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Kirchner mette la museruola alla finanza speculativa

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2021 02:33
24/12/2012 19:38
 
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L’Argentina ha incassato in meno di una settimana due vittorie all’insegna della difesa della propria sovranità economica e dell’indipendenza nazionale. La prima di tipo giudiziario e l’altra più politica consistente in una iniziativa legislativa che riveste un grande significato per il Paese sudamericano che con Cristina Kirchner sta rinnovando tutti i grandi temi della tradizione peronista e che per questo si è attirata la piena ostilità della finanza Usa e del suo maggiordomo alla Casa Bianca.

La corte d’appello di New York ha bloccato l’attuazione della sentenza emessa la settimana scorsa dal giudice federale,Thomas Griesa, con la quale si intimava a Buenos Aires di pagare 1,33 miliardi di dollari ai detentori dei titoli che avevano respinto le due ristrutturazioni del debito nazionale nel 2005 e 2010, a seguito della bancarotta dichiarata dal governo argentino nel 2001. Detentori che, detto per inciso, sono esclusivamente fondi speculativi Usa che avevano presentato ricorso al tribunale di New York per ottenere il rimborso al valore nominale pieno di quei titoli in bancarotta e che essi avevano acquistato ad una cifra oscillante tra i 20 e i 25 centesimi per dollaro.

Una bella pretesa quella dei banditi di Wall Street ma che evidentemente ha trovato in un tribunale federale un altro bandito togato pronto a sostenerla. Griesa aveva stabilito che l’Argentina depositasse entro il 15 dicembre in un fondo di garanzia quei 1,3 miliardi di dollari pretesi dagli speculatori. La data nella quale l'Argentina dovrà pagare 3,3 miliardi agli obbligazionisti che hanno invece accettato le ristrutturazioni per una cifra tra il 60 e l’85%. Il giudice aveva infatti minacciato di bloccare questa seconda operazione, peraltro solo sul territorio Usa, il che avrebbe comportato quella che in gergo viene chiamata “bancarotta tecnica”.

La corte d’appello ha invece dato tempo fino al 27 febbraio al governo Kirchner di preparare una adeguata difesa che non potrà che dimostrare l’assurdità delle pretese dei criminali in livrea di Wall Street. Allo stesso tempo potranno essere rimborsati gli obbligazionisti che hanno accettato la ristrutturazione del debito. Non è un caso poi che la sentenza del giudice Griesa avesse seguito di pochi giorni il declassamento di ben cinque gradini dei titoli di Stato argentini da parte delle agenzie di rating Usa e l’aumento da 1.000 a 4.200 punti base delle quotazioni dei Cds (Credit default swaps) a 5 anni sul debito argentino, quei derivati che proteggono dal rischio di bancarotta.

La seconda vittoria ottenuta non dal governo della signora Kirchner ma dall’Argentina nel suo complesso consiste nella approvazione di una Legge al Senato che è diventata immediatamente operativa. Essa considera “immorale e illegale” qualunque forma di speculazione finanziaria sui mercati internazionali che sia basata sui derivati. Ma non solo: abolisce la possibilità tecnica delle speculazioni finanziarie in Borsa perché toglie alle banche e alle istituzioni finanziarie che operano in Argentina la possibilità di muoversi in maniera autonoma sul Mercato. L’economia torna in tal modo sotto il controllo del Parlamento e del governo visto che la legge stabilisce che la finanza resta e deve essere il braccio operativo dell’economia alla quale deve essere subalterna e che deve essere sottoposta al completo controllo dello Stato centrale in tutte le sue attività.

Di conseguenza le banche e le finanziarie internazionali potranno andare in Borsa o sui mercati dei capitali con l’unico obiettivo di investire subito i soldi così rastrellati per l’apertura di crediti agevolati alle medie e piccole imprese, per investire in industrie nazionali e assumere nuovo personale. Combattere la disoccupazione giovanile resta infatti la priorità assoluta in campo politico, economico e sociale. Altrimenti, ha spiegato Cristina Kirchner, banche e società estere possono anche andare a investire in Europa dove li accoglieranno a braccia aperte.

Le banche ordinarie, ha spiegato il Presidente argentino, devono occuparsi di investire i soldi dei correntisti nell’economia reale, quella delle merci, e non quella della carta straccia. Lo Stato garantisce ogni tipo di risparmio e ogni forma di investimento, purché si riferisca all’economia reale. Chi vuole investire soldi nella finanza speculativa lo fa a proprio rischio e pericolo attraverso “banche speciali” che dovranno esporre un avvertimento alla clientela, nel quale si avverte che non esiste nessuna garanzia nazionale su tali operazioni.

Filippo Ghira
4 Dicembre 2012
www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18187
03/02/2013 16:37
 
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Kirchner furiosa “distrugge” il Fmi con 28 tweet in meno di mezz’ora

L’attacco della “Presidenta” dopo che il Fondo Monetario Internazionale aveva condannato le statistiche “inesatte” su inflazione e Pil dell’Indec, l’Istat argentino

28 tweet in mezz’ora, alla media record di 140 caratteri al minuto. La presidenta argentina Cristina Kirchner ha sfogato così via Twitter tutto il suo disprezzo nei confronti del Fondo Monetario Internazionale, che 24 ore prima aveva condannato ufficialmente le statistiche “inesatte” su inflazione e Pil dell’Indec, l’Istat del paese del tango. Ecco in sintesi il “Cristina pensiero” contenuto nei 28 tweet postati a velocità record da una presidenta mai così furiosa e presente su Internet.

“Chi poteva immaginare allora un mondo trascinato a terra dai mercati finanziari? Néstor il mio compagno aveva previsto tutto. Dove stava il FMI che non ha potuto accorgersi di nessuna crisi? Dove stava quando si formavano non bollicine bensì mongolfiere speculative? Dove stava uno dei suoi ex direttori (il riferimento è allo spagnolo Rodrigo Rato, ndr) quando Bankia, la banca che lui dirigeva, ha dovuto essere aiutata con miliardi di euro? Oggi la Spagna ha il 26% di disoccupati, in gran maggioranza giovani e sfrattati. In quali statistiche sono raffigurate queste tragedie? Quali sono i parametri o le “procedure” con cui il FMI analizza i paesi falliti che continuano ad indebitarsi, con popolazioni che hanno perso la speranza?

Che succede con i paesi emergenti come noi che hanno sostenuto l’economia mondiale nell’ultimo decennio e a cui oggi vogliono mettere in conto i piatti rotti da altri? Conoscete qualche sanzione del FMI, qualche decisione contro questi altri che si sono arricchiti e che hanno fatto fallire il mondo? No, la prima misura che prende il FMI è contro l’Argentina. L’Argentina alunna esemplare del Fondo Monetario Internazionale negli anni Novanta, che seguì tutte le ricette del FMI e che, quando esplose nel 2001, è stata lasciata sola.

Argentina 2003. Da sola, senza accesso al mercato finanziario internazionale l’Argentina ha visto crescere in 10 anni il suo PIL del 90%, la crescita maggiore di tutta la sua storia. L’Argentina che ha costruito un mercato interno con l’inclusione sociale e le politiche anticicliche. Ha pagato tutti i suoi debiti al FMI, ha ristrutturato due volte, nel 2005 e nel 2010, il suo debito andato in default con il 93% di accordi con i suoi creditori senza chiedere più nulla in prestito al mercato finanziario internazionale, per farla finita con la logica dell’indebitamento eterno.

E con il business perenne di banche, intermediari, commissioni, ecc, che avevano finito con il portarci al default del 2001. Questa sembra essere la vera causa della rabbia del FMI. L’Argentina è una parolaccia per il sistema finanziario globale di rapina e per i suoi derivati. L’Argentina ha ristrutturato il suo debito e ha pagato tutto, senza più chiedere nulla in prestito. 6.9% di disoccupati, il migliore salario nominale dell’America latina e il migliore potere d’acquisto misurato in Dollari statunitensi. Nel 2003 avevamo il 166% di debito su un Pil rachitico, il 90% del quale in valuta straniera. Oggi abbiamo il 14% di debito su un Pil robusto e solo il 10% è in valuta straniera. Perciò mai fu migliore il titolo del comunicato del ministero dell’Economia argentino di oggi: “Ancora una volta il FMI contro l’Argentina”. FMI + FBI contro l’Argentina. Non spaventatevi, il FBI sono i Fondi Buitres (avvolto, ndr) Internazionali. Noi continueremo a lavorare e a governare come sempre per i 40 milioni di argentini”.

Paolo Manzo
03/02/2013
www.lastampa.it/2013/02/03/esteri/kirchner-furiosa-distrugge-il-fmi-con-tweet-in-meno-di-mezz-ora-a8TbR771qGoL6gyJOz5SGI/pag...
06/03/2013 01:24
 
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L’Argentina si rivolta contro il Mossad - Il destino dell’occidente potrebbe mutare
Maria Poumier, Palestine-solidarité 25 febbraio 2013

La presidente Cristina Kirchner fa infuriare i sionisti, perché l’Argentina e l’Iran hanno concordato una commissione congiunta d’inchiesta sull’attentato del 1994 contro il centro ebraico AMIA, che Israele attribuisce a qualsiasi costo all’Iran. La situazione è abbastanza unica e può essere spiegata solo se Obama ha incoraggiato l’Argentina a rivolgersi risolutamente all’Iran. Il presidente Obama su questo tema sostiene un’ampia offensiva contro Israele. Tenendo conto del fatto che sembra negoziare con l’Iran, la Russia e la Siria una Jalta per ridurre in modo permanente l’influenza in Medio Oriente d’Israele, la cui situazione è estremamente pericolosa, e non si può che applaudire al coraggio e all’audacia del presidente degli Stati Uniti. L’ultimo presidente degli Stati Uniti ad avere affrontato Israele fu J. F. Kennedy…

In attesa di assassinare Obama, di ridurre in cenere l’Iran e scatenare l’apocalisse in tutto il mondo, gli israeliani esprimono con forza la loro rabbia. Comunque sia: il leader della comunità locale Burger ha anche pubblicamente minacciato la presidente di un terzo attentato, dopo quelli del 1994 e del 1992 (contro l’ambasciata israeliana). Lei ha risposto con maestria a ciò che tutta l’Argentina ha interpretato come minaccia di morte contro di lei (dopo Arafat e forse Chavez, cosa più plausibile…) “Oh, bene, e come sapete chi siano i mandanti“, gli organi ebraici si sgolano sul tema ora più consensuale tra di essi: il terzo attentato, accade ora, sotto i nostri occhi, ed è l’attentato culturale, gli ebrei argentini sono violati nella loro vita e nella loro essenza, ecc. ecc. In breve, “l’olocausto argentino”, capitolo 3, avrà luogo sotto i nostri occhi in questo momento, nella totale indifferenza del mondo. Un dettaglio: fu il Mossad ad organizzare i due attentati del 1992 (23 morti) e del 1994 (85 morti), a bloccare l’inchiesta e a porre accuse assurde all’Iran. Ecco lo stato del problema finora, secondo gli stessi specialisti argentini (si veda il contributo di Adrian Salbuchi, Juan Gabriel Labake, José Petrosino del 7 febbraio 2013 da LTV1).

1. Fatti

E’ stato stabilito dal centro di ricerca sugli esplosivi dell’università di Tucuman, che l’esplosione che ebbe luogo nel 1994 avvenne all’interno dell’edificio dell’AMIA. Era sufficiente, del resto, fin dal primo giorno vedere la foto dei danni, i detriti sparsi all’esterno. Diversi testimoni dichiararono che nessun furgone bianco Renault fosse presente sulla scena, contrariamente a quanto affermarono immediatamente gli israeliani. Si stabilì che un agente del Mossad israeliano trasportò in aereo, con la commissione d’inchiesta israeliana, un pezzo del motore che si voleva far credere fosse un relitto dell’autobomba che sarebbe stata guidata da un terrorista arabo. La Renault individuò il pezzo in questione: proveniva da un’auto che non era stata distrutta da una esplosione. Altri detriti “trovati” sulla scena provenivano da altre vetture.
Un testimone argentino vide la persona che, nell’incrocio più vicino, premette il detonatore che provocò l’esplosione. Questa testimonianza fu confermata dalle indagini in Argentina.

Il vero terrorista, mai ricercato, era di aspetto europeo, come ad esempio un altro personaggio, il primo a dire agli astanti terrorizzati che l’esplosione era stata causata da un furgone bianco Renault, e che si sfilò dalla scena subito dopo l’esplosione, mettendo a disagio le persone accorse perché non mostrava nessuna emozione e aveva preso tranquillamente il contenuto di una grande borsa, svuotandola e riempiendoa nuovamente sul posto, il tutto indisturbato, a causa della confusione generale e dell’indugio delle autorità nel vietare l’accesso al sito. Una settimana dopo, i servizi israeliani scavarono un buco a terra e annunciarono di aver trovato il cratere corrispondente all’autobomba (che non è mai esistita). Gli inquirenti argentini ne risero.

Il giorno dell’esplosione, dei sacchi di cemento erano appena stati rilasciati all’ingresso dell’edificio, non vi fu alcun indagine su ciò, ma un siriano venne successivamente accusato di aver fornito l’esplosivo… un membro di Hezbollah che non sapeva guidare … e si trovava in Libano all’epoca dei fatti.., venne ucciso dagli israeliani due mesi dopo… ma era così onnipresente che avrebbe commesso un attentato suicida a Buenos Aires, con il successo che sappiamo. Nel 1992, ebbe luogo la ricostruzione della scena: l’attentato contro l’ambasciata israeliana fu immediatamente presentata dagli israeliani come provocata da una autobomba, inesistente, venuta per consegnare sacchi di “cemento”, come nel 1994, e l’esplosione avvenne all’interno dell’edificio.
A quanto pare, si mise il coperchio perché il presidente Menem non aveva interrotto gli accordi di cooperazione con l’Iran dell’Argentina, dopo il primo attacco. Dopo il secondo, divenne più docile e risarcì senza discutere l’AMIA del milione richiesto.

2. Investigazioni
Il presidente Menem, di origine siriana, cercava di ingraziarsi gli israeliani. Così compì il suo primo viaggio presidenziale a Tel Aviv, e non a Damasco, come aveva promesso per attirare i voti dei mediorientali. Acconsentì a lasciare campo libero agli investigatori israeliani, come nel 1992. Israele lo ringraziò a suo modo qualche anno dopo, accusandolo di essere complice nell’attentato, come capo di una “rete locale” per il contrabbando di armi dalla Siria…

Al giudice Galeano un agente israeliano pretese di accusare un rivenditore di auto di aver fornito l’autobomba (inesistente), dando 400.000 dollari al concessionario affinché si prestasse al gioco, e a sua volta accusasse la polizia argentina (all’opposizione del partito del presidente Menem). Questa scena fu filmata (da accoliti dei poliziotti coinvolti), all’insaputa delle due persone in questione! Fu trovata nell’agenda del concessionario la parola “Iran”, scritta con una grafia diversa dalla sua, e fu messo sotto sorveglianza alcuni giorni prima dell’attacco. Insomma, fin dall’inizio, fu scelto per il ruolo di capro espiatorio, colpevole di aver fornito l’autobomba. Ma reagì efficacemente fin dall’inizio, e ne uscì vivo! Divenne il leggendario Telledin, che gli argentini chiamano il “Lee Oswald” del caso, facendosi dieci anni di prigione, dopo di che fu scagionato da tutte le accuse e rilasciato, mentre il giudice è stato semplicemente rimosso.

Nel 2002, quando Israele e Siria sembrarono giungere ad un accordo sulla questione del Golan, la pista iraniana venne riattivata. Un avvocato fu incaricato di riprendere da zero le indagini, rispondendo alle richieste d’Israele di perseguire l’ex presidente dell’Iran, l’attuale ministro della Difesa, l’incaricato d’affari presso l’ambasciata iraniana a Buenos e altre persone ugualmente rispettabili. Uno di loro, l’ambasciatore Soleimanpour, fu arrestato dall’Interpol a Londra, e poi venne rilasciato e risarcito perché non c’era uno straccio di prova per accusarlo.

L’Argentina dovette pagare 280.000 dollari in spese legali e risarcimento. Il procuratore, ancora attivo, continuò a chiedere l’estradizione di sette iraniani, ma ancora senza fornire uno straccio di prova alle autorità iraniane affinché potessero giudicare e decidere se assicurarli alla giustizia argentina. I cosiddetti testimoni che identificarono gli iraniani, erano 12 mujahidin del movimento terrorista, esplicitamente riconosciuto come tale da molti Paesi, ricercati dall’Iran; uno di loro è un prigioniero della CIA, attualmente in Germania.

Resta inteso che le associazioni delle vittime sono disperate dalla giustizia argentina: l’indagine del primo attentato fu semplicemente abbandonata, non appena la pista del furgone si rivelò solo una bufala d’Israele, ma manipolate a dovere, queste associazioni non considerano ancora un’altra spiegazione per la loro disgrazia se non il locale antisemitismo neo-nazista, che secondo gli studiosi costantemente ordirebbero complotti con il supporto occulto di una serie di governi.

3. Le relazioni Argentina-Iran

L’Argentina aveva ottimi rapporti commerciali con l’Iran, e dagli anni ’90, il volume delle esportazioni argentine verso l’Iran e più che raddoppiato. Ciò ha comportato un periodo continuo tra l’Iran dello Scià e l’Iran di Khomeini, di vendita di armi e tecnologia nucleare. Tuttavia, sotto la pressione degli Stati Uniti, nel 1989, l’Argentina interruppe la cooperazione nucleare con l’Iran, che si rivolse alla Cina. Ecco, agli israeliani restava insopportabile che gli attentati non avessero modificato per nulla il flusso globale commerciale! Sarebbe stato ovviamente assurdo, da parte dell’Iran, organizzare gli attentati di Buenos Aires, mentre l’Argentina era il suo primo partner commerciale latino-americano.

Nel 2006, nonostante il clamoroso fallimento dell’accusa contro Soleimanpour nel 2003, Israele ottenne una vittoria quando la presidente Kirchner accusò pubblicamente il governo iraniano stesso, cosa tanto grave quanto rara. Accettando la costituzione di una commissione congiunta Iran-Argentina, il governo argentino compie veramente una svolta di 180°, dopo vent’anni di obbedienza alle diverse ingiunzioni israeliane, e a proprie spese.

Il ministro degli Esteri Hector Timmerman vi svolge un ruolo di primo piano. Ebreo e figlio di un famoso intellettuale di sinistra che ha combattuto la dittatura militare, è diventato assai critico nei confronti d’Israele, tenendo conto del fatto che gli ebrei argentini vivono in Argentina, e gli israeliani non dettano legge in Argentina…
I governi di Argentina e Iran hanno da tempo firmato il trattato internazionale di cooperazione nella lotta contro il terrorismo; gli israeliani non possono ottenere che l’una o l’altro si blocchino, non le leggi nazionali vigenti, pur di provocare un casus belli.

Come afferma il professor Juan Gabriel Labaké, gli attentati del 1992 e del 1994 furono gli ultimi di una serie di 17 attentati false flag organizzati e commessi da Israele a partire dagli accordi di Oslo, tutti con simili aspetti tecnici (il primo ad affermarlo, indicandone la logica sionista in azione, fu il ricercatore Nestor Ceresole, morto improvvisamente dopo gravi disturbi gastrici, nel 2003). Il risultato immediato fu un’esperienza traumatica per alcuni argentini, ebrei e non ebrei, che vennero spediti su un “percorso mentale già tracciato” o come ha detto Art Oliver nel contesto dell’11 settembre, in un’”operazione di terrore”.

Non c’è due senza tre: per quasi 20 anni furono paralizzati dalla paura, in attesa di qualcosa di peggiore dei due attentati “antisemiti”. Ma ora il giornale di sinistra Pagina 12 sostiene le iniziative del governo, certamente sostenute a loro volta dall’amministrazione Obama, e il costo politico dei crimini d’Israele contro l’Argentina potrebbe essere enorme… Una responsabilità particolare dei leader della comunità complici nell’assassinio di un centinaio di persone, ebrei e non ebrei, tra cui un prete cattolico (nell’attentato del 1992) e poi dei feriti, rimane da stabilire con precisione.

Ma il ministro Timmermam indica Rubén Beraja, il Madoff argentino, condannato e imprigionato per aver suscitato la crisi finanziaria del 2003 in Argentina, per appropriazione indebita della banca da lui fondata e finanziata dai fondi pensione, noto truffatore ma autorità religiosa e presidente del DAIA, all’epoca dei fatti (il CRIF locale responsabile dell’amicizia Argentina-Israele).

Il ministro Timmerman ha aggiunto che coloro che si oppongono oggi alla commissione congiunta di indagine, agiscono come il sinistro Beraja… lo stesso che aveva distribuito enormi mazzette per depistare le indagini. Tuttavia, è sorprendente l’aspetto “arabo” di una false flag montata in modo incredibilmente sciatto. Certo, la forza del Mossad non è l’arte del camuffamento, ma l’arte mafiosa dell’uccisione indiscriminata e della corruzione. E l’umanità essendo quella che è, questa arte ha i suoi limiti.

Il Congresso argentino deve approvare la futura costituzione della commissione mista, che sarà occasione per l’Iran d’identificare i veri colpevoli, rimanendo assai poco discreti. La stampa iraniana riporta i punti in comune tra le operazioni di Buenos Aires e il recente attentato false flag in Bulgaria. Uccidere dei comuni ebrei non ha mai fermato il Mossad, presumendo sempre che ciò spingerà verso Israele gli ebrei non abbastanza sionisti per i suoi gusti. “Il recente attentato terroristico contro gli ebrei in Bulgaria, è uno scenario simile, grazie a cui Israele ripete le false accuse contro il movimento di resistenza libanese Hezbollah, chiedendo all’Unione europea di mettere il gruppo nella lista delle organizzazioni terroristiche. Quindi, la commissione Iran-Argentina potrebbe mostrare la verità sulle operazioni terroristiche false-flag e le infide macchinazioni d’Israele degli ultimi 20 anni.” (Tehran Times)

Traduzione di Alessandro Lattanzio
aurorasito.wordpress.com/2013/03/05/largentina-si-rivolta-contro-il...
[Modificato da wheaton80 06/03/2013 01:25]
01/07/2014 00:35
 
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La Presidentessa argentina precisa: non accetteremo i diktat di certi avvoltoi

Il 16 giugno, la Corte Suprema degli Stati Uniti si è rifiutata di ascoltare l'appello presentato dall'Argentina contro la sentenza di un tribunale Americano che impone a Buenos Aires di pagare 1,3 miliardi di dollari agli hedge fund NML Capital ed Aurelius Capital, anche se il pagamento potrebbe condurre al default del debito sovrano argentino. I due fondi speculativi erano tra i tanti che nel 2003 acquistarono il debito argentino in mora per pochi centesimi al dollaro e continuarono a farci spudorati profitti. Ma contrariamente al 93% dei creditori, si rifiutarono di partecipare ai piani di ristrutturazione del debito stilati dal governo nel 2005 e nel 2010, esigendo invece il pagamento dell'intero valore nominale dei titoli in default. E ora chiedono ai tribunali americani di emettere ordinanze per confiscare le proprietà argentine all'estero in risarcimento. Se ci riusciranno, altri creditori esigeranno lo stesso trattamento. La Presidentessa argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha reagito immediatamente con un discorso alla TV nazionale, ammonendo che “nessun presidente di una nazione sovrana può sottomettere la propria nazione ed il proprio popolo all'estorsione”. Ha anche aggiunto di non essere sorpresa dalla sentenza:“Me l'aspettavo... perché questo non è un problema economico o finanziario, e nemmeno un problema legale”. La Corte Suprema USA ha difeso “una forma di dominio globale dei derivati finanziari che mira a mettere in ginocchio le nazioni”. Se questo modello economico globale continuerà indisturbato, “produrrà tragedie inimmaginabili” come “il sangue, la fame e l'esclusione di milioni di giovani in tutto il mondo che non hanno un posto di lavoro e nessun accesso all'istruzione”. Il suo governo ha negoziato responsabilmente pagando i creditori e continuerà a farlo, ha detto, ma non cederà ai fondi speculativi che si nascondono nei paradisi fiscali, dove non pagano nemmeno le tasse. Il giorno dopo, il ministro delle Finanze argentine Axel Kicilloff ha annunciato che il governo intende trasferire la disputa con gli obbligazionisti che hanno partecipato alla ristrutturazione del debito nel 2005 e 2010, da New York a Buenos Aires, agli stessi termini concordati, per le stesse cifre e la stessa valuta, ma retti dal diritto argentino e non da quello americano. "Se una sentenza ci chiede di suicidarci, non ci suicideremo" ha detto ai giornalisti. Nel frattempo, il governo sta preparando altre due opzioni in sua difesa. In tutti questi anni, la Fernandez ha promosso rapporti economici, scientifici e commerciali sia con la Russia che con la Cina e le altre nazioni del BRICS, che si sono rivelate partner più affidabili degli Stati Uniti o dei paesi europei. E su invito personale di Vladimir Putin, la Fernandez parteciperà al vertice del BRICS che si terrà il 15 luglio a Fortaleza, in Brasile, a cui seguirà una visita di stato del Presidente cinese in Argentina.

27 giugno 2014
Fonte: movisol.org

www.ecplanet.com/node/4291
24/08/2014 02:34
 
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Tango bond: la Kirchner nazionalizza i titoli e mette fuori gioco i tribunali americani

L’Argentina è pronta a rimborsare i Tango bond nel centro finanziario di Buenos Aires, bypassando il blocco della giustizia americana. In un discorso televisivo la presidente, Cristina Kirchner, ha annunciato che un disegno di legge è stato inviato al Congresso per cambiare la giurisdizione dei bond e permettere di pagare in Argentina i detentori di titoli che hanno accettato i concambi del 2005 e 2010. “Per salvaguardare il pagamento ai creditori che abbiano aderito alle ristrutturazioni del debito nel 2005 e nel 2010, una filiale della banca pubblica Banco Nacion è stata designata per sostituire Bank of New York Mellon come agente fiduciario; senza pregiudicare quello che decideranno gli obbligazionisti, è una misura basata sul volontariato”. In sostanza, spiega Kirchner, “se gli obbligazionisti chiederanno, individualmente o collettivamente, un cambio di legislazione e giurisdizione dei loro bond, il ministro dell’Economia è autorizzato ad applicare lo swap per dei nuovi bond sotto la giurisdizione locale”. Il capo di gabinetto della presidenza argentina, Jorge Capitanich, ha ammesso che l’iniziativa annunciata dal presidente Kirchner potrebbe portare il giudice americano Thomas Griesa a dichiarare Buenos Aires in oltraggio alla corte, ma ha ridicolizzato l’impatto che potrebbe avere questa decisione del magistrato di New York. “L’impatto di una eventuale ordinanza di oltraggio lo dovrebbe poi spiegare lo stesso giudice, visto che l’Argentina è uno Stato sovrano”, ha detto Capitanich. Il rimborso finale del debito argentino ai detentori di Tango bond è stato infatti bloccato da un giudice americano finché l’Argentina non avrà pagato 1,6 miliardi di dollari agli ‘hedge fund’, i fondi avvoltoio, che hanno fatto incetta di bond acquistandoli a prezzo fallimentare anni fa, non hanno poi accettato gli swap, portando così il paese in default parziale con la graziosa assitenza del magistrato americano. Una decisione che avrebbe creato un precedente, giudicato da Baires come un’anticamera del fallimento, visto che tutti coloro che detengono bond e che non hanno accettato i concambi sarebbero corsi a chiedere i loro interessi. L’Argentina ha quei soldi, ma l’ordinanza del magistrato li ha bloccati su un conto di Bank of New York Mellon, per questo, scaduti i termini e il periodo di tolleranza relativo, si è parlato di default tecnico del Paese, che di fatto non ha onorato l’impegno verso i propri creditori. Adesso la mossa della Kirchner sblocca la situazione, aggirando l’ordinanza del magistrato americano.

21 Agosto 2014
informare.over-blog.it/2014/08/tango-bond-la-kirchner-nazionalizza-i-titoli-e-mette-fuori-gioco-i-tribunali-americ...
[Modificato da wheaton80 24/08/2014 02:34]
19/10/2014 04:44
 
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L’Argentina cambia rotta: verso Russia e Cina al posto di Stati Uniti e Ue

C’è un avvicinamento strategico da parte dell’Argentina a Russia e Cina, e un cambiamento dei rapporti con Stati Uniti e Unione Europea, secondo il quotidiano argentino La Nación. Nella sua recente visita in Russia e Cina, il ministro per la Pianificazione argentino, Julio de Vido, ha presentato 14 nuovi progetti di infrastrutture del valore di quasi 17.000 milioni di euro. In particolare, tra le altre cose, la costruzione di quattro dighe idroelettriche nella provincia di Neuquén. Tuttavia, l'alleanza strategica tra Buenos Aires e Mosca non si limita alla cooperazione nel settore dell'energia. Mosca è anche disposta ad ampliare il volume dei conferimenti di elicotteri russi all’Air Force Argentina, così come a promuovere nel territorio del paese latinoamericano il sistema di navigazione russo Glonass. Inoltre i due paesi han concordato di aumentare il rifornimento di prodotti alimentari argentini alla Russia, a causa del divieto di importazioni di alcuni prodotti provenienti dagli Stati Uniti e dall'Europa. Il Ministero dell'Agricoltura argentino spera che l'esportazione di carne e latticini in Russia aumenti del 30%. Il nuovo ambasciatore cinese in Argentina, Yang Wanming e anche gli imprenditori cinesi "hanno un grande interesse ad espandere i loro investimenti in Argentina" in una vasta gamma di settori. Le autorità argentine hanno annunciato recentemente la firma di un accordo con la multinazionale cinese CNNC sulla costruzione congiunta di una centrale nucleare Atucha III. Pechino ha stanziato 2.000 milioni per iniziare la costruzione dell’impianto e prevede di investire ulteriormente nel progetto 34.000 milioni di peso argentini (4.000 milioni di dollari).

17/10/2014
www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=5694&pg=9061
03/11/2014 22:23
 
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Argentina ancora ai ferri corti con Usa. Bandisce Procter&Gamble per frode fiscale

ROMA (WSI) - L'Argentina ha vietato a Procter & Gamble di continuare a operare nel paese, accusando il colosso americano di prodotti al consumo di frode fiscale. Con un comunicato pubblicato sul sito presidenziale nella giornata di domenica, Buenos Airnes ha scritto che P&G ha gonfiato i prezzi delle importazioni di $138 milioni, al fine di evadere gli oneri fiscali dell' Argentina. Il gigante Usa è stato di fatto accusato di aver agito al fine di evadere le tasse. Il caso riguarda le consegne di prodotti per l'igiene del corpo e rasoi. Nel comunicato si legge anche che i dettagli della presunta frode sono stati inviati alla Sec, la Commissione di Borsa americana.

3 novembre 2014
www.wallstreetitalia.com/article/1766505/argentina-ancora-ai-ferri-corti-con-usa-bandisce-procter-gamble-per-frode-fisc...
05/05/2015 16:19
 
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L’associazione strategica tra Russia e Argentina promuove la costruzione del mondo multipolare

Il mondo attuale favorisce la creazione di partenariati tra Paesi emergenti volti a creare un ordine mondiale multipolare. La visita della presidentessa dell’Argentina a Mosca, la terza settimana di aprile, è chiaro esempio di questo processo, avendo l’obiettivo di articolare un partenariato strategico a lungo termine. Il 22 ottobre, Federazione Russa e Repubblica di Argentina compivano 130 anni di relazioni diplomatiche. Non c’è tempo per la contemplazione, lo scenario globale prevede grandi sfide che richiedono il consolidamento di alleanze multivettoriali. Una visione strategica inizia sempre creando aree di cooperazione economica (commercio, investimenti, ecc,) rafforzate finanziariamente per giungere ai campi dell’energia e della geopolitica. Oltre 20 documenti firmati dalla presidentessa dell’Argentina Cristina Fernandez de Kirchner (CFK), durante l’incontro con l’omologo russo Vladimir Putin, sono la prova delle opportunità che emergono passando dagli accordi bilaterali alla “partnership strategica” (lanciata nel dicembre 2008 durante la presidenza di Dmitrij Medvedev) e al “partenariato strategico globale” (questo aprile). Il crescente riavvicinamento tra la Casa Rosada e il Cremlino evidenzia l’incapacità di Washington di sabotare la costruzione di un mondo multipolare. Nel primo decennio del secolo, l’imperialismo statunitense non è riuscito a contenere l’ascesa dei nuovi attori economico-politici in America Latina ed Eurasia. La geografia commerciale dell’Argentina, per esempio, è espressione della centralità dell’Oriente nell’economia globale: tra 2005 e 2013 gli scambi con Russia, India e Cina (insieme a Brasile e Sud Africa dei BRICS) sono passati dal 9,36 al 14 cento. Al contrario, la quota degli Stati Uniti è scesa dal 13 all’8,21% nello stesso periodo, secondo la banca dati sugli scambi dei beni delle Nazioni Unite (ONU Comtrade, nell’acronimo in inglese). Gli scambi commerciali tra Russia e Argentina nel frattempo sono aumentati da 260000 a 2446000 di dollari tra 2001 e 2013, aumentando di oltre il 940 per cento. Così la Russia ha superato, un paio di anni fa, gli scambi tra India e Argentina (1865000 di dollari) anche se ancora ben al di sotto del record raggiunto dalla Cina (16823000 dollari). Le opportunità di investimento sono in rapida crescita negli alimentari, minerali, petrolio, software, ecc… Al forum business russo-argentino oltre 50 aziende argentine si sono incontrate per concludere accordi con un centinaio di controparti russe. Va inoltre sottolineato che la complementarità economica dovrebbe privilegiare rapidamente l’uso delle valute nazionali. Cosa impedisce di accelerare la “dedollarizzazione” del commercio bilaterale e degli investimenti? In termini di produzione energetica, secondo CFK, il nucleare avrà un ruolo maggiore in quanto, contrariamente all’energia convenzionale (petrolio, gas, carbone, ecc), è più conveniente, pulito e meno soggetto a fluttuazioni dei prezzi sul mercato mondiale. Quindi è stata approvata senza limitazioni la costruzione della sesta centrale nucleare in territorio argentino, dal costo di 2 miliardi di dollari. L’Atomic Energy Corporation (Rosatom) russa presenterà una serie di linee guida includenti il trasferimento di tecnologie e un piano finanziario della Banca di sviluppo russa (Vnesheconombank) con tassi d’interesse preferenziali per l’Argentina. L’azienda Power Machines s’impegnerà con i partner argentini ad installare un moderno sistema di turbine nella centrale idroelettrica di Chihuidos, situata sul fiume Neuquén (nel nord della Patagonia).

Grazie alla collaborazione con la Russia, il governo argentino potrà risparmiare una quantità enorme di valuta estera acquistando meno combustibile per le centrali elettriche. Nel campo dei combustibili fossili, va notato che Russia e Argentina cercano di preservare il loro ruolo energetico globale. Secondo le stime dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA, nell’acronimo in inglese) gli abbondanti giacimenti di gas e petrolio (convenzionale e non) di entrambi i Paesi, li mettono tra le prime 5 potenze energetiche mondiali. Con l’obiettivo di approfondire la “partnership strategica”, Yacimientos Petrolíferos Fiscales (YPF) e Gazprom (la prima società gasifera russa) hanno raggiunto un importante protocollo d’intesa. Per la prima volta in assoluto, le due società condurranno investimenti congiunti per esplorazione, produzione e trasporto di idrocarburi in Argentina e Paesi terzi. D’altra parte, con l’esaurirsi delle fonti energetiche tradizionali, la propensione alla “geopoliticizzazione delle relazioni internazionali” aumenta promuovendo in tal modo la formazione di zone d’influenza e alleanze nel campo della geopolitica. Mentre mediante guerra e occupazione, quali meccanismi di esproprio, le potenze occidentali cercano di garantire le materie prime alle loro aziende. Quali strategie sapranno resistere all’offensiva dell’imperialismo? Come costruire un muro di contenimento delle asimmetrie militari statunitensi? Senza dubbio, il “partenariato strategico globale” dovrebbe approfondire gli accordi su sicurezza e difesa con altre potenze geopolitiche, come Russia e Cina che, tra l’altro, sono gli unici Paesi in grado di controbilanciare le forze statunitensi in territorio latinoamericano. In breve, si assiste a un nuovo e veloce ordine economico e geopolitico in cui l’unipolarismo statunitense non trova posto. Con questa prospettiva, la cooperazione tecnico-militare con la Federazione russa è cruciale nel proteggere la sovranità dell’America Latina. Il governo argentino, in alleanza con Mosca, cercherà di neutralizzare da un lato l’intervento degli Stati Uniti nella regione, e dall’altro avrà maggiore capacità geopolitica rispetto all’incursione militare del Regno Unito sulle isole Malvinas. Negli ultimi anni, Buenos Aires ha acquistato dalla Russia 2 elicotteri Mi-17E e 4 navi polivalenti per pattugliare l’Atlantico del Sud. La terza settimana di aprile, in occasione della riunione con Sergej Shojgu, il ministro della Difesa argentino Agustin Rossi ha accettato di acquisire altri 3 elicotteri, formando una flotta di 5 velivoli, e un paio di jet da combattimento Su-24. Le due parti hanno approvato lo scambio di istruttori e militari per condurre operazioni di mantenimento della pace sotto le Nazioni Unite (ONU), la produzione congiunta di attrezzature militari ed esercitazioni militari (il Venezuela è il pioniere sudamericano nelle analoghe operazioni con la marina russa). In conclusione, i governi di Russia e Argentina concordano sul fatto che sanzioni economiche unilaterali, invasioni ed attacchi dei fondi avvoltoio protetti dai tribunali di New York siano intollerabili oggi. Pertanto, la costruzione di un mondo multipolare richiede che entrambi i Paesi uniscano gli sforzi per articolare una strategia di sicurezza e difesa comune contro gli eccessi di Stati Uniti ed alleati…

Ariel Noyola Rodríguez, RussiaToday
Traduzione: Alessandro Lattanzio
aurorasito.wordpress.com/2015/04/30/lassociazione-strategica-tra-russia-e-argentina-promuove-la-costruzione-del-mondo-mult...
[Modificato da wheaton80 05/05/2015 16:19]
12/08/2019 20:06
 
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Argentina: Macri sconfitto alle primarie

Il Presidente Mauricio Macri ha subito una dura sconfitta nelle elezioni primarie svoltesi ieri in Argentina in vista delle presidenziali del prossimo 27 ottobre, ampiamente superato dal candidato dell'opposizione peronista Alberto Fernandez. Con il 100% delle schede scrutinate, la coalizione 'Fronte di Tutti' di Fernandez e dell'ex Presidente Cristina Fernandez de Kirchner ha raccolto 10,6 milioni di voti (48,86%), mentre la coppia Macri-Miguel Angel Pichetto di 'Insieme per il Cambiamento' ha ottenuto 7,2 milioni di voti (33,27%).

12 agosto 2019
www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2019/08/12/argentina-macri-sconfitto-alle-primarie_b880ece0-d803-4f0b-b7de-f9bfaa40a...
28/10/2019 19:16
 
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Argentina: Macri sconfitto, il peronismo torna al potere con Fernandez



Il verdetto è irreversibile: il Presidente Maurizio Macri ha fallito la conferma del suo mandato nelle elezioni in Argentina. E lo scettro passa il 10 dicembre al suo principale sfidante, il peronista di centro-sinistra Alberto Fernandez, che vince al primo turno ed avrà come vice la ex Presidente Cristina Fernandez de Kirchner. Quando lo spoglio era giunto stanotte al 90,33% del totale dei voti espressi, Fernandez raccoglieva il 47,80% dei suffragi, mentre Macri ne otteneva il 40,69%, con una differenza provvisoria di oltre 1,7 milioni di voti. La sconfitta governativa è stata accentuata dalla perdita anche del governo della provincia di Buenos Aires, dove un economista 'fedele' a Cristina Kirchner ha sconfitto con il 51,98% la governatrice uscente, Maria Eugenia Vidal (36,11%). Unica, relativa, consolazione è il successo di Horacio Rodriguez Larreta, che mantiene nelle sue mani il governo della capitale. Ma per gli analisti, Larreta potrebbe ora usare questo successo per sottrarre la guida dell'opposizione Macri. Un minuto dopo la chiusura dei seggi, il quartier generale del 'Fronte di tutti' nel popolare quartiere della Chacarita, è entrato in ebollizione. Le reti sociali, Twitter fra tutte, hanno cominciato a lanciare anticipazioni convergenti, confermando "l'ampia vittoria" della coppia Alberto e Cristina Fernández (non li unisce alcun grado di parentela, ma una lunga militanza politica). Le TV 'all news' hanno fatto da cassa di risonanza alla ancora ufficiosa vittoria dell'opposizione. La gente è uscita di casa e si è riversata sulla Avenida Corrientes, all'altezza di Dorrego, vicino al 'bunker' dei vincitori. Le grida di gioia, lo sventolio di bandiere bianco-celesti e gli slogan ostili al Presidente Macri hanno risuonato per ore.

Davanti a decine di telecamere, i militanti della fazione di centro-sinistra del peronismo hanno scandito slogan come 'Alberto, amigo, el pueblo està contigo', 'Presente, presente, Alberto presidente', e 'Hay que saltar, hay que saltar porque Mauricio no vuelve màs', 'Maurizio Macri non torna più'. I commentatori hanno sottolineato che, confermandosi definitivamente la sconfitta del governo e il ritorno dei peronisti nella Casa Rosada, l'uscente Macri, eletto nel 2015, sarà ricordato almeno come il primo Capo di Stato non peronista che è riuscito a terminare il suo mandato. A nulla è servito lo sforzo di Macri, che da fine settembre si è lanciato in una maratona di manifestazioni nelle più importanti città, scandendo lo slogan 'Sì se puede!' e promettendo per il suo nuovo mandato un "benessere per tutti", più vicino alla offerta populista che al suo modello di austerità e buon governo. Il Capo dello Stato lascia il bilancio pubblico praticamente senza deficit, e un terreno positivo per l'import-export, dovuto però alla forte contrazione delle importazioni. Sull'altro piatto della bilancia il Paese si ritrova con una recessione per il 2019 del 2,7%, una netta crisi industriale, un aumento della disoccupazione e della povertà che coinvolge oltre un terzo degli argentini. E infine una inflazione irrefrenabile (quasi il 60%) che strozza i salari e provoca una costante svalutazione del peso. Questo scenario, reso plausibile dalla vittoria dell'opposizione già nelle primarie ('Pasos') svoltesi l'11 agosto, ha spinto il governatore Guido Sandleris a convocare in nottata il direttorio per monitorare le prospettive della crisi sociale, economica e finanziaria. Ogni giorno, nelle ultime settimane, le riserve in valuta pregiata argentine hanno subito una forte emorragia di centinaia di milioni di dollari. Questo per non spaventare la classe media, che in ogni occasione difficile compra dollari come bene rifugio.

Maurizio Salvi
28 ottobre 2019
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2019/10/27/argentina-tv-prevede-vittoria-fernandez_31602d40-d6f1-44ae-8297-c4becffa1...
01/07/2020 17:19
 
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Argentina - Spionaggio illegale di Macri: scandalo peggiore del Watergate

La polizia federale dell'Argentina ha effettuato oggi quattordici arresti nell'ambito di un'inchiesta sul presunto spionaggio illegale a politici, sindacalisti e giornalisti durante il governo dell'ex Presidente Mauricio Macri (2015-2019). Le misure cautelari sono state ordinate dal giudice che conduce le indagini, Federico Villena, nei confronti, tra gli altri, dell'ex coordinatore della documentazione presidenziale, Susana Martinengo, e degli ex agenti dell'Agenzia Federale di Intelligence (AFI), Leandro Araque e Jorge Saez. Tra le motivazioni addotte dal magistrato negli ordini di cattura, secondo quanto riporta il quotidiano "Ambito", figurano "il concreto pericolo di inquinamento delle prove", di "intralcio alla giustizia" oltre al "pericolo di fuga". Secondo informazioni trapelate ai media, altri 22 arresti potrebbero essere effettuati nella giornata di oggi, e tra questi potrebbe figurare anche quello del segretario privato dello stesso Macri, Dario Nieto, per il quale era già stato emanato nei giorni scorsi un ordine di perquisizione e al quale sono stati sequestrati tutti i dispositivi elettronici di comunicazione.

01 luglio 2020
parstoday.com/it/news/world-i219272-argentina_spionaggio_illegale_di_macri_scandalo_peggiore_del_w...
11/08/2020 19:00
 
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Ecco come l’Argentina ha evitato in extremis un nuovo default

Fino a sabato scorso molti osservatori internazionali temevano l’ennesimo default dell’Argentina. Le cose fortunatamente sono andate per il verso giusto grazie anche alla capacità di mediazione della Casa Rosada: il 4 agosto scorso Buenos Aires ha raggiunto un accordo con i creditori per la ristrutturazione di quasi 67 miliardi di dollari di titoli del suo debito estero. La notizia è stata ufficializzata in un comunicato congiunto del Ministero dell’Economia e di tre grandi consorzi di creditori.

Il liberismo ha portato allo sfascio l’Argentina
Dopo sette mesi di trattative, infatti, il Presidente Alberto Fernandez non poteva sperare di meglio. Qualche giorno prima, parlando in videoconferenza con il Consiglio delle Americhe, Fernandez aveva dichiarato:“Spero davvero che i creditori capiranno che stiamo facendo uno sforzo enorme. Ed è l’ultimo che possiamo fare. Chiedo, per favore, che aiutino l’Argentina a uscire dalla depressione. È impossibile chiedere a un Paese che ha il 40% di persone povere di fare uno sforzo aggiuntivo, perché questi sforzi ricadono sempre sui settori più vulnerabili”. Buenos Aires sta pagando un prezzo altissimo alle politiche neoliberiste dell’ex Presidente Mauricio Macri. Una pesante eredità che non può essere cancellata con un tratto di penna. Macri aveva indebitato pesantemente l’Argentina in valuta estera. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: inflazione stratosferica (il livello più alto in 28 anni, con i prezzi al consumo aumentati di oltre il 50%), crollo del valore del Peso, PIL in caduta libera. La Nazione sudamericana era già profondamente provata prima dell’arrivo del coronavirus. Quando la pandemia ha iniziato ad espandersi i creditori si sono fatti sentire. La trattativa si è svolta in un contesto economico gravemente recessivo: negli ultimi due anni il tasso di crescita del PIL argentino è crollato. Nel 2019 ha fatto registrare un -2,2% e nel 2018 un -2,5%. Da quel momento è partito un braccio di ferro che almeno per ora rappresenta il miglior compromesso possibile.

Quali sono i termini dell’accordo?

Coloro che hanno sottoscritto quest’intesa non nascondono il loro entusiasmo:“La Repubblica Argentina e i rappresentanti del ‘Grupo Ad Hoc de Bonistas Argentinos’, del ‘Comité de Acreedores de Argentina’ e del ‘Grupo de Bonistas del Canje’ ed altri sono giunti ad un accordo oggi che permetterà ai membri dei tre gruppi di appoggiare la proposta di ristrutturazione del debito dell’Argentina e offrirà alla Repubblica un alleggerimento significativo del suo debito”. Il Ministro dell’Economia Martin Guzman ha fatto di tutto per evitare condizioni capestro, senza danneggiare la già compromessa credibilità dei titoli di stato argentini, riuscendo ad accontentare tutti. “Le nuove obbligazioni in dollari ed euro del 2030 cominceranno ad essere rimborsate nel luglio 2024 e scadranno nel luglio 2030, con la prima rata pari alla metà di ogni rata rimanente. D’altra parte, spiega la nota, le obbligazioni in dollari ed euro del 2038 inizieranno ad essere ammortizzate a partire dal luglio 2027 e scadranno nel gennaio 2038”. Inoltre, conclude la nota:“L’Argentina adeguerà alcuni aspetti delle clausole di azione collettiva nei nuovi documenti per rafforzare l’efficacia del quadro contrattuale come base per la risoluzione delle ristrutturazioni del debito sovrano. L’accordo dei creditori è espressamente subordinato all’inclusione di questi aggiustamenti proposti nei nuovi documenti obbligazionari argentini”. Queste ultime clausole hanno rassicurato gli investitori ed impedito il default. Detto questo, vi sono altri motivi che hanno portato gli investitori a più miti consigli.

La riuscita di una trattativa non dipende solo dalle sue clausole
I creditori in questa vicenda hanno mostrato un lato umano (troppo umano) per convincerci sulla loro sincerità. In questa trattativa, infatti, erano coinvolti dei colossi della finanza come Blackrock, Ashmore e Fidelity, che hanno accettato un piano di rientro molto favorevole al debitore. Buenos Aires restituirà a rate prolungate nel tempo il 54,9% dei 69 miliardi di dollari ricevuti, risparmiando tra capitale e interessi circa 34mila milioni di dollari. Ma a cosa è dovuta tanta generosità? La risposta non è semplice. Le decisioni che sono state prese non rispondono alle logiche della finanza strictu sensu. Il Fondo Monetario Internazionale, di solito molto severo nei confronti delle Nazioni insolventi, si è impegnato per favorire l’intesa. Non bisogna dimenticare che la crisi economica dovuta alla pandemia sta pesantemente influenzando il comportamento dei grandi attori dell’economia globale. Se a Buenos Aires fosse andato in scena il film già visto nel 2001, i creditori avrebbero rischiato di non ottenere nulla. Secondo l’esperto di America Latina Livio Zanotti, in questo momento la forza dei debitori sta nella loro potenziale insolvibilità. Non è però oro tutto quello che luccica. La finanza ha sempre un piano B. Stavolta, Larry Fink (CEO e fondatore di BlackRock) e gli altri tycoon si sono accontentati di una restituzione della metà del loro credito pur di non uscire a mani vuote da questo affare. Se non avessero incassato nulla in questa situazione, chi sarebbe impegnato ad attuare politiche lacrime e sangue pur di pagare i debiti ai grandi fondi d’investimento? Forse stavolta Davide ha avuto la meglio contro Golia, ma non bisogna mai dimenticare i rapporti di forza.

Salvatore Recupero
09 agosto 2020
www.ilprimatonazionale.it/economia/argentina-evitato-nuovo-default...
16/02/2021 02:33
 
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Argentina - Morto l'ex Presidente Carlos Menem



L'ex Presidente ed attuale senatore argentino Carlos Saul Menem è morto oggi a Buenos Aires all'età di 90 anni. Lo ha reso noto la famiglia precisando che da qualche tempo era ricoverato in una clinica per una infezione urinaria. Nato ad Anillaco nella provincia de La Rioja il 2 luglio 1930, Menem, esponente del Partito giustizialista fondato da Juan Domingo Peron, è stato governatore della sua provincia natale prima di essere eletto alla massima carica dello Stato due volte, nel 1989 e nel 1995. Non potendo candidarsi direttamente una terza volta per divieto costituzionale, tentò la sorte qualche anno dopo e nel 2003 fu il candidato più votato nel primo turno delle presidenziali, ma per il secondo turno preferì ritirarsi di fronte allo sfidante, pure peronista, Nestor Kirchner. Nel 1989 era giunto al potere con una campagna elettorale marcata da un programma socio-economico populista che, una volta insediatosi nella Casa Rosada, abbandonò per applicare una dottrina neoliberale di gestione dell'economia, con privatizzazioni di massa, tagli alla spesa pubblica e un ancoraggio del peso al dollaro con parità 1-1. Appresa la notizia, il Presidente argentino Alberto Fernández ha decretato oggi tre giorni di lutto nazionale e, via Twitter, ha espresso il suo "profondo cordoglio" per la scomparsa di un uomo che "sempre eletto in democrazia (...) fu perseguitato e incarcerato durante la dittatura".

14 febbraio 2021
www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2021/02/14/argentina-morto-lex-presidente-carlos-menem_918111ae-4291-44dc-9c3f-b98a92566...
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