Caro VVRL,
Barnabino, il problema è che 1 Corinti 15 non si può paragonare a 2 Cor. 5.
Non è quello che pensano la maggioranza dei biblisti che ho consultato... a ragione, nel contesto si parla di risurrezione e poi di morte e di dimora definitiva celeste. Vedi tu se "nons i può paragonare".
Nel primo caso Paolo dice che questo corpo corruttibile diventa incorruttibile alla risurrezione, nel second caso dice che il corpo carnale viene distrutto
Non cambia nulla: la tenda, l'esistenza terrena, per Paolo è corruttibile, deve cessare, è una dimora temporanea che sarà smontata e sostituita da una "abitazione" definitiva nei cieli. Paragona questa esistenza terrena ad un abito di cui ci si sveste per rivestire l'altra esistenza, affinché ciò che è mortale venga sostituito dalla vita celeste, incorruttibile appunto.
La prima riguarda quello che accade nell'ultimo giorno, la seconda quello che accade subito dopo la morte, quando l'io personale, lo spirito, lascia il corpo di carne per assumere un corpo celeste in attesa della Parusia
Paolo non parla affatto di uno "spirito" che lascia il "corpo", anzi non parla proprio di spirito se non quello di Dio, ma parla della persona nella sua concretezza che smette un abito e ne indossa un altro. Non si parla certo di uno stato "intermedio" (che semmai qui è l'essere trovati nudi, come il "nudo granello" della 1 lettera, e che spaventa Paolo) ma della dimore "
eterna, nei cieli". Dunque
quella dimora è quella eterna nei cieli, definitiva, non temporanea o intermedia.
Shalom
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