Re:
Mark Lenders (ML), 23/01/2017 17.47:
Non ho visto tutta Juventus-Lazio ma in compenso mi sono sorbito (tutte e tre dal vivo) Milan-Lazio, Lazio-Roma e Inter-Lazio. E ti dico che tra le partite con la Juve e quelle con le altre mi pare che ci sia comunque differenza. I primi tempi di San Siro erano stati perfino salvabili, con la Roma abbiamo perso per colpa di due errori individuali. Sono state tre brutte partite, ma sono state delle partite. Per questo ti dico che non mi va di prendere quella di ieri per elevarla a sistema e farne discendere tutta una serie di conclusioni. E ti ridico pure un'altra cosa, che ti avevo detto su Whatsapp ma che a questo punto voglio condividere erga omnes. E cioè che mi torna poco questo disfattismo da parte di chi fino a sabato, anche senza fare i caroselli, era ben contento dei 40 punti in 20 partite. Cioè, se oggi sparano a zero i vari Reflex e Matador, che fanno la guerra a Inzaghi dal giorno uno e c'hanno da ridire pure quando si vince e si sta a -1 dalla Champions, lo trovo del tutto coerente. Se sparano a zero Boks e No Surrender, che stanno sullo scazzato fisso e non hanno mai dato una lira a questa stagione, non mi sorprendo. Viceversa mi pare che te e Cuchillo stiate dando troppa importanza a una partita con la Juventus, sul campo della Juventus, e per giunta giocata sapendo che non a tutti i laziali avrebbe fatto piacere una grande prestazione proprio ieri. Ripeto, per quanto mi riguarda c'è tempo per mandare tutto a puttane. Io almeno altri otto giorni li voglio aspettare.
Non si tratta di mandare tutto a puttane, ma di prendere atto della perfetta sintesi di Baruch
ℬaruch, 23/01/2017 16.22:
Hai fatto bene a non vederla, ieri. Credo che la differenza tra le sensazioni tua e nostra stia principalmente lì, che ieri era percepibile che non siamo diventati né potremo mai diventare una squadra in grado di dare anche solo fastidio a chi è più forte.
Ti assicuro che quella di ieri - sia da un punto di vista razionale sia a pelle - è stata un'apocalisse, nel senso biblico di "disvelamento".
La verità strutturale che conoscevamo, ma che cercavamo con tutte le nostre forze di derubricare a dato transeunte, ci è arrivata in faccia tutta in un colpo e come un meteorite.
Ora sappiamo che non solo questo campionato, ma anche i prossimi a tempo indeterminato e fino a cambiamenti sostanziali, saranno solo una perdita di tempo: almeno per chi non considera normale pulire i cessi delle tre strisciate e delle due partenopee.
Se non tieni conto di questo dato - non solo emotivo - non puoi comprendere le reazioni di fronte a una sconfitta che, in sé, sarebbe fra le più indolori.
Questione Coppa Italia: siamo già scappati una volta dai quattro derby stagionali con la "saggezza" di Reja, e non ho voglia di rivivere quella sensazione col nipote.
Se devo scegliere, meglio il pressoché certo 4 su 4.
E dico pressoché certo perché, di fronte a tale possibilità, ne saranno consapevoli e faranno di tutto per arrivarci al solo scopo di umiliarci.
Ormai li invidio sotto questo profilo, avanti così finirò per stimarli più dei nostri scolaretti invertebrati.
Fermo restando che secondo me non passeremo con l'Inter, poiché l'affronteremo nel momento sbagliato.
Credete davvero che la svolta impressa da Pioli sia definitiva? Personalmente ne dubito.
Al momento stanno emergendo la serietà del lavoratore e le idee interessanti del tecnico perché lo spogliatoio peggiore del mondo non gli ha ancora preso le misure: al più tardi l'anno prossimo, ma secondo me già in questa stagione, i nodi verranno al pettine.
Il problema è che contro di noi saranno ancora nella fase di pace armata con l'allenatore.
Quanto alla tua analisi sul valore dei singoli, concordo con gran parte delle tue osservazioni, ma suddividerei la faccenda in due tronconi.
Sulla qualità individuale si può lavorare meglio in sede di mercato, ma senza cambiamenti nel fatturato difficile sperare in miracoli.
Una fisionomia precisa e perseguita coerentemente, invece, ce l'hanno Chievo ed Empoli, segno che evidentemente non costa così tanto: il problema è volerlo, a partire dalla scelta dell'allenatore.
Scrivi: "Penso che la prima cosa da fare per l'anno prossimo sia decidere che tipo di squadra vogliamo essere".
Nulla di più condivisibile: ma, finché perdurano gli attuali criteri gestionali, stai parlando di un'altra società.