Nuove scoperte in Oman confermano la necessità di retrodatare il primo esodo di Homo sapiens dal continente africano rispetto alle stime effettuate sulla base di dati genetici. Non si sa però se quelle popolazioni sopravvissero al drammatico inaridimento della penisola arabica che si verificò con la successiva era glaciale
Finora, facendo affidamento sui dati genetici delle popolazioni attuali e sul loro tasso di divergenza, si riteneva che i primi esseri umani fossero fuoriusciti dall'Africa fra i 70.000 e i 40.000 anni fa. Solo alcuni episodici, recentissimi ritrovamenti avevano messo in dubbio questa conclusione, ma ora la scoperta di alcuni siti archeologici con oltre un centinaio di manufatti litici - amigdale e ciottoli scheggiati - fornisce prove sostanziali della presenza di popolazioni umane nella regione meridionale della penisola arabica in un periodo molto precedente.
I siti, portati alla luce da un gruppo internazionale di archeologi, si trovano in Oman, nella regione di Dhofar e risalirebbero a oltre 100.000 anni fa e i numerosi reperti rinvenuti mostrano un apparentamento con quelli che appartengono al cosiddetto tecnocomplesso del Paleolitico medio nubiano.
"Dopo un decennio di ricerche in Arabia meridionale alla ricerca di qualche indizio che potesse aiutarci a capire la prima espansione umana, finalmente abbiamo trovato la pistola fumante della loro uscita dall'Africa", dice Jeffrey Rose della Università di Birmingham, primo firmatario dell'articolo pubblicato su "PLoS ONE" in cui viene descritta la ricerca. "Ciò che è particolarmente interessante, è che la risposta ottenuta mostra uno scenario che non è stato quasi mai preso in considerazione."
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Cortesia PNAS
Utilizzando una tecnica chiamata luminescenza otticamente stimolata (OSL) per datare uno dei siti in Oman, i ricercatori hanno determinato che gli "artigiani" nubiani sarebbero arrivati in Arabia circa 106 mila anni fa, se non prima. Ancora più sorprendente, è il fatto che tutti i siti "nubiani" sono stati trovati nell'interno, in contrasto con la teoria attualmente accettata secondo
la quale i primi gruppi umani si sarebbero mossi lungo la costa meridionale.
"Ci troviamo di fronte a un esempio di scollamento tra modelli teorici rispetto a prove reali sul terreno", dice Anthony Marks della Southern Methodist University, coautore dell'articolo. "L'ipotesi dell'espansione costiera sembra ragionevole sulla carta, ma non c'è alcuna prova archeologica a suffragarla. La genetica prevedere un'espansione fuori dall'Africa successiva a 70.000 anni fa, eppure quest'anno abbiamo visto la pubblicazione di tre distinte scoperte che provano la presenza dell'uomo in Arabia, migliaia se non decine di migliaia di anni prima di tale data."
I siti "nubiani" in Oman risalgono a un periodo umido della storia climatica dell'Arabia, quando piogge abbondanti su tutta la penisola avevano trasformato i suoi deserti in praterie. "Per un po' - osserva Rose - l'Arabia meridionale è diventata un paradiso verdeggiante ricco di risorse: grossa selvaggina, acqua dolce in abbondanza e selce di alta qualità con cui fare utensili di pietra".
Non ancora padroni delle innovative tecniche di pesca, sembra che questi pionieri si spostassero lungo i corsi d'acqua vivendo prevalentemente di caccia opportunistica. Resta ancora da capire, attraverso ulteriori ricerche archeologiche, se questi pionieri siano riusciti a sopravvivere alle condizioni di estrema aridità che sopravvennero in Arabia nel corso della successiva era glaciale
fonte dati foto :lescienze.it