L'UNITA'
29 luglio 2006
Voto No sui reati finanziari
Furio Colombo
La legge sull’indulto - così come è stata concordata con l’opposizione - ha diviso il Parlamento, ha scheggiato la compattezza del centrosinistra, intaccando anche il governo.
Tutto ciò avveniva mentre al Senato gli avvocati di grandi e importanti colpevoli di reati finanziari, vestiti da senatori della Repubblica, hanno organizzato manifestazioni di stampo teppistico come nei peggiori pub di Caracas (per citare uno spot pubblicitario).
Questo loro attivismo distruttivo non poteva non richiamare la qualità particolarmente perversa dei reati finanziari, che essi hanno ripetutamente protetto o condonato nella precedente legislatura. Sono reati che ricadono a pioggia su un numero molto alto di cittadini. E negano - come fatto e come valore - la legalità di tutto il Paese. È il senso di cinque anni di governo di Berlusconi.
Questa riflessione non ha niente a che fare con i comportamenti del ministro Di Pietro o con le dichiarazioni di Leoluca Orlando o con le accuse a chi ha cercato di salvare a ogni costo la legge sull’indulto pensando all’ansiosa aspettativa creata nelle carceri.
Se mai mi influenzano le opinioni competenti di senatori come Gerardo D’Ambrosio. Ho firmato con lui una proposta di legge sulla immigrazione che - se approvata - potrà liberare subito molte migliaia di detenuti.
La questione grave e drammatica ha due facce: la realtà socialmente devastante del reato finanziario, da Previti a Moggi. E la bandiera della illegalità che tali reati, estesi, ripetuti e sempre poco puniti, fanno sventolare sulla nostra Repubblica. Perciò ha fatto bene Fassino ad annunciare subito la cancellazione delle leggi-vergogna.
Infatti molti di coloro che ci votano provano ripugnanza per l’infimo livello morale che i reati finanziari, o il condono di essi, mostrano e diffondono. Durante la campagna elettorale non ho mai incontrato elettori distratti o indifferenti sulla questione della legalità e moralità. È la ragione più importante per non poter accettare l’inclusione dei reati finanziari in questa legge. Perciò, no.
INES TABUSSO