesa e poi di nuovo in salita verso Grotta. Qui mi faccio prendere la mano e anziché scendere verso Salsomaggiore tengo la sinistra e torno verso le montagne. In 5minuti il cielo diventa nero e inizia a rovesciarmi addosso una pioggia pesante del tutto inattesa. Spero che verso la pianura smetta ed allora spingo a tutta costeggiando uno Stirone mai così gonfio d'acqua. Salendo verso Vigoleno cessa di piovere e posso prendere fiato, discesa in valle Ongina e poi risalita a Bacedasco per scendere a Castell'Arquato. Ho ancora una discreta baldanza e allora su verso il paese alto con un tratto in pavé e poi un paio di strappi che di solito mi intossicano la gamba ma oggi li spiano. Puntando verso casa riesco anche ad inserire un tratto di 3 km di sterrato per evitare la trafficata provinciale.
Chiudo i 156 km in 6h20' ai 24.7 km/h di media sotto l'immancabile pioggia, non proprio fresco e riposato ma con ampio margine.
Il dislivello del Garmin dice 3.200 ma secondo me è troppo generoso.
Saluti



Chapeau Stefano [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002]
Io invece quest'anno, a causa del meteo che mi toglie la continuità nell'esercizio e anche come conseguenza di un pò troppe responsabilità lavorative (che mi tolgono realmente il sonno), fatico a carburare. Oggi ho percorso circa i tuoi km, con poco più dela metà del tuo dislivello e sono arrivato a casa finito. [SM=g27994] [SM=g27994] [SM=g27994]

Spero di rimettere a regime il vecchio diesel, se no tra 4 settimane la vedo dura alla rando che vorrei fare e che nel 2013 avevo chiuso senza nessun pensiero e ad una bella media.

E' proprio vero, la bici a volte è inspiegabile.

Ciao

Giorgio

P.S.: sempre bello leggerti. [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002]
08/02/2014 20:33
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Giovedì 6 febbraio
Ritrovo usuale con Maurizio a Montello e proseguimento verso il lago d’Iseo. C’è molta voglia di pedalare vista la forzatissima sosta di quasi 10 gg. dovuta la tempaccio che imperversa sulla ns. regione… anche se non dobbiamo lamentarci in confronto ad altre regioni che stanno pagando a duro prezzo il maltempo.
Una volta a Castelli Calepio, scendiamo al fiume e risaliamo a Capriolo da dove ci spostiamo, lungo vie secondarie che fortunatamente ormai conosciamo a memoria, verso Clusane da dove ci togliamo dalla strada principale e ci rilassiamo lungo i continui saliscendi della Franciacorta a ridosso della collina fino a giungere ad Adro. Breve sosta ad un bar e ci spostiamo verso Torbiato, quindi la salita del Bellavista e la discesa fino ad Erbusco da dove prendiamo la strada poco trafficata che ci porta a Zocco, S. Pancrazio e infine a Palazzolo. Per cambiare un poco il viaggio di ritorno scegliamo la strada secondaria e diretta che conduce a Palosco, da qui a Bolgare dove ci salutiamo e rientriamo ognuno per conto proprio a casa. Nell’ultima parte ho sofferto più del solito, un po’ per lunga la pausa e un po’ per la debolezza che sempre mi accompagna i primi giorni che seguono la donazione di sangue. Però rimane sempre costante e immutata la bellezza del pedalare e faticare… [SM=g27987]
69 km. in 3h 03’.
08/02/2014 20:35
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Sabato 8 febbraio
Stamattina ho deciso di mettere in programma due salite vicine non molto dure ma che di questi tempi so già che mi faranno soffrire parecchio! [SM=g27987] Il clima è un po’ più fresco dell’altro giorno, ma l’importante è che non piova.
Mi dirigo dunque verso Pradalunga e proseguendo inizio la salita verso il Colle Gallo. La prima parte in falsopiano mi aiuta a crederci in maniera positiva, ma come comincia lo strappo duro la realtà mi fa tornare con i piedi per terra (in senso metaforico… [SM=g27987]) e la sofferenza prende il sopravvento per tutto il tragitto fino alla chiesetta, nonostante alcuni tratti consentano di riprendere energia e fiducia. Dopo due chiacchere con un altro biker in cui ci scambiamo le ns. impressioni su alcune salite aspre nei dintorni (a tal proposito ho preso appunti mentali per alcune da fare quest’anno) scendo fino a Casazza e dopo il breve tratto di statale che costeggia l’inizio del lago di Endine, svolto a sin. e comincio la salita verso Ranzanico e in sequenza Bianzano. Fa capolino un timido ma incoraggiante sole che cmq basta per rendere il panorama sottostante e le vette innevate sullo sfondo in direzione di Lovere di una bellezza appagante. Il primo tratto è duretto perché a strappi, poi la salita diventa più piacevole e torna brevemente aspra poco prima di scollinare. Le mie gambe digeriscono molto meglio questa seconda salita, ma in entrambi i casi la sensazione della difficoltà è totalmente diversa da quella percepita durante la stagione estiva… [SM=g27987]
Intanto ora mi attende la lunga, veloce e benefica discesa fino a Cene e il consueto proseguimento fino a casa.
58 km. in 2h 56’.
09/02/2014 07:22
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CiclistaperCaso@, 08/02/2014 20:18:


Io invece quest'anno, a causa del meteo che mi toglie la continuità nell'esercizio e anche come conseguenza di un pò troppe responsabilità lavorative (che mi tolgono realmente il sonno), fatico a carburare.



Ciao Giorgio, grazie per le gentili parole d'apprezzamento. Voglio dirti di non preoccuparti per la condizione che non arriva, pedala quando puoi adeguando ritmo e impegno ascoltando il tuo fisico senza dimenticare che gli anni passano. Ti ho sempre ammirato per le tue "folli" uscite notturne ma, contestualmente, mi sono sempre chiesto come facevi a recuperare simili strapazzi. Secondo me conviene variare di più gli allenamenti inserendo giorni di riposo ( io dopo il lavoro faccio 10 km di passeggiata a ritmo veloce) e pedalate di scarico (scaricare non vuol dire 80/90 km). In questo modo il sabato (in barba al meteo) mi sento bello voglioso e tonico e riesco a fare dei pacchi di km, che, a mio modo di vedere, costituiscono la base fondamentale su cui costruire la forma.

In gamba
11/02/2014 13:29
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Re:
oldscat, 09/02/2014 07:22:

CiclistaperCaso@, 08/02/2014 20:18:


Io invece quest'anno, a causa del meteo che mi toglie la continuità nell'esercizio e anche come conseguenza di un pò troppe responsabilità lavorative (che mi tolgono realmente il sonno), fatico a carburare.



Ciao Giorgio, grazie per le gentili parole d'apprezzamento. Voglio dirti di non preoccuparti per la condizione che non arriva, pedala quando puoi adeguando ritmo e impegno ascoltando il tuo fisico senza dimenticare che gli anni passano. Ti ho sempre ammirato per le tue "folli" uscite notturne ma, contestualmente, mi sono sempre chiesto come facevi a recuperare simili strapazzi. Secondo me conviene variare di più gli allenamenti inserendo giorni di riposo ( io dopo il lavoro faccio 10 km di passeggiata a ritmo veloce) e pedalate di scarico (scaricare non vuol dire 80/90 km). In questo modo il sabato (in barba al meteo) mi sento bello voglioso e tonico e riesco a fare dei pacchi di km, che, a mio modo di vedere, costituiscono la base fondamentale su cui costruire la forma.

In gamba




Concordo pienamente con quanto affermi tu.
Il fatto è che gli anni passano e a volte mi illudo che si siano fermati [SM=g27987] [SM=g27987] [SM=g27987]

Ciao

Giorgio
11/02/2014 13:36
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Re: Sabato 8 febbraio
pandicko, 08/02/2014 20:35:

Stamattina ho deciso di mettere in programma due salite vicine non molto dure ma che di questi tempi so già che mi faranno soffrire parecchio! [SM=g27987] Il clima è un po’ più fresco dell’altro giorno, ma l’importante è che non piova.
Mi dirigo dunque verso Pradalunga e proseguendo inizio la salita verso il Colle Gallo. La prima parte in falsopiano mi aiuta a crederci in maniera positiva, ma come comincia lo strappo duro la realtà mi fa tornare con i piedi per terra (in senso metaforico… [SM=g27987]) e la sofferenza prende il sopravvento per tutto il tragitto fino alla chiesetta, nonostante alcuni tratti consentano di riprendere energia e fiducia. Dopo due chiacchere con un altro biker in cui ci scambiamo le ns. impressioni su alcune salite aspre nei dintorni (a tal proposito ho preso appunti mentali per alcune da fare quest’anno) scendo fino a Casazza e dopo il breve tratto di statale che costeggia l’inizio del lago di Endine, svolto a sin. e comincio la salita verso Ranzanico e in sequenza Bianzano. Fa capolino un timido ma incoraggiante sole che cmq basta per rendere il panorama sottostante e le vette innevate sullo sfondo in direzione di Lovere di una bellezza appagante. Il primo tratto è duretto perché a strappi, poi la salita diventa più piacevole e torna brevemente aspra poco prima di scollinare. Le mie gambe digeriscono molto meglio questa seconda salita, ma in entrambi i casi la sensazione della difficoltà è totalmente diversa da quella percepita durante la stagione estiva… [SM=g27987]
Intanto ora mi attende la lunga, veloce e benefica discesa fino a Cene e il consueto proseguimento fino a casa.
58 km. in 2h 56’.




Ciao Diego,
avendo la fortuna di conoscere piuttosto bene quasi tutte le strade su cui pedali, trovo molto piacevole leggerti e provare ad immaginarmi lì, riconoscendo taluni dettagli nei tuoi bei racconti. [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002]

Ho poco tempo per scrivere in questo momento, ma almeno provo a leggere ... che è già qualcosa. [SM=g27987]

Mi incuriosisce assai quella tua frase sulle "salite aspre nei dintorni" che diverranno base per i tuoi programmi estivi.
Racconta dai, di quali salite [SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998] si tratta?

Ciao e grazie in anticipo.

Giorgio
11/02/2014 14:49
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Torno a farmi vivo dopo tanto tempo, scusate l'assenza [SM=g27995] . Purtroppo le uscite in bdc sono state pochissime negli ultimi mesi. Solo lo scorso weekend, in trasferta padovana, sono riuscito a mettere insieme i primi km del 2014, una settantina in pianura da Padova a Fusina, passando per Stra, Dolo, Malcontenta, lungo gli argini del naviglio Brenta.

Tra i "plus" della giornata, l'arrivare al mare e guardare (in lontananza) Venezia.
15/02/2014 19:28
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Giovedì 13 febbraio
Questa mattina abbiamo in programma un giro un po’ più consistente del solito come km. e abbiamo scelto la sponda bergamasca del lago d’Iseo. Maurizio mi chiama al tel. dicendomi di portarmi avanti piano in attesa che lui mi raggiunga visto che è in ritardo. Proseguo dunque tranquillamente da solo fino a Castelli Calepio, poi fino a Predore in compagnia anche di un terzo ciclista che ha incontrato lungo la strada. Una volta superata Tavernola B. Maurizio propone l’ascesa verso Solto Collina e mai profezia si è rivelata più azzeccata, visto che a Riva di Solto il lungolago verso Lovere è bloccato per lavori di consolidamento dovuti anche alle piogge abbondanti di questi ultimi periodi.
Il primo tratto è ovviamente alquanto aspro perchè certi strappi fanno veramente male in questa stagione, ma una volta superato mi sono adagiato all’idea che il più fosse passato… ciò si è rivelato invece un grave errore di valutazione perché l’ultima parte si è rivelata veramente dura, ben lontana dai ricordi di alcuni mesi fa. Fortuna che la ‘cruda passione’ per simile sofferenza non si è mai assopita nel frattempo, per cui anche questa prova viene superata… Dopo una meritata pausa ristoro scendiamo verso Endine, rimaniamo lungo la sponda di Monasterolo e rientriamo sulla statale a Casazza per rientrare verso casa il più veloce possibile visto che il tempo sta peggiorando e c’è il rischio di una seppur debole pioggerella. A Trescore B. decidiamo per un ultimo estremo strappo, quello che dovrebbe sistemarci definitivamente, la salita da Cenate Sopra alla chiesa di San Rocco, 650 metri faticosissimi tutti in doppia cifra… [SM=g27987]
Non rimane che la discesa dal Colle dei Pasta a Torre de’ Roveri, dove iniziano a cadere le prime timide gocce, ma io ormai sono a due passi da casa.
79 km. in 3h 26’.


15/02/2014 19:35
Post: 397
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Re: Re: Sabato 8 febbraio
CiclistaperCaso@, 11/02/2014 13:36:


Ciao Diego...
Mi incuriosisce assai quella tua frase sulle "salite aspre nei dintorni" che diverranno base per i tuoi programmi estivi.
Racconta dai, di quali salite [SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998] si tratta?



Ciao Giorgio, leggo ora la tua domanda.
Niente di particolare, il biker incontrato mi indicava i due versanti che uniscono Peia a Ranzanico... quasi tutti su asfalto eccetto un breve tratto sterrato cmq pedalabile (era già uno dei miei programmi del 2013 che nn sono riuscito a fare) e un percorso da MTB intorno a Casnigo.
A presto sentirci.
Diego
22/02/2014 16:38
Post: 399
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Giovedì 20 febbraio
La giornata si preannuncia meno bella del previsto. Il cielo è plumbeo… speriamo che strada facendo migliori. Mi incontro con Maurizio (che oggi ‘cavalca’ la MTB) a Trescore e proseguendo sulla pista ciclabile giungiamo a Casazza e da qui a Endine dalla parte tranquilla del lago. Affrontiamo poi la breve salita che porta a Solto Collina e la veloce discesa verso Riva di Solto. Ora ci attende il lungolago fino a Sarnico, i brevi strappetti che ci fanno ‘salire’ fino a Castelli Calepio, infine la solita parte finale fino a casa. Abbiamo percorso in pratica lo stesso tragitto di una settimana fa ma stavolta dal versante meno faticoso, con minore intensità e con parecchi momenti di chiacchiere-relax in più… [SM=g27987]
79 km. in 3h 33’.


22/02/2014 16:45
Post: 400
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Sabato 22 febbraio
Stamattina abbiamo in programma un bel percorso, sicuramente abbastanza duro ma altresì allettante dal punto di vista panoramico.
Ci spostiamo perciò verso Sarnico e proseguiamo lungo la sponda bergamasca in direzione di Lovere. Maurizio si accoda ad un treno che va fino a 45 km/h, io mi accontento di uno che va fino a 35 km/h… [SM=g27987]
Una volta a Tavernola molliamo i rispettivi gruppi, svoltiamo a sinistra e iniziamo la salita che porta a Vigolo. Maledettamente più lunga del solito sembra, seppur sono solo 6 km. ca., e diventa subito chiaro perchè lungo la strada incontriamo pochi ciclisti… la stragrande maggioranza ovviamente preferisce ancora sfilare in basso sul piatto lungolago.
Dopo una breve sosta alla fontanella che si incontra al bivio, proseguiamo verso Parzanica e, sebbene le pendenze siano spesso contenute, questo tratto appare quasi più duro della prima parte, ma cmq alla fine giungiamo a scollinare sopra il paese a quota 800 m. Due foto d’obbligo, visto il panorama magnifico che abbiamo di fronte, e subito giù in picchiata lungo la velocissima discesa che conduce alle cave di Tavernola. Altra breve sosta al famoso bar di fronte all’attracco dei battelli per Montisola e di nuovo in sella alle ns. bici per affrontare il fastidioso e lungo tratto a ritroso verso casa. Poco prima di Predore affianchiamo una ciclista di Bergamo che accompagniamo per l’intero viaggio di ritorno tra una chiacchierata e l’altra, soffriamo il dovuto nei due strappetti che troviamo lungo la strada, ma alla fine guadagniamo casa anche oggi belli stanchi e soddisfatti! [SM=g27987]
90 km. in 4h 01’.


[Modificato da pandicko 22/02/2014 16:45]
22/02/2014 18:02
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22 febbraio
Non piove e nemmeno pioverà !!! Non male anche se dopo un inizio sotto un sole indeciso mi infilo in una nebbia densa e bagnata eredità della pioggia della notte. Ma, onestamente, devo dire che quest'anno ho pedalato come mai mi era capitato, pioggia o non pioggia salo sulla KTM e vado.
A Rivergaro lascio la statale e punto a occidente, ho in mente un giretto lungo e impegnativo quanto basta e occorre gestirsi con oculatezza. Dopo un pò di su e giù al confine tra la nebbia il sole arrivo a Pianello e salgo verso la Rocca d'Olgisio (strada sistemata di fresco, un biliardo… sino alla prossima frana) spettacolare fortezza che domina la pianura, l'oltrepasso e dopo un paio di km in costa giungo al passo senza nome (uno dei tanti del romito Appenino) che separa la valle del Chiarone da quella del Tidoncello. Qualcuno lo chiama Montaldone, altri Cà del Diavolo ma comunque, asfalto a parte, lo trovo molto gradevole. Attraverso Pecorara, scendo sino al ponte sul Tidoncello e inizio a salire verso Costalta sempre agile e sparagnino.
Il sole nel frattempo ha preso il sopravvento regalandomi una giornata spettacolare (prima o poi devo prendere la macchina fotografica), a Sud si vede il versante Nord del Penice imbiancato che mi chiama. Nel successivo tratto di crinale un vento da nord-ovest teso e freddo mi coglie in un momento di crisi di fame che tampono divorando una banana. La discesa verso Romagnese è più riparata ed il successivo falsopiano in costante discesa sino all'inizio della salita per Zavattarello rimette le cose a posto. L'asfalto non è dei migliori ma i 4seasons da 28mm sono una favola, costano un occhio ma li consiglio a tutti i divoratori di km.
Dopo Pietragavina scendo a Varzi e, finalmente, sono all'appuntamento con il versante del Penice che Fausto usava come "rullo" di inizio stagione.
Saranno 20 anni che non lo faccio e quindi e come fosse la prima volta, temevo le moto ma invece è stata un'ascesa ai limiti dell'estasi: sole, silenzio, le cime innevate dell'alto Appennino, e il respiro sempre più affannato. Bella salita, salita vera, lunga con tratti duri intervallati da altri in cui rifiatare. Cerco la regolarità e riesco ad arrivare in cima non completamente esaurito. Il Garmin scocca il 100°km ed è ora di scendere a valle, ma ormai ho preso gusto a questo silenzio e mi scoccia scendere a Bobbio e ciucciarmi 45km di fondovalle. Chiedo alle gambe se riescono ad assecondare la testa, la risposta è affermativa a patto che ci si fermi a mangiare. Allora dopo i Sassi Neri, poco prima di Vaccarezza, bivio a sinistra per il Passo della Crocetta, In un punto riparato, con ampio panorama sulla Val Trebbia sbriciolo 2 panini col miele dando fondo alle riserve. Scendo a Mezzano Scotti e attacco la salita di Costa Filietto perfetta per evitare il traffico e per non soffrir più di tanto. Lunga discesa sino a Travo e poi a tutta verso casa.
165 km in 6h35' (dovrebbe essere sui 25 di media) un dislivello intorno ai 2.700. Stanco il giusto ma non stracotto.
saluti
22/02/2014 22:30
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Re: 22 febbraio
oldscat, 22/02/2014 18:02:


165 km in 6h35' (dovrebbe essere sui 25 di media) un dislivello intorno ai 2.700.




[SM=g27993]

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Ciao Moro...

9/10/1963 - “Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi.” (D. Buzzati)
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Re: 22 febbraio
oldscat, 22/02/2014 18:02:

Non piove e nemmeno pioverà !!! Non male anche se dopo un inizio sotto un sole indeciso mi infilo in una nebbia densa e bagnata eredità della pioggia della notte. Ma, onestamente, devo dire che quest'anno ho pedalato come mai mi era capitato, pioggia o non pioggia salo sulla KTM e vado.
A Rivergaro lascio la statale e punto a occidente, ho in mente un giretto lungo e impegnativo quanto basta e occorre gestirsi con oculatezza. Dopo un pò di su e giù al confine tra la nebbia il sole arrivo a Pianello e salgo verso la Rocca d'Olgisio (strada sistemata di fresco, un biliardo… sino alla prossima frana) spettacolare fortezza che domina la pianura, l'oltrepasso e dopo un paio di km in costa giungo al passo senza nome (uno dei tanti del romito Appenino) che separa la valle del Chiarone da quella del Tidoncello. Qualcuno lo chiama Montaldone, altri Cà del Diavolo ma comunque, asfalto a parte, lo trovo molto gradevole. Attraverso Pecorara, scendo sino al ponte sul Tidoncello e inizio a salire verso Costalta sempre agile e sparagnino.
Il sole nel frattempo ha preso il sopravvento regalandomi una giornata spettacolare (prima o poi devo prendere la macchina fotografica), a Sud si vede il versante Nord del Penice imbiancato che mi chiama. Nel successivo tratto di crinale un vento da nord-ovest teso e freddo mi coglie in un momento di crisi di fame che tampono divorando una banana. La discesa verso Romagnese è più riparata ed il successivo falsopiano in costante discesa sino all'inizio della salita per Zavattarello rimette le cose a posto. L'asfalto non è dei migliori ma i 4seasons da 28mm sono una favola, costano un occhio ma li consiglio a tutti i divoratori di km.
Dopo Pietragavina scendo a Varzi e, finalmente, sono all'appuntamento con il versante del Penice che Fausto usava come "rullo" di inizio stagione.
Saranno 20 anni che non lo faccio e quindi e come fosse la prima volta, temevo le moto ma invece è stata un'ascesa ai limiti dell'estasi: sole, silenzio, le cime innevate dell'alto Appennino, e il respiro sempre più affannato. Bella salita, salita vera, lunga con tratti duri intervallati da altri in cui rifiatare. Cerco la regolarità e riesco ad arrivare in cima non completamente esaurito. Il Garmin scocca il 100°km ed è ora di scendere a valle, ma ormai ho preso gusto a questo silenzio e mi scoccia scendere a Bobbio e ciucciarmi 45km di fondovalle. Chiedo alle gambe se riescono ad assecondare la testa, la risposta è affermativa a patto che ci si fermi a mangiare. Allora dopo i Sassi Neri, poco prima di Vaccarezza, bivio a sinistra per il Passo della Crocetta, In un punto riparato, con ampio panorama sulla Val Trebbia sbriciolo 2 panini col miele dando fondo alle riserve. Scendo a Mezzano Scotti e attacco la salita di Costa Filietto perfetta per evitare il traffico e per non soffrir più di tanto. Lunga discesa sino a Travo e poi a tutta verso casa.
165 km in 6h35' (dovrebbe essere sui 25 di media) un dislivello intorno ai 2.700. Stanco il giusto ma non stracotto.
saluti



Innanzitutto complimenti per il giro! Notevole in assoluto, ma a inizio stagione... [SM=g27993] !
Mi fa piacere che abbiano riasfaltato la strada di Rocca d'Olgisio: quando ci ero passato a luglio 2012 era già un mezzo disastro! Ieri ho fatto il primo giro in Oltrepò con gli amici di Godiasco, verso la Val Curone, e la situazione delle strade è davvero preoccupante: frane ovunque! Un degrado impressionante...
Un ultima cosa: ho letto che usi i Continental Four Seasons: li ho presi anch'io da un mesetto, i 25 mm, leggendo commenti molto positivi su Internet e mi sembrano validi.
Tu li usi da molto?
Ciao.
Sergio


[Modificato da CaSe63 24/02/2014 12:23]
25/02/2014 06:21
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Re: Re: 22 febbraio
CaSe63, 24/02/2014 12:21:



.....verso la Val Curone, e la situazione delle strade è davvero preoccupante: frane ovunque! Un degrado impressionante...
Un ultima cosa: ho letto che usi i Continental Four Seasons: li ho presi anch'io da un mesetto, i 25 mm, leggendo commenti molto positivi su Internet e mi sembrano validi.
Tu li usi da molto?
Ciao.
Sergio






Ciao Sergio, io da un paio d'anni sono passato ai 25mm apprezzandone immediatamente la scorrevolezza ed il comfort. In particolare mi sono trovato benissimo con i Duranno della Vittoria. Quest'anno, anche in considerazione dello sfacelo delle strade e della mia morbosa passione per lo sterrato, sono passato ai 28mm. Ti posso dire che sono eccezionali: amplificano i pregi dei 25mm in modo esponenziale. L'unica incognita è la durata anche se, dopo circa 500km, mi sembra che promettano bene.
Infine visto che a volte bazzichi dalle parti di Pianello ti consiglio un'alternativa alla salita di Rocca d'Olgisio. La chiamano il Gabbiano e parte dalle scuole elementari con il nome di Via Noce dell'Oppio, forse per ricordare all'ignaro ciclista che si accinge a morirci sopra l'esistenza di sostanze che procurano lo stesso piacere a minor costo in termini di fatica. Secondo le mie grossolane rilevazioni sono 2,2km al 12,4 di pendenza media .
Fammi sapere.
buona giornata
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