Addentrarsi nell'universo di "Nessundove" per quanti avessero già frequentazione con le opere fumettistiche di Neil Gaiman significa inevitabilmente risvegliare un senso di familiarità, quasi trovarsi in un'accogliente rifugio già numerose volte visitato nei regni della fantasia.
Questo non significa certamente percepire quella spiacevole sensazione di già visto, di sciatteria o di banalità: semplicemente le invenzioni letterarie del visionario inglese risultano partecipare tutte di una concezione del mondo, di un'immaginazione e di una sensibilità comuni.
Così, la lettura ci porta ben presto in un reame che, se non è lo stesso rispetto a quello di Morfeo - Sandman, il signore dei sogni - gli è terribilmente affine e contiguo.
Sono infatti simili gli intenti e le pulsioni che muovono l'autore nella creazione letteraria: se negli episodi di "Sandman" i Miti, la Storia, le Leggende, l'immaginario dei comics americani, la Cronaca ed il quotidiano si amalgamavano insieme nella trama particolare del fumetto (quasi in un'immenso calderone) concretandosi in un Altrove onirico ed immaginario, ma non per questo meno sostanziale, nel romanzo essi trovano forma solida in una dimensione spaziale del tutto vicina alla nostra realtà.
Così, secondo le regole della tradizione rispettate in numerosissime saghe fantasy, l'Eroe - in realtà uomo assolutamente incolore e ordinario nella vita di tutti i giorni - viene catapultato da un Evento Imprevisto in una situazione alternativa, ove - sia pure smarrito - troverà un'identità ben più poderosa e significante di quello che credeva essere il proprio Vero Io.
In Gaiman la differenza principale che si introduce in paragone all'archetipo della tradizione fantastica consiste nel collocare l'Altrove, non in una dimensione parallela, bensì in un mondo speculare, nebbioso, sotterraneo.
Seppure non del tutto originale (si pensi alle opere di Clive Barker, tanto per citare un esempio) il concetto di Mondo Sotterraneo viene sviluppato da Gaiman con abilità ed in senso prettamente fantastico.
Londra Sotto - questo è il suo nome - raccoglie tutto quello che viene dimenticato o trascurato dalla nostra Londra reale: in essa si accumulano e quasi si calcificano non solo i rifiuti materiali, ma anche gli oggetti e gli elementi ormai respinti dalla società materialista, concreta, ottusa, addirittura spietata del mondo moderno.
In essa si smarriscono anche le esistenze delle persone che, attraversando gli interstizi del cosiddetto reale, possono calare in una società quasi feudale, fatta di baronie e potentati in conflitto e governata da regole sue proprie.
E se a Londra Sopra non c'è dunque spazio per vampiri, incantesimi, cavalieri, forze angeliche e demoniache e regni ancestrali, è sufficiente una breve dislocazione di prospettiva dal nostro stesso mondo per raggiungere un posto ove tutto questo è possibile, quello stesso luogo ove la realtà che credevamo di conoscere assume un altro volto.
E là quella che potrebbe sembrare una semplice banchina di metropolitana si rivela in realtà un passaggio per altri territori, così come oscuri cunicoli conducono a scoprire ambienti ormai dimenticati e inutilizzati dal mondo superiore e rivendicati pertanto dai popoli sotterranei.
E' quello che apprende Richard, giovane uomo di affari inquadrato nel sistema ed impiegato nell'economia e nei giochi di Borsa, legato da un fidanzamento all'insegna della routine più che dei veri sentimenti, al quale basta un singolo atto di generosità nei confronti di una strana ragazza fuggitiva e perseguitata da misteriosi assassini per scivolare nel bizzarro sottosuolo ove si troverà a sperimentare un nuovo mondo e sarà coinvolto in numerose avventure allo scopo di poter recuperare la propria precedente vita.
In compagnia della fanciulla, Lady Porta - in fuga per la propria salvezza ed alla ricerca degli assassini della propria famiglia, del bizzarro marchese di Carabas e della pericolosa Hunter, egli si impegnerà in un lungo viaggio alla ricerca dell'Angelo Islington, colui che pare possedere le risposte e le soluzioni a tutte le loro domande.
La narrazione di Gaiman scorre fluida ed efficace, non solo riguardo le invenzioni fantastiche e la visionarietà - aspetti nei quali l'autore è maestro - ma anche nella definizione dei personaggi e delle motivazioni che li animano.
Volendo proseguire il paragone effettuato con "Sandman", anche qui pare di riscontrare una certa similarità tematica e compositiva fra alcuni caratteri, ad esempio fra i terribili Mr. Croup e Mr. Valdemar - sadici maestri di crudeltà, e quelli che potremmo definire alcuni loro "cugini" fumettistici, quali "il Corinzio" o "Brute e Blob".
Ma se tali somiglianze rientrano nell'ambito del mondo fantastico dell'autore di cui si diceva sopra e sono espressione analoga della malvagità, della perversità inspiegabile, degli incubi e delle forze oscure che si agitano nei più profondi meandri dell'animo umano, certamente ancora più significativa è la riflessione fondante del romanzo, quella sull'effettiva natura del nostro mondo.
"E' veramente reale questa esistenza?" pare chiedere Gaiman.
Un'esistenza alla quale viene conferita concretezza e - appunto - realtà ormai solo dai numeri, dagli affari, dal lavoro, dalle vacanze in luoghi di lusso e da rari sentimenti che periodicamente giungono a punteggiarla.
Sentimenti molto spesso caduchi, o quantomeno frutto di infatuazione, eccitazione ed egoismo mascherati da affetto, scaturiti praticamente solo da una materializzazione delle proprie esigenze proiettate sull'altro e da mera eccitazione sensuale.
In una vita così configurata allora, uomini ridotti quasi a marionette paiono recitare inconsapevolmente e ciecamente il proprio ruolo dalla nascita fino alla morte, seguendo un copione minuziosamente già scritto e del quale si conosce bene il finale, e senza possibilità di deviare dal Destino perchè - come si suol dire "Tanto il mondo va così..."
Non è quindi un caso che nel romanzo personaggi come Porta, Islington, Old Bailey o il Conte paiano più "veri" - con i loro pregi e difetti, la loro bontà e malvagità - che altri del mondo reale come Garry, il collega di Richard oppure Jessica, la sua fidanzata.
L'esistenza a Londra Sotto, seppure dura e precaria, non è priva di poesia paragonata agli squarci di uno squallido tran tran quotidiano ove persino l'amore fra due giovani pare ridotto a una transazione commerciale improntata alla programmazione, alla scalata dei gradini della società ed al freddo do ut des.
Altrettanto significativa è la maturazione mentale del protagonista, uomo comune sì, ma con qualcosa di speciale insito nella propria personalità e che lo conduce lentamente e progressivamente a mutare il proprio modo di pensare. Forse solo una persona ancora dotata di un'umanità più genuina e spontanea...
Senza volere anticipare troppo, particolarmente potente risulta quindi la scena nella quale egli si trova come di fronte al proprio Vecchio Io, acquisendo una sorta di nuova coscienza, scena ove si trova quasi una summa della filosofia e dei concetti principali espressi dal romanzo.
Con "Nessundove" Gaiman ci porta nei territori di una fantasy del tutto particolare, non limitata dalle consunte regole della "quest", nè legata esclusivamente agli stilemi della "Heroic" e nemmeno soltanto ai temi dell'"Altro mondo" o dell'"Eroe in evoluzione".
La fantasy di Gaiman è della qualità più originale: in essa tutti gli ingredienti si fondono in un'opera omogenea e vitale, alla quale ogni lettore può attingere in modo rapido in quanto immediatamente vicina alla propria percezione.
Essa apre la mente all'immaginazione ed alla riflessione, con uno stile insieme colloquiale, ironico, evocativo e ricercato, in grado contemporaneamente di fare sorridere, stupire ed emozionare.
Probabilmente i cultori del fantastico più classico, i fautori degli universi paralleli e dei mondi secondari potranno lamentare la mancanza di una maggiore precisione nella definizione delle culture e dei popoli sotterranei, così come una maggiore descrittività riguardo le identità dei protagonisti, il loro passato e la loro psicologia. E tuttavia non pare che queste volute sospensioni, questa minore attenzione dedicata ai dettagli e al particolare nuocciano al racconto: le descrizioni si dipanano con tutta la loro potenzialità e dalla vicenda riesce ad emanare soltanto quanto sia necessario ad attivare l'immaginazione del lettore e la sua riflessione.
Probabilmente le due attitudini più tipiche della buona letteratura.
IL GIOCO DEL TRONO INIZIA...
TIME MACHINE
Nella prima partita: Lord Brynden Tully, Primo Cavaliere e vincitore virtuale del gioco insieme a Baratheon e Arryn.
Nella seconda partita: Lord Brynden Tully, voce dell'Alto Concilio dei Lord dei Fiumi e delle Colline e fautore (trombato) della Trota Bianca.
Nella terza partita: Lord Stannis Baratheon, prigioniero eterno e perenne.
ORA: Eddison Tollett, Guardiano della Notte, detto "l'Addolorato" (per ovvi motivi).