Petrolio a 200
Maurizio Blondet
19/09/2007
Bisogna fare la guerra all'Iran.
L'ha detto anche Kouschner (della grande famiglia dei Katz).
Lo ripete Fiamma Nirenstein: la guerra è un «antidoto» (1).
Antidoto contro cosa?
Contro il pacifismo del'Europa, il panciafichismo.
Ci ha rammolliti.
Bisogna fare la guerra per il nostro bene: guerra sola igiene del mondo.
Una volta era un detto fascista, ora delle Nirentesin e degli altri Katz.
E' proprio inevitabile, ripetono tutti i giornalisti.
Si farà, l'Iran minaccia la legalità internazionale, la non-proliferazione.
Può sembrare incredibile la leggerezza dissennata, la frivolezza sinistra con cui stiamo scivolando in una nuova, in un'altra guerra non necessaria.
Dopo l'Iraq e la sua rovina, dopo il Libano devastato (un anno fa: già dimenticato, Israele non vuole che ricordiate), dopo l'Afghanistan ogni giorno più pericoloso.
Parteciperà anche l'Italia?
Io credo di sì: ho notizia di segretissimi spostamenti di avionica verso Brindisi.
Un altro Paese verrà devastato, altri milioni moriranno, anche l'Occidente verrà dissanguato e immiserito, ed è già sull'orlo del suo nuovo '29.
Forse, però, non è leggerezza.
E' un progetto ben congegnato.
Forse ha ragione l'anonimo che un mese fa ha scommesso che, entro il 21 settembre, le Borse mondiali precipiteranno - della metà, o almeno di un terzo.
Perché la natura della sua scommessa (con opzioni put) è tale che se le azioni calano meno di un terzo, il misterioso speculatore ci perde: anche un miliardo di dollari.
Se invece ha indovinato, ne guadagna 2 miliardi.
Qualcuno ha sospettato una speculazione «alla Bin Laden», come nei giorni precedenti l'11 settembre.
Qualcuno che sapeva, aveva scommesso sul ribasso delle due compagnie aeree coinvolte.
Poi molti lettori esperti, mi hanno scritto che quel trading non aveva niente di fuori del normale.
Va bene, d'accordo, abbiamo ecceduto in sospetti.
Beh, l'anonimo sta già indovinando: la disperata corsa agli sportelli della Northern Rock suggerisce che la crisi finanziaria si allarga, che è panico, e che ciò produrrà un crollo (o «severa correzione») dei «mercati».
A breve.
Ma basterà a far vincere l'anonimo?
Occorre pur sempre un crollo di - 33 %.
Però se alla crisi sistemica globale si aggiunge un attacco all'Iran, allora sì che basta.
Il petrolio schizza a 200 dollari al barile, la recessione si fa abissale e improvvisa, e la «severa correzione» farà dell'anonimo un ricco, più ricco di quel che è già.
Già se ne parla, negli ambienti che contano.
Il sito «24/7 Wall Street», che è emanazione del Wall Street Journal e di Dow Jone's Market Watch, già dà per scontato il rincaro a 100 dollari del barile per fine anno; ora la discussione degli insider è non se, ma quando il barile toccherà i 200.
«Il mondo dovrà produrre 118 milioni di barili-giorno contro gli attuali 83 milioni, solo per soddisfare la domanda prevista per il 2030, secondo la Energy Information Agency» (http://www.247wallst.com/2007/09/with-oil-at-rec.html).
La guerra all'Iran potrebbe accelerare il momento.
Con diversi vantaggi per le petrolifere americane, che estraggono ancora parecchio in Arabia, a 5-7 dollari.
Così si capisce perché Ann Coulter, una giornalista molto filo-Bush, abbia detto durante un trasmissione televisiva: «E' bene per Wall Street il bombardamento in Iran» (2).
Forse bisogna assegnare un altro significato all'uscita della Nirenstein, per cui la guerra a Teheran è necessaria «come antidoto».
Antidoto al crollo delle azioni detenute da costoro, antidoto alla crisi sistemica che può provocar loro dolori e una riduzione del potere, antidoto al dollaro debole?
Come ricorda il giornalista Paul Joseph Watson, il petrolio a prezzo basso non è mai piaciuto a lorsignori.
Nel maggio 2005, quando il Bilderberg si riunì a Monaco di Baviera, era a 40 dollari a barile.
In quella sede, Henry Kissinger rese noto agli altri Bilderbergers che era stata presa la decisione di far raddoppiare quel prezzo entro 12-24 mesi, il che è puntualmente accaduto, grazie all'aumento di tensione nel Golfo e alla «rovinosa guerra in Iraq».
Rovinosa per il popolo americano e per tutti gli altri, ma non per lorsignori.
Nell'incontro avvenuta a Ottawa nel 2006, secondo fonti interne, i signori del Bilderberg si sarebbero accordati per un barile a 105 dollari prima della fine del 2008.
Ciò agevolerebbe «spontaneamente» il progetto enunciato da Josè Barroso, capo delle Commissione Europea (e membro del Bilderberg): far passare l'Europa ad una «economia post-industriale, ossia a basso tasso di carbonio».
Il progetto è già stato precisato da Andris Piebalgs, responsabile dell'energia per la UE: riduzione dei consumi di un incredibile 20% entro 15 anni, il 20% dovrà venire da energie rinnovabili, il 10% dai bio-carburanti (3).
Non c'è forse da stroncare il riscaldamento globale?
Non ve lo ha spiegato il «Rapporto Stern», emanato da anticamere del Bilderberg?
Dovete ridurre i consumi.
Accettare l'arretramento dei vostri livelli di vita: e il rincaro dei cereali, dissennatamente impiegati a distillare bio-carburante, aiuta.
Il rincaro generale dei prezzi vi renderà spontaneo ridiventare poveri; e così la disoccupazione di massa che vi colpirà, vi renderà più dipendenti dai poteri costituiti e da quelli occulti.
Il terrorismo globale e la guerra all'Iran vi renderanno docili davanti all'ineluttabile miseria: siamo in guerra, dopotutto.
Tempi di penuria e di razionamento.
Solo che il razionamento non sarà di Stato, ma di «mercato»: niente tessere annonarie, saranno i prezzi a decidere quanti mangeranno e quanti andranno in macchina, o faranno turismo in aereo.
La classe media sparirà, finalmente: la sola che pretende di partecipare, che sta protestando contro le oligarchie, che reclama la sua parte di legittimo potere.
Via la classe media, ha scocciato con la sua sovranità popolare.
Vada a razzolare nei bidoni della spazzatura; non avrà tempo di «fare politica» e chiedere democrazia.
Come i negri in USA, che non votano da quando la loro situazione sociale è passata da classe operaia a disoccupati cronici, anzi inoccupabili, tossicodipendenti, ragazze-madri quattordicenni; e tutti gli altri, consumatori a debito, indebitati sub-prime.
Il petrolio alle stelle aiuterà.
L'ecologismo darà la giustificazione.
La guerra sarà di antidoto.
E' un progetto deliberato?
Non mancano gli indizi.
Come rispondono le Banche Centrali (FED e BCE) alla crisi?
Mettendo soldi in tasca agli speculatori finanziari colpevoli della rovina, riempiendo le banche di liquidi per i quali - già da tempo - le banche non trovano solidi aspiranti a farseli prestare (perciò hanno indebitato gli insolventi).
Naturalmente, l'uso giusto di quel denaro creato dal nulla sarebbe tutt'altro: vasti programmi di riabilitazione di infrastrutture, miglioramento dell'istruzione, creazione di lavori e di salari decenti. Incentivi al risparmio (in Italia, Visco lo vuol tassare di più).
Ritorno all'economia reale e al mercato interno.
Le banche stringeranno l'orrendo credito al consumo che ha gonfiato gli americani come capponi, perché con quei liquidi si cureranno i loro bilanci malconci.
Più occhiute nel concedere i mutui, e mutui più cari - in aggiunta a gasolio e alimenti più cari.
Il resto è un piano inclinato, già disceso nel decennio '29 - '39.
Meno mutui, ribasso dei prezzi immobiliari.
Di conseguenza, rallentamento dell'edilizia e delle industrie annesse, dal cemento ai mobili.
Quindi, più disoccupati.
Ossia ulteriore restrizione dei consumi.
Recessione accelerata.
Azioni che cadono: e dunque fondi-pensione che pagano pensioni minori, fra l'altro.
In USA, già la disoccupazione reale supera il 10%, contro la cifra ufficiale del 4,6%, che non tiene conto dei lavoratori part-time perché non trovano lavoro a tempo pieno, né di quelli troppo scoraggiati per cercar lavoro.
Ogni sistema ideologico in fase terminale finisce con la menzogna statistica.
Tutti i fattori negativi si stanno congiungendo, aggravandosi a vicenda.
I banchieri centrali lo sanno benissimo: ma sono anch'essi soci, o ospiti, del Bilderberg.
Stanno applicando il progetto - loro non perderanno l'emolumento, né li preoccupa il caos e la violenza: hanno le guardie del corpo, le ville corazzate, gli alti muri.
La Banca Centrale Europea mantiene altissimo l'euro, vuole portarci al punto che chi produce non potrà più esportare niente, specie nella recessione che incombe.
Mario Baldassari ha chiesto un freno a questa disastrosa rivalutazione dell'euro sul dollaro, e anzi «una nuova Bretton Woods» (4), dove la Cina sia costretta a lasciar fluttuare la sua divisa, tenuta artificialmente bassa, per decreto, per esportare.
Ingenuo economista: come se i banchieri non lo sapessero, quel che occorre.
Solo che non vogliono.
Il disastro esterno - la guerra - è l'antidoto al disastro interno, da loro provocato.
Guerra sarà, il Bilderberg reclama il suo barile a 200.
E' buono per Wall Street, per Israele e il Bilderberg.
Come si preparano le oligarchie italiane al nuovo clima?
Hanno compiuto arresti di non so quale pericoloso gruppo neo-nazista di qualche decina di fessacchiotti.
La cosa allarmante è come hanno dipinto il fatterello i TG: con la voce incrinata dall'indignazione, mostravano i pericolosi oggetti trovati nelle case dei pericolosi neonazisti.
Così, ad occhio e croce, era materiale che si trova in ogni mercato delle pulci e in ogni vendita di «militaria».
Ritratti del duce, annate di Signal, manifesti repubblichini, generalmente vanno a ruba alla fiera di Novegro (Milano), insieme all'immancabile elmetto tedesco arrugginito.
In ogni casa si può trovare materiale così.
Lasciatevelo dire da uno che ha già visto la precedente «strategia della tensione»: questo è un segnale.
I parassiti pubblici, che già danno a Beppe Grillo del proto-fascista, vogliono creare l'atmosfera e preparare i pretesti legali per la repressione della protesta, sotto l'intoccabile egida dell'antifascismo: puntano sul riflesso pavloviano del popolo di sinistra (così si disamoreranno di quel Grillo); in perfetto accordo con le Nirenstein e tutti gli altri Katz che strillano su un «risorgente antisemitismo» in Europa: «antisemiti» sono quelli che potrebbero non applaudire la guerra all'Iran, anzi magari opporsi.
Azzittirli subito, cominciando da fessacchiotti impresentabili.
Maurizio Blondet
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