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Capitolo 4 "COME" ADORARE

Ultimo Aggiornamento: 03/02/2012 10:14
03/02/2012 10:13

la crescita spirituale

Capitolo 4  

  "COME" ADORARE  

 

Un'adeguata assistenza è parte essenziale di ogni operazione riuscita. Se l'adorazione è il mezzo stabilito da Dio per comunicare col Suo popolo e per incanalare attraverso di esso la potenza necessaria ad affrontare le necessità del mondo, come ha provveduto Dio per rendere sicuro, stabile e continuo quel flusso vitale? E qual è la nostra parte per la riuscita dell'operazione?  

    Abbiamo già stabilito che per quanto riguarda l'adorazione, è Dio a cercarci. Egli desidera avere amicizia con gli uomini e per mezzo loro farSi conoscere nel mondo in cui li ha posti.

    I mezzi impiegati per realizzare questo Suo desiderio sono culminati nella vita, morte, risurrezione e ascensione di Suo Figlio Gesù Cristo. Lo Spirito Santo è stato dato per rendere efficace la potenza liberata attraverso l'opera di Cristo.  

    Abbiamo discusso la funzione della lode... lo scopo del sacerdozio... ed il privilegio - e la responsabilità - di ciascuno di noi quando arriviamo a vedere queste verità.  

       Una volta accettata la Via, o modo di vivere, di Dio come nostra via e modo di vivere, abbiamo l'obbligo di diventare parte dell'operazione del Suo Regno sulla terra.

    Sarà necessario tenere sgombri i canali di comunicazione, per poter ascoltare cosa Egli ci dice... per sapere cosa vuol fare tramite noi... e come dobbiamo agire quali conduttori della potenza messa a nostra disposizione.  

   Dio desidera stabilire in ogni membro del Suo Corpo una base stabile dello spirito da cui possano salire continuamente lode e adorazione, che ci assicurano di raggiungere la Sua presenza, uniscono il Suo Spirito al nostro e permettono il flusso della Sua potenza per le necessità del mondo. Se capiremo e faremo nostro questo rivoluzionario concetto di vita di un collegamento continuo con la sorgente, saremo in grado di vivere al di sopra delle circostanze e delle emozioni. Non sarà più necessario lottare per la vittoria "schiacciati dalle circostanze" della vita; né restare vittime delle vacillanti emozioni umane.  

   Il Salmo 30,12 racchiude il principio della "relazione personale" che forma la base da cui Dio sceglie di operare: "Perché la mia gloria possa cantare le Tue lodi, e non tacere. Signore mio Dio, Ti renderò grazie in eterno." Le parole: "non tacere" avrebbero potuto esser meglio tradotte con: "mai tacere." E sta proprio qui la chiave: rendere grazie per sempre! Paolo, in Efesini 5,20 afferma così questo principio: "Renderemo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo." Persino nelle circostanze più difficili della vita dobbiamo mantenere un atteggiamento di gratitudine. Come aspettarsi di riuscirvi?    

 

L'UNITÀ DI MISURA  

Per meglio comprendere come Dio vuole agire per stabilire questo principio nella nostra vita, faremo alcuni paragoni. Supponete di volere la registrazione del potenziale elettronico prodotto dal cuore umano - che con tanta fedeltà pompa sangue notte e giorno. Probabilmente vi rechereste dal medico per esporgli il caso.  

    Potreste dirgli: "Dottore, ho qualche disturbo al cuore e dei dolori quaggiù. La prego, può dirmi cos'è che non va e cosa devo fare?" Molto probabilmente egli vi chiederebbe di stendervi sul lettino per un esame, e l'infermiera provvederebbe ai necessari collegamenti che permetteranno al cuore di comunicare col mondo esterno. Quasi tutti conosciamo l'elettrocardiografo, quella macchinetta che registra le azioni del cuore umano. Entro breve tempo ne uscirebbe una striscia di carta, e le sue tracce in su e giù avrebbero un significato ben preciso per gli specialisti in grado di tradurre quegli strani segni. Diagnosi e prescrizioni dipenderebbero da quanto è registrato.  

        Da anni sto cercando il modo di registrare le azioni spirituali del "cuore." Una tale macchina, in grado di registrare il nostro ECG spirituale, potrebbe non risultare valida per registrare anche il progresso nel cammino cristiano. Un giorno cercai di dare un'occhiata al progresso della nazione di Israele dopo la liberazione da generazioni di schiavitù in Egitto, e alle loro mosse una volta giunti alla Terra Promessa da Dio. Volevo paragonare il loro progresso fisico al viaggio spirituale nel quale ognuno di noi si lancia in seguito alla liberazione dalla schiavitù del peccato; e quindi al nostro viaggio nei piani che Dio ha per noi, una volta diventati Suoi figli.  


    Ecco lo schizzo di un aspetto dell'esperienza degli Israeliti dopo il trasferimento dal deserto alla terra promessa:  

      La terra promessa abbondava di belle pianure lussureggianti, ma c'erano sempre le cime dei monti da scalare e le valli che le univano. Questo terreno ondeggiante era causa di continui problemi, e raffigura in certo qual modo anche il cammino cristiano.  

    La gente ad esempio, quando dà testimonianza delle vittorie del cammino cristiano, molto spesso dimentica di presentare l'intera topografia del loro viaggio individuale per raggiungere l'altipiano della terra promessa. Dimentica di raccontare le cadute dalle cime dei monti giù nelle vallate, ed i problemi delle nuove arrampicate sulla montagna successiva, che pare erigersi come una barriera ad impedire di raggiungere il terreno regolare della pianura.  

    Avete mai considerato incompleto - e perfino disonesto - il seguente tipo di testimonianza? "Ah sì, il Signore mi ha guarito da un tumore ... ha salvato mia moglie e mia figlia... e mi ha aiutato economicamente oltre ogni immaginazione." Questo porta tutti gli altri a chiedersi: "Cosa c'è in me che non va, Signore?"  

    Il guaio è che chi ha dato la testimonianza ha dimenticato di dire che dopo la guarigione dal tumore è sopraggiunta una terribile esperienza nella valle, con severe "correzioni" da parte di Dio. Quelle correzioni hanno permesso la salvezza della moglie e della figlia. Poi ci fu un'altra esperienza nella valle prima che la situazione economica cambiasse da quasi niente all'abbondanza.  

    Così vediamo che non c'è altro modo di passare da una vetta all'altra se non scendendo a valle per poi tornare a fare un'ardua arrampicata sulla montagna successiva. Questa è l'unica via per giungere agli altipiani!

    Nella mia testimonianza, se dovessi farne un quadro realistico, avrebbero dovuto esserci vallate profonde assieme alle cime raggiunte. Quando infine ho visto gli altipiani, tutti i miei sforzi si sono orientati a raggiungere quelle invitanti pianure dove riposarmi dalle salite e discese.  

LA NOSTRA MISURA  

     Per ricevere dalla Parola una illustrazione del principio che stiamo cercando di capire, faremo riferimento al Salmo 30. L'autore è ancora il Re David, che conosceva bene gli alti e bassi per raggiungere gli altipiani - sia dal punto di vista geografico sia spirituale.  

     Ecco un secondo grafico: stranamente simile alla topografia della nostra terra promessa, vero? David percorse questa via nel Salmo 30, ed ogni credente lo segue perché il sentiero è sempre stato lo stesso da quando Dio ha cominciato a cercare di camminare con l'uomo.  

 

     Notate la linea tratteggiata. In mancanza di un termine migliore la chiameremo la linea "normale." Indica quello standard indefinibile o linea arbitraria che prevale in ogni vita - ovviamente con qualche variante.  

    La piccola "x" al punto di partenza è dove Dio ci ha trovati. La maggior parte di noi in quel momento era un po' al di sotto dello standard. Poteva trattarsi di un qualunque tipo di  crisi - economica ... fisica... e di sicuro eravamo nella necessità spirituale. Una volta iniziato il cammino cristiano, ci siamo rallegrati della salvezza. Troviamo questa condizione all'inizio del Salmo 30. Seguiamone il progredire e paragoniamolo a quello del nuovo credente:  

(1)              - "Ti esalterò, o Signore, perché Tu mi hai sollevato e su di me non hai fatto esultare i miei nemici.  

(2)    -  Signore mio Dio, a Te ho gridato e Tu mi hai guarito."  

    Il nuovo credente entra per la prima volta nell'adorazione. Sperimenta quel "potere che eleva" dell'amicizia col suo Salvatore, ed ha sperimentato il trionfo sui nemici. Questi potevano essere alcune abitudini che lo incatenavano e che dovevano essere spezzate - o una vera e propria liberazione da attività diaboliche nella sua vita. La maggior parte di noi sperimenta una vera e propria liberazione al momento in cui reclama la salvezza. Siamo "salvati" dai nemici che ci opprimono.  

    Il nuovo credente ha ricevuto anche la guarigione fisica. Molto spesso, dopo aver ottenuto grazie tanto grandi, siamo inclini a pensare di essere "arrivati" o di aver raggiunto tutto.  

(4) - Signore, Tu hai fatto uscire la mia anima dalla tomba; mi hai mantenuto in vita, perché non scendessi nella fossa.  

(5) -  Cantate al Signore, o Suoi santi, ringraziaTelo, al ricordo della Sua santità."  

    Il nostro credente sta ancora arrampicandosi sulla montagna. Comincia a percepire cosa significa passare dalla tomba alla  vita! Il suo passaggio è stato normale, e nella sua gioia chiama tutti gli altri ad unirsi a lui nella lode a Dio. Non vi pare quasi di sentirlo dire: "Cosa c'è in voi che non va, gente? Guardate cosa ha fatto il Signore per me! Mi ha salvato... innalzato... liberato e guarito. Sia gloria a Dio! Cantate con me!"  

    A questo punto il Signore vede sopraggiungere un accenno di orgoglio spirituale. Il risultato? Una correzione a cui spesso mi riferisco con riverenza come allo "scivolone verso il basso voluto da Dio."  

(6) - "Perché la Sua collera non dura che un istante; nel Suo favore è la vita: il pianto può durare una notte, ma al mattino, ecco la gioia."  

     Ciò mi porta a voler chiedere: "Perché piangi? Qualche minuto fa mi pareva che stessi cantando!"  

    Ma vediamo lo stesso scivolone nella vita di uno dei profeti più forti: Geremia: "Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori. Maledetto il giorno in cui nacqui" (Ger 20, 13-14). Vorrei fare un'altra domanda: "Geremia, che ti è successo? Un istante canti - e poi, in quello successivo, desideri non essere nato?"  

    Ma qual è il credente che non ha conosciuto il capitombolo dalle altezze del canto alle profondità del lamento? Fa così presto a succedere!  

    Dopo uno dei miei scivoloni mia moglie mi chiese: "Che ti succede? Soffri forse di instabilità emotiva?" Annuii e le detti questo suggerimento: "É meglio che tu mi faccia l'ECG. spirituale." É una cosa, questa, che dovrà inevitabilmente accadere in qualche punto del viaggio spirituale verso gli altipiani.  

    Avete notato, tuttavia, che col sapore dell'ira e del pianto Dio ha mandato la speranza? "Al mattino, ecco la gioia."

    Il nostro nuovo cristiano, se pur sprofondato al disotto del normale, non è tanto giù da non poter guardare verso l'alto.  

         Anche l'Apostolo Paolo ebbe i suoi alti e bassi, risultati in questo consiglio: "Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che piangono" (Rm 12,15). Quando è il diavolo a buttar giù di morale il credente, non gli dà speranza alcuna. Ma quando è Dio che corregge, Egli mescola alla correzione un po' di gioia: può mandare un amico a piangere con noi. Almeno potremo dire dalla valle della disperazione: "Dio, non che la cosa sia proprio piacevole, ma procedi pure!"  

(7)    - "Nella mia prosperità ho detto: 'Nulla mi farà vacillare!' Signore, mi hai posto su un monte sicuro;  

(8) -  ma quando hai nascosto il Tuo volto, io sono rimasto turbato."  

    Qui il nostro nuovo credente è di nuovo sulla cima di una montagna - più alta della prima. Dobbiamo essere onesti nell'analizzare questi spostamenti: quanti di voi hanno subito un certo "trattamento correttivo", ne sono usciti trovandosi su una cima e hanno pensato: "Ora sono pronto a tutto. Niente riuscirà più a smuovermi!" Dite che ci stiamo dirigendo verso guai maggiori? Proprio così!  

    C'è un momento nella vita in cui abbiamo l'impressione che il Signore abbia per noi dei riguardi speciali. Magari, dopo una particolare esperienza su una vetta montana, riteniamo di essere "speciali" per Dio. Può non essere esattamente l'orgoglio, già trattato in precedenza, ma un sintomo di questo tipo: "Dio, sei tanto più buono con me che con gli altri. Te ne sono davvero grato. Mi apri la Scrittura e me la riveli più che agli altri. Non capisco perché anche gli altri non riescano a vedere le cose come me... (oppure) ...Dio, mi hai fatto tanta grazia ottenendomi la promozione, mentre gli altri in fabbrica sono rimasti indietro... Ti ringrazio davvero, Dio."  

    Per questo tipo di malattia Dio ha una cura speciale che si chiama: "nascondere il Suo volto." Quando comincio a dire: "Signore, non cambierò mai posizione nei Tuoi confronti... sono pronto a tutto..." Attenzione! Vi darà modo di vedere quanto siete pronti - o meno: Comincerà a ritirare la consapevolezza della Sua presenza e ciò talvolta ci farà sprofondare a valle, più in basso del punto in cui eravamo quando abbiamo cominciato il cammino con Lui! Ci sentiamo abbandonati, anche se conosciamo la Sua promessa di non lasciarci né abbandonarci mai. Egli é sempre con noi - nelle valli o sulle vette - solo che in alcune circostanze particolari non riusciremo a vederLo. Non possiamo avvertirLo nell'oscurità. Non più brividi o pelle d'oca.  

    E allora, eccoci di nuovo nella valle!  

  (9 - "A te ho gridato, Signore; ho rivolto suppliche al mio Dio.  

(10) - Quale vantaggio dalla mia morte, se discenderò nella fossa? Potrà lodarTi la polvere? e proclamare la Tua verità?  

(11)- Ascolta, Signore, abbi misericordia di me: Signore, sii Tu il mio aiuto."  

    É il vero grido di chi sa bene che l'aiuto sta lì, da qualche parte. Non è disperazione totale, ma totale dipendenza. Il versetto 10 ci fa sorridere quando dice: "Signore, se mi uccidi non ci sarà più nessuno a lodarTi!"  Forse Dio ci sorride, come facciamo noi quando i nostri figli vengono con i pasticci e gli imbrogli della loro piccola vita. Sappiamo che tutto si risolverà per il meglio per loro - e che presto anche loro lo scopriranno.  

    Il versetto 11 è il grido di David (e del nostro credente) per chiedere misericordia. Non ho mai sentito dire che una richiesta sincera di misericordia sia mai stata respinta: è il desiderio ardente dell'uomo spirituale che dice: "Signore, vedo la mia instabilità e Ti chiedo di soccorrermi. Portami al punto in cui non avrò più bisogno di queste punizioni. Rendimi stabile!" Il versetto successivo è la risposta a quel grido:  

(12) -   "Hai mutato il mio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia."  

    Dio ha udito il suo grido e ha risposto alla sua richiesta di aiuto. Notate che ora egli attribuisce tutto il merito a Dio: "Tu hai... " Notate inoltre che i cambiamenti sono tutti interiori - non solo circostanze esterne cambiate. L'abito di sacco significa uno spirito contrito. La gioia è una risposta interiore. Anche la danza è una risposta esteriore del cambiamento interiore: non è stato liberato dalle condizioni esteriori; non gioisce per essere guarito o per aver ricevuto qualche benedizione speciale - ma per aver scoperto che Dio equivale tutti i problemi e le avversità della vita. Dio è il suo aiuto!  

   Dio ci fa esercitare così finché diventiamo malleabili e diciamo, con Paolo in Filippesi 4,11: "Ho imparato ad essere lieto in ogni circostanza."  

   Ora il nostro credente vive di ciò che Dio gli dà: è su un piano al di sopra del normale. É una vita di gratitudine, di lode e di aspettativa continua. Perché impariamo che le altezze spirituali sono pericolose quanto gli abissi. Fin quando non raggiungeremo tale consapevolezza, il nostro ECG spirituale continuerà a variare per tutto il tracciato della vita.  

    Mentre mi trovavo in America mi capitò una stupenda lezione obiettiva. Ebbi modo di osservare un artigiano, un vasaio, all'opera. Seguivo con stupore la sua attività. Lavorava l'argilla... modellava i vasi... intingeva le mani nell'acqua... li modellava un altro poco... e infine li metteva nel forno. Più tardi apriva la porta del forno, tirava fuori un'asse di vasi e cominciava a esaminarli. Fui assalito da curiosità e chiesi: "Come fa a sapere quando sono cotti a puntino?"  

    La risposta fu: "Quando prendi un vaso, gli dai un colpetto su un lato. Se è cotto, dà un certo suono. Io dico che canta."  

    La mia domanda successiva fu: "Cosa succede se gli dai il colpetto e risponde con un rumore sordo?" 

    "É semplice. Lo rimetto in forno!"  

    Riuscite a scorgere il paragone tra questo procedimento e il "vivere sull'altipiano," che abbiamo stabilito come livello di vita al quale Dio sta addestrandoci a vivere? I monti e le valli si livellano su un altipiano, e le pianure si estendono invitandoci a continuare a confidare che è Dio il nostro aiuto e che non dipendiamo dalle emozioni, dalle circostanze esteriori o da ciò che sta succedendo nella vita degli altri. Dipendiamo dal Signore!  

 

FUNZIONA DAVVERO!  

Estraendo un'altra lezione dall'esperienza di David, consideriamo ora alcuni versetti del Salmo 57. A questo punto è necessario capire la situazione di David prima di poter pienamente apprezzare la sua posizione. Il Re Saul lo stava perseguitando accanitamente: voleva ucciderlo. David si era rifugiato in una caverna. Sentiamo che dice:  

(1) - "Pietà di me, o Dio... mi rifugio all'ombra delle Tue ali finché sia passato il pericolo...  

(5) -  Che Tu sia esaltato, o Dio, al di sopra dei cieli, e che la Tua gloria sia su tutta la terra.  

(6) -  Hanno teso una rete ai miei passi, hanno piegato la mia anima: hanno scavato una fossa davanti a me, e vi sono caduti.  

(7) -  Il mio cuore è saldo, o Dio, il mio cuore è saldo. Canterò e loderò.  

(8) -  Svegliati o mia gloria; svegliatevi salterio e arpa; Io stesso mi sveglierò all'aurora.  

(9) - Ti loderò o Dio, tra le genti, e canterò a Te tra le nazioni:  

(10)- Perché grande fino ai cieli è la Tua misericordia, e la Tua verità fino alle nuvole.  

(11)- Che Tu sia esaltato, o Dio, sopra i cieli, e la Tua gloria risplenda su tutta la terra."  

   Notiamo innanzitutto dove è ricorso David per ricevere aiuto: al suo Dio. Dichiara la sua fiducia nel Dio che ha fatto il cielo e la terra. Poi ammette il suo problema: la sua vita è in pericolo ed anche le sue risposte emotive, legate al loro limite. Ma al versetto 7 sale il suo grido di vittoria: "Il mio cuore è saldo... il mio cuore è saldo!" Non lo dice una volta sola, ma due!  

   Poi entra nella lode. Lo fa consapevolmente, con la volontà: "Canterò... Mi sveglierò... Loderò..." É uscito dai suoi problemi - per quanto grandi potessero sembrare al momento - per entrare nella grandezza di Dio. Pur essendo intrappolato in quella caverna, consapevole che al suo ingresso c'è un uomo in attesa per ucciderlo, può dire: "Il mio cuore è saldo... Mi sveglierò all'aurora... canterò... Ti loderò..." Quando il cuore è saldo, fisico ed emozioni devono piegarsi ad esso: non ti dominano, perché sei tu al comando!  

   Ma nessuno arriverà mai a quel posto di comando in una sola lezione! Ricordate le due vette e le due valli? Se imparerete queste due lezioni alla prima uscita state per raggiungere un livello che vi vedrà superare ogni esperienza della vita.  

   Ma cosa accade se non siete un allievo così diligente? Riuscirete a diplomarvi al livello desiderato delle provviste di Dio? Mi spiace doverlo dire, ma non si possono saltare gli anni. Potete anche diplomarvi alla svelta, ma senza saltare gli anni. Molti riportano diverse cicatrici prima di arrivare al diploma.  

   Un giorno in ufficio mi giunse una telefonata: era l'ospedale locale, ed una voce disse: "Il tuo bambino di tre anni è qui al pronto soccorso, investito da una macchina. Devi venire immediatamente." Prima di lasciare l'ufficio mi alzai e dissi: "Padre, Ti ringrazio perché niente tocca la mia vita senza che Tu lo permetta. Grazie per quello che mi dai... per ciò che stai compiendo in questa situazione. Glorifico il Tuo nome."  

   Devo tuttavia ammettere che non sarei riuscito a reagire così alcuni anni prima. La mia risposta immediata sarebbe stata: "Perché mi hai fatto questo, Signore? Sono qui a servirTi... a fare del mio meglio... come puoi permettere che succeda una cosa simile al mio bambino?" Ma ho imparato nel modo in cui imparano tutti. Collaboriamo coi principi di Dio, e funzionano sempre.  

   Il principio funziona sia collettivamente nel Corpo di Cristo sia su base individuale. Una volta Charles Simpson, mio amico e maestro, ed io eravamo stati invitati a tenere l'incontro di un gruppo di diverse migliaia di persone. Avrei dovuto parlare, e passeggiavo su e giù - depresso quanto può esserlo un oratore: altri dieci minuti e avrei dovuto parlare davanti a quella folla per conto del Signore. Il cuore era saldo e avrei voluto affrontare la folla, nonostante tutto; ma mancava qualcosa. In quel momento volsi lo sguardo verso l'altro lato delle quinte, e vidi Charles che adorava e lodava. D'un tratto cominciò a danzare...  la sua gioia traboccò su di me, liberando in me lo Spirito Santo!  

   C'è freschezza e liberazione nell'adorazione. Supponete che non mi senta di fare lo sforzo di andare alla funzione in Chiesa o all'incontro di preghiera. L'uomo interiore dice: "É ora di andare." Mentre corpo ed anima rispondono: "Non mi sento di uscire." Ma lo spirito comincia a lodare... ne risulta l'adorazione... e prima che ve ne accorgiate, la stanchezza fisica scompare, le tensioni emotive se ne vanno e mi ritrovo sulla via per andare a pregare.  

   Parlando delle risorse spirituali, in 1 Corinzi 14, 4a Paolo dice: "Chi parla con il dono delle lingue edifica (costruisce, forma) se stesso." Riceve una forza spirituale, mentale, emotiva e fisica. Ben presto l'interazione dello spirito sul corpo e sull'anima diventa una seconda natura, ed è la migliore assicurazione contro i crolli mentali e la necessità di prendere tranquillanti per farcela.  

   Il sacrificio del mattino... della sera... e tutti gli altri sacrifici intermedi sono i mezzi per rendere "saldo" il cuore. Fatto questo, lode e adorazione sono la risposta normale ad ogni situazione della vita. Se David si fosse chiesto: "Perché?" mentre era nella caverna, invece di riporre in Dio la propria fiducia, avrebbe potuto non diventare mai "l'uomo secondo il cuore di Dio."  

   Ed ecco la storia di un altro uomo che ebbe modo tenere gli occhi fissi in Dio e il cuore "saldo" in mezzo ad avvenimenti apparentemente impossibili. É un uomo della nostra generazione, un ministro. Un giorno si ritrovò davanti a un fuoco selvaggio che stava bruciandogli la casa - mentre suo figlio era ancora lì dentro. Se ne stava nel cortile in piedi, a piangere.  

   I vicini guardavano... ed anche il mondo stava a guardare: come avrebbe reagito quest'uomo, che aveva insegnato le verità di Dio, ad una situazione personale in cui le risorse umane non servivano a nulla? Sarebbe esploso imprecando contro Dio, come avrebbero fatto molti altri?  

   Per la fermezza del suo spirito e la forza che gli veniva da Dio, poté sollevare le mani nell'adorazione e gridare: "Dio, Ti ringrazio. Non pretendo di capire, ma Ti ringrazio. So, Signore, che non puoi farmi del male o dei torti. Lo so, Signore, per il Tuo carattere. Il mio cuore è saldo, e Ti voglio adorare."  

   Anche per David, se avesse cominciato a chiedersi: "Perché?" l'ago di registrazione dell'ECG. avrebbe perso il controllo. Nella vita accadono situazioni inspiegabili. Ma mentre viviamo nella provvidenza di Dio, possiamo reclamare la vittoria in ogni circostanza possibile ed in qualunque condizione che possa presentarsi. Non chiedetevi perché - Imparate semplicemente come!  

   É questo il tipo di vita che Dio desidera per noi. Ce lo ha reso possibile e ci ha dato l'opportunità di farlo nostro. É questo lo scopo per cui siamo stati creati: dargli gioia e gioire in Lui. Ma da dove riceviamo la forza? Dall'adorazione. É questo il mezzo disposto da Dio per supplire alle nostre necessità. Ogni esperienza di adorazione costruisce il futuro, oltre a far fronte alle necessità e alle gioie presenti. Gesù, in una delle Sue molte parabole per illustrare i principi del Regno, disse ai Suoi discepoli: (Matteo 7, 24-25)  

"Perciò, chiunque ascolta queste Mie parole e le mette in pratica, è simile ad un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia: cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sulla roccia."  

    La pioggia, le alluvioni, i venti, tutti assaliranno la nostra casa in questa vita. Ma quella struttura può resistere. É stata progettata per resistere. Ci sono state assicurate protezione e sicurezza, ed in quella certezza troviamo gioia e consolazione. Sperimentiamo anche l'amicizia col nostro Creatore... scopriamo di avere a disposizione la potenza per aiutare gli altri... vediamo svilupparsi in noi la capacità di mantenere un equilibrio continuo nei vari campi della vita: fisico, emotivo, economico ed in ogni altro. Scopriamo anche di possedere un ECG che registra l'abbondanza della terra promessa nella nostra vita. E l'adorazione è la chiave di accesso per godere di queste ricchezze.  

 

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03/02/2012 10:14

QUALCHE REGOLA CONCRETA FONDAMENTALE  

L'adorazione è la sostanza del cielo. In quasi tutti i riferimenti al cielo trovati nella Scrittura ci viene illustrata la dignità di Dio... la lode e la gloria dovute al Suo nome... e la gioia di trovarsi alla Sua presenza. Ma Dio non ha riservato tale gioia solo all'eternità: ci ha dato il modo di giungervi mentre siamo ancora qui sulla terra. Il vederLo faccia a faccia sarà certo sempre lontano nel tempo, ma quale riconoscenza per averci dato una "pregustazione della gloria divina!"

    Voglio condividere con voi un'azione terrena che mi sta preparando a godere in futuro la Sua presenza.  

    Mentre stavo esplorando alcuni aspetti dell'adorazione, restai a lungo colpito da Filippesi 2, 9-11:  

"Per questo Dio Lo ha esaltato e Gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni altro nome: Perché al nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; ed ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre."  

    In seguito a questo versetto, molto spesso mi ritrovo ad inginocchiarmi davvero e a dire: "Tu sei il mio Signore! Tu sei il mio Signore!"

    É un atto di adorazione da parte mia che mi porta alla Sua presenza mentre sono ancora qui, sulla terra e mi prepara a goderlo ancor più in seguito, in cielo.  

    Abbiamo iniziato lo studio sull'adorazione riconoscendo che Dio desidera la nostra adorazione - Gli dà gioia. Apocalisse 4,11 ci dice che siamo stati creati per la Sua gioia ed anche che Egli è degno di ricevere gloria, onore e potenza. Un padre terreno non è forse contento quando i figli vengono ad esprimergli il loro amore e la loro stima?  

    Ma l'adorazione ha in sé qualcosa di incommensurabilmente più grande della sola gioia reciproca che ne deriva sia a chi dà sia a chi riceve;

Ø      produce cambiamenti nel carattere e nella condotta degli adoratori e

Ø      permette a Dio di usarci come canali, per far affluire il Suo Spirito nel ministero e nelle grazie e benedizioni per gli altri.  

    Abbiamo parlato dell'importanza della lode come via ordinata da Dio per portarci alla Sua presenza. Su questo argomento sono stati scritti molti libri - alcuni davvero ottimi. Noi vogliamo tuttavia esaminare più a fondo l'atto della lode per cercare di capire, in profondità, cosa É e cosa NON É. 

COSA LA LODE NON É:  

La lode non é una panacea per tutti i problemi individuali, né la panacea universale per tutti i mali della società.  

    Dio desidera ed esige che il Suo popolo affronti la vita a testa alta! Dobbiamo affrontare i nostri errori e cercare le soluzioni ai problemi, sia a livello individuale sia corporativo.      La storia della Bibbia ce lo dimostra con estrema chiarezza! Il Re David, vero maestro nella lode, e la stessa nazione di Israele, sono esempi di primaria importanza. Ricordate il Re David quando il profeta Nathan lo mise di fronte al suo peccato?  

Ammissione della colpa, ricerca del perdono e restaurazione furono tutte cose necessarie.  

    E quante volte i profeti furono usati da Dio per ricordare al popolo di Israele i suoi errori! Il popolo dovette affrontare le conseguenze di essere andato ad adorare gli idoli dei popoli vicini!

    No, la lode non è un meccanismo di fuga,  né una stampella. Non è il tipo  di soluzione: "loda il Signore e tutte le cose spiacevoli se ne andranno via."  

    Se le "cose" vanno via, avranno modo di tornare - magari in modo diverso - ma se il problema esiste ancora, va affrontato e corretto.  

    La lode, inoltre, non consiste in una serie di risposte programmate. Non si tratta di imitare gli altri. In realtà, non è affatto una cosa esteriore: sono risposte personali, interiori. Qualcuno ha osservato: "Voi carismatici avete il vostro tipo di liturgia." Ma noi sappiamo che la lode non è solo qualcosa che la gente può fare o no: É qualcosa che la gente fa, oppure non vuole fare; è qualcosa che Dio comanda. Non è cosa che deve in primo luogo piacere a noi, ma che dà piacere a Dio.  

 

COS'É, ALLORA, LA LODE?  

É un atto intelligente da parte dell'individuo. Deve giungere come il riconoscimento della dignità di Colui al quale la offriamo. É il linguaggio del regno di Dio e dei suoi abitanti. Essa cambia l'individuo da lagnoso e critico a persona capace di rendere grazie in ogni circostanza. É un esercizio insegnato dalla Bibbia, allo scopo di aprirci la porta dell'adorazione: attraverso di esso possiamo entrare alla presenza di Dio e gioire in Lui.  

   É proprio questo a produrre in noi il cambiamento di condotta e di carattere: qualcosa deve spezzarsi nel nostro cuore quando vediamo la gloria e la santità del nostro Dio. Il dolore del cambiamento sarà spazzato via dalla gioia della comunione e dell'amicizia con l'Onnipotente!  

   La lode è un'arte da imparare; non è una risposta automatica. Richiede l'armonia tra ciò a cui ci siamo riferiti come "Uomo N. 1" (corpo e anima) e "Uomo N. 2" (spirito). Il corpo e l'anima infatti possono partecipare ad una "funzione di lode" senza che vi sia risposta alcuna da parte dello spirito.  

Quando lo spirito dell'uomo è contaminato ...

quando in esso vi sono ribellione e disobbedienza ...

la lode ne è intaccata, e la vera adorazione è impossibile.  

   La lode ha lo scopo di portarci all'adorazione. Non sempre riesce a farlo, ma è una delle vie stabilite da Dio per metterci dinanzi a Lui. E la vera adorazione é questa: giungere alla Sua presenza. Dio ha sempre fornito all'uomo un mezzo per farlo. Al tempo della formazione di Israele come nazione - un popolo particolare e santo per l'unico, vero Dio - ci furono il tabernacolo e l'arca. Più tardi ci fu il Tempio di Gerusalemme. Dio fondò il sacerdozio e i sacrifici: ma la maggior parte degli Israeliti seguiva solo i moti dell'adorazione; e poi si rivolsero altrove per offrire sacrifici a idoli di loro scelta. Venne poi il dono perfetto di Dio: Gesù Cristo. Ascoltiamolo mentre parla alla gente sull'adorazione (Gv 4, 23-24):  

"Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito, e quelli che Lo adorano devono adorarLo in spirito e verità."  

    Dio ha sempre protetto la via per giungere alla Sua presenza, oltre a fornire tale via. In Ezechiele 44, 4-16 abbiamo visto che Dio è consapevole della condizione sia esteriore sia interiore di chi viene ad adorare.  

   Ma se è possibile esercitare un ministero verso chi è umanamente nel bisogno, mentre il "ministro" è nel peccato esteriore ed alberga in sé la ribellione interiore, è impossibile adorare Dio quando Egli ritira da noi la consapevolezza della Sua presenza. Dobbiamo imparare a risolvere immediatamente ogni e qualsiasi interferenza con le Sue priorità nella nostra vita.  

   L'adorazione richiede un certo orientamento dello spirito - dobbiamo essere orientati verso Dio e tuttavia ancorati alla vita della terra. Nel Vecchio Testamento i sacerdoti avevano l'incarico di introdurre la gente all'adorazione. I sacrifici allora consistevano in tori, vitelli e tortore. Nel Nuovo Testamento, grazie alla vita, morte, risurrezione ed ascensione del nostro Signore Gesù Cristo, è stato fondato un sacerdozio nuovo. Il velo del Santo dei Santi fu stracciato in due ed ora ogni credente può stare alla presenza di Dio come sacerdote ed offrire il suo sacrificio.  

   Anche il sacrificio è cambiato: noi dobbiamo portare il frutto delle nostre labbra, che è il sacrificio della lode.  

   Vediamo così che l'adorazione comprende degli atti da parte dell'adoratore. Il Salmo 100 è una ricetta efficacissima: contiene sette verbi, tutti indicanti azione:  

Ø      Acclamate al Signore, voi tutti della terra,

Ø      Servite il Signore nella gioia,

Ø      Venite con canti.

Ø      Riconoscete che il Signore è Dio; Egli ci ha fatti e noi  siamo Suoi,  Suo popolo e gregge del Suo pascolo.

Ø      Varcate le Sue porte con inni di grazie, e i Suoi atri con canti di lode.

Ø      Ringraziatelo, e benedite il Suo nome, perché il Signore è buono, eterna à la Sua misericordia; e la Sua fedeltà dura per tutte le generazioni.  

    Cosa rappresentano questi sette verbi nella vita del credente? Abbiamo sottolineato che l'adorazione e' un'arte da apprendere: Vi sono moltitudini che pregano, ma quanti di noi hanno davvero imparato ad adorare?  

    C'è una differenza, e seguendo la traccia data da David in questo bellissimo Salmo, passeremo da un verbo all'altro, rilevando la dichiarazione finale della dignità di Colui davanti al quale ci siamo presentati col frutto delle nostre labbra.  

1.     -   ACCLAMATE - Cioè gridate di gioia. Non so  perché ciò renda Dio felice, ma è così. Quanti di voi conoscono bene i suoni di una casa piena di bambini festosi? La mamma in cucina... il papà forse nel garage al banco di lavoro... forse un bambino che si esercita al piano... un altro che racconta gli avvenimenti del giorno a scuola... un terzo che parla al telefono con un amico. I genitori sono felici per l'atmosfera di gioia in casa.

Vengo da una famiglia di cinque sorelle. Quando queste, con tutti i cognati e bambini, si riuniscono, dovreste vedere! Il Padre Celeste ama vedere la famiglia felicemente riunita, esprimere la propria gioia.  

2.     -        SERVITE il Signore nella gioia. - Il servizio e il ministero veri si devono svolgere volentieri e con gioia. Altrimenti è servitù. Dio conosce bene la distinzione. La vera adorazione è sia un servizio sia un ministero verso di Lui: Egli la accetta come tale. La sola consapevolezza di essere per Lui motivo di gioia dovrebbe rendere felice il nostro cuore.  

3.                 VENITE con canti. - Il canto è sempre stato una parte importante dell'adorazione.

Ovviamente possiamo cantare senza essere contenti né adorare. Ma Dio ha ordinato di presentarci a Lui con canti, perché Egli sa che quell'esercizio ha in sé la possibilità di spezzare le barriere, qualora vi fossero impedimenti ad entrare nell'adorazione. Cantare le lodi può aprire le porte della adorazione. Resta difficile mantenere lo spirito indurito quando la mente è rivolta verso l'alto, nell'espressione vocale della bontà di Dio; e lo stesso dicasi quando intorno a noi si alzano canti gioiosi di lode rivolti a Dio. Questo è uno dei motivi dell'adorazione coi fratelli: contribuire alla formazione reciproca della fede!  

4.                 RICONOSCETE che il Signore è Dio! - Quando riconosciamo Dio come nostro Creatore ed ammettiamo di essere il Suo popolo, si stabilisce una linea di comunicazione che risulta nella lode e nell'adorazione. Se ammettiamo che Egli ci ha fatti e che conosce tutto di noi, riconosceremo anche che Egli ha il diritto di dirci cosa fare... e che è nostra responsabilità obbedire. La lode e l'adorazione sono il risultato di un'azione intelligente.  

5.                 VARCATE le Sue porte con inni di grazie... e canti di lode!  Ecco qui l'orientamento dello spirito di cui abbiamo parlato: É quanto ci rende possibile ringraziare in ogni circostanza della vita. Non che ce la sentiremo sempre - ma è quanto Egli ci chiede. Rendete grazie e lodi. Non per Lui, ma per noi stessi! Siamo noi ad avere bisogno di questa espressione di gratitudine. Quando usciremo dai nostri problemi per entrare nella Sua bontà, Egli è in grado di risolvere i nostri bisogni.  

6.                 RINGRAZIATELO! - É il risultato di aver varcato le porte con inni di grazie e di lode. La riconoscenza è un atteggiamento, e nel ringraziare, veniamo cambiati. Possiamo aver varcato le soglie con inni di grazie perché Lui ce lo ha comandato, ma la nostra obbedienza ha provocato il rovesciamento di ogni nostra riserva riguardo alla Sua potenza, autorità e bontà in una situazione. Riusciamo ad essere grati per il solo fatto di sapere che Lui è al comando e che Gli interessa quanto ci accade nella vita.  

7.                 BENEDITE il Suo nome! - Offrendo lode e ringraziamento viene spontaneo benedire il Suo nome. Il Salmo 103 di David trabocca con queste parole: "Benedici il Signore, anima mia. Quanto è in me benedica il Suo santo nome." Tanto spesso ci presentiamo a Dio chiedendoGli di benedire noi, mentre dimentichiamo di benedire Lui per tutti i Suoi benefici.  

    Il versetto finale della nostra ricetta per l'adorazione - il Salmo 100 - riassume i motivi per acclamare il Signore, servirLo con gioia, cantare, riconoscerLo come Signore, ringraziarLo e benedire il Suo nome. Perché tutto ciò? Perché il Signore è buono, la Sua misericordia dura per sempre e la Sua verità è per ogni generazione.  

    Passando dal Vecchio al Nuovo Testamento, troviamo altri aiuti per adorare. Se riuscite a capire in profondità e a fare vostro il contenuto di questo brano della Scrittura, mettetelo subito in pratica nella vostra vita - e il risultato sarà che il Signore vi chiamerà a nuove profondità nel regno dello Spirito.  

    Ascoltiamo prima i consigli di Paolo ai Colossesi:  

"Che la parola di Cristo dimori in voi con abbondanza e con ogni sapienza; ammaestratevi e ammonitevi gli uni gli altri con Salmi e inni e canti spirituali, cantando e rendendo grazie col cuore al Signore" (Col 3,16).  

    Notate come Paolo colleghi la "Parola di Cristo dimori in voi" e "cantando e rendendo grazie col cuore."  Questo studio sull'adorazione lo abbiamo fondato sulla la Parola di Dio. Paolo conosceva il beneficio di condividere i Salmi (come abbiamo fatto noi col Salmo 100 e con altri), assieme a canti e inni di adorazione (come 'Vieni Adora, stirpe eletta'). Conosceva benissimo anche il valore di cantare nello Spirito, che è una dimensione aggiuntiva. La maggior parte delle funzioni di adorazione include solo la lettura della Parola e il canto di inni.  

    Sappiamo che sono in molti a conoscere a memoria il Salmo 23 e a cantare bene i vecchi inni, senza aver neppure ricevuto la salvezza secondo il suo pieno significato nel Nuovo Testamento! Sappiamo inoltre che un credente può saper citare le Scritture e cantare inni senza che ne risulti la lode e l'adorazione. Ma riferendosi ai "canti spirituali" Paolo parla di una dimensione dello spirito - di quella esperienza in cui lo Spirito Santo e lo spirito umano si incontrano. Ed è questa l'adorazione! Dobbiamo arrivare a vedere che in Colossesi 3,16 sono rappresentati due campi separati e distinti.  

    Paolo, nella sua prima lettera ai credenti di Corinto, insegna anche su questa dimensione aggiuntiva dello spirito, fatto questo di estrema importanza se davvero desideriamo capire l'adorazione del Nuovo Testamento.  

"Se infatti io prego in una lingua sconosciuta, il mio spirito prega ma la mente rimane inattiva. Dunque, che devo fare? Pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con la mente, canterò con lo spirito, ma canterò anche con l'intelligenza" (1 Cor 14, 14-15).  

    Cosa intende Paolo quando divide in due regni la preghiera e il canto - uno con l'intelligenza e l'altro con lo spirito? Uno è il regno della lode, l'altro quello dell'adorazione. Mettendo in disparte il regno del naturale (l'umana capacità di comprendere), entriamo in quello spirituale - lo spirito prega e canta su un piano diverso. Il nostro spirito umano incontra lo Spirito di Dio. É questo il regno dell'adorazione. Gesù ha detto: "Gli adoratori Lo adoreranno nello spirito..." In altre parole, Dio è alla ricerca del vostro spirito umano. Vuole entrare in amicizia con la parte più autentica di voi stessi. Ma noi, di solito, tutto quello che Gli diamo è il regno dell'anima - la nostra limitata capacità umana di comprendere l'adorazione e la preghiera. Gli diamo le emozioni - la parte di noi stessi formata dall'anima.  

    Luca 1, 46-47 illustra assai bene la duplice relazione tra anima e spirito. Maria, la madre di Gesù, esprime così lo stupore e la gratitudine alla notizia della venuta del suo Figlio (Colui che dovrà essere il Messia): "L'anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore."  

    Dapprima la mia anima magnifica il Signore. Tutti conosciamo bene una lente di ingrandimento. Con la mente "magnifichiamo" Dio. Con la volontà, le emozioni, l'intelletto, consideriamo la Sua grandezza... le Sue grazie passate e presenti ... i Suoi desideri per noi, Suoi figli. Ne risulta la lode. La nostra fede cresce e Dio si fa più grande dei nostri problemi. Siamo cresciuti ... ci siamo allargati ... magnificati!  

    Seguitemi, ora. Fin qui è stata la lode. Ricordate quando Gesù dice che il Padre cerca adoratori? Ci sono moltitudini che pregano, e alcuni arrivano a lodare. Ma che ne è dell'adorazione? C'è poco da meravigliarsi se Dio deve cercare quelli che desiderano passare a questa ulteriore dimensione della relazione con Lui!  

    Vogliamo essere certi che quando parliamo di "anima" siamo consapevoli che questa parte dell'essere umano (volontà, emozioni, intelletto) può esser portata in armonia con lo spirito; oppure può essere lasciata alla mercé dei desideri e delle esigenze del corpo. Paolo mise in luce questa distinzione in 1 Corinzi 3, 1-3 e si servì dei termini carnale e spirituale per mettere a confronto le due capacità di ricevere istruzioni, assieme alle evidenze di questi due stati dello sviluppo spirituale. Ora stiamo usando la parola "anima" nel senso illuminato, quello cioè che ha imparato a "tenere il corpo sottomesso" (altra espressione usata da Paolo nello scrivere ai Corinzi) e che significa sotto il controllo dello Spirito.  

    L'uomo è un essere emotivo ed intellettuale con una volontà propria. Nel Salmo 42,5 David comunica con la propria anima: "Perché ti rattristi, anima mia?" L'individuo è al controllo sia dell'anima sia dello spirito. Con l'anima magnifichiamo il Signore e poi, proprio come fece Maria, possiamo passare dal regno dell'anima a quello dello spirito. E quando formulò le parole: "il mio spirito esulta in me," passò dalla lode all'adorazione.  

    Voglio fare qui una domanda alla quale risponderemo col progredire della nostra ricerca su quanto Dio ci ha dato per  l'adorazione. Perché Dio ci ha dato il Battesimo nello Spirito Santo? Per farci venire la pelle d'oca? Esso ci dà un più alto apprezzamento del nostro Dio; ma, ad essere onesti, la maggior parte di quanto sperimentiamo è anima ... cioè, anima in armonia con lo spirito umano, ma sempre regno dell'anima. Se è legittimo servire l'anima, dobbiamo sapere che Dio vuol darci tanto di più.  

   Cosa si intende con 'servire l'anima'? Siete mai tornati a casa stanchissimi... dopo una giornata di duro lavoro ...  Vi sdraiate mettendo su un bel disco stereo di musica classica... rilassandovi a quel suono rinfrescante? Ciò è prendersi cura dell'anima, che è una parte importante della vita. Ma è allo spirito che Dio dà la caccia.   

   Bene, torniamo al Battesimo nello Spirito Santo. Gesù vi fece riferimento come alla "promessa del Padre" in Luca 24,49 e in Atti 1,4, e sapete perché? Perché il Padre voleva che ricevessimo questa potenza promessa dall'alto. Al momento della rigenerazione Dio ci ha dato uno spirito nuovo, o nuova nascita, ma ci ha anche dato il Battesimo nello Spirito Santo. Sentite cosa dice 1 Corinzi 14,2: "Infatti, chi parla in lingue sconosciute non parla agli uomini ma a Dio, e nessuno lo capisce. Mosso dallo Spirito, dice cose misteriose."  

   Chi parla in lingue parla a Dio; chi canta nello Spirito canta a Dio. É lo Spirito di Dio che viene nel mio spirito e mi dà la capacità di diventare un adoratore. Nella lode magnifico il Signore. Canto inni "Vieni, adora, stirpe eletta..." Ci sono inni che non hanno mai mancato di commuovermi quando li ho cantati: ma quella è la mia anima ... è lode. La maggior parte di noi manca di entrare nel regno dove lo spirito umano si incontra con lo Spirito di Dio.  

   Parlare in lingue è molto importante. Voi dite: "Avevo capito che il parlare in lingue è il più piccolo dei doni." Sì, ma da dove avete cominciato la scuola? Dall'algebra? No, avete cominciato dall'ABC, e quando vi laureate in filosofia usate ancora lo stesso ABC - avete solo imparato a riadattarlo. Perché Dio ci dà il dono di parlare in lingue? Perché vuole che preghiamo e cantiamo - da spirito a Spirito. Nel campo spirituale c'è lo sviluppo e il progresso proprio come nei campi intellettuale e materiale. Dio vuole, e si aspetta, che impariamo, che maturiamo ed entriamo nelle ricchezze che Egli ha previsto e disposto per noi.  

   Siete pronti a ricevere alcune regole fondamentali per entrare nell'adorazione e gioirne? Al punto di voler:  

1)     Diventare persone che "danno gioia al Padre;"

2)     Imparare ad accettare le priorità di Dio nella vostra vita; e

3)     Prendere il vostro posto di sacerdote del Nuovo Testamento, permettendo a Dio di usarvi nell'adorazione e nel ministero?  

   In caso affermativo, forse le seguenti sette regole fondamentali per l'adorazione vi aiuteranno a riassumere i pensieri sin qui condivisi.  

1.     Venite davanti a lui con lode e ringraziamenti.

Il Salmista definì questo come un presentarsi alla Sua corte e alla Sua presenza. Che si tratti dell'intimità della vostra camera, o del vostro studio... in macchina... in chiesa o all'incontro di preghiera - fatelo - alla lettera! Dimostrate, coi fatti e con le parole, quanto apprezzate Dio!  

   Mettetevi tranquilli davanti al Signore e chiedetegli: "Signore, cosa vuoi da me? Qual è la direzione di questo incontro con Te? Mostramela... insegnami... rendimi sensibile a quello che TU stai facendo." E mentre liberate il campo, cominciate a lodarlo e a ringraziarlo: "Ti ringrazio per la Tua Parola... per Gesù, mio Salvatore... per i fratelli e le sorelle in Cristo... per poter stare con loro e con Te... Sei stato tanto buono con me!"  

   Se siete ad un incontro di preghiera, quando inizierà sarete sulla via dell'adorazione. In voi c'è l'incontro personale, privato che sta procedendo. Venite con rendimento di grazie! Se arrivate brontolando, pieni di stizza e di ribellione, non aspettatevi di giungere all'adorazione - a meno che Dio non sia particolarmente buono con voi!  

2.     Non venite mai a mani vuote davanti al signor - portate qualcosa con voi!

    Quando recitiamo il Padre Nostro, Gli portiamo qualcosa: Lo magnifichiamo e Lo lodiamo. Quando veniamo in atteggiamento di gratitudine per delle cose specifiche, Gli portiamo il sacrificio della lode... il frutto delle nostre labbra. Ditegli quanto Gli siete grati per essere davanti a Lui anziché in discoteca o al bar... per il fatto che Egli vi guida in alcune decisioni o direzioni - nell'acquisto di una nuova macchina... per quell'aumento appena ricevuto... per l'opportunità di servire i vostri vicini nel ministero. Portate qualcosa. Non venite solo con le richieste: "Signore, vorrei che Tu facessi qualcosa per me. Pare che a Roberto vada tutto per il meglio... Io sono qui a servirTi... Ho pagato la decima... Ogni giorno ho letto tre capitoli della Tua Parola..."  

    Notate la differenza?  

3.     Cercate di seguire la guida dello Spirito Santo.

    É una cosa che richiede un po' di pratica. Abbiamo detto che l'adorazione è un'arte che si impara. Una parte importante di questo tipo di apprendistato consiste nel diventare sensibili alla guida dello Spirito Santo.  

    Se guidate da solo la macchina e la presenza del Signore la riempie, chiudete la radio e mettetevi calmi davanti a Lui. Cominciate a lodare. Non mettete sbarramenti alla corrente dello Spirito mentre cerca di guidarvi. Ricordate: Egli è una Persona con intelletto ed emozioni, proprio come voi - solo che è sul piano divino.  

    Questo è uno dei vari significati della frase che troviamo spesso nella Scrittura: "Aspettate il Signore." Una volta, mentre insegnavo in una università biblica, mi capitò di entrare in cappella e vi trovai uno studente che dava colpi ad una sedia e diceva: "Oh, Dio! Oh, Dio!" Alla mia richiesta di quale fosse il problema, rispose che stava cercando di avere presa su Dio. Ma quanto è meglio guardare  Lui per essere guidati, anziché cercare di forzare la Sua presenza! Quello non è certo il modo giusto per arrivarci!  

    É possibile entrare nella vera adorazione quando siamo nella calma più completa? Certamente. Non so del tutto spiegare cosa accada, ma sembra che l'uomo/anima si faccia come in disparte e l'uomo/spirito cominci a sorgere dentro di noi - e la prima cosa di cui poi ci rendiamo conto è che lo spirito sta adorando. Vi ritrovate alla Sua presenza, mentre lo Spirito si muove sul vostro essere - intelletto, emozioni e volontà. Anche questa è un'esperienza che si impara. 

 

4.   Fate uno sforzo personale per partecipare e collaborare alla guida dello Spirito - e a come Egli guida chi dirige l'incontro di preghiera.

    Questo punto riguarda principalmente gli incontri di adorazione di gruppo. Se vogliamo aspettarci dei vantaggi, dobbiamo vedere la necessità di contribuire. Dovreste aprire la bocca e cantare, o pregare e lodare, seguendo le indicazioni di chi ha la responsabilità di portare il "gruppo" alla presenza del Signore. Potete trovare altri che battono le mani, che alzano le braccia nella lode o che cantano nello Spirito. Unitevi alla loro gioia e vi ritroverete a rispondere all'atmosfera resa possibile dall'adorazione di gruppo.  

   A questo punto possono affiorare molte scusanti: "Io sono un tipo tranquillo... il Signore sa chi sono e dove abito, se vuole guidarmi in qualche modo... non me la sento... non mi piace!... Voglio solo adorare a modo mio, come al solito..." Non potrebbe darsi che dietro a tali reazioni vi sia una schiavitù verso la tradizione religiosa convenzionale, il timore di cosa gli altri potrebbero pensare di voi, o persino un atteggiamento ipocrita o... addirittura altero e sdegnoso? In vita mia non ho mai conosciuto nessuno che, giunto a capire l'adorazione, non abbia voluto muoversi con lo Spirito nel gruppo in cui si trovava.  

   Ricordate l'ammonizione di Paolo sulla guerra spirituale, in Efesini 6? L'influenza satanica è sempre pronta ad interferire con l'adorazione - sia collettiva sia personale. Gli piacerebbe riportarvi alla mente prove e circostanze che vi abbatterebbero lo spirito, derubandovi così della capacità di adorare. Egli sa bene che "La gioia del Signore è la vostra forza." Sconfiggetelo col suo stesso gioco! Seguite le direttive dello Spirito!  

5.    Imparate a schiacciare il senso di condanna!

   Anche qui entra di nuovo in gioco la guerra spirituale. Il nemico potrebbe apostrofarvi così: "Che fai lì, con le mani alzate, ipocrita? Non ricordi...?" E a questo punto vi attacca con ogni tipo di accusa. Dovete solo dirgli che sapete di essere un furfante... di aver sbagliato... di aver commesso delle mancanze... di esser stati sottoposti a disciplina ... ma che ora, comunque, adorerete. Il sangue di Gesù ci purifica e l'adorazione ci trasforma. Reclamate la vostra eredità e godete i privilegi dei membri della famiglia di Dio!  

6.     Aspettatevi, con qualche sforzo e qualche battaglia, che la lode diventi adorazione!

    Abbiamo frapposto la frase: "con qualche sforzo e qualche battaglia," perché talvolta ci troveremo davanti a un problema: Potrebbero esserci una resistenza o una pesantezza da vincere prima di entrare nell'adorazione e gioirne. Altre volte tuttavia, la lode e l'adorazione sembrano affluire insieme, e incontrerete Dio senza alcuna difficoltà. É lo Spirito Santo a portarci alla presenza di Dio, ma deve avere la nostra collaborazione.  

     L'Uomo N. 1 (corpo ed anima) può sollevare molte ragioni per non voler collaborare: possono esserci barriere fisiche, mentali o emotive da spezzare. Ma è proprio qui che il pregare e il cantare in lingue risulta di enorme aiuto. Lo Spirito Santo verrà ad aiutarvi a vincere la debolezza e le infermità: è uno dei Suoi ministeri. Vuole aiutarvi a spezzare qualunque cosa vi impedisca di entrare nell'adorazione. Dategliene l'opportunità!  

7.     Rendetevi conto che l'adorazione vi permetterà le seguenti cose!

    L'adorazione ci  porterà ad una accresciuta visione delle cose "spirituali". É il pensiero che Paolo espone in 1 Corinzi 12,1, quando dice: "Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio che restiate nell'ignoranza." Il Padre vuole che giungiamo a conoscere e a capire i doni che vuole darci per la formazione e l'edificazione nostra e del Suo corpo.  

    L'adorazione ci porterà ad una illuminazione e ad una rivelazione delle Sue opere, in ogni campo della nostra vita. Dio desidera farci sperimentare questo avanzamento. La Parola di Dio assumerà un significato ed una luce nuova, col risultato di una percezione sempre più chiara della guida di Dio per la vita di ogni giorno.  

    L'adorazione é fonte di forza spirituale, di crescita e di stabilità. Non ho mai conosciuto nessuno che sapesse entrare nell'adorazione e gioirne, e che poi fosse instabile nelle relazioni personali. L'adorazione ha proprio lo scopo di produrre in noi i cambiamenti e gli adattamenti necessari che produrranno quei risultati. Possiamo illudere noi stessi e magari anche gli altri, riguardo alla nostra capacità di adorare, ma se non ne è evidente il frutto nella nostra vita, c'è motivo di metter in dubbio la nostra esperienza, e quindi di verificare se davvero stiamo adorando.  

    L'adorazione e' un'esperienza in continua ascesa. Quando arriverete ad entrare e a gioire di questo dono di Dio, vi ritroverete a cercare ogni occasione per restare soli ed aprirvi alle direttive dello Spirito. Ma cercherete anche le occasioni per unirvi ad altri adoratori nel ministero di lode e di adorazione del corpo.  

    Infine potete, ovviamente, passare l'intera vita nel regno della lode e non entrare mai nell'adorazione secondo le considerazioni espresse in questo libretto. Tuttavia, qui abbiamo attinto alla normale esperienza del Nuovo Testamento di entrare nell'adorazione e gioirne, cosa che il Padre ha pensato di darci e che rispecchia i Suoi desideri per noi. Dio sta ancora cercando chi Lo adori. Ci dà tutti i Suoi doni per arricchire la nostra adorazione, per poter entrare in amicizia con noi ...  riversare su di noi tutti i doni che ha in serbo... ed usarci come canali per benedire gli altri.

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