MILANO, 5 novembre 2008 - Onestamente, è stata una sconfitta. L’incontro in Gazzetta non ha prodotto alcuna convergenza tra Fip, leghe e giocatori che il commissario Dino Meneghin avrebbe voluto regalare al futuro presidente federale, per farlo partire di slancio dopo le elezioni di febbraio. La prima conseguenza è che lo stesso Meneghin, indicato da tutti, comitati regionali e leghe, come il loro uomo per la presidenza, non ha più intenzione di candidarsi. Inutile se non cambia la mentalità.

IDEE - Noi ci abbiamo provato. Abbiamo sviluppato, grazie agli interventi di Ettore Messina, Valerio Bianchini, Alfredo Cazzola, Maurizio Gherardini e Franco Curioni un progetto fattibile per superare le divisioni tra società e giocatori, per rilanciare gli italiani e la Nazionale e finanziare i vivai. Idee semplici, spesso già collaudate da Paesi più evoluti come la Spagna, ma con un patto per l’Italia: i club avrebbero ottenuto l’autonomia che giustamente rivendicano in cambio dell’impegno di garantire la presenza in Nazionale dei migliori. La necessità di ridurre gli extracomunitari in serie A per rilanciare il prodotto italiano è stata confermata con una maggioranza sorprendente dai voti di diecimila lettori appassionati su Gazzetta.it, un risultato che ha solo rafforzato le idee proposte da Dino Meneghin. Ma il basket resterà quello di oggi.

SOLO NO - Il presidente Corrado ha ribadito che la Lega A non vede alternative alla convenzione disdetta in extremis da Fausto Maifredi (in pratica le regole in vigore oggi). L’unica apertura, un progetto giovani: le società raccoglieranno 1.5 milioni di euro che, poi, si ridistribuiranno tra di loro, in base al minutaggio degli italiani. Non importa se i bilanci sono in rosso, i club falliscono, il pubblico non cresce ed il basket è sparito dai grandi media. Va bene così.

PROGETTO - Il solo vero progetto resta quello di Curioni e della Lega Dilettanti: ma per funzionare dovrà ricevere il finanziamento della serie A per produrre giocatori trasformando la ex serie B in un campionato under. L’unica apertura costruttiva è stata quella dell’associazione giocatori, pronta a discutere su tutto, anche ad una riduzione dei compensi vista la crisi economica mondiale, a patto di trovare più spazio reale per gli italiani. Ed è apparso evidente che della Nazionale, interessasse davvero solo a Recalcati e Meneghin. Peccato. Il nuovo presidente federale sarà inghiottito dalle spaccature del passato. E’ vero che le società delle tre leghe finanziano all’80% il nostro basket, e non hanno un adeguato peso politico in consiglio federale, una situazione insostenibile. Corrado ha «minacciato» la rivolta dei club e un campionato professionistico fuori dalla Fip: magari avessimo club sani, grandi impianti e investimenti per realizzarlo. La realtà è diversa. Noi, assieme a voi lettori e a Dino Meneghin, ci abbiamo provato. Se non cambierà nulla, abbiamo comunque un’alternativa: dedicarci al campionato più bello del mondo, la Nba.