Se mio figlio minorenne rifiutasse le cure, a randellate lo porterei in ospedale, altro che bei discorsi sull'emancipazione e la libertà di scelta. Gli spezzo tutte e due le gambe e lo porto a fare la chemioterapia (e poi anche la fisioterapia, risparmiamo un viaggio), farò la genitrice autoritaria, non me ne frega niente. E se è maggiorenne ma vive con me e da me dipende, lo stesso. Non esiste il genitore che lascia morire il figlio.
Questo in linea generale. Il film di cui si parla (non l'ho visto, ma ho letto il libro) è un discorso molto più complicato, la situazione è parecchio ingarbugliata, perchè la secondogenita è stata concepita - in vitro - proprio per fare da 'serbatoio' alla primogenita, e quindi lei stessa non vive bene la situazione (i genitori le amano entrambe allo stesso modo, sia chiaro, ma si trovano letteralmente tra l'incudine e il martello). La sorella malata si sente in colpa, la piccola si sente usata, i genitori sono disperati per entrambe.
Non si possono giudicare situazioni simili senza esserci dentro, e non si può dire "è giusto questo, è giusto quest'altro", quando ogni scelta è quella sbagliata.