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Cose che forse vale la pena di leggere

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2007 14:46
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Sinceramente non so se siano prese da un libro, o se siano frutto della (ammirabile) fantasia dell'autore del blog da cui le ho prese...spero più nella seconda, in ogni caso a me sono piaciute davvero tanto

Fallen
Mattino…giusto poco prima che il sole sorga. Sono qui, al molo che sta alla periferia della città. Non c’è nessuno, tranne me e il mare. Scruto l’orizzonte, non so nemmeno da quanto tempo sono qui…ma so cosa è successo. Io e Josephine eravamo insieme ormai da qualche mese e avevamo intenzione persino di andare a convivere. Io che ho sempre evitato i rapporti stabili, che ho sempre cercato storie con donne che non chiedessero troppo, proprio io, le ho chiesto se volesse venire ad abitare da me. E lei ha detto no. Senza motivo. O forse qualcosa per motivare quella sua scelta lo ha detto, ma non stavo già più ascoltando. Poi il nostro rapporto si è incrinato, sempre più, sempre più…fino a che lei mi ha lasciato. E ora sono qui. Lei doveva partire con la nave, stanotte. Volevo convincerla a restare, a ripensarci…volevo fare qualcosa per riscrivere la nostra storia…ma non ce l’ho fatta. Sono arrivato tardi, la nave era già partita e io non ho potuto fare altro che stare qui a guardare. “Anche tu hai incontrato Fallen, dunque…” dice un uomo che sembra comparso dal nulla dietro di me. Mi volto. E’ un vecchio marinaio. “Come scusi? Io…credo di non aver capito…” Mi si avvicina. “Ho detto che hai incontrato Fallen…voglio dire…hai da poco sofferto per amore.” In effetti è così, ma come diavolo lo sa questo vecchio? “Sì…io…ma lei come…” Ride: “Sei arrivato mentre l’ultima nave partiva, urlando ''Josephine non partire…resta con me''. Non credo che Josephine fosse sua madre…”. “No…non lo era…” Ma perché cavolo sto qui a parlare con questo qui? Faccio per andarmene, ma la curiosità è troppa. “Scusi” domando “ma cosa intendeva dire quando mi ha detto che anche io ho incontrato Fa…Faln…” “Fallen…anche tu lo hai incontrato…” Non capisco “Fallen? E chi sarebbe?”. L’uomo si siede su una panchina. “Vieni, parliamo della tua storia…” Mi siedo accanto a lui. “Cosa ricordi, giovanotto, del vostro ultimo incontro?”. Non so perché, ma ho voglia di parlarne a qualcuno e gli dico tutto. “Poco, a dir la verità…abbiamo litigato, urlato…fino a che lei non mi ha spinto e in lacrime è andata via, sbattendo la porta…è successo l’altro ieri. Non ricordo praticamente nulla di quello che ci siamo detti. Sembra stupido ma non ricordo con esattezza il perché del nostro litigio. La situazione con lei dopo che le ho chiesto di venire da me è precipitata…forse sono stato troppo precipitoso…non so. Ho saputo che partiva oggi da una sua amica, ma sono arrivato tardi…” L’uomo sorride. “Già…ma dimmi, nel momento esatto in cui se n’è andata, ricordi qualcosa…come dire…di strano?” In effetti qualcosa di strano lo ricordo, ma non mi sembra il caso di raccontarlo a questo qui…non so nemmeno chi sia, mi prenderebbe per pazzo. Ma ormai, tanto vale continuare. “Io…le sembrerò pazzo ma, quando ha sbattuto la porta, mi è sembrato che questa si riaprisse…ho visto entrare un uomo…con la barba…occhialini scuri, capelli a coda di cavallo…avrà avuto quarant’anni. Si è gettato su di me brandendo uno strano coltello e mi ha accoltellato in pieno petto…Dio, credevo di morire…poi un flash ed ero ancora lì, mi sembrava di essere svenuto…ho creduto fosse un’allucinazione, misto di rabbia e stress…e non ci ho più pensato.” “Già…tu la amavi tanto quella ragazza vero? La amavi…davvero.” “Io…s-sì…” “Lo sospettavo…quel “sogno” come lo chiami tu…era Fallen…e…” si interrompe. In lontananza vede arrivare una coppietta di fidanzati che stanno litigando e me la indica. “Guarda…capirai meglio…”. L’uomo grida qualcosa alla donna, le tira uno schiaffo e se ne va. Lei piange…grida qualcosa. Ad un tratto arriva un uomo in bicicletta. Lo stesso uomo che ho visto quando io e Josephine abbiamo litigato! Scende dalla bici e corre verso la ragazza e senza dire nulla, la accoltella. “Cazzo, no!” urlo e mi getto all’inseguimento dell’uomo. “No, ragazzo!”urla il vecchio. L’uomo mi vede e sale sulla bicicletta. Il suo sguardo non tradisce nessuna emozione. Prende velocità e scompare. Corro allora dalla ragazza…un momento, ma…non ha ferite…eppure l’aveva colpita in pieno petto, dritto al cuore. Il vecchio ci raggiunge. “Sei pazzo? Cosa tentavi di fare? Fallen va lasciato stare!” “Ancora Fallen? Ma chi cazzo è?! Perché va in giro ad accoltellare la gente? Perché questa ragazza non ha ferite?” La ragazza si riprende…ci guarda spaventata. Si alza e scappa, forse credeva fossimo due malintenzionati. Rimango solo con l’uomo. “Non si è accorta di quello…Fallen…che l’ha accoltellata?!” “Non tutti se ne accorgono…vedi, ragazzo…Fallen colpisce le persone che perdono qualcuno di caro, le accoltella al cuore. Ma non lascia segni…” Sono incredulo. “Sembra strano vero? Il fatto è che pochi lo vedono…e pochissimi ancora si ricordano di lui…sei il primo che conosco, oltre a me, che si ricorda di lui…” Non so che dire, ho lo sguardo fisso sull’uomo, che sorride: “Ah…siamo tutti occupati a parlare della sua “sorella più grande”, la Morte, che non facciamo caso a lui. Lui…che forse è persino più terribile…perché dopo che lo incontri devi continuare a vivere…” “Cazzo…ma perché pochi se lo ricordano?” Chiedo stranito “Chi lo sa…forse se lo ricordano quelli che amano davvero, che si erano illusi…l’amore d’altronde, è una specie di eterna illusione…Fallen è una specie di triste spirito solitario, che gira colpendo le persone che diventano improvvisamente sole…Fallen è la Morte… la Morte dell’Amore…” Il vecchio sembra stanco. Si allontana, salutandomi con un cenno. Ricambio e torno a fissare il mare…lo guardo fisso sul sole che sta sorgendo…non sò nemmeno cosa provare…per un attimo mi chiedo cosa succederebbe se sparissi?…forse nessuno verrebbe a cercarmi…no…non sparirò. Cercherò qualcuno con cui condividere qualcosa…e se poi Fallen verrà a trovarci…beh, non importa……addio Josephine…


c.v.

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Memorie di nessuno
Sono sempre stato una nullità. Da bambino mia madre mi scambiava per mio fratello, anche se ero figlio unico.Quindi non ero neanche unico.D'altronde mia madre crede ancora oggi che sia mio fratello il figlio unico. A scuola la maestra mi segnava sempre assente, anche quando ero presente. Nei giorni in cui ero davvero assente non se ne accorgeva e mi segnava assente lo stesso. Tutti gli altri ragazzi avevano degli hobby. Il mio hobby è sempre stato respirare.Quando mi guardavo allo specchio neanch'io mi riconoscevo, e se parlavo tra me e me mi davo del voi. Appena potei , me ne andai da casa e venni a vivere a Londra, da solo. Anzi meno che solo. Comunque, se non altro,come nullità non mi fù difficile trovare un lavoro all'ufficio del catasto. Abitavo in un vecchio palazzo, semi-diroccato,in periferia. Non era un granchè,ma non potevo lamentarmi.Proprio non potevo, perchè ero in subaffitto e quindi era come se non ci fossi.Comunque non mi dispiaceva, per una nullità come me era fin troppo.E poi, al piano di sotto c'era lei....
Lei si chiamava Aileen.Appena la vidi me ne innamorai.E lei una volta mi sorrise.Lei mi aveva visto, capite? Per la prima volta, un altro essere umano un altro essere umano si era accorto che esistevo.Anzi di più: un'essere umana!Ed era così bella, così dolce...una ragazza semplice, ma nel suo piccolo fantastica...
Ho sempre pensato che uno vive se c'è qualcun altro che crede in lui. Bè, il mio qualcun altro lo avevo trovato ,ed ero felice. Certo, non avrei mai avuto il coraggio di chiedere qualcosa di più ad Aileen, ma che importa? Mi bastava, mi sarebbe bastato per sempre quel suo unico sorriso. O forse no?? Forse avrei potuto trovare il coraggio di confessarle ciò ke provavo? Bè, comunque è inutile pensarci ormai...non posso più tornare indietro, a quella notte, se non col pensiero....
Saranno state le tre. E io ero ancora lì a scrivere( poesie d'amore per Aileen, naturalmente)...quando sentii bussare alla porta del piano di sotto. Evidentemente, Aileen aveva degli amici nottambuli. D'altronde anch'io soffro d'insonnia. A dire il vero avevo sentito delle voci che sostenevano che Aileen fosse una poco di buono e che le persone ke la andavano a trovare di notte non fossero amici, ma clienti...si insomma, avete capito no? Ma a me non importava...Aileen rimaneva sempre e comunque Aileen...
Dicevo... saranno state le tre e sentii bussare alla porta del piano di sotto.Sentii anche la voce di Aileen,che intimava alla persona che aveva bussato di andarsene, ma a quanto pare questa non ne aveva alcuna intenzione. La discussione si fece animata e io, intanto, ero con l'orecchio attaccato alla porta, ma riuscivo a sentire ben poco...
Poi Aileen gridò. Mi precipitai fuori dall'appartamento e giù dalle scale, per vedere che diavolo fosse successo.E allora successe. Sentii una fitta al cuore...Non ci feci caso e proseguii verso l'appartamento di Aileen. Notai che sul muro del corridoio erano puntate due ombre:c'era Aileen a terra e un'uomo sopra di lei, con un coltello in mano, che la stava accoltellando. E ogni volta che sferrava un colpo e Aileen gridava io sentivo una fitta al cuore, un dolore tremendo, da morire...
Ma come può morire chi non è mai stato nessuno?Poi il dolore passò.Arrivai alla porta di Aileen, e vidi. Vidi un uomo in impermeabile bianco, con un cappello, che pugnalava Aileen. Cercai di gridare, ma per tre interi, lunghissimi secondi nessun suono mi uscì dalla gola...
Quando finalmente riuscii a gridare l'uomo si alzò e si voltò di scatto. Lui stava li, guardava verso di me...Ma c'era qualcosa di strano...Sembrava che non mi vedesse...Mi scagliai su di lui e lui non fece niente...Cadde a terra anzi, si rialzò e scappò,gridando...Non capivo...Era più grosso di me e aveva il coltello...Eppure fuggiva, sembrava spaventato...
Non lo seguii...Mi inginocchiai su Aileen, che giaceva morta in un lago di sangue, e per la prima ed ultima volta le accarezzai i capelli...
Restai lì,in ginocchio, non sò per quanto tempo...Non venne nessuno:nel palazzo abitavamo solo io e Aileen...Restai lì a guardarla, non mi avrebbe più sorriso, e l'unico sorriso che avessi mai ricevuto se ne era andato per sempre.Mi alzai solo all'alba e mi volsi intorno quasi incredulo,come se quella stanza neanche esistesse...Come se il mondo fosse scomparso...
Poi il mio sguardo incontrò lo specchio,vidi riflesso il corpo di Aileen...ma io no! Mi avvicinai allo specchio:niente,non rimandava la mia immagine(che comunque non avrei riconosciuto). Ci alitai sopra:lo specchio si appannò, ma della mia faccia neanche l'ombra. Ecco perchè l'assassino non riusciva a vedermi! Ero invisibile! Mi sedetti incredulo.E allora capii che era vero: viviamo solo se qualcun altro crede in noi. Con la morte di Aileen non era scomparso il mondo, ero scomparso io. E non mi sembrò neanche tanto strano:''Signora maestra'', pensai ,''mi segni assente''. Verso sera arrivò un'amica di Aileen e vide il cadavere. Io ero ancora lì. Poi venne la polizia, che ricollegò il delitto ad un serial killer, che uccideva prostitute apparentemente senza motivo.Lo chiamavano''l'uomo invisibile''. Buffo, no? Misero a soqquadro la casa di Aileen e scattarono numerose foto al cadavere. Io ero ancora lì. Mi alzai solo quando vidi ke la stavano portando via.''Addio Aileen'', quasi sussurrai.Tornai su, nella mia stanza.Sentii l'ispettore chidere ad un suo sottoposto chi abitasse oltre ad Aileen nel palazzo.''Nessuno signore, abbiamo controllato''.Nessuno, già. Ero li che guardavo dalla finestra Aileen partire per il suo ultimo viaggio, e io ero nessuno. Come lei, ormai. Quasi ero contento di non potermi vedere quella sera, perchè piangevo. E bevevo. Seduto al mio tavolino, dove un tempo per Aileen.Più bevevo e più piangevo, e viceversa. E fumavo. Se mi avesse visto mia madre,a bere e fumare!...Bah, probabilmente avrebbe ripreso mio fratello.Dunque ero passato dalla nullità al nulla.Come vedete non servono formule nè vernici prodigiose...basta molto meno, o forse molto di più.Basta che se ne vada l'ultima persona che ti abbia mai sorriso.
c.v.


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Ha iniziato lei
Piove.Sono qui, davanti a lei,fermo.La guardo negli occhi. Dio,quanto è bella.Peccato non stia più con lei. Una lacrima mi sfiora la guancia.Mi volto e faccio per andarmene.Quando lei dice qualcosa.''Che? Dici a me??Stai forse cercando di colpevolizzarmi??Guarda che quella che se ne è andata sei tu,non io.Tu mi hai lasciato.Solo, disperato.Tu, sei stata tu.''Lei non risponde.Mi guarda.Ma non ho intenzione di prendermi la colpa.''Allora, se non è colpa tua, ma nemmeno mia, di chi è??Perchè mi hai lasciato?? Forse è stata una decisione che hanno preso lassù''.Guardo il cielo e rido, mentre un'altra lacrima mi bagna il viso.Lei non smette di fissarmi.''Santo Dio ,ma che hai? Che vuoi da me? Che cazzo vuoi?!'' Urlo arrabbiato. Lei mi fissa senza dire nulla. Eppure mentre me ne andavo mi ha sussurrato qualcosa. Oppure me lo sono immaginato?'' Ti diverte farmi questo? Io mi volto e tu mi dici qualcosa, poi ti parlo e non mi rispondi. Ti pare giusto? Ti pare giusto, cazzo?!'' Mi accendo una sigaretta, nervoso.''La verità e che sai che hai sbagliato a lasciarmi. Sai che io ti amavo,davvero.Ti amo ancora! Eppure pare che amarti con tutto me stesso non sia servito a non farti andare via, vero?''.Lei muta, mi guarda. in silenzio.''Cazzo! cazzo! Perchè fai così? Perchè?! Dimmi qualcosa.Parla ti prego''. Ma lei non lo fà. La sua espressione è sempre la stessa. Sembra sorridere. Ma non dice nulla e mi fissa. Non resisto più.Urlo.''Maledetta! Perchè lo hai fatto? Perchè mi hai lasciato?!Maledetta! Non dovevi! Proprio ora che tutto andava bene! Poi vengo qui e tu mi tratti così?Mi schernisci?No, perchè casomai non te ne fossi accorta , è quello che stai facendo! Vuoi forse farmi passare dalla parte del torto?Bè, non ci riuscirai bella. Non ci riuscirai!''.Dò un calcio ad un vaso di fiori, ed è qui che arriva il guardiamo del cimitero:''Ma che cazzo fà?!Vuole che chiami la polizia?Ma sei ubriaco per caso? Stai litigando con una lapide?!''. Mi volto.Butto via la sigaretta ,allontanadomi dal cimitero:''Non è colpa mia! Ha iniziato lei...''.


c.v.
21/01/2007 20:00
 
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uhm...sono tipo delle trascrizioni di vignette: la prima storia è tratta da "L'eterna illusione", la seconda da "Storia di Nessuno", rispettivamente numeri 193 e 43 di Dylan Dog. La terza non mi suona molto, ma potrebbe essere quando Dylan parla con la lapide di Bree Daniels [SM=x1244890]
E capirai che quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere ma è qualcosa che ti porti dentro cioè vivere.
22/01/2007 13:24
 
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grazie lavi... [SM=x1244893]

speravo ci fosse qualche giovane mente brillante in giro che scrivesse 'storie' così belle...un'illusione evidentemente però [SM=x1244882]

dovrò leggere dylan dog allora [SM=x1244900]
23/01/2007 15:46
 
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Forestiero
te lo consiglio vivamente, secondo me è il più bel fumetto italiano [SM=x1244893]
cmq spero che l'autore del blog in questione abbia almeno avuto il buongusto di dire che non è farina del suo sacco... [SM=x1244890]
E capirai che quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere ma è qualcosa che ti porti dentro cioè vivere.
24/01/2007 17:38
 
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Consigliere di zona
no non diceva niente a riguardo... [SM=x1244887]
25/01/2007 14:46
 
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