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La Ballata di Thomas the Rhymer

Ultimo Aggiornamento: 28/08/2007 00:38
08/07/2007 03:54
 
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Mi sono imbattuta in questa ballata stupenda e stavo per mettermi a tradurla, dopo aver cercato di capirla bene in inglese, ma per fortuna una "vocina" ( [SM=g27824] ) mi ha ricordato che ce l'avevo già in italiano... cosa che io non pensavo nemmeno!
Infatti è ben presente sul libro già citato di Hugh Mynne, "La Via delle Fate" (che dopo questa "rivelazione" ha guadagnato qualche punto [SM=g27824] ).
Ve la riporto sperando di poterla studiare insieme, con calma e pazienza. Io la trovo illuminante e stupenda!
In seguito riporterò anche la Narrazione di thomas the Rhymer, che è una versione antecedente alla Ballata e che contiene particolari in più che potrebbero essere appartenuti alla versione originale dell'opera, purtroppo sconosciuta.
Sperando che questa Ballata allieti i vostri cuori e carezzi la vostra anima, vi auguro buona lettura. [SM=g27829]

"Il buon Tommaso giaceva sulla riva
E scorse una lieta signora,
Una dama che era svelta e fiera
E veniva cavalcando sulla proda erbosa.

La sua gonna era di seta verde erba,
Il suo mantello di fine velluto,
A ogni ricciolo della criniera del cavallo
Pendevano cinquantanove campanelli d'argento.

Il buon Tommaso si tolse il cappello
E si piegò sulle ginocchia;
"Salute a te Regina del Cielo!
Chè di simili a te in terra mai ho visto nessuno!"

"Oh no, no, mio buon Tommaso", dice lei.
"Quel nome non mi spetta;
Io sono la Regina di elfilandia,
E sono qui venuta a farti visita.

Ma adesso devi venire con me, Tommaso,
Mio buon Tommaso, con me devi venire;
Perchè devi servirmi per sette anni
Nel bene e nel male
Come fortuna vuole".

Lei voltò il suo destriero bianco latte,
E prese in groppa dietro a sè Tommaso
E al tocco delle briglie
Il suo destriero volò più rapido del vento.

Per quaranta giorni e quaranta notti
Sguazzarono nel sangue rosso fino al ginocchio;
E non videro sole nè luna,
Ma udirono il fragore del mare.

E corsero e corsero,
Finchè giunsero a un verde giardino.
"Scendi laggiù, scendi laggiù, bella signora,
Lascia che io colga per te quei frutti".

"Oh no, no, mio buon Tommaso", dice lei,
"Quel frutto non dev'essere da te toccato,
Chè tutte le calamità dell'Inferno
Stanno nei frutti di questo paese.

Ma io ho una pagnotta qui in grembo
E una bottiglia di vino chiaretto;
E adesso, passati che saremo,
Ci riposeremo e potremo pranzare".

Quando lui ebbe mangiato e bevuto a sazietà
Disse la dama "Adesso saliremo su quel colle,
Metti il tuo capo sulle mie ginocchia
E io ti mostrerò tre meraviglie.

Non vedi forse quella stretta strada,
Tra fitte spine e densi rovi?
Quello è il sentiero della rettitudine,
Quello cercato però da ben pochi.

E vedi quell'ampia strada
Che corre diritta tra i prati gigliati?
Quello è il sentiero del male,
Benchè qualcuno lo chiami via del cielo.

E vedi quella strada così bella
Che si snoda tra i felceti?
Quella è la strada della bella Elfilandia,
Dove tu e io andremo questa notte.

Ma Tommaso, devi stare zitto
Qualsiasi cosa tu oda o tu veda,
Chè se una parola di bocca ti sfuggisse,
Mai faresti ritorno al tuo paese".

Tommaso ha avuto veste di bella stoffa
E scarpe di velluto tutto verde;
E benchè sette anni siano ormai passati,
Il buon Tommaso in terra mai più si è visto."


Ecco. Aggiungo subito che secondo la Narrazione Thomas ritornò sulla terra dopo il tempo trascorso via a Elfilandia. E secondo certe leggende vi ritornò di nuovo quando giunse il suo tempo.
Ma di questo parleremo dopo. [SM=g27821]



08/07/2007 04:00
 
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Per la bellezza di questi versi, e anche perchè vi sono certe differenze in questa ballata, vi riporto anche questa versione in inglese. Leggerla è bellissimo, perchè è in rima!

True Thomas lay on Huntlie bank,
A marvel with his eye spied he.
There he saw a lady bright
Come riding by the Eildon Tree.

Her skirt was of the grass-green silk,
Her mantle of the velvet fine,
At every lock of her horse's mane
Hung fifty silver bells and nine.

True Thomas he pulled off his cap
And bowed down to his knee:
"All hail, thou Queen of Heaven!
For thy peer on earth I never did see."

"O no, O no, Thomas," she said,
"That name does not belong to me;
I am but the queen of fair Elfland
That am hither come to visit thee."

"Sing and play, Thomas," she said
"Sing and play along with me,
And if ye dare to kiss my lips,
Sure of your body I will be."

"Betide me weal, betide me woe,
That fate shall never frighten me."
And he has kissed her rosy lips,
All under the Eildon Tree.

"Now ye must go with me," she said,
"True Thomas, ye must go with me,
And ye must serve me seven years,
Through weal and woe, as chance may be."

She mounted on her milk-white steed,
She's taken True Thomas up behind,
And every time her bridle rung
The steed flew faster than the wind.

O they rode on, and farther on,
The steed went swifter than the wind;
Until they reached a desert wide,
And living land was left behind.

"Lie down, lie down now, True Thomas,
And rest your head upon my knee;
Abide and rest a little space,
And I will show you wonders three."

"O see ye not yon narrow road,
So thick beset with thorns and briars?
That is the path of righteousness,
Though after it but few enquire."

"And see ye not that broad, broad road
That lies across the lily leven?
That is the path of wickedness,
Though some call it the road to heaven."

"And see ye not that lovely road,
That winds about the fern'd hillside?
That is the road to fair Elfland,
Where thou and I this night must ride."

"But Thomas, you must hold your tongue,
Whatever you might hear or see,
For if you speak in fair Elfland,
You'll never get back to your own country."

Soon they came to a garden green,
And she pulled an apple from a tree;
"Take this for thy wages, True Thomas,
It will give ye the tongue than can never lie."

"My tongue is my own," True Thomas said,
"A goodly gift ye would give to me!
I'd neither dare to buy or sell,
At fair or tryst where I may be."

"I dare neither speak to prince or lord
Or ask favor from fair lady -"
"Now hold thy peace," the Lady said,
"For as I say, so must it be!"

He has gotten a coat of velvet cloth,
And a pair of shoes of velvet green,
And till seven years were gone and past
True Thomas on earth was never seen.

Tutto questo materiale è protetto da Copyright ma spero di poterlo tenere qui comunque. E' tutto tratto da http://www.houseofharden.com/cowdenknowes/rhymer.htm, sito che vi consiglio di guardare anche perchè c'è lo spartitino con la musica della ballata. Io ho provato a canticchiarla ed è davvero bella!
Ma se trovo una musica incisa con la ballata ve lo farò sapere! [SM=g27823]





"Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
Haria

"Incappucciate e velate, con le trecce color notte, le Fate porteranno ciò che nessun profeta intuì."
Lord Dunsany

Il Tempio della Ninfa

[Modificato da stregaviolet )O( 08/07/2007 4.02]

08/07/2007 10:35
 
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Molto bella davvero, semmai trovassi la versione musicata, Violet sarebbe splendido! Secondo voi perchè i campanelli dei ogni "ricciolo di criniera" del cavallo sono proprio 59? Le tre vie sono rappresentate benissimo, mi colpisce molto il fatto che la via Feerica sia differente dal bene e dal male, i due antipodi primordiali. Non credo stia in mezzo come molti credono, penso piuttosto che sia una via a sè stante e non necessariamente percorribile per qualcuno Mentre tutti bene o male scegliamo tra le due principali, la via delle Fate è lì comunque, che la si voglia intraprendere o no.

Per quelche riguarda il libro di Mynne, un altro punto a favore, è il ritratto del guerriero dei Sidhe (edizione Hera) mi è sempre sembrato molto verosimile, se penso alle fate più che fatine vere e proprie mi vengono in mente figure sul blu molto alte e molto luminose con una specie di cresta. Ma a livello intuitivo non riesco a percepirne l'essenza. Una volta mi è capitato di essere in una vigna di notte e ho avuto la netta sensazione di stare disturbando qualcosa. Mi sentivo cirondata da presenze alte che in un qualche modo indicavano la macchina sulla carraia e man mano che si avvicinavano sentivo crescere un timore dentro, non era mio però..era come se qualcuno avesse aperto quell'emozione dentro di me per indurmi ad andarmene. Erano una presenza molto diversa da, per esempio, le energie basse che disturbano durante il giorno. E' stata un'esperienza strana e maestosa al contempo.
Non comprendo la loro essenza, sento solo che differisce da, per dirla con la ballata, quelli della via del male e quelli della via della rettitudine.

-Acqua-

[Modificato da -Acqua- 08/07/2007 10.37]

08/07/2007 10:57
 
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a volte ci sono dei posti pieni di magia, che sono ostili agli uomini perchè di loro non ci si può fidare...
oppure custodiscono energie molto forti, che vanno vissute con una certa consapevolezza prima di potervi accedere: sono i luoghi tabù... prova a tornarci, qualche volta, prima o poi arriverà il momento in cui le porte si apriranno e percepirai di quel luogo solo un'immensa pace, un'esaltante gioiosità e una severa sovranità...

[SM=g27838]

comunque, credo che una percezione del genere possa essere legata ad un luogo che non è nè bene e nè male, ma qualcosa che va oltre...



08/07/2007 13:10
 
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Sì è verissimo Acqua, anche io penso proprio che la Via delle Fate, quella che porta nel mondo incantato, sia a se stante, distaccata dalle altre, forse poco visibile proprio perchè diversa, ma piena di meraviglie.
Che poi... la rettitudine penso sia intesa in modo cristiano o simile, quindi probabilmente porta in una sorta di paradiso, mentre quella delle fate è viva e pulsante di magia e incanto. La Regina delle Fate è in carne ed ossa, nonostante provenga da un mondo diverso da quello normalmente popolato dagli uomini. Un mondo di Bellezza...
Anche le strade lo dimostrano. Secondo l'immaginario comune la strada che porta al Paradiso è stretta e intricata, piena di ostacoli difficilissimi da superare, eppure porta in un posto bello; quella dell'inferno invece è agile da percorrere, facile, ampia e piana, ma porta in un posto brutto, perchè tutto ciò che è facile non conduce a nulla. La strada delle fate invece si districa nei felceti e per trovarla e percorrerla penso ci voglia molta Fortuna, e un bel coraggio.
Però quando ce la si fa allora si ricevono gli abiti del mondo delle fate, gli abiti verdi, perchè verde è il colore di ciò che appartiene alle fate. Sul verde è strano vedere come nonostante le culture il colore che annuncia una visita nel mondo delle fate è sempre quello. Anche nelle fiabe spesso coloro che provengono da quel mondo portano abiti verdi! [SM=g27823]

Comunque mi sono dimenticata di dire alcune cose essenziali. Thomas the Rhymer è scozzese e si presume fosse nato nei primi anni del 1200. La Scozia è un luogo in cui la presenza dell'Altromondo è percepibile e nascosta in ogni dove, così come gli altri paesi vicini (Irlanda, Inghilterra). Lì le storie, le favole di incontri con il regno delle fate abbondano a dismisura, forse proprio perchè era una realtà tangibile quella, forse perchè era un regno accessibile, che si celava accanto a quello comune...
Io credo che queste ballate, queste storie e leggende siano realissime, solo che ci pare strano crederci. Così come è difficile vedere la Strada che porta a Elfilandia, ma questo non vuol dire che non ce l'abbiamo davanti, reale e tangibile come la terra stessa. [SM=g27817]

Per ora mi fermo qui [SM=g27822]
Violet






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Haria

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Lord Dunsany

Il Tempio della Ninfa

[Modificato da stregaviolet )O( 08/07/2007 13.12]

[Modificato da stregaviolet )O( 08/07/2007 13.17]

09/07/2007 11:28
 
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E' una bella storia, e fa riflettere su come spesso non riusciamo ad individuare il giusto sentiero da percorrere, che alla fine, è insito nella Natura stessa.
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