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Come si scrivono i dialoghi?

Ultimo Aggiornamento: 09/10/2010 02:31
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30/09/2010 12:49
 
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Bhè, era il mio primo contest e la mia prima volta nel fandom di HP XD di solito non scrivo lì.

Io partecipo per avere un giudizio che mi possa aiutare a migliorare. Non per il posto e non solo (ma anche) per il prompt interessante da sviluppare. Soprattutto sul commento, ecco, per capire cosa devo rimediare perché recentemente mi sembra che la maggior parte delle mie storie sia sciatta o incorretta.
Quindi sì, mi interessa il giudizio personale di chi giudica e non il punteggio.
Ma no, non sono interessata a considerare la grammatica come 'giudizio personale' perché gli errori di grammatica LI FACCIO e proprio per questo vorrei riuscire a capirli e correggerli.
[Modificato da Arthurian maiden 30/09/2010 12:50]
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Utente Senior
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30/09/2010 13:06
 
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In queste cose sono estremamente pignola.
Sono infantile?
Ora no, probabilmente lo ero prima nel mio considerare i contest.




Anch'io sono pignola, ma non era questo il punto.
Non ti reputo infantile come persona, solo trovo l'idea di dire "non partecipo più a contest perché mi hanno detto così e non cosà" infantile.
Poi ognuno fa quello che vuole, siamo in paese libero.

È giusto che tu voglia avere un giudizio globale (o specifico su certe cose) alla storia, chiunque che partecipa ai contest lo vuole, ma come dice Maki, devi anche vedere come giudica quel determinato giudice, capire il meccanismo che lo induce a essere più puntiglioso su certe cose e più indulgente su altre. Anche qui ognuno è libero di giudicare nel modo che ritiene più opportuno.
Anch'io a volte "me la prendo" (e me la sono presa, basta vedere cos'ho detto alla giudice del contest nel quale ero stata penalizzata nella grammatica nonostante non ci fosse un singolo errore, né grave né insignificante), ma di certo non mi faccio scoraggiare, perché mi diverto a scrivere storie per i contest... anche se a volte partecipo a troppi contemporaneamente XD
[Modificato da Eruannë. 30/09/2010 13:08]
La capacità di inventare non consiste nel creare dal vuoto, ma dal caos. (Mary Shelley)
Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere. (Albus Silente – HP e la Pietra Filosofale pg. 211)
Sì, certo: tutta la ricchezza e tutta la vita che uno può volere... Sono le due cose che la maggior parte degli esseri umani desidera più di ogni altra... Ma il guaio è che le persone hanno una particolare abilità nello scegliere proprio le cose peggiori per loro. (Albus Silente – HP e la Pietra Filosofale pg. 289)

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30/09/2010 14:38
 
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Penso di essere stata infantile nella mia visione iniziale dei contest.
Li consideravo qualcosa di più razionale, almeno dal punto di vista di alcuni punti (grammatica, coerenza con la storicità).
Altri come caratterizzazione e giudizio personale invece so bene che sono completamente soggettivi.

Dopo di questo ho capito che i contest non fanno per me quindi non trovo che l'idea di decidere di non partecipare più sia infantile.
Ho capito che devo trovare altri modi per migliorare la mia grammatica/stile.
Post: 808
Utente Senior
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30/09/2010 14:53
 
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Veramente, io penso che l'unica cosa soggettiva nei giudizi ai contest sia il parere personale, perché anche la caratterizzazione è oggettiva, soprattutto se uno ha studiato a fondo i personaggi che vuole descrivere, in special modo se sono di un altro autore (la Rowling in questo caso). Ci possono essere modi e punti di vista diversi, ma il punto da cui si parte per quel parametro è sempre oggettivo.
Il personaggio usato dall'autore invece può piacere o non piacere al giudice, ma siamo sempre nella sfera del parere personale.
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Utente Senior
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30/09/2010 14:59
 
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E' vero anche questo : D
Io non me la sentirei di segnare come oggettiva la caratterizzazione se fossi giudice, ma solo per insicurezza personale credo.
Post: 1.047
Utente Veteran
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30/09/2010 16:13
 
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Ecco!
Stavo cercando di spiegarlo su msn a una mia amica, ma non mi era venuta una risposta così chiara XD
Le avevo detto solo che non sono due distinti periodi, ma uno solo XD
Domani quando legge sarà felice =D



Grazie. Felice di esserti stato utile.



Di solito scrivo così:




«Cosa si racconta nel resto del mondo magico?» chiese col sorriso sulle labbra, attirando così l’attenzione delle altre.
«Ciao, Romilda», la salutò Blanche, una strega bionda che abbondava sempre col trucco per mettere meglio in risalto quello che considerava il punto forte del proprio corpo: gli occhi. «Pare che Carlotta Pinkstone si stia per sposare con un Babbano più giovane di lei di almeno vent’anni. Pensavo che certa gente, per quanto portasse avanti campagne meritorie, si trattenesse dal fare queste cose».




Per me la virgola prima dell'intervento del narratore va messa fuori dal discorso diretto, quindi fuori dalle virgolette.



Approvo in pieno.



Penso di essere stata infantile nella mia visione iniziale dei contest.
Li consideravo qualcosa di più razionale, almeno dal punto di vista di alcuni punti (grammatica, coerenza con la storicità).
Altri come caratterizzazione e giudizio personale invece so bene che sono completamente soggettivi.

Dopo di questo ho capito che i contest non fanno per me quindi non trovo che l'idea di decidere di non partecipare più sia infantile.
Ho capito che devo trovare altri modi per migliorare la mia grammatica/stile.




Da parte mia penso che i contest siano comunque utili, anche quando non danno soddisfazioni di classifica.
E' vero che il singolo giudice non è infallibile e neppure necessariamente più bravo dei partecipanti, per cui non bisogna investire emotivamente troppo nei concorsi; ciò vale per quelli di scrittura, di pittura, di modellismo e così via, che lasciano sempre segretamente scontenti una buona parte dei partecipanti.
Però, il fatto che i giudici siano costretti a motivare in modo analitico e per iscritto i loro giudizi dà comunque un feedback che, cumulandosi, ti permette di farti un'idea di come gli altri trovano il tuo modo di scrivere e i tuoi argomenti.
Come feedback, è comunque più attendibile di quello dei recensori spontanei, che di solito scrivono solo se il tuo lavoro è piaciuto, non dando nessuna indicazione di perchè cento altri lettori non abbiano recensito.
E poi, è un modo di far conoscere i tuoi lavori nella speranza di trovare qualche lettore che vi si affezioni.
MaxT
[Modificato da MaxT.M 30/09/2010 16:19]
Post: 1.706
Utente Veteran
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30/09/2010 16:22
 
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perché anche la caratterizzazione è oggettiva, soprattutto se uno ha studiato a fondo i personaggi che vuole descrivere, in special modo se sono di un altro autore (la Rowling in questo caso)


Tu parti dal peregrino presupposto che tutti i giudici abbiano studiato a fondo tutti i personaggi che si trovano a giudicare... anche lì, in teoria dare un giudizio [il più possibile] oggettivo è possibile, perché una persona oggettiva e preparata dovrebbe sapere quali sono i confini del canone, del suo headcanon e delle interpretazioni nei limiti del plausibile. Onestamente, in certi casi da lettrice ::ho:: detto "questa visione non è la mia, ma ehi, ci sta" ed è quello che mi augurerei da parte di un osservatore neutrale. Ma pensare che questo accada spesso? Uhm, no.

Comunque ho visto molti meno disastri nei contest senza suddivisioni numeriche, dove si dà peso a quello cui si deve dar peso senza venir costretti da una griglia uniforme. Ad esempio riporto un'esperienza non mia personale, ma che ho letto, in cui un'autrice è stata fortemente penalizzata nel fattore caratterizzazione semplicemente perché aveva scritto una storia molto bella che non approfondiva le caratterizzazioni nel modo convenzionale ma faceva altro. E la giudice se n'era accorta! E comunque aveva fatto prevalere lo schemino pedante sul vero valore della storia! Ma siamo in terza elementare?

E siamo gioiosamente OT, ci spostiamo in un topic apposito?
--------


Have you heard of the city, the deep city, the ancient uru, where there was power to write worlds?

Post: 808
Utente Senior
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30/09/2010 16:32
 
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Re:
crimsontriforce, 30/09/2010 16.22:


perché anche la caratterizzazione è oggettiva, soprattutto se uno ha studiato a fondo i personaggi che vuole descrivere, in special modo se sono di un altro autore (la Rowling in questo caso)


Tu parti dal peregrino presupposto che tutti i giudici abbiano studiato a fondo tutti i personaggi che si trovano a giudicare... anche lì, in teoria dare un giudizio [il più possibile] oggettivo è possibile, perché una persona oggettiva e preparata dovrebbe sapere quali sono i confini del canone, del suo headcanon e delle interpretazioni nei limiti del plausibile. Onestamente, in certi casi da lettrice ::ho:: detto "questa visione non è la mia, ma ehi, ci sta" ed è quello che mi augurerei da parte di un osservatore neutrale. Ma pensare che questo accada spesso? Uhm, no.

Comunque ho visto molti meno disastri nei contest senza suddivisioni numeriche, dove si dà peso a quello cui si deve dar peso senza venir costretti da una griglia uniforme. Ad esempio riporto un'esperienza non mia personale, ma che ho letto, in cui un'autrice è stata fortemente penalizzata nel fattore caratterizzazione semplicemente perché aveva scritto una storia molto bella che non approfondiva le caratterizzazioni nel modo convenzionale ma faceva altro. E la giudice se n'era accorta! E comunque aveva fatto prevalere lo schemino pedante sul vero valore della storia! Ma siamo in terza elementare?

E siamo gioiosamente OT, ci spostiamo in un topic apposito?




Per la caratterizzazione, lo so, è pura utopia che ogni giudice sia ferrato in materia... almeno un po' u_u (basta vedere qualcuno che indice i contest Multifandom e accetta qualsiasi fandom, senza preoccuparsi di sapere di cosa parlano... questa è sempre la mia esperienza nello stesso contest del voto più basso alla grammatica perché non avevo usato abbastanza termini aulici o cose così XD)

Per lo schemino a punti trovo che sia molto utile, soprattutto per partire da qualcosa di univoco per giudicare, poi ovvio a volte è meglio non averlo e altre guai se non ci fosse. Anch'io a un contest mi sono ritrovata a non sapere che voto dare a qualche ff bellissima, ma che per altre cose peccava notevolmente.

Comunque sì, siamo OT e sarei disposta a spostarmi in un altro topic^^
[Modificato da Eruannë. 30/09/2010 16:33]
La capacità di inventare non consiste nel creare dal vuoto, ma dal caos. (Mary Shelley)
Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere. (Albus Silente – HP e la Pietra Filosofale pg. 211)
Sì, certo: tutta la ricchezza e tutta la vita che uno può volere... Sono le due cose che la maggior parte degli esseri umani desidera più di ogni altra... Ma il guaio è che le persone hanno una particolare abilità nello scegliere proprio le cose peggiori per loro. (Albus Silente – HP e la Pietra Filosofale pg. 289)

Eruannë aka Annaf85 (sono sempre io, ho solo cambiato nick XD)
Castle va in vacanza ~ Quidditch Challenge

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30/09/2010 16:34
 
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Però, dai, che anche un fattore (che dovrebbe essere) oggettivo come appunto la grammatica di punto in bianco diventi passibile di interpretazioni marcatamente soggettive, sinceramente lì per lì uno non se l'aspetta.
Okay, il giudice obiettivo e imparziale al 100% non esiste, e la soggettività, che noi lo vogliamo o no, gioca sempre un certo ruolo, ma le regole grammaticali sembravano essere rimaste l'ultimo baluardo di oggettività. Almeno, in situazioni come questa. Almeno fino ad un certo punto si dovrebbe anche poter andare sul sicuro, per quanto anche gli studiosi a volte non siano concordi su certe questioni.




Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

(Catullo)
Post: 898
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30/09/2010 17:11
 
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Re:
@mber88, 30/09/2010 16.34:

Però, dai, che anche un fattore (che dovrebbe essere) oggettivo come appunto la grammatica di punto in bianco diventi passibile di interpretazioni marcatamente soggettive, sinceramente lì per lì uno non se l'aspetta.
Okay, il giudice obiettivo e imparziale al 100% non esiste, e la soggettività, che noi lo vogliamo o no, gioca sempre un certo ruolo, ma le regole grammaticali sembravano essere rimaste l'ultimo baluardo di oggettività. Almeno, in situazioni come questa. Almeno fino ad un certo punto si dovrebbe anche poter andare sul sicuro, per quanto anche gli studiosi a volte non siano concordi su certe questioni.




Quoto, specie la parte sottolineata.
Come sscivere i dialoghoi non so cosa consigliare, perchè in genere tendo a essere più concisa possibile quando devo far capire ci parla, in modo che i dialoghi possano apparire immediati. Le descrizioni tra un dialogo e un altro a volte spezzano il tempo, facendo sembrare che i personaggi ci mettono troppo tempo per rispondere ad una domanda o per esprimere un opinione.

Ad ogni modo (ovviamente avendo già fatto un paio di stesure di una storia) scrivo prima solo ed unicamente i dialoghi (con qualche dettaglio descrittivo che ritengo imprtante)
Poi rifinisco mettendo le descrizioni oppurtune e cercando di capire se il dialogo appare 'immediato'
[Modificato da Alice Sacco 30/09/2010 17:12]

I'm a PLOTTER. This does means i can write well when i have already planned the whole story/fiction, and when i already know characters and settings.

I vaccini causano il cancro ai gatti. Pensaci, prima di vaccinare il tuo!
- Il Vero Conservatore si guarda bene dal confondersi con i reazionari, i retrogradi, i tradizionalisti, i nostalgici; perché il Vero Conservatore intende “continuare mantenendo”, e non tornare indietro e rifare esperienze fallite. (Manifesto dei Conservatori)
- Che il sultano mantenga le tradizioni nella propria terra, ma non tenti di imporle ad altri regnanti. (Vlad Țepeș)
- Non si deve giudicare ciò che non si conosce. Ma una volta acquisita la conoscenza, non siamo obbligati a giudicare in positivo. (Ali - NORDLYS - Sacco)
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05/10/2010 11:35
 
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Discussione interessante ^-^
Io una volta, nelle mie storie, usavo i trattini:

-Ciao, tesoro- disse Anna.

Poi ho scoperto che su Word c'erano anche le virgolette che si usano solitamente nei libri .___.

«Ciao, tesoro» disse Anna.

Solamente che io le virgole tendo ad esternarle al dialogo, per esempio:

«Ciao, tesoro» disse Anna, «tutto bene?».
Oppure, se c'è il punto dopo il nome "Anna", metto la maiuscola all'interno del dialogo seguente.
«Ciao, tesoro» disse Anna. «Tutto bene?».

Anche io ho sempre avuto dubbi per quanto riguarda i dialoghi, però ho imparato a fare a modo mio oppure a scopiazzare un pò dai libri XD
Per quanto riguarda questi segni " " io non li ho mai usati, li detesto in un dialogo .__.

La mia pagina su EFP ~ LyndaWeasley su FB ~ LiveJournal ~ Twitter ~ Tumbrl


~

Ciao, Will! Mi sembrava di sentire odore dei biscotti cucinati dagli elfi che ti vivono tra i capelli [cit.]
BTW, I live for Klaine and CrissColfer. Sbasssscian is the way.
*spew rainbows*
Post: 2.239
Utente Veteran
Imperatrice dei Pigri: quel che posso far domani, non farò oggi!
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07/10/2010 20:46
 
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Re:
@mber88, 30/09/2010 16.34:

[...] ma le regole grammaticali sembravano essere rimaste l'ultimo baluardo di oggettività. Almeno, in situazioni come questa. Almeno fino ad un certo punto si dovrebbe anche poter andare sul sicuro, per quanto anche gli studiosi a volte non siano concordi su certe questioni.




E scusami tanto se sono acida, ma come accidenti fai ad essere oggettiva se NON hai una regola precisa alla quale appigliarti?
Mica parliamo di coniugazione di verbi.
Erena "Posso avere una Proroga?"-chan
Post: 205
Utente Junior
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08/10/2010 12:12
 
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E scusami tanto se sono acida, ma come accidenti fai ad essere oggettiva se NON hai una regola precisa alla quale appigliarti?
Mica parliamo di coniugazione di verbi.



Io mi sono sempre regalata andando a controllare sul sito dell'Accademia della cruska, se loro dicono, in sostanza, di fare un po' come si vuole perchè nemmeno gli studiosi sono concordi su alcune questioni, non si può segnare errore una determinata cosa.
Se 'se stesso' si può scrivere sia 'se stesso' che 'sé stesso' non si può considerare errore una forma o l'altra secondo me.
Così me la punteggiatura all'interno dei dialoghi e le altre questioni.
Se non piace il modo in cui è impostata al limite si abbassa il voto nelle impressioni personali, ma non nella grammatica, secondo me, altrimenti si genera solo confusione.
Le persone sono come le vetrate colorate,
brillano e scintillano quando fuori c'è il sole,
ma al calar delle tenebre viene rivelata la loro bellezza
solo se c'è accesa una luce all'interno.
Elizabeth Kubler-Ross

Post: 414
Utente Senior
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08/10/2010 12:25
 
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Sono d'accordo.
Ed infatti era quello che avevo proposto alla fanciulla del contest. Ma lei mi ha solo ignorata : (
Post: 2.378
Utente Veteran
Moderatore Temporaneo
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08/10/2010 13:58
 
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Parlando come qualcuno che si è spesso trovato a dover giudicare nei concorsi, devo confessare di non aver ancora capito quale sia il modo migliore di procedere. Ma al di là del metodo usato, si suppone che chi giudica a) sappia scrivere almeno altrettanto correttamente di chi è chiamato a giudicare b) sia ragionevolmente dotato di buon senso c) sia in buona fede. La mia bibbia per le questioni grammaticali è la Crusca: a me ad esempio ripugna fisicamente veder usare "gli" come pronome dativo plurale, ma la Crusca lo ritiene ormai accettabile, quindi io non lo considero un errore. Il modo in cui si introduce e si chiude un dialogo, poi, è una questione a mezzo tra ortografia e convenzione tipografica, da come la vedo io. Ci sono alcune cose su cui siamo tutti d'accordo (tipo che il discorso diretto deve differenziarsi in qualche modo dal resto o che il verbo che lo introduce dev'essere minuscolo, quando segue) e molte altre che dipendono dall'abitudine e dalle preferenze. E comunque, se il dialogo fila alla lettura, allora va bene così. Poiché un lettore medio legge dialoghi a iosa, col tempo assimila tutti i modi accettabili di introdurli e chiuderli: ciò che non lo disturba o non gli sembra una stranezza, presumibilmente è giusto così.
08/10/2010 15:45
 
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Arthurian maiden, 29/09/2010 18.50:



Mi è venuto un dubbio perché ricevetti questo commento:


Voglio sottolinearti principalmente due errori che hai compiuto più di una volta nel corso della fiction. Numero uno:"Può andare in bagno a lavarsi, Baston,”. Ecco alla fine di un periodo del genere ci vuole
il punto, è vero che la frase in se non è terminata ma la Sprite non aggiunge altro quindi la sua andava considerata conclusa e quindi necessitava nel punto. Credo che sia una abitudine questa e non
una distrazione, poiché in quasi tutti i periodi di questo tipo hai ripetuto l’errore.






Lo sbaglio è del giudice, che evidentemente è privo dell'apertura mentale e dell'esperienza che deriva da numerose letture, il che mi fa pensare che legga poco. È chiaro a tutti, come qualcuno ha evidenziato prima di me, che la grammatica non può fornire regole per ogni singolo aspetto della lingua, come dice anche Serianni nella presentazione alla sua grammatica (si può adattare l'estratto seguente alla situazione di Arthurian maiden con una generalizzazione, visto che si parla della relatività della correttezza dei termini della lingua):

Il confine giusto-sbagliato può essere segnato con sicurezza solo per le forme a-grammaticali [...]. Negli altri casi il compito del grammatico è quello di suggerire una scelta, offrendo al lettore gli elementi di giudizio utili.

Io ho incontrato diverse volte la forma proposta da Arthurian maiden, ma anche se non l'avessi fatto, se fossi stato io il giudice mi sarei informato, prima di giudicare. È una forma di rispetto doverosa, per sé e per gli altri, dalla quale chiunque intenda sobbarcarsi del compito di criticare opere altrui non deve prescindere. Io mi chiedo con quale predisposizione d'intelletto certe persone si accingano a fare i giudici: è mai possibile che certi elementi pressoché insignificanti possano essere fatti pesare tanto? Con quale coraggio, poi, si tirerebbe in mezzo il gusto personale per cose del genere? L'unico aspetto, a mio avviso, da tenere in conto in questo caso era la leggibilità dei dialoghi, che non viene affatto inficiata, trattandosi di un modello accettato da tutti e conosciuto da molti (tranne che dal giudice). Mi permetto anche di andare leggermente OT, visto che quando sto per scrivere non centra esattamente con la nostra questione, ma alcuni giudici sembrano dimenticarlo. Stephen King, sebbene sia uno scrittore commerciale, dice la sacrosanta verità quando, nel paragrafo dedicato alla grammatica del suo On Writing, afferma che:

[...] state tranquilli che non verrà a portarvi via la Polizia della Grammatica. Persino William Strunk*, quel Mussolini della retorica, riconosceva la deliziosa malleabilità della lingua. «È risaputo», scrive, «che gli scrittori migliori disdegnano le regole della retorica.» [...]

*l'autore di The Elements of Style, per chi non lo conoscesse.

Concludo con una riflessione sull'intenzione di Arthurian maiden di abbandonare i contest.
Sbagli, lascia che te lo dica. Non esistono soltanto giudici poco competenti, e ritengo che i contest possano essere un ottimo modo di confrontarsi con gli altri. A volte capita, siamo giudicati da persone che dovrebbero spendere un attimo di attenzione in più sulle loro parole, ma che importa?
Post: 312
Utente Senior
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09/10/2010 02:31
 
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Re: Re:
Erena-chan, 07/10/2010 20.46:


E scusami tanto se sono acida, ma come accidenti fai ad essere oggettiva se NON hai una regola precisa alla quale appigliarti?
Mica parliamo di coniugazione di verbi.



Se non c'è la regola precisa che mi dice quale delle due forme considerare quella corretta, sarei davvero poco oggettiva nello stabilire tassativamente che una delle due è scorretta.
Temo che il discorso sia stato lievemente frainteso.
Con "poca oggettività" e con "uno non se l'aspetta" intendevo dire che, a mio modesto parere, se tra due forme grammaticali che in teoria dovrebbero essere entrambe accettate, il giudice di un contest amatoriale sancisce arbitrariamente una forma come corretta e l'altra come errata, senza poi neppure riuscire a sbrogliare la questione, beh, io sinceramente non vedo molto di "oggettivo". Nemmeno io mi sarei aspettata la regola che salta fuori per caso.
In altre parole, se abbiamo due forme "concorrenti" e l'Accademia della Crusca mi dice di ammetterle entrambe come corrette, farebbe un po' strano se io (un "io" ipotetico) mi alzassi di punto in bianco e dicessi, con poche basi solide a sostenere la mia tesi, "guardate che la forma X è quella corretta, la forma Y quella errata". Se poi mi trovassi anche nella posizione di giudice ad un contest, finirei per confondere le idee ai partecipanti e falsare i risultati. Perchè non è detto che tutti siano consapevoli del fatto che io, a mio personale (e *soggettivo*) giudizio, ammetto come corretta la forma che tra le due mi sta più simpatica e come errata quella che mi sta meno simpatica XD
La mia critica non si riferiva al non considerare la lingua un monolite, ma alla poca elasticità nel sancire lapidariamente "questo è giusto, questo è sbagliato" (senza prove effettive che sia così), fino a far pesare ogni uso della forma incriminata un punto in meno.
Secondo me, in questo caso, sarebbe stato un approccio molto più *oggettivo* evitare di focalizzarsi su questo particolare in modo così rigido, stabilendo arbitrariamente la regola, specie se una regola ferrea pare non ci sia. Ho indicato come "soggettivo" il fatto di dire "questo è giusto, questo è sbagliato" e renderlo regola grammaticale in base a un proprio gusto/parere... Non è certo oggettività. E' semmai imporre la propria visione (già per questo, perchè appunto una propria visione, non può essere qualcosa di oggettivo) in base ad una convinzione che magari fino a quel momento si era ritenuta valida al 100%. Con questo non intendo affatto che la cosa sia stata fatta in cattiva fede.
Insomma, la mia non era assolutamente una critica all'Accademia della Crusca che ammette le "forme doppie" senza stabilire una preferenza, XD!
Per "regole soggettive" non mi riferivo all'oscillare tra due forme, bensì all'atto di stabilire di persona una regola e applicarla come se fosse effettiva.
Che io sappia, poi, anche in alcune coniugazioni verbali irregolari talvolta ci si può imbattere in forme doppie, e nessuna delle due è considerata errore.
Spero di essere stata più chiara.
[Modificato da @mber88 09/10/2010 03:14]




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