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Spagna - situazione del mercato immobiliare

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2016 09:24
09/03/2012 19:11
 
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Spagna, sforato il deficit 2011

09/03 16:21 CET

Per la Spagna una cura dimagrante da 29 miliardi di euro. È il verdetto degli ispettori di Bruxelles in vista nella Capitale. L’Unione europea chiedeva di contenere il disavanzo entro il 4,4% del Pil nel 2012 ma l’eredità dell’anno precedente impedirà di mantenere gli impegni. Il deficit iberico nel 2011 è salito oltre ogni previsione arrivando all’ 5,8% del Pil.
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11/03/2012 18:03
 
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La generazione 1000 euro? Cancellata dalla crisi, in Spagna si fatica ad arrivare a 800


Li chiamano «nimileuristas» e sono i giovani senza speranze della grande crisi, uno su due è senza lavoro

MILANO- La chiamavano generazione 1000 euro. Come lo stipendio mensile percepito a fine mese. Ebbene, la «grande crisi» ha cancellato anche quelle poche certezze dei giovani precari spagnoli abbassando l'asticella salariale fino a 800-850 euro. A Madrid li chiamano «nimileuristas», quelli che i fatidici 1000 euro non li vedono proprio. In un lungo servizio El Pais descrive il nuovo allarmante fenomeno sociale nella Spagna dello «sboom» economico. Da cui emerge il ritratto di una generazione di laureati e plurispecializzati che annaspa nelle acque tempestose della disoccupazione.

LA SPAGNA DELLO «SBOOM»-Nel 2005, quando a Madrid l'economia volava e si brindava all'imminente entrata nel G8, i «mileuristas» diventavano il simbolo del precariato e di una crescita dai contorni incerti: ragazzi preparati che non riuscivano a risparmiare un centesimo a fine mese, che non avevano casa né macchina, che vivevano alla giornata aspettando il prossimo rinnovo contrattuale. Icona del «milleurismo» è Carolina Alguacil che nel 2005 aveva 27 anni e combatteva per i diritti dei precari. A distanza di sette anni racconta a El Pais la discesa all' «inferno»: «Prima volevamo qualcosa di meglio, adesso l'aspirazione è arrivare a guadagnare 1000 euro. Nessuno si sarebbe immaginato che le cose potessero andare di male in peggio».

UN GIOVANE SU DUE SENZA LAVORO- In effetti la situazione iberica è critica: secondo i dati Eurostat, a gennaio un giovane spagnolo su due è disoccupato, quando la media europea è del 22,4%. «Alto tasso di precarietà, salari ai minimi, disoccupazione record, non c'è un solo indicatore che possa far credere che le cose migliorino» spiega il sociologo Esteban Sánchez. E le storie dei ragazzi fra Madrid, Barcellona e Siviglia sembrano tratte da un unico copione: lavoro nero, contratti interinali di poche settimane, stage sottopagati con la speranza - quando va bene- di portare a casa 800 euro al mese. Altri dati? Il 55% di chi ha meno di 34 anni vive, o è tornato a farlo, con i genitori. Perché la «fiesta» è finita. Ammesso che per chi ha 20 o 30 anni in Spagna sia mai cominciata.

Redazione Online
11 marzo 2012 | 17:41© RIPRODUZIONE RISERVATA




l'italia meridionale sta molto peggio!
11.03|17:14 sud80ba

Guardate che la situazione dell'Italia meridionale è anche peggio di quella della Spagna e peggiore anche dell'est Europa! qua si trova solo lavoro gratis! prendere 800 euro non esiste proprio! il massimo che si riesce a prendere è 250 euro con uno stage! Ma a quanto pare va bene così! voglio proprio vedere chi consumerà! affidarsi solo all'export è puro azzardo! con la scusa che i giovani hanno bisogno di essere formati, non si sta facendo altro che far affondare mezza Europa, Italia in primis! se i giovani venissero visti come futuro, come coloro più propensi a spendere e quindi come ottimi clienti, invece che come risorsa usa e getta fino allo stremo, secondo me la crisi non ci sarebbe stata!
Quando i nostri politci lacrimavano sulla generazione 1000 euro....
11.03|16:50 Lettore_2198071

Visto che loro ormai vivono nel mondo della Luna, già da un bel pezzo i giovani, invece, lavoravano per 6oo euro al mese e con contratti di 11 mesi in 11 mesi per non pagargli le ferie. Alla faccia dell'art. 18; ormai prelogativa di pochi e fortunani cinquantenni e che si estinguerà con loro.

12/03/2012 11:41
 
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Allarme credito in Spagna

di Fabio Pavesi
11 marzo 2012

Manuel Gonzales Paramo, Bce. (Reuters)
C'è un altro grande malato in Europa, oltre a Grecia, Portogallo e Irlanda: la grande Spagna. Certo il paragone è quasi improprio dato che il debito di Madrid in rapporto al Pil non è certo ai livelli degli altri Paesi periferici.
Ma il debito ancora sotto controllo (per ora) è l'unico parametro ancora in buona salute. Per il resto la Spagna è in forte sofferenza.
La disoccupazione al 20% è tra le più alte in area euro, la recessione sarà pesante quest'anno e il Governo Rajoy si è impegnato a un livello di deficit/Pil al 5,8% non di più: lontano dall'obiettivo del 4,5% indicato da Bruxelles. Questo sforamento degli impegni ha creato tensione nei giorni scorsi tra Madrid e le autorità europee.

L'allarme di Gonzales (Bce)
Ora arriva un altro allarme. A lanciarlo uno dei membri spagnoli della Bce, Josè Manuel Gonzales-Paramo, che in una intervista a El Pais ha affermato: «In termini netti è molto difficile che il credito possa crescere in Spagna nei prossimi anni», nonostante le misure prese dalla Bce sul fronte della liquidità alle banche europeee. Gonzalez-Paramo giudica positive le prime misure prese dal nuovo governo spagnolo conservatore guidato dal premier Mariano Rajoy, ma pensa che nel Paese ci siano ancora troppe banche e che il settore debba essere ristrutturato.
Più che troppe banche sono molte quelle in difficoltà. In particolare soffrono le Cajas, le Casse di risparmio locali che hanno visto le sofferenze sui prestiti impennarsi a causa soprattutto della crisi del settore immobiliare.

I salvataggi delle Cajas
Un caso fra tutti è il salvataggio da parte di Banco Sabadell della Cassa del Mediterraneo (Cam). Già nazionalizzata è stata fatta comprare dal Sabadell che peggiorerà i suoi coefficienti patrimoniali e che per questo è stato severamente punito in Borsa nelle ultime settimane. Ma c'è di più: dopo il salvataggio pubblico si è scoperto che i bilanci erano di fatto tenuti artificiosamente alti. Le sofferenze della Cassa del Mediterraneo sono balzate dal 9% al 21% in pochi mesi. Che vuol dire? Che i crediti immobiliari di fatto già definibili come perdite erano tenuti in bonis. E che quel peso nascosto preoccupi gli osservatori non è un mistero. Ormai il livello di crediti dubbi è salito a quota 10% per molti istituti spagnoli: Bankia ha crediti problematici al 12% del suo portafoglio; Banco Popular al 10% e Sabadell al 9,9%.

Il peso del mattone
Tutto o quasi dei nodi critici delle banche spagnole vengono dal mattone. L'esposizione delle banche al settore immobiliare vale ben 338 miliardi. Ebbene secondo la stessa Banca di Spagna, di questi 338 miliardi oltre le metà (cioè 176 miliardi) sono crediti problematici. Cosa vuol dire? Che è difficile stimarne un pieno recupero. Ma il dato inquietante è che su 176 miliardi sono stati accantonati solo 58 miliardi. Pochi, troppo pochi. Se come pensano gli analisti di Credit Suisse si alzasse il tasso di copertura degli accantonamenti a un livello "normale", le banche spagnole dovrebbero accantonare altri 50 miliardi. Per dare un'idea dell'imponenza della cifra basti ricordare che quelle perdite occultate di fatto nei bilanci valgono il doppio dell'intero fabbisogno degli aumenti di capitale stimati dall'Eba per le prime banche iberiche. Con i prezzi delle case che non vedono inversione di tendenza, i prestiti immobiliari erogati a piene mani dalle banche iberiche sono la vera miccia pronta a esplodere del sistema.
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12/03/2012 12:15
 
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Spagna: compravendite immobili crollate del 26,3% a gennaio

12 MARZO, 12:09


(ANSAmed) - MADRID, 12 MAR - E' sempre piu' crisi sul fronte immobiliare, in Spagna, dove le compravendite di alloggi a gennaio sono crollate del 26,3% rispetto allo stesso mese del 2011, secondo i dati diffusi oggi dall'Istituto nazionale di statistica. Si tratta dell'undicesimo mese consecutivo di diminuzione del numero di transazioni di case. A gennaio sono state complessivamente 33.087 le compravendite di alloggi, pari a un -26,3% su base annua, tuttavia con un incremento del 42,3% rispetto alle transazioni registrate a dicembre scorso. Complessivamente nel 2011 sono stati venduti in Spagna 347.305 alloggi, pari a una diminuzione del 29,3% rispetto all'anno precedente. Il trend in caduta delle operazioni immobiliari, cominciato nel 2007, ha visto come unica eccezione il 2010. (ANSAmed).
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12/03/2012 16:27
 
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Spagna: compravendite immobili crollate del 26,3% a gennaio (Fonte: ansamed.ansa.it - 12/03/2012)

(ANSAmed) - MADRID, 12 MAR - E'sempre piu' crisi sul fronte immobiliare, in Spagna, dove le compravendite di alloggi a gennaio sono crollate del 26,3% rispetto allo stesso mese del 2011, secondo i dati diffusi oggi dall'Istituto nazionale di statistica. Si tratta dell'undicesimo mese consecutivo di diminuzione del numero di transazioni di case. A gennaio sono state complessivamente 33.087 le compravendite di alloggi, pari a un -26,3% su base annua, tuttavia con un incremento del 42,3% rispetto alle transazioni registrate a dicembre scorso. Complessivamente nel 2011 sono stati venduti in Spagna 347.305 alloggi, pari a una diminuzione del 29,3% rispetto all'anno precedente. Il trend in caduta delle operazioni immobiliari, cominciato nel 2007, ha visto come unica eccezione il 2010.
16/03/2012 11:03
 
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25/03/2012 22:52
 
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Alla Spagna salvare le banche costa il 15% del Pil

di Fabio Pavesi 24 marzo 2012


Era la Spagna dei miracoli. Ora, da tempo, è la Spagna della paura. Un capovolgimento di fronte tanto repentino quanto inatteso. E per fortuna che Madrid ha un vantaggio, forse l'unico, di fondo: cioè quel debito al 68,5% del Pil che resta tuttora uno dei più bassi a livello di eurozona. Se non ci fosse quel paracadute lo spread sul Bund sarebbe schizzato a livelli insostenibili.

Il deficit peserà sul Pil
Ma è tutto il resto che non gira nel motore dell'economia di Madrid e che tiene in apprensione i mercati. A partire dalla necessità di rientro dal deficit dell'8,5% registrato a fine 2011 e che il Governo si è impegnato a portare quest'anno al 5,3% del Pil. Ma questo sforzo comporta la necessità di nuove misure addizionali di austerity per altri 20 miliardi oltre ai 15 miliardi già preventivati. Ma qui si innesta un circolo vizioso: il rientro dal deficit avrà effetti depressivi. Le stime parlano di un Pil in caduta dell'1,7%, ma molti osservatori indicano una caduta del 2%. E più il reddito fatica a tenere il passo, più il debito tenderà a salire, erodendo l'unico punto di forza del paese. Le stime di Credit Suisse parlano chiaro. Se dopo la recessione di quest'anno, il Paese dovesse stabilizzarsi e tornare a crescere si toccherebbe comunque un livello dell'80% del debito sul Pil al 2017.

Debito al 90%?
Ma se solo la crescita tardasse a manifestarsi e fosse più bassa di un 1% ecco il debito spagnolo schizzare a livelli attorno al 90%. Saranno solo stime ma troppo ottimismo sull'uscita di Madrid dalla crisi è fuori luogo. La disoccupazione al 20% non accenna a diminuire e un Paese che ha creato la propria ricchezza passata sul mattone e il debito bancario non ha oggi vie alternative per tornare a rifiorire. I prezzi delle case sono caduti del 20% dal 2007 e non accennano a risalire. E se la bolla sul mattone continua a soffrire è il sistema bancario, vero vulnus del Paese. Crescita negativa, alta disoccupazione e cadute dei valori immobiliari non possono che produrre buchi giganteschi nel conti delle banche.

Bastino due dati per dare un'idea delle difficoltà più o meno esplicite in cui si dibatte il credito iberico. L'esposizione al settore immobiliare vale oltre 300 miliardi e ben la metà sono tuttora prestiti considerati problematici, cioè di difficile recupero. Una massa imponente che sta scavando solchi profondi nei conti soprattutto delle casse di risparmio locali. La stessa Banca di Spagna ha comunicato di recente che l'operazione di pulizia dei conti delle banche è costata 105 miliardi dalla crisi Lehman al giugno scorso. Ora servono altri 50 miliardi. Totale 155 miliardi. Che equivalgono al 15% dell'intero Pil spagnolo. Ecco perchè i mercati hanno paura di Madrid
.

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Le aste della prossima settimana

25/03/2012 23:02
 
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Re:
dgambera, 25/03/2012 22.52:




300 miliardi di esposizione nell'immobiliare di cui un 50% a rischio...
Madre de Dios... [SM=g9589]


25/03/2012 23:16
 
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Re: Re:
Loziodigekko, 3/25/2012 11:02 PM:



300 miliardi di esposizione nell'immobiliare di cui un 50% a rischio...
Madre de Dios... [SM=g9589]






da noi è diverso [SM=g6942]
26/03/2012 20:04
 
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[SM=g1750163] [SM=g1750163] [SM=g1750163]

Spagna, le sofferenze dell’infinito dopo-bolla di un mercato immobiliare dopato

Il boom dell'edilizia innescato da Aznar nel 1998 ha creato prima il miracolo spagnolo e poi è diventata la base di una crisi lontana dalla conclusione. Nel quarto trimestre del 2011 calano ancora dell'11,2 per cento i prezzi delle nuove costruzioni

Il calo è lento, ma costante. E nessuno è in grado di prevedere per quanto tempo ancora potrà proseguire. Forse quattro, cinque anni. Di sicuro, fino a quando non verrà smaltito integralmente lo “stock” d’invenduto, che pesa come un macigno non solo sul settore ma sul complesso dell’economia spagnola. L’immobiliare, a lungo il motore del boom, l’artefice di una crescita scomposta e drogata, è ora il grande malato che si cerca di tenere in vita a tutti i costi, pur sapendo che non potrà più recuperare una salute smagliante. Calano i prezzi delle case, ma non ancora tanto quanto ci si potrebbe aspettare. L’ultimo dato dell’Ine (Instituto Nacional de Estadística) parla di una riduzione dell’11,2 per cento nel valore degli immobili di nuova costruzione per il quarto trimestre del 2011. In tre anni, il crollo è stato del 21,9 per cento. Ma è ancora troppo poco, se si considera che in Spagna ci sono ancora un milione e mezzo di appartamenti nuovi invenduti, secondo i calcoli del portale Fotocasa. Una cifra a cui bisogna aggiungere circa altri tre milioni di immobili vuoti.

Un’eredità pesante, frutto della “burbuja”, la bolla speculativa favorita dalla “ley del suelo” del 1998, ai tempi del governo di José Maria Aznar. Anni in cui il mattone sembrava una inesauribile fonte di ricchezza, i palazzinari iberici devastavano la costa mediterranea, dalla Comunità Valenciana all’Andalusia, e le banche concedevano crediti facili, anzi facilissimi. Tanto ai privati, con mutui fino al cento per cento (che poi la crisi si è incaricata di trasformare in impegni impossibili da onorare per migliaia di famiglie che hanno perso il posto di lavoro) come alle grandi imprese immobiliari, alcune delle quali sono state costrette a dichiarare bancarotta negli ultimi quattro anni.

Per toccare con mano le conseguenze di questa situazione, basta vedere l’elenco dei partecipanti al prossimo Salone immobiliare internazionale (Sima), che riunirà a Madrid a metà aprile le principali imprese del settore. In prima fila, con il loro ingombrante “stock” di circa 150mila case da mettere sul mercato, ci sono tutte le grandi banche, con le loro società create “ad hoc” per gestire un business che hanno subìto più che cercato: Altamira Santander, Bankia Habitat, Bbva Vivienda, Servihabitat (Caixabank). E ancora Casaktua (controllata da Banesto), Catalunya Caixa Inmobiliaria e Solvia, filiale del Sabadell. L’obiettivo degli istituti di credito è quello di sbarazzarsi al più presto degli appartamenti di cui – praticamente loro malgrado – sono tornati in possesso (per il fallimento dei costruttori o i debiti dei privati).

L’operazione non è per niente semplice. Con l’economia ormai in piena recessione, sono sempre meno gli spagnoli disposti ad acquistare una casa. Nonostante il calo dei prezzi, il numero di transazioni immobiliari ha registrato una pesante caduta (meno 29,3 per cento) nel 2011, con appena 347mila case vendute. Ai tempi d’oro del “boom”, nel 2005 e nel 2006, se ne vendevano 900mila l’anno. Ma era anche l’epoca in cui in Spagna si costruiva tanto quanto in Francia, Germania e Regno Unito insieme. Una “febbre” della quale si pagano ancora le conseguenze, anche dal punto di vista dell’occupazione (con la distruzione-record di oltre 2 milioni e mezzo di posti di lavoro solo in questo settore).

Il governo Rajoy ha cercato in qualche modo di correre ai ripari con la riforma finanziaria varata all’inizio di febbraio, che dovrebbe servire a riattivare il credito da tempo paralizzato e a ridurre ulteriormente i prezzi dell’edilizia abitativa. La riforma obbliga le banche e le casse di risparmio a realizzare uno sforzo addizionale in accantonamenti finanziari per ripulire i bilanci dagli attivi immobiliari potenzialmente tossici, che ammontano a 175 miliardi di euro. Un impegno complessivo di circa 50 miliardi, distribuito fra l’anno in corso e, solo per gli istituti che sono in fase di fusione, rinviato al più tardi a fine 2013. E’ per questo che, al più presto, le banche avranno bisogno di liberarsi dell’invenduto, sia per ridurre i rischi sia per disporre di maggiore liquidità. La corsa al ribasso dei prezzi potrebbe così influenzare molto presto anche il resto del mercato, spingendo le compagnie immobiliari a fare lo stesso. Secondo il presidente del G-14, la “lobby” dei grandi costruttori, Fernando Rodríguez-Avial, il cammino per risanare il settore sarà “lungo e difficile”. Ma di sicuro è inevitabile. Basti pensare che tra il 1996 e il 2006 il valore degli immobili si è rivalutato del 160 per cento. E da allora ha perso solo il 20 per cento.
[Modificato da (sylvestro) 26/03/2012 20:05]
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27/03/2012 13:12
 
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Fusione da 1 miliardo tra Caixabank e Banca Civica. Nella notte nasce la prima banca spagnola

27 marzo 2012


Il cda della banca catalana Caixabank ha approvato nella notte l'acquisto, tramite scambio di azioni, della cassa di risparmio Banca Civica. L'unione dei due gruppi fa nascere la prima banca spagnola in termini di attivi, superando il Bbva. Dopo la fusione, del valore di circa 980 milioni di euro, Caixabank diverrà leader del mercato del credito iberico per attivi (342 miliardi), depositi (179 miliardi) e impieghi (231 miliardi).

Il concambio proposto è di cinque azioni Caixabank contro otto azioni Banca Civica. Previste sinergie per 540 milioni a partire dal 2014. Caixabank é nata nel 2011 dal trasferimento in Borsa degli attivi bancari della cassa di risparmio Caixa mentre Banca Civica è sorta nello stesso anno dalla fusione di cinque piccole casse di risparmio.

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30/03/2012 11:55
 
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Sinceramente... non riesco a capire come si faccia a passare da questo....

Le tasse spagnole abbassano i tassi

20 dicembre 2011


non verranno aumentate le tasse e si procederà a tagli della spesa pubblica, salvando però il potere di acquisto dei pensionati.

Il tutto condito da un piano di riforme liberalizzatrici dell’economia iberica; partendo dai potenti (anche lì) enti locali e arrivando al mondo del lavoro.



... a questo

Spagna, sciopero generale contro Rajoy: "La riforma del lavoro va cambiata"



La Spagna si è fermata per protestare contro la riforma del lavoro che rende più facili i licenziamenti e riduce l'indennizzo per chi perde il lavoro.

....

In arrivo nuove misure di austerità. Lo sciopero generale è la prima grande prova di forza sul fronte sociale per Rajoy, che vinse le elezioni di novembre grazie alla promessa di ridurre la disoccupazione, che con un tasso del 23% è la più alta dell'Unione europea. Ma il governo conservatore, che in Parlamento ha la maggioranza assoluta, non sembra voler abbandonare la strada intrapresa: domani adotterà nuove misure di austerità per quasi 20 miliardi, un ulteriore giro di vite per rispettare l'impegno preso con l'Ue di ridurre quest'anno il deficit pubblico al 5,3%, dall'8,5% ereditato nel 2011 da Zapatero.

Rajoy ha già annunciato per le prossime settimane nuove riforme strutturali, "non minori" delle tre già adottate nei primi due mesi di governo: risanamento del settore bancario e degli attivi immobiliari 'tossici', lavoro e 'deficit zero'.



Io pensavo che solo Monti fosse capace di certe diavolerie
31/03/2012 21:19
 
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Spagna, il nuovo incubo d’Europa (Fonte: giornalettismo.com - 31/03/2012)

Dopo il fallimento della Grecia e lo stato disastroso del Portogallo un altro paese potrebbe provocare nuovi, fortissime tensioni nell'area euro.

...L’AUSTERITA’ NON CONVINCE -A differenza di Grecia o anche Italia è difficile definire la Spagna come un paese che ha vissuto sopra i suoi mezzi. Al contrario, quando la bolla immobiliare trainava la sua economia i governi Zapatero raggiunsero tra i primi in Europa l’avanza di bilancio, riducendo il debito pubblico. Ma è la crescita che determina lo stato delle finanze pubbliche e la sostenibilità delle relative spese, e da quando l’economia iberica si è piantata con la fine del boom immobiliare, nessuna ricetta è stata in grado di migliorare la situazione. Il governo Rajoy ha imposto una nuova manovra da 20 miliardi per raggiungere l’obiettivo di bilancio fissato dalla Ue, dopo che già il primo target era stato mancato. I nuovi tagli per 20 miliardi però potrebbero anche non essere sufficienti, se la recessione che ha colpito l’eurozona non permetterà a nessuna economia nazionale di riprendersi...
01/04/2012 12:10
 
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[Modificato da (sylvestro) 01/04/2012 12:10]
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01/04/2012 22:58
 
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(sylvestro), 4/1/2012 12:10 PM:







Da noi è diverso [SM=g6942]
02/04/2012 20:40
 
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Spagna, si aggrava la crisi immobiliare (Fonte: valori.it - 02/04/2012)

I prezzi delle case in Spagna caleranno ancora quest’anno aggiornando nuovamente al ribasso ogni precedente record negativo. Lo riferisce la società di ricerca di settore Acuna & Asociados citata oggi dall’agenzia Bloomberg. Le stime ipotizzano un calo generale dei prezzi delle case che oscillerà tra il 12 e il 14%. Come conseguenza, il 25% dei cittadini che hanno contratto un mutuo si troverà a possedere una casa valutata sul mercato ad un prezzo inferiore rispetto a quello originale. Nel 2010 a trovarsi in questa situazione era solo l’8% dei proprietari di abitazione.
A complicare la situazione anche il recente provvedimento del governo che impone alle banche di incrementare i propri requisiti di capitale. Una mossa che obbliga gli istituti a fare cassa cedendo gli assets illiquidi scatenando quindi una corsa alla vendita che genera un eccesso di offerta e, di conseguenza, un ulteriore calo dei prezzi degli immobili.
Banco Santander offre al momento i suoi immobili ad un prezzo inferiore del 50% rispetto a quello originario. Bankia, il terzo istituto spagnolo per grandezza, offre sconti anche superiori. Nell’ultimo trimestre del 2011, il prezzo medio degli immobili in Spagna è sceso dell’11,2% su base annuale. Dal 2007 a oggi, il numero delle abitazioni pignorate dagli istituti finanziari del Paese è di 328.720 unità.
10/04/2012 10:28
 
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Report da spagna
Carissimi,

appena tornato da una 3 gg passata in Spagna (Valencia) durante i quali vi ho pensato più e più volte...non perchè non ci fossero belle cose da fare o vedere ma perchè OVUNQUE posassi lo sguardo c'erano cartelli con "SE VENDE, SE ALQUILA (affitta), DISPONIBLE".
Ho cercato di essere il più obbiettivo possibile: non c'era possibilità di non vedere un cartello ovunque ti girassi.
Interi palazzi (anche carini) finiti vuoti, in via di ultimazione o altri scheletri che procedono a passo lento.

E' l'emblema della bolla:
- l'economia va bene, e ci sono pure i soldi dell'UE;
- faccio un'operazione urbanistica di grande spessore come il complesso della "Ciudad de las ciencias..." ed attorno nascono palazzi come funghi (ripeto belli e con arredo urbano e verde adeguato) con prezzi che schizzano a valori folli;
- poi si rompe il giochino e mi ritrovo migliaia di appa vuoti ed invendibili. [SM=g1780131]


Prezzi? molto vari in base a zona ed in discesa (ma ancora altissimi con punte di 6k al metro).

Inquientante il numero di appa vuoti, serrande abbassate e...la follia di illuminazione pubblica che non ha eguali in tutte le città che ho visitato! Lampioni fittissimi che illuminano tutta la città a giorno (sono un tecnico ed ho l'occhio allenato...mai vista una cosa del genere!). [SM=g1934152]

1/5 degli sfratti dell'intera Spagna sono a Valencia: un caso?

N.B. per fare la bella e rinomata "Ciudad" di Calatrava hanno deviato un fiume e costruito nell'ex alveo. Perchè aveva creato allagamenti.
E' come se a Firenze si decidesse di spostare l'Arno... [SM=g1765347]





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Bella testimonianza [SM=g1750826]

Qualche fotina ...? [SM=p7579]
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(sylvestro), 10/04/2012 12.02:

Bella testimonianza [SM=g1750826]

Qualche fotina ...? [SM=p7579]




Tipo questa?

Attaccata in decine di copie lungo il percorso di F1, porto america's cup e lungomare...

10/04/2012 14:31
 
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Re: Re:
fenryronmark, 10/04/2012 14.26:




Tipo questa?

Attaccata in decine di copie lungo il percorso di F1, porto america's cup e lungomare...





[SM=g7840] 'Azz! [SM=j7569]

Grazie

A proposito, e' notizia di oggi che il governo spagnolo varera' un minimanovra aggiuntiva con tagli previsti per 10 miliardi di euro su istruzione e sanita' [SM=g9058]
[Modificato da (sylvestro) 10/04/2012 14:31]
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Re: Re:
fenryronmark, 10/04/2012 14.26:



Tipo questa?

Attaccata in decine di copie lungo il percorso di F1, porto america's cup e lungomare...




175mila compresi il quad e la BMW. Se calcoliamo questi ultimi con un 15mila di valore significa che i 220 metri quadri vengono via con 160 mila euro (ovvero 700/750 euro al metro nella terza citta' spagnola per importanza).

Per inciso: a me fa un po' impressione vedere uno che con la casa si sbologna anche macchina e moto.

Se questo non e' essere alla frutta... [SM=g1784310]






11/04/2012 15:29
 
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Spagna, crollano ancora le vendite di case (Fonte: valori.it - 11/04/2012)

Ancora brutte notizie per il settore immobiliare – e, più in generale, per il sistema economico – spagnolo. Nel mese di febbraio, il numero di transazioni è crollato del 31,8% su base annuale. A renderlo noto, tramite un comunicato, è l'istituto nazionale di statistica di Madrid: la notizia è riportata dall'agenzia Bloomberg.
Si tratta del calo più consistente a partire da agosto: nel mese di gennaio si era registrato un -26,3% rispetto all'anno precedente. Sono diversi gli elementi che stanno peggiorando le condizioni della crisi immobiliare. La disoccupazione, infatti, si attesta su un tasso del 23%. Inoltre, le banche stanno operando una generale stretta al credito. Le previsioni per il futuro non sono certo ottimistiche: la società di settore Acuna & Asociados stima un calo dei prezzi delle case che oscillerà quest'anno fra il 12 e il 14%. Un cittadino spagnolo su quattro che ha contratto un mutuo si troverà quindi ad avere una casa che sul mercato è valutata ad un prezzo più basso rispetto a quello originale.
L'esecutivo conservatore di Mariano Rajoy sta cercando di correre ai ripari, ripristinando agevolazioni di carattere fiscale per chi acquista una casa. Inoltre sta premendo per una radicale ristrutturazione del settore bancario iberico, tramite una serie di fusioni e acquisizioni. In questo modo, le numerose cajas dovrebbero unirsi al fine di formare istituti più solidi, in grado di far fronte alle perdite derivanti dal real-estate. In tutto, le banche si trovano a gestire una mole di 175 miliardi di euro di asset legati al settore immobiliare.
13/04/2012 09:28
 
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Per la Spagna è finita ma Madrid non lo ammette (Fonte: linkiesta.it - di Fabrizio Goria - 13/04/2012)

L’abbraccio mortale fra banche e costruttori edili, unito alla situazione debitoria delle pubbliche amministrazioni locali e alle nuove regole di bilancio europee, sta trascinando in fondo all’abisso Madrid. Per molti analisti è solo questione di tempo. La Spagna, entro la fine dell’anno, entrerà in un programma di monitoraggio come avvenuto per Atene, Dublino e Lisbona.
«Non è possibile salvare la Spagna e non abbiamo bisogno di un salvataggio». Ancora una volta, il premier spagnolo Mariano Rajoy respinge le voci secondo cui Madrid sia sul punto di chiedere un sostegno finanziario sull’onda di Grecia, Irlanda e Portogallo. Eppure, per la Spagna servirebbero entro fine 2012 circa 250 miliardi di euro. Una cifra che non è sostenibile per l’Europa.

Dopo aver varato una manovra economica da 27 miliardi di euro, Madrid rischia di essere la prossima a capitolare. La Commissione europea sta spingendo affinché il consolidamento fiscale necessario avvenga nel minor tempo possibile. Gli euroburocrati sanno che hanno le loro colpe, ma poco importa. Bruxelles ha infatti chiuso un occhio quando Madrid ha detto che non avrebbe rispettato gli accordi presi in precedenza, che vedevano una riduzione del deficit al 4,5% a fine 2012. L’obiettivo di fine anno sarà invece il 5,3%, stando alle previsioni della Moncloa. Ma è possibile, come scrive El Pais, che alla fine si attesterà al 5,8 per cento. Il tutto con un Pil dato in contrazione di un punto percentuale per l’anno in corso dalla Commissione Ue, un debito pubblico che passerà dal 68,5% del Pil fatto segnare nel 2011 al 78,5% di fine 2012 e una disoccupazione che continua a essere oltre il 20 per cento.

Per molti analisti è solo questione di tempo. La Spagna, entro la fine dell’anno, entrerà in un programma di monitoraggio come avvenuto per Atene, Dublino e Lisbona. Il più tranchant è Willem Buiter, capo economista di Citigroup, uno dei più autorevoli al mondo, con una lunga esperienza alla Bank of England. In un report dello scorso 28 marzo, senza mezzi termini, ha spiegato come l’abbraccio mortale fra banche e costruttori edili, unito alla situazione debitoria delle pubbliche amministrazioni locali e alle nuove regole di bilancio europee, sta trascinando in fondo all’abisso Madrid. E pochi giorni fa hanno rincarato la dose Ubs e Nomura. Se la banca svizzera parla di «una situazione ormai irrecuperabile», quella nipponica evidenzia come il compito di Rajoy sia «senza speranza».

Le banche sono il buco nero di Madrid. Secondo Lombard Street Research le urgenze di ricapitalizzazione per gli istituti di credito sono circa 95 miliardi di euro. Ancora più elevate le stime secondo Citigroup, 140 miliardi di euro. In linea con la casa d’affari londinese è invece Ubs, che parla di 90 miliardi di euro. «Il sistema bancario è in crisi, se non ci fosse stata la Bce non ci sarebbe più stato ossigeno», scrivevano gli analisti della banca elvetica. In effetti, le due operazioni di rifinanziamento a lungo termine (Long-term refinancing operation, o Ltro) dell’Eurotower hanno fornito oltre 1.000 miliardi di euro di liquidità a tre anni. Fra dicembre e febbraio le banche iberiche hanno comprato 68 miliardi di euro di bond governativi, prevalentemente spagnoli, per sostenere il mercato obbligazionario e rifinanziare il proprio debito in portafoglio. Lo ha evidenziato Merrill Lynch la settimana scorsa, ricordando come l’esposizione complessiva ai debiti sovrani degli istituti di credito iberici sia di 250 miliardi di euro. Tanto, ma meno delle banche italiane, esposte sui bond governativi per 302 miliardi di euro.

Se il sistema creditizio iberico è così sofferente, le ragioni sono da ricercare soprattutto nel modello di business che hanno tenuto in questi anni. La bolla immobiliare della Spagna, come ha spiegato più volte il Banco de España, non è ancora esplosa. I prezzi delle abitazioni stanno continuando a scendere e per ora non ci sono vie d’uscita. Il General IMIE Index, cioè il principale indice di riferimento del settore immobiliare, è sceso ancora in marzo, segnando un -11,5% su base annua. Ma a stupire sono i dati sui prezzi delle case dal 2007 a oggi, in calo del 28,7 per cento. «Siamo sull’orlo di un collasso generalizzato», dice a Linkiesta un trader di Bankia, una delle prime banche di Spagna. Non c’è da stupirsi. La curva dei prezzi delle unità abitative ricorda infatti quella del mercato statunitense negli anni precedenti al 2007, prima quindi che il settore dei mutui subprime saltasse.

Il Banco de España sono anni che ripete sempre gli stessi allarmi. Nel novembre del 2008 la banca centrale nazionale iberica pubblicò una lunga analisi della crisi delle case, ricordando all’allora premier José Luiz Rodriguez Zapatero che l’esposizione delle banche spagnole al settore immobiliare era di circa 450 miliardi di euro. Sei mesi dopo, l’esposizione era salita a circa 530 miliardi di euro, in costante peggioramento. Fu solo allora che Zapatero lanciò il Fondo de Reestructuración Ordenada Bancaria (Frob), il maxi piano di ristrutturazione del sistema bancario con una dotazione di 90 miliardi di euro. Eppure, anche in quella occasione, il Banco de España avvertì che occorrevano circa 150 miliardi di euro. Il deleveraging e il consolidamento delle Cajas, le casse di risparmio, è già iniziato, ma nel frattempo il peso degli asset legati agli immobili sui portafogli bancari, complici i continui pignoramenti, è salito fino a oltre 600 miliardi di euro.

Oltre alle sofferenze delle banche e degli immobili, ci sono anche quelle delle pubbliche amministrazioni locali. A fine febbraio, come notava il think tank londinese Open Europe, i debiti erano di 36 miliardi di euro, lievitati a 38 a fine marzo secondo il Banco de España. Già in novembre la banca britannica Barclays esprimeva i suoi dubbi sulla capacità del governo di gestire la criticità: «La dissestata situazione debitoria delle amministrazioni locali sarà una delle sfide più grandi per Rajoy». E come ha detto la scorsa settimana il ministro delle Finanze, Cristobal Montoro, Madrid è in una «situazione d’emergenza e senza precedenti».

Mentre la Moncloa parla di «follia» in riferimento a un eventuale richiesta di aiuto della Spagna, gli investitori non la pensano così. Il braccio di ferro tra Madrid e Bruxelles sul budget 2012 è appena iniziato e l’analisi richiederà alcune settimane. Dalla Commissione europea fanno sapere che i primi dettagli visionati sono stati accolti positivamente, ma l’impressione è che occorreranno altri sforzi. Proprio per questo nelle sale operative sta avanzando la voce che possa essere proprio Madrid la prima a utilizzare i fondi dello European stability mechanism (Esm), il fondo salva-Stati permanente da 500 miliardi di euro che partirà fra poco.

Il Fondo monetario internazionale continua a ripetere che la Spagna non ha bisogno di aiuti. Ma il sentore è che sia solo un gioco di ruolo. Se Madrid dovesse perdere l’accesso ai mercati obbligazionari, non ci sarebbe altra soluzione. Considerando le sfide che ha di fronte il Tesoro spagnolo e i tassi d’interesse su cui stanno viaggiando i bond iberici su tutta la curva di durata, questa opportunità è sempre meno remota. Del resto, da qui a fine anno la Spagna deve collocare circa 90 miliardi di euro di titoli di Stato, secondo i dati Thomson Reuters Datastream.

Sommando tutte le voci si arriva velocemente a 250 miliardi di euro. Una cifra che però potrebbe non essere sufficiente nel medio-lungo termine. Specie considerando che proprio oggi la Banca dei regolamenti internazionali (Bis) ha ricordato che con l’introduzione delle normative contabili di Basilea III occorreranno nuovi esborsi per le banche mondiali. 485,6 miliardi di euro per le banche con rilevanza internazionale (103) e 32,4 miliardi per quelle minori (109). Nel complesso sono otto le banche spagnole inserite nella ricerca. E sono le stesse, da Bankia a Santander, a essere esposte alla bolla immobiliare iberica. Le stesse che rischiano di portare nell’abisso la Spagna.
13/04/2012 11:07
 
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[SM=g7840] Il tempo sta per scadere ...
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(sylvestro), 4/15/2012 10:17 AM:





mi verrebbe da dire che da noi non è diverso.... ma mi è venuta troppa pena nel leggere l'articolo.... una generazione di idioti sparsa su tutto il pianeta.... non ci posso credere [SM=g7591]
15/04/2012 11:50
 
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Re: Re:
dgambera, 15/04/2012 11.35:




mi verrebbe da dire che da noi non è diverso.... ma mi è venuta troppa pena nel leggere l'articolo.... una generazione di idioti sparsa su tutto il pianeta.... non ci posso credere [SM=g7591]




Ogni ciclo economico pretende il suo di tributo di carne umana, triste chi non sa intuire l'andazzo per tempo.
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