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SCONCERTANTE INTERVISTA DI FERRUCCIO SANSA AL SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA LUIGI VITALI

Ultimo Aggiornamento: 29/01/2006 22:59
29/01/2006 22:59
 
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DOPO IL VIAGGIO A GENOVA PER RASSICURARE I SENATORI LIGURI USCENTI (VEDI POST PRECEDENTE), L'ONOREVOLE VITALI HA ESPOSTO LA LINEA DEL GOVERNO A MILANO,ALL'INAUGURAZIONE DELL'ANNO GIUDIZIARIO:



LA REPUBBLICA
29 gennaio 2006
LA POLEMICA
Alla cerimonia di Milano linea dura del sottosegretario alla Giustizia Vitali
"Ciampi faccia come vuole, gli rimanderemo quella legge"
Il presidente Grechi: "Comprendo le ragioni dell'assenza dei magistrati, la riforma rischia di portarci indietro nel tempo"
FERRUCCIO SANSA

MILANO -Un attacco duro ai magistrati. E un altro, più morbido nei toni, ma non nella sostanza, a Ciampi. Il sottosegretario alla Giustizia Luigi Vitali (Forza Italia), venuto a Milano per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha mostrato la linea del governo: «Rispetto il presidente Ciampi, ma il Parlamento approverà comunque la legge sull'inappellabilità», spiega. Poi, lontano dal pubblico, è più netto: «Ciampi non ha firmato la legge, faccia come crede, ma noi gliela rimanderemo e allora dovrà firmarla. Magari facciamo un po' di maquillage, giusto per l'apparenza. Ma la sostanza non la cambiamo». Non basta: «Chi ha violato la legge, se proprio qualcuno lo ha fatto, è Ciampi. Non doveva dare un parere di costituzionalità o di merito. Bisogna rispettare i ruoli».
Sono le 10 di ieri mattina quando comincia la cerimonia. Ecco le bande di carabinieri, polizia e finanza. Come ogni anno, ma l'atmosfera è tesa. Mancano i protagonisti: i giudici. Quelli in sala si contano sulle dita di una mano e sono qui per compito istituzionale. Gli altri non ci sono, le sedie sono vuote per due terzi quando Giuseppe Grechi prende la parola: «Sono rammaricato per l'assenza dei magistrati», esordisce il presidente della Corte d'Appello, «Ma comprendo e condivido le ragioni della protesta: l'ingestibile riforma dell'Ordinamento giudiziario rischia di riportarci indietro nel tempo». Una relazione che non risparmia critiche. A cominciare dalla riforma sul falso in bilancio: «La nuova disciplina ha determinato una radicale depenalizzazione della materia, in gravissima controtendenza rispetto al continuo emergere di fatti estremamente rilevanti di criminalità economica». Poi tocca alla ex-Cirielli che «farà aumentare drasticamente la popolazione carceraria», ai tagli del 50% sulle spese di ufficio. Mentre i reati come la truffa sono aumentati del 200% dal 2004. Vitali controbatte e attacca l'Anm: «L'assenza dei magistrati è uno schiaffo in faccia agli italiani». Non solo: «I giudici e Ciampi non devono darci i voti. Gli unici che possono farlo sono gli elettori». Poi Vitali strizza l'occhio alle forze dell'ordine: «Penso a come devono sentirsi dopo che arrestano un criminale e dopo una settimana se lo vedono camminare per strada». Mezz'ora di discorso. Alla fine i pochissimi magistrati fanno un accenno di applauso di cortesia. Divisi i politici presenti: «Vitali ha fatto bene a mettere i puntini sulle "i" delle riforme del Governo», sostiene il Governatore Roberto Formigoni. Il presidente della Provincia, Filippo Penati (Ds), condivide le preoccupazioni dei magistrati. Applaudono invece i numerosi esponenti di Forza Italia. E le forze dell'ordine. Ma soprattutto gli avvocati: Paolo Giuggioli, presidente del Consiglio dell'Ordine, accompagnato da un dirigente di Forza Italia accorre a complimentarsi con Vitali.



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L'UNITA'
12 Gennaio 2005
Gigetto alla prima porcata
Di M. Travaglio

All'inaugurazione dell'anno giudiziario erano presenti ieri il presidente
Ciampi, in rappresentanza degli italiani incensurati, e il premier
Berlusconi, in rappresentanza degli imputati prescritti. Doveva aver saputo,
il Cavaliere, che si sarebbe parlato della piaga delle prescrizioni: cioè di
lui. Infatti sorrideva tutto soddisfatto: quello che per il Pg Favara è una
catastrofe - «la prescrizione sempre più frequente che vanifica il processo
penale» per lui è manna dal cielo. Favara ha pure denunciato il malvezzo di
fare «sconcertanti processi paralleli in tv»: infatti, in sala, c'era
l'avvocato Taormina. C'era anche - presenza inspiegabile, visto che si
parlava di giustizia - l'ingegner Roberto Castelli. E' colui che - come da
Contratto con gli italiani - avrebbe dovuto «ridurre sensibilmente il numero
dei reati» e ridurre i tempi dei processi. Il Pg della Cassazione, dopo
avergli demolito a una a una tutte le cosiddette «riforme», ha comunicato
che i reati sono aumentati (+3,7%) e i processi si sono allungati. Il
Contratto era una truffa e infatti - assicura Favara - «le truffe sono
raddoppiate». Ma l'ingegner ministro non deve aver capito, tant'è che
all'uscita era tutto giulivo: «Per la prima volta la relazione del Pg
contiene più luci che ombre». Giubilo comprensibile. Castelli pensava che,
dopo tre anni di cura Castelli, la Giustizia fosse morta. Invece ha appreso
dal Pg che è solo «in stato comatoso». Un successone. Si capisce, a questo
punto, perchè le telecamere di Rai1, collegata in diretta, indugiassero
sulle volte affrescate della sala e il telecronista Francesco Giorgino si
soffermasse estasiato su un mirabile dipinto raffigurante un uccello.
Ora le inaugurazioni del Danno Giudiziario proseguono nei vari tribunali.
Castelli sarà a Palermo, dove riceverà un'accoglienza degna di lui. Negli
altri tribunali sguinzaglierà i suoi emissari. A Milano non vuole andarci a
nessuno. Il sottosegretario Michele Vietti, memore delle contestazioni
rimediate nella natia Torino, si arrampicherà fino a Trento. È considerato
l'ala «ragionevole» di Via Arenula. E in effetti, visti gli altri, sembra
Cavour. Nel maggio scorso, a un convegno torinese sulla questione morale,
accusò i magistrati: «Sulla riforma rifiutano il dialogo col governo, mi
ricordano Bertoldo, che non trovava mai l'albero a cui farsi impiccare».
Così fu chiaro a tutti lo scopo della controriforma: impiccare i giudici. Il
pubblico esplose in un ironico applauso. Ma Vietti, non contento, si fece
ancora del male: «Sono contrario a cambiare di nuovo il falso in bilancio:
una nuova riforma farebbe sospettare che la precedente sia stata fatta per
salvare dal processo qualche imputato in particolare». Il pubblico, chissà
perché, pensò a un imputato in particolare. E si fece altre grasse risate.
Fu allora che Vietti, per un impegno urgente, lasciò la sala.
Ancora incerta la destinazione dell'altro sottosegretario alla Giustizia,
l'avvocato brindisino Luigi Vitali (FI), detto familiarmente il Salvapreviti
per essersi caricato sulle spalle la croce della legge omonima. Favara
chiede di allungare i termini di prescrizione? Lui li accorcia, allungando
vieppiù quelli dei processi. Ma Gigetto Salvapreviti ha pure una
straordinaria qualità: spesso e volentieri, confessa. In due memorabili
interviste a Repubblica, ammise coraggiosamente di evadere le tasse
(«Guadagno 220mila euro dichiarati». Nemmeno un po' di extra in nero?
«Condonati»). Poi, sulla sua creatura, concesse: «Non nego che la legge in
qualche modo possa servire a Previti». E non negò nemmeno che l'amico Cesare
se ne fosse interessato: «Solo una volta Previti mi ha chiesto: ³Hai messo
mano a questa cosa?²». E lui mise mano. Anche Berlusconi lo chiamò: «Si è
voluto informare sulla qualità di questa legge: ³Molti giornali scrivono che
è una porcheria - mi ha detto - tu che ne dici?². Io gli ho risposto:
³Guarda, presidente, è molto meno porca di quel che si dica²». Rassicurato
da quel «molto meno porca», il premier lo incoraggiò: «Vai avanti». E lui
andò: Salvapreviti approvata, Vitali promosso sottosegretario proprio alla
vigilia del suo 50° compleanno, mentre la stampa del paesello natìo
festeggiava «il primo francavillese della storia a entrare nel Governo
Italiano". Berlusconi gliel'aveva promesso: «Se quella cosa andrà a buon
fine...». E ci è andata. Spintaneamente: «Non posso escludere che l'amico
Previti abbia sostenuto la mia legittima aspirazione. Diciamo che è molto
molto probabile». Ma non solo per la Salvapreviti: Gigetto ha ben altri
meriti da vantare: «Ho lavorato al falso in bilancio, a tanti altri
provvedimenti». Tutte porcherie, ma sempre meno porche di quelle che
verranno. E poi le esternazioni, a getto continuo, ai ritmi di un James
Bondi. Piccolo florilegio: «La Boccassini rappresenta solo una parte del
processo Sme, e sicuramente non la migliore» (molto meglio gli imputati); «I
magistrati si contrappongono al governo coalizzandosi con altre fasce
sociali e magari con girotondini e no global»; «Se dovessero proclamare lo
sciopero, sarebbe un atto proditorio a sangue freddo»; «Per fortuna la
costituzionalità dell'ordinamento giudiziario non la decide il Csm nè il
centro-sinistra». Infatti, per fortuna, l'ha decisa Ciampi. Perchè Gigetto
ha anche questo di buono: si porta rogna da solo.



INES TABUSSO
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