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CORRIERE DELLA SERA: AMATO, TRAVAGLIO, D'AMBROSIO

Ultimo Aggiornamento: 14/05/2006 00:03
14/05/2006 00:03
 
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CORRIERE DELLA SERA
13 maggio 2006
Sull’Unità l’affondo di Travaglio: inopportuno lui Guardasigilli
D’Ambrosio apre su Amato «Può andare alla Giustizia Anche il Polo lo apprezza»
L’ex procuratore: Tangentopoli? È il passato

MILANO - Giuliano Amato al ministero della Giustizia? «E perché no? Uno che era tra i candidati per la presidenza della Repubblica, trovando posizioni favorevoli anche in campo avverso, a maggior ragione può essere chiamato ad occuparsi della giustizia». Gerardo D’Ambrosio, neosenatore Ds, ma soprattutto ex procuratore della Repubblica di Milano, non vede ostacoli per un incarico di Guardasigilli all’ex presidente del consiglio, le cui quotazioni per una presenza al governo continuano a salire. E non fa differenza se Giuliano Amato, mai sfiorato da Tangentopoli, per dirla con Marco Travaglio - che sull’Unità ha definito «inopportuno» che gli sia affidato l’incarico di Guardasigilli - durante Mani pulite «si trovò dall’altra parte della barricata. Cioè ai vertici del Psi e del Governo». «Tangentopoli è ormai il passato, un fenomeno superato - dice l’ex magistrato -, storia dell’Italia. Se stiamo a guardare a quello...».
Per dimostrare che non ci sono incompatibilità storiche, Gerardo D'Ambrosio ricorda che «nel 1993, durante il governo Amato, fu presentata la legge Merloni, il primo testo sulla trasparenza negli appalti pubblici. Si era imboccata la strada giusta prevedendo, ad esempio, la cancellazione dall’albo delle imprese costruttrici quelle che pagavano tangenti, anche se questa norma poi non fu più approvata. Fu un primo passo verso la trasparenza».
Evita la polemica diretta con l’ala del centrosinistra più oltranzista in materia di giustizia, l’ex capo del pool Mani pulite. Lui che fu uno dei protagonisti di primo piano di Mani pulite si lancia oltre l’immaginaria barricata e a 75 anni e mezzo guarda al futuro, a cominciare da quello prossimo venturo.
Premesso che «nessuno mi ha consultato, nè penso avverrà», e che «la questione dei ministri deve doverosamente sbrigarla Romano Prodi», per D’Ambrosio, Amato «può essere l’uomo giusto al posto giusto, non solo al ministero della giustizia, ma anche all’economia». In entrambi i ruoli «potrebbe fare molto per rimettere a punto le leggi sui mercati finanziari, sul falso in bilancio, sugli appalti e sulla corruzione». Insomma, «come Tommaso Padoa Schioppa, Amato è una di quelle personalità di alto livello, istituzionale ed europeo, all’altezza di qualunque incarico e in grado di dare prestigio all’esecutivo».
E le questioni di chi stava con chi durante Tangentopoli, delle idee che Amato aveva a favore della separazione delle carriere dei magistrati e del pacchetto o anche del decreto Conso che depenalizzava il finanziamento illecito ai partiti controfirmato sempre da Amato? «Il centrosinistra ha un programma di governo che sarà rispettato. Non prevede assolutamente la separazione delle carriere e non ritengo che il governo si possa discostare da quanto è stato sottoscritto da tutti i partiti della coalizione. Il pacchetto Consob? «Fu subito ritirato».

Giuseppe Guastella
gguastella@corriere.it

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