Bellissima domanda! :)
La storia perfetta, innanzitutto, non esiste. Non può esistere perchè, appunto, la percezione del lettore sarà sempre diversa da quella dell'autore, e quindi è chiaro che per quanto ci si voglia sforzare di scrivere tutto con la massima attenzione, ci sarà sempre qualcosa di stonato, di non detto o di non concluso. Ovviamente, anche se non potremmo scrivere una storia perfetta per limiti soggettivi, nulla ci vieta di osservare alcuni consigli per creare qualcosa di buono. Hai chiesto di parlare di ingredienti vincenti, giusto? Non ce ne sono, proprio perchè ognuno cerca in una storia cose diverse, ma questo non è un male, anzi...
Per prima cosa, prima di scrivere qualsiasi tipo di racconto, anche il più elementare, bisogna aver chiaro in mente un buon 90% dell'intera trama: scrivere uno scheletro della trama, fare schede dei personaggi, figurarseli mentalmente (volendo, li si può anche disegnare), ragionare sulle relazioni che nascono fra i protagonisti, progettare la loro crescita interiore e, volendo, dargli un solido passato che giustifichi ciò che sono nel momento in cui li si presenta al lettore. Tutto questo lavoro è difficile e, cosa più importante, è fondamentale: se non si fa questo, prima o poi ci si perderà. Stesso discorso, ovviamente, vale anche per l'ambientazione: reale o fantastica non ha importanza; l'importante è progettarla in ogni dettaglio per non dare al lettore l'idea che le vicende si svolgano in una sorta di bolla d'aria, priva di contorni.
Scusa per la premessa, ma la consideravo doverosa.
Ora passo a risponderti punto per punto:
Il genere: personalmente, io prediligo il sovrannaturale, il thriller e il fantasy. Sono tre generi piuttosto diversi, ma mi piacerebbe leggere (o scrivere) una storia che possa legarli in modo credibile. Solitamente, quando mi trovo a dover decidere il genere di una trama che ho in mente, ne scelgo uno, che sarà il dominante (ad esempio: il fantasy) e poi, da questa base di partenza, inserisco dei sottogeneri: romantico, drammatico, thriller, horror... Insomma, i sottogeneri servono a dare spessore alla trama ed è difficile che manchino: un fantasy che non parli di avventura non è un vero fantasy; un horror che non sia drammatico è piatto; una storia romantica può essere ironica, dolce, erotica.. Quindi: più si arricchisce il genere, meglio è. Ma bisogna essere bravi a miscelare le cose o si crea un minestrone senza nè capo nè coda. In definitiva, mi piacciono le storie molto complesse, ricche di zone d'ombra, di segreti e di misteri che il lettore deve risolvere di volta in volta in compagnia dell'autore; e anche qua, l'autore deve essere bravo nel "non dire" - l'autore non deve svelare tutto al lettore, o non c'è gusto. Il lettore deve farsi una propria idea, deve sviluppare le proprie teorie sulla base degli indizi che trova nel racconto, e poi, soltanto alla fine, dovrà confutare le proprie tesi. L'autore deve tenerlo per mano, indicargli la strada, ma non svelargli quanti passi dovrà fare. Non so se ho reso l'idea. Insomma, il lettore deve completare da solo delle parti che l'autore, volutamente, deve lasciare incompiute.
L'ambientazione: Se dovessi leggere un racconto storico, onestamente, preferirei che fosse ambientato in epoca medievale, ma insomma... Non è tanto importante il "quando" ma il "come". L'ambientazione deve sempre essere curata, e questo è sempre molto difficile soprattutto quando la storia è fantasy: in questo caso l'autore dovrà avere cura di descrivere il proprio universo immaginario con tutta la precisione possibile, perchè se l'autore per primo ha soltanto una vaga idea di quello che è il proprio mondo, figuriamoci se il lettore potrà mai avere un quadro chiaro della situazione! Tutto, anche l'impossibile, può diventare credibile se raccontato in modo chiaro e plausibile: anche le più elementari leggi della fisica possono essere stravolte se l'autore postula delle basi di partenza che il lettore dovrà recepire come dei pilastri incrollabili. Mi spiego meglio: se io dico che "nel mio mondo fantasy le montagne sono sospese nel cielo", ho detto una scemenza, ma non perchè le montagne volano, ma perchè non ho dato una valida ragione che spieghi perchè ciò accade. In questo caso dirò che "visto che nel mio mondo fantasy, tutto ciò che accade, dal sorgere del sole al crescere degli alberi, è dovuto alla forza di volontà del sovrano, che con le sue preghiere permette di regolare ogni cosa, allora diventa credibile anche il fatto che le montagne siano sospese nel cielo"
Insomma, ogni cosa necessiterà di una spiegazione.
Non ti dirò di cosa deve parlare la storia che posso o non posso avere in mente, perchè non lo ritengo giusto, ma posso dirti che con qualsiasi tipo di storia è bene che l'autore curi il più possibile l'ambientazione. Spesso molti fanwriter tralasciano questo particolare, ritenendo che l'atmosfera, il luogo, il periodo storico, siano soltanto delle immagini di contorno. E invece non è così: l'ambientazione non è il contorno, è il contenitore!
I valori: sono d'accordo con MaxT. Qualsiasi valore va bene, ma deve essere presentato in modo tale da creare un dibattito; è bello presentare un certo ideale facendo in modo che il lettore non si senta costretto ad aderire ad un determinato credo soltanto perchè è l'unico che c'è: sarebbe molto più interessante far sì che ogni personaggio sviluppi una teoria diversa in relazione ad un determinato problema, in modo tale che il lettore possa avere la possibilità di scegliere con chi identificarsi. Poi, quando i temi sono particolarmente delicati, talvolta è meglio lasciar perdere e lasciare che il personaggio stesso si interroghi senza trovare risposta. Almeno, questo è quel che faccio io. Non esistono verità assolute: tutto può e DEVE essere sempre messo in discussione. Anche i personaggi stessi devono riflettere sulle proprie azioni: quale persona non lo fa? :)
I personaggi: tema molto spinoso... Personalmente, amo le storie in cui i protagonisti non siano semplicemente due. Più sono e meglio è. Lo so che è già difficile manovrare un unico personaggio, ma imparare a calarsi nella psicologia di diversi soggetti è un buon modo per far sì che il lettore non si stanchi facilmente. Di solito, quando i personaggi sono solo due, A e B, il lettore già dal primo capitolo capisce come andranno le cose; invece se i protagonisti sono quattro o più di quattro, anche il lettore sarà maggiormente incentivato nel proseguire la lettura, proprio perchè in quel caso le possibilità si moltiplicano. Io personalmente faccio in modo che i personaggi principali non siano mai meno di quattro ed applico una regola che io chiamo "del quadrato" (e che comunque non bisogna seguire alla lettera, ma può essere un buon consiglio): ogni protagonista è come un lato del quadrato (A, B, C e D) e quindi: il personaggio A sarà opposto al personaggio C (perchè opposto è il lato del quadrato) e quindi probabilmente A e C non avranno mai un buon rapporto o, al contrario, potrebbero attrarsi a vicenda; allo stesso modo, B e D si troveranno nella stessa situazione, ma avranno qualcosa in comune sia con A che con C. Insomma, lo so che non è chiaro, ma se provi a disegnarlo su un foglio tutto ti apparirà molto logico. Ripeto che comunque questa non è una regola, ma un consiglio per fare in modo che i personaggi non siano identici l'uno all'altro: non è credibile che il personaggio A sia amato da B, C e D; e infatti ci sarà C a trovarlo estremamente antipatico, e così via... Le possibilità sono tante.
Stile: ecco, qui non mi sento di dire molto perchè ognuno è portato naturalmente a scrivere in un determinato modo. Io ad esempio non so scrivere in prima persona. Non ci riesco e non mi piace, ma questo non significa che non mi piace leggerne in prima persona, se scritte bene. Comunque sì, preferisco le storie scritte in terza persona (al presente o al passato non ha importanza) e dal punto di vista di ciascuno dei protagonisti; i pov mi piacciono ma, ripeto, non saprei scriverli. I flashback vanno bene, sono utili, incuriosiscono, ma non devono nè essere troppi, nè devono essere piazzati a casaccio: vanno bene per svelare risposte a quei lettori che, nel corso della storia, si sono posti già troppe domande.
E' tutto, credo... Oddio ho scritto un poema!