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La vita nel '700.

Ultimo Aggiornamento: 09/06/2011 15:35
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Post: 884
Utente Senior
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07/06/2011 15:05
 
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Dunque, vorrei scrivere un racconto dove la protagonista è una bambina, nata a Napoli nel 1730, e seguire tutta la sua vita.
Mi serve quindi sapere com'era lo stile di vita nel diciottesimo secolo, a Napoli e nell'Italia in generale, le usanze, i vestiti tipici, ma soprattutto come le bambine venivano educate.
Lei è nata in una famiglia ricca, e immagino che almeno le bambine ricche venissero educate a cose come il cucito e roba del genere.
Però non so quasi nulla sull'argomento. Insegnavano loro anche a scrivere e leggere? Questa è una cosa importante, dato che la protagonista è amante dei libri.
Mi serve il vostro aiuto.xD
Post: 24
Utente Junior
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07/06/2011 22:49
 
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Premettendo che l'istruzione di per sé era un privilegio riservato i ricchi e al clero, già dal medioevo le famiglie benestanti spesso facevano istruire le loro figlie da precettori e da istitutrici, oppure le mandavano a scuola nei collegi gestiti da suore all'interno di conventi. Quest'ultima pratica, in particolare, era molto in uso nelle famiglie del sud Italia.
Un certo grado d'istruzione nelle fanciulle era addirittura considerato un pregio ai fini del matrimonio, perché sarebbero state in grado di comportarsi in società e di intrattenere ospiti illustri.
L'istruzione delle femmine, comunque, era diversa da quella dei maschi: virava più sulle materie umanistiche e comprendeva faccende pratiche come il ricamo. Però non credo che comprendesse il cucito: era roba relegata a chi i vestiti era costretto a confezionarseli da sé, dunque alla gente comunque, mentre le donne ricche si dedicavano a passatempi sì femminili, ma superflui e denotanti una certa creatività, come appunto il ricamo.
A proposito di creatività: non era raro che si permettesse ad una fanciulla di dipingere, qualora essa dimostrasse interesse e talento. Alcune potevano persino essere mandate a bottega da un importante pittore locale per imparare l'arte.

Per quanto riguarda l'abbigliamento, ti consiglio di cercare in rete le opere di Rosalba Carriera, artista che ha lavorato a cavallo tra XVII e XVIII secolo ritraendo personaggi dell'aristocrazia di mezza Europa.
Comunque la silhouette delle dame dell'epoca era influenzata dalla combinazione di due capi scomodi e ingombranti, che potevano permettersi di essere indossati solo le donne ricche e quindi 1) prive dell'incombenza di lavori in cui questi vestiti le avrebbe impicciate, e 2) che potevano contare sull'aiuto pratico di cameriere per poter indossare quelle trappole, altrimenti impossibili da allacciarsi da sole.
Tali indumenti erano il corsetto e il guardinfante, che erano imposti alle femmine fin dall'infanzia.
I corsetti dell'epoca erano molto diversi da quelli vittoriani, che modellavano il busto fino ai fianchi, creando delle curve sinuose. Quelli settecenteschi erano rigidi e piatti, simili nella forma a dei tronchi di cono, con la parte più stretta rivolta verso il basso, a strizzare la vita, e la parte più larga verso l'alto, che si apriva sui seni, schiacciandoli contro il torace e creando una scollatura provocante, sfoggiata solo in rare occasioni e normalmente coperta da scialli incrociati sul petto. Quei corsetti erano certamente meno scomodi di quelli vittoriani (se non altro non danneggiavano eccessivamente gli organi interni), ma potevano provocare degli aborti e comunque la compressione del busto doveva essere fastidiosa per la respirazione: è probabile che i frequenti svenimenti delle dame narrati nella letteratura d'appendice siano imputabili a questo.
Il guardinfante, invece, era il nonno della crinolina, ma più pesante scomodo, perché di metallo o vimini invece che di tessuto rigido. La forma anche era diversa: ellittica, ad allargarsi sulle anche, restando invece più stretta davanti e dietro.
Il risultato era una sorta di campana sulla quale spiccava un busto rigido, dal quale partivano braccia avvolte da maniche strette fino al gomito, che si aprivano poi in sbuffi e balze e pizzi.
Le parrucche incipriate erano già in uso, ma non erano ancora eccessive come quelle di fine '700, anzi erano molto semplici: raccoglievano i capelli in boccoli sulla nuca, lasciando scoperto il collo, ed abbellivano l'acconciatura con qualche nastro o dei fiori o dei piccoli fermacapelli. Comunque le giovinette usavano mostrare i propri capelli.
Per tutte le donne nella vita quotidiana vigeva l'uso della cuffietta o di piccoli veli. I capellini erano minuscoli e puramente decorativi, dotati di tese brevi. Oppure erano piccoli tricorni che imitavano quelli maschili, ma questi venivano usati di solito per battute di caccia, un passatempo che coinvolgeva anche le donne, per lo meno in Europa, ma credo che nel sud dell'Italia fosse riservato agli uomini.

Be', ho scritto un papiro... ehm... ma spero che ti possa essere utile: questo è tutto quello che so attingendo dalla letteratura e dai miei libri di storia della moda. :)
[Modificato da Doralice84 07/06/2011 22:55]
Post: 884
Utente Senior
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08/06/2011 18:35
 
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Grazie mille, queste informazioni mi saranno utili.^^ (Però... questo guardinfante sembra una cosa terribile.ç_ç)
Post: 24
Utente Junior
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08/06/2011 18:54
 
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Roxanne Potter, 08/06/2011 18.35:

Grazie mille, queste informazioni mi saranno utili.^^ (Però... questo guardinfante sembra una cosa terribile.ç_ç)



Eh, lo era sicuramente, vista la sua pesantezza! @__@
Lieta di esserti stata utile, comunque. :)
Post: 24
Utente Junior
OFFLINE
09/06/2011 15:35
 
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Mi sono venute in mente altre informazioni, spero che anche queste ti possano essere utili...

Tutti i bambini appartenenti a famiglie ricche non erano allevati direttamente dai genitori, ma da una schiera di servitori con varie competenze.
Vi era innanzitutto la nutrice: un tata che si occupava in generale dei figli dei signori, dalla loro nascita fino a che non lasciavano la casa paterna. Le nutrici solitamente non avevano marito e venivano "assunte" da ragazzine: crescevano, vivevano e morivano nella casa del padrone, e spesso venivano letteralmente cedute ad una delle figlie come fossero parte della dote, per cui finivano con l'allevare generazioni e generazioni della stessa famiglia.
Spesso (ma non sempre, era una scelta della madre), l'allattamento dei bambini era delegato ad una balia.
Diventate signorine, le giovinette potevano avere a disposizione una o più cameriere che si occupassero delle loro necessità pratiche. Le famiglie nobili selezionavano anche delle dame da compagnia per le loro figlie: il ruolo era spesso ricoperto da donne imparentate alla famiglia ma di nobiltà inferiore, solitamente "anziane" e ormai considerate zitelle (da tenere presente che a 20-25 anni si era considerate già vecchie per contrarre matrimonio, benché non fosse impossibile sposarsi anche dopo quell'età).

Più la famiglia era ricca e nobile, più erano alte le probabilità che il matrimonio venisse combinato.
La dote era contrattata tra i padri degli sposi, ma per ogni giovinetta si iniziava a realizzare il corredo (biancheria da casa e abbigliamento personale) fin dalla nascita; quando era terminato, veniva riposto in bauli e conservato fra sacchetti di lavanda, in attesa del giorno delle nozze.
Si tendeva a cercare di maritare tutte le figlie femmine, al fine di creare solidi legami tra le famiglie. Anche per questo le prime ad essere maritate erano quelle più belle, anche se erano più giovani; anche l'età era importante, ma era un requisito che contava più per le famiglie povere, che davano valore ad una femmina solo in base alla sua capacità riproduttiva e alla sua forza-lavoro.
Le più bruttine, dalle quali non si sarebbe potuto ricavare un buon matrimonio, erano destinate al convento: una pratica molto in uso nel sud Italia e che somigliava incredibilmente ad un matrimonio, visto che anche in questo caso la fanciulla veniva data al convento assieme ad una ricca dote. Particolare: la nobiltà della fanciulla la destinava alle cariche più alte della gerarchia conventuale, per cui le badesse erano quasi sempre di origini altolocate.
Non so come vuoi sviluppare la trama della tua storia, ma se per caso volessi far sposare la protagonista con un uomo che ama, allora dovresti darle più di una sorella e dovrebbe essere né troppo bella né troppo brutta. Maritate le sorelle belle e fatte suore quelle brutte, a quelle "di mezzo" poteva anche essere concesso di sposarsi per amore, se il partito scelto era considerato accettabile dalla famiglia.
Comunque sia, vista la scarsissima vita sociale delle fanciulle in quell'epoca, i pochi uomini appetibili che potevano conoscere erano tutti parenti (un classico era il matrimonio tra cugini) o amici dei fratelli maggiori.

Nel periodo in cui vuoi ambientare la storia, Napoli è appena uscita dalla brevissima parentesi di dominio Austriaco ed è tornata sotto il giogo dei Borbone.
Si può supporre - ma non ne sono certa - che fosse molto diffuso l'uso dello spagnolo, sopratutto tra le famiglie nobili più vicine alla corte. Ma la lingua più parlata all'epoca, a livello internazionale e anche tra le famiglie ricche non nobili, era sicuramente il francese. Poi in famiglia parlavano senz'altro il dialetto locale. E ovviamente si conosceva perfettamente il latino.

Un'ultima cosa: le famiglie ricche potevano fregiarsi di una cappella privata e di un prete che, oltre ad officiare messa esclusivamente per loro ogni giorno, si occupava personalmente della vita spirituale dell'intera famiglia.
[Modificato da Doralice84 09/06/2011 15:41]
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