26/06/2010 Giro ad anello nella selvaggia Val di Jon (Brenta meridionale)
Dopo due anni esatti, rieccoci nuovamente – io, Claudio, Max e Flavio - al ponte di Baesa (700 m) in val d'Ambiez.
E' una gita organizzata all'ultimo momento - “Ci sono almeno quattro orsi che girano per questa valle, e uno si fa vedere abbastanza facilmente” - dopo queste premesse si può non ritornare su sentieri già battuti?
La memoria non inganna e la rampa che porta ai masi di Jon è micidiale: un ciottolato verticale reso viscido dalla pioggia della notte. Giungiamo, con qualche difficoltà d'equilibrio, ai primi masi e facciamo una piccola pausa con annesse sbinocolate verso i prati di malga Ben, nel versante opposto della val d'Ambiez.
Riprendiamo poi il cammino all'ombra di una fitta faggeta che di lì a poco dirada sempre più fino a lasciar il posto a verdi declivi. La val di Jon s'apre in tutta la sua beltà, dalla cima del Brugnol passando per il monte Pizzo fino alla Crona: due anni fa la nostra gita era stata accompagnata dalle nebbie e non avevamo potuto godere di questo panorama mozzafiato.
Camminiamo per prati costellati da miriadi di fiori colorati, sopra uno sbalzo roccioso Max individua pure una stella alpina, la prima della stagione; 200 metri sotto di noi il fondovalle che percorreremo al ritorno.
Comincia lo sbinocolamento selvaggio … ecco i primi due camosci della giornata.
Saliamo estasiati fino alla malga Asbelz (1956 m), qui pranziamo tutti assieme mentre il cielo si rannuvola un po'.
Dopo la pausa saliamo fino alla Busa del lago d'Asbelz (2016 m) dove trascorriamo un altra mezz'oretta a individuar camosci su per i ghiaioni. Dopodiché propongo di salire verso la selletta del Monte Pizzo, sono curiosa di vedere la valletta che sta nascosta dietro il promontorio.. mai scelta fu così azzeccata..voltiamo l'angolo ed eccoli.. i “maledetti” mufloni!!! Ce ne sono tantissimi, un gruppo di 16 se ne corre via a rotta di collo, un po' di silenzio e poi altri sassi che rotolano ovunque, più in alto un grosso branco (Max ne ha contati una trentina con 7 piccoli) corre via per il costone. Ammetto di essere contraria a questo tipo di rilascio faunistico, ossia di animali non autoctoni, voluto per scopi venatori, ma comunque mi ha fatto piacere avvistarli.
Come i mufloni, anche noi ci disperdiamo qua e là, io vado verso i ruderi dell'ex malga Sgorbia, Max e Claudio vagano senza meta e Flavio si mette a risalire un mega nevaio.
Dopo qualche autoscatto ritorniamo a malga Asbelz, un'altra breve pausa e poi verso l'ignoto.
Stiamo per uscire dai sentieri battuti per percorrere il vecchio sentiero che scende nel fondovalle di Jon.
Iniziamo il nostro ritorno immersi nelle erbacce e nelle ortiche. La valle è forse ancor più bella vista dal fondo, siamo rinchiusi tra ripide pareti, cascatelle scendono qua e là, una moltitudine di farfalle s'alzano in volo ad ogni nostro passo. Arriviamo ai ruderi dell'ex malga Ion (1404 m) e qui l'esile traccia diventa una vecchia mulattiera che seguiamo; lungo la via troviamo un sasso ribaltato da una nostra conoscenza.
In un clima tropicale, attaccati dalle zanzare e con gli scampoli di residui di valanghe (1100 m), sentiamo il suono di campanacci, e sbuchiamo proprio sotto i masi di Ion dove inizia la maledetta strada di ciottoli.
La scendiamo senza problemi fino all'auto dove felici di aver percorso sentieri conosciuti ci diamo
appuntamento alla prossima gita..
è proprio vero: "Un vero Viaggio non è cercare nuove Terre,ma avere nuovi Occhi. (Marcel Proust)
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"Tu hai una tale voce, o grande montagna, da annullare gli inganni e i dolori, voce non da tutti compresa, ma che i grandi, e i saggi e i buoni interpretano, e profondamente sentono, e fanno sentire agli altri". P.B. Shelley
"Fatto stupendo o cosa strana! L'orso. La belva si fa umana.
Stupor maggior che l'uomo nato, in belva or cerchi esser cangiato."