Ciao a tutti, come promesso tempo fa, posto un piccolo resoconto dopo un anno e mezzo di attività “carnivora” presso l’Orto Botanico di Parma. Ci siamo fatti e ci stiamo facendo un …bip così – gratis – per curare e incrementare la collezione di piante carnivore, partendo da una situazione iniziale praticamente prossima allo zero.
Purtroppo questa istituzione soffre di gravissime carenze gestionali e finanziarie e ciò non agevola di certo il nostro operato, per altro apprezzatissimo dai pochissimi membri del personale che vi lavorano. Per varie vicissitudini questo posto (che tra l’altro è un Orto storico, risalente alla fine del ‘700) ha visto un terribile abbandono negli ultimi anni, considerato quale ramo secco da tagliare dall’Università di Parma che ne è titolare. È rimasto chiuso per alcuni anni, praticamente senza che nessuno curasse le piante, con conseguente perdita di numerosi esemplari per incuria. Finalmente, da circa 2 anni, è nata una associazione cittadina di volontariato, che si è assunta il compito di riaprire l’orto, renderlo fruibile, pulirlo, risistemarlo, curare le piante e incrementare le collezioni, autofinanziandosi e contando un po’ anche sugli scarsissimi fondi che l’Ateneo erogherebbe (il condizionale è sempre d’obbligo). Tra tutti questi volontari ci siamo trovati in quattro (finora) a curare le piante carnivore dell’Orto Botanico, aggiungendo esemplari (acquisti, scambi, donazioni) già adulti o da semi, acquistando materiali, progettando spazi e…affrontando situazioni estreme! Complessivamente è stata messa insieme una discreta collezione che cerchiamo di curare al nostro meglio. Non facciamo per vantarci, ma non credo che molti orti botanici possano vantare una simile varietà di piante carnivore (o insettivore come preferiscono dire i botanici “veri”).
Passato il grosso dell’emergenza iniziale e avendo accumulato una sostanziale mole di esemplari, adesso comincia il difficile compito di rendere organica la collezione. Presto dovremmo ottenere spazio nelle vecchie serre storiche, mentre altri progetti e richieste sembra siano ancora in alto mare, sorpassati da altre “urgenze”. Infatti, purtroppo, i problemi non mancano: dalla mancanza di fondi a piante che schiattano inaspettatamente, il nostro lavoro deve anche battere la testa contro incredibili cavilli burocratici che possono rendere anche biblici i tempi d’attesa per necessità di poca spesa, quali cambiare dei neon, la sistemazione di un timer, ecc… Un altro grande problema, assai comune per tutti, è la carenza di spazio; ebbene si! Persino in un orto botanico di un ettaro!! Nonostante tutto, l’entusiasmo non manca …come non manca il lavoro. Peccato che, come al solito nel mondo accademico, gli interessi dei professoroni sono sempre prioritari; ed ecco che si stanno erogando fondi per il progetto di uno spazio per le piante officinali, arrivato moooolto dopo le nostre richieste, solo perché è la moglie del direttore che…!! Senza nulla togliere alle piante officinali, naturalmente.
Comunque, al momento possiamo disporre di una bellissima miniserra tropicale dove, una volta riusciti a far sostituire i vecchi neon, crescono bene specie lowland, utricularie, ecc… mentre un gigantesco acquario che ci è stato donato, è diventato un terrario aperto per specie highland e intermedie (non parlo solo di neppe). Intanto stiamo già progettando un “Nepentharium” una volta che potremo usufruire delle serre storiche. Abbiamo bisogno con una certa urgenza di una serra fredda dove mettere sarracenie, dionee e altre temperate e di un padiglione per le
Pinguicula, che vorrebbero essere un po’ la punta di diamante della collezione, nonostante il disastro di quest’estate, dovuto sostanzialmente a mancanza di condizioni adeguate; purtroppo entrambi questi progetti vengono sempre messi in coda, perché i pochi fondi disponibili trovano sempre altre “priorità”, nonostante ormai sia più di un anno che ci è stata garantita la loro attuazione. Abbiamo cominciato con un certo successo anche la coltivazione delle acquatiche, felicemente con le
Utricularia, ancora col fiato sospeso per quanto riguarda
Aldrovanda. Infine ci sono ancora altre idee/sogni da sviluppare, quali la realizzazione di una torbiera e di una “Dripping cliff” per pinguicole e darlingtonie, abbarbicate su roccia stillante umidità.
Approfittiamo per ringraziare di cuore tutti i forumisti che ci hanno appoggiato in diversi modi, sia materialmente, donandoci piante e semi, che moralmente. Se poi qualcuno volesse aiutarci ancora, ne saremmo sempre grati, magari in considerazione delle nostre mancanze/necessità (ad es. drosere pigmee ne abbiamo fin troppe; di Heliamphora e Darlingtonia siamo invece molto carenti). Un domani, prima o poi, sarebbe bello organizzare un raduno carnivoro qui a Parma.
questa è la growlist attuale
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10035747&
Un po' di immagini, suvvia
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deronectes at 2011-12-07
Foto di gruppo in serra, intorno alla mirandona. Da sinistra in senso orario Erika, io, Alberto (boss842100), Mattia(@flead@)
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deronectes at 2011-12-07
Particolare degli uppers della mirandona (x le dimensioni confronta con la foto sopra)
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deronectes at 2011-12-07
Pulizia delle sarracenie prima della messa a riposo (io facevo la foto)
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deronectes at 2011-12-07
La serra lowland "dentro la serra"
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deronectes at 2011-12-07
Terrario highland: senza troppe pretese, buone riuscite
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deronectes at 2011-12-07
Vasche da Utri (in quella verde la
gibba e in quella rossa
vulgaris)
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deronectes at 2011-12-07
E per finire il maestoso Gingko tutto d'or, come si vede dalla serra, simbolo dell'orto