Carissima Lorenza,
un abbraccio forte forte, dalle braccia lunghe che ti possano arrivare ovunque tu sia. Ho letto stamattina il tuo post e mi è rimasta per tutto il giorno in testa l’idea della bolla, quella in cui tu ti senti ora…e quella mia che mi è ritornata presente leggendo della tua sensazione. Sono stata anch’io tanto tempo con la testa sospesa non so dove, senza neppure a capacità di aprire il frigo e vedere se c’era bisogno di qualcosa, anche la lista della spesa era troppo per la mia capacità di mettere in riga i pensieri. Mio marito ha pensato a tutto, o quasi, in quelle prime settimane…poi ci siamo dati il cambio…lui ha mollato un po’ e io ho supplito per entrambi. Emma e il Signore ci hanno aiutato in questo, facendoci funzionare come coppia nel momento che nessuno pensa di dover affrontare. Da quello che scrivi, puoi contare su un marito in gamba e premuroso, ed è un dono grande quando ci succede un’esperienza come la nostra. Stringetevi forte, raccontatevi le vostre sensazioni, vivete insieme il vostro dolore, fate di questa tragedia la tempesta che vincerete insieme, una prova difficile e venuta all’inizio del matrimonio, che vi piega solo un po’, ma non vi spezza.
Se te la senti, perché non vai un paio di giorni da qualche parte con tuo marito? Noi partimmo per un giro nei luoghi di pace, silenzio e preghiera nel centro Italia. Ero ancora dolorante per il parto, ma quel viaggio mi fece benissimo, ci fece benissimo. Allontanarsi dalle solite facce che chiedevano “allora, è nata?” o dagli sguardi compassionevoli di chi non aveva neppure il coraggio di avvicinarci e stare solo noi due, in piena libertà anche di stare zitti, passeggiare in silenzio e vedere cose belle, paesaggi belli, è stata un’idea giusta, dettata per entrambi dall’istinto. Persino il dover andare a cena fuori (solo l’idea risulta aberrante nella situazione della bolla!), perché nei bed and breakfast non c’era il ristorante, una volta superata la difficoltà iniziale, ha dato risultati molto positivi. Quelle cene me le ricordo, e non me le ricordo con tristezza: eravamo di nuovo noi due, a contatto con il nostro voler stare insieme e il nostro amarci, proprio quello da cui Emma era nata e in quello in cui avrebbe dovuto crescere.
Fai quello che ti senti, senza la preoccupazione di rendere conto a niente e nessuno di quello che decidi di fare.
Non sono a Pavia in questi giorni, ma a Domodossola dai miei e stamattina ero a Re, al santuario della Madonna del sangue e osservavo le immense pareti di quella chiesa, piene di ex voto…molti di questi erano fiocchi rosa e azzurri, a ringraziare per nascite difficili. Il nostro pensiero, la nostra preghiera – e un cero che brilla in queste ore - è stata per tutte le mamme del sito, “vecchie” e nuove.
Che l’abbraccio della Mamma di tutte possa far sentire il calore anche a te…e ci sono poi i nostri di mamme speciali, che leggiamo con gli occhi del cuore le tue parole e il tuo dolore, sperando di attenuarlo un po’. E scoprirai da sola che il dolore si supererà accogliendolo, poco alla volta, con le lacrime che ci sono amiche. Il tempo e tutti gli affetti che hai vicino faranno il resto.
Vicine nel cuore,
Giovanna