la lettera di Dosso...
All'epoca ne avevamo parlato e riparlato, ma, letto l'articolo di Fiorenzo Dosso, mi viene spontaneo ritornare sull'argomento.
Nella finale col Pisa ero presente sia al Brianteo che all'Arena.
La sparata di Covarelli, vista dal SUO punto di vista, non era campata in aria: fino a pochi anni prima il Monza era veramente il Milan B, nel 2007 Begnini per fortuna ci aveva liberati da quell'infamante etichetta, ma quando diffondi una certa immagine di te all'opionione pubblica, poi è difficile togliersela di dosso. Fermo restando che il Monza è sempre stato nell'orbita Milan, dai famosi campionati degli anni 70, allorchè il diktat di NON andare in A arrivò da via Turati, passando dalla "promozione" di Galliani dal Monza al Milan, poi l'era Giambelli, un servo a tutti gli effetti di Berlusconi (ricordiamo la presenza nei nostri spogliatoi di Berlusconi dopo la vittoria in coppa Italia 1988 contro il Palermo, fino all'asservimento completo con l'arrivo di Buriani), e tutto sommato ancor oggi con Colombo, un uomo-Milan come lo era suo padre prima di lui. Paradossalmente l'unico periodo in cui ci liberammo dell'ingombrante vicino meneghino fu proprio l'era Begnini, durata purtroppo un soffio di vento.
Quindi Covarelli non sarebbe più di tanto da colpevolizzare.
Quanto alla gara di ritorno, l'ambiente intimidatorio lo hanno vissuto i giornalisti, di questo dò atto a Dosso. I quali, a causa di un clima un pò ostile (non so cosa successe nei dettagli) preferirono staccare il popò dalla cadrega di velluto della sala stampa e venire sul cemento della curva con noi tifosi. Chiamare le forze dell'ordine, magari... non credo che avrebbero menato dei giornalisti, in sala stampa di certo non ci sono gli ultras.
Per il resto non ci fu nessuna vessazione fino al fischio finale, allorchè un gruppo di facinorosi (provenienti cmq dai distinti, quindi presumibilmente cani sciolti, non dalla curva pisana) cercò di forzare il cancello della nostra curva, dove però i nostri SAB fecero trovare pane per i loro denti.
Quanto al campo, che avremmo perso lo si era capito ancora ben prima dell'inizio della gara, quando Begnini fece una ricognizione del campo. Vidi lui e Sonzogni a testa bassa, parevano rassegnati come se il risultato fosse già deciso. La squadra in campo, poi, rispecchiò in toto questo atteggiamento, con 11 giocatori scazzati che giochicchiavano limitandosi a difendere. Il Pisa non era neppure quel granchè di squadra, Ciotola venne alzato come un eroe, ma contro una squadra così rassegnata come la nostra, avrebbe vinto anche il Tuttocuoio.
Dosso forse dovrebbe informarsi di come vissero lo spareggio i nostri tifosi nel 1979, al Dallara contro il Pescara. Lì si che ci fu un clima intimidatorio, con tifosi azzurri fatti sconfinare nel nostro settore, striscione rubato appena entrati nello stadio, il tutto senza che la polizia muovesse un dito. Questo lungi dal giustificare l'atteggiamento della squadra, impaurita e con le gambe molli per il solo fatto di essere di fronte a 35K tifosi avversari (ma il match si svolse senza nessuna interferenza del pubblico). Ma lì probabilmente c'erano altre motivazioni, molto dietro le quinte, come dicevo sopra.
p.s. io Micheletti me lo ricordo ancora prima, negli studi di TOP 43 (Teleoltrepò), quando parlava del Pavia.