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Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
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Chievo-Empoli 4-0. Inglese, Pellissier, Birsa e Cesar firmano la festa

Tutto facile per i veneti, gara chiusa dopo 45':
sblocca Inglese, raddoppia l'eterno Pellissier.
Tris nella ripresa e poker del difensore nel finale.
Per i toscani è il 5° ko di fila


Il Chievo passeggia tranquillo sulle macerie di un Empoli allo sbando, arrivato alla quinta sconfitta consecutiva e che resiste solo parte del primo tempo. Troppa differenza come organizzazione, qualità dei singoli e anche momento psicologico.

CHE BIRSA — Squadre che giocano a specchio e che offrono una gara a tratti divertente. Anche equilibrata per il primo quarto d’ora: all'11' c'è una splendida girata al volo di sinistro di Castro con paratona di Skorupski, poi si fa vedere Krunic che impegna Sorrentino da posizione difficile. L'equilibrio in pratica finisce adesso, perché, trascinato da Birsa (controllato a fatica da Diousse) il Chievo comincia a fare la partita. Dopo un paio di tentativi di Maccarone, ecco il gol: cross da destra di Cacciatore e Inglese che, rubando il tempo a Diousse, segna il settimo gol in campionato con una bella deviazione al volo di destro. L’Empoli accusa il colpo, El Kaddouri, a differenza di Birsa, fatica a costruire perché Radovanvoc è uno che non molla. Al minuto 37 lo scatenato Castro gira al volo e Skorupski respinge con l'aiuto del palo. Poi il raddoppio: crossa da destra di Birsa, Pellissier si fionda in mezzo a Costa (davanti) e Bellusci (dietro) e sfiora quel tanto che basta per battere il portiere. Nota di merito per il tempo di reazione dell’anziano centravanti (classe '79, come Maccarone), male però i due difensori centrali dell’Empoli.


IL CROLLO — Il secondo tempo si apre con un accenno di reazione dell'Empoli quando Sorrentino fa un gran volo per deviare un tiro di El Kaddouri da pochi metri. Ma è solo un’illusione: mentre Martusciello cambia inutilmente la coppia di attaccanti, la squadra affonda. Alla mezz’ora arriva il terzo gol: spizzata di Inglese per Birsa inutilmente inseguito da Bellusci. Dimarco colpisce l’incrocio (35’), poi tocca a Cesar mettere la firma sulla goleada al secondo tentativo dopo che Skorupski aveva parato su Inglese.

BENEFICENZA — Il Chievo ha deciso di donare una parte dell’incasso della partita (e delle prossime in casa con Crotone e Torino) al progetto che CuoreChievo sta portando avanti per la Uildm Verona (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare), per l’acquisto di un auto per il trasporto dei suoi associati.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/03/2017 17:14
 
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Fiorentina-Cagliari 1-0.Kalinic decide al 92'.
I rossoblù non vanno oltre a un palo

Fiorentina poco lucida davanti a Rafael ma alla fine decide il gol numero 13 dell’attaccante.
Presenti in tribuna Terim e Ranieri. Fischi per Sousa dopo la sostituzione di Bernardeschi



Kalinic salva la Fiorentina. Un colpo di testa al 92’ del centravanti croato, giunto al tredicesimo gol in questo campionato, permette ai viola di superare un buon Cagliari e depotenziare una contestazione già pronta. Quella del Franchi.

LE SCELTE — Sousa opta per una formazione molto offensiva. Tello e Chiesa sulle fasce, Bernardeschi e Saponara a supporto di Kalinic. Rastelli risponde con Borriello unica punta supportato da Ionita e Joao Pedro. Proprio il numero 10 del Cagliari ha una grande occasione al 5’ con un colpo di testa fiacco a due passi da Tatarusanu. La Fiorentina attacca, il Cagliari va in contropiede. Quattro minuti dopo il portiere viola devia il destro secco di Borriello, Borja Valero salva nei pressi della linea. Ancora Cagliari, ancora Borriello. Sinistro fuori di un niente e dominio iniziale ospite.

REAZIONE VIOLA — All’11 tocca alla Fiorentina rispondere con Kalinic che si mangia il vantaggio su prezioso assist di Bernardeschi. Gara divertente con occasioni a raffica. Il sinistro di Chiesa dal limite finisce alla destra di Rafael, il destro di Saponara viene respinto dal portiere del Cagliari. I viola continuano a controllare il gioco e calciare verso la porta avversaria. Bernardeschi prova la conclusione a girare, Rafael è ancora bravo. Al 32’ ancora Kalinic ed ancora errore clamoroso a due passi dalla porta dopo un calcio d’angolo preciso calciato da Bernardeschi. Nella parte finale del primo tempo torna fuori il Cagliari. Al 45’ ci prova ancora Borriello su calcio di punizione dai 25 metri, palla alta sopra la traversa. Niente accade nei due minuti di recupero e l’intervallo viene accolto con i fischi del Franchi rivolti alla squadra.

RIPRESA MOSCIA — Nel Cagliari fuori Murru, dentro Miangue. La Fiorentina prova ad aumentare la pressione offensiva ma il muro rossoblu regge. Anzi, Borriello prova a colpire da centro area, bravo Tatarusanu a deviare in corner. Sousa cambia. Dentro Ilicic per Saponara, fuori anche l’infortunato Tomovic al suo posto Sanchez. Scossa viola al 67’. Prima Chiesa impegna Rafael, poi il tiro di Tello viene deviato in corner. Secondo tempo che resta bruttino e ritmi decisamente più bassi rispetto ai primi trenta minuti. Rastelli prova la carta Sau, fuori Joao Pedro. Sousa toglie Bernardeschi mettendo Badelj e venendo insultato per il cambio da tutto il Franchi che canta cori contro il proprio allenatore (“Paulo Sousa salta la panchina”). Un minuto dopo Sau di testa colpisce il palo a portiere battuto. acuto finale — Viola in confusione e contestazione della Fiesole che ce l’ha con tutti, dalla proprietà ai calciatori. Quando tutto sembra perduto, la Fiorentina passa al minuto numero 92’: cross di Tello, Bruno Alves perde Kalinic che di testa supera Rafael. Il centravanti croato esulta mano all’orecchio e i viola escono con tre punti importanti da un Franchi in ebollizione spegnendo momentaneamente la contestazione. Il Cagliari si lecca le ferite. Meritava il pari, ma l’ennesima distrazione difensiva di questa stagione è costata il match.

EX IN TRIBUNA — Presenti in tribuna due grandi ex allenatori viola: Fatih Terim e Claudio Ranieri. A un terzo, Emiliano Mondonico, che ha appena compiuto 70 anni e sta ancora lottando contro la malattia, la Fiesole ha dedicato uno striscione “Forza Mondo non mollare”.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/03/2017 17:17
 
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Inter-Atalanta 7-1: Icardi e Banega tripletta, Gagliardini gol

Eurosfida senza storia: Pioli stravince con le triplette degli argentini
e la rete dell'ex bergamasco e sorpassa Gasperini al quarto posto.
Freuler a segno per gli ospiti


“Cinque gol in 17 minuti non li fa nemmeno il Barcellona”. In casa Inter, sugli spalti, quando le cose vanno bene, ci si fa prendere dall’euforia. “Ha segnato Freuler, adesso ci rimontano”: sugli spalti nerazzurri hanno imparato a non fidarsi troppo, ed esagerano. Esagerata è anche la vittoria dell’Inter in quella che era una sfida diretta per l’Europa: 7-1, Atalanta spazzata via, nonostante una partenza per nulla timorosa. L’Inter fa a pezzi i rivali con una voglia e una foga da grande d’Europa, di quelle che non si fermano mai. Così la vittoria assume proporzioni, se non epiche, almeno storiche: i nerazzurri non segnavano 5 gol in un tempo dal 1964, l’Atalanta non ne incassava 7 dal 1990. Il tutto, comprese le triplette di Icardi e Banega, si traduce nel sorpasso in classifica: 54 a 52, temporaneo quarto posto.

TRIPLO ICARDI — Icardi prende il libro delle favole dell’Atalanta, strappa qualche pagina e ci scrive grosso “Fine” nel giro di nove minuti. Il verdetto non è definitivo, ma Maurito lo ribadisce tre volte, con una tripletta che più completa non si può. Sinistro al 17’ da distanza ravvicinata dopo una punizione di Banega fermata dalla barriera, con palla che resta lì. Destro, o meglio cucchiaio, sul rigore che si era procurato (uscita a valanga di Berisha), dopo un controllo magico sulla torre di Perisic. Colpo di testa su cross di Banega: tutto il repertorio, più tutta la voglia che potete immaginare. Siamo a 20 gol in A.

QUINTUPLO BANEGA — Icardi non è mai stato in discussione, nemmeno nei momenti neri. Ma vogliamo parlare di Banega? Lui era ai margini anche nella fase di risalita. Rispolverato una settimana fa dopo 6 gare in panchina, aveva segnato. Oggi esonda, erutta, travolge: tre reti (prima tripletta in carriera), due assist. I gol del 4 e 5 a zero sono trasformazioni in area su cross di Perisic, quello del 7-1 una punizione perfetta che aggira la barriera. In mezzo aggiunge al cross per Icardi l’assist per l’ex Gagliardini (tiro nel sette) e una serie di cambi-campo come ai tempi del Siviglia. Questo è il giocatore che conoscevamo, la qualità se supportata dalla squadra fa sempre bene, anche in Italia.

CONFRONTI DIRETTI — Quei due dominano, ma l’Inter vince semplicemente tutti i confronti diretti. L’Atalanta dura un quarto d’ora, in cui va vicina al gol con il Papu Gomez, poi scompare. Kondogbia eclissa l’astro nascente Kessie, e chiunque passi dalle sue parti, Miranda annulla Petagna, Icardi abusa di Caldara, Candreva “pialla” Conti, persino D’Ambrosio non soffre Gomez e sorprende Spinazzola.

CORI PER PIOLI E GASP — Insomma, tutto quello che sapevate sull’Atalanta è sbagliato, parafrasando gli U2 di parecchi anni fa. O almeno sembra sbagliato in una giornata in cui l’Inter recita da grande. San Siro amaro per Gasperini, che oltre ai 7 gol si prende qualche coro di insulti. Per la prima volta, invece, la Nord sul 3-0 fa partire un coro personalizzato per Stefano Pioli, apprezzato da tutto lo stadio. Un segnale anche per il futuro? Nel giorno del 7-1, tutto è possibile, anche se le cose, in nerazzurro, tendono a cambiare in fretta.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/03/2017 17:21
 
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Napoli-Crotone 3-0, doppio Insigne e Mertens

Dopo due k.o. in casa (con Atalanta e Real), la squadra di
Sarri supera i calabresi con due rigori, poi è ancora l'azzurro a
chiudere il match con un gol in contropiede al 25' della ripresa.
Espulso Nicola al 10' st



Il Napoli ha reagito all'eliminazione dalla Champions grazie a un grande Insigne, protagonista assoluto di questo 3-0 al Crotone. I calabresi sono usciti comunque a testa alta dal San Paolo perché, nonostante il punteggio finale, non hanno demeritato trovando un avversario in più nell'arbitro Mariani che ha fischiato due rigori agli azzurri (il secondo trasformato da Mertens) da rivedere alla moviola ma soprattutto non ha espulso Rog sull'1-0 quando il croato, già ammonito, era rassegnato al secondo giallo per un fallo inutile su Crisetig.

INSIGNE DI RIGORE — Sarri cambia quattro elementi rispetto al Real. Dentro Chiriches, Rog, Jorginho e soprattutto Pavoletti, che vince il ballottaggio con Milik e Mertens per il ruolo di centravanti. Nicola, invece, sceglie Trotta quale spalla di Falcinelli per un 4-4-2 prudente nel quale le ali Rodhen e Stoian hanno essenzialmente compiti difensivi. Copione tattico già scritto prima di iniziare e Napoli chiamato ad aggirare la difesa ospite con Insigne e Callejon spesso molto larghi: i due si rendono pericolosi al 7' con una delle loro solite combinazioni, ma lo spagnolo "strozza" la conclusione, poi Insigne al 10' impegna Cordaz con un bel tiro a giro. La squadra di Sarri "pende" a sinistra, dove Strinic spinge forte mentre quella di Nicola tiene fissa una delle due punte in marcatura su Jorginho. Così è proprio l'attaccante di sacrificio Trotta in contropiede a mettere i brividi a Reina, ma il sinistro dell'ex di turno esce di poco. Con gli ospiti molto "bassi", il Napoli deve creare superiorità numerica con gli uno contro uno: alla mezz'ora Insigne salta Sampirisi e per Mariani il contatto tra i due è da rigore. Trasforma sicuro lo stesso Insigne mettendo la partita in discesa per i suoi visto che il Crotone è costretto ad alzare un po' la linea difensiva rischiando il k.o. al 42' (bravo Cordaz su Callejon, imbeccato dal "solito" Insigne).

DUBBI E DOPPIETTA — Dopo l'intervallo il Crotone rientra in campo più propositivo e Falcinelli su lancio di Stojan costringe Reina alla parata in angolo dopo appena tre minuti. Da un centravanti all'altro, è Pavoletti a fallire due volte il bersaglio. Sarri poi decide di cambiare Rog con Zielinski dopo che al croato era stato risparmiato il possibile secondo giallo per fallo su Crisetig. Mariani, che espelle Nicola per proteste, commette un errore evidente in un momento chiave del match e al 20' Mariani assegna al Napoli un secondo penalty per un contrasto tra Sampirisi ed Hamsik (davvero molto dubbio). Mertens, da poco subentrato a Pavoletti, fa centro dal dischetto (19 reti in campionato). A quel punto il Crotone si scioglie e il Napoli cala il tris con Insigne, freddo davanti a Cordaz dopo aver agganciato bene uno splendido lancio di Jorginho. Fino al triplice fischio c'è spazio solo per qualche cambio, un paio di occasioni per Mertens, l'esordio in A di Cuomo e tanta accademia.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/03/2017 17:24
 
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Pescara-Udinese 1-3: segnano Zapata, Jankto, Thereau e Muntari

Terza sconfitta consecutiva per gli abruzzesi.
Da segnalare l'infortunio di Stendardo uscito dal campo dopo soli 7


Quando c’è bisogno di una svolta in questo campionato, evidentemente Gigi Delneri sa che può… contare sul Pescara. Dopo aver sostituito Iachini sulla panchina bianconera, la sua Udinese conquistò la prima vittoria proprio nella gara d’andata con gli abruzzesi, allora guidati da Oddo. Senza successi da cinque turni, i friulani ritrovano il sorriso ancora nell’incrocio con i biancazzurri. Ed esce un altro 3-1, con i sigilli di Zapata, Jankto, Thereau (con deviazione di Bovo) e, nel finale, dell’ex Muntari. Così l’Udinese trova continuità dopo l’1-1 contro i campioni della Juventus. Per il Pescara di Zeman, invece, è il terzo k.o. consecutivo, dopo il debutto con l’exploit del 5-0 sul Genoa.

LE SCELTE — Rispetto alla partita di Genova, il boemo propone due novità: in difesa c’è Bovo (al posto dello squalificato Coda) e in attacco gioca Mitrita da esterno sinistro del tridente, per l’infortunio di Caprari. Delneri torna al 4-3-3, cambiando la formazione che ha imposto il pareggio alla Juventus: in difesa dà spazio ad Angella (Filipe è assente per infortunio), a centrocampo inserisce Badu al posto di Fofana (operato al perone della gamba sinistra: per lui stagione già finita) e in attacco rilancia Thereau, mandando in panchina Mitrita.

ANCORA ZAPATA — Dopo 54 secondi, l’Udinese spreca già una buona occasione, con Halfredsson che spara alto su passaggio smarcante di Zapata. Il Pescara registra dopo 7 minuti l’uscita per infortunio di Stendardo, sostituito da Fornasier. I biancazzurri pungono in contropiede e tra il 12’ e il 15’ si rendono pericolosi, con Benali che ritarda il tiro (ribattuto da Danilo) e con Zampano, che con una percussione fa tremare il portiere Karnezis. Quando sembra che la pattuglia di Zeman abbia trovato il giusto equilibrio per imbrigliare i bianconeri, all’improvviso l’Udinese sblocca il risultato. Al 20’, da schema su calcio d’angolo, scambio breve tra De Paul, Halfresson e Jankto, bravo a pennellare al centro per l’incornata di Zapata, che non dà scampo a Bovo, già impegnato a controllare Samir. Per il colombiano è il secondo centro consecutivo, dopo quello contro la Juventus.

REAZIONE — Passato in svantaggio, il Pescara prova a reagire. Al 31’, imbeccato da Benali, Cerri colpisce di testa, anticipando Widmer, ma Karnezis para senza difficoltà. Gli abruzzesi potrebbero pareggiare al 33’: dopo un liscio di Widmer, Mitrita si trova il pallone buono sul sinistro, è pronto alla battuta, però il portiere greco si esalta, respingendo con il piede sinistro. Passano pochi secondi e l’arbitro Celi non convalida, a giusta ragione, una rete di Cerri che, su cross di Memushaj, segna di testa ma in posizione di fuorigioco. La squadra di Delneri controlla le iniziative di Bruno e compagni e al 38’, servito da Zapata, Badu va vicino al bersaglio: il suo tiro di destro è deviato da Bovo in calcio d’angolo.

TROPPO FACILE — In avvio di ripresa, nel giro di 6 minuti, i friulani dilagano, realizzando al 5’ e al 10’ altre due reti. Su punizione, con altro schema perfettamente eseguito, tra finte del battitore e del ricevente, Halfredsson serve Jankto (dapprima piazzato dietro alla barriera), che infila Bizzarri con un diagonale di sinistro. Poi Thereau scambia con Jankto e firma il 3-0 con un piattone di destro e con la netta deviazione di Bovo. Avanti di tre gol, i bianconeri si limitano ad arginare i disordinati attacchi del Pescara, che con Cerri mancano una facile occasione e al 38’ accorciano le distanze, con l’ex Muntari (non esulta), che sorprende con un tiro rasoterra di destro il portiere Scuffet, all’esordio per l’infortunio di Karnezis (botta alla mano destra). Nel finale, su una ripartenza, Jankto arriva davanti al portiere Bizzarri, davvero reattivo nel ribattere la conclusione. Poi le vane proteste dei locali, che invocano un rigore, per un presunto tocco di mano di Danilo, su tiro di Memushaj.

Giuseppe Calvi

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 12/03/2017 17:47]
12/03/2017 17:47
 
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Palermo-Roma 0-3, gol di El Shaarawy, Dzeko e Bruno Peres

Dopo tre sconfitte, Spalletti ringrazia i gol del Faraone,
del bosniaco e del brasiliano riportandosi davanti al Napoli.
Sullo 0-0 annullato un gol regolare a Nestorovski su papera di Szczesny



La Roma mette le ruote fuori dal fango, per usare la metafora di Spalletti: dopo tre sconfitte consecutive riparte con un altro tris, il 3-0 al Palermo firmato. El Shaarawy, Dzeko e Peres che riporta i giallorossi sopra il Napoli e a meno otto dalla Juventus caplista. Male per il Palermo, che non approfitta dello scivolone dell'Empoli per accorciare la classifica.

QUANTI CAMBI — Spalletti ne cambia sei rispetto alla sconfitta di Lione: debutto in campionato dal primo minuto per Mario Rui e Grenier. Lopez nel Palermo tiene fuori Posavec dopo i disastri di Torino e lancia in porta all'esordio in Serie A Fulignati. E l'avvio è subito rosanero, se è vero che al 5' si consuma il giallo della serata: su lancio di Chochev, Aleesami non tocca il pallone che sfila verso Nestorovski il cui tiro-cross di sinistro inganna Szczesny, protagonista di un errore piuttosto evidente. Il macedone esulta ma Rocchi, dopo essersi consultato con il guardalinee Preti, annulla per fuorigioco: per l'arbitro Aleesami avrebbe toccato il pallone spedendo automaticamente Nestorovski in offside, circostanza però smentita dai replay televisivi. Non cambia il risultato, neppure lo scorrimento del match, che si trascina senza scossoni fino al 22': all'improvviso la Roma passa in vantaggio, Peres sulla destra tocca per Grenier che di prima taglia al centro per El Shaarawy che irrompe col sinistro e batte Fulignati. Il Palermo ci prova al 31', con un tiro largo dai 20 metri di Sallai. Negli ultimi 10 minuti di tempo la Roma va vicina più volte al raddoppio: al 38' Rudiger sbaglia l'intervento sotto porta su punizione di Paredes, al 39' Paredes sfiora il palo con il destro dal limite, ma soprattutto Nainggolan al 42' spreca una ripartenza davanti a Fulignati dopo un'altra buona giocata di Grenier.

DENTRO DIAMANTI — Nella ripresa Lopez lascia fuori Embalo e mette dentro Diamanti. Ma la prima occasione è ancora della Roma: fotocopia del gol, da Genier ancora per El Shaarawy che però si fa respingere il sinistro da Fulignati. Al 5' Rudiger perde un pallone sulla trequarti, Diamanti si invola verso Szczesny e scarica il sinistro appena entrato in area da posizione leggermente defilata, il polacco è costretto ad allungarsi per deviare. E' un altro Palermo, Diamanti va spesso a creare superiorità numerica in fascia sinistra dalle parti di Peres. Al 14' Szczesny è nuovamente costretto all'intervento, stavolta su tiro da fuori di Morganella. La Roma non riesce più a tener su il pallone, Grenier è evidentemente stanco e così al 19' Spalletti sostituisce il francese - già ammonito - con Dzeko, arretrando la posizione di Nainggolan. Al 26' la Roma va vicina al raddoppio: cross dalla destra di Peres, Fulignati respinge in maniera imperfetta ma Dzeko calcia altissimo al volo. Il match è aperto, Mario Rui chiude con due buone diagonali due palloni velenosi di Diamanti. Spalletti inserisce Strootman per El Shaarawy, Lopez gioca la carta Lo Faso. Ma è la Roma a trovare il gol: inizia il minuto 31, Dzeko riceve un pallone da Nainggolan, la controlla con il petto e beffa con un tocco di sinistro Fulignati in uscita. Il match di fatto si chiude. C'è tempo per il terzo gol giallorosso: minuto 46, Strootman in contropiede vede l'avanzata di Peres che con il destro mette sotto le gambe di Fulignati, che ha giusto il tempo di riscattarsi un minuto più tardi sul possibile poker di Nainggolan

Davide Stoppini

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/03/2017 23:05
 
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Lazio-Torino 3-1. Keita riporta Inzaghi al quarto posto

Posticipo della 28ª: Immobile porta avanti i biancocelesti, pari momentaneo di Maxi Lopez.
Nel finale i gol di Keita (un gioiello) e di Felipe Anderson: Inzaghi si riprende il 4° posto


Quarta vittoria di fila per la Lazio che supera di slancio il Torino, sorpassa in classifica l’Inter e riconquista il quarto posto. Gara decisa nella ripresa. Inzaghi esulta grazie ai suoi attaccanti: Immobile giunto al 17esimo gol in campionato, Keita (subentrato a Biglia) e Felipe Anderson. La rete di Maxi Lopez dà il momentaneo pareggio ai granata, che soffrono gli avversari per larghi tratti dell’incontro. Gioco frizzante, tre gol con diverse occasioni sciupate: la Lazio continua a meravigliare e fa sognare.
muro granata — Inzaghi conferma in blocco i titolari della vittoria di Bologna. Mihajlovic fa rientrare in difesa l’ex De Silvestri e in mediana Benassi mentre in attacco rilancia Ljajic e dà spazio per la prima volta dall’inizio a Iturbe. Il primo sussulto arriva al 7’ con una girata di Immobile di poco a lato della porta di Hart. Lazio catapultata all’attacco, Torino attento a controllare. La rapidità dei biancocelesti sulle fasce crea affanni ai granata. Al 16’ Biglia in uno scontro con Iturbe accusa un colpo al ginocchio sinistro, abbandona il campo ma poi rientra tra gli applausi dell’Olimpico. Il Torino esce dal guscio. Una ripartenza di Iturbe viene arginata da Hoedt. Ma si ferma Radu che risente di una botta al costato subita da Iturbe: al 27’ Inzaghi inserisce Lukaku al posto del romeno. Due minuti dopo Immobile non trova il tocco giusto davanti alla porta: rimediano Rossettini e Hart. Al 33’ fuori bersaglio un tentativo di Parolo. Poi chance per Milinkovic: tiro ribattuto. Sgomma la Lazio a caccia dello spunto per schiodare la partita. Il Torino regge senza andare in ansia. Assalto biancoceleste nel finale del primo tempo, ma l’ultima conclusione è del Torino con Ljajic che calcia fuori.


IL TRIS BIANCOCELESTE — Subito due cambi al rientro in campo. Nella Lazio Wallace rileva De Vrij (k.o per una contusione al ginocchio), nel Torino al posto di Baselli c’è Molinaro che rientra cinque mesi dopo lo stop al crociato. Al 10’, guizzo di Lukaku sulla sinistra e pallone invitante per Parolo che non inquadra la porta. Un minuto dopo la Lazio va a segno. Sul traversone dalla destra di Basta, deviato da Moretti, si avventa Immobile che, come all’andata, colpisce la sua ex squadra senza esultare. I granata tentano di reagire. Al 18’ Mihajlovic sostituisce Ljajic con Maxi Lopez per scuotere la fase offensiva. Una mossa che si rivelerà azzeccata. Perché prima ci prova Benassi dalla distanza con Strakosha pronto a intervenire e poi al 27’ sbuca l’incornata di Maxi Lopez, sfuggito a Milinkovic e innescato da una punizione di Iturbe. È il pareggio del Torino. L’argentino bissa il gol segnato all’Olimpico nel k.o di tre giornate fa con la Roma. La Lazio riprende a macinare gioco. Mihajlovic fa entrare Iago Falque per Iturbe e Inzaghi risponde con Keita al posto del malconcio Biglia. Anche quest’ultima mossa incide sul tabellino. Al 42’, si assist di Lukaku, l’attaccante spagnolo-senegalese inventa la parabola giusta per infilare Hart. Lazio di nuovo un vantaggio con l’ottavo gol in questo campionato dell’ex Barcellona. E al 46’ arriva il tris della squadra di Inzaghi. Con Felipe Anderson che si lancia nel corridoio giusto su un bel lancio di Lulic. La festa finale è tutta della Lazio che corre verso l’Europa.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/03/2017 23:36
 
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SERIE A 2016/2017 28ª Giornata (9ª di Ritorno)

10/03/2017
Juventus - Milan 2-1
11/03/2017
Genoa - Sampdoria 0-1
12/03/2017
Sassuolo - Bologna 0-1
Chievo - Empoli 4-0
Fiorentina - Cagliari 1-0
Inter - Atalanta 7-1
Napoli - Crotone 3-0
Pescara - Udinese 1-3
Palermo - Roma 0-3
12/03/2017
Lazio - Torino 3-1

Classifica
1) Juventus punti 70;
2) Roma punti 62;
3) Napoli punti 60;
4) Lazio punti 56;
5) Inter punti 54;
6) Atalanta punti 52;
7) Milan punti 50;
8) Fiorentina punti 45;
9) Sampdoria punti 41;
10) Torino punti 39;
11) Chievo punti 38;
12) Udinese punti 33;
13) Sassuolo, Bologna e Cagliari punti 31;
16) Genoa punti 29;
17) Empoli punti 22;
18) Palermo punti 15;
19) Crotone punti 14;
20) Pescara punti 12;

(gazzetta.it)
13/03/2017 23:41
 
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Torino-Inter 2-2, Kondogbia e Candreva non bastano a Pioli

Baselli e Acquah a segno per i granata:
gara aperta e spettacolare, ma il pareggio serve poco a entrambi


L'Inter forse aveva davvero segnato troppi gol (12) tra Cagliari e Atalanta. E contro un Toro da corrida spreca l'inverosimile - soprattutto nel finale con Perisic - e lascia due punti sanguinosi in chiave Champions. Finisce 2-2 con le reti di Kondogbia, Baselli, Acquah e Candreva, mentre i bomber Belotti e Icardi restano all'asciutto. I granata pagano due errori di Hart, sono bravi a ribaltare la gara e a giocarla a viso aperto, provando a vincerla fino alla fine. Per Pioli è il primo pareggio dopo quello all'esordio nel derby, sempre per 2-2. Nel mezzo ci sono 12 vittorie e 3 sconfitte.

BATTAGLIA — Mihajlovic preferisce Iturbe a Iago e Acquah a Benassi, mentre Pioli insiste sullo stesso undici che ha asfaltato Cagliari e Atalanta. Match subito molto fisico, con le due squadre corte e aggressive. La prima conseguenza sono i troppi passaggi sbagliati in mezzo al campo. Banega deve abbassarsi spesso per accendere la manovra, Perisic e Candreva spesso si accentrano per non lasciare isolato Icardi e per favorire gli inserimenti di Ansaldi e D'Ambrosio. Belotti dall'altra parte fa a sportellate con Miranda e Medel e per un tempo litiga con pallone e arbitro. Baselli sembra il più in palla dei suoi e da sinistra crea un paio di occasioni potenzialmente interessanti. Dopo un gol di Icardi giustamente annullato per fuorigioco, l'Inter passa con quello che sino al 27' era stato il giocatore più in ombra. Dopo due errori sanguinosi in uscita, Kondogbia sulla linea di fondo fa fuori Lukic, si accentra e lascia partire un mancino su cui Hart si distende goffamente. L'unico altro gol del francese era arrivato sempre nella stessa porta nel novembre 2015. Allora finì 1-0, stavolta no perché al 32' su corner Moretti prende il tempo a D'Ambrosio e spiazza per Baselli che è solissimo davanti ad Handanovic e lo batte di testa. L'Inter prova a ributtarsi sotto, ma Rossettini e Moretti fanno buona guardia davanti ad Hart, in precedenza graziato da D'Ambrosio dopo un'uscita molto approssimativa.

BOTTA E RISPOSTA — Nessun cambio nell'intervallo, ma il Toro torna in campo più sul pezzo rispetto all'avversario. Belotti prima trova il tempo per anticipare Handanovic in uscita ma la tocca piano e Medel chiude, poi ci prova di sinistro dal limite e il portiere salva malgrado una deviazione velenosa. Nel frattempo si fa male Medel, che lascia il posto a Murillo. Neanche il tempo di assestarsi che il Torino al 14' passa con un destro di Acquah che su tocco di Iturbe non da scampo ad Handanovic. Entra Eder per Banega e subito manda in porta Icardi, su cui si esalta Hart. Il portiere però dopo un minuto va a farfalle sul cross dal fondo di Ansaldi e Candreva sul secondo palo è freddo nel trovare l'angolino per il 2-2. Uno schiaffone per parte, il match sembra un film di Bud Spencer e quindi Mihajlovic toglie l'impalpabile Ljajic per il grintoso Boyè, che subito fa a spallate con tre interisti e non segna solo per il grande recupero di Kondogbia. Cambia anche l'altro esterno granata (Iago per Iturbe) e Belotti strozza il destro dopo un errore di Gagliardini, non nella giornata migliore. Eppure al 31' è Kondogbia e non l'ex atalantino a lasciare il posto a Brozovic per l'ultima sostituzione di Pioli. E' l'Inter a crederci di più e al 36' Hart deve volare su un destro dal limite di Eder. L'Olimpico è una bolgia, vengono espulsi due collaboratori di Mihajlovic ed entra Maxi Lopez per Baselli. Ora manca il filtro in mezzo ad entrambe le squadre e Moretti si immola per anticipare Eder in area. Poi è Perisic ad avere ben tre occasioni d'oro, ma sulla prima lo mura Rossettini, sulla seconda il croato non trova la porta in acrobazia sul cross di Candreva e sulla terza riceve da Eder ma in scivolata calcia alto.

Luca Taidelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/03/2017 23:53
 
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Milan-Genoa 1-0: Mati Fernandez decide, Montella a 2 punti dall'Inter

Il primo gol del cileno in rossonero vale i tre punti:
il Diavolo riparte dopo lo stop con la Juve e non molla la zona Europa



La prima notizia rossonera che arriva da San Siro è quella di un infortunio: nemmeno un paio di minuti che Bertolacci, che qui aveva segnato con la maglia del Genoa, va k.o. e poi lascia la sfida da ex. L’ultima è quella della ritrovata vittoria del Milan, dopo il tonfo polemico contro la Juve: l’Europa così è di nuovo più vicina.

ECCO MATI — Montella rilancia in corsa Locatelli a far linea con il ruvido Kucka e il giocoliere Mati. Del 73 è anche il primo buon tiro al volo verso la porta di Lamanna. Confermato Lapadula vice Bacca, Deulofeu e l’altro ex Ocampos ai lati. Nel Genoa Mandorlini non si fida più degli ultimi minuti di Ntcham e decide di schierarlo direttamente dall’inizio, come nel derby. Come un altro ex, Taarabt, al debutto dal 1’ nel vecchio stadio rossonero. Sul primo affondo rossoblù esce dall’area Donnarumma, osannato a prescindere e applaudito al 10’ proprio per una parata su Taarabt. Al 16’ il Milan va vicino al gol e la parola "ex" torna d’attualità nella versione più classica: De Sciglio appoggia in profondità per Ocampos che tocca in diagonale a scavalcare il portiere: se non rimediasse Izzo sulla linea sarebbe stato il classico gol dell’ex. Da un esterno all’altro, in un giro d’orologio si accende subito anche Deulofeu: solita azione, quella a velocità super, e incrocio di poco a lato. Nonostante lo svantaggio iniziale di perdere un titolare infortunato, è certamente il Milan che fa la partita unendo le due cose che più piacciono a Montella (e a Berlusconi): il comando del pallone e una grande quantità di tentativi verso la porta avversaria. Poco dopo il ventesimo è Mati Fernandez a provarci due volte: su punizione e su azione, pericoloso ma non incisivo. Mandorlini osserva abbastanza insoddisfatto visto che l’azione dei suoi si ferma ben prima dell’area di rigore di Donnarumma. Al 33’ il Milan passa con l’uomo fin lì più pericoloso e più volte pericoloso: tocco sotto di Mati Fernandez e beffato Lamanna in uscita per il primo gol da milanista del cileno. Mati è il titolare che Montella ritrovava dopo mesi di assenza, il giocatore che in estate aveva più di tutti desiderato (si conoscevano dagli anni alla Fiorentina) e appena gli ha ritrovato il posto in squadra lui ha immediatamente ricambiato la cortesia.

SENZA STORIA — L’orgoglio del Genoa dovrebbe vedersi subito dopo la fine del primo tempo, quando però pare ben più decisa la volontà rossonera di cercare il raddoppio. O magari di farsi rimpiangere come nel caso di Ocampos che scende sulla destra e conclude. La partita si gioca prevalentemente nell’area genoana, solo che al Milan non è riuscito il bis e al suo centravanti, Lapadula, è capitata solo un’occasione non proprio semplicissima. Avanti adagio, senza che gli ospiti in svantaggio mostrino troppo vigore nella reazione. Il più vicino al gol? Ancora lui, Mati Fernandez, su inserimento centrale. La serata no del Genoa è anche nei passaggi sbagliati, molli: permettono addirittura a Deulofeu, che si sfianca in velocità, di fare un figurone nei recuperi. Poi è il momento di De Sciglio, che prolunga la serie non fortunatissima: suo il braccio che ha portato al rigore juventino una settimana fa, suo il piede contro Laxalt che ha portato all’ammonizione e suo il colpo di testa da centro area fuori di poco. Ntcham nel finale ci prova, ma non può sempre andargli bene. Così è giusto che l’ultimo affondo, con esterno della rete, sia di Deulofeu. E siccome è in serata come questa che il rischio è dietro l’angolo mentre il recupero si avvicina Montella toglie Lapadula e inserisce Antonelli, che finisce anche per avere un’occasione per il raddoppio: il rischio pareggio è comunque rimasto nascosto.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/03/2017 23:57
 
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