Che dolce riposare in questi giorni.
Anche se abbastanza punk.
Mi riprometto un ordine più meditato.
Ho pubblicato il secondo speciale di Altro, è finalmente completo.
Il 17 febbraio si va a Genova, forse. Concorso Transatlantici.
Non mi dispiacciono i kiwi.
Mi ricordano lunghe passaggiate per le campagne dei miei posti.
Sono cresciuto in luoghi semplici.
Anche per questo mi sento molto diverso da tutti coloro
che ho attorno. Parlo poco, in linea di massima solo se
interpellato. Un ottimo confidente. Peccato io non sia
propenso a fidarmi degli altri; ancor meno a competere.
La selezione di default è -tralascia-.
La mia infanzia è stata tranquilla e di strada.
Dai 16 anni a seguire mi sono visto costretto a ridimensionare
progressivamente le mie ambizioni, che pure si sono riaccese
durante particolari congiunzioni astrali (sovrapposizioni a
transitare per Cesenatico e Tokyo e la buon'anima del prof. Conti)
Alla luce degli eventi meno felici ho realizzato che
non vale la pena sacrificare l'estetica del contingente.
Paroloni. Già. Voglio soltanto un lavoro. Lo voglio in tempi
brevi. Voglio del tempo da dedicare a chi amo.
Voglio scrivere per provare a rintracciare i contorni
del mondo che ho dentro e che talvolta, durante la veglia,
si manifesta in allucinazioni agghiaccianti.
Sono pazzo, ma di una follia socialmente accettabile.
Voglio che la storia a decorrere dal 2005 al 2045, fin nei
dettagli più insulsi, faccia a meno del mio contributo.
[Ho implicitamente sancito che morirò a 61 anni.]
Mi piace viaggiare. Inseguire il poderoso non-essere
di uno spostamento. Ma son quasi convinto che nella storia dal
2005 al 2045 sia impossibile perdersi, a meno di risoluzioni
estreme. C'è sempre un passante, un curioso, un amico,
un amore, un padre di mezzo. Che ti insegue al fine di
farsi restituire qualcosa che "gli spetta" secondo codici
ancestrali. Involontariamente impedendoti una sana dissoluzione.
Ho scritto del suicidio di Michele ed hanno riso.
Adducendo la motivazione: l'hai scritto <i>male</i>.
Allora rivelatemelo questo segreto del bene che custodite
nei vostri pareri schietti, questo <i>bene</i> ricco
di tradizione e cultura, questo <i>bene</i> inconsistente
e regolatore, come Dio. E una volta effettuata la rivelazione,
spiegatemi pure per quali ragioni io dovrei chinarmi
a codesto <i>bene</i> che non mi dice nulla, uno scheletro
ligneo così spoglio di cause ed intenti. Preferisco il mio
<i>male</i> che trascrivo per lasciar resti dietro i miei
passi e catalogare istanti, oggetti, angosce, ricordi.
Il mio <i>male</i> che mi fornisce motivo di permanenza.
Da piccolo ero un mezzo santo.
<p><font class='xsmall'>[<i>Modificato da elianto84 04/02/2005 10.54</i>]</font></p>
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- Elianto, Elianto, cosa accadrà?
Elianto sorrise, e premette il pulsante.
- Posso risponderti - disse.