Un ulteriore nodo da sciogliere
Dialogando con Paolo sulla skin del nostro forum e da sue affermazioni al contorno, mi sono venute in mente due altre cose, altri due elementi da tenere in conto.
Il primo, sul quale possiamo probabilmente farci qualcosa, riguarda la diversa sensibilità che è maturata negli ultimi decenni nei confronti delle cose belliche e militari in genere. In qualche modo il cinema americano ha riflettuto questo cambio di sensibilità se si pensa come, cinematograficamente, si sia passati da rappresentazioni eroiche alla John Wayne (in qualche modo anche propagndistiche, il periodo era quello della WWII e dei primi tempi della Guerra Fredda) alle ben più crude rappresentazioni recenti mirate a scuotere gli animi, denunciare le brutalità di cui non si era usi a parlare, ecc..
Noi che abbiamo iniziato più di un decennio fa (io più di due...) secondo me abbiamo vissuto bene questo passaggio: abbiamo iniziato a giocare a questi giochi da adolescenti, in pieno entusiasmo alla John Wayne, col desiderio di simulare cose che di sicuro non ci sembravano drammaticamente e sconvenientemente truci e sanguinose. Crescendo abbiamo via via separato la cruda realtà attuale di questo genere di eventi e ci siamo concentrati sugli aspetti storici e più meramente tattici e strategici: in altre parole, credo di poterlo dire per tutti, siamo partiti da un'attrazione infantile verso cose decisamente brutte che, mano a mano che ci si sono svelate per tali, hanno lasciato il posto ad altre che di brutto non hanno proprio niente da alcun punto di vista: l'interesse per la storia, la soddisfazione di esercitare la propria creatività intellettuale su cose complesse (che è l'altra cosa di cui vorrei parlare, ma lo faccio in altro momento), un sano pizzico di competitività, il piacere di passare il tempo insieme agli altri, ecc.
Il punto, allora, è riuscire a immaginare un percorso di avvicinamento che sia di necessità diverso da quello che abbiamo fatto noi; credo che oggigiorno quel percorso porti (e giustamente!) un giovane dalla parte opposta. In altre parole, secondo me, dobbiamo far percepire gli aspetti creativi e sportivi (come sono tutti gli sport della mente) di queste cose nonostante abbiano tratto spunti dalla guerra; probabilmente si deve di necessità transitare per un approccio storico alla cosa; al di là delle opinioni politiche di ciascuno di noi credo che nessuno si senta di dire che la guerra sia una bella cosa; parlare della guerra con serietà e serenità, allora, può essere fatto secondo me solo in relazione al passato, un passato nel quale una sensibilità diversa consentiva che tali avvenimenti potessero essere presi dalla gente della strada perfino con entusiasmo...
Ale
[Modificato da Coenedens 07/06/2007 9.45]
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Ale
There was no such thing as luck. Luck was a word idiots used to explain the consequences of their own rashness, and selfishness, and stupidity. More often than not bad luck meant bad plans.
Joe Abercrombie, Before they are hanged, pag. 424, Gollancz Fantasy.