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L'ALTRA SERA ALL'AMBRA JOVINELLI

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2007 22:43
28/03/2007 22:43
 
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CORRIERE DELLA SERA
28 marzo 2007
Santoro, affondo anti Unione «Deluso anche da Romano»
«Il Pd è una balla, Prodi e gli altri pensano solo ai loro gruppi»
Il giornalista sul caso Sircana parla di «clima orripilante» dove i due Poli «sanno e si tengono insieme»
Virginia Piccolillo

ROMA — «Possono venderci la balla che stanno costruendo il Partito democratico. In realtà questi leader non hanno la capacità di costruire un insieme di valori condivisi». «Non ci aspettavamo che Prodi avesse la bacchetta magica, ma che almeno venissero da noi, ci ascoltassero e aprissero una discussione». Invece «si discute solo del principio che noi siamo più liberisti degli altri. Ci sarà qualcuno che dica voglio preoccuparmi degli ultimi». Eccoli «I fatti scomparsi» dai mass media. Quelli ai quali Marco Travaglio ha dedicato un saggio. Ricompaiono tutti insieme nelle parole di Michele Santoro. E la presentazione del libro del giornalista, lunedì sera, si trasforma in un addolorato j'accuse. Santoro accende il teatro Ambra Jovinelli rimettendo in fila quei fatti «missing» dell'informazione, rievocati anche da Travaglio, dal giornalista Curzio Maltese e dall'ex pm di Mani Pulite che ha annunciato il suo addio alla toga, Gherardo Colombo. Passando da Lele Mora («È il filosofo di un modo di fare tv. Ne ha inventato i valori. Se Berlusconi era Hitler, Lele Mora è Goebbels»); ai partiti («Sono lobby. Punto e basta»); alla Rai («È già stata privatizzata: tutti i programmi importanti sono in appalto»).

«CLIMA ORRIPILANTE» — Senza sconti per nessuno. L'anchorman più inviso alla Cdl si lamenta del governo Prodi: «Berlusconi non è stata un'escrescenza. Ma il frutto di una cultura condivisa». «Craxi era circondato di tigrotti di Mompracem, però aveva un'idea di Paese — fa notare —. Noi ora siamo a un re-inizio ma sembra un funerale». Santoro si dice scettico sul Pd e domanda: «Prima che nascesse il partito socialista erano nate le associazioni di mutuo soccorso. Noi che abbiamo? Il gruppo di D'Alema e il gruppo di Fassino con i rispettivi funzionari», «mi aspettavo che almeno Prodi, avendo meno servitù si circondasse dei migliori. Invece si circonda dei suoi amichetti». Invece, lamenta Santoro alludendo alle foto del portavoce Sircana con un viado, ci ritroviamo «in questo clima orripilante», dove spira «un'aria di ricatto» e «dove tutti, maggioranza e opposizione, sanno e si tengono insieme». A Berlusconi, che ha ricomprato foto che imbarazzavano sua figlia, ci pensa subito dopo Travaglio: «Nel paese di Libero Grassi, c'era un ex presidente del Consiglio che, invece di chiamare i servizi segreti o i carabinieri per sgominare una banda di ricattatori, ha pagato il pizzo»

DOMINATI DA LELE MORA — Santoro avverte: «Lele Mora domina il contesto generale della tv». Oggi i direttori di reti Rai e Mediaset non contano nulla, spiega, «perché il prodotto è già fuori dall'azienda: se tagli Ballandi, Gori, la Formula Uno, la Nazionale di calcio, Endemol e la Einstein, non ti rimane più Raiuno». Per andare sul successo facile format e appalti esterni applicano la ricetta Lele Mora a base di ragazze provocanti. «Il messaggio che arriva ai ventenni — avverte — è che devi passare per Mora per avere successo. Ci vuole una scelta politica. Ma i politici si preoccupano solo di controllare il circuito dell'informazione. Perché è la tv che sancisce la leadership».
IN FUGA DA ANNO ZERO — O fuggirne. Come accade per la sua trasmissione, denuncia: «Disertano Anno Zero. Perché c'è Travaglio? È un mostro?». Sull'addio polemico alla trasmissione del ministro Mastella, che ha generato polemiche concluse con un procedimento disciplinare nei suoi confronti, Santoro precisa: «Ha confuso i fondamentali e se ne è andato perché si è sentito in difficoltà. E adesso dovrò rispondere di un documentario trasmesso sette anni fa e visto dal triplo dei ragazzi senza problemi in cui si vede un bacio tra due gay. Prevedo che sarò condannato per i trans, dove il trans però è Mastella».




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CORRIERE DELLA SERA
28 marzo 2007
MONACO: BASTA FARE IL TELEPREDICATORE
Int. a FRANCO MONACO
di Virginia Piccolillo

«Santoro ha la propensione a ergersi a tribuno del popolo».
Franco Monaco, fedelissimo di Prodi, respinge i «giudizi ingenerosi».

Perché, lo giudica un re-inizio esaltante?
«L'errore è stato non rimarcare il peso dell'eredità di Berlusconi sulla corrosione sia della finanza che anche dell'etica pubblica».

Secondo Santoro il clima del caso Sircana l'ha aggravata.
«Quella vicenda non c'entra con l'etica pubblica, semmai con quella privata. Ma noi leggi vergogna non ne abbiamo fatte».

Nemmeno quella sul conflitto di interessi.
«E' in agenda. Per ora non la poniamo in essere».

Santoro sbaglia anche a pensare che il Partito democratico è una «balla» che unisce leader senza capacità di trovare valori condivisi?
«Il problema non è l'inadeguatezza dei leader, ma di regole, di istituzioni e di partiti che partecipano alla transizione incompiuta aggravata dalla legge porcellum ».

E' giusto disertare Anno zero?
«No. I politici devono andare. Ma lui non deve fare il telepredicatore».


INES TABUSSO
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