La figura di Guido Rossa mi ha sempre incuriosito e interessato, oltre che averne un pofondo rispetto, mi son sempre riproposto di approfondirne la storia, che conoscono dalla lettura di altri libri che raccontavano ciò che gli capitò. Dopo tanto l'ho fatto leggendo questo libro che mi permetto, tanto per cambiare, a tutti
Molti di voi preferiscono la narrativa, io no, ma in questo libro, la cui lettura scorre via velocemente, troverete una storia e la soluzione ad un perchè, oltre che a dei misteri insoluti, in più conoscerete (nel caso remoto non ne abbiate mai avuto sentore) un fatto importante per la vita democratica di questo paese. Tutto questo vi permetterà anche di valutare meglio certi personaggi politici attuali, che non hanno una briciola del coraggio che ebbe Rossa.
Questo è un libro che quando lo si inizia si fa fatica ad interromperne la lettura, tanto bello è. Il libro è scritto dalla figlia Sabina, è uno scritto molto toccante ed interessante. Oltre a raccontrare del proprio rapporto col padre indaga molto efficaciemente sul periodo prima dell'assassinio, sugli esecutori, i complici e la motivazione, sia quella giudiziaria che quella che Sabina Rossa scopre man mano che si addentra nei fatti. Sabina Rossa ha contattato quasi tutti i personaggi che ebbero a che fare col padre, sia quando questi era in vita che dopo la sua morte (riguardo le inchieste). Il libro contiene le testimonianze di colleghi di lavoro, compagni di partito e sindacato, terroristi, magistrati e forze dell'ordine.
Guido Rossa è una di quelle persone "normali" che ha avuto il coraggio di fare ciò che doveva, e anche di più. Denunciò un suo collega operaio che distribuiva volantini delle Brigate Rosse in fabbrica, l'Italsider. Guido Rossa era un semplice operaio, sindacalista e comunista, e trovò la forza di spezzare l'omertà in fabbrica e recidere quell'apoggio che le BR avevano tra i lavoratori. Al momento della denuncia fu lasciato solo dai colleghi, che pure erano a conoscenza dei fatti, e dopo fu lasciato solo da chi avrebbe dovuto proteggerlo, ma ancor prima non esporlo. Uccidendo Guido Rossa le Brigate Rosse uccisero uno di quelli che millantavano di voler liberare, gli operai, perdendo l'appoggio di chi fino al quel momento si era trincerato dietro il famigerato "nè con lo Stato nè con le B".