Italo Santelli nacque a Carrodano (La Spezia) il 15 agosto 1866.
Nel maggio del 1896 venne invitato a Budapest in vista delle celebrazioni per il millenario della nascita della nazione ungherese, che prevedevano anche gare di scherma. A queste parteciparono 232 schermitori di molti Paesi; gli italiani, oltre a Santelli, erano Giuseppe Nadi, Federico Giroldini, Luigi Barbasetti, Cino Cené, Francesco Galli, Emilio Bosdi, Marco Piacenti ed Eduardo Calabresi. Il 22 maggio Santelli vinse il torneo dei maestri di sciabola, davanti all’ungherese Báró Bothmer Jenö, al tedesco Amon Greguritch, all’italiano Nadi e a un altro ungherese, Halász Zsiga; la sua abilità gli valse l’appellativo di ‘esplosivo Santelli’. Grazie a questa vittoria, venne ingaggiato come maestro di scherma presso il Magyar atlétikai club (Club atletico ungherese) di Budapest; cominciò la sua attività il 7 settembre 1896, con il compito di insegnare la nuova arte della sciabola di scuola italiana.
Santelli portò in Ungheria le innovazioni di Radaelli, snellendo l’arma – nello spessore della lama e dell’impugnatura –, così da renderne più agile il maneggio sia in attacco sia in difesa, e vi unì un nuovo linguaggio tecnico, più preciso e chiaro di quello magiaro in voga fino ad allora, e che è tuttora in uso.
Nel 1900 partecipò alle Olimpiadi di Parigi, dove – nella categoria professori – fu settimo nel fioretto (ottenendo un premio di 400 franchi) e secondo nella sciabola (con un premio di 800 franchi). Queste vittorie gli fornirono la fama e il denaro necessari per creare la Salle Santelli, che divenne leggendaria per gli ottimi risultati sportivi dei suoi allievi. I successi degli ungheresi nella disciplina della sciabola divennero proverbiali, poiché questi ottennero la medaglia d’oro in tutte le Olimpiadi cui parteciparono tra il 1908 (Londra, con Jenö Fuchs) e il 1964 (Tokyo, con Tibor Pésza).
Malgrado l’indole mansueta, anche Santelli non scampò alla perversa usanza del duello. Durante le Olimpiadi del 1924 (Parigi), lo schermitore italiano Oreste Puliti – in seguito a un contrasto sorto in occasione delle prove di fioretto a squadre – proferì minacce nella propria lingua nei confronti di un giurato, l’ungherese György Kovács; questi ne chiese la traduzione a Santelli, lì presente, e di conseguenza la squadra italiana venne espulsa. La successiva polemica giornalistica che si svolse in Italia fu portata avanti principalmente da Adolfo Cotronei, vicedirettore della Gazzetta dello sport, il quale imputò la colpa dell’accaduto soprattutto a Santelli, e chiese l’esilio perpetuo dall’Italia per questo ‘italo’ che ribattezzò ‘ungaro’, perché aveva testimoniato contro un altro italiano. Durante una sua visita a Torino, Santelli venne addirittura schiaffeggiato in segno di sfida dal maestro Luigi Colombetti; ma una volta chiarita la faccenda i due si riconciliarono. Tuttavia il lavorio diffamatorio di Cotronei continuò e si optò per risolvere la cosa con un duello. In base al codice cavalleresco, Italo diede mandato al figlio Giorgio di rappresentarlo. Furono inviati i padrini a Cotronei e si stabilì per il 28 agosto un duello alla sciabola nella sala Stephani del teatro della cittadina istriana di Abbazia (odierna Opatija, in Croazia); le punte delle armi vennero arrotondate per volere di Santelli. Al terzo assalto Cotronei fu colpito di ‘finta e cavazione’ sopra l’occhio destro e Santelli sotto la clavicola. Il duello venne sospeso, ma i due non si riconciliarono.
Italo Santelli (a sinistra) con Jean-Baptiste Mimiague. La foto fu presa dalla rivista LIFE in occasione dei giochi olimpici del 1900
[Modificato da Pipallo 02/01/2023 13:55]