Maria Luisa Busi

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Rafikik
00sabato 22 maggio 2010 09:09

Maria Luisa ha tutta la mia solidarietà e la mia stima.
Il vero problema è che in un Paese che si ritenga democratico, come dovrebbe essere il nostro, una rivolta popolare di tale portata dovrebbe indurre il direttore a dimettersi (ma forse chiedere che abbia una coscienza è chiedere troppo) o almeno qualcuno dei suoi capi a toglierlo da lì e invece lui rimane ed è la Busi a doversene andare. Questo è deprimente.

L'opinione della gente che è l'unica di cui si dovrebbe tenere conto, subito dopo aver verificato la professionalità, non conta assolutamente nulla. E pensare che se questi decidessero una buona volta di utilizzare il telecomando che hanno in mano in maniera consapevole, probabilmente la feccia che sta agli alti vertici sarebbe spazzata via in pochi minuti. Quelli che stanno in alto hanno tanti vantaggi ma un grosso limite: se qualcuno di quelli sotto si sposta di qualche passo, crollano. A questo dovrebbero pensare i signori Auditel quando pigiano i tasti del loro telecomando.
CorteseAmmiratore
00sabato 22 maggio 2010 12:11
trooooooopo in gamba!!
Rafikik, 22/05/2010 9.09:


Maria Luisa ha tutta la mia solidarietà e la mia stima.
Il vero problema è che in un Paese che si ritenga democratico, come dovrebbe essere il nostro, una rivolta popolare di tale portata dovrebbe indurre il direttore a dimettersi (ma forse chiedere che abbia una coscienza è chiedere troppo) o almeno qualcuno dei suoi capi a toglierlo da lì e invece lui rimane ed è la Busi a doversene andare. Questo è deprimente.

L'opinione della gente che è l'unica di cui si dovrebbe tenere conto, subito dopo aver verificato la professionalità, non conta assolutamente nulla. E pensare che se questi decidessero una buona volta di utilizzare il telecomando che hanno in mano in maniera consapevole, probabilmente la feccia che sta agli alti vertici sarebbe spazzata via in pochi minuti. Quelli che stanno in alto hanno tanti vantaggi ma un grosso limite: se qualcuno di quelli sotto si sposta di qualche passo, crollano. A questo dovrebbero pensare i signori Auditel quando pigiano i tasti del loro telecomando.




trottalemme2
00sabato 22 maggio 2010 18:04
Re:
Rafikik, 22/05/2010 9.09:


Maria Luisa ha tutta la mia solidarietà e la mia stima.
Il vero problema è che in un Paese che si ritenga democratico, come dovrebbe essere il nostro, una rivolta popolare di tale portata dovrebbe indurre il direttore a dimettersi (ma forse chiedere che abbia una coscienza è chiedere troppo) o almeno qualcuno dei suoi capi a toglierlo da lì e invece lui rimane ed è la Busi a doversene andare. Questo è deprimente.

L'opinione della gente che è l'unica di cui si dovrebbe tenere conto, subito dopo aver verificato la professionalità, non conta assolutamente nulla. E pensare che se questi decidessero una buona volta di utilizzare il telecomando che hanno in mano in maniera consapevole, probabilmente la feccia che sta agli alti vertici sarebbe spazzata via in pochi minuti. Quelli che stanno in alto hanno tanti vantaggi ma un grosso limite: se qualcuno di quelli sotto si sposta di qualche passo, crollano. A questo dovrebbero pensare i signori Auditel quando pigiano i tasti del loro telecomando.




Azz... che palle la nostra Fatina!!! [SM=x44604] [SM=x44619] [SM=x44619] [SM=x44619] [SM=x44619]
tgwatcher
00sabato 22 maggio 2010 21:19
Re:
Rafikik, 22/05/2010 9.09:


Maria Luisa ha tutta la mia solidarietà e la mia stima.
Il vero problema è che in un Paese che si ritenga democratico, come dovrebbe essere il nostro, una rivolta popolare di tale portata dovrebbe indurre il direttore a dimettersi (ma forse chiedere che abbia una coscienza è chiedere troppo) o almeno qualcuno dei suoi capi a toglierlo da lì e invece lui rimane ed è la Busi a doversene andare. Questo è deprimente.

L'opinione della gente che è l'unica di cui si dovrebbe tenere conto, subito dopo aver verificato la professionalità, non conta assolutamente nulla. E pensare che se questi decidessero una buona volta di utilizzare il telecomando che hanno in mano in maniera consapevole, probabilmente la feccia che sta agli alti vertici sarebbe spazzata via in pochi minuti. Quelli che stanno in alto hanno tanti vantaggi ma un grosso limite: se qualcuno di quelli sotto si sposta di qualche passo, crollano. A questo dovrebbero pensare i signori Auditel quando pigiano i tasti del loro telecomando.



Quoto. Anche la mia stima e la mia solidarietà per Maria Luisa!
[SM=x44625]

cook1
00domenica 23 maggio 2010 07:41
Bravissima!!!Lei si è una vera giornalista. Scodinzolini vattene!!!! [SM=x44619] [SM=x44604]
Etrusco
00lunedì 24 maggio 2010 09:56
Per la cronaca:

Dopo l’intervista al «Corriere» e le critiche all’ex volto del telegiornale
Minzolini e Busi, nuova lite al Tg1
Il Sindacato dei Giornalisti: "Dal direttore accuse a ruota libera."

La replica: "Ho solo risposto"


NOTIZIE CORRELATE:
Minzolini e la ribelle Busi: «Non mi piace chi dà giudizi usando la mimica facciale»
(23 maggio 2010)


Maria Luisa Busi
(Ansa)

ROMA - Un caso al giorno al Tg1. Ieri sera, quando ormai era buio, il Comitato di redazione della testata, vale a dire i tre rappresentanti sindacali dei giornalisti, hanno preso di mira il direttore Augusto Minzolini. Dice il loro comunicato: «Due giorni fa - in occasione della decisione di Maria Luisa Busi di lasciare la conduzione delle ore 20 - avevamo auspicato per la redazione un momento di riflessione. Ci permettiamo di dire che l’odierna intervista del direttore al Corriere della Sera - per il contenuto e soprattutto per il tono - rischia di riportare la redazione ai momenti peggiori di divisione e frattura».
E più avanti: «La logica del "di qua i buoni, di là i cattivi, di qua i giovani sereni, e di là i vecchi logorati rancorosi" non ha mai giovato ad alcun corpo redazionale.
Men che meno giova buttare benzina sul fuoco"».
Infine, il Comitato di redazione (Alessandra Mancuso, Alessandro Gaeta, Claudio Pistola) ricorda che Maria Luisa Busi, quando fece un’intervista polemica con Minzolini, ricevette dall’azienda un invito a distinguere il suo ruolo di sindacalista (è consigliera della Federazione nazionale della Stampa) da quello di giornalista: «Vorremmo sapere dall’azienda se l’uso di "esternazioni" possa essere consentito invece a un direttore per esprimere giudizi a ruota libera sui dirigenti della stessa azienda e sui giornalisti con cui lavora.
Due pesi e due misure».
[SM=x44463]

Il direttore Minzolini reagisce di getto: «Mi viene da ridere! Il sindacato parla di "momento di riflessione". La Busi ha parlato in tutti i modi, ha attaccato in bacheca una lettera di molte pagine contro di me. Io le ho solo risposto. Non mi è concesso?». Venerdì Maria Luisa Busi aveva affisso la sua lettera: rinunciava a condurre l’edizione delle 20 e parlava della «perdita di credibilità» del Tg1, dell’assenza dal notiziario dei problemi reali del Paese, del dilagare di notizie «leggere».

Minzolini, nell’intervista al Corriere, replicava attaccando: «La Busi accompagna le notizie con la mimica facciale dando giudizi», «La Busi conduceva il Tg da 18 anni», «La Busi sputa nel piatto dove mangia». E confermava la sostituzione della «dimissionaria» con la giovane Laura Chimenti, «che ha velocità e ritmo». Con una battuta, toccava anche il presidente della Rai, Garimberti. Ieri in redazione, nella sede di Saxa Rubra, c’era malumore, soprattutto per i toni secchi del direttore.

Una redattrice, che preferisce non comparire con il nome, sintetizza:
«Qui vorremmo tornare a una situazione normale. Se il direttore dà interviste incendiarie non aiuta!
Se ogni critica è come sputare nel piatto…».

Il Cdr ha discusso a lungo (due membri erano fuori sede) e alla fine ha reso noto il comunicato. La preoccupazione principale riguarda proprio la seconda parte del giornale, quella dell’«alleggerimento», che la Busi ha sintetizzato così: notizie sulle «mutande antiscippo» e sulla «caccia al coccodrillo nel lago». Il clima è nervoso.

Giovedì la Rai dovrebbe presentare il nuovo Piano industriale che prevedrebbe il taglio di 2-300 ore di programmazione l’anno per il Tg1. Subito dopo i giornalisti terranno un’assemblea dove si parlerà anche del Tg formato Minzolini e del caso Busi.

Ieri anche l’Associazione di telespettatori cattolici (Aiart) ha segnalato che «nel Tg delle 13.30, in apertura, sono stati dedicati 7 minuti alla vittoria dell’Inter e ai fatti di cronaca collegati.
Solo a metà telegiornale, e dopo il pastone politico, è stato trasmesso il servizio sull’anniversario della strage di Capaci.
Questo Tg non aiuta i cittadini a distinguere quali sono i valori che dovrebbero essere alla base della civile convivenza di un Paese avanzato.
Questo è un telegiornale senza autorevolezza.

I nuovi conduttori sono sicuramente giornalisti preparati, ma di sicuro Maria Luisa Busi ha lasciato la conduzione perché non condivideva, giustamente, questa linea editoriale».

Fonte: Corriere della Sera - Andrea Garibaldi
24 maggio 2010
Etrusco
00lunedì 24 maggio 2010 12:34
"Mi urlavano 'scodinzolini'." "Non condurrò più questo Tg1"

22 maggio 2010
La lettera con cui Maria Luisa Busi rinuncia ad andare in video


"Ti chiedo
di essere sollevata dalla mansione di conduttrice dell’edizione delle 20 del Tg1, essendosi determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa è per me una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il Tg1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei telespettatori. Come ha detto il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli: “La più grande testata italiana, rinunciando alla sua tradizionale struttura ha visto trasformare insieme con la sua identità, parte dell’ascolto tradizionale”.

UNA VOCE SOLA.
Amo questo giornale, dove lavoro da 21 anni. Perché è un grande giornale. È stato il giornale di Vespa, Frajese, Longhi, Morrione, Fava, Giuntella. Il giornale delle culture diverse, delle idee diverse. Le conteneva tutte, era questa la sua ricchezza. Era il loro giornale, il nostro giornale. Anche dei colleghi che hai rimosso dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che sono stati emarginati. Questo è il giornale che ha sempre parlato a tutto il Paese. Il giornale degli italiani. Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non è mai stato il giornale di una voce sola. Oggi l’informazione del Tg1 è un’informazione parziale e di parte. Dov’è il paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d’Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c’è posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l’onore di un nostro titolo. E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell’Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord-est che si tolgono la vita perché falliti? Dov’è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell’Italia esiste. Ma il Tg1 l’ha eliminata. Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel Tg1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale.

DOV’É L’ITALIA?
L’Italia che vive una drammatica crisi sociale è finita nel binario morto della nostra indifferenza. Schiacciata tra un’informazione di parte – un editoriale sulla giustizia, uno contro i pentiti di mafia, un altro sull’inchiesta di Trani nel quale hai affermato di non essere indagato, smentito dai fatti il giorno dopo e l’infotainment quotidiano: da quante volte occorre lavarsi le mani ogni giorno, alla caccia al coccodrillo nel lago, alle mutande antiscippo. Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale del servizio pubblico della più importante azienda culturale del Paese. Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di più alto profilo e interesse generale. Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore può soltanto levare la propria faccia, a questo punto. Nell’affidamento dei telespettatori è al conduttore che viene ricollegata la notizia. È lui che ricopre primariamente il ruolo di garante del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori.

“SCODINZOLINI”.
I fatti de L’Aquila ne sono stata la prova. Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al grido di vergogna “scodinzolini”, ho capito che quel rapporto di fiducia che ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. È quello che accade quando si privilegia la comunicazione all’informazione, la propaganda alla verifica. Un’ultima annotazione più personale. Ho fatto dell’onestà e della lealtà lo stile della mia vita e della mia professione. Dissentire non è tradire. Non rammento chi lo ha detto recentemente.
Pertanto:
1)
Respingo l’accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche che ho espresso pubblicamente – ricordo che si tratta di un mio diritto oltre che di un dovere essendo una consigliera della Fnsi – le avevo già mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente. Con spirito di leale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la circolazione delle idee e la pluralità delle opinioni costituisca un arricchimento. Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma è palese che non c’è più alcuno spazio per la dialettica democratica al Tg1. Sono i tempi del pensiero unico. Chi non ci sta è fuori, prima o dopo.
2) Respingo l’accusa che mi è stata mossa di sputare nel piatto in cui mangio. Ricordo che la pietanza è quella di un semplice inviato, che chiede semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e onesti. E tengo a precisare di avere sempre rifiutato compensi fuori dalla Rai, lautamente offerti dalle grandi aziende per i volti chiamati a presentare le loro convention, ritenendo che un giornalista del servizio pubblico non debba trarre profitto dal proprio ruolo.
3) Respingo come offensive le affermazioni contenute nella tua lettera dopo l’intervista rilasciata a Repubblica, lettera nella quale hai sollecitato all’azienda un provvedimento disciplinare nei miei confronti: mi hai accusato di “danneggiare il giornale per cui lavoro”, con le mie dichiarazioni sui dati d’ascolto. I dati resi pubblici hanno confermato quelle dichiarazioni.

RISPETTO.
Trovo inoltre paradossale la tua considerazione seguente: “Il Tg1 darà conto delle posizioni delle minoranze ma non stravolgerà i fatti in ossequio a campagne ideologiche”.
Posso dirti che l’unica campagna a cui mi dedico è quella dove trascorro i weekend con la famiglia. Spero tu possa dire altrettanto. Viceversa ho notato come non si sia levata una tua parola contro la violenta campagna diffamatoria che i quotidiani Il Giornale, Libero e il settimanale Panorama – anche utilizzando impropriamente corrispondenza aziendale a me diretta – hanno scatenato nei miei confronti in seguito alle mie critiche alla tua linea editoriale.
Un attacco a orologeria: screditare subito chi dissente per indebolire la valenza delle sue affermazioni. Sono stata definita “tosa ciacolante – ragazza chiacchierona – cronista senza cronaca, editorialista senza editoriali” e via di questo passo. Non è ciò che mi disse il presidente Ciampi consegnandomi il Premio Saint Vincent di giornalismo. A queste vigliaccate risponderà il mio legale.
Ma sappi che non è certo per questo che lascio la conduzione delle 20.
Thomas Bernhard in “Antichi Maestri” scrive decine di volte una parola che amo molto: rispetto. Non di ammirazione viviamo, dice, ma è di rispetto che abbiamo bisogno. Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verità.
Quello che nutro per la storia del Tg1, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il dovere."

Da il Fatto Quotidiano del 22 maggio

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klug
00lunedì 24 maggio 2010 14:16
Notizia fresca fresca:

"Bufera al Tg1, Minzolini: la Busi commenta le notizie con la mimica facciale e sputa nel piatto dove mangia".

Continuano le polemiche dopo la decisione della giornalista di abbandonare la conduzione dell'edizione serale, il cdr insorge e prende le sue difese.

Non ci sono più parole per commentare il comportamento di Minzolini: il direttore dovrebbe sapere che siamo umani e abbiamo tutti dei sentimenti!

Minzolini si vergogni:uno pseudo-professionista come lei dovrebbe stare da un'altra parte!! [SM=x44601] [SM=x44601] [SM=x44601] [SM=x44601] [SM=x44601] [SM=x44601] [SM=x44601] [SM=x44601]
fabdif
00lunedì 24 maggio 2010 15:12
ma avete visto il Tg1?
Aggiungo solo una notazione: con tutto ciò che accade oggi per il mondo ieri il TG1 ha messo come prima notizia la vittoria dell'INTER (seppur gradita in quanto italiano); è davvero vergognoso!
l'acero
00lunedì 24 maggio 2010 15:32
UAU [SM=x44607]
+tag+
00lunedì 24 maggio 2010 16:48
Quel Tg ormai ha la chiara missione scientifica di costruire una realtà parallela e di propinarla agli italiani che, per abitudine, vedono in maggioranza questa testata!

Non può più essere casuale la totale scomparsa di fatti e la dedica di decine di minuti ad argomenti effimeri e stupidi, è una strategia ben precisa!

Il tg1 è stato sempre in mano alla maggiornaza di turno, ma si è sempre distinto per un generale equilibrio.....insomma, non è mai stato così sfacciatamente di parte e senza vergogna alcuna! [SM=x44605]
klug
00lunedì 24 maggio 2010 17:08
Re: ma avete visto il Tg1?
fabdif, 24/05/2010 15.12:

Aggiungo solo una notazione: con tutto ciò che accade oggi per il mondo ieri il TG1 ha messo come prima notizia la vittoria dell'INTER (seppur gradita in quanto italiano); è davvero vergognoso!




Cosa invece non fatta dal tg5...si, io c'ho fatto caso!
Etrusco
00lunedì 24 maggio 2010 18:26
Metterci la faccia
di Silvia Truzzi 23 maggio 2010


Dov’è il paese reale? Se lo domanda Maria Luisa Busi nella lettera in cui ha annunciato l’abbandono della conduzione del Tg1. Si domanda dove sono le donne che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla. “Quelle coi salari peggiori d’Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c’è posto”. E poi commenta: “Devono farsi levare il sangue e morire per avere l’onore di un nostro titolo”. E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? “Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari? E i cassintegrati dell’Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord-est che si tolgono la vita perché falliti?”. Molte domande, una sola risposta: abitano le nostre stesse strade e piazze, ma non si fanno vedere perché danno fastidio.

Chi ha visto la giornalista dopo le dimissioni, ha scritto di sigarette accese una dietro l’altra e occhi lucidi. Il pianto è spesso stupidamente inteso come manifestazione di debolezza. Ma c’è più forza nel gesto della Busi che nell’allegro restare dove si è senza farsi troppe domande. Il commento del direttore Minzolini (“Volevo spostarla al tg delle 13:30, l’avrà saputo”) non è ingeneroso. È un regalo dello specchio: lui se ne sarebbe andato per quello, per evitare una “retrocessione”, non certo perché la coscienza si rivoltava nello stomaco. Tendiamo ad attribuire agli altri – esercizio di superbia e intolleranza – le nostre debolezze. Lo stesso deve aver fatto Maurizio Lupi (PdL) che ha dichiarato: “Fa la vittima per godersi venti minuti di notorietà”. Nemmeno si è reso conto che di popolarità la Busi, dopo 21 anni di telegiornali, forse non ha bisogno. Il paese reale non sta nel Tg1 e nemmeno lo guarda: ha perso quasi un milione e mezzo di spettatori da febbraio a oggi. Perché molti fanno come Milena Gabanelli che ha spiegato: “Non mi piace, semplicemente non lo seguo”. E come lei, evidentemente, tanti altri. Sarà disobbedienza civile anche questa? Nessuno ha pensato che gli editoriali del direttore, il suo uso disinvolto di presunti sinonimi [SM=x44452] (“assoluzione” per “prescrizione” nel caso Mills, non fa mai male ricordarlo) hanno allontanato anche gli abbonati. La lettera della Busi è piena di verità: mentre le cose vanno male, parliamo di danza del ventre, della dieta paleolitica per mantenersi in forma, di come si diventa “cacciatori di fulmini” o maggiordomi. Una professione, quest’ultima, che forse non le piaceva. Ha spiegato le sue ragioni, se n’è andata, ha tolto la sua (bella) faccia, si è presa il solito strascico dei commenti offensivi. Laura Chimenti, 34 anni, da poco approdata all’edizione delle 13:30, la sostituirà: la meno invidiabile delle promozioni.



da Il Fatto Quotidiano del 23 maggio 2010
Giorgio7070
00lunedì 24 maggio 2010 18:55
Re:
+tag+, 24/05/2010 16.48:

Quel Tg ormai ha la chiara missione scientifica di costruire una realtà parallela e di propinarla agli italiani che, per abitudine, vedono in maggioranza questa testata!

Non può più essere casuale la totale scomparsa di fatti e la dedica di decine di minuti ad argomenti effimeri e stupidi, è una strategia ben precisa!

Il tg1 è stato sempre in mano alla maggiornaza di turno, ma si è sempre distinto per un generale equilibrio.....insomma, non è mai stato così sfacciatamente di parte e senza vergogna alcuna! [SM=x44605]



non c'è dubbio, e se queste non sono prove generali di regime...
in anni non lontanissimi un noto e pericoloso sovversivo disse, purtroppo inascoltato: "questa non è la destra è il manganello"
si chiamava Indro Montanelli

torv
00lunedì 24 maggio 2010 21:35
Re: Re: ma avete visto il Tg1?
klug, 5/24/2010 5:08 PM:




Cosa invece non fatta dal tg5... [...]




Beh, non era mica il milan [SM=x44600]
piperitapatty
00martedì 25 maggio 2010 12:46
piena solidarità a fatina [SM=x44619]

sinceramente mi chiedevo come facessero alcuni a metterci ancora la faccia
paperoga62
00mercoledì 26 maggio 2010 00:46
Francamente non capisco tutta la querelle, in qualsiasi azienda ci sono gli avvicendamenti nei vari ruoli e nessuno si scandalizza. Se lavori in Banca ogni 4 o 5 anni di cambian Filiale, se hai ruoli importanti, lei è una vita che è lì e vedere qualche volto nuovo non fa male, poi non l'hanno licenziata, forse fare un po' meno la principessa sul pisello
ginolasalsa
00mercoledì 26 maggio 2010 01:32
grande paperoga, forse provare a capire il motivo di tutta questa "querelle" potrebbe essere utile, provaci, dai!
la questione non è farsi vedere, ma dover parlare di cose idiote quando la realtà è un'altra, il telegiornale dovrebbe informare, non raccontare le barzellette per metà del suo tempo.
Che poi tra ai conduttori piaccia andare in onda non si discute, ma non è questo il punto.
sperminator
00mercoledì 26 maggio 2010 08:07
Re:
paperoga62, 26/05/2010 0.46:

Francamente non capisco tutta la querelle, in qualsiasi azienda ci sono gli avvicendamenti nei vari ruoli e nessuno si scandalizza. Se lavori in Banca ogni 4 o 5 anni di cambian Filiale, se hai ruoli importanti, lei è una vita che è lì e vedere qualche volto nuovo non fa male, poi non l'hanno licenziata, forse fare un po' meno la principessa sul pisello




il problema non e' il cambio fisiologico di una mansione all' interno del posto di lavoro, ma e' il " come " .. il rinunciare alla conduzione vuol dire rinunciare ad un bel po' di soldini, quindi non e' un gesto " tanto cosi' per " .. evidentemente facendo questa rinuncia la busi ha voluto rimarcare il fatto che ormai il tg1, oltre a parlare della vita sessuale degli scoiattoli e della finta caccia ad un inesistente coccodrillo, non si occupa ed occulta notizie ben piu' serie ...
+tag+
00mercoledì 26 maggio 2010 10:24
Re:
paperoga62, 26/05/2010 0.46:

Francamente non capisco tutta la querelle, in qualsiasi azienda ci sono gli avvicendamenti nei vari ruoli e nessuno si scandalizza. Se lavori in Banca ogni 4 o 5 anni di cambian Filiale, se hai ruoli importanti, lei è una vita che è lì e vedere qualche volto nuovo non fa male, poi non l'hanno licenziata, forse fare un po' meno la principessa sul pisello


se, nell'importi il cambio di agenzia bancaria per la quale lavorare, ti motivassero questa scelta dicendoti che devi firmare un comunicato nel quale affermi di approvare tutto ciò che dice e fa il tuo direttore di banca, la consideresti ancora una cosa "normale"???

Scodinzolini ha detto: "qui si fa così e si dice questo e questo, chi ci sta?"
Guarda caso, quelli che non sono stati d'accordo sono proprio coloro che ora sono spariti dalla conduzione, mentre i vari lacchè stanno emergendo........cos'è "normale" avvicendamento o vessazione e presa per il culo????

Per piacere, la cosa è indifendibile!!
Certo, ormai ci siamo assuefatti a tutto, cosa vuoi che sia questo??

E via, avanti tutta verso ulteriori esagerazioni vessatorie.....prossimamente, la prova di conduzione di un tg consisterà nel saper stare 5gg sui ceci in ginocchio col cilicio e il rosario in mano.......l'ultimo che crolla avrà l'edizione delle 20!! [SM=x44605]
+tag+
00mercoledì 26 maggio 2010 10:25
Re: Re:
Etrusco
00mercoledì 26 maggio 2010 11:56
Re: Re:
sperminator, 26/05/2010 8.07:


il problema non e' il cambio fisiologico di una mansione all' interno del posto di lavoro, ma e' il " come " .. il rinunciare alla conduzione vuol dire rinunciare ad un bel po' di soldini, quindi non e' un gesto " tanto cosi' per " .. evidentemente facendo questa rinuncia la busi ha voluto rimarcare il fatto che ormai il tg1, oltre a parlare della vita sessuale degli scoiattoli e della finta caccia ad un inesistente coccodrillo, non si occupa ed occulta notizie ben piu' serie ...




[SM=x44604] [SM=x44610]

+tag+, 26/05/2010 10.24:


se, nel...cambio di agenzia bancaria per la quale lavorare, ti motivassero questa scelta dicendoti che devi firmare un comunicato nel quale affermi di approvare tutto ciò che dice e fa il tuo direttore di banca, la consideresti ancora una cosa "normale"???

Scodinzolini ha detto: "qui si fa così e si dice questo e questo, chi ci sta?"
Guarda caso, quelli che non sono stati d'accordo sono proprio coloro che ora sono spariti
dalla conduzione, mentre i vari lacchè stanno emergendo........cos'è "normale" avvicendamento o vessazione e presa per il culo????

Per piacere, la cosa è indifendibile!!

Certo, ormai ci siamo assuefatti a tutto, cosa vuoi che sia questo??

E via, avanti tutta verso ulteriori esagerazioni vessatorie.....prossimamente, la prova di conduzione di un tg consisterà nel saper stare 5gg sui ceci in ginocchio col cilicio e il rosario in mano.......l'ultimo che crolla avrà l'edizione delle 20!! [SM=x44605]



Quoto [SM=x44603]
G91T
00mercoledì 26 maggio 2010 13:29
Grazie Maria Luisa per questo atto di coraggio e onestà, ce ne fossero tanti come te.... quello spregevole individuo che si crede direttore dovrebbe vergognarsi
l'acero
00mercoledì 26 maggio 2010 16:26
La lettera di Silvia Resta (La7) a Maria Luisa Busi
Da l'Antefatto il blog de Il Fatto Quotidiano

antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2491386&yy=2010&mm=05&dd=25&title=la_lettera_di_silvia_r...



Cara Maria Luisa,

ti scrivo in questa forma perché non sarebbe bastato un sms o una telefonata lampo per esprimere le emozioni e i ragionamenti che mi hanno provocato la tua lettera- chiamiamola così- di dimissioni da conduttrice del principale telegiornale d´Italia. E soprattutto non sarebbe bastato un sms per esprimerti quel senso di "sorellanza" che ho provato, un sentimento che esce dalla sfera privata per diventare pubblico. Non credo ti sia stato facile meditare quella decisione di lasciare. Penso alle notti che non avrai dormito, ai mal di pancia, ai pensieri e ai malumori. Al senso di ingiustizia e di rabbia. Penso a tutte le insidie e ai rischi che adesso hai davanti, al senso di solitudine che nonostante gli attestati di solidarietà e di stima, magari ti prende. O ti prenderà. Penso ai colleghi che ti parleranno alle spalle (succede) alle vipere che sparleranno di te e dei tuoi tempi passati in sala trucco (è già successo). Voglio dirti: coraggio. Voglio dirti: brava.

Brava perché sei brava. Ti ho sempre considerato una numero uno tra i volti dei tg. Una conduzione elegante ma asciutta, semplice, moderna, sobria. Onesta. Ma soprattutto competente. Non da semplice lettrice di "gobbi". Un volto che "buca" (si dice nel nostro gergo) come pochi; che piace a tutti. Una risorsa che la Rai dovrebbe valorizzare, non certo perdere - mi dico, ragionando col metro delle leggi di mercato. Ma da tempo quel metro non si usa più. Altri sistemi di misura hanno preso il suo posto. Quello che mi ha colpito della tua lettera è la radiografia che hai fatto, con parole semplici e chiare, dello stato dell´ informazione televisiva nel nostro paese. Una rappresentazione della realtà deformata, manipolata, oscurata. Sostituita da qualcosa che comincia a somigliare ad un reality.

Mi ha colpito che nonostante non ci sentissimo da tempo, le tue considerazioni, le tue inquietudini, sono uguali alle mie, e a quelle di tanti altri colleghi che negli anni hanno visto svuotarsi di inchieste e di fatti gli spazi nobili dell´ informazione tv. Ma soprattutto sono le considerazioni che fanno milioni di cittadini, stufi di vedere nascoste le loro "realtà". Parlo di tutto il sistema televisivo, con rare eccezioni.

Non si racconta più il paese vero, quello della crisi che morde, quello dei pendolari che perdono ore sui treni ammassati come acciughe, quello delle scuole a pezzi, quello che frana. Non si raccontano le truffe e gli abusivismi, non si raccontano le facce della corruzione, la mafia, le mafie; le grandi inchieste sul Palazzo che in un paese "normale" avrebbero tenuto occupati per mesi cronisti e reporter.

Tu dici: non c´è più l´Italia vera. Aggiungerei: e nemmeno il mondo...Hai notato che, finita l´era Bush, anche le corrispondenze dagli Stati Uniti sono diventate quasi merce rara? Ti ricordi quando ogni giorno c´era un pezzo sul cane del Presidente americano, e da quando è arrivato Obama...giusto il minimo. Comunque... Abbiamo iniziato quasi insieme il nostro percorso giornalistico. Ricordo gli esami e il seminario di Urbino. 1989. C´era Roberto Morrione, capo cronista del tg1, che insegnava che la notizia la devi inseguire, la devi "cacciare", e non devi mollare, a costo di starci sopra per mesi. E raccontava della storia di Ustica, un´ inchiesta a cui il suo tg1 si era dedicato lavorando per mesi in apnea, in sommersione, e portando poi risultati importanti: scoop. Sono passati anni luce, un pezzo di storia.

Il paese è cambiato, e l´informazione del "sistema televisivo" sembra essere regredita ad un´ era di oblio. Sembra come rispondere ad una regia unica, monocratica, che l´ha spinta a diventare una sorta di fabbrica del falso. E allora giù, a pioggia, i pezzi cosiddetti di alleggerimento. La ricetta per fare il cappuccino era una titolo recente di un tg, il giorno in cui mancava quello sulle intercettazioni. E i servizi sulle scarpe di pitone col tacco alto trenta centimetri. Il reportage fisso dall´ inviato nello chalet di montagna, le file agli ski lift, i regali all´ ultima moda: la chiavetta del computer coperta di diamanti. E per le mamme a cui mancano gli asili: c´è l´i- pod per le pance in attesa e il film durante il parto. Ah, mbè... Ho visto un titolo e un servizio sulla nuove tendenze degli occhiali da vista: "Se li mette anche chi ci vede bene, per essere alla moda", recitava una tua collega. Mah! E lo psicologo per i cani, e la caccia al coccodrillo. E un servizio sui maggiordomi; un altro sull´ arte di apparecchiare la tavola. Coltello a destra, forchetta a sinistra e così sia.

Basta. Hai fatto bene a dire basta. Mi colpisce la crudezza del tuo direttore, che in un´ intervista al Corriere della Sera enumera, quasi con un certo disprezzo, i servizi da te realizzati: come se il tuo ruolo non fosse quello della conduzione. Mi colpisce, nelle parole del direttore, la freddezza, il trattare i giornalisti come numeri: "dopo venti anni di conduzione, è ora di cambiare". Mi stranisce poi quando parla della mimica facciale, con cui tu avresti esagerato... ma allora, mettiamoci i robot in conduzione, che è meglio! Mi dispiace, sono una all´ antica. Penso ancora che la redazione sia una squadra e che il direttore ne sia l´allenatore. E come tale dovrebbe voler bene ai suoi giocatori. Dovrebbe saperli e volerli ascoltare. Valorizzare. Utilizzare al meglio. Far parlare tutte le voci. E invece no. Giorni fa ho letto su"Il Fatto", un articolo di Massimo Fini a proposito di un sit-in di protesta davanti alla Rai di Viale Mazzini.

Durante questa manifestazione contro la falsa notizia della assoluzione nel processo Mills, raccontava Fini, erano stati spaccati alcuni televisori. Armati di martelli, i contestatori avevano fatto a pezzi una decina di apparecchi tv. Perché in sostanza, era il senso del pezzo, la tv è l´oppio dei popoli. La cosa proprio non mi è piaciuta. Mi ha fatto male. Mi ha evocato il luddismo dei tempi della rivoluzione industriale, i roghi dei libri durante il nazismo. No, per favore. Non prendetevela con la televisione. La televisione è un mezzo straordinario, capace di farci assistere ad un evento in diretta, e di farcelo vedere meglio che se fossimo lì. E´ la finestra in più dentro casa, un tappeto volante che ci può portare ovunque nel mondo. Quando ancora era in bianco e nero, ha alfabetizzato e unito questo paese. La televisione è nata per informare facendo VEDERE. Inchieste, documentari, reportage, presa diretta, cronaca. Se poi è stata trasformata in salottificio sempre più trash, in una fiction continua che produce dis-cultura, in un megafono del potere, in un mezzo che oscura piuttosto che far vedere, non è colpa sua.

E´come un frullatore: se dentro ci metti latte e fragole viene un frappè di fragola, se ci metti la m......Sono anni e anni che tu ed io (con ruoli e in spazi diversi) lavoriamo in televisione. E non possiamo che amarla. Così come amiamo questo paese, che per lavoro magari giriamo in lungo e in largo e che scopriamo sempre più saccheggiato, impoverito, triste. Eppure oggi rischi che se fai un servizio onesto, se fotografi certe realtà magari sconquassate; se parli di mafia o di camorra, ti dicono che sei "anti- italiano", o "militante". Paradossi. Cara Maria Luisa, ho visto e rivisto più volte il filmato delle contestazioni dell´ Aquila, che "va a ruba" su You Tube. Quando a te e alla tua troupe i terremotati hanno gridato "Scodinzolini".

Ho osservato la tua reazione: elegante, composta, anche se leggermente imbarazzata. Certo, l´imbarazzo c´era. Ma devo dire che sei stata una signora giornalista: hai saputo mantenere la calma, il controllo della situazione, rispettando in pieno le regole del tuo mestiere e contemporaneamente la tua azienda, azienda del servizio pubblico. E mi è dispiaciuto leggere che alcuni dei tuoi colleghi avevano preso male le tue osservazioni, come critiche al loro singolo lavoro. Io ti ho capita. Ho capito che quando parlavi del cattivo racconto del terremoto fatto in tv non parlavi dei singoli pezzi (magari certamente fatti bene), ma dell´ intero contenitore in cui questi servizi andavano a finire. Di quel "tutto va ben madama la marchesa" che il quadro complessivo tendeva forzatamente, falsamente a rappresentare. Del fatto che oggi per vedere la realtà nuda e cruda del dopo terremoto la gente debba andare al cinema. Maria Luisa, brava. Hai fatto un gesto di dignità e di coraggio.

Coraggio di donna. Fregatene dei critici, dei maligni, dei cattivi, dei detrattori, degli invidiosi e delle invidiose, delle smorfiose, di chi ti dirà che lo hai fatto per farti pubblicità, di chi ti dirà che te la tiri, di chi ha i santi protettori e ogni giorno gli telefona. Non ti amareggiare e non ti scoraggiare. Non mollare. Rimani umile. Coraggiosa, ma umile. Al servizio dei cittadini. Sappi che tanti, ma davvero tanti, ti vogliono bene. Siamo giornalisti e viviamo un momento difficile. Chi ha il senso etico di questo mestiere non può che essere smarrito e incazzato. Di fronte a questa legge sulle intercettazioni, un attacco al cuore del nostro diritto dovere di cronaca, dovremmo essere tutti uniti, compatti e battaglieri nel respingerla al mittente. Ma molti si sono seduti, altri forse sono stati sedotti dalle comodità del "nuovo giornalismo". E la nostra risposta è ancora troppo debole. Tu sei brava, e forse come me sei un po´ all´ antica. Allora stai serena. Continua a fare con onestà il tuo lavoro, quello che ti faranno fare. E soprattutto, non portare a casa il tuo malessere. Aspetta che passi. The time it´s on our side cantava Mike Jagger. Non ci resta che aspettare. Perché, lo sappiamo: un´ altra televisione è possibile.

Da collega a collega,

Silvia Resta
sperminator
00mercoledì 26 maggio 2010 17:19
bellissima lettera di silvia resta [SM=x44604] [SM=x44619]
+tag+
00mercoledì 26 maggio 2010 17:46
Bellissima davvero!! [SM=x44618]

Testimonianze di veri giornalisti che danno speranza!

Complimenti alla Resta! [SM=x44604]
Giorgio7070
00mercoledì 26 maggio 2010 18:08
grazie, con la speranza tanti altri seguano il suo esempio
sanmiguel
00giovedì 27 maggio 2010 00:18
che tristezza queste storie italiane! poveri noi.... eppure tutti lo votono e queste sono le conseguenze!.....poveri noi..mi sa che ha più di qualcuno piace [SM=x44630] [SM=x44630] ... [SM=x44640] [SM=x44640] [SM=x44615] [SM=x44615]
Etrusco
00giovedì 27 maggio 2010 13:35
Re:
+tag+, 26/05/2010 17.46:

Bellissima davvero!! [SM=x44618]

Testimonianze di veri giornalisti che danno speranza!

Complimenti alla Resta! [SM=x44604]




Altro che! Con queste parole Silvia Resta porta l'ottimismo della primavera. [SM=x44604]
Fa piacere vedere una manifestazione pubblica d'affetto e di solidarietà di tanto spessore con M.L.Busi, [SM=x44620]
ma credo che anche in Rai siano tanti i professionisti che desidererebbero fare altrettanto, ma non osano per paura delle possibili ritorsioni. [SM=x44640]
scorpione59
00sabato 3 luglio 2010 22:29
Buone notizie, da La Stampa di ieri 02/07
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