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Capitolo 2 - I preparativi

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    Valandur
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    00 29/03/2006 13:46
    I compagni si ritrovarono nello studio di Elrond all'orario convenuto: erano presenti anche Halbarad e Glorfindel.
    Sul lungo tavolo al centro della stanza erano state aperte numerose mappe dell'Eriador, delle Montagne Nebbiose e delle Terre Selvagge, ed i compagni notarono con un'occhiata che molti libri erano accatastati disordinatamente sullo scrittoio posto vicino alla finestra ad abbaino.
    Essa si apriva sull'ingresso ovest della tenuta, e sul piccolo ponte di pietra che scavalcava l'impetuoso torrente che attraversava la valle di Gran Burrone.
    Lo studio del Mezzelfo era piccolo e raccolto: evidentemente il suo spazio non era stato progettato per le riunioni numerose, ma per le letture solitarie del suo Signore. Non c'erano quindi sedie sufficenti per tutti ed alcuni di loro dovettero adattarsi, accomodandosi sul baule posto vicino alla porta d'ingresso, sulla piccola panca che racchiudeva l'abbaino che illuminava il locale o sulla rustica sedia dello scrittoio che ne ingombrava una delle pareti.

    Il mezzelfo salutò brevemente i nuovi arrivati e fece loro segno di prendere posto come potevano, mentre si accomodava sull'unica poltrona:

    "Il mio benvenuto a tutti. Spero perdonerete il piccolo disagio dovuto allo spazio limitato, ma ho ritenuto opportuno sacrificare la comodità in favore di una maggiore discrezione. L'argomento di questa riunione è infatti molto delicato, ed è preferibile che le decisioni che prenderemo qui rimangano confinate tra queste mura. Per quanto vicine possano essere, sono però sicure e lontane da orecchie indiscrete."

    I sei compagni ripensarono ai due premurosi inservienti che li avevano accolti al difuori degli alloggi privati del mezzelfo: i loro modi erano gentili, ma assomigliavano più a guardie che a maggiordomi.

    "Siamo qui per vagliare le informazioni in nostro possesso, e prendere una decisione in merito al vostro difficile viaggio. La vostra meta infatti si trova ben lungi da qui, separata da noi da regioni ormai disabitate e pericolose."
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    endik
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    00 29/03/2006 15:57
    Olin
    Dopo le formalità di rito ed il saluto di Mastro Elrond i membri della compagnia si erano disposti sui pochi posti a sedere. Olin aveva occupato una sedia vicino al tavolo e stava osservando le mappe.

    "Non è certo il mio mestiere, ma da quello che so, l'ingresso di Khazad-Dum si trova da qualche parte nell'Eregion, nella zona dell'Agrifogliera." Affermò il nano, poi ominciò a cercare sulle mappe.

    "Questa segnata qui," chiese indicando una linea irregolare che portava dal cuore dell'Eregion fino alle montagne "non potrebbe essere la strada che conduceva da Ost-in-Edhil ai cancelli?"

    Olin rimase chino sulle mappe aspettando l'intervento dei compagni.

    "Isilion, Yares, venite a vedere!"

    [Modificato da endik 29/03/2006 15.58]

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    Ossian77
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    00 30/03/2006 16:42
    Kithomir
    Kithomir era rimasto in un angolo della stanza, dopo aver salutato tutti i presenti. Quando il nano fece notare la strada sulla mappa si accosto' al gruppo e disse:

    Kithomir:"Il suo istinto la guida bene, Maestro nano. In tempi piu' felici, elfi e nani commerciavano fior di mecanzie su quella strada. la strada stessa veniva considerata un'opera di ingengneria edile sopraffina, fatta da eldar e khazad per farvi passare pesanti carri a gran velocita' e in tutta sicurezza. La strada iniziava dal Cancello dell'Agrifogliere, ad Occidente di Khazad Dum, e finiva ad un incrocio con la Gwaith i Mirdain, la corporazione degli orafi posta poco al di fuori di Ost in Edhil. A quell'incrocio giungevano altre strade. Una da Lond Daer, il porto numenoreano del sud, e l'altra da Tharbad. Sono comunque sicuro che i ricordi personali di sire Elrond siano molto piu' precisi e diretti. Forse potrebbe darci delle preziose indicazioni su come orientarci, con questa o altra mappa, una volta giunti nei pressi di Sarnoguado"

    E, detto questo, si volto' verso il Signore di Rivendell ed attese.

    [Modificato da Ossian77 30/03/2006 16.51]

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    Valandur
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    00 30/03/2006 17:40
    Elrond si alzò ed osservò per qualche istante la linea tracciata sulla mappa.
    Rimase silenzioso per qualche interminabile secondo, immobile, apparentemente perso nei suoi pensieri.
    O nei suoi ricordi.
    Quando si volse di nuovo in direzione di Kithomir, i suoi limpidi occhi grigi erano velati di malinconia:

    "Ahimè, della grande strada che univa la fortezza degli Eldar alla dimora dei Naugrim non è rimasto che uno stretto viottolo serpeggiante. Sempre ammettendo che nel frattempo anch'esso non sia stato invaso dalla vegetazione: da moltissimo tempo infatti non è stato più calpestato dai suoi creatori, elfi o nani che siano."

    "Ciononostante" intervenne Meneldir, inatteso sostenitore dell'idea di Kithomir, "anche un semplice viottolo può servire da guida per un piccolo gruppo di viaggiatori: noi non porteremo con noi pesanti carri o merce delicata."
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    endik
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    00 30/03/2006 18:20
    Olin
    Il nano era rimasto un po' deluso dalle parole di Elrond. Sperava che il mezzelfo confermasse la presenza di resti di una grande strada, un segno tangibile della gloria di un tempo.

    "Io non sono molto pratico delle zone selvagge, in effetti se non avessi una guida mi potrei perdere anche nel parco di una città, ma con noi abbiamo degli ottimi ranger. Già più di una volta hanno dimostrato la loro abilità!" disse speranzoso portando il suo sguardo sui compagni seduti.

    "Inoltre, stando alla mappa, abbiamo più o meno un punto di riferimento del luogo a cui dovremo arrivare, non è così?"

    Le parole di Olin nascondevano a stento la sua trepidazione. Voleva a tutti i cosi che qualcuno gli dicesse che non sarebbe stato difficile, che da lì a qualche settimana avrebbe visto le sale dei suoi padri.

    "Mastro Elron, sapete niente dei cancelli? Il mio popolo usava celare l'ingresso ai loro reami, è così anche per Khazad Dum?"
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    00 31/03/2006 13:27
    "No Mastro nano" rispose Elrond,
    "i cancelli di Khazad Dum non erano celati: a quei tempi infatti l'Eriador non era la distesa deserta e desolata di oggi. L'Agrifogliere era popolato di elfi ed il nanosterro era nel momento del suo massimo splendore. I due regni erano potenti, nulla sembrava potesse minacciarli ed il Cancello Occidentale venne aperto proprio per legarli maggiormente. I terribili fatti succesivi dimostrarono che noi tutti ci sbagliavamo e la porta venne sprangata, estraniando per sempre le due razze."

    Il mezzelfo rimase qualche istante assorto, contemplando la mappa che rappresentava le montagne nebbiose, proprio nel punto in cui sorgevano i cancelli di Moria.

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    Ossian77
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    00 31/03/2006 15:12
    Kithomir
    Kithomir:Sire Elrond dice il vero, ma non dobbiamo abbandonare la speranza. Circa 45 secoli saranno passati dall'infelice caduta di Ost In Edhil al giorno in cui i vostri stivali, Mastro Olin, calpesteranno quel viottolo un tempo grandioso. Mesi fa, purtroppo in circostanze poco gloriose, credo di essere passato da quelle parti, per qualche ora. Dico credo, perche' stavo scappando manco avessi un esercito alle calcagna, ed era notte, ed ero stanco. Tuttavia venivo da nord, una zona collinare che conosco bene, e ad un tratto, nel cuore della notte, il sentiero si e' alzato di colpo, come se avessi incontrato un terrapieno. L'ho scavalcato e mi sono accorto che la cima del terrapieno era piatta e lastricata. Li' per li' ho pensato alle mura di qualche fortino, sepolte da secoli di dimenticanza. Poi ho notato che le 'mura' continuavano alla mia destra e sinistra forse per qualche centinaio di metri. Un castello di tali dimensioni lo dovrei conoscere dai miei libri. Ho continuato a correre come un indemoniato, per ore ed ore, e mi sono fermato solo qualche giorno dopo, presso l'inizio occidentale dei Monti Bianchi. Una volta al sicuro in una citta' dei Nimrais mi sono fermato a ricordare l'episodio e un particolare mi e' tornato in mente. Il Caradhras, il Celebdil ed il Fanhuidol, ovvero il Cornorosso, l'Agentacuspide e il Vettanubi non erano molto lontani. Questo mi ha fatto pensare che le "mura" su cui mi ero arrampicato altro non fossero che la strada dell'Agrifogliere. Non ci potrei giurare, ma ne sono quasi sicuro. Vorrei dirvi che in quel luogo ho sentito le rocce parlarmi della gloria passata, ed i ricordi degli alberi unirsi al coro, ma non ho tale sensibilita'. Tuttavia le carte sono carte, e possiamo essere ottimisti"
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    00 08/04/2006 16:59
    Yeras
    Anche in questa occasione, come nel corso dei due precedenti Consigli, Yeras rimaneva taciturno e defilato.
    Ascoltava attentamente tutto quello che veniva detto, ma le persone che aveva di fronte possedevano conoscenze e capacità di gran lunga superiori alle sue e perciò non riteneva opportuno aggiungere nulla di personale alle discussioni in corso.
    Si limitava ad osservare le mappe srotolate sul tavolo e a seguire con gli occhi i percorsi tracciati su di esse e i movimenti delle dita dei suoi compagni che, di volta in volta, indicavano una regione piuttosto che un fiume.
    In un momento di silenzio, quando tutti erano evidentemente presi dai propri pensieri, il Giovane Ramingo osò fare una domanda che da tempo avrebbe voluto fare:
    Chiedo scusa” disse timidamente, ma le sue parole uscirono in un flebile sussurro.
    Allora si schiarì a voce e ripetè, con più decisione:
    Scusate se interrompo le vostre discussioni” tutti improvvisamente si girarono verso di lui “volevo farvi una domanda che forse potrà sembrarvi sciocca, ma a cui io non so dare una risposta” attese qualche secondo, poi chiese “se Moria, il luogo verso cui ci dirigeremo, in passato è stato un Regno così maestoso ed importante, perché è stato abbandonato e, soprattutto, perché nessuno vi è più tornato per tentare di ricostruire e rinstaurare ciò che era un tempo?
    Rimase in silenzio per qualche istante, gli occhi di tutti fissi nei suoi.
    *Ecco, lo sapevo … ho fatto una domanda stupida*
    Alzò le spalle in un gesto ingenuo ed inarcò entrambe le sopracciglia:
    Su questi due punti è stato fatto solo un vago e incomprensibile accenno durante il primo dei due Consigli e nessuno di voi ha mai più detto niente su ciò che è accaduto in quel luogo
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    Ossian77
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    00 08/04/2006 19:40
    Kithomir
    Segui' un silenzio abbastanza imbarazzato.
    I presenti si guardavano l'un l'altro, come a chiedere al vicino di prendere la parola. Alla fine, Kithomir rispose.

    Kithomir:"Yeras, in una riunione cosi', le uniche domande stupide sono quelle che non vengono fatte. Hai fatto bene a chiedere il perche' del, temporaneo" disse guardando Olin "abbandono di Moria. La ragione e' un mistero. Un mistero che e' li' che aspetta di essere scoperto. Forse non da noi. Qualcuno, prima o poi, la verita la scoprira' e riuscira' a tornare indietro."

    Segui' un altro silenzio, stavolta i presenti guardavano anche lui.

    Kithomir:"Si, signori. Moria non e' rimasta inviolata per 1000 anni. Non del tutto. Vi sono persone che sono riuscite a penetrare, per fortuna o grazie ad informazioni che sono riusciti a recuperare chissa' dove. La maggior parte di loro e' sparita, e sappiamo della loro impresa solo dalle memorie di quelli che li hanno dovuti salutare. Ma ne parleremo con calma durante il viaggio. Per rispondere a Yeras, e' giusto che tu lo abbia chiesto, ma non possiamo darti una risposta precisa. Onuno di noi in un modo o nell'altro sa che c'e' qualcosa che ci aspetta, dentro quelle sale. Qualcosa di antico e potente. Il Flagello di Durin, lo chiamano, ma quale sia la sua natura non e' noto. Sappiamo che fu destato da alcuni dei nani che allora scavavano sotto il Cornorosso, alla ricerca di un prezioso materiale, il "vero Argento" o Mithril. Sappiamo che il "Flagello" riusci' a scacciare i nani da Moria, sebbene questi abbiano opposto la piu' strenua delle resistenze. Sappiamo che quella....cosa...ha la capacita' di attirare il male a se, e non sarebbe strano se molto prima di incontrarla, ammesso anche che capiti, noi si debba avere a che fare con un intera corte di immonde creature. Questo e', piu' o meno, tutto cio' che vale la pena sapere adesso su Moria e sul suo abbandono. Un tema che dobbiamo affrontare a viso a perto noi stessi se non vogliamo andare al Nanosterro illudendoci di non incontrare delle sfide forse letali"
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    endik
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    00 10/04/2006 10:32
    Olin
    Il giovane nano annuì gravemente alle parole dell’uomo del sud.

    “Quello che Kithomir dice corrisponde al vero, o almeno è quello che ci insegnano!” disse “E’ stato il desiderio di estrarre il mithril a risvegliare la sventura sulla mia stirpe. La mia gente ama questo metallo sopra ogni altro. Esso può essere lavorato per creare dei gioielli magnifici, ed è malleabile e morbido come argilla, ma può essere anche lavorato per creare delle armi potentissime e delle corazze impenetrabili anche se leggere come una giubba. Esso è estremamente raro, in tutta la Terra di Mezzo si può trovare solo a Moria. Scavando sotto Cornorosso essi hanno però risvegliato una creatura del male. In breve tempo essa ha reso la vita tra le aule di Kazhad Dum impossibile. A nulla è valsa la strenua resistenza dei miei padri, il re e molti valorosi guerrieri sono caduti nel tentativo di rispedire quella creatura del buio. Così i pochi superstiti sono dovuti fuggire. Alcuni sono fuggiti ad ovest trovando rifugio a Belegost su Monti Azzurri, altri sono fuggiti verso est, in cui si trova la rocca dei monti Ferrosi, altri hanno fondato un nuovo reame, Erebor o Montagna Solitaria. Lì dimora il re. I nani ricostruirono le loro case, ahimè, senza mai eguagliare lo splendore di un tempo. La sventura si abbattè ancora sul mio popolo quando dai monti grigi scese Smog il drago e scacciò i miei padri da Erebor. La caduta del drago per mano del nobile Brand e la riconquista delle nostre case è storia recente.”
    Olin tacque per alcini istanti. Nei suoi occhi era ben visibile l’angoscia che provava.

    “Nessuno di noi ha mai abbandonato il ricordo della nostra casa, giovane amico, nel cuore di ogni nano alberga la speranza di riuscire un giorno a riconquistare quelle sale, ma il mio cuore mi dice che il Flagello di Durin è ancora lì. Ardua e pericolosa è la nostra cerca. Moria è un luogo immenso. Ci insegnano che è costituita da 13 livelli, per l’esattezza sette abissi e sette livelli, di cui il primo abisso è anche il primo livello. Questo piano è vasto come una grande città degli uomini. Potrebbero volerci giorni interi solo per trovare la strada. La camera che cerchiamo dovrebbe essere al settimo livello, cioè quello più alto. Mazarbul è chiamata, cioè “la camera degli scritti”.”
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    Ossian77
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    00 10/04/2006 11:15
    Kithomir
    Il gondoriano sorrise compiaciuto. Si aspettava una certa erudizione in materia da qualunque nano, ma era sempre bello trovare conferma. Guardando Yeras, aggiunse:

    Kithomir:"Mazarbul, la ventunsima sala dell'estremita', o 'ala', nord del settimo livello. Il nostro unico indizio e' dunque questo: salire ogni volta che si puo'"
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    Admin-Geko
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    00 10/04/2006 12:48
    Yeras
    Yeras guardò meravigliato l’Uomo del Sud e assorbì fino all’ultima parola da egli pronunziata.
    Aveva da poco iniziato a riflettere su quanto aveva appena ascoltato che Olin iniziò a parlare raccontando brevemente la terribile storia del Flagello di Durin.
    Nella stanza calò di nuovo il silenzio e il Giovane ramingo iniziò a spostare lo sguardo incredulo, da Kithomir al nano, come per accertarsi che quei due personaggi non fossero il frutto della sua fantasia e che si trovassero realmente li, presenti, e avessero davvero raccontato quella serie di terrificanti e remoti eventi.
    Dopo alcuni attimi che sembrarono eterni, Yeras emise un profondo sospiro, abbassò leggermente le spalle ed istintivamente poggiò la schiena al muro a lui più vicino.
    Abbassò gli occhi verso il pavimento e con voce lenta e seria, quasi stesse parlando a se stesso, disse:
    Quanto mai deve essere importante questa Pietra di cui abbiamo solo vaghissime informazioni e la cui ricerca ci porterà in un luogo ampio come una Montagna, pericoloso come un inferno, misterioso e sconosciuto come … la Morte?
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    Ossian77
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    00 10/04/2006 15:07
    Kithomir
    Kithomir sgrano' gli occhi e sorrise di nuovo. Fece un passo verso Yeras e si chino' leggermente, per far giungere meglio la sua voce al ramingo che si era chiuso in se stesso.

    Kithomir:"Ehi, Yeras, non so che guerrieri ci staimo portando dietro, ma so di certo che sei sprecato come battipista. Se mi mettessi a cercare in tutti i tomi che ho letto una descrizione piu' esatta e succinta di come e' Moria adesso, beh, dubito che la troverei"

    Attese un attimo la reazione di Yeras, che alzo' la testa per guardare il Gondoriano.

    Kithomir:"Un po' di ottimismo, suvvia. Questa e' una missione di segretezza. Mordi e fuggi. Entriamo, arraffiamo e ce ne andiamo prima che si siano accorti di noi. Siamo pochi e bene addestrati, la ricetta migliore. Abbiamo inoltre molte leghe di cammino davanti a noi per affiatarci ed imparare a conoscerci. E si, la pietra, ovunque sia, e' molto importante. Se anche odiassi ognuno di noi quanto ami la tua gente, e so che la ami, dovresti seguirci per aiutarci a trovarla, o impedire che cada in mani nemiche. Poiche' con quella pietra in mano al nemico, nessun nascodiglio sarebbe sicuro a lungo. Forse solo Rivendell, qui dove siamo, ma di certo non il tuo villaggio. Chi vuole quella pietra, ha l'occhio e e braccia molto lunghe. Con essa, il suo sguardo potrebbe spaziare ancora piu' lontano, e piu' facilmente potrebbe toccare la tua gente, dirigendo i suoi servi a suo piacimento. Ci sara' modo, durante il viaggio, di raccontarti per bene quello che sta accadendo ora nella Terra di Mezzo, specialmente in questi due anni".

    Se fermo' un attimo. Guardo' in direzione dei suoi futuri compagni di viaggio, poi verso Elrond, cercando uno sguardo di approvazione. Il mezz'elfo fece u leggero cenno di assenso col capo.

    Kithomir:"Yeras, la marea si sta alzando, adesso, per tutti i popoli liberi senza distinzione. Elfi, nani e uomini. Saggi e stolti, audaci e pavidi, corrotti ed innocenti. Tocca a noi dare una mano per arginarla. Adesso puoi salire a bordo. Adesso. Non domani ne' dopo". e tese la mano al ramingo.
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    00 10/04/2006 15:22
    Yeras
    Ripetimi, Kithomir, quali sono le armi che abbiamo a disposizione” disse Yeras tutto di un fiato, ricambiando con vigore la stretta di mano che l’Uomo del Sud gli stava offrendo “dimmi quali saranno i nostri mezzi per riuscire li dove molti, prima di noi, hanno fallito. Ricordami quali sono le capacità che possediamo e che ci permetteranno di ritornare vivi e vittoriosi da un luogo divenuto talmente nefasto da indurre un intero Popolo di Nani a doverlo abbandonare
    Il Giovane Ramingo stava sorridendo, gli occhi fissi in quelli dell’Uomo del Sud, la ruvida mano ferma in una sincera e tenace stretta.
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    Kithomir
    Kithomir diede una leggera pacca sulla spalla di Yeras e disse anche lui quasi ridendo.

    Kithomir:"Piu' armi di quante ce ne servano! Abbiamo un dunadan, un elfo ed un nano, ognuno armato co armi leggendarie e che non vedono l'ora di mietere orchetti come fossero giovani alberelli. Anche Gwaeron non sembra essere uno tanto carino quando mette le mani alle armi. Se questo non dovesse bastare, avete sempre me, e posso ammazzarli di chiacchiere, poco ma sicuro. Vi imploreranno di portare via la Palantir, puche' mi portiate con voi e li liberiate della mia presenza! E poi, ma che diavolo, non vorrai mica vivere per sempre, no?"
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    Admin-Geko
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    Yeras
    Se ho bene inteso ciò che tu, Olin e gli altri avete raccontato in merito a Moria … beh, allora i pericoli principali di fronte ai quali ci ritroveremo non potranno essere sconfitti ne fermati con il mio arco, ne con la spada di Meneldir, ne con l’ascia del mio amico Nano!
    Yeras scosse la testa sorridendo.
    A questo punto l’ultima arma che ci rimane sono le tue chiacchiere, Kithomir … e a quanto ho potuto costare in questi due giorni non credo che correremo il rischio di rimanerne sprovvisti: sembra che tu ne abbia una scorta interminabile!
    I due si scambiarono un simpatico segno di intesa con il capo e poi riportarono la loro attenzione verso il resto del gruppo.
    Scusatemi se, poco fa, mi sono fatto prendere dallo scoramento
    Rimase qualche istante in silenzio poi, cercando Meneldir con lo sguardo, concluse:
    Dove eravamo rimasti?
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    00 12/04/2006 13:06
    Meneldir era rimasto in silenzio ad osservare la grande mappa stesa di fronte a lui: rappresentava l'intera catena delle Montagne Nebbiose e vi erano segnati tutti i passi montani che univano l'Eriador alle terre Selvagge.
    Venne riscosso dalle parole di Yeras, ma non gli rispose.
    Indicò invece un punto della cartina e si volse verso Elrond, in piedi accanto a lui:

    "Cosa rappresenta questo?"

    "Questi sono i Cancelli Orientali di Khazad-dum"
    rispose il Mezzelfo,
    "il più antico ingresso alla dimora dei naugrim. Si racconta infatti che Durin decise di fondarla dopo aver ammirato le limpide acque del lago Azanulbizar, ampliando e collegando fra loro le vaste caverne naturali che si trovavano nel cuore del Caradhras. E' la zona più antica e più importante del nanosterro: qui si trova certamente la Camera di Mazarbul, ed in essa si snoda la Strada di Durin, che collegava i due cancelli della città, e che permetteva di passare da un versante all'altro delle montagne."

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    00 13/04/2006 09:38
    Kithomir
    *Attraverso le Montagne Nebbiose, ed e' estate, e poi attraversao la porta del Mirolago...se quest'uomo ha avuto questa idea e' un genio! Entriamo dalla parte di Mazarbul e non siamo costretti a farci la strada di Durin per intero. Non ci avevo neanche lontanamente pensato...*

    Rimugino' Kithomir avvicinandosi alla mappa e seguendo il movimento delle dita di meneldir e le parole di Elrond.

    [Modificato da Valandur 16/04/2006 20.23]

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    00 13/04/2006 13:11
    Olin
    Alle parole di Meneldir e di Elrond tornò a fissare la mappa.

    "Dunque passeremo dal cancello orientale, quali sono i passi che portano dall'altra parte delle montagne?"
    chiese con curiosità.

    [Modificato da Valandur 16/04/2006 20.22]

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    00 16/04/2006 20:39
    Elrond sorrise mentre rispondeva ad Olin:
    "La questione non è così semplice come potrebbe sembrare Mastro Nano."

    Glorfindel prese la parola, per la prima volta da quando era cominciata quella riunione, e la sua espressione non era certamente rilassata. Sembrava anzi piuttosto concentrata, ed il suo viso era corrucciato mentre le sue dita affusolate tracciavano un cammino sulla mappa srotolata sul tavolo:

    "Le terre da Gran Burrone al Passo del Caradhras sono desolate e nessuno della gente di Gran Burrone ha attraversato il passo da molti e molti anni. Anche in piena estate poi, non si tratta certo di un'ascesa facile da effettuare. Inoltre il Cancello Orientale di Moria sarà certamente sorvegliato dagli Orchi e sarà quindi piuttosto difficile eluderne la vigilanza. Io credo quindi che sarebbe più saggio prendere la strada dell'Eregion e del Cancello Occidentale, fidando poi nella protezione offerta dalla Strada di Durin, che si sviluppa nel sottosuolo, al riparo da occhi indiscreti."

    La discussione si riaccese immediatamente.
    Halbarad e Meneldir non sembravano essere d'accordo con l'Alto Elfo e lo dimostravano pienamente:

    "Ciò che dici è certamente vero" disse Halbarad, "ma credo che la recente sconfitta subita dagli Orchi alla Montagna solitaria li possa aver privati delle loro forze migliori, constringendoli ad indebilire il loro controllo del territorio. Io credo sarebbe addirittura possibile giungere al Cancello Orientale superando le Montagne Nebbiose dall'Alto Passo che si apre poco ad est di Gran Burrone, discendendo poi l'alto corso del Grande Fiume fino a Lòrien, dove credo potreste ricevere aiuto, e notizie su quella zona remota ed a noi ormai estranea."


    Elrond li interruppe con un gesto imperioso della mano.

    "E' importante sapere cosa ne pensano coloro che tale impresa hanno deciso di intraprendere, anche se credo avrebbero bisogno di maggiori informazioni per poter meglio decidere.
    A tale riguardo posso dire questo: le notizie che ci sono giunte dai nostri battitori sono abbastanza buone su ambedue i versanti delle Montagne Nebbiese, gli Orchi essendosi ritirati all'interno delle loro fortezze. L'Alto Passo ed i guadi sull'Anduin sono ora tenuti dalla gente di Beorn, anche se fino a quando riusciranno a mantenerli è ancora da verificare. Una cosa è certa: durante la Battaglia dei Cinque Eserciti gli Orchi hanno subìto perdite pesantissime ed ora si sono rintanati nelle loro piazzaforti a riprendersi. E' probabile, anche se tutt'altro che certo, che non vi disturberanno durante il viaggio."

    [Modificato da Valandur 16/04/2006 20.47]

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