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Gianluca Signorini: 6/11/02 - 6/11/05

Ultimo Aggiornamento: 08/11/2005 18:56
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06/11/2005 11:17
 
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(repubblica)
L'ex capitano rossoblù stroncato dalla sindrome di Gehring
Piaceva a Sacchi e guidò la squadra verso i successi
E' morto Signorini
bandiera del Genoa


ROMA - Il Genoa ammaina la sua ultima bandiera. Gianluca Signorini, ex capitano rossoblù è morto stanotte. L'ha ucciso una malattia rara e micidiale, la sindrome di Gehring, la sclerosi laterale amiotrofica, che l'aveva costretto su di una sedia a rotelle. Che aveva trasformato in sofferenza anche il solo deglutire. Che, giorno dopo giorno, gli aveva paralizzava i muscoli. Che aveva fatto appassire uno come lui, alto quasi un metro e novanta, con un fisico massiccio. Uno che quando faceva il libero era un bel problema per gli attaccanti.
Era la bandiera del Genoa, Signorini. Per i tifosi rossoblù era il "Grande Capitano", per Arrigo Sacchi un modello da seguire. Guidava lui la difesa del miglior Genoa del dopoguerra, quello che nel 1991 arrivò quarto in campionato e nella stagione successiva conquistò la semifinale in Coppa Uefa.


Dai trofei al dolore in poco tempo. Da Marassi all'ospedale. E Signorini che ripeteva: "E' il destino". Nonostante la procura di Torino volesse capire, dopo alcuni casi sospetti, se esistesse un legame la sindrome di Ghering e l'assunzione di sostanze proibite. Certo, il capitano del Genoa ricordava le tante punture subite dai medici nel corso della carriera. Ma stabilire un legame con la malattia era ed è cosa ardua. Neanche lui lo faceva e ripeteva: "E' il destino".

Chi l'aveva salutato sul campo da calcio, lo ritrovò anni dopo, sul prato di Marassi. Ma quella che i trentamila genoani avevano davanti agli occhi era una visione distante anni luce dal passato. Abituati a vederlo guidare la difesa, i tifosi rossoblù rividero Signorini seduto su una sedia a rotelle. Era il 24 maggio 2001, il Genoa aveva organizzato una partita di vecchie glorie per raccogliere fondi a favore della ricerca e per le quattro borse di studio per i suoi figli. Allo stadio Ferraris si erano raccolti in trentamila. Sul campo, decine di ex campioni come Voller, Giannini, Conti, Pruzzo, Melli, Eranio, Tacconi, Panucci e Skuravy, guidati in panchina da Niels Liedholm, Arrigo Sacchi, Osvaldo Bagnoli e Franco Scoglio. A sorpresa Signorini si presentò a Genova circondato dalla famiglia, la moglie e i 4 figli. In pochi riuscirono a trattenere le lacrime. Piansero i suoi ex compagni di squadra, piansero gli amici. Pianse uno stadio intero quando vide il "Grande Capitano", su una carrozzella spinta dalla figlia Benedetta, fare il giro del campo. Allora sventolarono le bandiere. Oggi, quelle stesse bandiere sono ammainate e listate di nero.

I funerali di Signorini si svolgeranno a Ghezzano, in provincia di Pisa, domani pomeriggio alle 15. I tifosi del Genoa stanno già organizzando pullman per essere presenti alla cerimonia.

(6 novembre 2002)



PER RICORDARLO SMEPRE!!!!!! [SM=x714095]
06/11/2005 11:19
 
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22.luglio.2002
Corri alla vita Gianluca
corri col cuore operaio
della tua gradinata
svetta sopra quella palla sporca
nella tua area di rigore
col coraggio dell'ultimo difensore
corri alla vita Gianluca
corri col cuore operaio
della tua gradinata
esci dal silenzio con la palla al piede
esci con la testa alta, gli occhi di fuoco
capitano Achab
corri alla vita Gianluca
corri col cuore operaio
della tua gradinata
gettati nell'ultima mischia
digrignando i denti per non mollare
spazzando il manto senza timore
corri alla vita Gianluca


PER RICORDARE SEMPRE uN GRANDE UOMO..un grande capitano..
06/11/2005 11:23
 
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Oggi è l'anniversario della morte di un grande uomo, Gianluca Signorini, sopratutto per noi genoani, ma credo che sia stato un bell'esempio per tutti.


Riporto la lettera che scrisse a noi tifosi il giorno della sua "ultima partita", quando su una sedia a rotelle e senza piu' poter parlare, ha assistito da bordo campo alla SUA partita.

Vorrei alzarmi e correre con voi,ma non posso.

Vorrei urlare con voi tifosi canti di gioia,ma non posso.

Vorrei che questo fosse un sogno,dal quale svegliarmi,

magari felice,ma non lo e'.

Vorrei che la mia vita riprendesse da dove si e' fermata.

Voglio dirvi grazie per tutte le manifestazioni

d'affetto che mi avete dimostrato.

Voglio ringraziarvi per aver aderito

al mio appello di solidarieta'.

Voglio ringraziare chi ha reso possibile tutto questo,

i miei vecchi compagni,i mister e voi tifosi,

con i quali ho trascorso sette splendidi anni indimenticabili.

Vi voglio bene

Gian Luca il capitano.


Ciao Capitano, per sempre nel mio cuore.

06/11/2005 11:23
 
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Fata..siamo un po'sincronizzate..che si fa?si uniscono le discussioni???
06/11/2005 11:27
 
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Si' le unisco, le lascio qui perchè credo e spero che non solo i tifosi del Genoa vogliano ricordarlo. [SM=x714119]
06/11/2005 11:41
 
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"Lo abbiamo vestito con la maglia del Genoa, come lui ha chiesto". La moglie di Gianluca Signorini, Antonella, ha raccontato le ultime ore di vita dell'ex calciatore, la cui morte, nonostante la grave malattia, è giunta a sorpresa nella casa di Pisa. "«Non ce lo aspettavamo - ha detto in una intervista alla Rai - ieri (martedì, nrd) sera è stato benissimo fino alle 9 quando lo abbiamo aiutato ad andare a letto. Alle 11 ha avuto una crisi respiratoria e lo abbiamo fatto accompagnare in ospedale. All'una è morto". Antonella Signorini ha ricordato che proprio martedì sera il figlio più piccolo ha chiesto
di guardare una videocassetta di una partita e una intervista del papà: "Voleva sentire la sua voce - ha detto la moglie - perché da tre anni Gianluca non poteva più parlare". L'ex capitano del Genoa ha chiesto di essere vestito con la maglia numero 6 con cui ha giocato tanti anni: "E' stata la sua volontà - ha spiegato la moglie - Gianluca si sentiva molto legato al Genoa, diceva che era stato la sua vita, il suo amore. E poi non era il tipo da vestirsi con giacca e cravatta".
06/11/2005 11:44
 
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Caro Luca,
noi siamo qui, i tuoi ragazzi della Nord, quelli che non si arrendono mai proprio come te.
Vorrei come tutti sapere se stai finalmente bene lassù tra tutto quel blu del cielo che al tramonto si dipinge di GENOA,
ma crediamo proprio di si Capitano che ora stia bene, ti immaginiamo uscire palla a piede tra una nuvola e l'altra, svettare di testa più in alto e bello del sole.

Ci manchi Capitano, con te ora da questa situazione saremmo probabilmente usciti, saremmo già salvi...ma come sai anche
tu, NOI siamo genoani, quindi bisogna soffrire fino alla fine.

Caro Capitano, sabato ho alzato spesso gli occhi al cielo, ti ho chiamato a bassa voce sperando in un tuo soffio d'orato su
quella palla che non voleva saperne di entrare...poi la punizione e il gol!!!!
Ho pianto...ho pianto per quella maglia che tu ti sei portato dietro e l'hai mostrata a tutti di lassù. Grazie CAPITANO,
per tutto quello che ci hai regalato, per tutte le volte che avrei voluto dirtelo di persona e abbracciarti, e negli ultimi tempi avrei proprio voluto abbracciarti forte e dirti che per me rimarrai sempre il mio capitano, quello con la fascia gialla al
braccio, quello con il 6 stampato sulla schiena.

Ovunque tu sia Capitano, sappi sempre che hai una famiglia che ti ama e di questo me ne sono reso conto, hai dei ragazzi formidabili che vanno fieri di te come tu vai fiero di loro, questa lettera forse non potrai leggerla, ma sono sicuro che leggerai il mio cuore...quindi ti dico solamente che TI VOGLIO BENE...il resto lo sai già, lo leggerai da te...e resterà
sempre tra noi, tra me e te!

GRAZIE CAPITANO...un abbraccio.
Marco
07/11/2005 18:38
 
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Vorrei riportare un po'in vista sta discussione..per ricordare come merita una gran persona che ha rappresentato tanto non solo per il genoa ma per il mondo del calcio..che ha combattuto l'ultima battaglia fino alla fine,lottando anche contro chi diceva che se stava così era perchè prendeva certa roba..io non credo che le cause della sua malattia possono essere ricondotte al dopping (non è neanche scientificamente provato)..per cui lasciamo da parte tutte le supposizioni..e pensiamo solo che lui ha fatto tanto per noi..e per il calcio..

Ti voglio bene capitano

Spero vivamente che visto che mercoledì giochiamo contro il Pisa sarà ricordato degnamente e non come ieri..
07/11/2005 18:44
 
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Non so davvero cosa stia capitando nella Nord, non aver commemorato il Capitano come si doveva, mi fa vergognare.

Cmq .. pazienza ... loro dicono che noi non contiamo nulla ... basta che se lo credano.

[SM=g27812]
07/11/2005 20:41
 
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Mi era sfuggita, questa notizia, mi spiace

Meritava di più, Signorini, uno dei tanti giocatori sottovalutati e sottostimati dalla critica.

Spero che guardando da lassù possa vedere il suo Genoa dove merita.

Capitano per sempre.


:smile40: [SM=x714229]
08/11/2005 18:51
 
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"Un amico in paradiso", la commozione di chi ha giocato con lui
(www.marcogrespina.it)

FRANCESCO TOTTI, ex compagno di squadra alla Roma
"Volevo salutare tutta la famiglia e in particolare i figli di Gianluca e mandare loro il mio più sincero abbraccio. Sono sicuro che dal cielo Gianluca avrá un occhio di riguardo per tutti noi che gli abbiamo voluto bene".

ARRIGO SACCHI, ex allenatore di Signorini al Parma
"Sono momenti molto tristi in cui è difficile esternare il proprio dolore e in cui anche la voglia di comunicare si riduce al minimo. Personalmente oggi mi ritrovo con un amico di meno sulla terra e, però, con un amico in più in Paradiso".

STEFANO ERANIO, ex compagno di squadra al Genoa.
"Un amico, uncapitano, un ragazzo eccezionale. Ho cercato di star vicino a lui e alla sua famiglia il più possibile. Purtroppo non c'è stato nulla da fare, il destino ha voluto portarcelo via troppo presto. Era un vincente in campo e fuori. Ricordo con quanta personalitá sapeva gestire i momenti favorevoli e quelli menofavorevoli, ricordo i ritiri e le partite a carte che giocavamosempre insieme. Il mio pensiero va soprattutto alla moglie Antonella e ai suoi figli. Gianluca resterá un simbolo, un modello positivo del calcio e dello sport italiano".

FULVIO COLLOVATI, ex compagno di squadra nel Genoa
"Sapete quanto tenevo a Signorini. In questo momento sarebbe meglio stare zitti per evitare banalitá. Per me era come un fratello, siamo stati anni insieme. Potete immaginare il mio stato d'animo. Dico solo una cosa: ero molto attaccato a lui, Gianluca non andava mai oltre le righe ed ora, ragionando da dirigente, dico che era un giocatore che vorrei sempre nella mia squadra. L'ho sempre ammirato".

ALDO SPINELLI; ex presidente del Genoa
"Un grande uomo, prima ancora che un grande calciatore. In campo non si tirava mai indietro, ma anche nella vita ha dimostrato di saper lottare sino all' ultimo. In questo momento il mio pensiero, oltre che a Gianluca, va alla sua meravigliosa famiglia, la moglie Antonella e i quattro figli. Signorini era molto legato a loro e questo rende la sua scomparsa ancora più dolorosa".

FRANCO SCOGLIO, ex allenatore del Genoa
"Oggi le parole non contano, resta solo il dolore. Non voglio dir nulla, andrò ai suoi funerali e basta".

Continuo con il ricordo del capitano,questi sono ricordi del capitano che sono stati pubblicati al tempo della morte di Gianluca..ora anche il prof non c'è più..quanti brutti avvenimenti..

[Modificato da Silvietta82 08/11/2005 18.55]

08/11/2005 18:56
 
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La sclerosi laterale amiotrofica..una patologia ancora oscura:

La sclerosi laterale amiotrofica: il morbo di Gehrig (sapere.it)

Non se ne conoscono ancora le cause, non c’è una vera terapia, e tanti sono i soggetti che ogni anno ne vengono colpiti. Il fenomeno sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è ancora oggi in gran parte sconosciuto, anche se i primi casi risalgono al 1860 circa. Il suo nome significa indurimento (Sclerosi) della porzione laterale del midollo spinale (Laterale) e dimagrimento muscolare (Amiotrofica). La malattia neurodegenerativa sale alla ribalta nel 1941, quando a perdere la vita, a soli 38 anni, è Lou Gehrig, il famoso giocatore di baseball, emblema dei New York Yankees e detentore per oltre cinquant'anni di record insuperati. Da allora la sclerosi laterale amiotrofica è più conosciuta come "Morbo di Gehrig", che oggi affligge 6000 persone in Italia, con un incremento annuale di circa 1500 soggetti.

di Gabriella Poli



Il giocatore di baseball Lou Gehrig
La diagnosi
Nella maggioranza dei casi si tratta di una malattia sporadica, che si verifica senza che ci siano precedenti in famiglia. Colpisce soprattutto gli adulti, di entrambi i sessi, in un’età compresa tra i 40 e i 70 anni ed ha un’incidenza maggiore della distrofia muscolare. Secondo i dati dell’Associazione Italiana per la Sclerosi Laterale Amiotrofica (AISLA), in Italia, ogni giorno si manifestano in media tre nuovi casi di SLA e si contano circa sei ammalati ogni 100.000 abitanti. Difficilmente questa malattia viene diagnosticata in tempi brevi: non esiste alcun esame specifico per diagnosticare la SLA, e per questo è difficile riconoscere la malattia nella fase precoce. Per escludere patologie clinicamente simili, il neurologo sottopone il paziente a una serie di valutazioni cliniche che possono mettere in luce la sofferenza dei motoneuroni: storia clinica (anamnesi) con ricerca di eventuali fattori di rischio, raccolta di dati epidemiologici, valutazioni neurologiche e cliniche, elettromiografia, risonanza magnetica dell’encefalo e del midollo, TC dell’encefalo e del midollo spinale, biopsia muscolare e del nervo, esami ematochimici.

I sintomi
La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia progressiva, che attacca le cellule nervose chiamate motoneuroni, cellule specializzate che controllano i movimenti dei muscoli volontari. Questa patologia porta alla graduale distruzione dei neuroni motori superiori, che hanno origine nella parte superiore del cervello, e dei neuroni motori inferiori, che hanno invece origine nella parte inferiore del cervello e della spina dorsale, impedendo loro il rilascio dei segnali chimici e dell'indispensabile nutrimento, di cui i muscoli necessitano per il normale funzionamento. Il primo sintomo della SLA è la comparsa di una progressiva atrofia muscolare e una perdita di forza che può riguardare tutti i movimenti volontari. Nella maggior parte dei casi l’indebolimento colpisce prima i muscoli delle mani o dei piedi e poi si estende agli altri muscoli del corpo fino ad una paralisi totale. La malattia può anche manifestarsi con difficoltà nel masticare, nell’ingoiare e nel parlare quando sono colpiti i neuroni motori della regione bulbare e quindi i muscoli responsabili della fonazione, della respirazione e della deglutizione. Non esistendo altri sintomi di lesione neurologica, nella fattispecie, nessun disturbo sensitivo o intellettuale (le funzioni mentali, sensoriali, sessuali, il controllo della vescica e dell’intestino vengono infatti completamente preservate), i pazienti rimangono pienamente coscienti per tutta la durata della malattia.



Un momento della terapia
Le cure
La causa scatenante della degenerazione e della graduale morte di queste cellule è tuttora sconosciuta. Probabilmente si tratta di una malattia determinata dal verificarsi di più circostanze: si ipotizza che una certa predisposizione genetica (solo il 10% dei casi) e più fattori ambientali debbano interagire. Al momento non esiste ancora una terapia capace di guarire la malattia. Negli ultimi anni le ricerche in questa direzione si sono moltiplicate e la speranza di trovare presto un rimedio definitivo si è fatta più concreta. Ogni anno l’International Alliance of ASL/MND (Amyotrophic Lateral Sclerosis/Moto Neuron Disease Association) di Londra promuove un convegno internazionale sulla SLA a cui partecipano neurologi di tutto il mondo. Il convegno ha la finalità di offrire ai pazienti e ai familiari un’informazione corretta e puntuale sulle evoluzioni farmaco/scientifiche attraverso la presentazione degli ultimi risultati dei trials farmacologici. Le frontiere della ricerca si stanno allargando: agli studi effettuati sul sistema nervoso, sul midollo spinale e sul cervello, si affiancano quelli sulle cellule staminali embrionali, sebbene questo tipo di sperimentazioni pongano alcune problematiche legate al mondo dell’etica nell’universo scientifico.

Il neurologo può invitare il paziente a partecipare a nuovi trials farmacologici; tuttavia questo accade raramente in Italia dal momento che il nostro paese sta decollando lentamente verso la ricerca scientifica e la sperimentazione in campo farmacologico. Esisitono farmaci capaci di rallentare la degenerazione dei motoneuroni e quindi il progredire della SLA, come anche terapie di supporto per migliorare l’automomia personale, il movimento e la comunicazione. È possibile inoltre intervenire per evitare la denutrizione, per aiutare il paziente a respirare, per consentirgli di sopravvivere alla paralisi respiratoria. Si richiede quindi la competenza di molti specialisti per intervenire sulla malattia in maniera appropriata e tempestiva: entrano in campo neurologi, neurofisiologi, fisiatri, pneumologi, rianimatori, gastroenterologi, psicologi, dietisti, ortofonisti, fisioterapisti. Troppo spesso, dopo la diagnosi, prevale un clima di sfiducia e di rinuncia terapeutica di fronte alla mancanza di concrete possibilità di cura. Nel 1983 si è costituita l’Associazione Italiana per la Sclerosi Laterale Amiotrofica (AISLA): presso la sede nazionale di Novara, grazie al supporto di un’equipe multidisciplinare di specialisti, è stato avviato un centro di ascolto e di consulenza sulla SLA rivolto principalmente ai pazienti e ai loro familiari. Una maggiore conoscenza della SLA e delle sue problematiche socio-assistenziali rappresenta il primo passo per tutelare il diritto alla cura del malato.
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