La mia stella
Finalmente, dopo un po’ di tentennamenti e un po’ di pudore, anch’io ho trovato la giusta disposizione d’animo per raccontare la mia esperienza, la mia breve storia con Arianna.
Oggi, molto più di ieri, ho bisogno di appoggiare in questo post almeno parte del mio dolore per alleggerire le spalle, non così robuste, e per dar tregua al cuore, mai così provato. Da mesi percorro in lungo e in largo la rete, ho letto le vostre storie subito dopo essere rientrata al lavoro dalla mia brutta e dolorosa esperienza ed immediata è stata la percezione di non essere sola … purtroppo.
La mia storia non ha niente di speciale rispetto alle vostre, se non che … è la mia storia.
Io mi chiamo Giovanna e ho compiuto da pochi giorni 39 anni. Ho due bambini, Stefano e Federico, rispettivamente di quasi 8 e quasi 6 anni, avuti con gravidanze assolutamente normali Questi per me dovevano essere i giorni più belli della mia vita, si stava per compiere nuovamente il miracolo della vita, miracolo che avrebbe soverchiato tutto con la sua dolcezza. Doveva essere il mio terzo miracolo e così non è stato. Ero così orgogliosa di aver fatto una scelta così diversa dall’usuale e stava andando tutto così bene. Se ancora adesso mi soffermo a pensare non trovo spiegazione a quanto mi è accaduto e rimango lì, piena di lacrime, rabbia e tanto tanto vuoto. Io volevo la mia bambina!
Stava andando tutto perfettamente fino al giorno in cui non sentendo muovere la bimba decido di andare dall’ostetrica per farmi sentire il battito. In più occasioni avevo cercato in tutti i modi di sentirla, ma neppure per un attimo mi era sfiorato il pensiero della sua morte, mi dicevo “non è possibile, sono così avanti nella gravidanza, sono tranquilla, starà dormendo, domani la sentirò di nuovo… del resto è ancora così poco che la sento muovere”. L’ostetrica non trova il battito ma attribuisce la colpa alla strumentazione un po’ datata. Le credo, in fondo come poteva andare male! Però mi consiglia di recarmi al pronto soccorso ostetrico. Lì mi rimpallano un po’ tra un ambulatorio e l’altro, poi la dottoressa “ … effettivamente qui non c’è battito”, neanche un misero “mi dispiace”.
Il tempo si ferma, tutto è rimasto fermo lì a quell’orrendo giorno, il 19 settembre 2007, sul quel lettino attaccata all’ecografo.
Al contrario, l’iter ospedaliero corre veloce con tutti i suoi tristissimi adempimenti, il parto, il raschiamento … il vuoto. Non ho potuto vederla, accarezzarla, baciarla. Non ho potuto chiedere per lei il battesimo o anche una semplice benedizione. E’ come se mi avessero strappato un pezzo di me … un dolore, oltre che psicologico ed emotivo, anche fisico.
Io sono ferma a quel giorno, il resto della vita intorno a me è andata avanti. Io ho ripreso a fare le cose di sempre, ma come se a farle fosse una Giovanna diversa da me. Faccio le cose meccanicamente, fatico a trovare l’entusiasmo di sempre anche con gli altri miei due bimbi e capisco benissimo che non è giusto per loro. Ci sono giornate di estrema tristezza e passività altre piene di rabbia e di pensieri cattivi, ed io non voglio essere così, perché non lo sono mai stata.
Guardo al domani con tanta paura, io che prima ero sempre stata così diversa, forte, coraggiosa e con le spalle robuste. Le paure non riguardano solo una futura gravidanza, ma anche i miei affetti attuali, la paura che tutto possa trasformarsi di nuovo e inaspettatamente nella buia esperienza di morte che ho toccato con mano.
- Data ultima mestruazione 22 maggio 2007
- Epoca del concepimento 5 giugno 2007
- Data presunta del parto 28 febbraio 2008
- Settimana 17+1
- Giorni 120 (finito 4° mese, iniziava il 5°)
Grazie a questo posto pieno d'amore a dispetto di tutto! Giovanna