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Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
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Empoli-Milan 1-4. Doppietta di Lapadula, Suso gol. E la Juve è a -4

Apre dopo 15' un gol del centravanti, pari dell'ex Saponara.
Nella ripresa a segno lo spagnolo, autogol di Costa e bis dell'ex Pescara.
I rossoneri consolidano il secondo posto


Secondi per una notte. Il Milan batte l’Empoli per 4 a 1 al Castellani e si porta (momentaneamente) a quattro punti dalla Juventus. Grande protagonista della serata è stato Gianluca Lapadula, autore di una doppietta (è lui ad aprire e a chiudere il punteggio), insieme a Suso con un gol (il secondo dei rossoneri) e un assist. Inutile la rete dell'ex firmata da Saponara per il momentaneo 1-1, la terza marcatura dei rossoneri è un autogol di Costa.

LE SCELTE — Montella aveva scelto un tridente inedito, con Bonaventura al fianco di Lapadula a sinistra e l’insostituibile Suso a completare. Bacca era rimasto fuori per infortunio (e ne ha approfittato per andare a Siviglia), Niang per scelta tecnica. Nell’Empoli ancora panchina per il grande ex, Gilardino, e attacco affidato a Marilungo al fianco di Maccarone, sostenuti da Saponara. Pucciarelli out per un risentimento muscolare.

TUTTO IN 20' — Pronti via e comanda l’Empoli. Succede tantissimo nei primi dieci: Dopo appena centoventi secondi occasionissima dell'Empoli con Maccarone che, approfittando di un disimpegno condiviso tra Donnarumma e De Sciglio, sbaglia a pochi metri dalla porta. La risposta rossonera non tarda e arriva subito, due minuti dopo con Lapadula servito in profondità da Mati Fernandez: Skorupski risponde presente. Al 6' ancora Empoli in attacco, stavolta è Saponara a centrare la porta ma anche i guantoni di Donnarumma. Quando arriviamo al nono, Maccarone ha un invito interessante da Pasqual ma il suo colpo di testa muore sopra la traversa. Non comincia bene la serata del Milan: ci si mette anche la sfortuna, con Montella che al 10' perde Mati infortunato ed è costretto a giocarsi subito il primo cambio. Al suo posto entra Kucka. Ma il destino sembra metterci lo zampino perché, cinque minuti dopo, è proprio Kucka ad avviare l’azione che porta al vantaggio milanista: palla sradicata a Diousse, apertura per Suso che mette in mezzo per Lapadula, diagonale di destro preciso e decisivo. Milan ed Empoli corrono a cento all'ora, ritmi forsennati, partita molto divertente. Così non sorprende che, appena tre minuti dopo, l'Empoli trovi la giocata che riconduce il match in equilibrio: Marilungo crossa dalla destra, Donnarumma appoggia sui piedi di Saponara, che infila da fuori area a porta vuota.

BONAVENTURA SUONA LA CARICA — In venti minuti è successo di tutto, ma non è certo finita qui. Il meglio deve ancora arrivare. Al 22’ l'Empoli approfitta di un'altra indecisione difensiva dei rossoneri (stavolta matita rossa su Locatelli) e si lancia in contropiede ma un pallonetto di Maccarone non centra la porta. Per il Milan a farsi rivedere in avanti è Abate, con una conclusione deviata in angolo. Ma è ancora Empoli pericolosissimo: Saponara al volo non inquadra davanti a Donnarumma. Al Milan non resta che affidarsi ai calci piazzati e infatti, prima dell'intervallo, Skorupski salva sulla punizione di Bonaventura.


POKER — L’inizio della ripresa si apre ancora con l’Empoli a caccia del raddoppio: il primo tiro in porta (centrale) è di Maccarone. La replica rossonera è affidata a Pasalic, alla seconda da titolare e autore di una prova non esaltante. Al 16’ però passa di nuovo il Milan ed è ancora Lapadula ad avviare l’azione del gol: apertura a destra per Abate che mette in mezzo per Suso e solito sinistro dello spagnolo per riportare il Milan avanti. E, come nel primo tempo, succede di nuovo tutto in pochi minuti: su azione personale Bonaventura trova la deviazione di Costa per il 3 a 1 del Milan. Ed è ancora Suso a servire di nuovo Lapadula per il definitivo poker rossonero: stavolta l’ex Pescara segna di sinistro. Così il Milan può continuare a sognare.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 26/11/2016 23:25]
26/11/2016 23:24
 
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Palermo-Lazio 0-1. Milinkovic decide la sfida del Barbera

Settima sconfitta di fila per i siciliani: a rischio la panchina di De Zerbi.
Traversa di Immobile sullo 0-0, poi ad Inzaghi basta un lampo del serbo per fare il pieno.
Espulso Gonzalez


La Lazio continua a sognare, il Palermo sprofonda all'inferno. Il lunch-match conferma il buon momento dei biancocelesti che si presentano al derby di domenica con il nono risultato utile consecutivo, terzo successo in trasferta della stagione. A Inzaghi basta il gol di Milinkovic alla mezzora per portare a casa tre punti meritati e, forse, sudati anche più del lecito, considerando le numerose occasioni avute (e non sfruttate) per mettere al sicuro il risultato. Per il Palermo, uscito tra i fischi del Barbera, arriva la settima sconfitta consecutiva, record negativo per i rosanero. La posizione di De Zerbi è sempre più a rischio. A preoccupare, più che i risultati negativi, è però la pochezza di idee della squadra siciliana.

LA SBLOCCA MILINKOVIC — De Zerbi si copre nel tentativo di imbrigliare la Lazio, specie sulle fasce dove con Keita e Anderson la squadra di Inzaghi solitamente dà il meglio di sé. Il tecnico palermitano mette in campo la sua formazione con un 3-5-1-1 che in fase di non possesso diventa un abbottonassimo 5-4-1. Per metà tempo la strategia paga, perché la Lazio, pur provando a fare la partita, non riesce a trovare sbocchi. Poi, però, un po' alla volta la manovra degli ospiti decolla proprio lì dove De Zerbi aveva pensato di chiuderla a chiave, cioè sulle corsie esterne. La prima avvisaglia è la traversa che Immobile colpisce al 21' (cross di Lulic). Il gol del vantaggio laziale arriva dieci minuti dopo grazie a Milinkovic che gira in rete un cross basso di Basta, a sua volta imbeccato da un'invenzione di Anderson. Il Palermo a quel punto molla gli ormeggi e si si fa pure minaccioso nell'area avversaria in un paio di circostanze con Nestorovski, ma sono più impeti momentanei che non una vera e propria reazione. La Lazio, viceversa, trovando maggiori spazi, si rende ancora più pericolosa e ha tre buone opportunità per raddoppiare. Ma prima Basta, poi Immobile, quindi Radu non riescono ad inquadrare la porta. E così si va al riposo con gli ospiti in vantaggio per 1-0.


ANDAMENTO LENTO — Sarà anche il risultato finale perché la ripresa, pur correndo via non senza emozioni, è una sorta di vorrei ma non posso da parte di entrambe le squadre. Il Palermo prova a organizzare qualcosa di concreto per arrivare all'1-1, ma a parte qualche mischia in area non produce. E anche la Lazio non chiude la partita come pure potrebbe tenendo così in bilico il risultato fino alla fine nonostante la superiore cifra tecnica. A confezionare il 2-0 ci provano Parolo (due volte), Keita e Immobile, ma senza successo. E così con il passare dei minuti prevale nei biancocelesti l'istinto di conservare l'1-0. Inzaghi capisce l'antifona e blinda la squadra con gli ingressi di Lukaku, Djordjevic e Lombardi. Quest'ultimo, lanciato a rete, costringe Gonzalez al fallo da ultimo uomo che lascia il Palermo in dieci negli ultimi 5 minuti. I cambi di De Zerbi erano arrivati prima: Quaison per Diamanti e Lo Faso per Goldaniga (più che Bouy per Henrique) dovrebbero dare quel cambio di passo che però non arriva mai.

Stefano Cieri

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/11/2016 18:23
 
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Bologna-Atalanta 0-2.
Masiello e Kurtic regalano il terzo posto a Gasperini

Sesta vittoria consecutiva e totale dominio nella gara contro la squadra di Donadoni.
In attesa di Roma-Pescara di stasera...


Imponendosi 2-0 a Bologna, l'Atalanta centra il record di sei vittorie consecutive (8 nelle ultime 9 gare), portando il proprio bottino in 14 gare a 28 punti. Cifre da capogiro, che proiettano la squadra di Gasperini al terzo posto, insieme alla Lazio e in attesa del verdetto di Roma-Pescara, posticipo della giornata. Solo Juve e Milan finora hanno fatto meglio dei bergamaschi.


LA GARA — Ancora una vittoria pesante, dunque, per una sempre più sorprendente Atalanta. La squadra di Gasperini supera per 2-0 il Bologna e resta in zona Champions. Decisive le reti di Masiello e Kurtic. Il primo assalto è della formazione di Donadoni con una maldestra conclusione da fuori area di Taider. Una fiammata. E’ l’Atalanta a prendere subito il pallino del gioco. Al 13’ un perfetto lancio di Gomez libera Conti davanti a Mirante: il tocco dell’esterno finisce sopra la traversa. La squadra di Gasperini insiste. E al 15’ sblocca il risultato. Il solito Gomez pesca Masiello che di destro al volo fa secco il portiere del Bologna. Un gran gol. I padroni di casa non riescono a reagire. E’ ancora l’Atalanta a creare pericoli. Al 17’ è Kurtic ad arrivare un po’ sbilanciato su un altro cross di Gomez. La palla finisce sul fondo. I ragazzi di Gasperini tirano il fiato dopo un avvio a cento all’ora. E, piano piano, viene fuori il Bologna. Al 21’ l’arbitro Mariani concede una punizione ai padroni di casa. Splendida l’esecuzione di Viviani che centra in pieno la traversa. Con Sportiello battuto.


OCCASIONI — La partita va avanti a buon ritmo. L’Atalanta prova a fare un po’ di possesso palla trovando una sponda preziosa nel solito Gomez. L’attaccante prova anche la soluzione personale. Ma una sua conclusione dal limite termina di poco a lato. I minuti finali del primo tempo ripropongono la formazione di Donadoni in avanti, alla ricerca del pareggio ma Destro fatica a trovare spazi negli ultimi venti metri. Donadoni prova a cambiare qualcosa nell’intervallo inserendo una punta, Floccari, al posto di un generoso ma poco incisivo Rizzo. Ma è ancora l’Atalanta a rendersi subito pericolosa. Incursione profonda di Kurtic che trova libero all’altezza del dischetto Petagna: la conclusione del centravanti vola via alta. Al 6’, invece, un contropiede ben sviluppato della squadra di Gasperini libera al tiro Gomez. Anche in questo caso, però, la conclusione è fuori misura. Il Bologna fatica a prendere l’iniziativa. Ma non è facile mettere in difficoltà un’Atalanta solida e bene organizzata.


RADDOPPIO — E infatti al 23’ i bergamaschi raddoppiano. Angolo di Gomez e girata vincente di testa di un Kurtic che brucia sul tempo la difesa avversaria. Un 2 a 0 pesante. Meritato. L’Atalanta non si accontenta. Continua a tenere palla grazie a un centrocampo sempre pronto presente. Donadoni si gioca anche la carta Okwonkwo, un giovane esterno offensivo. Ma il Bologna fatica a costruire azioni importanti. Troppo lento lo sviluppo della manovra nella metà campo avversaria. Cerca invece il terzo gol l’Atalanta con un potente destro da fuori area di Petagna. Al 3’ finalmente il Bologna arriva al tiro ma la conclusione rasoterra di Dzemaili è bloccata senza problemi da Sportiello. L’Atalanta chiude controllando la gara e concedendo qualche minuto anche a D’Alessandro e Freuler. Per il Bologna un brutto passo falso casalingo.

Luca Calamai

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/11/2016 18:30
 
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Cagliari-Udinese 2-1.
Fofana risponde al rigore di Farias.
Magia di Isla per Sau

Apre il brasiliano con il suo primo gol dal dischetto in A.
I friulani accorciano le distanze al 6' della ripresa poi il tacco di Sau regala la quinta vittoria casalinga ai rossoblù



Il Cagliari in emergenza (8 assenti tra infortunati e squalificati) esce dalla crisi dopo le due sconfitte di fila. Lo fa con un gioiello di Sau e battendo un’Udinese a due facce: male nel primo tempo, più reattiva nel secondo. Per la partita della svolta, Rastelli deve portare 6 Primavera in panchina (tra questi, il centrocampista Biancu che poche ore prima della partita ha firmato il suo primo contratto da professionista) e punta sulla coppia Sau-Borriello. Delneri conferma il 4-3-3 ma inizia con Matos al posto di De Paul. Tutto bloccato per 45 minuti: è il Cagliari a fare la partita approfittando dell’atteggiamento rinunciatario dell’Udinese (anomalia per una squadra di Delneri) e impostando un prolungato ma abbastanza sterile possesso palla. Di Gennaro è schierato davanti alla difesa ma non incide, tanto che dopo la mezz’ora Rastelli lo sposta a destra mettendo al suo posto Padoin. Dopo l’occasione iniziale di Fofana su passaggio di Thereau, la partita vive di un annoiato equilibrio quando al minuto 35 Farias, fin lì abbastanza anonimo, firma la giocata da trequartista di classe: cerca e trova il triangolo con Borriello, entra in area, prova a saltare Karnezis che lo stende. Giallo per il portiere e giusto rigore: il brasiliano non sbaglia. Solo ora, e con colpevole ritardo, l’Udinese ha una reazione: al 40' Storari salva di piede su Widmer. Un minuto dopo è Farias a sciupare un ottimo contropiede innescato da Barella.

CHE TACCO! — Il secondo tempo comincia come era finito il primo: con un erroraccio di Farias che, liberato da una sponda di Borriello, sciupa solo davanti a Karnezis. E, puntuale, arriva la punizione: da Matos a Thereau che sparacchia, Alves s’immola e respinge, Fofana raccoglie da fuori area e tira: Storari, coperto, si butta tardi e non ci arriva. Il pareggio rianima l’Udinese che trova forze inaspettate. È il momento più bello e più anarchico della partita. E al minuto 12' ecco la perla rosa: da Barella a Isla che da destra lascia partire un cross. La difesa bianconera si fa tagliare fuori, arriva Sau che s'inventa uno splendido colpo di tacco. Sarà il gol della vittoria. Delneri cambia l’attacco, toglie Zapata e mette Perica e Peñaranda: l’Udinese si butta sotto con rabbia ma poca lucidità e nel finale sfiora il pari con lo stesso Peñaranda. Storari è bravissimo a deviare sul palo.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/11/2016 18:33
 
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Crotone-Sampdoria, giusto l’1-1. Proteste calabresi sul pari

A Falcinelli, in rete col sinistro nel primo tempo, replica nella ripresa Bruno Fernandes.
Sul suo gol i rossoblù contestano la mancata restituzione di una rimessa laterale all’inizio dell’azione del pari




Quando il pareggio procura solo insoddisfazione… Il Crotone si è illuso di poter conquistare il secondo successo in campionato; la Sampdoria, dopo aver sofferto, ha sperato di ribaltare addirittura il punteggio. L’1-1 firmato da Falcinelli e Fernandes vale un passettino in classifica, anche se per i calabresi - sempre ultimi, ma in compagnia del Palermo –, ancora una volta riacciuffati nel corso della ripresa, ci sarebbe stata l’occasione di compiere un bel balzo, considerate le contemporanee sconfitte delle dirette concorrenti. I liguri, invece, infilano il quarto risultato utile consecutivo.

SAMP... FALCIATA — Nicola presenta una sola novità, Crisetig al posto di Capezzi, rispetto alla formazione schierata sempre con il 4-4-2 nella precedente partita contro il Torino. Nel solito 4-3-1-2 Giampaolo deve invece rinunciare a Sala (infortunato) e schiera Pereira a destra; in più, rilancia come trequartista Alvarez, portando inizialmente in panchina Fernandes. E’ il Crotone a prendere subito campo, anche perché la Sampdoria sembra preferire attendere il momento opportuno per pungere in ripartenza, con rifornimenti per “speedy” Muriel. In una fitta ragnatela di passaggi brevi, spesso a uno o due tocchi, Torreira detta i tempi delle giocate dei blucerchiati, che sull’asse centrale contano anche su Alvarez. La formazione calabrese è pericolosa al 23’ ma la conclusione di Falcinelli termina a lato. Bisogna attendere il 27’ per registrare il primo tiro nello specchio della porta, di Alvarez direttamente su punizione (centrale). Dopo i tentativi di Torreira e Quagliarella, gli ospiti subiscono la crescita dei calabresi, che comunque rischiano su un tiro di Muriel, deviato sul fondo. Al 44’ il vantaggio dei rossoblù: punizione battuta da Rosi, che pesca sul fronte opposto Palladino, pronto a colpire al volo di sinistro, con Puggioni bravissimo a respingere, proprio al centro dell’area, dove Falcinelli anticipa Silvestre e firma l’1-0.

I CAMBI — Nella ripresa Giampaolo cerca di trasmettere la scossa ai suoi buttando subito nella mischia Praet al posto di Linetty (abbastanza in ombra) e, poco dopo, anche Fernandes, che rileva Alvarez. Il Crotone costruisce una limpida palla gol, con una manovra pregevole, però la girata di Trotta sfiora l’incrocio dei pali. A quel punto, la Sampdoria alza il ritmo, soprattutto riesce a non dare punti di riferimento precisi a centrocampo, cambiando continuamente le posizioni di Barreto, Praet e Fernandes, che supportano il tandem offensivo. Negli assalti dei liguri, Cordaz si esalta con parate bellissime su “puntata” di Quagliarella e botta di Muriel. Il colombiano al 9’ centra la traversa con un destro potentissimo. Al 27’ il pareggio, firmato da Fernandes, che si fionda su un sinistro di Quagliarella imbeccato da Pereira. La formazione di Nicola protesta per la presunta mancanza di “fair play” da parte degli avversari, che nell’azione precedente al gol, non avrebbero restituito un fallo laterale dopo un rinvio di Cordaz, con palla scagliata fuori per consentire la sostituzione dell’infortunato Mesbah. Agguantato il pareggio, la Sampdoria tenta il sorpasso ma sale di nuovo in cattedra il portiere Cordaz, straordinario protagonista nel recupero con intervento decisivo su conclusione di destro di Quagliarella.

Giuseppe Calvi

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/11/2016 18:37
 
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Genoa-Juventus 3-1, Simeone doppietta, bianconeri irriconoscibili

Primo tempo orribile della squadra di Allegri, doppietta di Giovanni Simeone e autogol di Alex Sandro.
Accorcia Pjanic su punizione. Ci sono anche gli infortuni di Bonucci e Dani Alves




Esiste ancora quella cosa chiamata campionato. Se si può passare al tritacarne la Signora così, ridurla a fette in mezzora appena, allora non tutto è deciso da queste parti. La Juventus va via da Genova con un’umiliazione storica: non mette in dubbio la leadership solida, ma il primo tempo contro il Grifone fa riflettere su cosa accade se si spegne la luce. Non bastasse, i bianconeri rivivono un vecchio incubo, un cognome che torna a risuonare macabro: Simeone. È Giovanni a far ballare Marassi due volte: proprio lui, figlio di Pablo che scucì mezzo scudetto bianconero con la Lazio nel 2000. Dal Cholo al Cholito, nuovo idolo di un Genoa che ritrova la sua magia elettrica nella gara dell’anno. Se sedici anni fa il babbo Simeone portò i biancocelesti secondi a tre della Juve, stavolta il figliolo aiuta Milan (e forse la Roma) ad avvicinarsi a 4. Allegri spera solo che il film abbia un finale diverso.

CHE CONFUSIONE — A inizio gara Max spiazza tutti e non solo perché l’atteso messia si siede in panchina: Higuain non viene rischiato, ma stupisce il leggerissimo sbilanciamento a destra. Tutti i laterali in rosa in campo per la prima volta dall’inizio: Lichtsteiner è l’unico a stare dove dovrebbe, esterno largo del 3-5-2, ma Dani Alves marcatore basso e Cuadrado seconda punta che parte da sinistra sono completamente fuori dai radar. Ma che siano in buona compagnia è chiaro all’alba. Al 3’ una leggerezza di Bonucci regala campo a Rigoni: tiro ribattuto, Buffon mette il vestito da Superman, ma dopo tre volte pure i supereroi capitolano. Il tap-in del Cholito apre la prima crepa, la voragine si allarga dieci minuti dopo quando Lazovic salta un distrattissimo Alex Sandro e mette la palla giusta sulla testa del figlio di Pablo. Poi, prima della mezzora, il disastro è completo: corner di Lazovic, sponda di Burdisso, tocco di Rigoni e Alex Sandro finisce per buttarla dentro nel tentativo disperato di salvare. Una Caporetto mai vista da più di un decennio. Certo, questo Genoa è da lacrime agli occhi per i suoi tifosi: il ritmo è vertiginoso, le fasce arrembanti e Rigoni-Ocampos imprendibili e generosi. La Juve ferita non vince mezzo contrasto: non una cosa abituale.


NOTTE FONDA — A complicare le cose, la coscia sinistra di Bonucci, che obbliga Allegri nel primo tempo a spendere un cambio prematuro (dentro Rugani) e un rigore non dato su Mandzukic. In fondo, però, resta l’incapacità bianconera di uscire dall’apnea. E Allegri mette troppo tempo per rimettere ordine al caos iniziale: Dani al livello dei centrocampisti e Pjanic dietro le due punte in un abbozzo di 4-3-1-2 aiutano la squadra pallida a ritrovare un po’ di colorito. Ma non abbastanza per svegliarsi dall’incubo. Solo dopo un quarto d’ora del secondo tempo, entra anche il Pipita al posto di Licht per provare a salvare la truppa dal naufragio: la Juve gioca con un po’ più di ordine, si espone al contropiede ma la notte è troppo fonda. Visto che anche Alves si fa male e e i cambi sono finiti, ai bianconeri in 10 servirebbe un miracolo. O un colpo di genio: quello di Pjanic su punizione arriva troppo tardi, all’82’. In fondo, ciò che servirebbe si chiama semplicemente Juventus: per la gioia di chi insegue per una volta non si è mossa da Vinovo.

Filippo Conticello

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27/11/2016 18:41
 
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Roma-Pescara 3-2: Dzeko doppietta e Perotti,
giallorossi secondi a -4 dalla Juve

All'Olimpico decidono una doppietta del bosniaco e un rigore dell'argentino:
Oddo spaventa per due volte Spalletti con Memushaj e Caprari.
Agganciato il Milan a quota 29 in classifica



La Roma soffre, suda contro un Pescara mai domo ma alla fine centra l'obiettivo: Milan nuovamente agganciato al secondo posto e Juventus più vicina, a quattro punti di distanza. Il modo con cui la squadra di Spalletti ha vinto la partita, sarà materia di discussione per il tecnico giallorosso nella settimana che porta dritto al derby. Il Pescara riesce due volte a riaprire il match nel secondo tempo, dopo che la Roma era riuscita a mettere già nel primo tempo la partita nei binari giusti.

EDIN A 12 — Spalletti e Oddo sorprendono nelle scelte. Nella Roma fuori De Rossi, Paredes va in tribuna con una caviglia sinistra in disordine e allora a centrocampo, vicino a Strootman, c'è il debutto da titolare in campionato del brasiliano Gerson. Nel Pescara invece resta inizialmente in panchina Caprari. Ma dura pochissimo. Perché già al 5' Oddo è costretto a sostituire Bahebeck proprio con Caprari, ex giallorosso. Neppure un minuto e Salah ha l'occasione, su assist di Dzeko, per portare avanti la Roma, ma il tocco dell'egiziano sull'uscita di Bizzarri è lento e in ogni caso destinato sul fondo. Così il bosniaco si mette all'opera in prima persona: Salah tocca l'angolo a Perotti, cross dell'argentino, Dzeko a centro area anticipa con il piattone di destro Biraghi e segna la rete numero 11. Tre minuti e la Roma raddoppia. Anzi, Dzeko raddoppia. Stessi attori protagonisti, cambia solo la fascia: da sinistra Perotti rientra e con il destro serve Dzeko a centro area, Zuparic sbaglia il fuorigioco, il bosniaco al volo con il sinistro fa 2-0: siamo a quota 12 in campionato. Il Pescara allora si sveglia: imbarazzante in difesa, qualche buona trama offensiva. Come al 16': cross dalla sinistra di Crescenzi, Pepe al volo conclude con il destro centralmente. Al 21' va vicino al 3-0 Nainggolan: azione corale giallorossa, assistenza di Salah per il belga, conclusione con il destro, Bizzarri devia in angolo. Poi due chance per la squadra di Oddo, in rapida successione: al 22' dal limite Brugman tira con il destro troppo centralmente, al 23' Caprari serve Benali in area, ma Szczesny blocca la conclusione. Ancora Roma al 28': percussione di Salah, tiro ribattuto, poi Nainggolan a giro con Bizzarri che devia in angolo. I ritmi sono bassi, il freddo è pungente. Ma al 45' ancora si esibisce nuovamente la premiata ditta: Perotti centra da sinistra, Dzeko sale e colpisce di testa, ma la spizzata non è precisa e finisce larga.

ODDO CAMBIA — Nel secondo tempo Oddo lascia negli spogliatoi Vitturini, mette dentro un altro ex, Verre, e passa alla difesa a quattro. Ma al 6' è ancora Dzeko ad andare vicino al gol: Salah lo serve in profondità, il bosniaco controlla e scarica con il sinistro, ma sull'esterno della rete. All'8' il Pescara ha la chance di riaprire il match: Roma disattenta su una rimessa laterale, Caprari entra in area dalla destra e serve Pepe, tiro a botta sicura, ma Szczesny devia in angolo con il piede. Fotocopia al minuto 13: Memushaj servito oltre la linea giallorossa, cross arretrato per il tiro a botta sicura di Verre, ma Szczesny devia. La Roma non c'è, il Pescara buca ancora a destra dalle parti di Emerson, il cross di Zampano trova Memushaj al limite dell'area che stavolta fa secco Szczesny. Spalletti deve correre ai ripari. E al 19' toglie Nainggolan per De Rossi (che festeggia la presenza numero 400 in Serie A), subito dopo una conclusione di destro velenosa proprio del belga. Al 24' però la Roma si conquista il rigore: Perotti entra in area sulla destra, Crescenzi è ingenuo e colpisce l'argentino che poi trasforma - minuto 26 - con il destro per il 3-1. Sembra finita, non lo è: minuto 29' Pepe dalla destra mette dentro un cross che Emerson respinge centralmente, Caprari a centro area batte ancora Szczesny di prima intenzione: è 3-2. Al 38' Totti serve Salah, destro dell'egiziano che Bizzarri devia in angolo. Si gioca a tutto campo, la partita - oltre che il clima - è all'inglese. La Roma non sa gestire, il Pescara mette i brividi con un paio di angoli, Spalletti è costretto a mettere dentro pure Vermaelen (al rientro dopo tre mesi) per Salah. È la fine di una sofferenza per la Roma e delle speranze per Oddo, che lascia l'Olimpico senza punti ma tra gli applausi.

Davide Stoppini

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[Modificato da binariomorto 27/11/2016 23:24]
27/11/2016 23:24
 
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Napoli-Sassuolo 1-1: Insigne e Defrel, due gol bellissimi

Dopo la doppietta di Udine, grande gol dell'ex Pescara a cui risponde il francese. Legni di Missiroli e Callejon.
Niente Inter per Mertens



Una occasione persa per il Napoli, un punto d'oro per il Sassuolo. Va in archivio così la sfida tra azzurri e neroverdi e adesso la squadra di Sarri è più lontana dalla zona Champions visto che lì davanti, Juve a parte, avevano già vinto tutte.

I DUE SCUGNIZZI — Cinque cambi rispetto al match di Champions con la Dinamo Kiev per Sarri con diversi titolari, tra i quali Ghoulam e Diawara, che rifiatavano. Sorprendente l'ennesima esclusione di Maksimovic. Di Francesco aveva poche scelte, visti i tanti infortuni, e schierava Matri tenendo a riposo Defrel rilanciando Politano dall'inizio (toccato duro in avvio è costretto al forfait 38'). Ritmi bassi in avvio complici gli schieramenti a specchio ed i pochi spazi tanto che il primo tiro in porta, firmato Callejon, arrivava grazie ad un rimpallo. La prima emozione, invece, era merito di Insigne il cui tiro a giro era un centimetro impreciso. Il Sassuolo usciva poco dal guscio perché Matri era troppo statico per impensierire Koulibaly. Anche il contributo di Gabbiadini era modesto è così il Napoli andava sempre per vie orizzontali cercando spazio sulle fasce. Insigne lo trovava al 42' su lancio di Hamsik, dribbling su Gazzola e solita conclusione arcuata che finiva sotto la traversa grazie ad una impercettibile ma decisiva deviazione di Cannavaro, proprio lui l'ex più atteso. Erano dunque i due scugnizzi ad indirizzare la gara sull'uno a zero all'intervallo.

CAMBIO DECISIVO — Lecito aspettarsi qualcosa in più dal Sassuolo nella ripresa anche se le energie da spendere per gli ospiti erano relative mentre gli spazi per il Napoli aumentavano ed in contropiede si vedeva finalmente anche Gabbiadini (tiro mancino parato da Consigli). Hamsik tra le linee metteva in crisi anche l'esperto Magnanelli. Anche il Napoli però si allungava e rischiava grosso sul cross di Ricci per Missiroli che di testa colpiva la parte alta della traversa: era passata più di un'ora di gioco ma finalmente il Sassuolo prendeva coraggio mentre Mertens (subentrato a Gabbiadini) prendeva un giallo che lo costringerà a saltare l'Inter. Il Napoli sembrava più sciolto con i tre piccoletti lì davanti (Insigne e Mertens sfioravano il raddoppio). I cambi scuotevano la partita, soprattutto l'ingresso di Defrel che a sette dalla fine pareggiava con una gran volée mancina su cross al bacio di Gazzola. Era la penultima emozione della partita perché al 93' Callejon centrava il palo dopo un velo di Giaccherini: sul montante di Consigli si infrangevano le speranze del Napoli di battere il Sassuolo e di agganciare il treno scudetto.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
29/11/2016 13:02
 
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Inter-Fiorentina 4-2: Brozovic, Candreva e doppio Icardi, ma che sofferenza

Nerazzurri a tutta nei primi 20', poi il ritorno della Fiorentina in inferiorità:
segna Kalinic e Ilicic (dopo il rosso a Gonzalo Rodriguez).
La chiude il capitano nel recupero


L'Inter vince ma ancora non convince. I nerazzurri rischiano di ripetere l'harakiri di Coppa, con l'aggravante che l'uomo in meno stavolta ce l'avevano gli altri, ma vengono a capo di una bella Fiorentina che ha la colpa di essere scesa in campo solo dal 20'. Decidono i gol di Brozovic, Candreva, Icardi (doppietta e aggancio a Dzeko in vetta alla classifica marcatori), Kalinic e Ilicic. Espulso ingiustamente Rodriguez. Una vittoria che per la squadra di Pioli fa classifica ma non troppo morale, rischiando di nuovo di sprecare un vantaggio (stavolta di tre gol) per l'incapacità di gestire i momenti difficili del match.


UN, DUE, TRE — Per l'esordio casalingo sulla panchina dell'Inter, Stefano Pioli lascia fuori un po' a sorpresa Joao Mario - sempre titolare quando disponibile - e disegna un 4-2-3-1 con la novità Ranocchia al fianco di Miranda. Banega fa il trequartista e porta il primo pressing su Badelj, affiancato da Borja Valero in un modulo speculare con Tello, Ilicic e Bernardeschi alle spalle di Kalinic. I nerazzurri partono a mille e passano già al 3', con Brozovic che la mette sotto la traversa di destro sul tocco all'indietro di Icardi. La Fiorentina ci capisce poco e ne prende un altro subito dopo, con Salcedo che perde Perisic, sul cui cross basso un goffo Tatarusanu smanaccia proprio sul sinistro di Candreva, che scarta volentieri il regalo del 2-0. Siamo al 10' e non è finita, perché una Viola impresentabile dietro, dove i giocatori non si parlano, affonda al 19'. Candreva serve sulla corsa Icardi, che da destra fa sedere Rodriguez e per la lentezza di Astori ha il tempo di rimettersi il pallone sul piede preferito e fare 3-0. I toscani vanno anche vicini al gol con Borja e Milic, ma nella loro metà campo soffrono l'interscambiabilità degli avversari, corti e con Brozovic che spesso sale a pressare sulla trequarti, mentre Candreva si abbassa a coprirgli le spalle. La gara si normalizza nella parte centrale del tempo, con reciproche spruzzate di difesa a tre - alti sia Ansaldi sia Milic -, ma l'Inter davvero non può permettersi cali di tensione. Come dimostra - dopo un rigore non dato per fallo di Miranda su Rodriguez - al 37' il gol di Kalinic, libero di ricevere un lancio da centrocampo di Badelj e segnare, complice la molle opposizione di D'Ambrosio, che praticamente gioca a uomo su un buon Bernardeschi. Visto quello che è successo giovedì a Beer Sheva, torna la paura tra i nerazzurri, ora in sofferenza su ogni transizione difensiva. Ma al 46' Icardi punta e salta Rodriguez che lo mette giù col braccio. L'esagerato rosso diretto al difensore lascia la Viola in dieci.

ANARCHIA — Si riprende con Tomovic che prende il posto di Milic e Joao Mario a sostituire Kondogbia. Il secondo tempo è leggero e frizzante, nella misura in cui saltano gli schemi ed entrambe le squadre sono impresentabili in fase difensiva. Retroguardie aperte come il mar Rosso e occasioni da una parte e dall'altra. Al 17' il primo ad approfittarne è Ilicic, liberissimo a sinistra e bravo ad approfittare di un'amnesia di Handanovic. Siamo sul 3-2 e Sousa se la gioca col giovane Chiesa per Bernardeschi. Pioli capisce che l'Inter non ha più filtro in mezzo al campo e toglie Banega per i muscoli di Melo. Malgrado l'uomo in meno, la Fiorentina però ormai ha preso coraggio e campo. Anche perché, a differenza dell'Inter, ha due veri centrocampisti come Badelj e Borja, che sanno dettare i tempi e non perdono mai la calma. Entrano Eder per Candreva e Perez per Tello. In una rara ripartenza in cui non l'Inter perde palla in modo banale, Joao Mario si mangia un gol incredibile, solo davanti al portiere. Cuore in gola dunque fino all'ultimo, quando Icardi la chiude con un tap-in dopo una gran parata di Tatarusanu su Perisic.

Luca Taidelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
29/11/2016 13:05
 
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SERIE A 2016/2017 14ª Giornata (14ª di Andata)

26/11/2016
Torino - Chievo 2-1
Empoli - Milan 1-4
27/11/2016
Palermo - Lazio 0-1
Bologna - Atalanta 0-2
Cagliari - Udinese 2-1
Crotone - Sampdoria 1-1
Genoa - Juventus 3-1
Roma - Pescara 3-2
28/11/2016
Napoli - Sassuolo 1-1
Inter - Fiorentina 4-2

Classifica
1) Juventus punti 33;
2) Roma e Milan punti 29;
4) Lazio e Atalanta punti 28;
6) Torino e Napoli punti 25;
8) Inter punti 21;
9) Fiorentina(*) punti 20;
10) Genoa(*), Sampdoria e Cagliari punti 19;
13) Chievo punti 18;
14) Bologna punti 16;
15) Udinese punti 15;
16) Sassuolo punti 14;
17) Empoli punti 10;
18) Pescara punti 7;
19) Crotone e Palermo punti 6.

(*) Genoa e Fiorentina una partita in meno.

(gazzetta.it)
29/11/2016 13:06
 
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