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RIFORMA ORDINAMENTO GIUDIZIARIO: CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA DDL MASTELLA

Ultimo Aggiornamento: 08/03/2007 19:56
08/03/2007 19:56
 
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IL SOLE 24 ORE
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IL SOLE 24 ORE
8 marzo 2007
Su accessi e carriere il Governo cancella la riforma Castelli
di Giovanni Negri

L'ascia di guerra nei rapporti con la magistratura sarà pure stata deposta, come ha tenuto a sottolineare il ministero della Giustizia, Clemente Mastella, commentando il nuovo ordinamento giudiziario. Ma ieri l'approvazione del disegno di legge da parte del Consiglio dei ministri non è filata via in tutta tranquillità. Colpa, per una volta, non del "solito" Antonio Di Pietro (che pure si è detto perplesso sulle modalità di riorganizzazione degli uffici giudiziari), ma, com'era nelle previsioni della vigilia, della presa di distanza della Rosa nel pugno. Emma Bonino, ministro delle Politiche comunitarie, ha infatti votato contro il provvedimento. E ha motivato il dissenso, facendo notare come, la riforma, oltre a non prevedere la separazione delle car­riere, in coerenza, peraltro, con il programma elettorale dell'Unione, non interviene in maniera soddisfacente neppure sulla distinzione delle funzioni. Ma il "mal di pancia" della Rosa nel pugno ha trovato eco anche nella presentazione da parte del partito di una proposta di legge costituzionale elaborata dalle Camere penali, che prevede una rigida separazione tra giudici e Pm con distinti Csm.
Crepe nel Governo, quindi, ma anche nella maggioranza. E con il tradizionale esilissimo margine del Senato, le prospettive per un tranquillo percorso parlamentare sembrano incerte. Tanto più che il varo definitivo dovrà avvenire entro luglio, termine ultimo di sospensione della riforma Castelli. Inoltre, da parte dell'opposizione è forte la tentazione del muro contro muro. A dispetto della mano tesa da Mastella che ha invitato la Casa della libertà a collaborare al miglioramento del testo. Mentre per la presidente della Consulta giustizia di An, Giulia Bongiorno, il progetto rappresenta un ritorno alla «preistoria del diritto».
Nessuna diplomazia anche dagli avvocati. L'Unione delle Camere penali spara ad alzo zero su norme che confermerebbero la resa dell'Esecutivo alla cultura dominante della magistratura. E dalle parole i penalisti passano ai fatti, proclamando un'astensione dalle udienze di tre giorni, dal 21 al 23 marzo, per protestare anche contro le modifiche al processo penale che Mastella ha promesso di portare a breve in Consiglio dei ministri.
La proposta di riforma dell'ordinamento è, infatti, solo il sostanzioso antipasto di un "pacchetto" di misure che il ministero della Giustizia intende presentare per far compiere un salto di qualità alla politica della giustizia che in questi primi mesi di legislatura ha dato l'impressione di essere assai poco strategica e molto al seguito delle emergenze di volta in volta presentatasi (dalle intercettazioni all'indulto): in rampa di lancio ci sono, infatti, misure strutturali come quelle sul processo penale, ma anche su quello civile e organizzative, sulla costituzione dell'ufficio del processo.
Il nuovo ordinamento giudiziario, che dovrebbe a breve essere accompagnato anche da una precisazione di competenze e profilo della magistratura onoraria, riscrive in profondità il progetto del Governo Berlusconi. A partire dalle modalità di accesso in magistratura. Scompare, tra l'altro, l'obbligatorietà della scelta tra funzioni giudicanti e requirenti sin dal momento della presentazione della domanda e viene cancellato quel colloquio psicoattitudinale che, più di altre misure, aveva testimoniato del deterioramento dei rapporti tra centrodestra e magistratura. Nella versione Mastella, il concorso diventa di secondo grado per diverse figure professionali che già hanno superato un esame precedente (docenti, avvocati, dirigenti della pubblica amministrazione, partecipanti alle scuole Bassanini), pre­vedendo la partecipazione diretta solo per i laureati più meritevoli. Come pure, a essere rivisto, è il meccanismo di progressione nelle funzioni e nello stipendio, che dallo strumento del concorso per esami come mezzo privilegiato, trova invece in valutazioni di professionalità quadriennali la modalità specifica.




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