Ai confini dell'anima

Ai Confini dell'Anima, I Greci e la Follia
Giulio Guidorizzi

E qui la Elkina si illumina
Adoro sempre di più il mio professore

Nella Grecia delle origini la follia non fu solo malattia, ma mezzo per forzare i limiti dell'anima e dilatare la personalità.
Faceva parte dell'esperienza religiosa, stava alla base dell'attività dei profeti e persino di politici, era la voce degli oracoli.
C'era metodo in quella pazzia: ispirava poeti e cantori, né mancavano culti estatici, come quello di Dioniso, in cui gli adepti avevano esprienze visionarie, come tuttora avviene nei riti di possessione diffusi in numerose altre civiltà.
In Grecia i pazzi non venivano reclusi; piuttosto la società era capace di modellare la follia al proprio interno, sfruttandola in modo creativo.
Questo libro, il primo in italiano a delineare una storia della pazzia nell'antichità, mostra quanto la stessa civiltà dell'Occidiente debba alla non-ragione.

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"Dioniso è qualcosa di molto diverso da un dio della follia: è il dio alla cui essenza appartiene il fatto stesso di essere folle, poichè egli la conobbe su se stesso e perciò il delirio non è lontano ed estraneo alla sua natura."

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Giulio Guidorizzi insegna Teatro e Drammaturgia dell'antichità all'università di Torino. Ha dedicato anni allo studio dell'antropologia del mondo antico; ha curato, tra l'altro, le traduzoni commentate della Biblioteca di Apollodoro e dei Miti di Igino per Adelphi e il primo volume di Il mito greco per i "Meridiani" Mondadori (2009).